Ninna nanna del contrabbandiere
Version française – BERCEUSE DU CONTREBANDIER – Marco Valdo M.I. – 2015
d'après la version italienne tirée de Lago di Como on the Blog
d'une chanson en lombardo « laghèe » – Ninna nanna del contrabbandiere – Davide Van De Sfross – 1999
Lucien l'âne mon ami, ce soir, je t'offre une berceuse. Cette berceuse esst une version française d'une version italienne d'une chanson en laghée, langue des montagnes et des lacs que chérit l'excellent Davide Van de Sfroos, qui est aussi l'auteur de l'étonnant Fils de Guillaume Tell Il Figlio di Guglielmo Tell.
Une berceuse, quelle idée merveilleuse. J'adore les berceuses. Et j'aime aussi beaucoup ce fils de Guillaume Tell.
À mon avis, tu n'es pas le seul. Cependant, en italien, les berceuses s'appellent des « ninna nanna », une onomatopée très évocatrice qu'on a envie de reproduire telle qu'elle en français, mais…
Mais quoi donc, Marco Valdo M.I. mon ami ?
Mais justement, je m'y suis cassé les dents.Car, figure-toi, Lucien... (continuer)
d'une chanson en lombardo « laghèe » – Ninna nanna del contrabbandiere – Davide Van De Sfross – 1999
Lucien l'âne mon ami, ce soir, je t'offre une berceuse. Cette berceuse esst une version française d'une version italienne d'une chanson en laghée, langue des montagnes et des lacs que chérit l'excellent Davide Van de Sfroos, qui est aussi l'auteur de l'étonnant Fils de Guillaume Tell Il Figlio di Guglielmo Tell.
Une berceuse, quelle idée merveilleuse. J'adore les berceuses. Et j'aime aussi beaucoup ce fils de Guillaume Tell.
À mon avis, tu n'es pas le seul. Cependant, en italien, les berceuses s'appellent des « ninna nanna », une onomatopée très évocatrice qu'on a envie de reproduire telle qu'elle en français, mais…
Mais quoi donc, Marco Valdo M.I. mon ami ?
Mais justement, je m'y suis cassé les dents.Car, figure-toi, Lucien... (continuer)
BERCEUSE DU CONTREBANDIER
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 20/10/2015 - 22:34
Stranamore (pure questo è amore)
Che bello aver trovato subito questo testo e i vostri commenti. Ho scritto una lettera ad un caro amico e ho scritto anche questo e'amore, non ricordavo l'autore e cercando ho trovato tutto cio'.GRAZIE.P.S.anche per me il significato e' molto semplice.Ci sono tante forme e modi di amare. CIAO FEDERICA
Federica C. 20/10/2015 - 18:18
Faccia di cane
[1985]
Parole di Roberto Ferri e Fabrizio De Andrè, quest’ultimo non ufficialmente accreditato (il brano fu depositato alla SIAE a firma del solo Ferri)
Musica di Nico Di Palo, Vittorio De Scalzi, Gianni Belleno e Ricky Belloni
Nell’album intitolato “Tour”, dove “Faccia di cane” è la prima traccia, la seconda è “Quella carezza della sera”…
Parole di Roberto Ferri e Fabrizio De Andrè, quest’ultimo non ufficialmente accreditato (il brano fu depositato alla SIAE a firma del solo Ferri)
Musica di Nico Di Palo, Vittorio De Scalzi, Gianni Belleno e Ricky Belloni
Nell’album intitolato “Tour”, dove “Faccia di cane” è la prima traccia, la seconda è “Quella carezza della sera”…
Oh oh oh oh…
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/10/2015 - 11:47
O cancellier che tieni la penna in mano
cantavo sempre questa canzone con un mio zio che ormai nn c'e' piu' e mi ricordo solo qualche frase!!!!o carcerier che tieni la penna in mano,scrivi una letterina alla mia mamma,dille che son in galera x una donna che mi ha promesso il cuore nn me l'ha dato x un bacin dì'amore son carcerato....mamma io voglio andare sul Montezemolo ,dove tutte le donne fanno all'amore e fan portar le corna ai lor mariti...sento chiamar Beppino,fatti coraggio 30 anni di galera son di passaggio..30 di galera x una donna che mi ha promesso il cuore nn me l'ha dato x un bacin d'amore son carcerato...qualcuno sa darmi il testo completo di questa canzone...ringrazio anticipatamente..
graziella 20/10/2015 - 10:49
Counterstrike
Traduzione italiana su Canzoni Metal.
