Give Ireland Back To The Irish
Versione italiana da fab4fans un po' rivista
RESTITUITE L'IRLANDA AGLI IRLANDESI
(continuer)
(continuer)
15/8/2014 - 23:41
Noi de borgata
[1973]
Parole e musica di Armandino Liberti, poeta proletario di Pietralata.
Registrazione di Alessandro Portelli.
Poi nel volume “Il borgo e la borgata. I ragazzi di don Bosco e l'altra Roma del dopoguerra”, una ricerca del Circolo Gianni Bosio a cura dello stesso Portelli, Donzelli editore.
“Io ho vissuto sulla strada, da cinque anni io ho vissuto sempre in mezzo alla strada. Tutto quello che so, tutto quello che posso fa', tutto quello che esce da me, me l'ha insegnato la strada.” Armandino Liberti, ne “I giorni cantati”, pubblicazione del Circolo Gianni Bosio, numero 2 - gennaio 1974
Parole e musica di Armandino Liberti, poeta proletario di Pietralata.
Registrazione di Alessandro Portelli.
Poi nel volume “Il borgo e la borgata. I ragazzi di don Bosco e l'altra Roma del dopoguerra”, una ricerca del Circolo Gianni Bosio a cura dello stesso Portelli, Donzelli editore.
“Io ho vissuto sulla strada, da cinque anni io ho vissuto sempre in mezzo alla strada. Tutto quello che so, tutto quello che posso fa', tutto quello che esce da me, me l'ha insegnato la strada.” Armandino Liberti, ne “I giorni cantati”, pubblicazione del Circolo Gianni Bosio, numero 2 - gennaio 1974
So' fanello e so' de Pietralata
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 23:03
Alla Lungara
[1989?]
Scritta da Lanfranco Giansanti, importante autore di canzoni romane.
Nell’album di Alvaro Amici (1936-2003) intitolato “Sospiri de Roma”
Anche nel repertorio della BandaJorona, che l’hanno interpretata nel loro cd “Romana” del 2004.
Via della Lungara è il nome della strada dove si trova il carcere di Regina Coeli a Roma
Aveva 30 anni l’ultimo detenuto morto poche ore fa [siamo a metà febbraio del 2012] nel carcere di via della Lungara. Era in attesa di giudizio, nella IV sezione, quella dei tossicodipendenti. Le cause sono ancora da accertare, ma è già il secondo decesso in meno di un mese.
Questa struttura non è più in grado di garantire condizioni di vita accettabili ai detenuti e a quanti la frequentano quotidianamente: lo sanno tutti, ma nessuno fa niente. Il ministero della Giustizia tace.
E il sindacato autonomo di polizia penitenziaria da tempo va dicendo che è ora di... (continuer)
Scritta da Lanfranco Giansanti, importante autore di canzoni romane.
Nell’album di Alvaro Amici (1936-2003) intitolato “Sospiri de Roma”
Anche nel repertorio della BandaJorona, che l’hanno interpretata nel loro cd “Romana” del 2004.
Via della Lungara è il nome della strada dove si trova il carcere di Regina Coeli a Roma
Aveva 30 anni l’ultimo detenuto morto poche ore fa [siamo a metà febbraio del 2012] nel carcere di via della Lungara. Era in attesa di giudizio, nella IV sezione, quella dei tossicodipendenti. Le cause sono ancora da accertare, ma è già il secondo decesso in meno di un mese.
Questa struttura non è più in grado di garantire condizioni di vita accettabili ai detenuti e a quanti la frequentano quotidianamente: lo sanno tutti, ma nessuno fa niente. Il ministero della Giustizia tace.
E il sindacato autonomo di polizia penitenziaria da tempo va dicendo che è ora di... (continuer)
Dentro a ste mura indove er carcinaccio
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 21:23
Parcours:
Des prisons du monde
Welcome Back Khadr
[2011]
Nell’EP intitolato “Does Not Equal”.
Ho trovato la canzone su FREE Omar Khadr NOW, il sito canadese della campagna per la liberazione di Omar Khadr.
Le foto ritraggono un ragazzino giovanissimo, appena quattordicenne, ed un adulto tra i 25 e i 30 anni. Sono della stessa persona, Omar Ahmed Khadr, nato in Canada nel 1986 da un egiziano e una palestinese lì immigrati. La famiglia si trasferì poi a Peshawar, in Pakistan. Nel 1995 il padre di Omar fu arrestato con l’accusa di aver contribuito a finanziare l’attentato all’ambasciata egiziana a Islamabad. Passò un anno prima che venisse rilasciato per l’assoluta mancanza di prove a suo carico. Nel 1996 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Jalalabad, in Afghanistan, dove il padre aveva trovato impiego presso una ONG. Ma dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della “War On Terror” di Bush, a causa dei continui bombardamenti americani... (continuer)
Nell’EP intitolato “Does Not Equal”.
Ho trovato la canzone su FREE Omar Khadr NOW, il sito canadese della campagna per la liberazione di Omar Khadr.
