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Mirrina

Mirrina
Canto popolare di mietitura e battitura ripreso magistralmente da Rosa Balistreri in un suo disco del 1972 che prende il titolo proprio da un verso di questa canzone, “Amore, tu lo sai, la vita è amara”.

Sappiamo che “Mirrina” è nome di origine greca, quello di una delle protagoniste della commedia “Lisistrata” di Aristofane, le donne che attuarono lo sciopero del sesso per costringere i loro uomini a non andare più in guerra… Ma qui Mirrina ha un altro significato (forse dal latino verinus, vite, o arnese per forare, con riferimento al girare sempre nello stesso senso), è il nome dato alle bestie, ai muli, un tempo utilizzati per la battitura del grano, come descritto da Filippo Miccichè nei suoi commenti al video che ho riportato:

“Canto della trebbiatura del grano con gli animali prima dell’avvento delle macchine (pisatura). Con acqua e paglia veniva costruita l’aia circolare con un... (continuer)
Ah, ccà! Mirrina e reggiti a lu ventu
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/8/2014 - 14:11
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Io vorrei

Io vorrei
[2003?]
Parole e musica di Giovanna Marini.
Nell’album intitolato “Buongiorno e buonasera” (2003) e poi anche in “La torre di Babele” (2007), cantata per le voci di Patrizia Bovi, Francesca Breschi, Giovanna Marini, Patrizia Nasini.
Io vorrei che Dio tornasse a… a
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/8/2014 - 13:05
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L'uomo ha attraversato la pianura

L'uomo ha attraversato la pianura
[2007]
Parole e musica di Giovanna Marini.
La canzone che apre il disco intitolato “La torre di Babele”

Il testo potrebbe non essere corretto perché in verità non mi è riuscito di trovare quello originale in italiano, sicché ne ho fatto una traduzione da quello francese reperito qui.

Le court morceau qui ouvre la cantate, “L’uomo ha attraversato la pianura”, et constitue une bonne introduction à l’atmosphère générale de la composition, est une réinterprétation pour quatre
voix et guitare d’une pièce tirée de “Correvano coi carri” (Dischi del sole, 1979), intitulée “L’uomo che di notte si è svegliato” – à l’origine, cette pièce devait faire partie d’une ballade, demeurée inachevée, à laquelle Giovanna Marini avait commencé à travailler avec Pier Paolo Pasolini, Il Processo.
(dal sito della Cité de la musique di Parigi)

Il breve brano che apre la cantata, “L’uomo ha attraversato la pianura”,... (continuer)
L'uomo ha attraversato la pianura
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/8/2014 - 11:15
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Il Passatore

Il Passatore
[secondo dopoguerra]
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).

Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continuer)
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:10
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Το τραγούδι της φωτιάς

Το τραγούδι της φωτιάς
To tragoúdi tis fotiás
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Μάνος Χατζιδάκις
Πρώτη έκτελεση: Παιδική Χορωδία των Ανακτόρων
Δίσκος 45 στροφών, 1963

Testo di Nikos Gatsos
Musica di Manos Hatzidakis
Prima esecuzione: Coro Infantile di Anaktora
Disco 45 giri: 1963


Una canzone "peace and love" dei grandi Manos Hatzidakis e Nikos Gatsos. Anno 1963. Allora come ora, grande era l'illusione. (gpt)
Λυγερό κυπαρίσσι θα φυτέψω βαθιά στο χώμα
(continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 20/8/2014 - 21:33
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Questa è la fine

Questa è la fine
Dall’album “Rossofuoco” del 2002.

Una versione molto personale di The End dei Doors, tanto personale da meritare una pagina a sé, se non altro per i versi “Chiudi gli occhi amore, non c’è niente da vedere qui, sugli schermi solo noia, pioggia di missili su Gaza e qualche faccia da troia” e “Questa è la fine, quella fine che altrove hanno già visto arrivare e io qui a prendermi il lusso di morire d’amore…”
Questa è la fine
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 20:43
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La bomba in testa

La bomba in testa
[1973]
Parole di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio De André e Nicola Piovani
Nel disco “Storia di un impiegato”

Direi non soltanto perché è l' “introduzione”, o l'antefatto, del “Bombarolo”. Si tratta di una canzone che rappresenta, probabilmente, la presa di coscienza di un'intera generazione a contatto con gli avvenimenti del Maggio francese; una generazione fino a allora statica, uscita dagli anni del “boom”, inserita nei miti borghesi e piccolo-borghesi (il lavoro, la famiglia) ma comunque piena di inquietudini e insoddisfazioni. Non a caso il protagonista dell'album è un trentenne: di età leggermente superiore ai ragazzi che “lottavano così come si gioca”, ancora giovane ma già inquadrato sui binari della “vita adulta”. Ci sarebbe da ragionare sul fatto della costante identificazione della “vita adulta”, ora come allora, con i parametri borghesi; ripensandoci,... (continuer)
... e io contavo i denti ai francobolli
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:22
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Canzone per l’estate