A mio avviso, nient'altro che una bieca esaltazione della vittoria israeliana nell guerra del 1967.
L'articolo nell'introduzione - anch'esso incomprensibile ai più non tanto e non solo perchè manca la traduzione italiana ma per via della sua complessità - non solo venne copiato e incollato senza citare la fonte ma non venne nemmeno attribuito al suo autore, che è lo statunitense Ray McGovern, ex militare statunitense e analista della CIA.
A mio avviso, nient'altro che una bieca esaltazione della vittoria israeliana nell guerra del 1967.
L'articolo nell'introduzione - anch'esso incomprensibile ai più non tanto e non solo perchè manca la traduzione italiana ma per via della sua complessità - non solo venne copiato e incollato senza citare la fonte ma non venne nemmeno attribuito al suo autore, che è lo statunitense Ray McGovern, ex militare statunitense e analista della CIA.
Bernart Bartleby 20/10/2015 - 10:40
Panzer Battalion
Anche qui, come per "Reign of Terror", i potenti americani (come panzer nazisti) che schiacciano gli iracheni come insetti durante la seconda guerra del Golfo...
Vedasi la traduzione italiana su Canzoni Metal
Non posso non chiedermi come mai, all'epoca del suo "furore metal-bellicista", Giorgio non abbia provveduto a postare quasi nessuna traduzione italiana dei brani che proponeva, così da rendere i contributi un po' più intelligibili ai più...
Vedasi la traduzione italiana su Canzoni Metal
Non posso non chiedermi come mai, all'epoca del suo "furore metal-bellicista", Giorgio non abbia provveduto a postare quasi nessuna traduzione italiana dei brani che proponeva, così da rendere i contributi un po' più intelligibili ai più...
Bernart Bartleby 20/10/2015 - 10:25
Allah
Chanson italienne – Allah – Bisca – 1999
Texte de E. Manzo, S. Maglietta
Album : Lo sperma del diavolo (Le Sperme du Diable)
Hé hé, Lucien l'âne mon ami, viens donc voir la chanson que voici, que voilà, que je viens de traduire. Ce n'est pas une chanson très nouvelle, elle date du siècle dernier, mais rien qu'à son titre, on comprend qu'elle a une certaine actualité. Elle s'intitule tout simplement Allah.
Avec un titre comme Allah, en effet, elle peut paraître d’actualité ; on n'entend plus parler que de ça. Mais je te dirai que moi, l'actualité, je m'en contrefiche. L’actualité est cette chose déjà périmée au moment où on en parle. Avec l'actualité, on perd son temps ; il faut courir pour la suivre et si jamais, on la rattrape, elle se dissout. Mon idée est que les choses du monde sont trop importantes et trop complexes pour se soucier de l'actualité. Il est aussi temps de mettre au... (continuer)
Texte de E. Manzo, S. Maglietta
Album : Lo sperma del diavolo (Le Sperme du Diable)
Hé hé, Lucien l'âne mon ami, viens donc voir la chanson que voici, que voilà, que je viens de traduire. Ce n'est pas une chanson très nouvelle, elle date du siècle dernier, mais rien qu'à son titre, on comprend qu'elle a une certaine actualité. Elle s'intitule tout simplement Allah.
Avec un titre comme Allah, en effet, elle peut paraître d’actualité ; on n'entend plus parler que de ça. Mais je te dirai que moi, l'actualité, je m'en contrefiche. L’actualité est cette chose déjà périmée au moment où on en parle. Avec l'actualité, on perd son temps ; il faut courir pour la suivre et si jamais, on la rattrape, elle se dissout. Mon idée est que les choses du monde sont trop importantes et trop complexes pour se soucier de l'actualité. Il est aussi temps de mettre au... (continuer)
ALLAH
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 19/10/2015 - 23:11
Mégapocalypse
[1972]
Scritta da Herbert Pagani, E. Lombardi e B. Moraschi
Si tratta in realtà dei due brani, “Mégapocalypse” e “Le Printemps d'après la fin du monde”, costituenti il quarto e conclusivo capitolo di “Mégalopolis”, opera musicale che divenne poi uno spettacolo vero e proprio, ripreso anche nel 1999.
Un racconto distopico del suicidio dell’umanità (lo stesso in corso oggi, e senza nemmeno scomodare scenari di guerra nucleare) che però si conclude, a sorpresa, con il quadretto piuttosto idilliaco di un piccolo gruppo di sopravvissuti (di “eletti”, direi, visto che dicono di aver previsto tutto perchè sono “poeti” e i poeti hanno il dono della preveggenza..) che, obbedendo ad un misterioso richiamo comune, si sono ritrovati in un remoto monastero: sono gli eredi della Terra perduta e la ricostruiranno secondo Natura, con l’aiuto del Signore.