Le foto ritraggono un ragazzino giovanissimo, appena quattordicenne, ed un adulto tra i 25 e i 30 anni. Sono della stessa persona, Omar Ahmed Khadr, nato in Canada nel 1986 da un egiziano e una palestinese lì immigrati. La famiglia si trasferì poi a Peshawar, in Pakistan. Nel 1995 il padre di Omar fu arrestato con l’accusa di aver contribuito a finanziare l’attentato all’ambasciata egiziana a Islamabad. Passò un anno prima che venisse rilasciato per l’assoluta mancanza di prove a suo carico. Nel 1996 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Jalalabad, in Afghanistan, dove il padre aveva trovato impiego presso una ONG. Ma dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della “War On Terror” di Bush, a causa dei continui bombardamenti americani... (continuer)
When they created a monster
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/8/2014 - 10:30
‘Na frasi famusa / U duci
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Negli anni 60 le filastrocche di Giuseppe Schiera vennero riprese dall’attore, cabarettista e cantastorie Giorgio Li Bassi (1945-2010), che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Ho pensato di mettere arbitrariamente insieme queste due brevi filastrocche di Peppe Schiera, visto che sono incentrate sullo stesso tema, la derisione del fascismo. Gli costarono alcuni giorni di gattabuia, come frequentemente toccò nel ventennio a lui che zitto non ci stava proprio...
Chi era Giuseppe Schiera?
Così ne fa il “ritrattu” - con una filastrocca, giustappunto - Giovanni Mannino, autore de “Gemmi sicani. Grande Antologia di Poeti dialettali siciliani, dal Medioevo ai contemporanei”, da cui traggo anche i versi di Schiera che propongo:
Di... (continuer)
Negli anni 60 le filastrocche di Giuseppe Schiera vennero riprese dall’attore, cabarettista e cantastorie Giorgio Li Bassi (1945-2010), che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Ho pensato di mettere arbitrariamente insieme queste due brevi filastrocche di Peppe Schiera, visto che sono incentrate sullo stesso tema, la derisione del fascismo. Gli costarono alcuni giorni di gattabuia, come frequentemente toccò nel ventennio a lui che zitto non ci stava proprio...
Chi era Giuseppe Schiera?
Così ne fa il “ritrattu” - con una filastrocca, giustappunto - Giovanni Mannino, autore de “Gemmi sicani. Grande Antologia di Poeti dialettali siciliani, dal Medioevo ai contemporanei”, da cui traggo anche i versi di Schiera che propongo:
Di... (continuer)
Prima si salutava; bonasira e bongiornu
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 20:32
Parcours:
CCG Antifà: Antifascisme militant
Don't Sleep at the Palestine Hotel
This should be the third verse
Aladdin and his magic lamp
(continuer)
(continuer)
envoyé par Paul Henry Dallaire 14/8/2014 - 20:08
La pignata
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Portentosa e suprema storia della Sicilia in quattro stringatissime strofe…
Testo trovato su ForzaPalermo (ma forse la trascrizione non è precisissima…)
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di... (continuer)
Portentosa e suprema storia della Sicilia in quattro stringatissime strofe…
Testo trovato su ForzaPalermo (ma forse la trascrizione non è precisissima…)
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di... (continuer)
Al tempo dei briganti,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 15:11
Bollettino di guerra (‘Na curazzata)
[1940?]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Composti forse in occasione dell’attacco inglese al porto di Taranto nel novembre del 1940.
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante, Ciccio... (continuer)
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Composti forse in occasione dell’attacco inglese al porto di Taranto nel novembre del 1940.
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante, Ciccio... (continuer)
‘Na curazzata
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 14:58
Il disertore
Chanson italienne - Il disertore – Kalashnikov – 2014
Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, voici une nouvelle chanson des Kalashnikov. Nouvelle... on ne peut dire mieux, vu qu'elle est de cette année. C'est un peu comme une nouvelle récolte.
Et tu l'as déjà traduite ? Si ça continue, Marco Valdo M.I. mon ami, tu traduiras les canzones avant même qu'on les publie, et... Non, ça tu ne le feras pas, car c'est vraiment impossible, tu les traduiras avant même que les auteurs ne les aient conçues...
Allons, allons, Lucien l'âne mon mai, ne me charrie pas comme ça, j'ai autre chose à te dire à propos de cette chanson.
Je l'espère bien, dit Lucien l'âne en battant des oreilles tant il rit.
Comme tu le sais, la chanson inaugurale de ce site, la numéro 1 fut – la chose est historique – un chanson de Boris Vian, intitulée : « Le Déserteur » ; e fut la première chanson, mais aussi, le premier déserteur.... (continuer)
Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, voici une nouvelle chanson des Kalashnikov. Nouvelle... on ne peut dire mieux, vu qu'elle est de cette année. C'est un peu comme une nouvelle récolte.
Et tu l'as déjà traduite ? Si ça continue, Marco Valdo M.I. mon ami, tu traduiras les canzones avant même qu'on les publie, et... Non, ça tu ne le feras pas, car c'est vraiment impossible, tu les traduiras avant même que les auteurs ne les aient conçues...
Allons, allons, Lucien l'âne mon mai, ne me charrie pas comme ça, j'ai autre chose à te dire à propos de cette chanson.
Je l'espère bien, dit Lucien l'âne en battant des oreilles tant il rit.
