Aqualung
Complimenti, davvero tanti complimenti per la cura del tuo lavoro! Finalmente un'interpretazione soddisfacente!
Ester 20/5/2014 - 21:52
Supper's Ready
Tutte le lingue, dietro la vetrina "Ufficiale" hanno un meraviglioso sottobosco quali sono le così dette frasi idiomatiche, altro modo per dire "intraducibili". Ma tutto l'insieme dell'ambito dove sono immerse, può dare una precisa idea di cosa vogliono dire e sopratutto comunicare. Sta alla sensibilità di chi legge, riuscire a capirne il vero senso.
Sergio SEU 20/5/2014 - 17:35
Mourn Not the Dead
[1917-21]
Parole e musica di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del gatto nero incazzato simbolo dell’IWW e poi dell’anarco-sindacalismo.
In “Bars And Shadows: The Prison Poems”, una raccolta di poesie scritte in prigione negli ultimi anni della Grande Guerra e immediatamente successivi. Ralph Chaplin era statto infatti condannato a scontare una pena di 20 anni (ridottisi poi a 4) per la sua attività volta a boicottare l’arruolamento e favorire la diserzione.
Parole e musica di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del gatto nero incazzato simbolo dell’IWW e poi dell’anarco-sindacalismo.
In “Bars And Shadows: The Prison Poems”, una raccolta di poesie scritte in prigione negli ultimi anni della Grande Guerra e immediatamente successivi. Ralph Chaplin era statto infatti condannato a scontare una pena di 20 anni (ridottisi poi a 4) per la sua attività volta a boicottare l’arruolamento e favorire la diserzione.
Mourn not the dead that in the cool earth lie
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/5/2014 - 14:38
The Harvest Song
[1915]
Parole di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del gatto nero incazzato simbolo dell’IWW e poi dell’anarco-sindacalismo.
Sulla melodia de I Did Not Raise My Boy To Be A Soldier
Testo trovato nel volume curato da Salvatore Salerno intitolato “Red November, Black November: Culture and Community in the Industrial Workers of the World”, State University of New York, 1989.
Parole di Ralph Chaplin (1887-1961), scrittore, giornalista e “Wobblie”, autore del disegno del gatto nero incazzato simbolo dell’IWW e poi dell’anarco-sindacalismo.
Sulla melodia de I Did Not Raise My Boy To Be A Soldier
Testo trovato nel volume curato da Salvatore Salerno intitolato “Red November, Black November: Culture and Community in the Industrial Workers of the World”, State University of New York, 1989.
“Un giorno ci prenderemo le buone cose della terra
Che i parassiti accumulano e vendono;
Ci terremo per noi ciò che produciamo
E i capi se ne vadano all'inferno.
La terra è sul bottone che portiamo noi del sindacato
Noi scateneremo il gatto del sabotaggio se non avremo quel che ci spetta!”
Che i parassiti accumulano e vendono;
Ci terremo per noi ciò che produciamo
E i capi se ne vadano all'inferno.
La terra è sul bottone che portiamo noi del sindacato
Noi scateneremo il gatto del sabotaggio se non avremo quel che ci spetta!”
The ripening grain is waiting for us now,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/5/2014 - 13:20
Ta-Ra-Ra Boom-De-Ay
[1914]
Parole di Joe Hill.
Sulla melodia di una nota canzonetta di varietà ed avanspettacolo risalente alla fine dell’800.
Sabotaggio: il termine ha origine durante la rivoluzione industriale, nel settore tessile, nei paesi francofoni di fine 700, inizio 800. Quando cominciarono a diffondersi i telai a vapore, i lavoratori in sovrannumero che venivano licenziati li danneggiavano infilando negli ingrannaggi i loro “sabots”, gli zoccoli di legno…
L’uomo dal cacciavite in mano: il sabotaggio.
Di Valerio Evangelisti, da “Come si fa: tecniche e prospettive di rivoluzione”, a cura di Franco "Bifo" Berardi e Valerio Monteventi, Manni editore.
Esiste una forma di lotta che ha gli effetti di uno sciopero di massa, pur se attuata da un numero esiguo di lavoratori o, in certi casi, persino da uno solo? Sì, esiste, e si chiama sabotaggio. Era comune, e teorizzata da alcune forze sindacali, nei... (continuer)
Parole di Joe Hill.
Sulla melodia di una nota canzonetta di varietà ed avanspettacolo risalente alla fine dell’800.
