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Il sedici di agosto, sul far della mattina

Antiwar Songs Blog
Il sedici di agosto, sul far della mattina
«Signori giurati, non è la mia difesa che vi voglio esporre, ma una semplice esposizione del mio atto. Dopo la mia prima giovinezza, ho cominciato a conoscere che la nostra Società è mal organizzata e che tutti i giorni ci sono degli sfortunatiche, spinti dalla miseria, si suicidano, lasciando i loro figli nella più completa […]
Antiwar Songs Staff 2015-08-16 08:23:00

Schiavi e liberi

Antiwar Songs Blog
Schiavi e liberi
Chi, sia pure sommariamente (come noi: tanto per mettere le mani avanti), conosce la storia dell’atomica, della bomba atomica, è in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro […]
Antiwar Songs Staff 2015-08-06 07:02:00

Poèmes pour la paix

Poèmes pour la paix
[1918]
Versi di Paul Éluard, che si firmava ancora col suo vero nome, Eugène Émile Paul Grindel.
Musica per pianoforte e mezza voce di Gary Bachlund, prolifico compositore tedesco-americano.

Quando scoppiò la Grande Guerra Eugène Émile Paul Grindel aveva circa 19 anni ed era ammalato di tubercolosi. Questo non impedì però il suo richiamo sotto le armi e quella guerra se la fece tutta, persino la terribile battaglia della Somme del luglio-ottobre 1916. Sopravvisse, e nel 1918 lo ritroviamo in una fureria a Mantes-Gassicourt, nella Seine-et-Oise. Nel maggio dello stesso anno nasce Cécile, sua figlia, avuta con la compagna Helena Diakonova, detta Gala (che fu in seguito amante di Max Ernst e moglie di Salvador Dalí), che Paul Éluard aveva sposata nel 1916, appena maggiorenne.
Nel mese di luglio il poeta dà alle stampe, in 400 esemplari, un volumetto contenente queste 11, semplici poesie: il trionfo della vita contro l’orrore della guerra e della morte.
Monde ébloui,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2015 - 15:42

G. K. Chesterton: A Ballade of an Anti Puritan

G. K. Chesterton: A Ballade of an Anti Puritan
[1915]
Versi di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), meglio noto come G. K. Chesterton, scrittore, poeta ed intelettuale inglese. Nella sua raccolta del 1915 intitolata semplicemente “Poems”
Musica per pianoforte e voce baritono di Gary Bachlund, prolifico compositore tedesco-americano.

In questa divertente poesia G. K. Chesterton racconta di quanto si annoiò una volta che fu invitato nel salotto di Mary Augusta Ward, in arte Mrs Humphry Ward (1851-1920), scrittrice di matrice vittoriana e puritana che fu anche la fondatrice della - incrèdibol bat trù! - Women's National anti-suffrage League, proprio così, un movimento femminile che si opponeva al riconoscimento del diritto di voto alle donne (!)

Per G. K. Chesterton, intellettuale di grande spessore (e infatti era alto quasi due metri e pesava 130 kg!), la vita e la verità e la bellezza sono altrove, anche solo in un semplice pub.

E’... (continua)
They spoke of Progress spiring round,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2015 - 14:20
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I Hear an Army Charging Upon the Land

I Hear an Army Charging Upon the Land
[1907]
Versi di James Joyce, nella raccolta intitolata “Chamber Music”
Come suggerisce il titolo, tutte le 36 poesie contenute nella raccolta hanno un’innata musicalità, e infatti sono state messe in musica da innumerevoli compositori, da Luciano Berio a Syd Barrett a Jim O'Rourke ai Mercury Rev.

Lo stesso Joyce era un ottimo musicista e non è escluso che questa e altre poesie le avesse concepite musicalmente lui stesso.
I hear an army charging upon the land,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2015 - 13:39
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Whatever You Say, Say Nothing

Whatever You Say, Say Nothing
I.
(continua)
inviata da Juha Rämö 23/7/2015 - 13:17

The Hearse Song (the Worms Crawl In)

anonimo
The Hearse Song (the Worms Crawl In)
[1914-18?]
Canzone di autore anonimo su di una melodia infantile.
Recentemente (2007) riproposta con musica originale (per pianoforte e voce) da Gary Bachlund, compositore classico tedesco-americano.

Sulle CCG/AWS non poteva mancare una “allegra” canzoncina come questa, composta da qualche soldato negli anni in cui la Morte spazzava le trincee della Grande Guerra (ma forse addirittura i campi di battaglia della guerra di Crimea).
Esistente in numerose versioni, le due che seguono sono tratte dalla raccolta curata da Carl Sandburg ed intitolata The American Songbag, 1927.

