Un brano di 6,52 min. dal titolo "Stornelli di Regina Coeli" si trova anche nella raccolta de I Dischi del Sole intitolata "Canti e racconti di prigione", a cura di Sergio Boldini, 1969.
Si tratta di un disco contenente tre gruppi di canzoni (sulla condizione umana, criminale e politica del carcere) raccolte da Sergio Boldini (all'epoca coordinatore della sezione culturale centrale del PCI) a Roma tra il 1964 e il 1966 da informatori anonimi.
Questo rafforza ulteriormente l'ipotesi che l'autore non sia affatto Franco Antonicelli.
d'après la version italienne de Riccardo Venturi, d'après la version turque
d'une chanson curde – Egît [Dûr neçe heval] – Îbrahim Rojhilat – 2006
Par une de ces étranges et fréquentes alchimies de ce site, Adriana a signalé cette chanson, jouée et chantée par Serhat Akbal à Fosdinovo en novembre dernier, au moment où le soussigné et Daniela - k.d. l'écoutaient chantée par le même Serhat Akbal à Piadena (CR) à l'occasion du festival de musique populaire de la Ligue de Culture (qui, chanceusement, n'a absolument rien à voir avec d'autres « ligues »), il y environ deux semaines. Écrite par Nuray Șen, Nail Yurtsever et Nuro Aksoy pour l'auteur-compositeur militant kurde Îbrahim Rojhilat en 2006 (et publiée dans l'album Bengî), cette splendide chanson s'intitule, justement, Egît ; c'est un mot, probablement, intraduisible en italien, mais Gian Piero Testa aurait immédiatement reconnu le grec... (continuer)
Sì, certo, la classica frase del "parente della vittima", lo so. Così ci saranno sai quanti altri Berkin Elvan con padri che "vogliono giustizia", che "non vogliono altro sangue" e "non vogliono che altre madri piangano". I quali non avranno naturalmente mai nessuna giustizia, bensì altro sangue impunito e di stato. Appelli come quelli del padre di Berkin Elvan sono come la solita fuffa che si sente, tipo, da padri sorelle e mamme dei vari Stefano Cucchi etc. Se ne stesse un po' zitto il padre di Berkin Elvan, ma magari la bella frasetta su giustizia sangue e madri l'ha detta con la polizia che gli puntava 1 mitra addosso.
PS. Della mia personale pochezza o tantezza che sia, tu non sai nulla. Come io non so nulla della tua. Quindi se non sei d'accordo, cerca di non perdere le staffe; sennò, se ti arrabbi troppo, farai piangere le madri prima o poi. In ogni caso, chissenefrega, me ne torno da dove sono venuto.
Nel maggio scorso, a 22 anni dalla sua distruzione, è stata riaperta la Biblioteca Nazionale di Bosnia ed Erzegovina, nello storico palazzo della Vijećnica a Sarajevo. Nella notte tra il 25 ed il 26 agosto 1992, all’inizio del secondo dei quattro lunghi e terribili anni d’assedio cui la città fu sottoposta, la Biblioteca era stata quasi competamente distrutta nel corso di un bombardamento serbo-bosniaco. Allora i cittadini di Sarajevo, indipendentemente dalla loro etnia e religione, cercarono di salvare i preziosi volumi contenuti nella loro “Banca della memoria e della cultura”. Qualcuno riuscì anche a salvare un’antica Haggadah ebraica, scampata a pogrom e persecuzioni naziste, e quel qualcuno pare fosse un musulmano…
Finita la guerra iniziò una lentissima ricostruzione, finanziata in buona parte dalla Turchia e nell’ultima fase anche dalla Comunità europea. Ma pure dalle donazioni di... (continuer)
Bernart Bartleby 31/3/2015 - 11:58
Parole sante. Visto che si parla di libri e biblioteche, vorrei aggiungere una cosa. Dell'Utri è ceramente un mafioso e un delinquente che ha letteralmente spoliato storiche biblioteche italiane; ma detesto senza nessuna cordialità la stessa categoria dei "bibliofili", ai quali infilerei volentieri un palo appuntito nel culo (per Dell'Utri ci potrebbe essere la variante dell'arroventamento). Il "bibliofilo" è l'antitesi della cultura; per lui il libro, possibilmente "antico" o "prezioso", è un puro oggetto, visto dal lato del valore estetico e economico. Non gli interessa una mazza se contenga un evangeliario, un trattato di stregoneria o un orripilante poema arcadico; basta che sia una editio princeps o roba del genere. Il "bibliofilo" si fa sempre fotografare in biblioteche di villone, davanti agli scaffali con la scala e il libro in mano. Odio i Franco Maria Ricci e compagnia cantante.... (continuer)
'Sti ca'! Ti facevo più disordinato...