Canzone per l’estate
[1974]
Parole di Fabrizio De André con Francesco De Gregori
Musica di Francesco De Gregori.
Nell’album di Faber intitolato semplicemente “Volume 8” pubblicato nel 1975.
Ripresa da De Gregori, con alcune piccole modifiche, parecchi anni dopo, nell’album “Amore nel pomeriggio” del 2001.
Interpretata anche da Edoardo Bennato in "Faber Amico Fragile Genova 12/03/00 Tributo a Fabrizio De André"




Quando ho riletto il testo di questa canzone mi è sembrata una versione solo più pacata ma altrettanto feroce e corrosiva della Canzone del Maggio, gogna di benpensanti e vigliacchi...
E alcuni versi ne fanno, secondo me, una candidata alle CCG/AWS, o quanto meno un Extra, uno su tutti, “con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale che sembra vera”...
Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:01
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Eminence Front

Eminence Front
[1982]
Scritta da Pete Townshend.
Nell’album de The Who intitolato “It's Hard”.
The 1 shines
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 16:06
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Dormi e vola

Dormi e vola
[1982]
Nel disco intitolato “La casa di Icaro”, pubblicato nel 1993.
Scritta da Giampiero Mazzone

Un brano scritto quasi di getto nel 1982. Appare come una ninna nanna dedicata ai bambini, ma in realtà è dedicata anche agli adulti: il rifugio nel sogno in cui si può realizzare un’esistenza desiderata contro il cinismo, l’indifferenza e la miseria imperanti. Un attaccamento alla vita, alla gioia di vivere e la constatazione amara di quanto il cammino sia in salita e pieno di tornanti.
Dormi gioia dormi figghiu
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 15:44

Oh! maritu meu

Oh! maritu meu
Testo e musica di Giuseppe Cordigliani
Interpretata dal gruppo “L’Ursupanaru” (“lupo mannaro”, in dialetto sabino), gruppo folk nato nel 2008 a Marcellina, provincia di Roma.
Dal loro album d’esordio del 2012 intitolato “Ursupanaru”

“Il testo tratta tematiche ricorrenti della vita agli inizi del Novecento: il duro lavoro nei campi, la pastorizia, l’alcolismo e l’emigrazione sono infatti raccontate all’interno di una sorta di dialogo, un botta e risposta tra moglie e marito. Il testo è in dialetto e l’alternanza delle voci maschile e femminile ricorda molto canti tipici della Sabina molto diffusi all’inizio del secolo, i cosiddetti canti all’appennese o alla longa, tipici della zona di Marcellina. Tramandate di padre in figlio queste canzoni sono dei canti di lavoro, che servivano a scandire il ritmo della giornata lavorativa. La particolarità di questi canti sta proprio nelle voci che... (continuer)
Oh! maritu meu arevettene che piove!
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 14:53
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Ciaô Turin

Ciaô Turin
[1949]
Parole di Lampo, pseudonimo di Luigi Lampugnani, attore, piemontese.
C’è che afferma che il testo originale fosse in italiano ma non credo, visto che il titolo è sempre stato in piemontese (come dimostra la locandina d’epoca sotto riportata).
Musica di Carlo Prato (1909-1949) è stato un pianista, compositore e direttore d'orchestra, originario di Susa, provincia di Torino.
Originariamente interpretata da Tino Vailati nell’orchestra di Pippo Barzizza e i Radio Boys.

Ammesso e non concesso che la canzone fosse originariamente in italiano, si ritiene comunemente che la traduzione piemontese sia opera di Gipo Farassino nei primi anni 60, eppure trovo la canzone già interpretata in dialetto per esempio da tal Gianni Cucco nel disco dell’Orchestra Gardino intitolato “Piemonte canta, vol. 1” del 1958. Il che mi conferma nell’opinione che il testo sia stato composto in piemontese - anzi,... (continuer)
Ciaô Turin, mi vadu via,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 14:26
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Una lettera

Una lettera
[1961]
Parole di Maria Monti, che di Gaber era all’epoca compagna.
Musica di Giorgio Gaber
Nel disco d’esordio di Gaber, intitolato semplicemente “Giorgio Gaber”
Mia cara
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 13:25
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Il treno delle sette

Il treno delle sette
[1973]
Parole e musica di Antonello Venditti
Nel disco intitolato “Le cose della vita”
Tra le fabbriche bruciate
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 13:08
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Il nostro giorno (1° Maggio)

Il nostro giorno (1° Maggio)
[1965]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Sul lato B, Lettera dalla Svizzera.
Con l’accompagnamento di Augusto Martelli e la sua Orchestra.
Il 45 giri fu anche offerto in allegato alla rivista settimanale “Bella”.
Un giorno per chi lotta con coraggio
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 12:39
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Lettera dalla Svizzera

Lettera dalla Svizzera
[1965]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Lato B di un singolo dedicato al 1° Maggio.
Con l’accompagnamento di Augusto Martelli e la sua Orchestra.
Il 45 giri fu anche offerto in allegato alla rivista settimanale “Bella”
Poi nella compilation “Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970”.
Ti amo tanto mio dolce cuore
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 12:05

Git Gone!

