Neighborhood Bully
Versione italiana di Michele Murino da Maggie's Farm
IL BULLO DEL QUARTIERE
(continuer)
(continuer)
30/5/2014 - 23:57
Resolution der Kommunarden
Polnische Version / Versione polacca / Polish version / Version polonaise / Puolankielinen versio / Polska wersja [1]:
Robert Stiller
Robert Stiller
Rezolucja komunardów
(continuer)
(continuer)
envoyé par sok 30/5/2014 - 22:17
Mal d'Africa (Ilaria, Miran e i sentieri delle banane)
Album: "Il diavolo di mezzogiorno" (2003)
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
"Ilaria e Miran uccisi per un traffico rifiuti-armi. Ma è una verità troppo scomoda per l'Italia"
"In 20 anni di indagini", spiega la madre della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio con il suo operatore, "mi sono scontrata con un muro di silenzi, depistaggi, documenti spariti e strani decessi di persone legate al duplice omicidio". Il governo potrebbe desecretare gli 8 mila documenti raccolti dai nostri Servizi. "Credo servirà a poco", sostiene la signora Alpi, "a me basta trovare i mandanti e guardarli in faccia"
Io so perché Ilaria e Miran sono stati uccisi. Dopo 20 anni di indagini inutili e faticose, di menzogne, depistaggi, sparizioni, altre morti sospette, ho bisogno solo di conoscere i nomi dei mandanti di quel duplice omicidio. Non li voglio vedere dietro le sbarre. Mi basta guardarli in faccia".... (continuer)
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
"Ilaria e Miran uccisi per un traffico rifiuti-armi. Ma è una verità troppo scomoda per l'Italia"
"In 20 anni di indagini", spiega la madre della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio con il suo operatore, "mi sono scontrata con un muro di silenzi, depistaggi, documenti spariti e strani decessi di persone legate al duplice omicidio". Il governo potrebbe desecretare gli 8 mila documenti raccolti dai nostri Servizi. "Credo servirà a poco", sostiene la signora Alpi, "a me basta trovare i mandanti e guardarli in faccia"
Io so perché Ilaria e Miran sono stati uccisi. Dopo 20 anni di indagini inutili e faticose, di menzogne, depistaggi, sparizioni, altre morti sospette, ho bisogno solo di conoscere i nomi dei mandanti di quel duplice omicidio. Non li voglio vedere dietro le sbarre. Mi basta guardarli in faccia".... (continuer)
Non c'è verso di conoscere il vento
(continuer)
(continuer)
envoyé par Flavio Poltronieri 30/5/2014 - 00:03
Orta Nova 1948
[1975]
Testo e musica di Nadia Furlon e Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
Lyrics and music by Nadia Furlon and Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
"E' stato uno dei primi gruppi della Cooperativa L’Orchestra, l'etichetta musicale degli Stormy Six. Il loro disco, che prendeva il nome Quarto Stato, uscito nel 1975, ha avuto un certo ruolo nel campo della nuova musica politica, grazie alle numerose esibizioni, sostenute anche all’estero, soprattutto in Germania. Il disco era firmato dai due componenti del Quarto Stato, Nadia Furlon e Mario Acquaviva, che provenivano dalla Commissione Culturale del Movimento Studentesco, e si avvaleva del contributo di musicisti occasionalmente strappati al terreno jazzistico, Gaetano Liguori, Roberto Del Piano. C’erano alcuni pezzi che si elevavano sopra gli altri, Il brigante, Luca Marano (ripresi dalle tradizioni popolari del sud) e Non è tempo...... (continuer)
Testo e musica di Nadia Furlon e Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
Lyrics and music by Nadia Furlon and Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
"E' stato uno dei primi gruppi della Cooperativa L’Orchestra, l'etichetta musicale degli Stormy Six. Il loro disco, che prendeva il nome Quarto Stato, uscito nel 1975, ha avuto un certo ruolo nel campo della nuova musica politica, grazie alle numerose esibizioni, sostenute anche all’estero, soprattutto in Germania. Il disco era firmato dai due componenti del Quarto Stato, Nadia Furlon e Mario Acquaviva, che provenivano dalla Commissione Culturale del Movimento Studentesco, e si avvaleva del contributo di musicisti occasionalmente strappati al terreno jazzistico, Gaetano Liguori, Roberto Del Piano. C’erano alcuni pezzi che si elevavano sopra gli altri, Il brigante, Luca Marano (ripresi dalle tradizioni popolari del sud) e Non è tempo...... (continuer)
Dieci giorni alla bonifica e dodici all’azienda
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 29/5/2014 - 18:51
Ruanda
[1995]
Brano strumentale nell’album intitolato “Sanacore”
In Ruanda, dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente - a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati - almeno 500.000 persone (secondo le stime di Human Rights Watch), in stragrande maggioranza appartenenti all’etnia minoritaria dei Tutsi (ma anche Hutu moderati). I carnefici, organizzati in milizie finanziate, armate ed equipaggiate dal Governo, erano di etnia Hutu. La stima delle vittime salì in seguito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone.