Comme tu le sais, la chanson inaugurale de ce site, la numéro 1 fut – la chose est historique – un chanson de Boris Vian, intitulée : « Le Déserteur » ; e fut la première chanson, mais aussi, le premier déserteur.... (continuer)
JE SUIS LE DÉSERTEUR
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/8/2014 - 14:49
Ora è ‘mpiraturi
[1936]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Furono da lui scritti in occasione della proclamazione di Vittorio Emanuele III ad Imperatore d’Etiopia…
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante,... (continuer)
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Furono da lui scritti in occasione della proclamazione di Vittorio Emanuele III ad Imperatore d’Etiopia…
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.
Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante,... (continuer)
Quannu u re era re
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 14:44
Sussidiario di un vecchio bambino
E’ soltanto un tramonto bellissimo,
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 14/8/2014 - 13:14
Ricordare Avola
[1969]
Una canzone composta sul palco del cabaret palermitano “I Travaglini”, nato nel 1966.
Testo trovato nel’articolo di Sebastiano Burgaretta intitolato “I fatti di Avola nei canti di protesta”, pubblicato sulla rivista “Avolesi nel mondo” (Anno 6 n. 3 - Dicembre 2005)
Con Sicilia a lutto di Franco Trincale, una delle prime canzoni sull’eccidio di Avola del 2 dicembre 1968.
Un testo bellissimo, a mio parere…
Ad Avola, nel siracusano, il 2 dicembre 1968 la polizia sparò ad altezza uomo su di una folla di contadini che protestavano contro lo sfruttamento ed il caporalato… Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia rimasero uccisi e altre 48 persone ferite…
Quella gente allora chiedeva a gran voce quei diritti che sarebbero stati di lì a poco almeno in parte sanciti nello Statuto dei Lavoratori del 1970, lo stesso che oggi il Renzie vuole liquidare e riscrivere di sana pianta considerandolo solo un residuo ideologico (come la Costituzione, del resto)…
Una canzone composta sul palco del cabaret palermitano “I Travaglini”, nato nel 1966.
Testo trovato nel’articolo di Sebastiano Burgaretta intitolato “I fatti di Avola nei canti di protesta”, pubblicato sulla rivista “Avolesi nel mondo” (Anno 6 n. 3 - Dicembre 2005)
Con Sicilia a lutto di Franco Trincale, una delle prime canzoni sull’eccidio di Avola del 2 dicembre 1968.
Un testo bellissimo, a mio parere…
Ad Avola, nel siracusano, il 2 dicembre 1968 la polizia sparò ad altezza uomo su di una folla di contadini che protestavano contro lo sfruttamento ed il caporalato… Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia rimasero uccisi e altre 48 persone ferite…
Quella gente allora chiedeva a gran voce quei diritti che sarebbero stati di lì a poco almeno in parte sanciti nello Statuto dei Lavoratori del 1970, lo stesso che oggi il Renzie vuole liquidare e riscrivere di sana pianta considerandolo solo un residuo ideologico (come la Costituzione, del resto)…
Guarda la terra
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 12:07
Requiem per un nemico ignoto
Antiwar Songs Blog
Requiem per un nemico ignoto, una poesia, ed una delle più tremendamente belle, di Gesualdo Bufalino. Finché non compì sessantuno anni, il riservato, appartato e coltissimo professore di Comiso in Sicilia, nulla s’era saputo di lui; su insistenza d’alcuni amici, tra i quali Leonardo Sciascia, pubblicò Diceria dell’untore e si ritrovò catapultato da un giorno […]
Antiwar Songs Staff 2014-08-14 10:39:00
Hai sempre qualcosa d'importante da fare
[196?]
Scritta da Leoncarlo Settimelli e Marco Ligini, all’epoca del Canzoniere dell’Armadio, poi Canzoniere Internazionale.
nel disco intitolato "Ogni giorno in piazza" pubblicato nel 1968.
Scritta da Leoncarlo Settimelli e Marco Ligini, all’epoca del Canzoniere dell’Armadio, poi Canzoniere Internazionale.
nel disco intitolato "Ogni giorno in piazza" pubblicato nel 1968.
Io non ti ho visto mai eppure ti conosco
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 10:30
La Rivoluzione
[2014]
Album : La rivoluzione
Album : La rivoluzione
Ogni volta che ti sentiranno urlare
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 14/8/2014 - 10:18
Fuori dal controllo
"Lassù sul monte Amiata
è morto Gesù Cristo
da vero socialista
ucciso dai carabinieri"
Frammento di canzone popolare amiatina.
è morto Gesù Cristo
da vero socialista
ucciso dai carabinieri"
Frammento di canzone popolare amiatina.
Bernart Bartleby 14/8/2014 - 10:09
Ci siam spezzati le mani
[1966]
Parole e musica di Leoncarlo Settimelli.
Lato B di un singolo pubblicato nel 1968 dalla Moon Records (CEDI). Sul lato A, “Ballata per Ho-Chi-Minh” (che non è la versione italiana de The Ballad of Ho Chi Minh di Ewan MacColl)
Interpretata da un’oscura cantante, tal Martina Benetti, sulla quale non ho nessuna informazione.
Sul lato B di un suo singolo del 1968. Sul lato A, “Un cielo senza stelle”.
Testo trovato su Il Deposito
Parole e musica di Leoncarlo Settimelli.