C’è l’Apocalisse, descritta nel Nuovo Testamento... (continuer)
Scritta da Herbert Pagani, E. Lombardi e B. Moraschi
Si tratta in realtà dei due brani, “Mégapocalypse” e “Le Printemps d'après la fin du monde”, costituenti il quarto e conclusivo capitolo di “Mégalopolis”, opera musicale che divenne poi uno spettacolo vero e proprio, ripreso anche nel 1999.
Un racconto distopico del suicidio dell’umanità (lo stesso in corso oggi, e senza nemmeno scomodare scenari di guerra nucleare) che però si conclude, a sorpresa, con il quadretto piuttosto idilliaco di un piccolo gruppo di sopravvissuti (di “eletti”, direi, visto che dicono di aver previsto tutto perchè sono “poeti” e i poeti hanno il dono della preveggenza..) che, obbedendo ad un misterioso richiamo comune, si sono ritrovati in un remoto monastero: sono gli eredi della Terra perduta e la ricostruiranno secondo Natura, con l’aiuto del Signore.
C’è l’Apocalisse, descritta nel Nuovo Testamento... (continuer)
Tout a commencé
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/10/2015 - 23:08
Reign of Terror
Anche questo testo è davvero mistificante (si legga la traduzione italiana su Canzoni Metal): della dozzina di strofe di cui è composto, solo la prima contiene un vago accenno ad una delle vere ragioni della guerra di Bush & soci contro l'Iraq, per il resto i Sabaton passano il tempo a snidare il perfido e codardo Saddam Hussein nascosto in qualche buco come un ratto.
Pura merda.
Pura merda.
Bernart Bartleby 19/10/2015 - 12:59
Union (Slopes of St. Benedict)
Anche qui - specie nell'intro (a proposito, la sola a dover essere in corsivo) - una canzone di guerra, e il fatto che siano i "buoni" che combattono contro i "cattivi" non cambia di molto la sostanza.
Si veda la traduzione italiana su Canzoni Metal
Si veda la traduzione italiana su Canzoni Metal
Bernart Bartleby 19/10/2015 - 12:42
I disien Elva
Il testo originale di Dajre D'Angel (Dario Anghilante) nell’occitano di San Pèire (Sampeyre), Valle Varaita, Cuneo.
Trovato sul portale dell'Associazione Chambra d'Òc
Trovato sul portale dell'Associazione Chambra d'Òc
I DIZÌEN ELVO
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/10/2015 - 11:18
Inno dei contrabbandieri
anonyme
[dopo il 1866]
Testo trovato su Veja.it
I territori di Ala (Trento) e della Lessinia (per la maggior parte nella Provincia di Verona) sono stati per molto tempo terre di confine tra l’impero austro-ungarico e il regno d’Italia. Dopo l’annessione del Veneto a quest’ultimo, nel 1866, la politica doganale dello Stato e la miseria della gente rinvigorirono il contrabbando transfrontaliero che fin dal 700 fioriva e sfioriva a seconda delle alterne vicende che investivano il Südtirol. Il mestiere di contrabbandiere era faticoso e pericoloso ma redditizio. Basti pensare che alla fine della Grande Guerra, quando i territori furono unificati, molti dei loro paesi si spopolarono perché era venuta a mancare la fonte di reddito principale. (tratto da Contrabbando tra Ala e la Lessinia su it.wikipedia)
Sul contrabbando si veda anche la Ninna nanna del contrabbandiere di Davide Van De Sfroos
Testo trovato su Veja.it
I territori di Ala (Trento) e della Lessinia (per la maggior parte nella Provincia di Verona) sono stati per molto tempo terre di confine tra l’impero austro-ungarico e il regno d’Italia. Dopo l’annessione del Veneto a quest’ultimo, nel 1866, la politica doganale dello Stato e la miseria della gente rinvigorirono il contrabbando transfrontaliero che fin dal 700 fioriva e sfioriva a seconda delle alterne vicende che investivano il Südtirol. Il mestiere di contrabbandiere era faticoso e pericoloso ma redditizio. Basti pensare che alla fine della Grande Guerra, quando i territori furono unificati, molti dei loro paesi si spopolarono perché era venuta a mancare la fonte di reddito principale. (tratto da Contrabbando tra Ala e la Lessinia su it.wikipedia)
Sul contrabbando si veda anche la Ninna nanna del contrabbandiere di Davide Van De Sfroos
Noàntri contrabandéri
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/10/2015 - 09:32
Dogs
Pink Floyd , grandioso gruppo inglese. La vostra musica non morirà mai...il perché ? L' arte vera non puo morire! Il brano Dogs lo reputo un capolavoro ritmico, tecnico, una musica che arriva all'anima, emozionante anche il video. Il testo descrive problematiche tuttora presenti ,la vostra musica salirà ancor più in alto. Grazie ancora della vostra inseparabile musica. " Pink Floyd " è.......basta !