Questa l’introduzione che il grande poeta e scrittore americano faceva del brano:

“Casualty records of the world war indicated in round numbers ten million dead and twenty million crippled. The Hearse Song was popular in all branches of service, though in the aviation corps it had more variants.”
The old Grey Hearse goes rolling by,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2015 - 11:38
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Nella Francia

Nella Francia
2015
Carroarmato Vol. Unougualeazero
Egregi nuclearisti in doppio petto
(continua)
inviata da dq82 23/7/2015 - 10:56
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C'era una volta

C'era una volta
2013
S/t
tutti in fila guardali sono davvero in tanti
(continua)
inviata da dq82 23/7/2015 - 10:47
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Ancora tra le montagne

Ancora tra le montagne
tumulto​/​la prospettiva split 2013
Portafogli gonfi di morte
(continua)
inviata da dq82 23/7/2015 - 10:44
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Why Aye Man

Why Aye Man
[2002]
Parole e musica di Mark Knopfler
Nell’album intitolato “The Ragpicker's Dream”

Una canzone che racconta di un gruppo di lavoratori inglesi del nord-est che, per trovare occupazione negli anni infernali del governo Thatcher, sono costretti ad emigrare in Germania: “Nae more work on Maggie’s Farm”…
We had no way of staying afloat
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2015 - 08:57
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Deija

Deija
[2014]
Testo e musica di Alessandro Mannarino
Dall'album "Al monte"
Con questa canzone vorrei salutare chi se fosse ricorda de me ancora al rione Monti a Roma.
Il primo Dio fu un buco dentro al cielo
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 22/7/2015 - 20:39

Et si personne ne me réponde

Sous l'influence de Georges Moustaki.
Et je chercherais mon bonheur de toute façon
(continua)
inviata da Carles Viadel 22/7/2015 - 16:21
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007 (Shanty Town)

007 (Shanty Town)
[1967]
Parole e musica di Desmond Dekker
Singolo di Desmond Dekker and the Aces che dà il titolo al successivo LP
Inclusa nella colonna sonora del film musicale The Harder They Come

Uno dei più famosi brani rocksteady di sempre fu scritto da Desmond Dekker in occasione di un “riot” scoppiato in una baraccopoli di West Kingston, Giamaica, una zona vicino al mare chiamata Four Shore Road, quando un bel giorno il governo si presentò coi bulldozer per spianare tutto quanto. Ma i “rudeboys” – originariamente, negli anni post indipendenza, giovani neri ribelli provenienti dalle “shanty towns” e dagli “slums”, in seguito piccoli criminali – si opposero sfidando la repressione poliziesca.

Il titolo “007” e il riferimento al film “Ocean 11” testimoniano l’amore che i rudeboys di allora avevano per i film della serie di James Bond ma anche per quelli d’azione e di gangsters americani. (fonte:... (continua)
0-0-7
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/7/2015 - 12:08

Don' Let Yo' Watch Run Down

anonimo
Don' Let Yo' Watch Run Down
Una “negro song”, un canto di lavoro.
Testo trovato nella raccolta curata da Carl Sandburg ed intitolata The American Songbag, 1927.

Il lamento di un lavoratore afroamericano addetto alla costruzione e manutenzione dei binari ferroviari (“levee” è l’argine della massicciata), pagato mezzo dollaro al giorno. Il canto è rivolto – come al solito, come nelle “chain gang songs” - al “captain”, il “boss” o, più semplicemente, la guardia armata che sopravvede al lavoro. Il pensiero, invece, è rivolto a “Luluh”, la donna amata, alla quale non basta quella paga da fame, che Luluh è una donna difficile da accontentare. Il canto si chiude con un’appello alla solidarietà, se non altro emotiva, rivolto ai propri fratelli neri.
Don' let yo' watch run down, Cap'n,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/7/2015 - 10:48
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Wiegenlied

Wiegenlied
KEHTOLAULU
(continua)
inviata da Juha Rämö 22/7/2015 - 08:57
Le CCG presentano le "Chansons contre la Guerre"

Le Canzoni contro la guerra (spesso abbreviate in CCG) - che sono nate in italiano nella notte del 20 marzo 2003 mentre l'aviazione statunitense lanciava i bombardamenti sull'Iraq - avevano già da tempo il progetto di creare un portale in lingua francese, che logicamente si sarebbe chiamato, approfittando anche della stessa sigla, Chansons contre la Guerre.