Sabotaggio: il termine ha origine durante la rivoluzione industriale, nel settore tessile, nei paesi francofoni di fine 700, inizio 800. Quando cominciarono a diffondersi i telai a vapore, i lavoratori in sovrannumero che venivano licenziati li danneggiavano infilando negli ingrannaggi i loro “sabots”, gli zoccoli di legno…
L’uomo dal cacciavite in mano: il sabotaggio.
Di Valerio Evangelisti, da “Come si fa: tecniche e prospettive di rivoluzione”, a cura di Franco "Bifo" Berardi e Valerio Monteventi, Manni editore.
Esiste una forma di lotta che ha gli effetti di uno sciopero di massa, pur se attuata da un numero esiguo di lavoratori o, in certi casi, persino da uno solo? Sì, esiste, e si chiama sabotaggio. Era comune, e teorizzata da alcune forze sindacali, nei... (continuer)
I had a job once threshing wheat
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/5/2014 - 11:39
Ribbons Fall
[2013]
Parole e musica di Duncan McFarlane
Nell’album della Duncan McFarlane Band intitolato “Poachers Bold”
Testo trovato sul sito dell’autore.
Duncan McFarlane è nato nel 1954 in una base militare della RAF e dunque sa bene che quando “the ribbons fall” da sotto le ali dei jet in assetto tattico vuol dire che di lì a poco gli aerei scaricheranno il loro carico di morte sugli obiettivi previsti… E lo sanno anche gli attivisti contro la guerra che manifestano all’esterno delle basi: quando gli ordigni vengono liberati dalle loro fettucce colorate la guerra è già in atto ed è il momento di cercare di superare le recinzioni ed invadere la pista di decollo (anche se ignoro se qualcuno ci sia mai riuscito…)
Parole e musica di Duncan McFarlane
Nell’album della Duncan McFarlane Band intitolato “Poachers Bold”
Testo trovato sul sito dell’autore.
Duncan McFarlane è nato nel 1954 in una base militare della RAF e dunque sa bene che quando “the ribbons fall” da sotto le ali dei jet in assetto tattico vuol dire che di lì a poco gli aerei scaricheranno il loro carico di morte sugli obiettivi previsti… E lo sanno anche gli attivisti contro la guerra che manifestano all’esterno delle basi: quando gli ordigni vengono liberati dalle loro fettucce colorate la guerra è già in atto ed è il momento di cercare di superare le recinzioni ed invadere la pista di decollo (anche se ignoro se qualcuno ci sia mai riuscito…)
I still see you as a girl - Party frock and hair in curls
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/5/2014 - 10:26
Dio è morto
2012
I luf cantano Guccini
Certo che si può sempre dire che "Dio è morto" non ha nessun bisogno di essere rifatta. E' perfetta così. Cristallizzata nella versione di Augusto Daolio e dei Nomadi di quasi 50 anni fa (47 per la precisione). Tanto che anche i rifacimenti dello stesso Guccini non hanno aggiunto niente. Ma provate ad ascoltarla."Dio è morto" non è che uno degli undici capitoli in cui si dipana questa "Guccineide", ma l'ho citato non a caso subito, perché è forse la canzone che ha subito la trasformazione più profonda e peraltro azzeccata. Se facciamo la tara delle parole, potrebbe anche trattarsi di una canzone del tutto nuova. Il plagio lo concedono solo con prove maggiori. La musica resta sospesa e in sottofondo, dando la sensazione di una tensione crescente, mentre Canossi salmodia il celebre testo, facendone una sorta di preghiera laica, sommessa e intensa. Più che un urlo... (continuer)
I luf cantano Guccini
Certo che si può sempre dire che "Dio è morto" non ha nessun bisogno di essere rifatta. E' perfetta così. Cristallizzata nella versione di Augusto Daolio e dei Nomadi di quasi 50 anni fa (47 per la precisione). Tanto che anche i rifacimenti dello stesso Guccini non hanno aggiunto niente. Ma provate ad ascoltarla."Dio è morto" non è che uno degli undici capitoli in cui si dipana questa "Guccineide", ma l'ho citato non a caso subito, perché è forse la canzone che ha subito la trasformazione più profonda e peraltro azzeccata. Se facciamo la tara delle parole, potrebbe anche trattarsi di una canzone del tutto nuova. Il plagio lo concedono solo con prove maggiori. La musica resta sospesa e in sottofondo, dando la sensazione di una tensione crescente, mentre Canossi salmodia il celebre testo, facendone una sorta di preghiera laica, sommessa e intensa. Più che un urlo... (continuer)
donquijote82 20/5/2014 - 10:23
Il vecchio e il bambino
2012
I luf cantano Guccini