oberto.Sabatini. 66@gmail.com 19/10/2015 - 09:12
Adresse aux religions et aux religieux
Adresse aux religions et aux religieux
Chanson française – Adresse aux religions et aux religieux – Marco Valdo M.I. – 2015
Lucien l'âne mon ami, je me demande si tu te rappelles qu'il y a déjà un certain temps, deux années peut-être, j'avais fait une version française d'une chanson espagnole de Joan Manuel Serrat qui s'intitulait Los macarras de la moral Los macarras de la moral et à laquelle j'avais donné le titre de LES MACS DE LA MORALE.
Si je m'en souviens ? Et comment donc ! Comment, Marco Valdo M.I., mon ami, peux-tu en douter un seul instant ? J'y avais fait un joli petit commentaire assez acide…
En effet, et c'est précisément de ce commentaire que j'ai tiré une chanson et je l'ai intitulée : « Adresse aux religions et aux religieux ». En fait, je te dois mes plus grands mercis, car finalement, je n’ai pas eu grand-chose à faire. Il m'a suffi de transformer ton commentaire en... (continuer)
Chanson française – Adresse aux religions et aux religieux – Marco Valdo M.I. – 2015
Lucien l'âne mon ami, je me demande si tu te rappelles qu'il y a déjà un certain temps, deux années peut-être, j'avais fait une version française d'une chanson espagnole de Joan Manuel Serrat qui s'intitulait Los macarras de la moral Los macarras de la moral et à laquelle j'avais donné le titre de LES MACS DE LA MORALE.
Si je m'en souviens ? Et comment donc ! Comment, Marco Valdo M.I., mon ami, peux-tu en douter un seul instant ? J'y avais fait un joli petit commentaire assez acide…
En effet, et c'est précisément de ce commentaire que j'ai tiré une chanson et je l'ai intitulée : « Adresse aux religions et aux religieux ». En fait, je te dois mes plus grands mercis, car finalement, je n’ai pas eu grand-chose à faire. Il m'a suffi de transformer ton commentaire en... (continuer)
Ô grands moralisateurs !
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 18/10/2015 - 23:11
Riturnella
anonyme
A Cirò e Cirò Marina, da dove provengo, la pronuncia della s seguita da p come in suspiru è sempre palatalizzata, senza eccezioni e senza alcun dubbio.
Ne approfitto per salutare Riccardo Venturi e soci.
Cataldo.
Ne approfitto per salutare Riccardo Venturi e soci.
Cataldo.
cataldo antonio amoruso 17/10/2015 - 23:47
Vitti na crozza
Salve,
vorrei aggiungere che in una versione che sentivo da bambino (circa 45 anni fa) la canzone terminava con :
....o terra di briganti, terra d' unu-u-u-u-u-u-ri
(o terra di briganti terra di onore)
vorrei aggiungere che in una versione che sentivo da bambino (circa 45 anni fa) la canzone terminava con :
....o terra di briganti, terra d' unu-u-u-u-u-u-ri
(o terra di briganti terra di onore)
Gio 16/10/2015 - 13:58
Enquanto há força
[1978]
Parole e musica di José Afonso
La canzone che apre e intitola l’album del 1978
I dischi “Com as minhas tamanquinhas” del 1976 e “Enquanto há força” sono cronache del Portogallo tra la fine della dittatura ed il trionfo della Rivoluzione.
E mi pare che questa canzone in particolare riveli tutto l’orgoglio di José Afonso per quella vittoria, frutto di una lunga battaglia, e insieme la preoccupazione per il futuro del nuovo paese democratico. Credo che il monito sotteso sia quello di non abbassare mai la guardia, che i nemici della libertà sono sempre in agguato nell’ombra…
Parole e musica di José Afonso
La canzone che apre e intitola l’album del 1978
I dischi “Com as minhas tamanquinhas” del 1976 e “Enquanto há força” sono cronache del Portogallo tra la fine della dittatura ed il trionfo della Rivoluzione.