Lato B di un singolo pubblicato nel 1968 dalla Moon Records (CEDI). Sul lato A, “Ballata per Ho-Chi-Minh” (che non è la versione italiana de The Ballad of Ho Chi Minh di Ewan MacColl)
Interpretata da un’oscura cantante, tal Martina Benetti, sulla quale non ho nessuna informazione.
Sul lato B di un suo singolo del 1968. Sul lato A, “Un cielo senza stelle”.
Testo trovato su Il Deposito
Guardate quelle sue mani
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/8/2014 - 09:20
Romantic Death
(2005)
Il video di "Romantic Death" mostra immagini di ragazzi e ragazze, ripresi da una videocamera 8mm. Si vedono solo il viso e le spalle degli attori. L'idea è ripresa dal sito "Beautiful Agony". Con la colonna sonora della canzone, i vari personaggi si masturbano, li vediamo arrivare al climax, e finalmente rilassarsi. Molti dei partecipanti raggiungono l'orgasmo mentre risuonano le parole più forti della canzone: “So much blood collected in this short time connected / Making little kiddy zombies”.
Una canzone anti-war / pro-sex nello spirito di Masturbate for peace.
Il video di "Romantic Death" mostra immagini di ragazzi e ragazze, ripresi da una videocamera 8mm. Si vedono solo il viso e le spalle degli attori. L'idea è ripresa dal sito "Beautiful Agony". Con la colonna sonora della canzone, i vari personaggi si masturbano, li vediamo arrivare al climax, e finalmente rilassarsi. Molti dei partecipanti raggiungono l'orgasmo mentre risuonano le parole più forti della canzone: “So much blood collected in this short time connected / Making little kiddy zombies”.
Una canzone anti-war / pro-sex nello spirito di Masturbate for peace.
Close your eyes
(continuer)
(continuer)
13/8/2014 - 22:15
Fuochi tra le sbarre
[1993]
Dall’EP intitolato “0516490872”, la matricola di Silvia Baraldini allora prigioniera negli USA
Un brano che, con Radio Manisco/0516490872, è uno dei più belli degli AK47 e forse dell’intera scena rap italiana di sempre...
Una canzone nata nei raduni fuori a San Vittore e Rebibbia tra 1991 e 1992, in solidarietà ai detenuti, “per dare voce agli invisibili dietro le sbarre, in un mondo dove tacciono gli avvocati, tacciono i giudici, tacciono gli addetti ai lavori, tace la stampa, tacciono i garantisti e i democratici. Un saluto a pugno chiuso ai Compagni in carcere, alle migliaia di proletari, di immigrati, di malati di AIDS che affollano le patrie galere, e a tutti quelli che hanno scelto di non tacere” (AK47)
Il testo è tratto dalla copertina interna del disco, che fortunatamente possiedo...
Al fondo, il seguente saluto:
Mai olio ma sabbia nell’ingranaggio del Vostro potere!
Devotamente Vostri MAI
AK47!
Dall’EP intitolato “0516490872”, la matricola di Silvia Baraldini allora prigioniera negli USA
Un brano che, con Radio Manisco/0516490872, è uno dei più belli degli AK47 e forse dell’intera scena rap italiana di sempre...
Una canzone nata nei raduni fuori a San Vittore e Rebibbia tra 1991 e 1992, in solidarietà ai detenuti, “per dare voce agli invisibili dietro le sbarre, in un mondo dove tacciono gli avvocati, tacciono i giudici, tacciono gli addetti ai lavori, tace la stampa, tacciono i garantisti e i democratici. Un saluto a pugno chiuso ai Compagni in carcere, alle migliaia di proletari, di immigrati, di malati di AIDS che affollano le patrie galere, e a tutti quelli che hanno scelto di non tacere” (AK47)
Il testo è tratto dalla copertina interna del disco, che fortunatamente possiedo...
Al fondo, il seguente saluto:
Mai olio ma sabbia nell’ingranaggio del Vostro potere!
Devotamente Vostri MAI
AK47!
Sto per parlarti di una notte
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 21:52
Parcours:
Des prisons du monde
The Men Behind The Wire
Mi pare che la foto del gruppo non ritragga Paddy McGuigan e i suoi Barleycorn, bensì la band dei Wolfhound (in primo piano Danny Burns).
La foto corretta dei Barleycorn è la seguente, con Paddy McGuigan primo a sinistra.
(Bernart Bartleby)
La foto corretta dei Barleycorn è la seguente, con Paddy McGuigan primo a sinistra.
(Bernart Bartleby)
Sostituita l'immagine, magari rimettiamola in qualche canzone dei Wolfhound...
13/8/2014 - 16:09
Di Eagle an' di Bear
[1984]
Nell’album intitolato “Making History”
Secondo Linton Kwesi Johnson, della Guerra Fredda e del pericolo dell’Olocausto nucleare alla maggioranza della popolazione planetaria non glien’è mai fregato nulla (sempre che ne fosse al corrente), visto che la vita di una moltitudine sterminata di persone è comunque, ieri come oggi, un incubo…
Nell’album intitolato “Making History”
Secondo Linton Kwesi Johnson, della Guerra Fredda e del pericolo dell’Olocausto nucleare alla maggioranza della popolazione planetaria non glien’è mai fregato nulla (sempre che ne fosse al corrente), visto che la vita di una moltitudine sterminata di persone è comunque, ieri come oggi, un incubo…
Di Eagle an' di Bear have people living in fear
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 15:36
Torture Mill
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”, pubblicata nel 1981.