Ed eccolo infine aperto, questo famoso portale su quello che è senza dubbio il più grande labirinto di canzoni del mondo.
Lorenzo Masetti 21/7/2015 - 23:20

Les CCG présentent les Chansons contre la Guerre.

Antiwar Songs Blog
Les CCG présentent les Chansons contre la Guerre.
Les Canzoni contro la Guerra (souvent abrégées C.C.G. pou CCG), qui sont nées en italien dans la nuit du 20 mars 2003, au moment-même où l’aviation étazunienne bombardait l’Irak, avaient depuis longtemps le projet de créer un portail en langue française, qui logiquement s’appellerait : Chansons contre la Guerre (profitant ainsi des mêmes abréviations). Le voici […]
Antiwar Songs Staff 2015-07-21 21:09:00
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Estadio Chile

Versione di Isabel Parra, costituita da un frammento di “Estadio Chile”, presente nell’album intitolato “Isabel Parra de Chile” del 1976.
Estadio Chile
Testo trovato su Cancioneros.com
AY, CANTO, QUÉ MAL ME SALES
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/7/2015 - 15:06
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Tu voluntad más fuerte que el destierro

Tu voluntad más fuerte que el destierro
[1982]
Parole e musica di Isabel Parra
Brano che dà il titolo al suo disco del 1983

Non so se questa bellissima canzone sia dedicata a Violeta Parra, o a Víctor Jara
En estos días oscuros de nostalgia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/7/2015 - 14:56

The Woman Cried

The Woman Cried
Versi di Bobby Sands, scritti in carcere e contenuti nella raccolta “Writings from Prison”
Musica dei Dublin City Ramblers, folk band irlandese fondata nel 1970
Un singolo del 1981 che si accompagna a The Ballad Of Bobby Sands e “Farewell Gallant Comrades”

Canzone dedicata alla fallita rivolta irlandese del 1798, quella capeggiata da Wolfe Tone.
The humble home in dead of night,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/7/2015 - 14:29
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The Ballad Of Bobby Sands

anonimo
The Ballad Of Bobby Sands
Come si evince da un paio di commenti su YouTube e dai crediti su Discogs, l'autore della canzone dovrebbe essere tal Kevin Molloy, che la scrisse dopo aver partecipato ai funerali del militante repubblicano.
Bernart Bartleby 21/7/2015 - 14:19
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Whatever You Say, Say Nothing

Whatever You Say, Say Nothing
[1982]
Parole e musica di Colum Sands
Nel disco intitolato “Unapproved Road”

Una canzone molto originale sulla “freedom of speech and expression”…
You all know what I’m speaking of when I mention you-know-what,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/7/2015 - 13:39
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Heaven Help the Working Girl

Heaven Help the Working Girl
[1967]
Parole e musica di Harlan Perry Howard (1927-2002), autore di celebri brani di musica country.
Singolo che diede il titolo all’album di Norma Jean del 1968.
“Good morning, sir, what'll you have?” That's how I start my day
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/7/2015 - 11:03
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Plus rien ne m'étonne

Plus rien ne m'étonne
Album: Coup de gueule (2004)
Ils ont partagé le monde, plus rien ne m'étonne
(continua)
inviata da CCG Staff via Anita Tijoux 20/7/2015 - 21:11
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War Orphans

War Orphans
No, la canzone non è mai stata incisa dal suo autore in alcun disco, era un inedito, poi nel maggio 74, Paul Motian nel suo secondo LP per la ECM ne ha incisa una nuova versione (sempre con Haden in formazione)(nel medesimo disco è presente pure un'altra appassionata proposta di Song For Chè).
E' quasi impossibile pensare al mondo della musica senza più Ornette Coleman. Ho sempre avuto somma ammirazione per questo musicista che ha spaccato la critica in due già dal suo apparire sulla scena del bebop sul finire degli anni 50: al Five Spot Club di New York quando iniziava a suonare lui la maggior parte se ne andavano, altri però lo considerarono profetico...una sera lo aggredirono, gli ruppero il sassofono di plastica bianca e gli spaccarono i denti...(tra l'altro ricordo che nel 2006 anche qui in Italia, all'aeroporto della Malpensa di Milano, qualcuno pensò bene di rubargli il suo contralto... (continua)
Flavio Poltronieri 20/7/2015 - 19:08

