The Only Life You Have
[2014]
Parole e musica di Justin “J” Capaldi e Kristen Falso
Nell’album intitolato “Things That Are Not”
Il video che accompagna questa canzone è stato girato al Vietnam Memorial, al Korean Memorial e al World War Two Memorial in Washington DC.
Parole e musica di Justin “J” Capaldi e Kristen Falso
Nell’album intitolato “Things That Are Not”
Il video che accompagna questa canzone è stato girato al Vietnam Memorial, al Korean Memorial e al World War Two Memorial in Washington DC.
When you tried to grow up
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/9/2014 - 21:01
The Negro Speaks of Rivers
[1920]
Versi di Langston Hughes, nella raccolta intitolata “The Weary Blues”, pubblicata nel 1926.
Molti compositori si sono cimentati con questa poesia, prima fra tutti, nel 1942, Margaret Bonds (1913-1972), compositrice e pianista afroamericana che collaborò spesso con Hughes.
Una poesia che Hughes scrisse a 17 anni mentre il treno su cui viaggiava attraversava il Mississippi.
E’ dedicata a William Edward Burghardt Du Bois (1868-1963) attivista, storico, saggista, editore e poeta statunitense, di padre bianco e di madre nera ma proveniente da una delle poche comunità di neri liberi esistenti negli USA prima della guerra civile. Antirazzista, pacifista e comunista, W. E. B. Du Bois fu a lungo perseguitato dal governo USA che nel 1961, essendosi lui recato in Ghana su invito del presidente Nkrumah, non gli rinnovò il passaporto per il rientro. Du Bois e la moglie divennero cittadini ghanesi e lui morì ad Accra poco tempo dopo, nell’agosto del 1963.
Versi di Langston Hughes, nella raccolta intitolata “The Weary Blues”, pubblicata nel 1926.
Molti compositori si sono cimentati con questa poesia, prima fra tutti, nel 1942, Margaret Bonds (1913-1972), compositrice e pianista afroamericana che collaborò spesso con Hughes.
Una poesia che Hughes scrisse a 17 anni mentre il treno su cui viaggiava attraversava il Mississippi.
E’ dedicata a William Edward Burghardt Du Bois (1868-1963) attivista, storico, saggista, editore e poeta statunitense, di padre bianco e di madre nera ma proveniente da una delle poche comunità di neri liberi esistenti negli USA prima della guerra civile. Antirazzista, pacifista e comunista, W. E. B. Du Bois fu a lungo perseguitato dal governo USA che nel 1961, essendosi lui recato in Ghana su invito del presidente Nkrumah, non gli rinnovò il passaporto per il rientro. Du Bois e la moglie divennero cittadini ghanesi e lui morì ad Accra poco tempo dopo, nell’agosto del 1963.
I’ve known rivers:
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/9/2014 - 20:32
L'Internationale
Solo mezz'ora fa ho tolto il cellophane da un libro che dormiva da sette od otto mesi su un ripiano, e ne ho lette finora solo le due pagine di introduzione. E questo ho letto:
"Cento e cinquanta anni fa, quel sogno diventò un inno: l'Internazionale, che poi è risuonato in ogni parte del mondo e che era nato tra queste montagne e in queste valli intorno al Macigno Bianco, dove si svolge la nostra storia. Anche se l'autore delle parole è un certo Pierre Degeyter, di nazionalità francese: la musica, nella sua parte essenziale, esisteva prima delle parole ed era un inno alle Alpi. Era una «marcia per banda» del maestro Vincenzo Petrali, e si intitolava Orobia. Come abbia poi fatto l'inno delle Alpi a diventare l'inno del genere umano («E' la lotta finale:| Uniamoci, e domani | L'Internazionale | Sarà il genere umano») resterà un mistero, che nessuno probabilmente potrà mai spiegare. La musica,... (continuer)
"Cento e cinquanta anni fa, quel sogno diventò un inno: l'Internazionale, che poi è risuonato in ogni parte del mondo e che era nato tra queste montagne e in queste valli intorno al Macigno Bianco, dove si svolge la nostra storia. Anche se l'autore delle parole è un certo Pierre Degeyter, di nazionalità francese: la musica, nella sua parte essenziale, esisteva prima delle parole ed era un inno alle Alpi. Era una «marcia per banda» del maestro Vincenzo Petrali, e si intitolava Orobia. Come abbia poi fatto l'inno delle Alpi a diventare l'inno del genere umano («E' la lotta finale:| Uniamoci, e domani | L'Internazionale | Sarà il genere umano») resterà un mistero, che nessuno probabilmente potrà mai spiegare. La musica,... (continuer)
Gian Piero Testa 14/9/2014 - 15:15
La pianura dei sette fratelli
LA EBENAĴO DE LA SEP FRATOJ
(continuer)
(continuer)
envoyé par ZugNachPankow 14/9/2014 - 00:58
Him
Album: It's Not Me, It's You (2009)
Il fanatismo religioso non è cosa nuova, e molti sono già morti e hanno ucciso in nome di Dio, ben prima dell'11 settembre 2001.