Il titolo originale della poesia è “The Torture Mill - H Block”, terzo componimento della trilogia di cui fanno parte altre due lunghe poesie, “The Crime of Castlereagh” e “Diplock Court”.
Alcune delle poesie di Bobby Sand sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Credo che per “Torture Mill” i Rasthof Dachau siano ricorsi a degli estratti, ma non mi è riuscito di reperire la loro versione, per cui ho postato il testo integrale della poesia di Sands.
L’ordine dei brani come compare nel disco:
The Sleeping Rose
A Prison Poem
Catholic Youth
Sixty-Six Days
Requiem To Barry
The Cages Of Long Kesh
Weeping Winds
Lest We Remember The Truth
Modern Times
A Place to Rest
Torture Mill
The Rhythm of Time
Il titolo originale della poesia è “The Torture Mill - H Block”, terzo componimento della trilogia di cui fanno parte altre due lunghe poesie, “The Crime of Castlereagh” e “Diplock Court”.
Alcune delle poesie di Bobby Sand sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Credo che per “Torture Mill” i Rasthof Dachau siano ricorsi a degli estratti, ma non mi è riuscito di reperire la loro versione, per cui ho postato il testo integrale della poesia di Sands.
L’ordine dei brani come compare nel disco:
The Sleeping Rose
A Prison Poem
Catholic Youth
Sixty-Six Days
Requiem To Barry
The Cages Of Long Kesh
Weeping Winds
Lest We Remember The Truth
Modern Times
A Place to Rest
Torture Mill
The Rhythm of Time
On others' wounds we do not sleep
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 14:12
Parcours:
Des prisons du monde, Les conflits irlandais
Weeping Winds
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”, pubblicata nel 1981.
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa , sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
L’ordine dei brani come compare nel disco:
The Sleeping Rose
A Prison Poem
Catholic Youth
Sixty-Six Days
Requiem To Barry
The Cages Of Long Kesh
Weeping Winds
Lest We Remember The Truth
Modern Times
A Place to Rest
Torture Mill
The Rhythm of Time
Una poesia cui mi viene naturale accostare, per esempio, Η μάνα του παράνομου (“La madre del prigioniero”) di Nikos Damigos / Νίκος Δαμίγος…
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa , sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
L’ordine dei brani come compare nel disco:
The Sleeping Rose
A Prison Poem
Catholic Youth
Sixty-Six Days
Requiem To Barry
The Cages Of Long Kesh
Weeping Winds
Lest We Remember The Truth
Modern Times
A Place to Rest
Torture Mill
The Rhythm of Time
Una poesia cui mi viene naturale accostare, per esempio, Η μάνα του παράνομου (“La madre del prigioniero”) di Nikos Damigos / Νίκος Δαμίγος…
Oh! cold March winds your cruel laments
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 13:38
Parcours:
Les conflits irlandais
Modern Times
[1979]
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”, pubblicata nel 1981.
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa (e The Sleeping Rose, e A Place to Rest), sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Una poesia in cui Sands non si concentra sull’Ulster ma da vero internazionalista condanna gli orrori delle dittature, delle occupazioni, del razzismo, dello sfruttamento in tutto il mondo…
Nella seconda strofa è descritta molto chiaramente la famosa foto della bambina vietnamita in fuga con il corpicino nudo ustionato dal napalm…
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”, pubblicata nel 1981.
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa (e The Sleeping Rose, e A Place to Rest), sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco (pubblicato nel 2006) intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Una poesia in cui Sands non si concentra sull’Ulster ma da vero internazionalista condanna gli orrori delle dittature, delle occupazioni, del razzismo, dello sfruttamento in tutto il mondo…
Nella seconda strofa è descritta molto chiaramente la famosa foto della bambina vietnamita in fuga con il corpicino nudo ustionato dal napalm…
It is said we live in modern times,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 12:10
Canción a Palestina
Ildefonso Finol
[2008]
Soy palestino, soy hijo de la intifada
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 13/8/2014 - 11:27
Parcours:
L'Holocauste palestinien
The Sleeping Rose
[1980]
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa, sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Una poesia che chiama alla lotta, alla resistenza contro l’occupante inglese. Ma Sands non si rivolge qui alla gente dell’Ulster, bensì agli altri irlandesi, in particolare quelli della provincia di Munster, che dormono mentre si consuma il martirio delle contee del nord.
Bobby Sands scrisse questi versi quando venne a conoscenza della morte di Tom Barry (1897-1980), uno dei leader dell’IRA durante la guerra d’indipendenza (1919-1921). Nel periodo successivo, quello della guerra civile, Tom Barry – che era originario della contea di Kerry, nel Munster – fu uno dei protagonisti della “Munster... (continuer)
Versi di Bobby Sands, dalla raccolta “Prison Poems”
Alcune poesie di Bobby Sands, compresa questa, sono state messe in musica da un gruppo austriaco, i Rasthof Dachau (genere industrial), nel loro disco intitolato come la raccolta poetica del combattente repubblicano morto in carcere nel 1981.
