In den Ruinen von Berlin
“In den Ruinen von Berlin” è una canzone scritta (parole e musica) nel 1948 da Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.
“In den Ruinen von Berlin” la scrisse per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).
Non mi pare che il testo corretto del brano sia nè quello contribuito da Riccardo nè quello proposto da Gianluca. All’ascolto le parole sembrano proprio quelle indicate su questa pagina del blog Kreuzberg’d, dove però le parti in russo sono traslitterate in alfabeto latino.
“In den Ruinen von Berlin” la scrisse per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).
Non mi pare che il testo corretto del brano sia nè quello contribuito da Riccardo nè quello proposto da Gianluca. All’ascolto le parole sembrano proprio quelle indicate su questa pagina del blog Kreuzberg’d, dove però le parti in russo sono traslitterate in alfabeto latino.
IN DEN RUINEN VON BERLIN
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 4/5/2015 - 20:07
A Nation Fit for Heroes
[2008]
Scritta da Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible, membro fondatore de The Damned, e Martin Newell, conosciuto anche come “the Wild Man of Wivenhoe”, musicista, cantante, chitarrista, cantautore, poeta ed autore.
Nell’album intitolato “So, Who's Paranoid?”
Scritta da Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible, membro fondatore de The Damned, e Martin Newell, conosciuto anche come “the Wild Man of Wivenhoe”, musicista, cantante, chitarrista, cantautore, poeta ed autore.
Nell’album intitolato “So, Who's Paranoid?”
Nice house and a wall around your land
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 4/5/2015 - 10:51
Karmaniola
[1981]
Testo e musica di Jacek Kaczmarski
Dalla cassetta uscita "in underground" Mury 2, ma presente anche negli diversi album successivi.
Testo da kaczmarski.art
Testo e musica di Jacek Kaczmarski
Dalla cassetta uscita "in underground" Mury 2, ma presente anche negli diversi album successivi.
Testo da kaczmarski.art
Ile wściekłości trwoga w was zajadła
(continuer)
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envoyé par Krzysiek 3/5/2015 - 23:53
Bianco e nero
(1980)
Album: "Suonare suonare"
Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).
Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.
Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)
Album: "Suonare suonare"
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce
Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).
Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.
Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)
Luna nuova, luna d'aprile
(continuer)
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3/5/2015 - 19:39
Fabrizio De André: Amico fragile
Durante il tour del ‘79 non sono mai riuscito a godere a pieno l’esecuzione di Amico fragile, attento com’ero a destreggiarmi tra una serie di pause vere, presunte, intenzionali o sottintese. Stare dietro al tempo era la mia maggior preoccupazione.
Detta così può sembrare un’assurdità perché il batterista, specie in un concerto, è il musicista di riferimento per l’andamento del tempo, ma Amico fragile più che una canzone è un film che scorre scena dopo scena e ti inchioda. Gran parte della sua emotività è data proprio da un susseguirsi di stati d’animo dove le pause, guidate della voce che le sottolinea, giocano un ruolo determinante.
Ovvio che il tempo c’era, ma scorreva nella testa di Fabrizio. Lui lo plasmava, lo modellava trasmettendolo alle dita che a loro volta lo riproducevano attraverso l’arpeggio di chitarra. Insomma il tempo era lui stesso. Rallentava e accelerava a seconda... (continuer)
Detta così può sembrare un’assurdità perché il batterista, specie in un concerto, è il musicista di riferimento per l’andamento del tempo, ma Amico fragile più che una canzone è un film che scorre scena dopo scena e ti inchioda. Gran parte della sua emotività è data proprio da un susseguirsi di stati d’animo dove le pause, guidate della voce che le sottolinea, giocano un ruolo determinante.
Ovvio che il tempo c’era, ma scorreva nella testa di Fabrizio. Lui lo plasmava, lo modellava trasmettendolo alle dita che a loro volta lo riproducevano attraverso l’arpeggio di chitarra. Insomma il tempo era lui stesso. Rallentava e accelerava a seconda... (continuer)
3/5/2015 - 19:30
Tu lo chiami Dio
Chanson italienne – Tu lo chiami Dio – Bisca 99 Posse – 1995
Décapante critique du monde religieux.
