L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) [1] / (VOLGA) TATAR [1]
La versione in lingua tatara del Volga nell'alfabeto latino rimasto ufficiale dal 1997 al 2004 (sostituito poi dall'alfabeto tataro-cirillico).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
INTERNATSIONAL
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 8/7/2014 - 11:17
Il mercenario di Lucera
La canzone "Il mercenario di Lucera" vecchie rivendicazioni a parte non mi sembra molto politica. Il mercenario è uno che combatte a pagamento senza farsi troppi scrupoli. Ovvio che sia meglio per lui combattere per il più forte e ricco non per dei poveri che vivono nella jungla. Ideali politici? Solo delle donne altrettanto mercenarie e l'esaltazione del suo sacrificio ("Viva la morte mia e la gioventù"). Sembra la ballata di uno che si lascia alle spalle il suo paese dopo guai con la giustizia(di nero c'è solo la sua fedina)facendo il militare di professione anziché il bandito senza farsi troppi rimpianti per una vita qualunque ma più normale della sua.
Carlo 7/7/2014 - 16:12
Zdravljica
Nell'originale le strofe hanno la forma di una coppa di vino, cosa che è abbastanza inusuale.
Anonymus 7/7/2014 - 14:35
Vitti na crozza
Un canto popolare non rimane inalterato nel tempo, cambia anche di luogo in luogo. Vitti una crozza potrebbe essere aperto oggi a nuove versioni, secondo la fantasia di chicchessia, magari affrontando dolorose problematiche attuali.
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (continuer)
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (continuer)
Nicola 5/7/2014 - 19:13
Joska la Rossa
bombaso è la bambagia cotone
pelle de bombaso è liscia e soffice come la bambagia
ovattata non suona bene
pelle de bombaso è liscia e soffice come la bambagia
ovattata non suona bene
Mauro da Romano d'Ezzelino 5/7/2014 - 17:45
Lu pisce spada
.....un pugliese che ama la Sicilia e le storie del Sud.
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
SIMONE 5/7/2014 - 13:07
Ramshackle Day Parade
DISORDINATA PARATA GIORNALIERA
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envoyé par Alessio Semino 3/7/2014 - 20:29
La boje (L'Italia l'è malada)
anonyme
[1882-85]
Canzone di autore anonimo risalente al periodo dei moti contadini che ebbero luogo in molte zone tra Lombardia e Veneto sul finire dell’800.
Nel repertorio del Gruppo Padano di Piadena, del Gruppo di canto popolare Voci di Mezzo e di Giovanna Marini.
Come ricordava l’ottimo Gian Piero Testa nel suo commento introduttivo alla splendida “Cazzarola” (Κατσαρόλα) di Stamatis Kraounakis, l’espressione “La boje!” veniva ancora usata agli inizi del 900 dai braccianti del padovano “quando l'avidità e l'arroganza degli agrari superavano il limite pur largo che le condizioni dei tempi ammettevano”. In veneto “La boje!” sta infatti per “La boje, e de boto la va fora”, ossia, “Bolle, e sta per traboccare”, cioè la pazienza è finita perché ne abbiamo piene le palle dei vostri soprusi…
Tra il 1882 ed il 1885, nelle province di Rovigo, Padova, Mantova, Cremona e Treviso la pazienza dei braccianti,... (continuer)
Canzone di autore anonimo risalente al periodo dei moti contadini che ebbero luogo in molte zone tra Lombardia e Veneto sul finire dell’800.
Nel repertorio del Gruppo Padano di Piadena, del Gruppo di canto popolare Voci di Mezzo e di Giovanna Marini.