Il fanatismo religioso non è cosa nuova, e molti sono già morti e hanno ucciso in nome di Dio, ben prima dell'11 settembre 2001.
Would you please take me away from this place?
(continuer)
(continuer)
13/9/2014 - 23:57
Parcours:
11 septembre: terrorisme à New York
Una storia senza onore né gloria
L'ultima è una balla, un colossale falso storico individuato e smentito proprio dal sottoscritto, con l'aiuto della dr. Ratti. Se ne è occupato anche lo storico e giornalista Marzo Magno: http://www.linkiesta.it/trieste-wikipedia
Bella roba l'Italia, che a distanza di 100 anni ha ancora bisogno di inventare falsi storici su personaggi storici nati due secoli fa per giustificare l'occupazione di terre che non hanno mai voluto far parte dell'Italia e che per la parte di cittadini originali scampati alle pulizie etniche ed alle emigrazioni coloniali, ancora non la vuole.
Lei non dovrebbe scrivere qui, è solo un povero nazionalista italiano. Tenga presente che l'unica guerra fatta dalla vecchia Austria negli ultimi due secoli della sua esistenza fu quella in Bosnia, su mandato degli Stati del Congresso di Berlino. L'Austria non era entrata in Italia tramite guerre, semmai l'aiutò a liberarsi... (continuer)
Bella roba l'Italia, che a distanza di 100 anni ha ancora bisogno di inventare falsi storici su personaggi storici nati due secoli fa per giustificare l'occupazione di terre che non hanno mai voluto far parte dell'Italia e che per la parte di cittadini originali scampati alle pulizie etniche ed alle emigrazioni coloniali, ancora non la vuole.