Réflexion sur les guerres saintes.
Pour les très nombreuses personnes qui sont mortes « au nom du père, du fils et du saint-esprit »
De fait, l'ami Lucien l'âne, il s'agit bien de ça dans cette chanson, mais il y a autre chose qui me paraît plus radical, plus profond aussi et surtout, plus original. D'abord, il y a là deux interlocuteurs et deux Dieux, chacun le sien. Un des interlocuteurs s'en tient au Dieu officiel, celui reconnu par l'Église, estampillé, en quelque sorte, « Made in Vatican » et l'autre interlocuteur, celui qui parle dans la canzone, entretient d'excellentes relations avec son Dieu personnel ; il l'appelle : « Mon Dieu à moi ». Et ainsi avance la canzone, en alternant « Ton Dieu » et « Mon Dieu à moi ».
Là, je ne suis pas bien. Il y aurait donc deux sortes de Dieux ?... (continuer)
Décapante critique du monde religieux.
Réflexion sur les guerres saintes.
Pour les très nombreuses personnes qui sont mortes « au nom du père, du fils et du saint-esprit »
De fait, l'ami Lucien l'âne, il s'agit bien de ça dans cette chanson, mais il y a autre chose qui me paraît plus radical, plus profond aussi et surtout, plus original. D'abord, il y a là deux interlocuteurs et deux Dieux, chacun le sien. Un des interlocuteurs s'en tient au Dieu officiel, celui reconnu par l'Église, estampillé, en quelque sorte, « Made in Vatican » et l'autre interlocuteur, celui qui parle dans la canzone, entretient d'excellentes relations avec son Dieu personnel ; il l'appelle : « Mon Dieu à moi ». Et ainsi avance la canzone, en alternant « Ton Dieu » et « Mon Dieu à moi ».
Là, je ne suis pas bien. Il y aurait donc deux sortes de Dieux ?... (continuer)
TU L'APPELLES DIEU
(continuer)
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envoyé par Marco Valdo M.I. 3/5/2015 - 18:29
Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)
anonyme
[1831]
Uno dei canti patriottici polacchi più sentiti, composto per commemorare gli avvenimenti legati alla nascita della Costituzione di Maggio del 1791 nel periodo della Rivolta di Novembre. Il testo viene attribuito a Rajnold Suchodolski, ma fra i diversi autori che hanno contribuito ad aggiungere le ulteriori strofe vengono citati anche Stanisław Starzyński e Konstanty Gaszyński.
Il brano riprende probabilmente le note scritte agli inizi dell'Ottocento da Stefan Surzyński per una precedente poesia di Stanisław Starzyński intitolata "Maj (Nienawidzę was próżniaki)". Altre fonti citano Fryderyk Chopin come l'autore della musica , facendo notare la somiglianza con le due mazurche del grande compositore polacco risalenti al periodo del suo soggiorno a Varsavia, nonché la presenza del suo nome in queste veci in un canzoniere dell'epoca.
Esistono diverse versioni di questa canzone, che... (continuer)
Uno dei canti patriottici polacchi più sentiti, composto per commemorare gli avvenimenti legati alla nascita della Costituzione di Maggio del 1791 nel periodo della Rivolta di Novembre. Il testo viene attribuito a Rajnold Suchodolski, ma fra i diversi autori che hanno contribuito ad aggiungere le ulteriori strofe vengono citati anche Stanisław Starzyński e Konstanty Gaszyński.
Il brano riprende probabilmente le note scritte agli inizi dell'Ottocento da Stefan Surzyński per una precedente poesia di Stanisław Starzyński intitolata "Maj (Nienawidzę was próżniaki)". Altre fonti citano Fryderyk Chopin come l'autore della musica , facendo notare la somiglianza con le due mazurche del grande compositore polacco risalenti al periodo del suo soggiorno a Varsavia, nonché la presenza del suo nome in queste veci in un canzoniere dell'epoca.