Una poesia che chiama alla lotta, alla resistenza contro l’occupante inglese. Ma Sands non si rivolge qui alla gente dell’Ulster, bensì agli altri irlandesi, in particolare quelli della provincia di Munster, che dormono mentre si consuma il martirio delle contee del nord.
Bobby Sands scrisse questi versi quando venne a conoscenza della morte di Tom Barry (1897-1980), uno dei leader dell’IRA durante la guerra d’indipendenza (1919-1921). Nel periodo successivo, quello della guerra civile, Tom Barry – che era originario della contea di Kerry, nel Munster – fu uno dei protagonisti della “Munster... (continuer)
Barry’s dead and Cork’s asleep,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/8/2014 - 11:06
Parcours:
Les conflits irlandais
Good Morning Robin
Antiwar Songs Blog
Da ieri il mondo deve fare a meno di Peter Pan, del professor Keating, di Brainard e del suo Flubber, di Mork e di tanti altri. E di Adrian Cronauer. Per una maledetta depressione e una maledetta cintura. Così lo vorremmo ricordare, Robin Williams, con una delle più belle sequenze della storia del cinema.Con “What […]
Antiwar Songs Staff 2014-08-13 10:14:00
La trappola
[2014]
Album: Distopico riscatto
Precisiamo che è un testo del tutto metaforico, del resto a buon intenditore poche parole.
Album: Distopico riscatto
Precisiamo che è un testo del tutto metaforico, del resto a buon intenditore poche parole.
Piccoli addetti al comune castigo
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 13/8/2014 - 08:23
Chiomonte come Atene
[2014]
Album: Distopico riscatto
Album: Distopico riscatto
Dai palazzi del potere, per distruggere la terra
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 13/8/2014 - 08:15
What A Wonderful World
GOOD MORNING ROBIN
Da ieri il mondo deve fare a meno di Peter Pan, del professor Keating, di Brainard e del suo Flubber, di Mork e di tanti altri. E di Adrian Cronauer. Per una maledetta depressione e una maledetta cintura. Così lo vorremmo ricordare, Robin Williams, con una delle più belle sequenze della storia del cinema. La quale presenta proprio la canzone di questa pagina, dedicata a dei ragazzi che andavano a morire. Good Mooooooorning Robin!
Da ieri il mondo deve fare a meno di Peter Pan, del professor Keating, di Brainard e del suo Flubber, di Mork e di tanti altri. E di Adrian Cronauer. Per una maledetta depressione e una maledetta cintura. Così lo vorremmo ricordare, Robin Williams, con una delle più belle sequenze della storia del cinema. La quale presenta proprio la canzone di questa pagina, dedicata a dei ragazzi che andavano a morire. Good Mooooooorning Robin!
CCG/AWS Staff 13/8/2014 - 01:26
Andrea
Io gli avevo dato un interpretazione credo un po' singolare: un grande amore irraggiungibile e poi la diserzione dalla guerra x un altro grandissimo amore...(così un po' grossolanamente :-)).
Diego TN 13/8/2014 - 01:15
Fedayè
Scritta da Leoncarlo Settimelli, Luciano Francisci ed Eliseo.
Nel disco del Canzoniere Internazionale intitolato “Questa grande umanità ha detto Basta! - Canzoni di lotta di tutto il mondo”, pubblicato da I Dischi Dello Zodiaco nel 1972.
Versione italiana di uno degli inni del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP, o PFLP nell’acronimo inglese), un’organizzazione della resistenza palestinese laica e marxista. Dopo il ritiro del suo storico leader, George Habash, e con la crescente influenza dei gruppi islamici il FPLP ha perso molto consenso, diventando piuttosto marginale. D’altra parte Israele ci ha messo al solito del suo: gli ultimi leader del Fronte sono finiti malamente: Abu Ali Mustafa è stato ucciso dagli israeliani nel 2001 e Ahmad Sa'dat langue in una prigione israeliana, condannato a 30 anni di carcere nel 2008.
Nel disco del Canzoniere Internazionale intitolato “Questa grande umanità ha detto Basta! - Canzoni di lotta di tutto il mondo”, pubblicato da I Dischi Dello Zodiaco nel 1972.
Versione italiana di uno degli inni del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP, o PFLP nell’acronimo inglese), un’organizzazione della resistenza palestinese laica e marxista. Dopo il ritiro del suo storico leader, George Habash, e con la crescente influenza dei gruppi islamici il FPLP ha perso molto consenso, diventando piuttosto marginale. D’altra parte Israele ci ha messo al solito del suo: gli ultimi leader del Fronte sono finiti malamente: Abu Ali Mustafa è stato ucciso dagli israeliani nel 2001 e Ahmad Sa'dat langue in una prigione israeliana, condannato a 30 anni di carcere nel 2008.
Fedayè fedayè
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 12/8/2014 - 22:58
Parcours:
L'Holocauste palestinien
Το σφαγείο
"Il mattatoio", la versione italiana di Leoncarlo Settimelli, dal disco del Canzoniere Internazionale intitolato “Questa grande umanità ha detto Basta! - Canzoni di lotta di tutto il mondo”, pubblicato da I Dischi Dello Zodiaco nel 1972.