Come ricordava l’ottimo Gian Piero Testa nel suo commento introduttivo alla splendida “Cazzarola” (Κατσαρόλα) di Stamatis Kraounakis, l’espressione “La boje!” veniva ancora usata agli inizi del 900 dai braccianti del padovano “quando l'avidità e l'arroganza degli agrari superavano il limite pur largo che le condizioni dei tempi ammettevano”. In veneto “La boje!” sta infatti per “La boje, e de boto la va fora”, ossia, “Bolle, e sta per traboccare”, cioè la pazienza è finita perché ne abbiamo piene le palle dei vostri soprusi…
Tra il 1882 ed il 1885, nelle province di Rovigo, Padova, Mantova, Cremona e Treviso la pazienza dei braccianti,... (continuer)
L'Italia l'è malada
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envoyé par Bernart Bartleby 3/7/2014 - 13:23
Fiori di campo
Version française - FLEURS DES CHAMPS – Marco Valdo M.I. – 2014
Chanson italienne – Fiori di campo – Massimo Liberatori – 2006
Chanson italienne – Fiori di campo – Massimo Liberatori – 2006
FLEURS DES CHAMPS
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envoyé par Marco Valdo M.I. 2/7/2014 - 21:16
Marjolaine
[1958]
Francis Lemarque fut un chanteur, auteur, compositeur suffisamment modeste pour qu'on ne remarque pas combien il a marqué la chanson française... Parmi ses plus grands succès, on relève Marjolaine (1957) dont les mélancoliques paroles sont écrites sur un vieil air du folklore allemand, Der treue Husar, popularisé cette même année par l'épilogue du film de Stanley Kubrick, Les Sentiers de la Gloire, film antimilitariste qui ne put être divulgué en France, en Suisse et en belgique. Il faudra 18 ans pour qu'il puisse enfin être vu...
Francis Lemarque fut un chanteur, auteur, compositeur suffisamment modeste pour qu'on ne remarque pas combien il a marqué la chanson française... Parmi ses plus grands succès, on relève Marjolaine (1957) dont les mélancoliques paroles sont écrites sur un vieil air du folklore allemand, Der treue Husar, popularisé cette même année par l'épilogue du film de Stanley Kubrick, Les Sentiers de la Gloire, film antimilitariste qui ne put être divulgué en France, en Suisse et en belgique. Il faudra 18 ans pour qu'il puisse enfin être vu...
Un inconnu et sa guitare
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envoyé par Marco Valdo M.I. 2/7/2014 - 20:10
Why Go to War
1979
“Like Arthur Russell, William Onyeabor was incredibly ahead of his time and sadly under-appreciated during his active years. Noisey made a documentary about him called Fantastic Man, which is definitely worth a watch. This song was released only three years after ‘Zombie’ and touches on Nigerian politics. More broadly it deals with east-west international warfare. The lyric “you want another guy stop a bullet for you, but you’ll never like to stop a bullet” is particularly haunting.”
The 10 Best Socio-Politically Conscious Dance Tracks, according to Low Island
“Like Arthur Russell, William Onyeabor was incredibly ahead of his time and sadly under-appreciated during his active years. Noisey made a documentary about him called Fantastic Man, which is definitely worth a watch. This song was released only three years after ‘Zombie’ and touches on Nigerian politics. More broadly it deals with east-west international warfare. The lyric “you want another guy stop a bullet for you, but you’ll never like to stop a bullet” is particularly haunting.”
The 10 Best Socio-Politically Conscious Dance Tracks, according to Low Island
Why go to war, why not find peace?
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envoyé par kairobi 2/7/2014 - 16:04
Sin pan
anonyme
Una mia amica me ne ha cantata un'altra strofa, che dice
"una ostia pa' comer... eccetera"
Roberta
"una ostia pa' comer... eccetera"
Roberta
Roberta 2/7/2014 - 15:11
Als Ob
Chanson langue de allemande – Als Ob - Leo Strauss - 1943
Paroles de Leo Strauss
Musique d'Alexander Steinbrecher
La ville du « Comme si » ici décrite est Theresienstadt, en Tchécoslovaquie occupée, où les nazis à partir de 1940 amassèrent jusqu'à 50.000 Juuifs allemands, autrichiens et tchèques et qu'ils présentèrent au monde comme un ghetto modèle alors qu'il ne s'agissait pas d'autre chose que d'un camp de concentration et de passage vers les chambres à gaz et les fours crématoires d'Auschwitz.
De Leo Strauss (1897-1944) on ne sait pas grand chose. Comme pour beaucoup d'artistes juifs qui eurent la malchance de succomber à l'Holocauste, même l’œuvre de Leo Strauss est en grande partie perdue.