Git Gone!
[1965]
Lyrics and music by Len Chandler
Testo e musica di Len Chandler



“Veleno di piombo sul muro – Le canzoni del Black Power” è un oramai introvabile libro a cura di Alessandro Portelli edito nel 1969 da Laterza. Introvabile, ma un mio assolutamente caro amico, uno che si è fatto anni di lotta armata, di latitanza, di esilio e di galera, ne ha trovata casualmente una copia in uno “scaffale di libero scambio” in un ospedale fiorentino; e me l'ha consegnata affinché ne facessi buon uso. Cosa che vado a fare, anche perché il libro contiene, interamente commentate e tradotte, trentacinque canzoni dell'epoca del Black Power, ancora più introvabili del libro: tant'è vero, che -pur avendone reperito il video, il testo non si trova in rete e l'ho dovuto copiare di persona. Len Chandler, nato nel 1935, è stato in origine un musicista di formazione classica, laureato alla Columbia University.... (continuer)
Things are in a jam down in Vietnam,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/8/2014 - 11:47
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Giorgio Gaber: La libertà di ridere

Giorgio Gaber: La libertà di ridere
[1967]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Lato B di E allora dai.
Poi nella compilation “Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970.
I bambini chiedono
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/8/2014 - 11:47
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See How the Rain Falls

See How the Rain Falls
[1966]
Lyrics and music by Julius Lester
Testo e musica di Julius Lester
Album: Departures (1967)



“Veleno di piombo sul muro – Le canzoni del Black Power” è un oramai introvabile libro a cura di Alessandro Portelli edito nel 1969 da Laterza. Introvabile, ma un mio assolutamente caro amico, uno che si è fatto anni di lotta armata, di latitanza, di esilio e di galera, ne ha trovata casualmente una copia in uno “scaffale di libero scambio” in un ospedale fiorentino; e me l'ha consegnata affinché ne facessi buon uso. Cosa che vado a fare, anche perché il libro contiene, interamente commentate e tradotte, trentacinque canzoni dell'epoca del Black Power, ancora più introvabili del libro: tant'è vero, che -pur avendone reperito il video, il testo non si trova in rete e l'ho dovuto copiare di persona. Julius Lester, nato nel 1939, è stato un insegnante e pedagogo di colore, un cantautore e... (continuer)
See how the rain falls.
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/8/2014 - 09:30
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Il ritorno

Il ritorno
[2014]
Testo e musica di Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli


La canzone farà parte del prossimo album di Marco Rovelli, in preparazione e senza ancora un titolo definitivo. Così ne parla l'autore nelle note di lavoro:

"Così, si parte: si parte per realizzare un mondo, per costruirlo, affrontando quel che tocca affrontare, perché non si può fare a meno di affrontarlo. E partendo ci si consegna alla distanza. Come quei tanti e tanti migranti con cui ho parlato in questi anni, che magari sono sposati ma non vedono la propria donna da qualche anno. Ma questa distanza è la distanza stessa dell'amore: che altro non è se non un movimento impossibile, un due che non potrà mai farsi uno ma che pure è un uno (un uno incrinato, un uno assente a se stesso). Si deve sempre ritornare, perché siamo sempre nella partenza. E il ritorno, in realtà, non... (continuer)
Costruire un mondo con le mie braccia
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/8/2014 - 09:12
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Hey Blue Eyes

Hey Blue Eyes
From "American Beauty" a special Record Store Day 12″ vinyl EP (2014)

“Hey Blue Eyes” rounds out the EP with one of my darkest political songs. Written during the Bush years, it’s a metaphor for the house of horrors our government’s actions created in the years following the invasion of Iraq. At its center is the repressed sexuality and abuse of power that characterized Abu Ghraib prison. I feel this is a shadow we as a country have yet to emerge from.
Bruce Springsteen

*

"Hey Blue Eyes" conclude l'EP con una delle mie più cupe canzoni politiche. Scrita durante gli anni dell'era Bush è una metafora della casa degli orrori che le azioni del nostro governo hanno creato negli anni successivi all'invasione dell'Iraq. È incentrata sulla sessualità repressa e sull'abuso di potere che caratterizzavano la prigione di Abu Ghraib. Credo che sia un'ombra che - come paese - non siamo ancora riusciti a cancellare.
Bruce Springsteen
They're holding the committee
(continuer)
19/8/2014 - 23:01
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Cadice