Bernart Bartleby 12/8/2014 - 22:13
Τò Ἄξιόν Ἐστι
La versione italiana di “Ένα το χελιδόνι” (4. Unica è la Rondine) offerta da Leoncarlo Settimelli nel disco del Canzoniere Internazionale intitolato “Questa grande umanità ha detto Basta! - Canzoni di lotta di tutto il mondo”, pubblicato da I Dischi Dello Zodiaco nel 1972.
UNA E’ LA PRIMAVERA
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/8/2014 - 22:03
L’uomo col braccio spezzato
[1993?]
Parole e musica di Stefano Giaccone.
In molti dischi delle diverse creature artistico-politiche che Stefano Giaccone ha contribuito a creare nel tempo, dagli Howth Castle, alla Banda di Tirofisso, agli Ishi. Ripresa nel 1998 da Lalli nel suo splendido esordio solista “Tempo di vento”.
Non so esattamente quali pensieri avesse in testa Stefano Giaccone quando scrisse questa che è una delle sue canzoni più belle e ricorrenti... Ma sono anch’io di Torino (anch’io, che pure lui lo è, benchè sia nato a Los Angeles) e in questi versi riconosco la mia città di un tempo: il freddo, la solitudine delle periferie operaie, i cancelli della FIAT... E quell’uomo morente che forse è stato vittima di un incidente sul lavoro, o forse ha cercato di lottare, di sabotare la macchina, e ci ha rimesso la vita perchè è stato lasciato solo...
Spero che Stefano Giaccone capiti da queste parti e possa confutare, correggere o dare corpo a questo mio abbozzo di interpretazione...
Parole e musica di Stefano Giaccone.
In molti dischi delle diverse creature artistico-politiche che Stefano Giaccone ha contribuito a creare nel tempo, dagli Howth Castle, alla Banda di Tirofisso, agli Ishi. Ripresa nel 1998 da Lalli nel suo splendido esordio solista “Tempo di vento”.
Non so esattamente quali pensieri avesse in testa Stefano Giaccone quando scrisse questa che è una delle sue canzoni più belle e ricorrenti... Ma sono anch’io di Torino (anch’io, che pure lui lo è, benchè sia nato a Los Angeles) e in questi versi riconosco la mia città di un tempo: il freddo, la solitudine delle periferie operaie, i cancelli della FIAT... E quell’uomo morente che forse è stato vittima di un incidente sul lavoro, o forse ha cercato di lottare, di sabotare la macchina, e ci ha rimesso la vita perchè è stato lasciato solo...
Spero che Stefano Giaccone capiti da queste parti e possa confutare, correggere o dare corpo a questo mio abbozzo di interpretazione...
Ti alzerai e crederai d'essere un altro
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/8/2014 - 21:51
Rétractation
Rétractation
Canzone française – Rétractation – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 9
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Sais-tu, mon ami Lucien l'âne, ce qu'est une rétractation ?
Marco Valdo M.I. mon ami, ou tu me prends pour un ignare ou c'est une figure rhétorique, une façon d'introduire la chose... J'espère pour nos relations que c'est la deuxième de ces suggestions que tu as en tête. J'ai beau être bête comme un âne, de la rétractation, j'en ai entendu parlé et souvent, tu peux en être persuadé. Aurais-tu oublié qui je suis et d'où je viens ? Je sais évidemment que non et que donc,... (continuer)
Canzone française – Rétractation – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 9
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Sais-tu, mon ami Lucien l'âne, ce qu'est une rétractation ?
Marco Valdo M.I. mon ami, ou tu me prends pour un ignare ou c'est une figure rhétorique, une façon d'introduire la chose... J'espère pour nos relations que c'est la deuxième de ces suggestions que tu as en tête. J'ai beau être bête comme un âne, de la rétractation, j'en ai entendu parlé et souvent, tu peux en être persuadé. Aurais-tu oublié qui je suis et d'où je viens ? Je sais évidemment que non et que donc,... (continuer)
Le bruit courait qu'Adam
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/8/2014 - 20:32
Ne ébresszetek fel
[1966]
Hoffmann Ödön írta
Scritta da Ödön Hoffmann
Written by Ödön Hoffmann
Tra le numerose disgrazie prodotte dalla cortina di ferro si deve annoverare anche l'ignoranza totale di tutta una serie di scenari musicali che si erano sviluppati “dall'altra parte”. Abituati com'eravamo a considerare i “paesi socialisti” come in preda all'immobilismo più totale, non ci rendevamo conto che -invece- si viveva e si suonava. Che c'erano anche le pop-star, popolarissime, e che, in fondo, la censura di stato non era certamente più attiva di quella democristiana. Così, immergiamoci nell'Ungheria del 1966; l'anno dopo si tenne addirittura un festival beat di cui si dà conto nella pagina linkata, la quale è -ovviamente- in ungherese. Facciamo la conoscenza di una delle più famose “poppiste” ungheresi dell'epoca, Éva Mikes, sfortunatamente scomparsa nel 1986 per una brutta malattia.
