Vorrei dire "senza parole" perché, forse, ne avrei fin troppe.
Fascisti assassini in nome di "allah", in nome di qualsiasi "dio", di qualsiasi cosa, il cui intento preciso è quello di scatenare ancor più odio, razzismo, intolleranza. Acqua, e tanta, al mulino dei fronti nazionali, delle leghe, di tutti quei merdosi pari a loro.
Per quel che può valere, e ricordando quante volte l'ho comprato e letto pur non essendo sempre d'accordo con le loro impostazioni, a Charlie Hebdo, a Cabu, a Wolinski, a Tignous e a tutti gli altri va il pensiero mio e di tutti.
Non solo abbasso i fondamentalismi, gli integralismi e quant'altro. Abbasso tutte le "religioni" di merda e le loro guerre, le loro putride "verità", le loro "spiritualità" e tutto il resto.
Mi chiedo solo una cosa, credo, legittimamente: se se lo immaginava persino Charb, com’è che il Governo francese non ha protetto adeguatamente un obiettivo sensibile come Charlie Hebdo, e già ripetutamente colpito e minacciato nel recente passato? Forse perchè in fondo si trattava di quattro anarcoidi mattacchioni e rompiballe in cerca di guai?
Credo che siano più di uno i soggetti che da questo terrore trarranno giovamento...
Scusa Riccardo, non mi sono accorto che ci avevi già pensato tu... Bene che hai fatto.
Vorrei anche dire - e non certo a voler minimamente giustificare quei bastardi che in nome di Dio hanno assassinato inermi vignettisti - che per arrivare a Charlie Hebdo noi qui abbiamo avuto l'Illuminismo, la Rivoluzione Francese, la Resistenza, le lotte sociali degli anni 60 e 70... E nel frattempo quelli là in Medio Oriente, e in Iraq, e in Afghanistan, e in Africa che cosa hanno avuto? Prima il colonialismo armato, poi da qualche parte una breve stagione di "libertà" ma più spesso di sanguinose guerre civili, poi il neocolonialismo economico e crudeli regimi filo-occidentali, poi guerre ed invasioni (in Iraq ininterrotta dal 1991, e prima la guerra con l'Iran fomentata dall'Occidente; in Afghanistan pure ininterrotta, preceduta dall'invasione sovietica...) e ora il caos totale che prelude a nuovi equilibri e spartizioni su cui a lavorare non sono certo soltanto Al-Qaeda ed il Califatto di Siria e del Levante...
Il massacro di Charlie Hebdo e il triste delirio islamofobo
da Polvere da Sparo
Questa vignetta è genialità: perché la satira è questo, e quindi non muore. Anche se gli si taglia la testa.
A me rode più il culo che a tanti.
Perchè quel che è accaduto oggi a Parigi fa male dentro, perchè uomini come Wolinski non possono essere uccisi, da nessuno, tantomeno da qualche barbuto che già ha fatto in modo di sventrare tanto (troppo per chi ama visceralmente certi luoghi, storia, sguardi, sapori, sorrisi).
Oggi è un giorno triste ma anche agghiacciante: perché non si parla di 3 uomini armati di kalashnikov per le strade di parigi andati ad assassinare la satira in nome di Maometto.
No, non si parla di quei tre, non si sente discutere su chi sono, chi li avrà mandati, dove si sono addestrati, come sono arrivati e andati via dal luogo del massacro.... (continuer)
Les terroristes ne se sont pas attaqués aux «islamophobes», aux ennemis des musulmans, à ceux qui ne cessent de crier au loup islamiste. Ils ont visé Charlie. C’est-à-dire la tolérance, le refus du fanatisme, le défi au dogmatisme. Ils ont visé cette gauche ouverte, tolérante, laïque, trop gentille sans doute, «droit-de-l’hommiste», pacifique, indignée par le monde mais qui préfère s’en moquer plutôt que d’infliger son catéchisme. Les fanatiques ne défendent pas la religion, qui peut être accueillante, ils ne défendent pas les musulmans, qui sont révoltés dans leur immense majorité par ces meurtres abjects. Ils attaquent la liberté. Laurent Joffrin - Libération
Mano Solo e suo padre.
