Chanson italienne - Pum Pum! Chi è? La Polizia! – Dario Fo – 1972
Paroles de Dario Fo – Musique de Paolo Ciarchi
Chanson d'introduction de la pièce du même titre, satire grotesque en deux actes sur les massacres d’État, mis en scène par le collectif théâtral « La Comune ».
La foto mostra uno shtetl dell'Europa orientale colto in una bella giornata qualsiasi, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Nell'Europa orientale (Ucraina, Polonia, Romania, impero Russo...) lo shtetl era il cuore della vita ebraica; il nome, propriamente, è il diminutivo dello yiddish shtot (città), ma uno shtetl era qualcosa di diverso sia da una città o cittadina, sia da un paese o villaggio. Spesso e volentieri, gli shtetlekh (forma plurale) erano vere e proprie "nazioni separate" all'interno di una città o di un paese; gli ebrei vi conducevano una vita del tutto diversa da quella dei non ebrei che vivevano nello stesso luogo; in pratica, ebrei e gentili potevano avere a che fare gli uni con gli altri solo per qualche incombenza quotidiana.
Frequente era il caso di città o cittadine divise precisamente a metà. La cittadina raffigurata nella... (continuer)
In effetti, questa versione coincide meglio con il testo cantato nel video. E si tratta di una versione in un qualche dialetto sloveno, probabilmente di qualche contrada vicina al dominio linguistico serbocroato perché la lingua mostra alcune caratteristiche (come la terminazione -oga del genitivo dell'aggettivo ecc.) - ma si veda l'osservazione di Piero Purini- che non sono della lingua letteraria slovena. Caso naturalmente normale per una canzone popolare. [RV]
The song lyrics consist of a list of the names of many politicians, musicians and other public figures that have drawn Chumbawamba's ire:
Bill Gates, Microsoft founder
Richard Branson, Virgin Group founder
Jack Straw, British Member of Parliament
Billy Graham, US televangelist
Gerhard Schröder, German Chancellor
Tony Blair, British Prime Minister
Boris Yeltsin, Russian President
Mick Hucknall, Simply Red singer
Tipper Gore, US Parents Music Resource Center co-founder
Ian Paisley, Northern Ireland unionist leader
Pauline Hanson, Right-wing Australian politician
Courtney Love, American musician
Garry Bushell, English Music critic
Paul Condon, London Metropolitan Police commissioner
Ally McBeal, US TV show character
Jean-Marie Le Pen, French right-wing National Front founder
Janet Reno, US Attorney General
Bill Clinton, US President
Albert F. Sabo, judge for Mumia Abu-Jamal's... (continuer)
PASSION KILLERS "Whoopee! We're All Going To Die!" 7 inch EP '91
Passion Killers being then three members of Chumbawamba rush-releasing an anti-Gulf War single. There are four anti-war cover versions: Feel Like I'm Fixin' To Die, Universal Soldier, Shipbuilding and Reuters
Here are the lyrics to two Passion Killers songs. The first one, Feel Like I'm Fixin' To Die, is a very upbeat, party-type song, with lots of kazoo, whistles, whooping, yee-hawing, laughing, etc., in the background. The second one, Universal Soldier, has a more serious tone.
Un testo letteralmente impossibile da riprodurre esattamente in italiano, sia per il ritmo, sia per il tipico uso dei diminutivi yiddish. Nella lingua yiddish il diminutivo è usato ovunque ed ha connotazioni affettive non sempre facilmente afferrabili (anche se intuibili); in questo, forse, le uniche lingue che gli sono paragonabili sono il greco e il portoghese coi loro -aki e -(z)inho. In questa traduzione (per forza di cose munita di alcune note), ho provato coi mezzi a disposizione dell'italiano. Anche in italiano si fa largo uso del diminutivo, ma non nelle quantita e con le connotazioni proprie dello yiddish. Si aggiunga che questo testo, che riproduce volutamente una canzoncina per bambini, mantiene il diminutivo affettivo proprio a mo' di contrasto con la terribile situazione in cui è stato scritto.
Nessun problema, Bernart: anche perché la trascrizione ebraica del nome non corrisponde a quella yiddish. In yiddish si scrive שלום סעקונדאַ [shloyme sekunda], in ebraico così come lo hai reperito tu, שלום סכונדה [šlwm skwndh]. Ti invito a fare attenzione, perché l'alfabeto è sì lo stesso, ma lo yiddish lo usa in modo molto, molto diverso dall'ebraico. Per la vera grafia yiddish di Sholom Secunda vedi il Freedman Catalogue.
Riccardo Venturi 29/5/2013 - 23:41
La trascrizione in caratteri latini.
