Una flor para mascar
El reloj se ha dañado
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/1/2015 - 23:23
Canción del pueblo
“La Solfónica” è un gruppo spontaneo di cantori e musicisti nato in Spagna nel 2011 in seno al Movimiento 15-M, meglio noto come “Indignados”.
Cuando el pueblo alza su voz
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 20/1/2015 - 16:12
Canción protesta
[2006]
Nell’album intitolato “Oye”
Nell’album intitolato “Oye”
Contra los talabosques
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/1/2015 - 14:07
Rosas en el mar
[1966]
Una delle prime canzoni scritte da Aute, poi inserita nell’albun d’esordio “Diálogos de Rodrigo y Ximena” pubblicato nel 1968.
Interpretata anche da Massiel nel 1967.
Testo trovato su Cancioneros.com
Recentemente reinterpretata dal gruppo punk rock spagnolo Reincidentes nella loro raccolta intitolata “Aniversario” pubblicata nel 2013.
Una delle prime canzoni scritte da Aute, poi inserita nell’albun d’esordio “Diálogos de Rodrigo y Ximena” pubblicato nel 1968.
Interpretata anche da Massiel nel 1967.
Testo trovato su Cancioneros.com
Recentemente reinterpretata dal gruppo punk rock spagnolo Reincidentes nella loro raccolta intitolata “Aniversario” pubblicata nel 2013.
Voy buscando un amor
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/1/2015 - 13:14
Parcours:
Chansons d'amour contre la guerre
Ciutat Morta – il caso 4-F
Antiwar Songs Blog
Abbiamo cercato una canzone che parlasse del caso 4-F, un caso paradigmatico di repressione poliziesca, montatura giudiziaria e corruzione politica accaduto a Barcellona negli ultimi anni, ma non l’abbiamo (per ora) trovata. Per saperne di più vi consigliamo di guardare il documentario autoprodotto, estremamente ben fatto, Ciutat Morta (el cas 4-F). Il film è disponibile […]
Antiwar Songs Staff 2015-01-19 21:20:00
Գինի լից
anonyme
Gini lits
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.
Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (continuer)
[1921?]
Canzone armena che celebra l’assassinio del Gran Visir dell’impero ottomano Mehmed Talât Pasha, avvenuto a Berlino il 15 marzo 1921 ad opera di Soghomon Tehlirian (Սողոմոն Թեհլերեան), militante rivoluzionario armeno, con la determinante collaborazione logistica dei servizi segreti britannici.
Mehmed Talât Pasha era stato uno degli uomini politici più influenti dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale ed il mandante del genocidio armeno. Gli inglesi, alla fine della guerra, avrebbero voluto arrestarlo e processarlo per i suoi crimini, e non solo per il massacro della popolazione armena, ma poi, per motivi di opportunità diplomatica (Talât Pasha si era rifugiato a Berlino dove godeva di piena protezione), preferirono lasciarlo alla vendetta dei perseguitati. Mehmed Talât Pasha era infatti considerato dagli armeni come l’ “Hitler turco”, il n° 1 nella lista... (continuer)
Աշխարհ սարսափ հայի ահը,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/1/2015 - 13:39
Parcours:
Le génocide arménien
Scala crimen de estado
Barcellona, 15 gennaio 1978. Il sindacato anarchico CNT (uscito da solo due anni dalla clandestinità in cui era costretto durante la dittatura) indice una manifestazione a cui partecipano circa 15000 persone contro i cosiddetti Patti della Moncloa tra il governo e i principali sindacati nel difficile periodo della transizione. Durante la dimostrazione alcuni giovani lanciarono delle bottiglie molotov contro la facciata del locale "Scala". Secondo la versione ufficiale della polizia, queste bottiglie avrebbero causato l'incendio ed infine il collasso dell'intero palazzo causando la morte di quattro operai - paradossalmente aderenti alla CNT.