Fils du compositeur d'opérette viennoise Oskar Strauss, Leo était musicien, auteur de musiques et livrets pour le cabaret.
Arrêté par les nazis avec sa femme Myra, tous deux furent internés à... (continuer)
Paroles de Leo Strauss
Musique d'Alexander Steinbrecher
La ville du « Comme si » ici décrite est Theresienstadt, en Tchécoslovaquie occupée, où les nazis à partir de 1940 amassèrent jusqu'à 50.000 Juuifs allemands, autrichiens et tchèques et qu'ils présentèrent au monde comme un ghetto modèle alors qu'il ne s'agissait pas d'autre chose que d'un camp de concentration et de passage vers les chambres à gaz et les fours crématoires d'Auschwitz.
De Leo Strauss (1897-1944) on ne sait pas grand chose. Comme pour beaucoup d'artistes juifs qui eurent la malchance de succomber à l'Holocauste, même l’œuvre de Leo Strauss est en grande partie perdue.
Fils du compositeur d'opérette viennoise Oskar Strauss, Leo était musicien, auteur de musiques et livrets pour le cabaret.
Arrêté par les nazis avec sa femme Myra, tous deux furent internés à... (continuer)
COMME SI
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envoyé par Marco Valdo M.I. 1/7/2014 - 22:49
Mis colegas
non innegge alla liberalizzazione totale delle droghe o assoluta anarchia. Questa canzone se ascoltate bene, inneggia ad un miglior controllo sulle droghe. Perché restando illegali fimanziano gli affari di chi poi assolda soldati per le guerre, e in più fa vivere nel malessere tutti gli altri. Quindi anche se lateralmente può rientrare tra le canzoni anti-guerra.
eis84 1/7/2014 - 13:42
Already
This song was inspired by Kurt Vonnegut, Jr.'s book "Cat's Cradle" and though written around the time of the first Gulf War, was not recorded until after the 2003 invasion of Iraq. It appears on the 2004 album "Noise And Conversation."
When I felt the bullet enter my heart
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envoyé par Clinton Kirby 30/6/2014 - 08:16
L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) / (VOLGA) TATAR
La versione in lingua Tatara del Volga fornitaci da Arisztíd (með lögum skal land byggja!). La versione è qui presentata nell'alfabeto cirillico ufficiale dal 2004 (ma la lingua tatara può scriversi anche in una forma modificata di alfabeto latino e in una di alfabeto arabo).
The Internationale's version in the Volga Tatar language, contributed by Arisztíd (með lögum skal land byggja!). The version is given here in the Cyrillic script made official since 2004 (but the Tatar language may be also written with a modified form of Latin alphabet, and also in a slightly modified Arabic script).
The Internationale's version in the Volga Tatar language, contributed by Arisztíd (með lögum skal land byggja!). The version is given here in the Cyrillic script made official since 2004 (but the Tatar language may be also written with a modified form of Latin alphabet, and also in a slightly modified Arabic script).
ИНТЕРНАЦИОНАЛ
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envoyé par Arisztid 28/6/2014 - 22:32
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[1947]
Στίχοι και μουσική: Απόστολος Καλδάρας
Parole e musica di Apostolos Kaldaras
La prima interpretazione è di Στέλλα Χασκίλ / Stella Haskil, nata a Salonicco nel 1918 in una famiglia di fede ebraica, una delle voci più rappresentativo del rebetiko.
In seguito è stata ripresa da molti artisti, tra cui Ghiannis Poulopoulos / Γιάννης Πουλόπουλος e Yorgos Dalaras / Γιώργος Νταλάρας
Un rebetiko di prigionia, molto famoso e allora molto vietato, del periodo della guerra civile (1946-49) che vide opporsi la guerriglia comunista al governo monarchico sostenuto da Gran Bretagna e USA. Quest’ultimo prevalse, dopo tre anni di guerra costati 80.000 morti, decine di migliaia di profughi e deportati, e carceri e campi di confino si riempirono dei militanti del Δημοκρατικός Στρατός Ελλάδας che aveva perso…
E' scesa una notte senza luna ed il giovane prigioniero non può dormire…... (continuer)