E il gatto? Non si fa le unghie su tutti quei libri invitanti? Non te le butta giù tutte quelle belle pile?
Saluzzi
Io sono schifosamente ordinatissimo. Mi vergogno quasi di me stesso, ma è così. Il gatto si fa le unghie liberamente, ma attualmente è impegnato a dare la caccia alla lucertola Matilde, che gli va nel culo. E' furbissima, fa la profuga in casa e gli metto le foglie di insalata mentre mi libera dai ragni. Però il gatto è rispettosissimo dei libri, come lo era gatto Redelnoir, Gatto pro-palestinese: l'unica cosa che ha rotto nella sua vita è stata una bottiglia di birra israeliana.
Casali Monferrati & Mondovì!
Esibizionista? No, Krzysiek, testimonialista. Credimi, sono quanto di meno esibizionista possa esistere sulla faccia della terra. Casomai, sono sotterraneo. Però, per capirlo meglio, dovresti venire da queste parti. Che ne diresti di fare un salto in via dell'Argingrosso al n° 65/C, una volta? Ti assicuro che sono un ottimo cuoco e so fare anche i pierogi polacchi, me li insegnarono a fare due ragazzi di Gdansk che raccattai nel '93 in piazza Signoria senza un soldo e che tenni con me per tutta un'estate. Ti farei vedere anche una grammatica polacca del 1928 scritta in francese, e pure un corso di greco moderno scritto in polacco, e magari anche un dizionario polacco-casciubico che mi fu regalato da un camionista vicino a Siena. Porta, casomai tu venissi, un paio di bottiglie di vodka fatta ammodino. Saluti.
Non ho idea di come sia finita qui questa canzone ma vi ringrazio!
L'autore sono io, Roberto De Simone, ma su Facebook il mio nome è Roberto Zerolire!
Rispondete, grazie!
Roberto 31/3/2015 - 01:58
Carissimo Roberto, in questo sito si cercano ovunque canzoni come la tua, e da oltre 12 anni. Se si facesse un conto approssimativo delle pagine che abbiamo visitato e scrutato, si andrebbe nell'ordine dei milioni, ti giuriamo. Si vede semplicemente che il 13 giugno 2013 Silva, che è una nostra presenza storica, spippolava su YouTube e ha trovato la tua canzone; è un caso frequentissimo qui dentro, e tra le altre cose sono casi che ci fanno il massimo piacere perché questo sito è principalmente una voce per autori magari meno conosciuti, che per noi però contano più di Bob Dylan. Sono buoni tutti a essere Bob Dylan, ma uno che si firma "Roberto Zerolire" ci garba parecchio di più e siamo a sua disposizione. Scrivici se ne hai scritte altre di canzoni del genere, perché te le pubblichiamo con piacere immenso, e ti garantiamo che siamo, da sempre, rigorosamente "zerolire" pure noi. Però ci abbiamo anche un 100.000 accessi al mese su questo sitarello. A risentirci e grazie!
Inutile dire quanto m'abbia fatto piacere leggere il mio nome tra quelli del Belli e di Trilussa, m'è preso un colpo dall'emozione, vi ringrazio!
Di canzoni contro la guerra ne ho scritte due, una è questa qui, l'altra si chiama "Mille e una notte".
ha proprio ragione il Bertoli Junior. Sono passati quei 3200 anni dalla guerra di Troia e c'è ancora gente che crede alle panzane inverosimili che usano i governanti per trascinare i popoli in guerra... when will they ever learn??
Si tratta di un disco contenente tre gruppi di canzoni (sulla condizione umana, criminale e politica del carcere) raccolte da Sergio Boldini (all'epoca coordinatore della sezione culturale centrale del PCI) a Roma tra il 1964 e il 1966 da informatori anonimi.
Questo rafforza ulteriormente l'ipotesi che l'autore non sia affatto Franco Antonicelli.