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Don’t Speak (I Come to Make a BANG!)

Don’t Speak (I Come to Make a BANG!)
Death by Sexy - 2006

Gli Eagles of Death Metal - un gruppo notevole, che suona un rock diretto e irriverente ma assolutamente non death metal - saranno purtroppo ricordati soprattutto per essere stata la band che suonava al Bataclan la sera dei terribili attentati di Parigi.

Non si tratta di una band particolarmente impegnata, ma abbiamo voluto inserire questa canzone con i classici doppi sensi di weapon, target eccetera per ricordare quali sono le sole armi che ci piacciono. Peace, Love & Death Metal.
Don't move, don't speak, even whisper
(continuer)
envoyé par CCG Staff 14/11/2015 - 12:42
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All Our Dark Tomorrows

All Our Dark Tomorrows
TUTTI I NOSTRI DOMANI OSCURI
(continuer)
envoyé par Paolo 14/11/2015 - 01:46
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Via della Povertà [versioni modificate e versione da album], incl. Desolation Row by Bob Dylan

Via della Povertà [versioni modificate e versione da album], <i>incl.</i> Desolation Row <i>by</i> Bob Dylan
Bella, ma niente a che vedere con quella in cui ha messo mano il grande Fabrizio.
13/11/2015 - 20:36
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Fimmine fimmine

anonyme
Fimmine fimmine
Come sempre Alessio è bene informato! A sostenerlo Alan Lomax, forse il primo che registrò il canto. Nella versione registrata nel 1954 a Calimera la seconda strofa dice "passa lu duca e te manda alla ruvina", poi "passa lu duca e te lu tira tuttu". Credo che all'epoca più espliciti di così non si potesse essere...
bulkington 13/11/2015 - 18:23
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Se scoppia la guerra...

Se scoppia la guerra...
[1991]
I crediti del brano sono a Piana (?) e Giorgio Faletti (1950-2014), celebre comico, artista e scrittore astigiano, prematuramente scomparso lo scorso anno.
Nell’album “Disperato ma non serio”

Testo, musica ed arrangiamento davvero claudicanti, ma in ogni caso una CCG doc.
Certamente ispirata all’aforisma di Carl Sandburg “Sometime they'll give a war and nobody will come” (“The People, Yes”, 1936).
Si veda al proposito Suppose They Give a War della The West Coast Pop Art Experimental Band.
Eravamo solo noi
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/11/2015 - 13:28
Parcours: Déserteurs
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Die Wahrheit träumt in Schatten

Die Wahrheit träumt in Schatten
[1991]
Parole e musica di Linard Bardill
Nel disco intitolato “Strampedemi - Lieder Gegen Den Krieg”


“Inspiriert zu diesem Lied wurde ich durch einen Artikel des englischen Aussenministers Douglas Hurt, in welchem er erklärte, dass die Amerikaner und ihre Alliierten die Extra-Meile, die man für den Frieden mehr gehen müsse, gegangen seien. Ich bin überzeugt davon, dass man vor allem Schritte für den Krieg gemacht hat und die Wege für den Frieden noch längst nicht alle gegangen worden sind. Dass die Lüge im Liede in der Wirklichkeitsform, die Wahrheit (so wie ich sie sehe) in der Möglichkeitsform erscheint, verdanke ich Franz Kafka.” (Linard Bardill)

Credo si tratti – e se sbalio mi corigerete - di una canzone dedicata alla retorica e alle menzogne del Potere, che anche quando parla di pace in realtà prepara la guerra. Un esempio lampante per tutti: le cosiddette “operazioni di peacekeeping”…... (continuer)
Und sie werden sagen: «Es hat jetzt keinen Sinn
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/11/2015 - 12:51
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Ma race humaine