Un’immagine emblema del genocidio ruandese:
Durante un notiziario del 2000 il quotidiano britannico The Guardian rivelò che l’allora Segretario Generale dell'ONU, l’egiziano Boutros Boutros-Ghali [in carica tra il 1992 ed il 1996 e quindi anche durante il genocidio ruandese], giocò... (continuer)
Brano strumentale nell’album intitolato “Sanacore”
In Ruanda, dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente - a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati - almeno 500.000 persone (secondo le stime di Human Rights Watch), in stragrande maggioranza appartenenti all’etnia minoritaria dei Tutsi (ma anche Hutu moderati). I carnefici, organizzati in milizie finanziate, armate ed equipaggiate dal Governo, erano di etnia Hutu. La stima delle vittime salì in seguito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone.
Un’immagine emblema del genocidio ruandese:
Durante un notiziario del 2000 il quotidiano britannico The Guardian rivelò che l’allora Segretario Generale dell'ONU, l’egiziano Boutros Boutros-Ghali [in carica tra il 1992 ed il 1996 e quindi anche durante il genocidio ruandese], giocò... (continuer)
[strumentale]
envoyé par Bernart Bartleby 29/5/2014 - 14:57
Parcours:
1994: Génocide au Rwanda
Tall el Zataar
[1976]
Atlantic Records, T 50324.
Ristampato in CD nel 2003
e nuovamente in vinile nel 2012 da BTF.
Si tratta di un brano strumentale jazz rock progressive che gli Agorà, storica band marchigiana ancora in attività (fondata nell'estate del 1974) dedicò al Massacro di Tell al-Zataar, avvenuto durante la guerra civile libanese il 12 agosto 1976. Tell al-Zaatar (in arabo تل الزعتر) era un campo di rifugiati palestinesi gestito dall'UNRWA, e ospitava circa 50000-60000 rifugiati nella zona nordorientale di Beirut; il suo nome significa "La collina del timo", ed è traslitterato in vari modi. Gli Agorà, scossi dal terribile massacro di profughi inermi perpetrato dalle milizie "cristiane" libanesi con il coinvolgimento diretto della Siria di Hafez al-Assad (il padre dell'attuale presidente siriano), provocò migliaia di vittime.
Atlantic Records, T 50324.
Ristampato in CD nel 2003
e nuovamente in vinile nel 2012 da BTF.
Si tratta di un brano strumentale jazz rock progressive che gli Agorà, storica band marchigiana ancora in attività (fondata nell'estate del 1974) dedicò al Massacro di Tell al-Zataar, avvenuto durante la guerra civile libanese il 12 agosto 1976. Tell al-Zaatar (in arabo تل الزعتر) era un campo di rifugiati palestinesi gestito dall'UNRWA, e ospitava circa 50000-60000 rifugiati nella zona nordorientale di Beirut; il suo nome significa "La collina del timo", ed è traslitterato in vari modi. Gli Agorà, scossi dal terribile massacro di profughi inermi perpetrato dalle milizie "cristiane" libanesi con il coinvolgimento diretto della Siria di Hafez al-Assad (il padre dell'attuale presidente siriano), provocò migliaia di vittime.
envoyé par Riccardo Venturi 29/5/2014 - 12:42
Parcours:
L'Holocauste palestinien
Larimer Street
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “El Capitan” del 1975.