Lei non dovrebbe scrivere qui, è solo un povero nazionalista italiano. Tenga presente che l'unica guerra fatta dalla vecchia Austria negli ultimi due secoli della sua esistenza fu quella in Bosnia, su mandato degli Stati del Congresso di Berlino. L'Austria non era entrata in Italia tramite guerre, semmai l'aiutò a liberarsi... (continuer)
Sandi Stark 13/9/2014 - 18:30
Boeing 737
(2011)
Album: Smart Flesh
I think the song is contrasting two methods to find "heaven" and inspire others. The tightrope walker does something peaceful and wonderful to achieve heaven and inspire (see above comment about Petit's tightrope walk); whereas the "prophets" (terrorists) do something violent and awful. The narrator seems to be in the bar trying to figure out his own way to achieve heaven ("I was in a bar when they rigged the towers/Trying to leave all my sins"). He seems to want to emulate the tightrope walker, but his thoughts are interrupted by the bold entrance of the prophets. That is, often our attempts to better ourselves are interrupted or stymied by the violent actions of others. This is corroborated by the fact that most people will have to google Philippe Petit's name to get the reference to his tightrope walk between the twin towers, but almost everyone probably thought... (continuer)
Album: Smart Flesh
I think the song is contrasting two methods to find "heaven" and inspire others. The tightrope walker does something peaceful and wonderful to achieve heaven and inspire (see above comment about Petit's tightrope walk); whereas the "prophets" (terrorists) do something violent and awful. The narrator seems to be in the bar trying to figure out his own way to achieve heaven ("I was in a bar when they rigged the towers/Trying to leave all my sins"). He seems to want to emulate the tightrope walker, but his thoughts are interrupted by the bold entrance of the prophets. That is, often our attempts to better ourselves are interrupted or stymied by the violent actions of others. This is corroborated by the fact that most people will have to google Philippe Petit's name to get the reference to his tightrope walk between the twin towers, but almost everyone probably thought... (continuer)
I was in the air when the towers came down
(continuer)
(continuer)
13/9/2014 - 14:35
Parcours:
11 septembre: terrorisme à New York
Lamento di Marinetta per la morte di Masaniello suo marito
anonyme
[1647]
Cantata in stile recitativo che viene attribuita a Francesco Melosio (Città della Pieve, Perugia, 1609-1670) poeta e magistrato italiano, ma che egli certamente trasse da una o più cantate forse opera del grande compositore ed insegnante napoletano Francesco Provenzale (1624-1704), il quale potrebbe averne composto testo e musica.
Per questa difficoltà di attribuzione il “Lamento di Marinetta” viene solitamente indicato come di autore anonimo.
Nel repertorio, per esempio, del grande tenore, sopranista, attore e chitarrista Pino De Vittorio, che l’ha inclusa nel suo “Il canto della Sirena. Cantate napoletane dell’Età Barocca”, con l’ensemble di musica antica I Turchini di Antonio Florio. Riproduco il testo dal libretto del disco.
Sulla rivoluzione di Masaniello si vedano 'O cunto 'e Masaniello e 'A mugliera 'e Masaniello
Cantata in stile recitativo che viene attribuita a Francesco Melosio (Città della Pieve, Perugia, 1609-1670) poeta e magistrato italiano, ma che egli certamente trasse da una o più cantate forse opera del grande compositore ed insegnante napoletano Francesco Provenzale (1624-1704), il quale potrebbe averne composto testo e musica.
Per questa difficoltà di attribuzione il “Lamento di Marinetta” viene solitamente indicato come di autore anonimo.
Nel repertorio, per esempio, del grande tenore, sopranista, attore e chitarrista Pino De Vittorio, che l’ha inclusa nel suo “Il canto della Sirena. Cantate napoletane dell’Età Barocca”, con l’ensemble di musica antica I Turchini di Antonio Florio. Riproduco il testo dal libretto del disco.
Sulla rivoluzione di Masaniello si vedano 'O cunto 'e Masaniello e 'A mugliera 'e Masaniello
Correa l’ottavo giorno dal dì che sotto insopportabil soma lo cavallo di Napoli Fedele da ben mille ragazzi stimolato si pose a tirar calci com’un mulo arrabbiato, e parea volesse dire col feroce nitrire, che fedel la città più non vivea. Perché pagand’ ogn’ hor nuove gabelle all’ingordigia hispana s’era fatta pagana, e ch’ei magro, e distrutto com’uno storione, forzato al fin saria di lasciar la sua testa in pescaria. Né molto andò, che fu dal popol tutto chiamato per sua testa, e suo signore, Aniello il Pescatore, che se prendea si ben l’humor d’ognuno è forza ch’io lo nomini, un pescator degl’huomini. Marinetta di lui fida consorte, ch’in questo novo gioco sperava trionfando a poco a poco, poter di fante diventar regina, per più d’un fido messo spiarne ogni minuto evento, quando, ahi pen... (continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/9/2014 - 14:09
Gallo rojo, gallo negro
Keeps the music and the feeling... Its written during greek hunta and dedicated to Nikos Bellogiannis, a greek communist which executed as soviet spy (he wasn't) after the Greek Civil War. The title means "In memory (Oh my carnation) "
stixoi.