Ma race humaine
Plusieurs années que je voulais écrire cette chanson, sans m'y atteler, de crainte de tomber dans la démagogie ou les poncifs. Mais là il ne s'agit plus ni de gauche ni de droite, mais de verticalité, d'être un homme debout qui regarde, désarmé, le monde partir en vrille. Cette chanson est hélas d'une actualité brûlante. Partagez-la (elle est gratuite) ça me donnera l'impression de ne pas rester les bras ballants. C'est le moins que je puisse faire. Portez-vous bien haut.
Pascal Rinaldi
Bien sûr c'est si facile on est si bien chez soi
(continuer)
13/11/2015 - 09:00
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La strega della guerra

La strega della guerra
[2015]

Testo e musica: Nicola Pisu
Nicola Pisu (voce, chitarra acustica)
Roberto Corda (batteria)
Andrea Cappai (basso, chitarra classica)
Registrazione, missaggio e mastering: Roberto Corda - Serrenti

La canzone si ispira liberamente a “Sette schegge di luna” di Gian Carlo Tusceri [Paolo Sorba Editore, 1992] e tenta di esprimere un concetto elementare: aldilà della retorica patriottica, la guerra è quello strumento che, dati alla mano, produce solo morte e distruzione.
Uomini morti portati in trionfo
(continuer)
envoyé par Nicola Pisu 13/11/2015 - 08:02
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Flodden Field

anonyme
Flodden Field
John Skelton : A ballade of the Scottysshe Kynge (1513)

Adesso esistono gli Instant books; un tempo esistevano le Instant ballads. La battaglia di Flodden (9 settembre 1513) si era praticamente appena conclusa, che già John Skelton (1460-1529) si era già messo all'opera per scrivere A ballade of the Schottysshe Kynge, che celebra, in modo apertamente satirico e derisorio verso gli scozzesi, la vittoria inglese. La ballata di Skelton è celebre anche per essere, come accennato nell'introduzione, la più antica Broadside ballad che ci sia pervenuta (un particolare del foglio volante è qui riprodotto): un genere, quello delle ballate "giornalistiche" vendute per mezzo penny agli angoli delle strade, che avrà fortuna fino ai primi anni del XX secolo (venditori di broadsides compaiono nelle strade di Dublino descritte nell'Ulisse di James Joyce, che si svolge interamente il 16 giugno 1904). A ballade... (continuer)
Riccardo Venturi 13/11/2015 - 00:53
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L’Île Saint Louis

L’Île Saint Louis
[1948]

Texte et Musique :
Francis Claude– Léo Ferré (1948)



Voici une chanson éminemment poétique, dont on pourrait se demander ce qu'elle vient faire dans les Chansons contre la Guerre. On pourrait faire valoir que c'est une chanson d'émigration et d'une émigration ratée, puisqu'en finale, elle revient à son point de départ. Mais le principal argument n'est pas celui-là.

Quel est -il dès lors, dit Lucien l'âne un peu interloqué ?

Mais, ajoute Marco Valdo M.I., tout simplement celui qui veut que les meilleures chansons contre la guerre sont des chansons qui n'en parlent pas, ce sont des chansons de paix. Cependant, pour revenir à l'argument premier, c'est curieux, mais il me semble que le destin de pas mal des émigrés, réfugiés, personnes déplacées, fuyards contemporains est ou sera précisément celui-là de fuir un endroit avec dans la tête une « île au trésor » qui s'est noyée depuis... (continuer)
L’île Saint Louis en ayant marre
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/11/2015 - 18:40

Mon Vieux Léo

Mon Vieux Léo
Mon Vieux Léo

Chanson française – Mon Vieux Léo – Marco Valdo M.I. – 2008-2015



Ah, Lucien l’âne mon ami, c’était il y a déjà quelques années… Je venais de découvrir les Chansons contre La Guerre… Autrement dit, c’était en 2008 et c’était une de mes premières tentatives, disons, d’écriture de chanson. J’avais eu l’idée de faire une chanson, une parodie déjà. Et une parodie de Georges Brassens et je te le dis tout net, je n’avais pas pu aboutir. J’avais donc laissé la chose en plan.