Cadice
[2006]
Testo cantato, musica e interpretazion di Luca Rapisarda
Testo recitato di Virginia Martini
(In parte tratto da Così parlò Zarathustra
di Friedrich Nietzsche)
Voce recitante: Matteo Procuranti
Album: Delirio e Castigo



“Ai folli non serve nessuna colonna d'Ercole”, sta scritto sulle note dell'album “Delirio e castigo” in uno spartano libretto che non contiene i testi; e tutta la seconda parte della canzone è in effetti un testo recitato della poetessa Virginia Martini (autrice di tutti i recitativi dell'album) contenente alcuni aforismi tratti da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Il Nietzsche libertario e folle, ben lontano dall'immagine superomistica la cui interpretazione della razzista Cosima Liszt coniugata Wagner contribuì senz'altro alla formazione teorica del nazismo. Impiantare un testo del genere, che parla di amore e libertà, è del tutto funzionale al... (continuer)
A Cadice, un tempo, si pensava finisse il mondo.
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 19/8/2014 - 20:19
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War Resister

War Resister
2009
Moth nor Rust

Jeremy Dean Hinzman (born in 1979 in Rapid City, South Dakota) was the first American Iraq war resister/deserter to seek refugee status in Canada.

He enlisted in the U.S. army as a paratrooper with the 82nd Airborne Division and deserted in 2004 to avoid participating in the Iraq War. "He fled to Canada with his wife and preschool-age son. Now living in Toronto and working as a bike courier, Hinzman faces a court martial and a possible five-year prison sentence if he returns to the U.S.. Hinzman said he sought refugee status because he opposed the war in Iraq on moral grounds and thought the U.S. invasion violated international human rights standards."

He "was one of the first to have his application [for refugee status] rejected – a decision he unsuccessfully appealed to the Federal Court and the Federal Court of Appeal. His request to appeal the decision to the Supreme... (continuer)
Was born, Jeremy Hinzman, Rapid City.
(continuer)
envoyé par DoNQuijote82 18/8/2014 - 18:34
Parcours: Déserteurs
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Gli angeli di Novi Sad

Gli angeli di Novi Sad
2015
Sangue e cenere



Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini... (continuer)
Il Diluvio era finito
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 18/8/2014 - 18:10
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Arbour Hill

Arbour Hill
The military cemetery at Arbour Hill is the last resting place of 14 of the executed leaders of the insurrection of 1916. Among those buried there are Patrick Pearse, James Connolly and Major John Mc Bride. The leaders were executed in Kilmainham and then their bodies were transported to Arbour Hill, where they were buried.

The graves are located under a low mound on a terrace of Wicklow granite in what was once the old prison yard. The gravesite is surrounded by a limestone wall on which their names are inscribed in Irish and English. On the prison wall opposite the gravesite is a plaque with the names of other people who gave their lives in 1916.

The adjoining Church of the Sacred Heart, which is the prison chapel for Arbour Hill prison, is maintained by the Department of Defence. At the rear of the church lies the old cemetery, where lie the remains of British military personnel who... (continuer)
There's a sacred spot in [D]Dublin,
(continuer)
envoyé par DoNQuijote82 18/8/2014 - 17:53
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The Ballad of Aiden McAnespie

anonyme
The Ballad of Aiden McAnespie
Aidan McAnespie (1965–21 February 1988) was an Irish Catholic who was killed in contested circumstances by a bullet from a heavy machine-gun held by a soldier at Aughnacloy border checkpoint in County Tyrone, Northern Ireland during the Troubles.
It was on a sunday Evening
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 18/8/2014 - 17:32
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Źródło

Źródło
Ot, Kleyff
La fonte - la rete - rivisto
Przychodzą do mnie różni ludzie
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 18/8/2014 - 05:58
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Etiuda rewolucyjna (op.10 nr 12)

Etiuda rewolucyjna (op.10 nr 12)
Lo Studio op. 10 n. 12 (Étude op. 10 n. 12), conosciuto anche con i titoli apocrifi "La caduta di Varsavia" e "Rivoluzionario", è una composizione musicale per pianoforte scritta da Fryderyk Chopin nel 1831. Pare che Fryderyk Chopin l'abbia composto di getto a Stoccarda quando seppe del fallimento dell'insurrezione polacca.

envoyé par Krzysiek Wrona 18/8/2014 - 02:12
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Congratulations (You Sure Made a Man Out of Him)

Congratulations (You Sure Made a Man Out of Him)
(1971)

Una delle prime canzoni che affrontano il tema del post-traumatic stress disorder è questo triste lamento country scritto da Arlene Harden e ripreso anche da Nancy Sinatra & Lee Hazlewood.
He was gone two years, two years that I thought would never end
(continuer)
17/8/2014 - 23:37
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Run! Christian, Run!