Tuttavia fu subito chiaro che l'incendio fu opera di alcuni infiltrati nelle fila del sindacato e che materiali incendiari erano stati collocati nell'edificio prima della manifestazione, dato che era evidentemente impossibile che delle semplici molotov... (continuer)
Tuttavia fu subito chiaro che l'incendio fu opera di alcuni infiltrati nelle fila del sindacato e che materiali incendiari erano stati collocati nell'edificio prima della manifestazione, dato che era evidentemente impossibile che delle semplici molotov... (continuer)
Otra vez resurgen con fuerza
(continuer)
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18/1/2015 - 19:19
Take Me to Church
[2013]
Parole e musica di Andrew Hozier-Byrne, in arte Hozier, cantautore irlandese
Singolo del 2013 poi incluso nell’EP "Take Me to Church" riedito nel 2014
Un brano che da noi è noto solo da qualche settimana, proposto a spron battuto da tutte le radio e già entrato nelle orecchie di tutti, accompagnato da video diretto nel 2013 da Brendan Canty.
“Take Me To Church” è una canzone d’amore, un’esperienza che Hozier descrive come religiosa nella sua purezza di vita, di morte e di resurrezione. E proprio per questo risulta all’autore ancora meno comprensibile come il Potere - molto spesso quello esercitato dalle chiese in nome della religione che credono di rappresentare, ma talora anche quello di governi autoritari o reazionari o di gruppi violenti generalmente appartenenti alla galassia dell’estrema destre - possa condannare la libertà, la purezza, la religiosità dell’amore nelle sue... (continuer)
Parole e musica di Andrew Hozier-Byrne, in arte Hozier, cantautore irlandese
Singolo del 2013 poi incluso nell’EP "Take Me to Church" riedito nel 2014
Un brano che da noi è noto solo da qualche settimana, proposto a spron battuto da tutte le radio e già entrato nelle orecchie di tutti, accompagnato da video diretto nel 2013 da Brendan Canty.
“Take Me To Church” è una canzone d’amore, un’esperienza che Hozier descrive come religiosa nella sua purezza di vita, di morte e di resurrezione. E proprio per questo risulta all’autore ancora meno comprensibile come il Potere - molto spesso quello esercitato dalle chiese in nome della religione che credono di rappresentare, ma talora anche quello di governi autoritari o reazionari o di gruppi violenti generalmente appartenenti alla galassia dell’estrema destre - possa condannare la libertà, la purezza, la religiosità dell’amore nelle sue... (continuer)
My lover's got humour
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 18/1/2015 - 11:04
J'ai honte
(2009)
Album: En quête de sens
Dai rimpatri forzati degli immigrati ai dittatori accolti a braccia aperte nel paese dei diritti dell'uomo c'è molto da vergognarsi in Francia (ma non solo)
Album: En quête de sens
Dai rimpatri forzati degli immigrati ai dittatori accolti a braccia aperte nel paese dei diritti dell'uomo c'è molto da vergognarsi in Francia (ma non solo)
Les charters vers l’Afrique ont repris leur envol
(continuer)
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18/1/2015 - 00:54
La grande marée
Album: "Le Stéphanois" (1975)
« La Grande Marée », una canzone futurista: chitarre acustiche e una voce all'inizio sommessa e dolce, ma quello che racconta è terribile. Via via la voce accelera si inasprisce. E' quasi 1984 di Orwell.
« La Grande Marée », una canzone futurista: chitarre acustiche e una voce all'inizio sommessa e dolce, ma quello che racconta è terribile. Via via la voce accelera si inasprisce. E' quasi 1984 di Orwell.
Un colosse aux pieds d'argile surveille la frontière
(continuer)
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17/1/2015 - 19:13
Libera nos Domine
Tradução para português de Riccardo Venturi
17.1.2014
17.1.2014
A tradução é dedicada à memória de
JOSÉ SARAMAGO
escritor de fala portuguesa
Luz na Cegueira do obscurantismo religioso.
Obrigado.
JOSÉ SARAMAGO
escritor de fala portuguesa
Luz na Cegueira do obscurantismo religioso.
Obrigado.