Hammer Man

anonimo
Hammer Man
[XIX° secolo]
Canto ritmico degli operai afroamericani (e non) addetti alla posa dei binari ferroviari.
La fonte principale è la raccolta di canzoni e ballate realizzata tra il 1907 ed il 1930 dal reverendo metodista Gilbert Reynolds Combs nella contea di Madison, Kentucky. Ripresa da Carl Sandburg in una fondamentale raccolta da lui curata e intitolata The American Songbag, pubblicata nel 1927.
Al proposito si vedano anche John Henry e Jackhammer John
Drivin' steel, drivin' steel,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/7/2015 - 16:56
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Jackhammer John

Jackhammer John
[1944]
Parole e musica di Woody Guthrie
Nelle raccolte “Woody Guthrie Sings Folk Songs”, con Leadbelly, Sonny Terry e Cisco Houston (Smithsonian Folkways Records, 1989) e “The Asch Recordings” (Smithsonian Folkways Records, 1997-99).




Oggi è stato per lo più sostituito dal braccio di una pala meccanica, ma quello del “martellista”, l’operaio addetto al martello pneumatico (sulle strade, sulle ferrovie, nelle miniere…), è stato fino a non molto tempo fa uno dei lavori più duri ed alienanti da che l’uomo ha inventato degli attrezzi meccanici per frantumare e perforare…

Le malattie professionali legate all’uso intensivo del martello pneumatico vanno da importanti disturbi uditivi a gravi sindromi articolari e vascolari.
Il testo della canzone restituisce in tutto e per tutto il suono e la vibrazione ripetitiva dell’attrezzo, ormai trasferitisi in permanenza nel corpo e nella vita del povero John…
Jackhammer John was a jackhammer man,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/7/2015 - 16:36
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Apesar de você

Apesar de você
Wow. Non avevo nessuna idea di cosa dicesse questa canzone. Come ignorare un testo così bello?
Grazie!
giuliano 20/7/2015 - 15:17
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Wenn das Eisen mich mäht

Wenn das Eisen mich mäht
KUN PÄÄTTYY ELONI
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/7/2015 - 09:55

Je ne voudrais pas mourir (à Boris Vian)

Je ne voudrais pas mourir sans voir la paix dans le monde entier.
à Boris Vian
Je ne voudrais pas mourir
(continua)
inviata da Carles Viadel 19/7/2015 - 17:39
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Un fiore sul greto del Toce

[2015]

Il brano parla della tragica vicenda dei 42 martiri di Fondotoce (VB) I 42 partigiani vennero trucidati il 20 giugno del 1944 dai nazifascisti.

Il brano "Un fiore sul greto del Toce" composizione inedita con testo di Pier Gaido e musica di Andrea Lentullo, il 21 giugno 2015 ha vinto il primo premio del concorso NOTE DI MEMORIA organizzato dall' ANPI di Verbania, nella sezione dedicata ai 42 martiri.
Non esisteva fino ad oggi, nulla a livello compositivo e musicale che raccontasse della storia dell'eccidio.
Ora questa "lacuna " è stata colmata !
Nel lago il corteo s’è specchiato
(continua)
inviata da Piergiuseppe Gaido 19/7/2015 - 13:32
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Dio è morto

Dio è morto
JUMALA ON KUOLLUT
(continua)
inviata da Juha Rämö 19/7/2015 - 10:47

La Moribonde

La Moribonde
La Moribonde

Chanson de langue française – La Moribonde – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie de la chanson – Le Moribond – Jacques Brel – 1961



Je vois, Marco Valdo M.I. mon ami, à son titre que ta chanson raconte des choses terribles et que c'est une femme ou une personne féminine qui en est la protagoniste. Et, comme je connais assez bien le répertoire de Jacques Brel, j'imagine que cette moribonde parle de sa fin, de sa disparition et de son enterrement. Je pense bien en outre qu'elle entend régler ses comptes avant de s'en aller. Mais, dis-moi, qui est-elle, cette moribonde ?