Una canzone sulla trasformazione di Larimer Street, un tempo la “skid row” di Denver, Colorado, la strada più vecchia della città.
Piccoli negozi, barucci, bordelli e camere a buon mercato dove i diseredati potevano trovare un minimo di conforto furono spazzati via alla fine dei 60 per fare spazio al “progresso”, alle sedi di grosse compagnie, della camera di commercio, a ristoranti di lusso e boutiques… E i poveracci vennero cacciati e relegati ai margini della città… “Così ho capito”, dice Utah Phillips, “che c’è un solo genere di guerra, quella tra i ricchi e i poveri. Non so molto di classi sociali, ma so che quella alta e quella media possono anche baciarmi il culo…”
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “El Capitan” del 1975.
Una canzone sulla trasformazione di Larimer Street, un tempo la “skid row” di Denver, Colorado, la strada più vecchia della città.
Piccoli negozi, barucci, bordelli e camere a buon mercato dove i diseredati potevano trovare un minimo di conforto furono spazzati via alla fine dei 60 per fare spazio al “progresso”, alle sedi di grosse compagnie, della camera di commercio, a ristoranti di lusso e boutiques… E i poveracci vennero cacciati e relegati ai margini della città… “Così ho capito”, dice Utah Phillips, “che c’è un solo genere di guerra, quella tra i ricchi e i poveri. Non so molto di classi sociali, ma so che quella alta e quella media possono anche baciarmi il culo…”
Your bulldozers rolling through my part of town
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/5/2014 - 12:09
La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida]
“L’IMPEGNO DI MIO PADRE E LA VIOLENZA DEL POTERE”. PARLA LA FIGLIA DI GIUSEPPE PINELLI
“Dalla lotta partigiana al movimento anarchico e alla non violenza, Pino era un ottimista che viveva con entusiasmo quel tempo di speranze e di profondi cambiamenti. Con la sua tragica morte è diventato un simbolo dei diritti negati e dei connotati violenti che può assumere il potere”. Claudia Pinelli ricorda il padre Giuseppe, volato da una finestra della Questura di Milano la notte del 15 dicembre 1969.
di Laura Tussi, da peacelink.it, ripreso da MicroMega in data 29 maggio 2014.
Il ricordo di tuo padre è stato un punto fermo nella vita della famiglia Pinelli. Quali sono le parole più significative e gli ideali più alti che la sua memoria ti ha trasmesso?
Il suo ricordo sicuramente è un punto fermo nella nostra famiglia e abbiamo dovuto testimoniarlo innumerevoli volte, ma la memoria sua e di quello... (continuer)
Bernart Bartleby 29/5/2014 - 10:23
The Two Bums
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Ispirata al volume di George Milburn (1906-1966, scrittore dell’Oklahoma) intitolato “The Hobo's Hornbook”, una raccolta di ballate di homeless vagabondi incontrati nei suoi viaggi.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “We Have Fed You All for a Thousand Years” del 1983.
I due fannulloni scansafatiche parassiti della società sono, il primo, un homeless vagabondo, una piccola pulce che viaggia aggrappato agli assi dei merci, mentre il secondo è il “parassita di lusso”, la sanguisuga sociale che gozzoviglia alle spalle dei lavoratori, accumulando profitti e ricchezze. Quale dei due è il più fastidioso, il più pericoloso? Ancora oggi, come sempre, grazie ai benpensanti, ai fascisti,... (continuer)
Parole e musica di Utah Phillips.
Ispirata al volume di George Milburn (1906-1966, scrittore dell’Oklahoma) intitolato “The Hobo's Hornbook”, una raccolta di ballate di homeless vagabondi incontrati nei suoi viaggi.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “We Have Fed You All for a Thousand Years” del 1983.