"Il vecchio e il bambino" è uno dei maggiori classici gucciniani, un brano che si ascolta una volta e si fa fatica a scollarsi, pubblicato in "Radici", album del 1972, e scritta probabilmente qualche anno prima "Il vecchio e il bambino" risente positivamente del clima di riscoperta della fantascienza che animava gli anni '60. La fantascienza che traeva le sue origini in Robert Scheckley, Philip K. Dick, Richard Matheson o, guardando più indietro Ray Bradbury e Isaac Asimov. Quel bacino di fantasia stellare che fornirà i migliori semi per l'indimenticabile serie telvisiva "Ai confini della realtà". Guccini è culture di fantascienza e anche sceneggiatore delle "Storie dallo spazio profondo" disegnate da Bonvi e con lui concepite. Inoltre alle spalle c'è anche Bob Dylan e il suo canto sulla "dura pioggia che cadrà", inteso come fallout nucleare. Con tutti questi... (continuer)
I luf cantano Guccini
"Il vecchio e il bambino" è uno dei maggiori classici gucciniani, un brano che si ascolta una volta e si fa fatica a scollarsi, pubblicato in "Radici", album del 1972, e scritta probabilmente qualche anno prima "Il vecchio e il bambino" risente positivamente del clima di riscoperta della fantascienza che animava gli anni '60. La fantascienza che traeva le sue origini in Robert Scheckley, Philip K. Dick, Richard Matheson o, guardando più indietro Ray Bradbury e Isaac Asimov. Quel bacino di fantasia stellare che fornirà i migliori semi per l'indimenticabile serie telvisiva "Ai confini della realtà". Guccini è culture di fantascienza e anche sceneggiatore delle "Storie dallo spazio profondo" disegnate da Bonvi e con lui concepite. Inoltre alle spalle c'è anche Bob Dylan e il suo canto sulla "dura pioggia che cadrà", inteso come fallout nucleare. Con tutti questi... (continuer)
donquijote82 20/5/2014 - 09:55
All Things Are Quite Silent
[18° secolo?]
Un brano tradizionale, quasi sicuramente di epoca settecentesca, il cui testo compare per la prima volta in una raccolta datata 1904.
Nel primo album degli Steeleye Span, “Hark! The Village Wait” del 1970.
Testo trovato sull’ottimo Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Lamento di una donna il cui marito è stato sequestrato da una “press-gang”, costretto con la forza ad arruolarsi nella Royal Navy… Cose che capitavano tra 600 e 700, quando ogni cosa era consentita in nome di Dio, del re e delle loro guerre… L’odiosa pratica terminò solo dopo la sconfitta di napoleone nel 1814.
Un brano tradizionale, quasi sicuramente di epoca settecentesca, il cui testo compare per la prima volta in una raccolta datata 1904.
Nel primo album degli Steeleye Span, “Hark! The Village Wait” del 1970.
Testo trovato sull’ottimo Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Lamento di una donna il cui marito è stato sequestrato da una “press-gang”, costretto con la forza ad arruolarsi nella Royal Navy… Cose che capitavano tra 600 e 700, quando ogni cosa era consentita in nome di Dio, del re e delle loro guerre… L’odiosa pratica terminò solo dopo la sconfitta di napoleone nel 1814.
All things are quite silent, each mortal at rest,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/5/2014 - 09:46
White Man
[1986]
Scritta da Peter Knight, voce e violino della formazione inglese.
Nell’album intitolato “Back in Line”. Poi anche nell’album dal vivo “Tonight's the Night”.
Suprema sintesi di Storia del Colonialismo, quello inglese in particolare...
Scritta da Peter Knight, voce e violino della formazione inglese.
Nell’album intitolato “Back in Line”. Poi anche nell’album dal vivo “Tonight's the Night”.
Suprema sintesi di Storia del Colonialismo, quello inglese in particolare...
Some sing of their glory
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/5/2014 - 21:05
Minguccio
Carissimi Bernart e Krzys, visto che avete apprezzato Tonino Zurlo, vi invito ad ascoltare anche quest'altra (anche se non è una anti-war song ma piuttosto una anti-slanders song)
http://www.infinititesti.com/2014/05/0...
http://www.infinititesti.com/2014/05/0...
Flavio Poltronieri 18/5/2014 - 18:54
Lift Girl's Lament
[1962]
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Un singolo pubblicato in Sudafrica nel 1962.
Un classico di Jeremy Taylor, presente in tutte le compilation successive, a partire da “Ag Pleez Deddy” (titolo del suo brano forse più famoso)
Il lamento dell’ascensorista sfruttata, malpagata e rovinata dal lavoro, lei che avrebbe voluto fare la hostess sugli aerei...