D’abord, Lucien l'âne mon ami, tu as raison, c'est bien une parodie… Tu connais mon goût et celui de la chanson populaire pour les parodies… Donc, c'est une parodie d'une chanson du Grand Jacques, comme on l'appelle ici chez nous. Une parodie du moribond… Chez Brel, elle raconte l'histoire d'un homme qui se... (continua)
Adieu Athènes, je t’aimais bien.
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/7/2015 - 17:44

Mr Dizzy (the Funny Idol of a Generation of War)

The funny idol of a generation of war)
With a vest and with a little beret,
(continua)
inviata da Carles Viadel 18/7/2015 - 13:03
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Mohammed

Mohammed
[2000]

Album :En attendant les caravanes
As-tu eu le choix de ta naissance et là on s'avance avancé
(continua)
inviata da adriana 18/7/2015 - 10:57
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Vivre en ce pays

Vivre en ce pays
Vivre en ce pays
(continua)
inviata da adriana 18/7/2015 - 10:44
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Verdun

Paroles de A. Guiducci (1920)
Musique et interprétation de Jacques Culioli

On ne sait pas grand chose de A. Guiducci.
Il a écrit "Verdun" à Ajaccio en 1920.
Ce poème est chanté aujourd'hui par un chanteur corse Jacques Culioli

On peut trouver ici le texte, les accords de guitare, les vidéos de l'interprétation de Culioli qui est magnifique.
J'ai vu pendant trois ans tomber les feuilles mortes
(continua)
inviata da Jean Giovanazzi 17/7/2015 - 15:41

William Brown

William Brown
[1961]
Canzone tradizionale arrangiata da Stan Kelly (1929-2014), songwriter e scienziato informatico nato a Liverpool ma di origine irlandese, sulla melodia di una “drinking song” tipo “Good Ship Venus / Friggin' in the Riggin'”

Storia del giovane operaio William Brown, addetto tutto il giorno a girare una ruota. Gli dissero che se non fosse andato più veloce lo avrebbero licenziato, così lui accelerò a tal punto da causare una super produzione e… lo licenziarono!
Morale della favola: più lavori e più rischi di perdere il posto…
Well, a nice young man was William Brown,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 14:40

A Soldier's Life Is Sad

A Soldier's Life Is Sad
[1963]
Parole e musica di John Comley (?)
Ripresa da Stan Kelly (1929-2014), songwriter e scienziato informatico nato a Liverpool ma di origine irlandese, nel suo “Liverpool Lullabies, The Stan Kelly Songbook”
A soldier's life is sad
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 14:19
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The Old Mark II

The Old Mark II
[1961]
Parole di Stan Kelly (1929-2014), songwriter e scienziato informatico nato a Liverpool ma di origine irlandese.
Su di una melodia irlandese tradizionale
Testo trovato sul sito dell’autore
Nel disco collettivo “Revival In Britain Volume 1”, prodotto da Ewan MacColl e pubblicato dalla Folkways Records nel 1962, dove Stan Kelly è accompagnato da Peggy Seeger.

Non ho trovato riscontri precisi ma “Mark II” dovrebbe indicare un fucile da guerra britannico.
Nelle note al brano Stan Kelly riferisce che un suo conoscente, congedato da militare dopo una lunghissima ferma, gettò il suo “Mark II” dal finestrino del treno che lo riportava a casa: fu multato di tre sterline a settimana fino a concorrenza del costo dell’arma.
L’NCO nel postscriptum è l’acronimo per “non-commissioned officer”, ossia i sottoufficiali come caporali e sergenti.
Oh, there's sorrow in me heart, oh me old Mark Two
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 13:20
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Kelly the Boy From Killanne

Kelly the Boy From Killanne
Parole di P. J. McCall, un antenato di [Stan Kelly, nome d’arte di Stanley Bootle (1929-2014), songwriter di Liverpool, nonché importante scienziato informatico
Su di una melodia irlandese tradizionale
Testo trovato sul sito di Stan Kelly
Interpretata da The Clancy Brothers con Tommy Makem nel loro disco “The Rising Of The Moon: Irish Songs Of Rebellion” del 1956

Stan Kelly sostiene che le parole di questa canzone furono scritte da un suo avo che fu testimone della sfortuna rivolta di Wolfe Tone contro gli inglesi nel 1798.
Stan Kelly incise lui stesso il brano, con un proprio arrangiamento, nel 1961.
What's the news? What's the news? O my bold Shelmalier,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 11:03
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Lamento sertanejo (Forró do Dominguinhos)

Lamento sertanejo (Forró do Dominguinhos)
[1975]
Scritta da Gilberto Gil e José Domingos de Morais, in arte Dominguinhos (1941-2013), compositore, cantante e fisarmonicista del Pernambuco.
Nell’album di Gilberto Gil intitolato “Refazenda”
Por ser de lá
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 10:18
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Gli animali

Gli animali
[2014]
Parole e musica di Alessandro Mannarino
Nell’album intitolato “Al monte”
Il cane sottomette
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/7/2015 - 08:41




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