I due fannulloni scansafatiche parassiti della società sono, il primo, un homeless vagabondo, una piccola pulce che viaggia aggrappato agli assi dei merci, mentre il secondo è il “parassita di lusso”, la sanguisuga sociale che gozzoviglia alle spalle dei lavoratori, accumulando profitti e ricchezze. Quale dei due è il più fastidioso, il più pericoloso? Ancora oggi, come sempre, grazie ai benpensanti, ai fascisti,... (continuer)
The bum on the rod is hunted down
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/5/2014 - 09:00
Jungle Sermon & Dump the Bosses Off Your Back
[1973]
Parole di Utah Phillips.
Sulla melodia di inni religiosi come “Take It to the Lord in Prayer” o "What a Friend We Have in Jesus”.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “All Used Up: A Scrapbook” (1979) e “We Have Fed You All for a Thousand Years” (1983)
Una “tirata” sulla necessità dell’organizzazione fatta da uno di quegli organizzatori/agitatori alla Joe Hill che anche il nostro Utah Phillips conobbe bene e che sono stati ormai, purtroppo, consegnati alla Storia. Gente che conosceva bene il lavoro, i lavoratori, i loro problemi e che naturalmente, non per investitura dall’alto, diveniva leader. Non come i sindacalisti di oggi, giacca e cravatta, indaffarati in continue riunioni nei palazzi del potere, con... (continuer)
Parole di Utah Phillips.
Sulla melodia di inni religiosi come “Take It to the Lord in Prayer” o "What a Friend We Have in Jesus”.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
Poi anche in dischi successivi come “All Used Up: A Scrapbook” (1979) e “We Have Fed You All for a Thousand Years” (1983)
Una “tirata” sulla necessità dell’organizzazione fatta da uno di quegli organizzatori/agitatori alla Joe Hill che anche il nostro Utah Phillips conobbe bene e che sono stati ormai, purtroppo, consegnati alla Storia. Gente che conosceva bene il lavoro, i lavoratori, i loro problemi e che naturalmente, non per investitura dall’alto, diveniva leader. Non come i sindacalisti di oggi, giacca e cravatta, indaffarati in continue riunioni nei palazzi del potere, con... (continuer)
I guess you think I'm gonna preach a sermon,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 28/5/2014 - 17:49
The Pride of Northern Mexico
[1973]
Parole di Utah Phillips.
La melodia è quella di una “ranchera” composta da Hoyle Osborne, poliedrico pianista e compositore.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“Here's a different kind of bandit. Northern Mexico is that part of Mexico north of the Rio Grande: Texas, New Mexico, California, Utah, Nevada, and Colorado. That's the half of the infant republic of Mexico which we stole in 1847, during the first of our imperialist wars.
The people who were left behind became virtual slaves. They were disfranchised, they lost their wealth, they lost their land, they lost everything. It's their descendants who are living on the back sides of the cities in the slums, and who are working as migrants in the fields.
This song is about a wise-ass Mexican... (continuer)
Parole di Utah Phillips.
La melodia è quella di una “ranchera” composta da Hoyle Osborne, poliedrico pianista e compositore.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“Here's a different kind of bandit. Northern Mexico is that part of Mexico north of the Rio Grande: Texas, New Mexico, California, Utah, Nevada, and Colorado. That's the half of the infant republic of Mexico which we stole in 1847, during the first of our imperialist wars.
The people who were left behind became virtual slaves. They were disfranchised, they lost their wealth, they lost their land, they lost everything. It's their descendants who are living on the back sides of the cities in the slums, and who are working as migrants in the fields.
This song is about a wise-ass Mexican... (continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 28/5/2014 - 15:40
Jesse James Farewell Blues
[1973]
Parole di Bruce 'Utah' Phillips.