Stavolta mi tocca fare il percorso inverso, provvedendo a traslitterare un testo già inserito in kvadratshrift nella mameloshn. Lo faccio oltremodo volentieri. [RV]
Ma è ben lì che l'ho cercato, sul Freedman Catalogue, come mi avevi detto... ??? E ho pure fatto un copia incolla! Boh, devo aver preso lucciole per lanterne...
Si vede che sono il più grosso contributore di canzoni in yiddish ma l'yiddish fugge da me!
Attenscion: Il Freedman Catalogue, spesso e volentieri, riporta cose scritte in ebraico dove i nomi, ovviamente, sono trascritti secondo i canoni ortografici dell'ebraico propriamente detto. Non è che lo yiddish fugge da te, Bernart; è solo che, a mio parere, dovresti andare ad esempio qui e, pian pianino, impararti l'alfabeto yiddish. E' assolutamente una bischerata impararlo, quando nel '98 mi presentai in bermude alla sinagoga di Livorno alla prima lezione di ebraico (accolto dal rabbino capo che parlava un napoletano più stretto di Totò, e avendo come insegnante una ragazza di vent'anni incinta), lo imparai in due ore, giuro. Forza e coraggio e mazal tov, Bernart!
ARTIST: Sholem Secunda, Jacob Jacobs, Sammy Cahn and Saul Chaplin
TITLE: Bei Mir Bist Du Schoen
[Originally written in Yiddish by Jacob Jacobs (lyrics) and Sholem Secunda (music), for the Yiddish musical "I Would If I Could" in 1933. English lyrics written for the Andrews Sisters by Sammy Cahn and Vic Schoen within a couple of days of the Nov 24, 1937 recording. "Bei Mir Bist Du Schoen" means "By Me, You Are Beautiful" - a triple entendre which could mean either "To me, you are beautiful", "Standing with me, you are beautiful" or "Compared to me, you are beautiful."]
Posso fare -come al solito- l'insopportabile e perfido pignuolo, Bernart? Quando scrivi "adattamento musicale di Orest Kandat" e poi, in cirillico, scrivi О. Кандата, ti accorgerai che c'è qualcosa che non torna, vale a dire quella "-a" finale. Sarebbe la terminazione del genitivo maschile in russo: "О. Кандата" vuol dire già di per sé "di Orest Kandat". Come nel caro, vecchio latinorum, in russo funziona così. Se riporti il tutto in un contesto italiano, quella "-a" finale la devi togliere. Saluti e ora mi preparo a ricevere le tue ondate di odio...
Nota. In russo, пшик (pshik) vuol dire all'incirca “un fico secco”, “un cavolo”. Quindi, più o meno: “Il barone Un Cazzo”. Qui l'ho fatto diventare “Von Unkatzen”.
Ma che odio e odio! Quel che è giusto è giusto... spero solo di ricordarmene la prossima volta e di non contrarre, per timore, la sindrome di Cattivik, il "genio del mal" che quando veniva beccato diceva: "Non rispond senz il mio avvocat"...
pubblicato il 23.02.08
Svastiche sui muri del Mamiani - Scritte offensive per Franca Rame ·
ROMA – Scritte neonaziste e di dileggio di un dramma privato della senatrice Franca Rame sono comparse la scorsa notte sui muri di un noto liceo di Roma, il Mamiani. “A Franca Rame gli è piaciuto” e “Onore a Rudolf Hess”, sono le due scritte, firmate con una croce uncinata, che gli studenti del liceo scientifico Mamiani hanno trovato stamani sui muri del loro istituto. Lo hanno segnalato ‘Studenti antifascisti’ del liceo della capitale che, dopo aver informato il preside, hanno cercato di coprire la scritta riferita allo stupro subito dalla Rame nel 1973 e quella inneggiante al delfino di Adolf Hitler.
(23 febbraio 2008)
Questa mattina gli studenti e le studentesse dal Mamiani sono stati accolti, all’ingresso di scuola, da una insieme di scritte.
Diverse svastiche e fasci littori, alcuni simboli... (continuer)
Monologue italien – Lo stupro – Franca Rame – 1981
Texte de Franca Rame.
Publié dans "Quotidiano Donna" « Quotidien Femme » en 1973
Ensuite monologue théâtral, « Le Viol », en 1981.
Franca Rame est disparue ce 29 mai 2013, à l'âge de 84 ans. Ce maudit mois de mai semble ne vouloir jamais finir.
En 1973, Franca Rame fut enlevée et violée par un groupe de fascistes. Le fascisme signifie exactement ceci, sans ultérieures et inutiles précisions : le viol de l’intelligence, du courage et de la combativité par des moyens bestiaux. Les fascistes violent une femme de la même manière dont ils violent l'Histoire.
Franca Rame eut le courage de l'écrire, de le raconter, de le réciter en public. Pour que tous sachent ce que ça signifie.
Ses violeurs ont subi une procédure pénale arrivée à son terme après vingt-cinq ans et, donc, tombée sous le coup de la prescription.