Esistono diverse versioni di questa canzone, che... (continuer)
Witaj, majowa jutrzenko,
(continuer)
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envoyé par Krzysiek Wrona 3/5/2015 - 13:47
La Ravachole
Adattamento della canzone scritta da Sébastien Faure (La Ravachole)
En la gran ciudad de la capital
(continuer)
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envoyé par Den Guer 3/5/2015 - 01:12
Chocolate Kings
dall'album "Chocolate Kings" (1975)
Testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani
Musica di Franco Mussida
Bernardo Lanzetti - voce
Franco Mussida - chitarra
Patrick Djivas - basso, voce
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce
Mauro Pagani - fiati, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce
«Venimmo accusati di essere “commerciali” – un’accusa che oggi appare una sciocchezza – e i testi in inglese rinfocolarono le polemiche degli anticapitalisti a oltranza. La cosa in questo caso è particolarmente curiosa, perché CHOCOLATE KINGS era un disco molto critico nei confronti dell’«american way of life». Parla dei “re di cioccolata” vale a dire degli americani che hanno colonizzato l’Italia nel dopoguerra. Parlava del consumismo americano. Parla della supremazia americana nel mondo, ma senza demonizzare gli States, di cui venivano fuori anche gli aspetti più... (continuer)
Testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani
Musica di Franco Mussida
Bernardo Lanzetti - voce
Franco Mussida - chitarra
Patrick Djivas - basso, voce
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce
Mauro Pagani - fiati, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce
«Venimmo accusati di essere “commerciali” – un’accusa che oggi appare una sciocchezza – e i testi in inglese rinfocolarono le polemiche degli anticapitalisti a oltranza. La cosa in questo caso è particolarmente curiosa, perché CHOCOLATE KINGS era un disco molto critico nei confronti dell’«american way of life». Parla dei “re di cioccolata” vale a dire degli americani che hanno colonizzato l’Italia nel dopoguerra. Parlava del consumismo americano. Parla della supremazia americana nel mondo, ma senza demonizzare gli States, di cui venivano fuori anche gli aspetti più... (continuer)
When I was born they came to free us
(continuer)
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2/5/2015 - 23:38
Eppur si muove
Chanson italienne – Eppur si muove – Carmen Consoli – 2002
Regarde, Lucien l'âne mon ami, une chanson de libération, une chanson écrite par une femme, Carmen Consoli, une chanson qui agit comme un philtre libératoire…
Un philtre libératoire, une sorte de purgation, veux-tu dire ? Mais de quoi ?
Mais bien évidemment de cette écrasante atmosphère, de cet étouffant environnement que l'on ressent en Italie où l'Église se répand partout, où s'inhalent des senteurs de catholicité, où s'exhalent par tous les pores du pays des relents de cléricalisme. Et que la chanson soit écrite et interprétée par une Sicilienne est encore plus remarquable. Et de surcroît, ce n'est pas une chanson ancienne… Ce qui montre bien que la chape de plomb divin pèse toujours là-bas presqu'autant que le soleil d'été à midi. Au cœur du dispositif oppressant dont parle la canzone, on trouve l'histoire du péché originel,... (continuer)
Regarde, Lucien l'âne mon ami, une chanson de libération, une chanson écrite par une femme, Carmen Consoli, une chanson qui agit comme un philtre libératoire…
Un philtre libératoire, une sorte de purgation, veux-tu dire ? Mais de quoi ?