LIVRE-NOS O SENHOR
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17/1/2015 - 12:27
War Is Starting Again
Lightnin’ Hopkins was a Texas country bluesman of the highest order. Stylistically, he often sang in a talking blues style, but that is in spite of the fact that he had a tremendous, powerful singing voice. Lyrically, he would tackle themes that included black life in the segregated south as well as less political topics including having bad luck in love. His approach to the blues lent him a considerable palette with which to paint a picture of the personal effects of war on a human being. At the start of the song, the singer’s reaction to the beginning of a new war seems to be essentially negative. He considers the panic that mothers will feel and the losses that many wives will sustain as a cost. In addition, he claims he’s been to war before and opines that he definitely doesn’t want to go back. But by the end of the tune, he changes his basic attitude because his lover’s boyfriend is going off to war, leaving her available to the singer. This, he admits, “is a better break for me”.
Greatest Blues Songs About War
Greatest Blues Songs About War
Woe, you know this world done get tangled now, baby
(continuer)
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17/1/2015 - 05:18
L'ombre
Versi di François Mauriac (1885-1970), scrittore francese
Musica di Luc Porret
Interpretata dalla Gréco nel 1953
Musica di Luc Porret
Interpretata dalla Gréco nel 1953
Aux jours où la chaleur arrêtait toute vie,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/1/2015 - 14:56
O Jéhovah
[1986]
Parole e musica di Guy Béart
Nell’album intitolato “Demain je recommence”
Parole e musica di Guy Béart
Nell’album intitolato “Demain je recommence”
Mon Dieu, protège-moi du beau
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/1/2015 - 14:25
Où sans vieillir
Versi di Jean Genet (1910-1986), scrittore poeta ed autore drammatico.
Musica di Hélène Martin, che la incise in un EP nel 1966. Inclusa anche nell’album “Chante les poètes”
Poesia che fa il paio con Le condamné à mort
Musica di Hélène Martin, che la incise in un EP nel 1966. Inclusa anche nell’album “Chante les poètes”
Poesia che fa il paio con Le condamné à mort
Où sans vieillir je meurs je t'aime ô ma prison.
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 16/1/2015 - 13:58
Charlie
[2015]
Scritta da Cyril Célestin, in arte Guizmo
Dedicata all’amico Bernard Verlhac, in arte Tignous (1957-2015), vignettista del Charlie Hebdo assassinato insieme a diversi suoi colleghi nell’attacco terrorista del 7 gennaio 2015.
Scritta da Cyril Célestin, in arte Guizmo
Dedicata all’amico Bernard Verlhac, in arte Tignous (1957-2015), vignettista del Charlie Hebdo assassinato insieme a diversi suoi colleghi nell’attacco terrorista del 7 gennaio 2015.
Le monde a changé, Charlie
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/1/2015 - 10:47
Georges Brassens: Trompe la Mort
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
INGANNA LA MORTE
(continuer)
(continuer)
15/1/2015 - 23:31
La Ballade des Assassins
La Ballade des Assassins
Chanson française – La Ballade des Assassins – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie d'après Gilbert Bécaud
La Ballade des Baladins
Paroles: Louis Amade. Musique: Gilbert Bécaud 1953
Voici encore une parodie, mon ami Lucien l'âne. Encore une fois, j'ai pris pour point de départ une chanson de Gilbert Bécaud. Une chanson de divertissement, sautillante à souhait et quand même, comme toujours chez cet artisan de la chanson, du travail bien fait, très à la mode de son temps. De la confection, mais de la bonne, disait-on chez les tailleurs. C'est comme ça dans la chanson commerciale, quand on veut en faire un « succès » et tenir commerce. À l'origine, cette chanson racontait une gentille histoire de baladins, une histoire perdue au fond des âges, qui ne risquait pas de choquer les oreilles et déjà, qui pratiquait – comme presque toujours dans la chanson médiatisée... (continuer)
Chanson française – La Ballade des Assassins – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie d'après Gilbert Bécaud
La Ballade des Baladins
Paroles: Louis Amade. Musique: Gilbert Bécaud 1953
Voici encore une parodie, mon ami Lucien l'âne. Encore une fois, j'ai pris pour point de départ une chanson de Gilbert Bécaud. Une chanson de divertissement, sautillante à souhait et quand même, comme toujours chez cet artisan de la chanson, du travail bien fait, très à la mode de son temps. De la confection, mais de la bonne, disait-on chez les tailleurs. C'est comme ça dans la chanson commerciale, quand on veut en faire un « succès » et tenir commerce. À l'origine, cette chanson racontait une gentille histoire de baladins, une histoire perdue au fond des âges, qui ne risquait pas de choquer les oreilles et déjà, qui pratiquait – comme presque toujours dans la chanson médiatisée... (continuer)
Les assassins qui marchent dans nos rues
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 15/1/2015 - 21:21
Gilbert Bécaud: Charlie, t'iras pas au paradis !
