La traduzione giapponese proviene da Songcoleta, dove appare però come traduzione di una canzone della portoricana Lucecita Benítez.
The Japanese translation is reproduced from Songcoleta, where it is included however as a translation of a song by the Puertorican singer Lucecita Benítez.
の歌詞 (continuer)
envoyé par dq82 4/5/2015 - 11:49
EBRAICO / HEBREW / HEBREO [1]
Traduzione ebraica Hebrew translation
Traducción al hebreo
Anche questa traduzione letterale proviene dal sito iraniano Pezhvakeiran, e la cosa ci sembra ancor più degna di nota.
Also this literal translation is reproduced from the Iranian site Pezhvakeiran, and this should be seen as still more noteworthy than usual... [CCG/AWS Staff]
Traduzione araba Arabic translation
Traducción al árabe
La traduzione in lingua araba è ripresa, e la cosa va sottolineata, da Pezhvakeiran, un sito iraniano in lingua fârsi dove è riportata assieme a traduzioni in dodici lingue (alcune delle quali sembrano essere riprese proprio da questo sito, cosa che ci fa assai piacere). Non sapremmo ovviamente dire se si tratti di una traduzione letterale o cantabile.
The following Arabic translation is reproduced, and this should be duly pointed out, from Pezhvakeiran, an Iranian site in the Fârsi language where it is included along with other translations in 12 languages (a number of which seem to have been reproduced from our site, to our great pleasure). Rather obviously, we can't tell if this translation is singable or not. [CCG/AWS Staff]
Esiste una versione neerlandese fatta per il canto, Graag zie ik je heel het leven, eseguita da Saskia Jonker con Maxim Baghuis al pianoforte (curiosamente, anche l'autrice della versione tedesca si chiama Saskia, ovvero Regina Saskia Huber). La presentiamo in questo video senza purtroppo aver potuto reperirne il testo.
There's also a singable Dutch version of the song, Graag zie ik je heel het leven, performed by Saskia Jonker accompanied by Maxim Baghuis (curiously enough, the author of the German version is also called “Saskia”, Regina Saskia Huber). Here's the version in this YouTube video. Sadly, the Dutch lyrics are not available. [CCG/AWS Staff]
La versione in norvegese bokmål è riprodotta da questo video YouTube della versione di Mercedes Sosa; se l'autore è chi ha inserito il video (Miguel Tinizaray), si tratterebbe evidentemente di una persona di lingua spagnola che vive in Norvegia o che, comunque, conosce il norvegese. Ma la traduzione norvegese, oltre a contenere qualche errore di digitazione, presenta anche qualche incertezza linguistica che qui è stata corretta. Non risulta ad ogni modo che la canzone sia mai stata cantata in norvegese. [RV]
The translation into Norwegian bokmål is reproduced from this YouTube video of Mercedes Sosa's version; should the author be the same person who contributed the video (Miguel Tinizaray), it would clearly be some Spanish-speaking person who lives in Norway or who can write in Norwegian, anyway. But the Norwegian translation shows a number of misspellings and other language blunders that have been corrected here. [RV]
Traduzione russa Russian translation
Traducción al ruso
Русский перевод
La traduzione russa è ripresa da Lyricstranslate (l'autore risulta essere “El Selenita”).
The Russian translation is reproduced from Lyricstranslate (the author happens to be “El Selenita”).
La traduzione è ripresa dal blog Θεαμαπάτες & Δικτυώματα (qualcosa come “Patiti dello spettacolo & Networks”) dove è stata postata il 16 novembre 2007. L'autore della versione, che è quasi cantabile in greco, si firma Αφάσιος (“Il senzaparole”, o “Il muto”).
The translation is reproduced from the blog Θεαμαπάτες & Δικτυώματα (“Show-addicted & Networks”, or so) where it was posted on November 16, 2007. The author of the translation, which is almost singable in Greek, signs Αφάσιος (“The Speechless”, or “The Dumb”). [RV]
ΕΥΧΑΡΙΣΤΩ ΤΗ ΖΩΗ (continuer)
envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 4/5/2015 - 23:27
Al mercato nero puoi trovare quello che ti serve, meno quello di cui hai bisogno, se si riesce a cogliere la differenza. Abdul, ma potrebbe chiamarsi Mohammad, o Alì, e il suo amico, fanno a pugni per un dollaro americano. I soldati guardano. Ancora sottili differenze.
Guarda la polizia di Badgad. Sono collaborazionisti? Sono eroi? Le dita si arrampicano sul mappamondo, ne seguono le rughe più cupe, fino al cuore dell’Asia. Afganistan. Vincere una guerra significa controllare il territorio. L’Afganistan è pietra e caverne, deserto freddo e caldo, polvere e plutonio impoverito. Sono circa 3000 anni che chiunque prova a metterci piede ne esce très male. Ha l’aria di un posto che un bombardamento atomico non può far altro che rendere più grazioso.
Marlene inventa un talkin blues mittel europeo, franco-tedesco. Elenca beni di struggente... (continuer)
“In den Ruinen von Berlin” è una canzone scritta (parole e musica) nel 1948 da Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.
“In den Ruinen von Berlin” la scrisse per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).
Non mi pare che il testo corretto del brano sia nè quello contribuito da Riccardo nè quello proposto da Gianluca. All’ascolto le parole sembrano proprio quelle indicate su questa pagina del blog Kreuzberg’d, dove però le parti in russo sono traslitterate in alfabeto latino.
The Japanese translation is reproduced from Songcoleta, where it is included however as a translation of a song by the Puertorican singer Lucecita Benítez.