Ho scoperto questa divertente canzone del “mangas” e patriarca del Rebetiko Márkos Vamvakáris su rebet-asker, sito interamente dedicato a quel genere musicale così particolare.
Canzone che dedico volentieri al nostro attuale premier Renzi(e) ma anche agli ex Letta, Monti e Berlusconi, primi ministri del recente passato che hanno fatto un gran bene al Paese e a cui va tutta la sincera gratitudine del popolo. Proprio così come cantava Vamvakáris, che nel 1936 salutava la quasi contemporanea dipartita - nel senso proprio dello schiattare - di ben tre ex primi ministri greci, tali Kondilis, Venizelos e Demergìs...
The Wife's Lament or The Wife's Complaint is an Old English poem of 53 lines found in the Exeter Book and generally treated as an elegy in the manner of the German Frauenlied, or woman's song. The poem has been relatively well-preserved and requires few if any emendations to enable an initial reading. Thematically, the poem is primarily concerned with the evocation of the grief of the female speaker and with the representation of her state of despair. The tribulations she suffers leading to her state of lamentation, however, are cryptically described and have been subject to a wide array of interpretations.`
Though the description of the text as a woman's song or Frauenlied —lamenting for a lost or absent lover— is the dominant understanding of the poem, the text has nevertheless been subject to a variety of distinct treatments that fundamentally... (continuer)
Vabbè, sicuramente tutto va inserito nel contesto dell'aggressione fascista italiana alla Grecia e di quel tizio di Predappio che le doveva "spezzare le reni"; spezzarle, tra l'altro, ad una Grecia a sua volta sotto il regime fascista di Metaxas, che del dvce del fassìsmo era stato dichiarato "ammiratore". Del resto, certo, di Sofia Vembo abbiamo nel sito altre canzoni; in Grecia è stata famosissima come la "voce della Patria" o roba del genere. Però è sempre meglio specificare che questa, chiaramente, è tutt'altro che una "canzone contro la guerra" e, casomai, lo è "nella guerra" e in quella particolare guerra là. Ci sono tutti gli ingredienti, qui, della canzone del genere: la guerra ci separa, amore mio, però i sacri ideali della patria lo esigono, tu pensa a pregare, tornerò vincitore e ti riempirò la pancia di tanti bei piccoli eroi ellenici (sempre che non salti su una mina, chiaro).... (continuer)
Bene che hai fatto, Riccardo, a contestualizzare e la canzone e la Vembo.
Certo non mi era sfuggito che si tratta di una canzone patriottarda ma non mi ha sfiorato il dubbio se proporla o meno perchè in fondo non è dissimile da parecchie canzoni della nostra di Resistenza...
Ciao.
La versione nell'alfabeto latino-cirillico Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) del 1928. Probabilmente è la versione originale. L'immagine e il testo stampabile sono stati forniti da Arisztíd nel giugno 2015.
The Tatar Internationale's version in the Latin-Cyrillic scrpt Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) of 1928. Probably the original version. The image and the printable lyrics were contributed by Arisztíd in June 2015.
INTRNATSIONAL (continuer)
envoyé par Arisztíd és RV / Arisztíd og RV 8/7/2014 - 11:57
La versione in lingua tatara del Volga nell'alfabeto latino rimasto ufficiale dal 1997 al 2004 (sostituito poi dall'alfabeto tataro-cirillico).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
Canzone che dedico volentieri al nostro attuale premier Renzi(e) ma anche agli ex Letta, Monti e Berlusconi, primi ministri del recente passato che hanno fatto un gran bene al Paese e a cui va tutta la sincera gratitudine del popolo. Proprio così come cantava Vamvakáris, che nel 1936 salutava la quasi contemporanea dipartita - nel senso proprio dello schiattare - di ben tre ex primi ministri greci, tali Kondilis, Venizelos e Demergìs...