Mais bien évidemment de cette écrasante atmosphère, de cet étouffant environnement que l'on ressent en Italie où l'Église se répand partout, où s'inhalent des senteurs de catholicité, où s'exhalent par tous les pores du pays des relents de cléricalisme. Et que la chanson soit écrite et interprétée par une Sicilienne est encore plus remarquable. Et de surcroît, ce n'est pas une chanson ancienne… Ce qui montre bien que la chape de plomb divin pèse toujours là-bas presqu'autant que le soleil d'été à midi. Au cœur du dispositif oppressant dont parle la canzone, on trouve l'histoire du péché originel,... (continuer)
ET POURTANT ELLE TOURNE
(continuer)
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envoyé par Marco Valdo M.I. 2/5/2015 - 22:04
Mein Bruder war ein Flieger
'A la paret, escrit amb guix. Antologia de poesia alemanya de combat' (Aymà: Barcelona, 1966)
EL MEU GERMÀ ERA AVIADOR
(continuer)
(continuer)
envoyé par Ramon Carreté 2/5/2015 - 18:49
Addio Juna
Cara Juna tedesca, il nome Juna è forse un nome inventato da mia padre, perché in quegli anni non esisteva. si chiama Juna anche la figlia di mio fratello, Juna Mari, in omaggio al nonno dalla sua canzone. se la cerca su FB potreste fare amicizia, dato che avete pressappoco la stessa età.
Elda. mari 2/5/2015 - 17:17
Joska la Rossa
Nina, la canzone parla della campagna russa, è facile trovare una famiglia russa in Russia :).
Concordo sul punto primo, ossia è una figura ideale.
Ciao.
Concordo sul punto primo, ossia è una figura ideale.
Ciao.
alessandro 2/5/2015 - 14:58
Sången om reaktionen
Anders Källström
Dear all,
I have recently found out that this is originally a Russian song titled »Конармейская« (Konarmeyskaya or Cavalry Song). It was composed in 1936 by Dmitry and Daniil Pokrass and the Russian lyrics referring to the history of Budyonny's Red Cavalry were written by Alexey Surkov. So it's not a resistance song of Spanish origin as shown by Swedish archive records, nor is it a traditional or a traditional Swedish song as claimed by Finnish sound archives.
I won't post the original song, because, according to my judgement, it doesn't belong here, whereas the above Swedish and Finnish versions of it definitely do.
I have recently found out that this is originally a Russian song titled »Конармейская« (Konarmeyskaya or Cavalry Song). It was composed in 1936 by Dmitry and Daniil Pokrass and the Russian lyrics referring to the history of Budyonny's Red Cavalry were written by Alexey Surkov. So it's not a resistance song of Spanish origin as shown by Swedish archive records, nor is it a traditional or a traditional Swedish song as claimed by Finnish sound archives.
I won't post the original song, because, according to my judgement, it doesn't belong here, whereas the above Swedish and Finnish versions of it definitely do.
Juha Rämö 2/5/2015 - 13:44
In de loopgraf
Chanson flamande – In de loopgraf – Einstürzende Neubauten – 2014
Texte – Poème : In de loopgraaf – Paul van den Broeck – 1916
Ou je me trompe, ou voici un terrible jeu de mots en néerlandais et même, plus exactement, en flamand… Et j'espère bien qu'il en soit ainsi. Car, vois-tu Lucien l'âne mon ami, l'orthographe habituelle est « loopgraaf » qui signifie en français : tranchée. Cependant, il est nettement écrit : « loopgraf ». D'ailleurs, le poème original s'intitulait : « In de loopgraaf ».
Et alors, dit Lucien l'âne un peu stupéfait ?
Et alors, dit Marco Valdo M.I., il me semble que cette « erreur » est volontaire et au lieu d'avoir « un endroit creusé où l'on court » (graven est le verbe qu'on peut traduire par creuser) – c'est-à-dire effectivement une « tranchée » ; on aurait « une tombe où l'on court » (graf étant la tombe, le tombeau). Tu me diras que vu du côté de l'Yser, il... (continuer)
Texte – Poème : In de loopgraaf – Paul van den Broeck – 1916
Ou je me trompe, ou voici un terrible jeu de mots en néerlandais et même, plus exactement, en flamand… Et j'espère bien qu'il en soit ainsi. Car, vois-tu Lucien l'âne mon ami, l'orthographe habituelle est « loopgraaf » qui signifie en français : tranchée. Cependant, il est nettement écrit : « loopgraf ». D'ailleurs, le poème original s'intitulait : « In de loopgraaf ».
Et alors, dit Lucien l'âne un peu stupéfait ?