E mi pare che questa canzone in particolare riveli tutto l’orgoglio di José Afonso per quella vittoria, frutto di una lunga battaglia, e insieme la preoccupazione per il futuro del nuovo paese democratico. Credo che il monito sotteso sia quello di non abbassare mai la guardia, che i nemici della libertà sono sempre in agguato nell’ombra…
Enquanto há força
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/10/2015 - 12:55
En ce temps-là, Till
En ce temps-là, Till
Chanson française – En ce temps-là, Till – Marco Valdo M.I. – 2015
Ulenspiegel le Gueux – 7
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
En ce temps-là… Ça me rappelle quelque chose, dit Lucien l'âne.
Bien sûr que ça doit te rappeler quelque chose, car c'est une manière ancienne de raconter les contes, les légendes, les épopées, les sagas, les fables, etc. Et en l'espèce, je n'ai fait que reprendre le récit de Charles De Coster qui lui-même s'efforçait de donner cette tonalité à son roman, de sorte à l'inscrire dans une tradition et à donner l'impression qu'il était d'époque. Ça l'authentifiait…
Un peu j'imagine comme le font les metteurs en scène de théâtre ou de cinéma.
Exactement. Mais il faut ajouter... (continuer)
Chanson française – En ce temps-là, Till – Marco Valdo M.I. – 2015
Ulenspiegel le Gueux – 7
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
En ce temps-là… Ça me rappelle quelque chose, dit Lucien l'âne.
Bien sûr que ça doit te rappeler quelque chose, car c'est une manière ancienne de raconter les contes, les légendes, les épopées, les sagas, les fables, etc. Et en l'espèce, je n'ai fait que reprendre le récit de Charles De Coster qui lui-même s'efforçait de donner cette tonalité à son roman, de sorte à l'inscrire dans une tradition et à donner l'impression qu'il était d'époque. Ça l'authentifiait…
Un peu j'imagine comme le font les metteurs en scène de théâtre ou de cinéma.
Exactement. Mais il faut ajouter... (continuer)
En ce temps-là, Till s'en allait
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 15/10/2015 - 18:43
Celui qui a mal tourné
[1957]
Parole e musica di Georges Brassens
Nel suo quinto album, comunemente identificato con il titolo della canzone d’apertura, “Oncle Archibald”
E’ per via della fame e della miseria che un poveraccio è finito sulla strada del crimine e, dopo poco, in prigione. Tutti i “comuni mortali” avrebbero goduto a vederlo appeso sulla forca, per poi magari farsi dei bei pendagli portafortuna con la corda del cappio… Ma, dopo un secolo di galera, ecco che il nostro ha espiato la sua condanna e, ormai vecchio e malfermo sulle gambe, non può far altro che tornare sui suoi passi, nelle stesse strade dove ebbe inizio la sua disavventura terrena. E non si aspetta nulla, anzi, intimorito, occhi bassi, rasente ai muri, s’immagina che la gente lo scansi o lo prenda a calci… E invece, “Ehilà, sei tornato finalmente? Quasi non ti si aspettava più! Come stai?”… Il poveraccio, rinfrancato e commosso, scoppia... (continuer)
Parole e musica di Georges Brassens
Nel suo quinto album, comunemente identificato con il titolo della canzone d’apertura, “Oncle Archibald”
E’ per via della fame e della miseria che un poveraccio è finito sulla strada del crimine e, dopo poco, in prigione. Tutti i “comuni mortali” avrebbero goduto a vederlo appeso sulla forca, per poi magari farsi dei bei pendagli portafortuna con la corda del cappio… Ma, dopo un secolo di galera, ecco che il nostro ha espiato la sua condanna e, ormai vecchio e malfermo sulle gambe, non può far altro che tornare sui suoi passi, nelle stesse strade dove ebbe inizio la sua disavventura terrena. E non si aspetta nulla, anzi, intimorito, occhi bassi, rasente ai muri, s’immagina che la gente lo scansi o lo prenda a calci… E invece, “Ehilà, sei tornato finalmente? Quasi non ti si aspettava più! Come stai?”… Il poveraccio, rinfrancato e commosso, scoppia... (continuer)
Il y avait des temps et des temps
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/10/2015 - 13:49
Parcours:
Des prisons du monde
Πω πω τι έπαθε ο Μουσολίνι
Segnalo la traduzione diplomatica di Koroido che stempera l'impatto emotivo.
vasiloukos 15/10/2015 - 13:12
Over the Rainbow
"Over The Rainbow" è stata recentemente riproposta in una versione cantata dai bambini sopravvissuti alla strage avvenuta alla fine del 2012 nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown, Connecticut, quando un folle armato fino ai denti uccise 27 persone tra cui 20 piccoli.