Sulla melodia di “Farewell Blues”, un brano di Glenn Miller.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“Now we come to an occupation highly honored among people in the old and new West. At the end of the Civil War a lot of guys came home to the border states, Kansas and Missouri, found out their stock had been run off and their land had been expropriated, or the mortgage had been foreclosed, and they didn't have any home to come back to. They figured, ‘For this I went off and fought for the Union? Maybe got an eye or an arm shot off. I spent four years of my life to find out I don't have a home anymore.’
A lot of these angry young fellows decided to become outlaws, bank robbers and train robbers. I always did feel... (continuer)
Parole di Bruce 'Utah' Phillips.
Sulla melodia di “Farewell Blues”, un brano di Glenn Miller.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“Now we come to an occupation highly honored among people in the old and new West. At the end of the Civil War a lot of guys came home to the border states, Kansas and Missouri, found out their stock had been run off and their land had been expropriated, or the mortgage had been foreclosed, and they didn't have any home to come back to. They figured, ‘For this I went off and fought for the Union? Maybe got an eye or an arm shot off. I spent four years of my life to find out I don't have a home anymore.’
A lot of these angry young fellows decided to become outlaws, bank robbers and train robbers. I always did feel... (continuer)
Jesse James he lived in Arkansas,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 28/5/2014 - 14:45
Fratelli
1994
corrispondance
testo e musica di François Castiello
corrispondance
testo e musica di François Castiello
Siamo tutti fratelli
(continuer)
(continuer)
envoyé par donquijote82 28/5/2014 - 13:22
All About Preachers
[1973]
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“E’ tutto previsto nei piani di Dio. Saremo tutti insieme lassù in cielo”. Frasi simili, pronunciate brandendo la Bibbia di fronte alle vedove e agli orfani di minatori ed operai morti sul lavoro, hanno fatto spesso di preti e predicatori il braccio “celeste” di padroni e sfruttatori…
Parole e musica di Utah Phillips.
Nel songbook “Starlight On The Rails and Others Songs – The Golden Voice of the Great Southwest”, raccolta di canzoni scritte da Bruce ‘Utah’ Phillips tra anni 60 e primi 70.
“E’ tutto previsto nei piani di Dio. Saremo tutti insieme lassù in cielo”. Frasi simili, pronunciate brandendo la Bibbia di fronte alle vedove e agli orfani di minatori ed operai morti sul lavoro, hanno fatto spesso di preti e predicatori il braccio “celeste” di padroni e sfruttatori…
Here comes the preacher with his long black coat
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 28/5/2014 - 10:07
Różne rozmowy z życiem
Grazie a tutti, specialmente a Donquijote82, al grande Riccardo, a Lorenzo, Bart, Gian Piero e Flavio, lasciamo perde le femmine. Sto chiudendo 'na tappa nella mia vita e vi voglio augurare ogni bene, pace e prosperità. Questa qua vi tocca tradursela da soli, ma vale la pena. Poi, se le frontiere permangono, pazienza, fu sempre così. Un abbraccio forte... e a riscriverci, nel non più definito futuro.
Krzysiek
Krzysiek
Krzysiek Wrona 28/5/2014 - 06:07
Prośba o piosenkę
28.05.2014
E che Julian Tuwim mi perdoni...che non capì più un cazz
E che Julian Tuwim mi perdoni...che non capì più un cazz
LA PREGHIERA PER UNA CANZONE
(continuer)
(continuer)
envoyé par krzyś³ 28/5/2014 - 03:23
Płyń mój bluesie płyń
Rysiek nacque in Alta Slesia, una regione delle miniere di carbone nella Polonia meridionale. Allora procurarsi la morfina era quasi impossibile...se no, forse sarebbe ancora fra di noi...così va la vita :)
E questo blues parla di luogo dove nacque
E questo blues parla di luogo dove nacque
krzyś 28/5/2014 - 00:47
Back Home In Derry
POTESSI TORNARE A DERRY
(continuer)
(continuer)
envoyé par Flavio Poltronieri 27/5/2014 - 22:40
Secret, secret
Secret, secret
Canzone française – Secret, secret – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 3
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Voici donc, Lucien l'âne mon ami, le troisième épisode de cette curieuse histoire d'Adam Juracek, l'homme qui vainquit la pesanteur. Il te souviendra – on le sait par la déposition du professeur de physique au commissariat, celle qui se termine par
« Pourquoi ? Ô pourquoi t'ai-je quittée Elisabeta ?