Charlie, t'iras pas au paradis !
Chanson française – Gilbert Bécaud – 1970
Paroles de Pierre Delanoé
Musique de Gilbert Bécaud
Oui, je sais, ce n'est pas vraiment une Chanson contre la Guerre, mais c'est une chanson extraordinaire en ce qu'elle annonçait à Charlie qu'il n'ira pas au Paradis… C'était vers 1970. Depuis la chose se vérifie… tous les fanatiques vous le diront : Charlie n'ira pas au Paradis ! Et Lucien l'âne mon ami, pour rendre la chose plus crédible, pour rendre le Charlie de Bécaud, plus Charlie-Hebdo, je me suis offert le plaisir d'ajouter un vers de temps en temps.
Ah oui, et quoi ?, demande Lucien l'âne en levant sa queue en point d'interrogation majuscule.
Simplement, deux tout petits vers dans la litanie… Car dans la chanson d'origine, il y a une litanie qui commence par : Je pense à Marie… Peut-être même, l'auteur , les auteurs ou un des deux auteurs, le chanteur,... (continuer)
Chanson française – Gilbert Bécaud – 1970
Paroles de Pierre Delanoé
Musique de Gilbert Bécaud
Oui, je sais, ce n'est pas vraiment une Chanson contre la Guerre, mais c'est une chanson extraordinaire en ce qu'elle annonçait à Charlie qu'il n'ira pas au Paradis… C'était vers 1970. Depuis la chose se vérifie… tous les fanatiques vous le diront : Charlie n'ira pas au Paradis ! Et Lucien l'âne mon ami, pour rendre la chose plus crédible, pour rendre le Charlie de Bécaud, plus Charlie-Hebdo, je me suis offert le plaisir d'ajouter un vers de temps en temps.
Ah oui, et quoi ?, demande Lucien l'âne en levant sa queue en point d'interrogation majuscule.
Simplement, deux tout petits vers dans la litanie… Car dans la chanson d'origine, il y a une litanie qui commence par : Je pense à Marie… Peut-être même, l'auteur , les auteurs ou un des deux auteurs, le chanteur,... (continuer)
Charlie, oh Charlie, t´iras pas au paradis !
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 15/1/2015 - 15:40
La morte saison
[1975/1981]
Parole di Allain Leprest e Fabrice Plaquevent
Musica di Lucien Heurtebise
Nel disco di Lucien Heurtebise intitolato “Chansons du temps qu'il fait” pubblicato nel 2007
Testo trovato su Allain Leprest, 3 juin 1954 - 15 août 2011. Paroles…
Una canzone - mai incisa da Leprest - dedicata a Missak Manouchian e a Robert Desnos
Parole di Allain Leprest e Fabrice Plaquevent
Musica di Lucien Heurtebise
Nel disco di Lucien Heurtebise intitolato “Chansons du temps qu'il fait” pubblicato nel 2007
Testo trovato su Allain Leprest, 3 juin 1954 - 15 août 2011. Paroles…
Una canzone - mai incisa da Leprest - dedicata a Missak Manouchian e a Robert Desnos
J'ai su de bouche de poète
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2015 - 14:17
Ho continuato la mia strada
Ecco "Mi piace Fanfani" ;)
https://soundcloud.com/gianmariarizzar...
https://soundcloud.com/gianmariarizzar...