Si veda al proposito Pray for Newtown di Sun Kil Moon
Si veda al proposito Pray for Newtown di Sun Kil Moon
B.B. 15/10/2015 - 08:51
Barn av regnbuen
anonyme
Versione norvegese di My Rainbow Race di Pete Seeger, con testo Lillebjørn Nilsen.
Vista la valenza che la canzone ha assunto in particolare dopo la strage di Utoya, suggerirei di mantenere questa pagina autonoma aggiungendo i contenuti posti a commento dell'originale americana.
Vista la valenza che la canzone ha assunto in particolare dopo la strage di Utoya, suggerirei di mantenere questa pagina autonoma aggiungendo i contenuti posti a commento dell'originale americana.
Bernart Bartleby 15/10/2015 - 08:36
Ode au Pape
Chanson française – Ode au Pape – Marco Valdo M.I. – 2015
Quoi ? Quoi ? Voilà-t-il pas que tu te mets à écrire des odes à présent et au Pape de surcroît ? En voilà une idée étrange… Tu aurais pu choisir une autre tête de Turc… Mais, tu m'étonneras toujours…
Mais enfin, Lucien l'âne mon ami, il n'y a rien d'extraordinaire à écrire des odes ; ça fait bien longtemps qu'on en compose. Et puis, j'en ai déjà écrit des odes. Certes, j'en conviens, l'ode est un genre poétique un peu solennel et un peu désuet. Il est d'ailleurs régi par certaines règles que je ne suis pas vraiment sûr de respecter. J'aurais aussi bien pu intituler cette chanson Oraison au Pape. Cependant, tu connais mon goût pour la parodie, genre quelque peu ironique. Cette ode-ci, note-le, est une parodie de cette Ode à Kesselring, version française (que je fis) du très beau texte de Piero Calamandrei : Lo avrai camerata Kesselring... (continuer)
Quoi ? Quoi ? Voilà-t-il pas que tu te mets à écrire des odes à présent et au Pape de surcroît ? En voilà une idée étrange… Tu aurais pu choisir une autre tête de Turc… Mais, tu m'étonneras toujours…
Mais enfin, Lucien l'âne mon ami, il n'y a rien d'extraordinaire à écrire des odes ; ça fait bien longtemps qu'on en compose. Et puis, j'en ai déjà écrit des odes. Certes, j'en conviens, l'ode est un genre poétique un peu solennel et un peu désuet. Il est d'ailleurs régi par certaines règles que je ne suis pas vraiment sûr de respecter. J'aurais aussi bien pu intituler cette chanson Oraison au Pape. Cependant, tu connais mon goût pour la parodie, genre quelque peu ironique. Cette ode-ci, note-le, est une parodie de cette Ode à Kesselring, version française (que je fis) du très beau texte de Piero Calamandrei : Lo avrai camerata Kesselring... (continuer)
Tu l'auras,
(continuer)
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envoyé par Marco Valdo M.I. 14/10/2015 - 20:32
Coro dos tribunais
[1974]
Parole e musica: José Afonso
Letra e música: José Afonso
Lyrics and music: José Afonso
Album: Coro dos tribunais
Canzone del 1974, a dittatura appena terminata, rovesciata, derrubada secondo le memorabili parole di Salgueiro Maia (“estamos aqui para derrubar este governo de merda”, sul Terreiro do Paço). Canzone dove si ricorda l'operato della magistratura (per usare una terminologia comune ancora oggi nel giornalismo di regime), e lo si ricorda in tempi allora parecchio recenti: magistratura asservita al potere, vale a dire il suo compito precipuo sotto qualsiasi regime. Gli sciacalli vengono sostituiti dai tribunali, ed è una sostituzione che avviene per natura, senza nessuno scossone. I tribunali, in coro, distribuiscono ingiustizia, morte e ladrocinio. Poi accade che, in certi frangenti storici, la vorrebbero pure far passare per baluardo democratico o roba del genere, come... (continuer)
Parole e musica: José Afonso
Letra e música: José Afonso
Lyrics and music: José Afonso
Album: Coro dos tribunais
Canzone del 1974, a dittatura appena terminata, rovesciata, derrubada secondo le memorabili parole di Salgueiro Maia (“estamos aqui para derrubar este governo de merda”, sul Terreiro do Paço). Canzone dove si ricorda l'operato della magistratura (per usare una terminologia comune ancora oggi nel giornalismo di regime), e lo si ricorda in tempi allora parecchio recenti: magistratura asservita al potere, vale a dire il suo compito precipuo sotto qualsiasi regime. Gli sciacalli vengono sostituiti dai tribunali, ed è una sostituzione che avviene per natura, senza nessuno scossone. I tribunali, in coro, distribuiscono ingiustizia, morte e ladrocinio. Poi accade che, in certi frangenti storici, la vorrebbero pure far passare per baluardo democratico o roba del genere, come... (continuer)
Foram-se os bandos dos chacais
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 14/10/2015 - 12:32
Ballade von der Judenhure Marie Sanders
Hi,
First thank you for you great website. I just want to signal a little mistake in Marie Sanders' Song : at the end it is not "was mann mit uns macht" but "was man mit ihnen macht".
