Il testo a suo tempo inviato dall'amico Tamás Sajó (che salutiamo se ci legge) era incompleto: mancavano infatti due delle quattro strofe. Sono state recuperate dall'importante blog A Nagy Háború írásban és képben (La Grande Guerra in documenti e immagini) e sottoposte a traduzione italiana e inglese integrativa.
1916. augusztus 4-e és 16-a között az olasz 3. hadsereg támadást indított az Isonzó-fronton. A cél a görzi osztrák-magyar hídfő elfoglalása volt, amit a kétszeres túlerőben lévő olasz seregnek hatalmas áldozatok árán sikerült is elérnie. Ez volt a hatodik isonzói csata, amelynek során az olaszok kezére került Görz, azaz Gorizia városa. Bár az osztrák-magyar hadvezetés ennek következtében kénytelen volt kiüríteni a Doberdó-fennsíkot is, az olasz győzelem igazi áttörést nem hozott a háború menetében. A veszteségek azonban mindkét oldalról óriásiak voltak: olasz részről több mint 50 ezer, s osztrák-magyar oldalról is meghaladta a 40 ezer főt. Egyetlen front, egyetlen csatájában, mindössze tizenkét nap leforgása alatt.
Olasz katonák egy mernai (ma Miren) kápolna romjainál, Görz közelében
(Lucio Fabi: Le strade della memoria)
Gorizia ha in ungherese più traduzioni che in qualsiasi altra lingua, ivi compresa questa di Ferenc Baranyi. Si tratta di una versione d'arte e, ovviamente, cantabile perfettamente. Da segnalare che, pur proveniente da una pagina originale, la segnalazione è stata fatta nei commenti all'articolo di Natasa Gajdarova sul blog A Nagy Háború írásban és képben (La Grande Guerra in documenti e immagini). La ragione è facilmente comprensibile: a maledire Gorizia e la guerra non c'erano soltanto gli italiani da una parte, ma anche gli austroungarici dall'altra. Anche per questo queste traduzioni ungheresi sono molto, molto importanti e dicono fin troppe cose. Nel riprodurre la traduzione su questo sito sono stati ripristinati i caratteri speciali ungheresi corretti, al posto di quelli "sostitutivi" che dovrebbero essere maledetti almeno quanto Gorizia. [RV]
Setenta años después el desembarque de Sicilia, que causó la ruina del nazifascismo en Italia y en Europa, los sicilianos siguen pagando una deuda infinita a los Patrones de la guerra.
La política norteamericana de invasión tiende a mantener el control de una paz guardiana y transformó nuestra isla en un protectorado del Pentágono.
El resultado es la constante militarización del territorio, de que el M.U.O.S es el acto más reciente y arrogante.
Nosotros, ocupantes de un teatro destruído por la guerra, rechazamos una paz que hace del militarismo el eje portante de sus negocios.
Una paz al servicio de los intereses de la mafia, de las banca y de los gobiernos.
Rechazamos una paz hecha para conservar la explotación, la ignorancia y la miseria: una paz que prepara la guerra y niega emancipación y dignidad a los Sicilianos y a la humanidad entera.
LIBERTAD ME DA ASCO CUANDO CRÍA MISERIA (continuer)
Hai ragione su tutto, Valerio: sia su Beethoven (che ho immediatamente corretto) sia sull'introduzione rimasta nella tastiera. Mi succede non di rado: scrivere un'introduzione a una canzone non è semplice, e spesso le lascio in sospeso, faccio altre cose, e le riprendo in un secondo momento quando ho fatto maggiormente mente locale. Comunque la vedrai, completa, entro oggi. Nel frattempo grazie per la precisazione che mi ha evitato un'imprecisione! :-)