Pour ce merdeux de Newton ... »,
il te souviendra donc qu'Adam était monté au plafond en plein conseil de professeurs du lycée de K, où il enseigne la gymnastique et... (continuer)
Canzone française – Secret, secret – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 3
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Voici donc, Lucien l'âne mon ami, le troisième épisode de cette curieuse histoire d'Adam Juracek, l'homme qui vainquit la pesanteur. Il te souviendra – on le sait par la déposition du professeur de physique au commissariat, celle qui se termine par
« Pourquoi ? Ô pourquoi t'ai-je quittée Elisabeta ?
Pour ce merdeux de Newton ... »,
il te souviendra donc qu'Adam était monté au plafond en plein conseil de professeurs du lycée de K, où il enseigne la gymnastique et... (continuer)
De là-haut, hého, de là-haut
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 27/5/2014 - 21:17
Mutation
Translated by Steven Birkbeck
The Cavalryman’s Farewell
(continuer)
(continuer)
envoyé par Steven Birkbeck 27/5/2014 - 20:29
The Miner's Lullaby
[1973]
Parole e musica di Bruce 'Utah' Phillips.
Nel quadruplo disco compilativo intitolato “Starlight On The Rails: A Songbook” pubblicato nel 2005.
Lavorando per la società storica di Salt Lake City, ad Utah Phillips capitò di fare un sopraluogo in un villaggio di minatori abbondonato all’inizio del 900. Quasi tutto era rimasto fermo ad allora, intatto. In una drogheria, fra le mercanzie e gli oggetti ancora allineati sugli scaffali, Utah Phillips trovò alcune piccole scatole di metallo ermetiche da portarsi alla cintura. Scoprì che si trattava di contenitori per fiale di morfina che i minatori si portavano in galleria per potersi suicidare nel caso fossero rimasti intrappolati in galleria in seguito a frane, esplosioni ed incidenti. Una pratica consueta, di cui però non si poteva parlare, essendo molte famiglie cattoliche, religione che condanna come peccato imperdonabile alzare la mano su sé stessi…
Parole e musica di Bruce 'Utah' Phillips.
Nel quadruplo disco compilativo intitolato “Starlight On The Rails: A Songbook” pubblicato nel 2005.
Lavorando per la società storica di Salt Lake City, ad Utah Phillips capitò di fare un sopraluogo in un villaggio di minatori abbondonato all’inizio del 900. Quasi tutto era rimasto fermo ad allora, intatto. In una drogheria, fra le mercanzie e gli oggetti ancora allineati sugli scaffali, Utah Phillips trovò alcune piccole scatole di metallo ermetiche da portarsi alla cintura. Scoprì che si trattava di contenitori per fiale di morfina che i minatori si portavano in galleria per potersi suicidare nel caso fossero rimasti intrappolati in galleria in seguito a frane, esplosioni ed incidenti. Una pratica consueta, di cui però non si poteva parlare, essendo molte famiglie cattoliche, religione che condanna come peccato imperdonabile alzare la mano su sé stessi…
Once, long ago, he was handsome and tall
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 27/5/2014 - 17:10
La farina dal Diàul
Il titolo della canzone deriva direttamente dal concetto di mulino e dalla convinzione ecclesiastica/medioevale che ivi si svolgessero incontri sospetti dato che era un luogo appartato, carbonaro ricettacolo di idee eretiche veicolate dal mulinaro. Questo personaggio poi, non bisogna dimenticare, era colui che trasformava il grano in farina, creando quindi un nuovo elemento e minando incoscentemente le basi fondamentali del "Potere della Creazione". Quindi siccome non poteva lui essere Dio, doveva per forza essere un demone sotto forma di mago primordiale e la farina che usciva dal mulino era appunto quella del diavolo.
Flavio Poltronieri 27/5/2014 - 17:07
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