Et alors, pourquoi me racontes-tu ça ? J’imagine que tu as dû retrouver cette chanson inachevée et sans doute, as-tu essayé de la mener à son terme…

C’est exactement ça et comme tu le penses bien, vu qu’on en parle ici, j’ai dû réussir à la terminer. Mais je ne dirai pas combien de fois je l’ai reprise – une vieille chaussette ne l’a pas été autant, modifiée, recommencée, réécrite… Une montagne de papier... (continuer)
Ça fait maintenant
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/11/2015 - 16:41
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La Madonna della FIAT (Profezia del riflusso)

La Madonna della FIAT (Profezia del riflusso)
[1960]
Parole di Michele L. Straniero
Musica di Fausto Amodei
Arrangiamento di Anton Virgilio Savona
E’ la canzone che dà il titolo all’album.
Purtroppo non credo che il testo sia completo, ma non mi è riuscito di trovare un video o un mp3 per poterlo sistemare all’ascolto…

Nel 1960 la direzione della FIAT promosse il primo pellegrinaggio dei suoi lavoratori a Lourdes. All’epoca l’azienda ancora scandiva il tempo dei torinesi, quello lavorativo come pure quello libero… Poi, per celebrare l’evento, offrì il denaro, il bronzo e il lavoro per installare una statua della Madonna - che chiamarono " Madonna dei lavoratori" - in un punto strategico della collina torinese, sulla piazzetta davanti al Monte dei Cappuccini. Al fianco della statua, un pezzo della cancellata che custodiva l’ingresso alla grotta delle apparizioni, donata dal vescovo di Lourdes…

Quei soliti provocatori del Cantacronache... (continuer)
E se non vi basta la paga, operai,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/11/2015 - 15:11
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'Storia' per la morte di Lorenzo Panepinto

'Storia' per la morte di Lorenzo Panepinto
Non so se ancora vi può interessare, ma su Lorenzo Panepinto esiste un testo di Calogero Messina dal titolo "Il caso Panepinto" (Herbita, Palermo 1977).
vittorio riera 12/11/2015 - 01:44
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Centopassi

Centopassi
Il racconto di Pippo Pollina a proposito di un concerto ad Agrigento cui partecipò nel 2005, organizzato dalla Regione Sicilia, allora amministrata da Salvatore “Totò” Cuffaro, poi condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio.

[…] Una settimana dopo siamo ad Agrigento. Siamo stati invitati a suonare per una rassegna nel parco archeologico della Valle dei templi, il piu’ straordinario impianto di reperti della Magna Grecia. I piu’grandi templi dell’antichità sono li, a un passo dall’enorme palco montato ai loro piedi e ripreso dalle telecamere della RAI INTERNATIONAL. Tanti famosi artisti suonano quella sera : da LUCIO DALLA ad ANTONELLA RUGGIERO, da ROY PACI a VINCENZO ZITELLO. Ognuno di noi ha circa 15 minuti.

L’organizzazione è un po strana, solo quando arriviamo sul luogo del concerto scopriamo di che si tratta : La regione... (continuer)
Bernart Bartleby 11/11/2015 - 15:14
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Erin’s Lovely Home

anonyme
The dangers of the crossing of the Ocean on the cheap ‘coffin ships’ are also vividly documented in many songs, as in the following extracts, where typhus is illustrated
Come, all ye sons of Paddy's land and listen unto me
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 13:41
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The Green Fields of Canada (the Green Fields Of America or Amerikay)

anonyme
As more and more Irish men and women emigrated to America, news started to flow more regularly between the two sides of the Atlantic and the temptation to leave was doubtless hard to resist: ‘So pack up your sea-stores, consider no longer, for ten dollars a week isn’t very bad pay, with no taxes or tithes to devour up your wages’. Very often, a son or a daughter in the family would be chosen to emigrate and money was gathered for the passage ticket, in the hope that it would soon be reimbursed by his or her wages in America. Later, he or she might also pay for the passage of a second member of a family, etc.
rfcb.revues.org

Sung by Cheerish the Ladies, Déanta, Planxty, Rua, Chieftains,
Farewell to the groves of shillelagh and shamrock
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 13:36
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Thousands Are Sailing