Run! Christian, Run!
Album: "Rings Around the World" (2001)

Ispirata da visite ai siti millenaristi cristiani e dagli show televisivi dei fondamentalisti religiosi statunitensi.
Rapture
(continuer)
17/8/2014 - 23:24
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Armageddon Days Are Here (Again)

Armageddon Days Are Here (Again)
Abum: "Mind Bomb" (1989)
Are you right here Jesus? Ah
(continuer)
17/8/2014 - 23:11
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Monkey in a Suit

Monkey in a Suit
Album: Munki Brain (2007)
Well I'm commander-in-chief
(continuer)
17/8/2014 - 23:04
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The Unblinking Eye (Everything Is Broken)

The Unblinking Eye (Everything Is Broken)
(2009)

Singolo pubblicato nel 2009 e fortemente critico con il governo inglese e contro la guerra in Afghanistan. Successivamente incluso nell'album del 2013 "Fun on Earth".

"What happened to the protest song? Music is now so polished, shiny and predictable, we have forgotten to try and say something with it. I am getting old and like everyone, have the right to say something about the "state of control" we live under - powerless to do anything about it. In case you hadn't noticed. The high street is full of holes. We are fighting a pointless actively negative war which is killing our young soldiers and which we simply cannot afford. This war promotes and prolongs terrorism. This is our Vietnam. Unwinnable. Pointless. We are taxed and retaxed while the nation is not only broke but utterly bankrupt, being propped up with tax payers' money and money which is simply printed. We are spied upon... (continuer)
God would weep
(continuer)
17/8/2014 - 20:48
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Nazis 1994

Nazis 1994
dall'album "Happiness?" del 1994

Per il contenuto antifascista estremamente esplicito, il singolo tratto dal primo album del batterista dei Queen dopo la morte di Freddie Mercury fu censurato da tutte le radio commerciali in Gran Bretagna e persino in alcuni negozi di dischi.
They're saying now it never happened
(continuer)
17/8/2014 - 20:42
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Innuendo

Innuendo
(1991)
Title-track dell'ultimo lavoro del gruppo registrato quando Freddie Mercury era ancora vivo.
Alla chitarra flamenca Steve Howe degli Yes

Un'epica sinfonia rock che apre l'ultimo album dei Queen. L'album, registrato nel 1990 a Montreux, mentre si moltiplicavano le illazioni sullo stato di salute del frontman dei Queen, è stato considerato - non a torto dato che Mercury sapeva di essere prossimo alla morte - il testamento del gruppo.

Il bellissimo videoclip della canzone rielaborava immagini di repertorio (per evitare di mostrare le reali condizioni fisiche di Mercury) dei quattro componenti dei Queen secondo stili differenti: Freddie in quello di Leonardo Da Vinci, Brian May in quello vittoriano, Roger Taylor in quello di Jackson Pollock e John Deacon in quello di Pablo Picasso. Il tutto in un set che riproduce un cinema in miniatura e sullo sfondo di immagini di guerra (soprattutto... (continuer)
One two three four
(continuer)
envoyé par Lorenzo Masetti 16/8/2014 - 23:27
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L’eterno canto dell’uomo

L’eterno canto dell’uomo
[2006]
Versi di Ernesto dello Jacono
Musica di Claudio Lolli, Pasquale M. Morgante e Salvatore De Siena
Nel disco di Lolli intitolato “La scoperta dell'America”

Una canzone che evoca l'alluvione del maggio 1998 che colpì Sarno e Quindici, in provincia di Salerno, causando la morte di 160 persone. L’allarme fu lanciato a tragedia avvenuta e l’alto numero di morti fu causato dall’abusivismo edilizio, con abitazioni costruite in luoghi insicuri, a forte rischio di dissesto idreogeologico, e dalla mancata manutenzione dei canali, completamente ostruiti dai detriti...
E c’è una terra dove sboccia un lamento
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 21:26

La ballata dell’invalido

La ballata dell’invalido
Versi di Gianni D'Elia (1953-), poeta, scrittore, critico letterario e paroliere (ha scritto alcune canzoni per Claudio Lolli)

Messi in musica da Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore, e interpretata dal compianto Francesco Di Giacomo, voce dei Banco del Mutuo Soccorso per lo spettacolo teatrale intitolato “Il pane loro - Storie da una Repubblica fondata sul lavoro”, scritto e diretto nel 2000 da Stefano Mencherini, giornalista e autore televisivo che di Marisa Zoni è figlio.

“Il pane loro” voleva raccontare le storie di chi sopravvive, magari su una sedia a rotelle, dopo un incidente del lavoro; voleva mostrare la solitudine e la rabbia di chi rimane senza il proprio familiare; voleva far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni si vivono spesso nel mondo del lavoro; voleva denunciare il silenzio che sulle vittime e sui perchè sono diventate tali...
Forse proprio per questo... (continuer)
E li chiamano incidenti sul lavoro,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 20:58

Il volo

Il volo
Non so quando il senese Attilio Lolini (1939-), poeta, giornalista e critico musicale, abbia scritto questa poesia e in quale raccolta sia inclusa.