So not "what they are doing to us" but "what they are doing with them" or "what they are used for" some thing like that (I am French, not English, it is "ce que l'on fait d'eux" in French)
my sources are : Bertolt Brecht, Die Gedichte edited by insel taschenbuch ; and the score by Eisler : AusgewÄhlte Lieder, III (ed. VEB Deutscher Verlag für Musik. Leipzig).
I think it is important because in other texts, Brecht insists on the fact that as a writter you must denounce "evitable causes". If the poem ended like you say, it would be just depressing. But with Brecht's end, it gives hope that things could maybe change.
Anyway, I would be glad to learn they are other sources with other ending !!!
THank you again for your site,
Marie Soubestre.
First thank you for you great website. I just want to signal a little mistake in Marie Sanders' Song : at the end it is not "was mann mit uns macht" but "was man mit ihnen macht".
So not "what they are doing to us" but "what they are doing with them" or "what they are used for" some thing like that (I am French, not English, it is "ce que l'on fait d'eux" in French)
my sources are : Bertolt Brecht, Die Gedichte edited by insel taschenbuch ; and the score by Eisler : AusgewÄhlte Lieder, III (ed. VEB Deutscher Verlag für Musik. Leipzig).
I think it is important because in other texts, Brecht insists on the fact that as a writter you must denounce "evitable causes". If the poem ended like you say, it would be just depressing. But with Brecht's end, it gives hope that things could maybe change.
Anyway, I would be glad to learn they are other sources with other ending !!!
THank you again for your site,
Marie Soubestre.
Marie Soubestre 14/10/2015 - 11:44
Le roi
Il tema de "le roi de cons" torna in una canzone che Brassens non registrò mai e che ha visto la luce su iniziativa di Bruno Granier e Claude Duguet (che firma la musica) nel disco omaggio a Brassens intitolato "Sauf le respect que l'on vous doit…"
LE CAUCHEMAR
Sa majesté n'avait pas l'air d'un Cypriote
D'un Belge, un Suisse, un Écossais,
Mais tout bonnement hélas! d'un de nos compatriotes,
Dans mon rêve le roi des cons était Français.
Quand un olibrius portait une couronne,
Tous en choeur on applaudissait,
Nous les fiers descendants de général Cambronne,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Et tous comme un seul homme, on courait à l'embauche
Dès qu'un botteur de culs passait,
Tendant les miches à droite, tendant les miches à gauche,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Dupont, Durant, Dubois, Duval, Dupuis, Duchêne,
A nos fusils la fleur poussait,
Toujours... (continuer)
LE CAUCHEMAR
Sa majesté n'avait pas l'air d'un Cypriote
D'un Belge, un Suisse, un Écossais,
Mais tout bonnement hélas! d'un de nos compatriotes,
Dans mon rêve le roi des cons était Français.
Quand un olibrius portait une couronne,
Tous en choeur on applaudissait,
Nous les fiers descendants de général Cambronne,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Et tous comme un seul homme, on courait à l'embauche
Dès qu'un botteur de culs passait,
Tendant les miches à droite, tendant les miches à gauche,
Dans mon rêve où le roi des cons était Français.
Dupont, Durant, Dubois, Duval, Dupuis, Duchêne,
A nos fusils la fleur poussait,
Toujours... (continuer)
Bernart Bartleby 14/10/2015 - 11:24
L'Oltretorrente
Il pdf del racconto di ZeroCalcare sul suo viaggio nei pressi di Kobane. Bellissimo. Se non lo avete ancora fatto vi suggeriamo di dargli un'occhiata.