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Starting from the period of the Great Famine, departures were generally celebrated during an evening of praying, music, story telling and dancing, called the ‘American wake’. Leaving the country was generally regarded on a par with death, as very few exiles ever returned home

Sung by Deanta, Planxty, Andy Irvine
song with the same title of a song by Pogues
So good luck to those people and safe may they land
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 13:29
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Lone Shanakyle

Lone Shanakyle
The word used today for voluntary emigration in Irish Gaelic is eisimirce, but it was not in use until the beginning of the 20th century. Up until then, and naturally during the Great Famine, the only word ever used was deoraí, meaning ‘exile’.34 Reluctant exile, or emigration, was not a new phenomenon in the 1840s, but the departure from home became the lot of thousands of poor Irish families every month, a forced path to escape misery or death, as described in Lone Shanakyle, named after the mass burial pit that served as a graveyard in Kilrush, Co. Clare

Available on DÉANTA’s album Whisper of a Secret, 1997
Far, far from the isle of the holy and grand
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 13:18
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The Shamrock Shore

anonyme
The traditional song ‘Shamrock Shore’ relates the rage that sometimes led to retaliation by secret societies like the Ribbon Men, the White Boys or the Molly Maguires, and sometimes to the murdering of landlords
You brave young sons of Erin's Isle
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 13:10
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Dan O'Hara

Dan O'Hara
Another popular famine song is ‘Dan O’Hara’, whose chorus is a deceptively joyful and rhyming ‘A Cuisle Geal Mo Chroí / Won’t you buy a box from me’, where ‘Geal Mo Chroí’ is also a clichéd exclamation meaning ‘brightness of my heart’ or ‘my beautiful sweetheart’. The underlying grief is, once again, only perceived when the ‘sceal’ of the song is told: although the song was probably written by Delia Murphy from Claremorris in 1951, Dan O’Hara was a real tenant farmer from Clifden, Connemara, who was evicted from his farm and forced to emigrate to America as he couldn’t pay the rent. Unfortunately, no official figures are available for evictions before 1849, when 90,000 thousand of them were recorded by the constabulary, the figure rising to 100,000 in 1850.
http://rfcb.revues.org

Sung by Finbar Fureys, Rory Gallagher, Brendan Nolan, the Blackthorn
It's here I am today God gave and took away
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 12:54
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An Bhuatais (Aor an tSagairt)

Diarmaid Na Bolgaí Ó Sé
[ca 1825?]

An angry song in Irish, highly critical of the clergy itself, is ‘An Bhuatais’, the story of a Catholic priest who preferred to buy himself new boots rather than take care of his dying parishioners during Great Famine. Understandably, this song was also very rarely heard in Ireland before the second half of the 20th century.

Available on:
Áine UÍ CHEALLAIGH: Isir Dhá Chomhairle (Gael Linn, 1992)
-Three Shouts from a Hill (1999)
Slide- Harmonic Motion (2002)
Frank HARTE and Dónal LUNNY: The Hungry Voice: The Song Legacy of Ireland’s Great Hunger (Hummingbird, 2004)
Michelle Mulcahy: Suaimhneas (2012)
Ailliliú, a dhuine a chruinnigh an t-ualach,
(continuer)
envoyé par dq82 11/11/2015 - 12:32
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Fernande

Fernande
Moi, dit Lucien l'âne, en ce jour du souvenir de la suspension momentanée des atrocités, je suggère d'instaurer un hymne national et même international, qui aurait pu inspirer de douces pensées à bien des futurs cadavres dans leurs tranchées.
Je suggère que face à un monument (il faut toujours un monument) comme la Colonne du Congrès (Bruxelles), l'Obélisque (Paris) et autres stèles ithyphalliques, tous en rangs impeccables, au garde à vous, on entonne FERNANDE, comme le suggérait Brassens lui-même.

Je vous propos une version par le Père Valdu (autre « calotte chantante »)



Ainsi Parlait Lucien Lane
Lucien Lane 11/11/2015 - 10:45




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