Comunque, è stata messa in musica da Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore, e interpretata dal compianto Francesco Di Giacomo, voce dei Banco del Mutuo Soccorso per lo spettacolo teatrale intitolato “Il pane loro - Storie da una Repubblica fondata sul lavoro”, scritto e diretto nel 2000 da Stefano Mencherini, giornalista e autore televisivo che di Marisa Zoni è figlio.

“Il pane loro” voleva raccontare le storie di chi sopravvive, magari su una sedia a rotelle, dopo un incidente del lavoro; voleva mostrare la solitudine e la rabbia di chi rimane senza il proprio familiare; voleva far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni si vivono spesso nel mondo del lavoro; voleva denunciare il silenzio che sulle vittime e sui perchè sono diventate... (continuer)
Come sono arrivato qui
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 20:46

Il semenzaio

Il semenzaio
[1970]
Versi di Marisa Zoni (1935-2011), poetessa.
Non so in quale raccolta questa poesia sia stata originariamente inclusa, probabilmente “Per una terra isolata” del 1974. Si trova comunque in un’antologia pubblicata nel 2012.

Messa in musica da Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore, e interpretata dal compianto Francesco Di Giacomo, voce dei Banco del Mutuo Soccorso per lo spettacolo teatrale intitolato “Il pane loro - Storie da una Repubblica fondata sul lavoro”, scritto e diretto nel 2000 da Stefano Mencherini, giornalista e autore televisivo che di Marisa Zoni è figlio.

“Il pane loro” voleva raccontare le storie di chi sopravvive, magari su una sedia a rotelle, dopo un incidente del lavoro; voleva mostrare la solitudine e la rabbia di chi rimane senza il proprio familiare; voleva far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni si vivono spesso nel mondo del lavoro; voleva... (continuer)
Questi uomini che commerciano
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 20:34

Il grembiule

Il grembiule
[2000]
Versi di Alda Merini
Nella raccolta intitolata “Antenate bestie da manicomio” pubblicata nel 2008.

Messa in musica da Rodolfo Maltese, chitarrista e compositore, e interpretata dal compianto Francesco Di Giacomo, voce dei Banco del Mutuo Soccorso per lo spettacolo teatrale intitolato “Il pane loro - Storie da una Repubblica fondata sul lavoro”, scritto e diretto nel 2000 da Stefano Mencherini, giornalista e autore televisivo.

“Il pane loro” voleva raccontare le storie di chi sopravvive, magari su una sedia a rotelle, dopo un incidente del lavoro; voleva mostrare la solitudine e la rabbia di chi rimane senza il proprio familiare; voleva far conoscere quali ricatti e quali sopraffazioni si vivono spesso nel mondo del lavoro; voleva denunciare il silenzio che sulle vittime e sui perchè sono diventate tali...
Forse proprio per questo “Il pane loro” è rimasto un testo teatrale piuttosto... (continuer)
Oddio il mio grembiule
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 20:12
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Non era più lui

Non era più lui
[1975]
Nell’album intitolato “Anidride Solforosa
Versi del poeta Roberto Roversi (1923-2012), scritti appositamente per Lucio Dalla.
Musica di Lucio Dalla.

Non era più lui
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 15:35
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A una fermata del tram

A una fermata del tram
[1973]
Nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste”
Versi del poeta Roberto Roversi (1923-2012), scritti appositamente per Lucio Dalla.
Musica di Lucio Dalla.

La vita fluisce tranquillamente, le stagioni si susseguono, le giornate, con il lavoro, l’amore, le cose di sempre, di tutti... Finchè una mattina i tram non passano più, e una mano di ferro ci tocca sulla spalla... Splendido apologo sulla dittatura che mi ha subito ricordato (solo nel tema, che la poesia di Roversi è insuperabile) La presa del potere di Giorgio Gaber...
Ascolti?
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 15:27
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Notte di neve, riposa la Coduri

anonyme
la Divisione Garibaldina Coduri, fu una formazione partigiana che fu attiva nel Tigullio fin dai giorni successivi all'armistizio del 8 Settembre 1943.
Per le popolazioni del Tigullio e del suo immediato entroterra, la Resistenza si identifica soprattutto con la "Coduri", coraggiosa e intraprendente Brigata, poi divenuta Divisione partigiana che operò nel Levante ligure. E nelle fila della quale militarono principalmente giovani nati in quelle contrade contadine e in quelle borgate marinare.
La divisione prende il nome dal caduto Giuseppe Coduri "Scioa"
Il comandante della Divisione fu Eraldo Fico "Virgola".
Notte di neve, riposa la Coduri
(continuer)
envoyé par adriana 16/8/2014 - 15:22
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La bambina (L'inverno è neve, l'estate è sole)

La bambina (L'inverno è neve, l'estate è sole)
[1973]
Nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste”
Versi del poeta Roberto Roversi (1923-2012), scritti appositamente per Lucio Dalla.
Musica di Lucio Dalla.