Roberta 15/1/2015 - 13:49
Je ne te salue pas
[1994]
Parole di Allain Leprest
Musica di Romain Didier (1949-), cantante, autore e compositore francese
Nell’album intitolato semplicemente “4”
Interpretata anche da Francesca Solleville nell’album collettivo “Chez Leprest. Vol.2” pubblicato nel 2009.
“Io non ti saluto, tu che vivi nei cieli… tu che ti pavoneggi tra le fosse comuni con i tuoi doberman, tu che credi di essere il mio Dio…”
Parole di Allain Leprest
Musica di Romain Didier (1949-), cantante, autore e compositore francese
Nell’album intitolato semplicemente “4”
Interpretata anche da Francesca Solleville nell’album collettivo “Chez Leprest. Vol.2” pubblicato nel 2009.
“Io non ti saluto, tu che vivi nei cieli… tu che ti pavoneggi tra le fosse comuni con i tuoi doberman, tu che credi di essere il mio Dio…”
Je ne te salue pas
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2015 - 13:40
Parcours:
Antiwar Anticléricale
Le Blues du Rose
(2013)
Parole e musica di Francis Cabrel
dallo spettacolo Le Soldat Rose 2
Être un Soldat Rose, ce n’est pas facile à vivre : les petits garçons ne veulent pas d’un jouet qui a la couleur d’une danseuse, et les petites filles n’ont pas envie de s’amuser à la guerre.
Mais quand à la suite d’un hasard malencontreux, le Soldat Rose devient bleu, c’est une autre question qui se pose :
celle de la singularité. Vaut-il mieux être comme tout le monde et se fondre dans la masse ? Ou au contraire être unique en son genre ? Après l’immense succès critique et populaire du premier volet, le Soldat Rose 2 conte les aventures d’un soldat qui, avec l’aide d’un petit garçon, d’une petite fille et d’autres jouets, va tout faire pour essayer de retrouver ce qui était sa chance : sa différence.
Parole e musica di Francis Cabrel
dallo spettacolo Le Soldat Rose 2
Être un Soldat Rose, ce n’est pas facile à vivre : les petits garçons ne veulent pas d’un jouet qui a la couleur d’une danseuse, et les petites filles n’ont pas envie de s’amuser à la guerre.
Mais quand à la suite d’un hasard malencontreux, le Soldat Rose devient bleu, c’est une autre question qui se pose :
celle de la singularité. Vaut-il mieux être comme tout le monde et se fondre dans la masse ? Ou au contraire être unique en son genre ? Après l’immense succès critique et populaire du premier volet, le Soldat Rose 2 conte les aventures d’un soldat qui, avec l’aide d’un petit garçon, d’une petite fille et d’autres jouets, va tout faire pour essayer de retrouver ce qui était sa chance : sa différence.
J'ai le blues du rose ce bleu m'indispose
(continuer)
(continuer)
15/1/2015 - 12:17
Un arc de triomphe
[1843]
Versi di Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859), poetessa francese, nella raccolta intitolata “Bouquets et prières”.
Musica di Gaël Liardon (1973-), organista e docente di musica a Ginevra e Losanna.
Versi di Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859), poetessa francese, nella raccolta intitolata “Bouquets et prières”.
Musica di Gaël Liardon (1973-), organista e docente di musica a Ginevra e Losanna.
Tout ce qu'ont dit les hirondelles
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2015 - 11:56
Les Chemises de Couleur
Les Chemises de Couleur
Chanson française – Les Chemises de Couleur – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie tirée d'une chanson de Gilbert Bécaud – Un petit Oiseau de toutes les couleurs. – 1965
Chanson : Gilbert Bécaud – Maurice Vidalin
Lucien l'âne mon ami, je m'en vais te surprendre. Les Chemises de Couleur, c'est le titre de cette chanson…
Tu te mets à la blanchisserie, maintenant ? Tu m'étonneras toujours, Marco Valdo M.I. mon ami.