Στίχοι: Βαγγέλης Γκούφας
Μουσική: Αργύρης Κουνάδης
Ελένη Βιτάλη
Lyrics by Vangelis Goufas
Music by Argyris Kounadis
1st performed by Eleni Vitali
stixoi.
Στίχοι: Βαγγέλης Γκούφας
Μουσική: Αργύρης Κουνάδης
Ελένη Βιτάλη
Lyrics by Vangelis Goufas
Music by Argyris Kounadis
1st performed by Eleni Vitali
ΕΙΣ ΜΝΗΜΟΣΥΝΟΝ (ΆΙ, ΓΑΡΟΥΦΑΛΛΟ ΜΟΥ)
(continuer)
(continuer)
envoyé par Kakos Lykos 13/9/2014 - 14:04
Fimmine fimmine
anonyme
Concordo da testimonianze dirette, con Roberta. Naturalmente la grande dignità di queste donne e il bisogno di proteggere il proprio lavoro, esigevano di nascondere questa realtà. ..
13/9/2014 - 11:17
30 giugno 2011
Ho ascoltato per la prima volta la canzone della rivista Internazionale e mi sono commossa a tal punto che l'ho risen. tita e cantata con l'autore più volte fino ad ora.
Ortensiola 13/9/2014 - 06:24
Sera di Pasqua
Chanson italienne – Sera di Pasqua - Eugenio Montale - 18 avril 1975
Vers d'Eugenio Montale, dans le recueil « Cahier de quatre ans » publié en 1977.
Musique de Altera,
Vers d'Eugenio Montale, dans le recueil « Cahier de quatre ans » publié en 1977.
Musique de Altera,
SOIRÉE DE PÂQUES
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/9/2014 - 20:48
Sacco e Vanzetti
Vampo - Pensiero
"Sono scarse le notizie sul tenore italiano Raoul Romito, che incise un certo numero di dischi per la casa Columbia tra gli anni 10 e 20. Pare che egli sia emigrato negli Stati Uniti negli anni 20, forse per cause politiche, come fa sospettare il fatto che abbia inciso alcuni canti della tradizione anarchica. I dischi restituiscono una voce popolaresca, ma piena, maschia, di un piacevole colorito scuro, in cui è evidente limitazione dell'allora celeberrimo Enrico Caruso."
(TodOpera)
(TodOpera)
Bernart Bartleby 12/9/2014 - 13:31
In ogni lingua di questo mondo
Antiwar Songs Blog
”In ogni lingua di questo mondo”: Termina oggi la ristrutturazione e la traduzione integrale in italiano delle Ballads of Sacco and Vanzetti di Woody Guthrie. Le undici ballate, più la dodicesima, (Sacco’s Letter To His Son), musicata e cantata nel 1951 da Pete Seeger, erano già state inserite nel sito nel 2006; ma, a […]
Antiwar Songs Staff 2014-09-12 12:53:00
Pain
[Febbraio 1917]
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, ho trovato un video su YouTube in cui il testo di questa splendida e feroce poesia – accompagnato da un’altra canzone - è associato ad immagini della prima e della seconda guerra mondiale come pure delle guerre americane in Iraq e Afghanistan…
Ivor Gurney scrisse questo nerissimo sonetto dedicandolo al poeta Rupert Brooke (1887-1915), un entusiasta della guerra partito subito come volontario nella Royal Navy, ma che non era stato nemmeno sfiorato dall’orrore giacchè era morto di una brutta setticemia già nell’aprile del 1915.