Kobane Calling
Kobane Calling
CCG Staff 14/10/2015 - 11:24
Le déserteur
TURCO / TURKISH [2] - Zeynep Oral
La traduzione turca della scrittrice e giornalista Zeynep Oral (traduzione letterale).
The Turkish translation made by the writer and journalist Zeynep Oral (a literal translation)
La traduction turque de l'écrivaine et journaliste Zeynep Oral (traduction littérale)
The Turkish translation made by the writer and journalist Zeynep Oral (a literal translation)
La traduction turque de l'écrivaine et journaliste Zeynep Oral (traduction littérale)
ASKER KAÇAĞI
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 14/10/2015 - 11:15
Csak egy éjszakára
d'après la version italienne de Fulvio Senardi – 2004
d'une chanson hongroise Csak egy éjszakára – Géza Gyóni – 1914
Géza Áchim, né à Gyón le 25 juin 1884 (et il tire son nom de plume de celui de sa ville natale : Gyóni signifie « de Gyón »), provenait d'une famille d'étroite observance luthérienne, et fut lui aussi théologien protestant. Il ne sera jamais compté parmi les grands de la littérature et de la poésie hongroises ; on dirait un « mineur » ou quelque chose du genre, face à des noms comme Sándor Petőfi, Endre Ady, Attila József, Mihály Vörösmarty et autres. S'il n'y avait cette poésie, qui n'est pas seulement une de plus célèbres du XXième siècle en langue hongroise, mais même une des plus citées, mises en musique, reproposées, etc. Une poésie, entre autres choses, au destin fort singulier, étroitement lié à celui qui l'écrivit ; elle est, selon toute vraisemblance, devenue la... (continuer)
d'une chanson hongroise Csak egy éjszakára – Géza Gyóni – 1914
Géza Áchim, né à Gyón le 25 juin 1884 (et il tire son nom de plume de celui de sa ville natale : Gyóni signifie « de Gyón »), provenait d'une famille d'étroite observance luthérienne, et fut lui aussi théologien protestant. Il ne sera jamais compté parmi les grands de la littérature et de la poésie hongroises ; on dirait un « mineur » ou quelque chose du genre, face à des noms comme Sándor Petőfi, Endre Ady, Attila József, Mihály Vörösmarty et autres. S'il n'y avait cette poésie, qui n'est pas seulement une de plus célèbres du XXième siècle en langue hongroise, mais même une des plus citées, mises en musique, reproposées, etc. Une poésie, entre autres choses, au destin fort singulier, étroitement lié à celui qui l'écrivit ; elle est, selon toute vraisemblance, devenue la... (continuer)
POUR UNE NUIT SEULEMENT
(continuer)
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13/10/2015 - 23:17
Era de noite e levaram
Era de noite e levaram interpretata dagli UHF
Gli UHF, formatisi nel 1978, sono la più vecchia e probabilmente ancora la più famosa rock band portoghese. Questa loro versione di Era de noite e levaram è stata appositamente da loro preparata per il 25 aprile 2014, 40° anniversario della Rivoluzione dei Garofani. E sentite come il vecchio José Afonso si adatta perfettamente al rock, perdiana!
Gli UHF, formatisi nel 1978, sono la più vecchia e probabilmente ancora la più famosa rock band portoghese. Questa loro versione di Era de noite e levaram è stata appositamente da loro preparata per il 25 aprile 2014, 40° anniversario della Rivoluzione dei Garofani. E sentite come il vecchio José Afonso si adatta perfettamente al rock, perdiana!
Riccardo Venturi 13/10/2015 - 20:16
Les quatre bacheliers
La vicenda di questa canzone è autobiografica e riporta a un episodio del Brassens liceale (aveva circa 17 anni), avvenuto nella città natale di Sète (che allora si chiamava ancora Cette, da cui le prese in giro che non fosse una città, ma un pronome dimostrativo, e che i suoi abitanti si chiamassero ces). La « banda dei senza vergogna », come la chiama Salvo Lo Galbo nella sua traduzione, era appunto una gang di liceali che aveva trovato questo simpatico modo per avere qualche soldino in più in tasca : rubare in casa i gioielli e l'oro di famiglia per andare a rivenderseli e farsi un po' belli con le bimbe del paese. Nella gang c'era anche Brassens. La cosa fu scoperta e, in una cittadina di provincia francese degli anni '30, non fu presa alla leggera. I ragazzi furono arrestati, portati fuori dalla caserma della Gendarmeria in manette e accolti da una folla che reclamava punizioni esemplari,... (continuer)
Riccardo Venturi 13/10/2015 - 17:54
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