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Un singolo pubblicato in Sudafrica nel 1962.
Un classico di Jeremy Taylor, presente in tutte le compilation successive, a partire da “Ag Pleez Deddy” (titolo del suo brano forse più famoso)
Il lamento dell’ascensorista sfruttata, malpagata e rovinata dal lavoro, lei che avrebbe voluto fare la hostess sugli aerei...
Going up!
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/5/2014 - 14:13
La musica è finita
[2012]
Parole di Alessandro Hellmann
Musica di Rosario Di Bella
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Parole di Alessandro Hellmann
Musica di Rosario Di Bella
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
C’è un silenzio assordante
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/5/2014 - 13:25
Girotondo
[2012]
Parole di Abner Rossi
Musica di Mario Berlinguer
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Parole di Abner Rossi
Musica di Mario Berlinguer
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Guarda guarda il mondo che non è più tondo
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/5/2014 - 13:22
Quirra
[2014]
Album: Ali di stracci
"Quirra è nata come un martirio, per quello che hanno permesso di fare a questa terra. Non puoi vedere la grande bellezza e poi c'è chi fa di tutto per mutilarla, storpiarla, stuprarla». «Quirra» è la canzone che racconta l'identità violata: «Io sanguinerò per l'agonia di questa terra». «L'ho scritta in un giorno particolare. Ho incontrato per strada uno dei tanti estimatori, uno di quelli che ti fermano e poi cominciano a raccontarti le loro storie. E tu hai il dovere di ascoltarli, sei una specie di fratello maggiore. Questo signore, Giancarlo, col quale sono diventato amico, mi racconta la storia del figlio perso a 27 anni a Teulada dove faceva il militare. Io non sapevo cosa dire, un imbarazzo incredibile. Questo ragazzo mi sembrava di vederlo. Giancarlo mi ferma e toccandomi il braccio mi dice tu e fa una pausa tu devi fare qualcosa. E allora non sei più... (continuer)
Album: Ali di stracci
"Quirra è nata come un martirio, per quello che hanno permesso di fare a questa terra. Non puoi vedere la grande bellezza e poi c'è chi fa di tutto per mutilarla, storpiarla, stuprarla». «Quirra» è la canzone che racconta l'identità violata: «Io sanguinerò per l'agonia di questa terra». «L'ho scritta in un giorno particolare. Ho incontrato per strada uno dei tanti estimatori, uno di quelli che ti fermano e poi cominciano a raccontarti le loro storie. E tu hai il dovere di ascoltarli, sei una specie di fratello maggiore. Questo signore, Giancarlo, col quale sono diventato amico, mi racconta la storia del figlio perso a 27 anni a Teulada dove faceva il militare. Io non sapevo cosa dire, un imbarazzo incredibile. Questo ragazzo mi sembrava di vederlo. Giancarlo mi ferma e toccandomi il braccio mi dice tu e fa una pausa tu devi fare qualcosa. E allora non sei più... (continuer)
Mi lascerò morire a Quirra
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 18/5/2014 - 10:57
A Night to Remember
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continuer)
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continuer)
The night is dark and starry
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:56
Black-White Calypso
[1961]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
The other day reading Drum magazine
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:07
Piece of Ground
[1964]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
When the white man first came here from over the sea
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/5/2014 - 21:40
La socialdemocrazia
Ricordo perfettamente il momento: ecco, questa era la canzone di chi era contro il compromesso storico. Eravamo in Italia. Sono passati tanti anni d'accordo ma perchè ho l'impressione che siano passati secoli?!
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 17/5/2014 - 21:36
Leonard Cohen: Bird On The Wire
Caro Riccardo, tu sai che per qualsiasi cosa riguardi Leonard Cohen, puoi rivolgerti a me.
Nello specifico: le versioni proposte da Daiano sono poeticamente purtroppo impresentabili. Il disco naturalmente ce l'ho, i testi pure, ma io voglio bene a Cohen, sia come autore che come persona e credo sia meglio lasciare ai lettori italiani la traduzione di Massimo Cotto.
Nello specifico: le versioni proposte da Daiano sono poeticamente purtroppo impresentabili. Il disco naturalmente ce l'ho, i testi pure, ma io voglio bene a Cohen, sia come autore che come persona e credo sia meglio lasciare ai lettori italiani la traduzione di Massimo Cotto.
Flavio Poltronieri 17/5/2014 - 21:31
Standing in the Rain
[1965]
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
No use knocking on the window
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/5/2014 - 20:18
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