So per esperienza... (continuer)
Hoffmann Ödön írta
Scritta da Ödön Hoffmann
Written by Ödön Hoffmann
Tra le numerose disgrazie prodotte dalla cortina di ferro si deve annoverare anche l'ignoranza totale di tutta una serie di scenari musicali che si erano sviluppati “dall'altra parte”. Abituati com'eravamo a considerare i “paesi socialisti” come in preda all'immobilismo più totale, non ci rendevamo conto che -invece- si viveva e si suonava. Che c'erano anche le pop-star, popolarissime, e che, in fondo, la censura di stato non era certamente più attiva di quella democristiana. Così, immergiamoci nell'Ungheria del 1966; l'anno dopo si tenne addirittura un festival beat di cui si dà conto nella pagina linkata, la quale è -ovviamente- in ungherese. Facciamo la conoscenza di una delle più famose “poppiste” ungheresi dell'epoca, Éva Mikes, sfortunatamente scomparsa nel 1986 per una brutta malattia.
So per esperienza... (continuer)
Álmomban éjjel egy sivatagot láttam, furcsa egy álom volt.
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 12/8/2014 - 19:30
Run, Nigger, Run
anonyme
[Prima metà dell’800]
Una folksong di ignoto autore afro-americano la cui esistenza è già documentata in una raccolta di canti, il “White's Serenaders' Song Book”, pubblicata nel 1851.
Sulla melodia della popolare “Fire in the Mountains”.
Come gran parte delle canzoni popolari, anche di questa le versioni sono molteplici. Quella che contribuisco - dove le prime due strofe sarebbero originali, le seguenti interpolate e le ultime (indicate tra parentesi) sicuramente aggiunte in epoca più recente - è tratta da “American Ballads and Folk Songs” di John ed Alan Lomax, volume originariamente pubblicato nel 1934.
Tra le versioni, da segnalare quella risalente al 1927 del gruppo di Gid Tanner & His Skillet Lickers (testo trovato sull’imprescindibile Mudcat Café), che tuttavia sembra stravolgere l’originaria canzone afro-americana in una più adatta ai bianchi razzisti, considerati versi come... (continuer)
Una folksong di ignoto autore afro-americano la cui esistenza è già documentata in una raccolta di canti, il “White's Serenaders' Song Book”, pubblicata nel 1851.
Sulla melodia della popolare “Fire in the Mountains”.
Come gran parte delle canzoni popolari, anche di questa le versioni sono molteplici. Quella che contribuisco - dove le prime due strofe sarebbero originali, le seguenti interpolate e le ultime (indicate tra parentesi) sicuramente aggiunte in epoca più recente - è tratta da “American Ballads and Folk Songs” di John ed Alan Lomax, volume originariamente pubblicato nel 1934.
Tra le versioni, da segnalare quella risalente al 1927 del gruppo di Gid Tanner & His Skillet Lickers (testo trovato sull’imprescindibile Mudcat Café), che tuttavia sembra stravolgere l’originaria canzone afro-americana in una più adatta ai bianchi razzisti, considerati versi come... (continuer)
The day is done, night comes down
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/8/2014 - 19:11
Il tempo che resta
[2014]
Testo e musica di Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
Marco Rovelli (Voce e chitarra)
Francesca Baccolini (Contrabbasso)
Lara Vecoli (Violoncello)
Rocco Marchi (Tastiere)
TUTTO INIZIA SEMPRE
L'album è uscito nella sua veste e col suo titolo definitivo nel marzo 2015: Tutto inizia sempre. Comprende le seguenti canzoni:
1. Il tempo che resta
2. Danse macabre
3. Noi, Chisciotte
4. L'amore al tempo della rivolta
5. Il posto
6. Il ritorno
7. Il Dio che ride
8. Servi
9. Una vita normale
10. Dall'imagine tesa
11. Anarcangeli
12. L'animale e lo spettacolo
13. Serenata
I testi di Marco Rovelli non hanno, e non possono avere, un solo asse. Provengono, quasi sempre, da un'elaborazione della realtà circostante e della sua osservazione che non permette di attribuire pensieri e parole ad una... (continuer)
Testo e musica di Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
Marco Rovelli (Voce e chitarra)
Francesca Baccolini (Contrabbasso)
Lara Vecoli (Violoncello)
Rocco Marchi (Tastiere)
TUTTO INIZIA SEMPRE
L'album è uscito nella sua veste e col suo titolo definitivo nel marzo 2015: Tutto inizia sempre. Comprende le seguenti canzoni:
1. Il tempo che resta
2. Danse macabre
3. Noi, Chisciotte
4. L'amore al tempo della rivolta
5. Il posto
6. Il ritorno
7. Il Dio che ride
8. Servi
9. Una vita normale
10. Dall'imagine tesa
11. Anarcangeli
12. L'animale e lo spettacolo
13. Serenata
I testi di Marco Rovelli non hanno, e non possono avere, un solo asse. Provengono, quasi sempre, da un'elaborazione della realtà circostante e della sua osservazione che non permette di attribuire pensieri e parole ad una... (continuer)
E resta la mia inappartenenza,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi & daniela -k.d.- 12/8/2014 - 17:24
Amara terra mia
A vent'anni dalla morte di Modugno (in realtà erano vent'anni lo scorso 6 agosto), abbiamo finalmente tolto dagli extra questa che e' una delle sue canzoni più belle.
CCG Staff 12/8/2014 - 16:51
La Rivoluzione
Ascanio Celestini: Il monologo della bomba
Fosdinovo, "Fino al Cuore della Rivolta", 2 agosto 2014
daniela -k.d.- 12/8/2014 - 16:51
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