Credo che la canzone descriva con gli occhi di una bimba la battaglia di Volterra del luglio 1944, combattuta tra gli americani della 5° armata e le retroguardie tedesche che coprivano la ritirata di Kesserling.
Una colomba segnata di sangue
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 15:16
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Grippaggio

Grippaggio
[1973]
Nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste”
Versi del poeta Roberto Roversi (1923-2012), scritti appositamente per Lucio Dalla.
Musica di Lucio Dalla.

In un’atmosfera ferragostana, proprio come oggi, basta essere lasciati a piedi dall’auto e dover abbandonare l’autostrada, basta scartare un attimo dal nostro quieto vivere per accorgersi della desolazione che c’è tutt’intorno, inquietante e minacciosa...

L’immagine suscitata da Roversi mi ha fatto venire in mente un campo nomadi.
O un campo profughi.
Il giorno di domani
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 15:02
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Passato, presente

Passato, presente
[1973]
Nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste”
Versi del poeta Roberto Roversi (1923-2012), scritti appositamente per Lucio Dalla.
Musica di Lucio Dalla.

“La libertà è difficile e fa soffrire...”: semplicemente bellissima.
Roversi riesce con solo qualche verso a raccontare la strage di Melissa del 1949, sulla quale rimando alle introduzioni a Melissa, Melissa e Fragalà di Melissa.
Il passato
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 14:43

Nel tempo che regnava il re Pipino

anonyme
Nel tempo che regnava il re Pipino
Canto popolare laziale raccolto sul territorio di Gallicano negli anni 20 da Giorgio Nataletti (1907-1972), musicista, compositore, fondatore dell'Istituto per le ricerche etnografiche dell'Accademia di Santa Cecilia, nel secondo dopoguerra collaboratore della BBC e di Alan Lomax.
Nei “Canti della campagna romana” (1930), raccolti e armonizzati da Nataletti insieme ad un giovane Goffredo Petrassi.

Un espediente frequente nella canzone popolare, quello di descrivere il mondo alla rovescia, in qualche modo per sfuggire alla miseria e alla sofferenza di quello reale...
Nel tempo che regnava il re Pipino
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/8/2014 - 14:21
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La battaglia di San Lorenzo

anonyme
VIOLENZE AL CONGRESSO DEL PNF

da Il Corriere della Sera del 9 novembre 1921.

"Le camicie nere affluite a Roma per prestare servizio d’ordine al raduno nazionale fascista si scontrano ripetutamente con avversari politici e con cittadini. La prima vittima è il macchinista ferroviere Guglielmo Farsetti, freddato allo scalo San Lorenzo; per ritorsione gli antifascisti sparano contro il corteo che sfila per il quartiere San Lorenzo, uccidendo il quarantottenne milanese Franco Baldini, fondatore della squadra d’azione Aldo Sette. L’indomani gli squadristi si scatenano e massacrano i muratori Rosario Pugliesi e Alfredo Monaldini, il fornaciaio Zeno Morabici (quindicenne) e il falegname Camillo Magrini; cade inoltre l’operaio Romolo Barbieri (ucciso da un militare accorso in difesa di un fascista aggredito dalla folla). Il Comitato di difesa proletaria dichiara l’astensione del lavoro, mentre gli... (continuer)
Bernart Bartleby 16/8/2014 - 11:10
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Give Ireland Back To The Irish

Give Ireland Back To The Irish
RESTITUITE L'IRLANDA AGLI IRLANDESI
(continuer)
15/8/2014 - 23:41
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Noi de borgata

Noi de borgata
[1973]
Parole e musica di Armandino Liberti, poeta proletario di Pietralata.
Registrazione di Alessandro Portelli.
Poi nel volume “Il borgo e la borgata. I ragazzi di don Bosco e l'altra Roma del dopoguerra”, una ricerca del Circolo Gianni Bosio a cura dello stesso Portelli, Donzelli editore.

“Io ho vissuto sulla strada, da cinque anni io ho vissuto sempre in mezzo alla strada. Tutto quello che so, tutto quello che posso fa', tutto quello che esce da me, me l'ha insegnato la strada.” Armandino Liberti, ne “I giorni cantati”, pubblicazione del Circolo Gianni Bosio, numero 2 - gennaio 1974
So' fanello e so' de Pietralata
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 23:03
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Alla Lungara

Alla Lungara
[1989?]
Scritta da Lanfranco Giansanti, importante autore di canzoni romane.
Nell’album di Alvaro Amici (1936-2003) intitolato “Sospiri de Roma”
Anche nel repertorio della BandaJorona, che l’hanno interpretata nel loro cd “Romana” del 2004.