Et alors, dit Marco Valdo M.I., il me semble que cette « erreur » est volontaire et au lieu d'avoir « un endroit creusé où l'on court » (graven est le verbe qu'on peut traduire par creuser) – c'est-à-dire effectivement une « tranchée » ; on aurait « une tombe où l'on court » (graf étant la tombe, le tombeau). Tu me diras que vu du côté de l'Yser, il... (continuer)
DANS LA TRANCHÉE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 1/5/2015 - 20:53
Bleu Marine
Nuovo blitz del gruppo Femen a Parigi in occasione del discorso di Marine Le Pen. In tre sono salite sul balcone di un palazzo in Place de L'Opéra dove la leader del Fronte Nazionale teneva un discorso in ricordo di Giovanna D'Arco. Al grido di "Heil Le Pen" hanno più volte interrotto il comizio prima di essere affrontate dal servizio d'ordine
1/5/2015 - 14:31
Us Poor Fellows
Caro, carissimo Bernart, non mi riferivo alla memoria degli anglosassoni, ci mancherebbe, ma a quella degli altri...
Flavio Poltronieri 1/5/2015 - 12:41
Dziś do ciebie przyjść nie mogę
Finnish version by Hector
Suomennos Hector
Audio link to the song performed by Neilikka:
Suomennos Hector
Audio link to the song performed by Neilikka:
PARTISAANIVALSSI
(continuer)
(continuer)
envoyé par Juha Rämö 1/5/2015 - 12:18
Storie dell’Altra Italia
2012
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una sua fine.
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 1/5/2015 - 11:36
Parcours:
La Mafia et les mafias
Salmodia della speranza
2012
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Padre Davide Maria Turoldo era un uomo straordinario.
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 1/5/2015 - 11:33
Storie di Alpini
2012
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Storie dell'altra Italia
Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Luglio 1941. Accanto ai tedeschi e contro i sovietici, Mussolini invia il Corpo di Spedizione Italiano in Russia: 58.800 soldati, 2.900 ufficiali che si portano dietro pezzi di artiglieria da campagna, anticarro, contraerei, automezzi di ogni tipo. Viene schierato nell’Ucraina meridionale alle dipendenze dei tedeschi.
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 1/5/2015 - 11:31
Piazza Fontana
[2007]
Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang
Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang
Il 1969 è l’anno degli scioperi, dei cortei di operai e studenti in tutto il paese.
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 1/5/2015 - 11:21
Achterland
Chanson flamande - Achterland – Einstürzende Neubauten – 2014
ARRIÈRE-PAYS
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 1/5/2015 - 10:08
Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators)
Chanson allemande – Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators) – Einstürzende Neubauten – 2014
Maintenant, Lucien l'âne mon ami, je pense qu'elle va bien te plaire cette canzone, qui est une authentique Canzone contre la Guerre, mais en même temps une chanson drôle où interviennent les animaux. En somme, c'est le début de la Guerre mondiale vu par les animaux.
En effet, cela devrait me plaire et j'ai hâte de la découvrir. Cependant, dis-moi Marco Valdo M.I. mon ami, parmi tous ces animaux qui assistent au début d'une des plus grandes tueries parmi les hommes, y a-t-il un âne ?
Malheureusement non. Mais depuis ton intervention ici-même, oui. Cependant, je voudrais te rassurer en rappelant que La Déclaration Universelle des Droits de l'Âne – et cette fois, de l'âne seul – se voulait valoir pour toutes espèces, l'humaine y compris. Inversement, ici,... (continuer)
Maintenant, Lucien l'âne mon ami, je pense qu'elle va bien te plaire cette canzone, qui est une authentique Canzone contre la Guerre, mais en même temps une chanson drôle où interviennent les animaux. En somme, c'est le début de la Guerre mondiale vu par les animaux.
En effet, cela devrait me plaire et j'ai hâte de la découvrir. Cependant, dis-moi Marco Valdo M.I. mon ami, parmi tous ces animaux qui assistent au début d'une des plus grandes tueries parmi les hommes, y a-t-il un âne ?