I versi di “Pain” sono una delle fotografie più feroci della Grande Guerra che un poeta ci abbia mai dato: in un crescendo di orrore si concludono con l’associazione allitterante tra “gun” e “God” e con l’eco delle feroci bestemmie degli uomini, increduli di fronte alla totale assenza di Dio…
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, ho trovato un video su YouTube in cui il testo di questa splendida e feroce poesia – accompagnato da un’altra canzone - è associato ad immagini della prima e della seconda guerra mondiale come pure delle guerre americane in Iraq e Afghanistan…
Ivor Gurney scrisse questo nerissimo sonetto dedicandolo al poeta Rupert Brooke (1887-1915), un entusiasta della guerra partito subito come volontario nella Royal Navy, ma che non era stato nemmeno sfiorato dall’orrore giacchè era morto di una brutta setticemia già nell’aprile del 1915.
I versi di “Pain” sono una delle fotografie più feroci della Grande Guerra che un poeta ci abbia mai dato: in un crescendo di orrore si concludono con l’associazione allitterante tra “gun” e “God” e con l’eco delle feroci bestemmie degli uomini, increduli di fronte alla totale assenza di Dio…
Pain, pain continual; pain unending;
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 11:50
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Bach and the Sentry
[Ottobre/Novembre 1916]
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, la poesia parla dei “Preludi” di Bach ed il poeta si chiede se saprà ancora suonarli al suo ritorno o se i rumori e gli orrori della guerra, ormai interiorizzati, glielo impediranno…
C’è al proposito un aneddoto che Gurney amava raccontare: un giorno, sprofondato nella solita trincea, sentì un bel canto provenire dalla linea nemica e così, rischiando la vita, Gurney si sporse dal parapetto gridando, “Cantaci Strauss!”
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, la poesia parla dei “Preludi” di Bach ed il poeta si chiede se saprà ancora suonarli al suo ritorno o se i rumori e gli orrori della guerra, ormai interiorizzati, glielo impediranno…
C’è al proposito un aneddoto che Gurney amava raccontare: un giorno, sprofondato nella solita trincea, sentì un bel canto provenire dalla linea nemica e così, rischiando la vita, Gurney si sporse dal parapetto gridando, “Cantaci Strauss!”
Watching the dark my spirit rose in flood
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 11:14
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
The Trumpet
[1917]
Versi di Edward Thomas(1878-1917), poeta e scrittore gallese, caduto in Francia il 9 aprile 1917 nel primo giorno della battaglia di Arras.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta. Dal ciclo di canzoni intitolato “Lights Out”, 1926.
La tromba dell’adunata mattutina strappa i soldati ai loro sogni e improvvisamente il mondo non è più quello pieno di vita, di amore e di mistero ma una terra sconquassata dal quotidiano orrore della guerra…
Versi di Edward Thomas(1878-1917), poeta e scrittore gallese, caduto in Francia il 9 aprile 1917 nel primo giorno della battaglia di Arras.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta. Dal ciclo di canzoni intitolato “Lights Out”, 1926.
La tromba dell’adunata mattutina strappa i soldati ai loro sogni e improvvisamente il mondo non è più quello pieno di vita, di amore e di mistero ma una terra sconquassata dal quotidiano orrore della guerra…
Rise up, rise up,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 10:15
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
In Flanders
[1915]
Versi di Frederick William Harvey (1888-1957), amico di Ivor Gurney e come lui originario del Gloucestershire, come lui poeta e come lui soldato nelle trincee di Francia.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta.
Una poesia sulla profonda nostalgia di casa, delle colline del Gloucestershire, mentre il poeta è sprofondato in una trincea nelle Fiandre, come in un enorme, orrida prigione brulicante di uomini…
Versi di Frederick William Harvey (1888-1957), amico di Ivor Gurney e come lui originario del Gloucestershire, come lui poeta e come lui soldato nelle trincee di Francia.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta.
Una poesia sulla profonda nostalgia di casa, delle colline del Gloucestershire, mentre il poeta è sprofondato in una trincea nelle Fiandre, come in un enorme, orrida prigione brulicante di uomini…
I'm homesick for my hills again -
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:43
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Requiem
[1916]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta “Severn and Somme” pubblicata nel 1917
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.