Mais non, mais non, rassure-toi. C'est une chanson à propos des gens qui portent une chemise de couleur. Et spécifiquement, ceux qui portent une chemise de même couleur : une chemise brune, par exemple.
Ah, je vois… Brune, noire, rouge, verte, bleue, blanche même… Si, si, même la chemise blanche, cette livrée de bureau. En somme, une manière d'uniforme.
C'est exactement cela. Mais celui qui chante, le personnage qui chante sa chanson… Lui, il porte... (continuer)
Chanson française – Les Chemises de Couleur – Marco Valdo M.I. – 2015
Parodie tirée d'une chanson de Gilbert Bécaud – Un petit Oiseau de toutes les couleurs. – 1965
Chanson : Gilbert Bécaud – Maurice Vidalin
Lucien l'âne mon ami, je m'en vais te surprendre. Les Chemises de Couleur, c'est le titre de cette chanson…
Tu te mets à la blanchisserie, maintenant ? Tu m'étonneras toujours, Marco Valdo M.I. mon ami.
Mais non, mais non, rassure-toi. C'est une chanson à propos des gens qui portent une chemise de couleur. Et spécifiquement, ceux qui portent une chemise de même couleur : une chemise brune, par exemple.
Ah, je vois… Brune, noire, rouge, verte, bleue, blanche même… Si, si, même la chemise blanche, cette livrée de bureau. En somme, une manière d'uniforme.
C'est exactement cela. Mais celui qui chante, le personnage qui chante sa chanson… Lui, il porte... (continuer)
Un matin, je sors de chez moi.
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/1/2015 - 23:55
Until the Day Is Done
Album: Accelerate (2008)
The battle's been lost, the war is not won
(continuer)
(continuer)
envoyé par Matt 14/1/2015 - 23:02
The Power of One
"My father's land, my mother's tongue
(continuer)
(continuer)
envoyé par Matt 14/1/2015 - 22:56
Lettre à des amis perdus
[1946]
Versi di René Guy Cadou (1920-1951), poeta francese, nella raccolta intitolata “Pleine poitrine” pubblicata nel 1946.
Musica di Julos Beaucarne, dall’album intitolato “20 ans depuis 40 ans” pubblicato nel 1997
Nel 1940, all’inizio dell’occupazione nazista della Francia, René Guy Cadou era un giovane insegnante a Saint-Aubin-des-Châteaux nella Loira Atlantica, dipartimento bretone integrato nella regione dei Paesi della Loira.
Fui qui che il 22 ottobre 1941, mentre si recava a scuola in bicicletta, Cadou incrociò i camion tedeschi che trasportavano alcuni dei prigionieri, quasi tutti militanti comunisti, che di lì a poco sarebbero stati fucilati in rappresaglia per la morte del tenente colonnello Karl Hotz, ucciso a Nantes in un attentato. E’ da quel momento che le poesie di Cadou si concentreranno sull’orrore della guerra, sulla barbarie nazista e sulla necessità della libertà, dell’amore e della fratenità per tutti gli uomini.
Versi di René Guy Cadou (1920-1951), poeta francese, nella raccolta intitolata “Pleine poitrine” pubblicata nel 1946.
Musica di Julos Beaucarne, dall’album intitolato “20 ans depuis 40 ans” pubblicato nel 1997
Nel 1940, all’inizio dell’occupazione nazista della Francia, René Guy Cadou era un giovane insegnante a Saint-Aubin-des-Châteaux nella Loira Atlantica, dipartimento bretone integrato nella regione dei Paesi della Loira.
Fui qui che il 22 ottobre 1941, mentre si recava a scuola in bicicletta, Cadou incrociò i camion tedeschi che trasportavano alcuni dei prigionieri, quasi tutti militanti comunisti, che di lì a poco sarebbero stati fucilati in rappresaglia per la morte del tenente colonnello Karl Hotz, ucciso a Nantes in un attentato. E’ da quel momento che le poesie di Cadou si concentreranno sull’orrore della guerra, sulla barbarie nazista e sulla necessità della libertà, dell’amore e della fratenità per tutti gli uomini.