Malheureusement non. Mais depuis ton intervention ici-même, oui. Cependant, je voudrais te rassurer en rappelant que La Déclaration Universelle des Droits de l'Âne – et cette fois, de l'âne seul – se voulait valoir pour toutes espèces, l'humaine y compris. Inversement, ici,... (continuer)
LE DÉBUT DE LA GUERRE MONDIALE EN 1914 (avec l'aide d'un imitateur de voix animales)
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 30/4/2015 - 20:37
Lettera al figlio (Se)
Bene. Beccatevi questo Anti-Kipling del poeta brasiliano Domingos Carvalho da Silva (1915-2004). "Un pezzo - annota Ruggero Jacobbi, che lo ha tradotto in italiano - (...) che si incide con amaro e tagliente pessimismo sulle pareti coloniali ove da tempo una mano, non sai se più umanitaria od imperialistica, ha affisso - a edificazione di padri, madri e bambini - l’If del poeta inglese". (in R. Jacobbi, Poesia brasiliana del Novecento, Ravenna, Longo, 1973, p. 51)
ANTI-KIPLING
Se cresceres sinuoso como entre esguias
árvores cresce o cipó, meu filho,
ou se engordares no charco, como lodosa planta,
olha o azul do céu
que o mais não tem a mínima importância.
Águia ou chacal serás. O mundo
tudo comporta e o sol não discrimina
entre alcantis e pântanos.
Cometerás os pecados mais torpes
e eu te absolverei. Nada compromete
ou dignifica a vida. A verdade e a virtude
agonizam na mesma... (continuer)
ANTI-KIPLING
Se cresceres sinuoso como entre esguias
árvores cresce o cipó, meu filho,
ou se engordares no charco, como lodosa planta,
olha o azul do céu
que o mais não tem a mínima importância.
Águia ou chacal serás. O mundo
tudo comporta e o sol não discrimina
entre alcantis e pântanos.
Cometerás os pecados mais torpes
e eu te absolverei. Nada compromete
ou dignifica a vida. A verdade e a virtude
agonizam na mesma... (continuer)
L.L. 30/4/2015 - 16:55
La Butte Rouge
Versione neerlandese del cantante belga Wim De Craene, morto suicida nel 1990 a soli 40 anni.
Musica di Jaap van de Merwe, dall’album “Wim De Craene” del 1973.
DE RODE HEUVEL
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/4/2015 - 14:35
There's a Long, Long Trail
[1913]
Parole di Stoddard King (1889–1933), autore e cantautore
Musica di Alonzo "Zo" Elliott (1891-1964), compositore e cantautore
L’interpretazione più nota è quella del grande tenore irlandese John McCormack, nel 1917.
June Tabor ne ha offerta una propria versione – intitolata “The Long, Long Trail” - nel disco collettivo “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993)
La canzone fu pubblicata negli USA nel 1914, poco prima dello scoppio della guerra in Europa e divenne immediatamente popolarissima tra i soldati americani lì spediti a combattere a partire dall’aprile del 1917. Veniva usata spesso per chiudere i concerti per le truppe e l’esecuzione era sempre seguita da un lungo, commosso e significativo silenzio.
Parole di Stoddard King (1889–1933), autore e cantautore
Musica di Alonzo "Zo" Elliott (1891-1964), compositore e cantautore
L’interpretazione più nota è quella del grande tenore irlandese John McCormack, nel 1917.
June Tabor ne ha offerta una propria versione – intitolata “The Long, Long Trail” - nel disco collettivo “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993)
La canzone fu pubblicata negli USA nel 1914, poco prima dello scoppio della guerra in Europa e divenne immediatamente popolarissima tra i soldati americani lì spediti a combattere a partire dall’aprile del 1917. Veniva usata spesso per chiudere i concerti per le truppe e l’esecuzione era sempre seguita da un lungo, commosso e significativo silenzio.
Nights are growing very lonely,
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 30/4/2015 - 14:02
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From a YouTube video including the original version performed by Mercedes Sosa we reproduce here a reliable English translation.
Desde un vídeo YouTube de la versión original cantada por Mercedes Sosa se reproduce aqui una traducción inglés muy fiel. [CCG/AWS Staff]