“Severn and Somme” è la prima raccolta di Ivor Gurney, che proprio nelle trincee della Somme, in Piccardia (ma con il cuore al fiume Severn della sua natale Gloucester), si scoprì poeta. Nell’aprile del 1917 venne ferito ma poi fu rimandato in prima linea dove continuò a comporre febbrilmente. Nel settembre successivo, quando “Severn and Somme” era stata completata e Gurney aveva già trovato un editore, il poeta-soldato fu vittima di un attacco col gas e rimase per lungo tempo ricoverato ad Edimburgo. La sua salute mentale, già provata da un periodo di depressione subìto in giovinezza, fu definitivamente compromessa e negli anni successivi Ivor Gurney entrò e uscì continuamente dagli ospedali psichiatrici.
Morì il... (continuer)
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta “Severn and Somme” pubblicata nel 1917
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.
“Severn and Somme” è la prima raccolta di Ivor Gurney, che proprio nelle trincee della Somme, in Piccardia (ma con il cuore al fiume Severn della sua natale Gloucester), si scoprì poeta. Nell’aprile del 1917 venne ferito ma poi fu rimandato in prima linea dove continuò a comporre febbrilmente. Nel settembre successivo, quando “Severn and Somme” era stata completata e Gurney aveva già trovato un editore, il poeta-soldato fu vittima di un attacco col gas e rimase per lungo tempo ricoverato ad Edimburgo. La sua salute mentale, già provata da un periodo di depressione subìto in giovinezza, fu definitivamente compromessa e negli anni successivi Ivor Gurney entrò e uscì continuamente dagli ospedali psichiatrici.
Morì il... (continuer)
Pour out your light, O stars, and do not hold
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:02
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
If This Is Goodbye
Album: "All the Roadrunning" - Mark Knopfler & Emmylou Harris (2006)
The mobile phone has inserted itself into every crevice of our daily lives. Now, in catastrophe, if there is time enough, it is there in our dying moments. All through Thursday we heard from the bereaved how they took those last calls. Whatever the immediate circumstances, what was striking was what they had in common. A new technology has shown us an ancient, human universal.
A San Francisco husband slept through his wife's call from the World Trade Centre. The tower was burning around her, and she was speaking on her mobile phone. She left her last message to him on the answering machine. A TV station played it to us, while it showed the husband standing there listening. Somehow, he was able to bear hearing it again.We heard her tell him through her sobbing that there was no escape for her. The building was on fire... (continuer)
The mobile phone has inserted itself into every crevice of our daily lives. Now, in catastrophe, if there is time enough, it is there in our dying moments. All through Thursday we heard from the bereaved how they took those last calls. Whatever the immediate circumstances, what was striking was what they had in common. A new technology has shown us an ancient, human universal.
A San Francisco husband slept through his wife's call from the World Trade Centre. The tower was burning around her, and she was speaking on her mobile phone. She left her last message to him on the answering machine. A TV station played it to us, while it showed the husband standing there listening. Somehow, he was able to bear hearing it again.We heard her tell him through her sobbing that there was no escape for her. The building was on fire... (continuer)
My famous last words
(continuer)
(continuer)
11/9/2014 - 22:08
Dremong
Chanson italienne – Dremong – Max Manfredi – 2014
« Dremong » l'ours tibétain, totem de l'album, est un être inquiet et inquiétant au caractère – traditionnellement – mauvais et qui tend souvent à se dresser debout sur ses pattes, semblable aux humains, jusqu'à donner origine, selon certains, aux légendes du Yeti, l'Abominable Homme des Neiges. Un ours imprenable qui habite les altitudes et les solitudes himalayennes, et de temps en temps se montre aux humains…
De maxmanfredi.com
*