Vous étiez là, je vous tenais
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2015 - 16:50
Tant pis pour Verdun
[1965]
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’EP intitolato “Premier amour” e poi nell’album “Rachel”
Si veda anche la canzone Le Chemin des Dames dei Chjami Aghjalesi
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’EP intitolato “Premier amour” e poi nell’album “Rachel”
Si veda anche la canzone Le Chemin des Dames dei Chjami Aghjalesi
Grand-père du haut d' ton monument
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2015 - 14:26
Le bohémien
[1974]
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’album intitolato “Le voyage”
Parole e musica di Leny Escudero
Nell’album intitolato “Le voyage”
Il va mourir le bohémien
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2015 - 14:02
Les bohémiens
Parole di Pierre-Jean de Béranger
Sulla melodia della popolare “Mon pèr’ m’a donné un mari”
Nella raccolta “Œuvres complètes de Béranger”, 1839.
Sulla melodia della popolare “Mon pèr’ m’a donné un mari”
Nella raccolta “Œuvres complètes de Béranger”, 1839.
Sorciers, bateleurs ou filous,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2015 - 13:44
Les derniers Tziganes
[1971]
Parole di Michelle Senlis (1933-), autrice e paroiera parigina
Musica di Jean Ferrat
Nell’EP intitolato “Aimer à perdre la raison”
Incisa, sempre nel 1971, anche da Isabelle Aubret (1938-), cantante francese.
“Che idea mi sono fatto dei Rom? Nessuna. Mantengo la mia. Non voglio fare il falso moralista radical-chic ma nemmeno nascondermi dietro i pregiudizi o peggio le ideologie. Semplicemente mi chiedo come accettiamo che bambini vivano nella sporcizia e alla mercé della pioggia e del freddo a due passi da noi.” (Marco Frasca)
Parole di Michelle Senlis (1933-), autrice e paroiera parigina
Musica di Jean Ferrat
Nell’EP intitolato “Aimer à perdre la raison”
Incisa, sempre nel 1971, anche da Isabelle Aubret (1938-), cantante francese.
“Che idea mi sono fatto dei Rom? Nessuna. Mantengo la mia. Non voglio fare il falso moralista radical-chic ma nemmeno nascondermi dietro i pregiudizi o peggio le ideologie. Semplicemente mi chiedo come accettiamo che bambini vivano nella sporcizia e alla mercé della pioggia e del freddo a due passi da noi.” (Marco Frasca)
C'en est bien fini
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2015 - 13:29
A pé sopèt
chi ha vissuto veramente la guerra non ne vuole più, né per sé né per l'umanità intera.
Mi sôn sì, che pist la tèra,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Trelilu 14/1/2015 - 12:05
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Parole e musica di Gonzalo Navas Cadena, in arte Pablus Gallinazo (o Gallinazus), cantautore e poeta colombiano.
Nell’album “Una flor para mascar, vol.2” pubblicato nel 1972 (almeno, credo)
Ho scoperto dell’esistenza di questo cantautore “di protesta” colombiano trovando il suo curioso nome d’arte nel testo de Canción protesta degli Aterciopelados.
Pare che Gonzalo Navas Cadena decise di chiamarsi Pablus Gallinazus in onore dei Paolo famosi dell’epoca (Paolo VI, Pablo Picasso, Pablo Neruda,...) e perchè l'Urubù dalla Testa Nera (Coragyps atratus) - un uccello che im America Latina viene variamente chiamato “buitre negro”, “zopilote” o, appunto, “gallinazo” - era uno dei pochi animali non ancora utilizzati nell’araldica, siccome che è un avvoltoio, un uccellaccio mangiacarogne...
Questa “Una flor para mascar” è una delle più famose del Gallinazo ed è una dolente ma anche divertente... (continuer)