Lorenzo, grazie per info detagliato e un'idea per eventuale consiglio al mio amico. Credo che la tua domanda è piuttosto retorica, ci stiammo chiudendo un po' in tutta l'Europa e uomini politici cominciano di nuovo a tirare in ballo vari nazionalismi. Codesti risultati mi fanno pensare per esempio a non rare voci antisemite nella odierna Polonia, dove il tasso di cittadini che dichiarano di essere ebrei è bassismo (ufficialmente su 8.000, di fatto li stimerei intorno 30.000), al confronto con i tre millioni abbondanti di cittadini ebrei prima del secondo conflitto mondiale. Ma sappiamo tutti come sono andate le cose. Polonia è anche un paese europeo tra quelli con il tasso più basso di minoranze etniche, ciò non disturba a certi movimenti di propagare con succeso i slogan xenofobi. Per quanto riguarda gli esuli tedeschi dalle terre che dopo la seconda guerra mondiale sono state affibbiate... (continuer)
Esisterebbe una strofa integrativa che alla pagina citata viene riportata in tedesco ma anch’essa doveva essere originariamente in russo. L’ho riportata tra parentesi perché non si tratta di una quartina, come per il resto del brano…
RAVENSBRÜCKLIED (continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 11/2/2014 - 10:01
Leggendo meglio, scopro che la pubblicazione “Europa im Kampf 1939–1944” altro non è che una delle edizioni dell’antologia intitolata “Europa u boji 1939 – 1944”, realizzata segretamente a Ravensbrück da due prigioniere di nazionalità ceca, Vlasta Kladivová e Vera Hozáková.
Vlasta Kladivová era stata trasferita da Auschwitz e a Ravensbrück incontrò Vera Hozáková, militante della resistenza comunista, che nel campo lavorava come disegnatore tecnico per i tedeschi. Alla Hozáková non fu quindi difficile (anche se parecchio rischioso) sottrarre dell’inchiostro col quale, su fogli realizzati con la biancheria e rilegati con ago e filo, le due compagne trascrissero poesie e canzoni di resistenza di undici nazioni diverse, tutte poi tradotte in ceco in appendice. Il canzoniere autoprodotto sopravvisse anche lui alla guerra e poi rimase dimenticato per decenni in un’abitazione a Praga.
Il video qua sopra, girato dalle autorità alleate, testimonia l'impiccagione di un certo numero di criminali nazisti nel carcere-fortezza di Landsberg am Lech, il 28 maggio 1948. Precede di pochi giorni l'altra "mandata" del 2 giugno, durante la quale venne stirato il collino anche al direttore medico di Ravensbrück, Karl Gebhardt.
In questo video, comunque, si può notare l'elevato numero di medici (si notano parecchi "Dr." sulle targhette apposte sulle bare). Si tratta delle esecuzioni comminate a Norimberga nel cosiddetto "processo dei medici", conclusosi il 20 agosto 1947. Praticamente tutti i medici di Ravensbrück furono condannati a morte e giustiziati a Landsberg.
Riguarderà poi la mia coscienza, che non è certamente esente da contraddizioni, conciliare la mia opposizione alla pena di morte con queste immagini; ma mentirei se non dicessi che non posso "licenziare"... (continuer)
Bella pagina, Riccardo, anche se alquanto orribile...
Mi accomuna a te la coscienza incoerente rispetto alle immagini delle esecuzioni dei boia nazisti... Se penso poi a quanti di loro l'hanno sfangata, morti serenamente di vecchiaia nei loro letti e circondati dall'affetto dei loro cari, beh, la mia incoerenza non fa che crescere...
A tale riguardo, da nominare almeno uno dei principali assistenti di Gebhardt a Ravensbrück, il dott. Fritz Fischer. Dopo aver partecipato agli "esperimenti" di Gebhardt, fu condannato anch'egli al "processo dei medici" alla pena dell'ergastolo. Da notare che era nello staff medico della Leibstandarte SS "Adolf Hitler", prima di approdare a Ravensbrück. Nel 1951, però, l'ergastolo fu tramutato in 15 anni di carcere; nel marzo del 1954 fu liberato. Gli fu restituita anche l'abilitazione alla professione medica, cui però rinunciò per intraprendere una lucrosa carriera come perito chimico. Sapete dove? Alla Boehringer Ingelheim, ancora adesso una delle principali aziende chimico-farmaceutiche del mondo e attualmente tra le prime 20 multinazionali del farmaco. Fischer è morto nel 2003 alla bella età di anni 91.
Indicativa anche la vicenda dell'unico medico donna di Ravensbrück, la dott.sa Herta... (continuer)
La presente traduzione è stata condotta direttamente sul testo russo, con l'intento di renderlo quanto più letteralmente possibile; laddove non è stato possibile, se ne è dato conto nelle Note esplicative, che naturalmente si occupano anche di altri aspetti del testo. Il confronto con la Traduzione tedesca di Elke Erb è stato costantemente fatto, per rivelare che si tratta di una (bella) “traduzione d'arte” che si allontana in parecchi punti dal testo originale; ma questo riguarda, ovviamente, solo chi è tedesco o conosce il tedesco. Qui abbiamo preferito attenerci al testo russo per far vedere che cosa veramente esprima; e si può dire tranquillamente che, pur nelle terribili e particolari condizioni del lager, si tratta in gran parte di un canto patriottico. [RV]
Nel volume con CD intitolato “Europa im Kampf 1939–1944. Internationale Poesie aus dem Frauen-Konzentrationslager Ravensbrück” a cura di Constanze Jaiser e Jacob David Pampuch, Berlino, 2005, la canzone viene eseguita da Giovanna Massariello Merzagora (1947-2013), linguista e storica, docente di glottologia e linguistica a Verona, dirigente dell’ANED perchè figlia di Maria Arata, socialista, antifascista, deportata a Ravensbrück, sopravvissuta, scomparsa nel 1975.