Via della Lungara è il nome della strada dove si trova il carcere di Regina Coeli a Roma

Aveva 30 anni l’ultimo detenuto morto poche ore fa [siamo a metà febbraio del 2012] nel carcere di via della Lungara. Era in attesa di giudizio, nella IV sezione, quella dei tossicodipendenti. Le cause sono ancora da accertare, ma è già il secondo decesso in meno di un mese.
Questa struttura non è più in grado di garantire condizioni di vita accettabili ai detenuti e a quanti la frequentano quotidianamente: lo sanno tutti, ma nessuno fa niente. Il ministero della Giustizia tace.
E il sindacato autonomo di polizia penitenziaria da tempo va dicendo che è ora di... (continuer)
Dentro a ste mura indove er carcinaccio
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 21:23
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Welcome Back Khadr

Welcome Back Khadr
[2011]
Nell’EP intitolato “Does Not Equal”.

Ho trovato la canzone su FREE Omar Khadr NOW, il sito canadese della campagna per la liberazione di Omar Khadr.

Le foto ritraggono un ragazzino giovanissimo, appena quattordicenne, ed un adulto tra i 25 e i 30 anni. Sono della stessa persona, Omar Ahmed Khadr, nato in Canada nel 1986 da un egiziano e una palestinese lì immigrati. La famiglia si trasferì poi a Peshawar, in Pakistan. Nel 1995 il padre di Omar fu arrestato con l’accusa di aver contribuito a finanziare l’attentato all’ambasciata egiziana a Islamabad. Passò un anno prima che venisse rilasciato per l’assoluta mancanza di prove a suo carico. Nel 1996 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Jalalabad, in Afghanistan, dove il padre aveva trovato impiego presso una ONG. Ma dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della “War On Terror” di Bush, a causa dei continui bombardamenti americani... (continuer)
When they created a monster
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 10:30
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100 bodů

100 bodů
Più che grandissimi
k 15/8/2014 - 04:00

‘Na frasi famusa / U duci

‘Na frasi famusa / U duci
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Negli anni 60 le filastrocche di Giuseppe Schiera vennero riprese dall’attore, cabarettista e cantastorie Giorgio Li Bassi (1945-2010), che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Ho pensato di mettere arbitrariamente insieme queste due brevi filastrocche di Peppe Schiera, visto che sono incentrate sullo stesso tema, la derisione del fascismo. Gli costarono alcuni giorni di gattabuia, come frequentemente toccò nel ventennio a lui che zitto non ci stava proprio...

Chi era Giuseppe Schiera?
Così ne fa il “ritrattu” - con una filastrocca, giustappunto - Giovanni Mannino, autore de “Gemmi sicani. Grande Antologia di Poeti dialettali siciliani, dal Medioevo ai contemporanei”, da cui traggo anche i versi di Schiera che propongo:

Di... (continuer)
Prima si salutava; bonasira e bongiornu
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 20:32
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Don't Sleep at the Palestine Hotel

Don't Sleep at the Palestine Hotel
This should be the third verse
Aladdin and his magic lamp
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envoyé par Paul Henry Dallaire 14/8/2014 - 20:08

La pignata

La pignata
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Portentosa e suprema storia della Sicilia in quattro stringatissime strofe…
Testo trovato su ForzaPalermo (ma forse la trascrizione non è precisissima…)

Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di... (continuer)
Al tempo dei briganti,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 15:11

Bollettino di guerra (‘Na curazzata)

Bollettino di guerra (‘Na curazzata)
[1940?]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Composti forse in occasione dell’attacco inglese al porto di Taranto nel novembre del 1940.
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante, Ciccio... (continuer)
‘Na curazzata
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 14:58
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Il disertore

Il disertore
Chanson italienne - Il disertore – Kalashnikov – 2014

Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, voici une nouvelle chanson des Kalashnikov. Nouvelle... on ne peut dire mieux, vu qu'elle est de cette année. C'est un peu comme une nouvelle récolte.

Et tu l'as déjà traduite ? Si ça continue, Marco Valdo M.I. mon ami, tu traduiras les canzones avant même qu'on les publie, et... Non, ça tu ne le feras pas, car c'est vraiment impossible, tu les traduiras avant même que les auteurs ne les aient conçues...

Allons, allons, Lucien l'âne mon mai, ne me charrie pas comme ça, j'ai autre chose à te dire à propos de cette chanson.

Je l'espère bien, dit Lucien l'âne en battant des oreilles tant il rit.

Comme tu le sais, la chanson inaugurale de ce site, la numéro 1 fut – la chose est historique – un chanson de Boris Vian, intitulée : « Le Déserteur » ; e fut la première chanson, mais aussi, le premier déserteur.... (continuer)
JE SUIS LE DÉSERTEUR
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/8/2014 - 14:49

Ora è ‘mpiraturi

Ora è ‘mpiraturi
[1936]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Furono da lui scritti in occasione della proclamazione di Vittorio Emanuele III ad Imperatore d’Etiopia…
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante,... (continuer)
Quannu u re era re
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 14:44




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