Mano Solo et son père.
مانو سولو والده
Mano Solo, nato Emmanuel Cabut, morto il 24 aprile 2010 di Aids.
Cabu, nato Jean Cabut, suo padre. Morto il 7 gennaio 2015 nell'attentato fascista "islamico" alla redazione di Charlie Hebdo.
Il testo in italiano
Da cauboi.it, il sito ufficiale di Davide Van De Sfroos
LA BALLATA DEL GENESIO (continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/1/2015 - 01:51
Victor Hugo
di Riccardo Venturi (26 settembre 2001)
Passato è il giorno del compleanno; ho, come si suol dire, un anno in più. E un amico in meno, che voglio ricordare insieme a voi.
E' morto dieci giorni fa d'un cancro alla gola che s'era preparato meticolosamente durante tutta la sua vita, fumandosi anche dieci toscani interi al giorno. Lo sentivi da un miglio per la sua voce e i suoi catarri, conditi da ottime e abbondanti bestemmie; di lavoro aveva sempre fatto il cavatore di granito e lo scalpellino. Non di marmo, non dell' "oro bianco" di Carrara; ma del durissimo granito che fin dai tempi dei Romani si estrae fra San Piero e le pendici del Monte Calanche.
Si chiamava a modo estremamente suo: Lupi di cognome, e Victor Hugo di nome. La sua lotta, ne son certo, l'aveva cominciata alla labile anagrafe dei primi mesi di guerra, perché era nato esattamente il 18 febbraio del 1940. Lo... (continuer)
Certo che cont)inuo a consultare il sito, anzi, come vedete, sto addirittura facendo proseliti! Mi piacerebbe molto vedere, un giorno o l'altro, il commento di qualche altro filologo di professione o per passione, che so, lo stesso Fabrizio Domenico Raschellà o Leonardo Cecchini (la Edith forse lo ha intravisto in facoltà qualche volta, era uno scandinavista, anche lui un "bambino" della classe accademica 1970.... Adesso fa il docente di italianistica in Danimarca e forse in ufficio da qualche parte ho anche il suo indirizzo di posta elettronica.
Buon proseguimento di 2015, cari amici. Io nei prossimi giorni sarò un po' impegnato in degli esami clinici ma la settimana prossima mi metterò di nuovo in contatto con voi per respirare...profumo di piazza Brunelleschi.
Ciao a presto.
Massimo Giachi
...francamente la versione dei Walkabouts non rende onore alla canzone, d'accordo che è un gruppo famoso ma questo non li aiuta ad interpretare un testo di questo tipo che non è decisamente affar loro secondo me. Anche per questa, come per tutte le canzoni di Brel, esistono numerose interpretazioni all'altezza della situazione; a parte ovviamente la Francia, è forse l'Olanda il paese che ne offre di più (Liesbeth List, Douwe Heeringa, Paul de Leeuw.....)ma vorrei ricordare che anche in paesi come la Slovenia esistono artisti che sanno cogliere appieno lo spirito del testo, come l'amico Branko Zavrsan che ne ha registrato una traduzione molto sentita nella sua lingua, inserita nel cd "Senca Tvojga Psa". Completo il mio piccolo intervento ricordando che altri due italiani hanno meravigliosamente tradotto "Ce-gens là": il compianto Duilio del Prete nel doppio cd del 2002 edito da Ala Bianca e il caro Walter Di Gemma che l'ha proposta in dialetto milanese, col titolo "Quella gent lì".
Flavio Poltronieri
Salve, sono capitata quì un pò per caso, spinta dalla curiosità e dalla voglia di scoprire. Sono rimasta affascinata dalla storia della poetessa Papusza che onestamente non conoscevo. Vorrei sapere se esiste una versione sottotitolata del film perchè la trovo solo in polacco e io non conosco la lingua. Grazie a chi vorrà aiutarmi :)
VIVE LA LIBERTÉ !!!