Dremong est une étrange chanson, mon ami Lucien l'âne. Elle parle de ce personnage fantasmagorique et même, surtout, phantasmaphorique qui peut être parfois et par ici, le loup, loup-garou ou tout autant, selon les endroits, l'ours. En tous cas, un animal anthropomorphe. Il déambule ailleurs sous mille formes et au Tibet, sous l'inquiétante stature du Yéti, communément appelé l'Abominable Homme des Neiges.... (continuer)
« Dremong » l'ours tibétain, totem de l'album, est un être inquiet et inquiétant au caractère – traditionnellement – mauvais et qui tend souvent à se dresser debout sur ses pattes, semblable aux humains, jusqu'à donner origine, selon certains, aux légendes du Yeti, l'Abominable Homme des Neiges. Un ours imprenable qui habite les altitudes et les solitudes himalayennes, et de temps en temps se montre aux humains…
De maxmanfredi.com
*
Dremong est une étrange chanson, mon ami Lucien l'âne. Elle parle de ce personnage fantasmagorique et même, surtout, phantasmaphorique qui peut être parfois et par ici, le loup, loup-garou ou tout autant, selon les endroits, l'ours. En tous cas, un animal anthropomorphe. Il déambule ailleurs sous mille formes et au Tibet, sous l'inquiétante stature du Yéti, communément appelé l'Abominable Homme des Neiges.... (continuer)
DREMONG
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 11/9/2014 - 19:03
Chile herido
Ho riascoltato questa canzone e mi sono accorto che dice "su tierra" e non "su patria" (già corretto anche nella traduzione italiana) e anche "el mañana" e non "la mañana", quindi dovrebbe essere "il domani" e non "il mattino", giusto?
Lorenzo 11/9/2014 - 16:42
21st Century Schizoid Man
21ST CENTURY SCHIZOID MAN
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Zanetti 11/9/2014 - 16:33
Horror Follows Horror
[1918?]
Versi di Ivor Gurney, inediti fino al 1954 quando furono pubblicati in “Poems by Ivor Gurney: Principally Selected from Unpublished Manuscripts”
Musica per baritono e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese, nella sua raccolta intitolata “Of Fire and Dew: 21 songs”, 1998.
Una poesia che mi ha immediatamente ricordato Marlon Brando/Colonnello Kurtz in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola: “Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore ha un volto e bisogna essere amici dell'orrore. L'orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere. Sono i veri nemici...
L’orrore… l’orrore….”
Versi di Ivor Gurney, inediti fino al 1954 quando furono pubblicati in “Poems by Ivor Gurney: Principally Selected from Unpublished Manuscripts”
Musica per baritono e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese, nella sua raccolta intitolata “Of Fire and Dew: 21 songs”, 1998.
Una poesia che mi ha immediatamente ricordato Marlon Brando/Colonnello Kurtz in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola: “Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore ha un volto e bisogna essere amici dell'orrore. L'orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere. Sono i veri nemici...
L’orrore… l’orrore….”
Horror follows horror within me
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 11/9/2014 - 15:10
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
From Omiecourt
[1918]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta intitolata “War’s Embers” pubblicata nel 1919
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.
Nella poetica di Gurney – che la Grande Guerra uccise molto tempo dopo la sua conclusione, nel 1937, dopo oltre 15 anni di continui ricoveri in ospedali psichiatrici – la guerra ed i suoi orrori non disumanizzano mai i protagonisti, nemmeno il nemico, e ciò che tiene in vita il soldato non sono certo il patriottismo, l’odio e la violenza, piuttosto le “small dear things” che dalle terre del conflitto – i muri crollati della case distrutte, i tetti sconquassati dai bombardamenti… – rimandano ai ricordi di casa: i tetti rossi, i covoni di grano dorato, i frutteti, il fiume Severn che tranquillo scorre bagnando Gloucester, la città natale del poeta…
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta intitolata “War’s Embers” pubblicata nel 1919
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.
