Mi fa piacere che sia stato inserita questa canzone e mi offre l'occasione di fermare un attimo il momento in cui venne scritta. Un modo di pensare ha sempre bisogno di una terra per nascere e questa terra non si può gustarla se non si sa niente della poesia che la descrive. E' stato proprio in quel momento che Servat ebbe una totale presa di coscienza di quello che la Bretagna significava ed è una presa di coscienza per necessità non per convinzione. Ki Du ne rende conto: è il canto delle profondità della miseria, piena di infamità e pertanto colmo di una volontà di alzare la testa, che nulla e niente può arrestare. Non dimentichiamo che Gilles Servat è nato a Tarbes, nel dipartimento degli Alti Pirenei e che ha trascorso tutta la sua infanzia a Cholet, al confine della Vandea. Ma evidentemente la Bretagna non fu per lui solamente una terra d'adozione. Il linguaggio utilizzato in Ki Du è... (continuer)
non credo che si riferisca alle miniere del Belgio, infatti l'interpretazione comune e' che questa canzone sia la "seconda parte" de L'abbigliamento di un fuochista, quando il fuochista, arrivato in America, si trova obbligato a fare il minatore.
manca pero' la parte iniziale in wolof cantata da Youssou N'Dour. Il wolof e' sistematicamente discriminato nei siti che riportano i testi delle canzoni...
Peccato che abbiate omesso le parti in greco della canzone! Sono forse le più intense!
Stormur 13/1/2015 - 02:05
... e forse si sarebbe anche potuto citare il rifacimento di questa canzone da parte dei Rotting Christ, assieme alla Galàs, da cui mi pare provenga il testo che riportate.
Chanson française – Pour me rendre à mon bureau – Jean Boyer – 1943
Version complète : Interprétation Georges Tabet – 1943
Notre ami Georges Brassens a certes produit une excellente version de cette chanson de Jean Boyer. Mais...
Cela ne se discute pas, dit Lucien l'âne en ouvrant des yeux plus grands que le ventre.
Mais cependant, Lucien l'âne mon ami, la version de Tonton Georges n'est pas complète. Il l'a raccourcie d'un couplet ; le dernier. Peut-être trouvait-il la fin de la chanson originale un peu, comment dire, triviale. D'un autre côté, il semblerait bien qu'elle – la version originale – ait été interprétée en 1943 par Georges Tabet. Ce sont là deux rectifications qu'il me faut apporter à ce qui en est dit dans les Chansons contre la Guerre. Je le fais d'autant plus volontiers que ce qui en était dit, était dit par moi.