Nella poetica di Gurney – che la Grande Guerra uccise molto tempo dopo la sua conclusione, nel 1937, dopo oltre 15 anni di continui ricoveri in ospedali psichiatrici – la guerra ed i suoi orrori non disumanizzano mai i protagonisti, nemmeno il nemico, e ciò che tiene in vita il soldato non sono certo il patriottismo, l’odio e la violenza, piuttosto le “small dear things” che dalle terre del conflitto – i muri crollati della case distrutte, i tetti sconquassati dai bombardamenti… – rimandano ai ricordi di casa: i tetti rossi, i covoni di grano dorato, i frutteti, il fiume Severn che tranquillo scorre bagnando Gloucester, la città natale del poeta…
O small dear things for which we fight -
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 11/9/2014 - 14:28
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
Pleure pas
(1984)
Pubblicata su 45 giri nel 1984 e poi nell'album dal vivo "Piano Public" del 1986
Pubblicata su 45 giri nel 1984 e poi nell'album dal vivo "Piano Public" del 1986
Y'a du soleil dans les ruelles
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envoyé par Romain Didier, Catherine Petit 11/9/2014 - 14:15
Storia dell'orso Bruno
Daniza.
Così saranno contenti, ora: il pericolo pubblico è stato eliminato, con tutti quanti i protocolli di ordinanza. Possono tornare a avere i loro boschi-zoo, i loro intelligentissimi fungaioli, i loro leghisti di merda, le loro mele del cazzo superstrombazzate e col bollino e le loro pecore-simbolo. Tutti dobbiamo essere brave pecorine d'allevamento, e all'orso o al lupo cattivo ci pensano loro. Solo loro hanno il diritto di sfruttarti e macellarti a loro piacimento.
Perché agiscono, loro, nella legalità.
Un giorno sparano a un ragazzo perché sta sopra un motorino che non si è fermato all'alt, e quindi è automaticamente passibile di esecuzione immediata, sul posto. Dopo l'esecuzione, eccoli tutti a difendere il loro sbirro, a dire che un bravo ragazzo non sta "in giro di notte", a insultarlo, a dire che la vera vittima sarebbe il carabiniere.
Un altro giorno sparano l'anestetico... (continuer)
Così saranno contenti, ora: il pericolo pubblico è stato eliminato, con tutti quanti i protocolli di ordinanza. Possono tornare a avere i loro boschi-zoo, i loro intelligentissimi fungaioli, i loro leghisti di merda, le loro mele del cazzo superstrombazzate e col bollino e le loro pecore-simbolo. Tutti dobbiamo essere brave pecorine d'allevamento, e all'orso o al lupo cattivo ci pensano loro. Solo loro hanno il diritto di sfruttarti e macellarti a loro piacimento.
Perché agiscono, loro, nella legalità.
Un giorno sparano a un ragazzo perché sta sopra un motorino che non si è fermato all'alt, e quindi è automaticamente passibile di esecuzione immediata, sul posto. Dopo l'esecuzione, eccoli tutti a difendere il loro sbirro, a dire che un bravo ragazzo non sta "in giro di notte", a insultarlo, a dire che la vera vittima sarebbe il carabiniere.
Un altro giorno sparano l'anestetico... (continuer)
CCG/AWS Staff 11/9/2014 - 13:54
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SARA CHE NON VOLEVA MORIRE...
(Gianni Sartori)
Ci sono storie che insegui inconsapevolmente per anni, o forse sono quelle storie che ti inseguono...
Una prima volta ne avevo sentito parlare circa trenta anni fa. Un giro in bici, una sosta nella piazzetta di un paese mai visto prima, un casuale incontro con un'anziana che aveva assistito ai fatti di persona. Mi parlò di un evento all'epoca poco conosciuto (“obliterato”), su cui poco pietosamente veniva steso un velo di silenzio: la deportazione in una antica villa padronale di Vò Vecchio (Villa Contarini-Venier) di un gruppo di ebrei rastrellati nel Ghetto di Padova (dicembre 1943). E mi accennò ad un episodio ancora più inquietante, il tentativo di una bambina (forse spinta dalla madre) di nascondersi in una barchessa per evitare la definitiva deportazione (luglio 1944).
Qualche... (continuer)