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O subdesenvolvido

O subdesenvolvido
[1961]
Parole di Francisco “Chico” de Assis
Musica di Carlos Lyra
Originariamente inclusa in «Um americano em Brasília», piece teatrale di Francisco “Chico” de Assis e Nelson Lins e Barros, fu poi incisa l’anno seguente dal Conjunto CPC nel disco autoprodotto “O Povo canta” realizzato dal Centro Popular de Cultura, un collettivo nato nel 1961 all’interno dell’União Nacional de Estudantes (UNE) di Rio de Janeiro.
In poco più di due anni di attività il CPC produsse documentari, libri, spettacoli teatrali ed il disco da cui è tratta questa canzone.
Poi, insieme all’intero paese, fu travolto dalla dittatura militare.

Canzone parodistica sulla storia del Brasile ed il neocolonialismo americano di cui era vittima in quegli anni...
O Brasil é uma terra de amores
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 21:37
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Grileiro vem, pedra vai

Grileiro vem, pedra vai
[1962]
Parole e musica di Raphael de Carvalho.
Interpretata negli anni 70 da Soledad Bravo nell’album “Cantos revolucionarios de América Latina”

Originariamente nel disco autoprodotto “O Povo canta” realizzato dal Centro Popular de Cultura, un collettivo nato nel 1961 all’interno dell’União Nacional de Estudantes (UNE) di Rio de Janeiro.
In poco più di due anni di attività il CPC produsse documentari, libri, spettacoli teatrali ed il disco da cui è tratta questa canzone.
Poi, insieme all’intero paese, fu travolto dalla dittatura militare.

“Grileiro” era un faccendiere con il compito di produrre falsi atti di proprietà per conto di qualche grosso proprietario o speculatore e cacciare così dai terreni d’interesse quanti li occupassero. Il termine deriva dal fatto che i documenti falsi venivano conservati in una scatola con dei grilli in modo che risultassero “antichizzati” dall’azione... (continuer)
Grileiro vem, pedra vai
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 20:46
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Due metri per due, carcere duro

Due metri per due, carcere duro
[1969]
Testo di Anton Virgilio Savona da Palermo
Album: Pianeta pericoloso

Sembrano proprio i corsi e ricorsi storici (o il Karma negativo) del rivoluzionario (magari di quello più autentico..)
Nella fotografia grande quanto una parete
(continuer)
envoyé par giorgio 24/3/2013 - 19:51
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Terra terra ferita terra del Kurdistan

Terra terra ferita terra del Kurdistan
DA FINIRE DI TRASCRIVERE
Quante lacrime amare su quel viso stanco
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 24/3/2013 - 19:26
Parcours: Du Kurdistan

A veces

A veces
(Anónimo - Hugo Gómez - José Luis Guerra)
Dall'album "Veinticinco años" 1986
Testo trovato su Cancioneros.
«A veces llueve
(continuer)
envoyé par Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 19:19
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Kurdistan

Kurdistan
Sono una lacrima che cade e và lontano
(continuer)
envoyé par DonQUijote82 24/3/2013 - 19:17
Parcours: Du Kurdistan
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Exilio

Exilio
(Pablo Neruda - Manuel García)
Dall'album "eXile" (Guillamino & Manuel García) 2008
Testo trovato su Cancioneros.
El destierro es redondo:
(continuer)
envoyé par Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 19:10
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Heval

Heval
[2010]
Album: Canzoni Contro

Heval dal curdo vuol dire Compagno
Heval, tu che dormi in un prato
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 24/3/2013 - 18:44
Parcours: Du Kurdistan
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Brasil já vai a guerra

Brasil já vai a guerra
[1960]
Parole e musica di Juca Chaves
Dall’album “As musicas proibidas“ pubblicato nel 1968.

La dittatura militare in Brasile ebbe formalmente inizio nel 1964 ma anche lì - così come in Argentina e in molti altri paesi latinoamericani - non si può certo dire che i governi precedenti fossero stati democratici. E’ il caso di quello di Getulio Vargas, un nazionalista, populista e parafascista che fu presidente del Brasile dal 1930 al 1945 e poi ancora per qualche anno nel dopoguerra. Con Vargas e grazie all’impegno nel conflitto mondiale a fianco degli USA (una decisione puramente opportunistica, che Vargas era ideologicamente molto più vicino a Mussolini ed Hitler), l’esercito brasiliano accrebbe sempre di più la sua influenza fino - come si è detto - alla presa del potere con il golpe del 1964.

Questa canzone fu scritta dal grande umorista, cantautore e compositore Juca Chaves quando nel... (continuer)
Brasil já vai a guerra, comprou um porta-aviões
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 17:35
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Aquí arriba

Aquí arriba
Dall'album "Araca" 1984
Trovata su Cancioneros.com
Testo di José Luis Guerra

Canzone di esilio; l'amarezza è appena velata da un tono scherzoso.
Allá arriba, va la luna;
(continuer)
envoyé par Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 17:30
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'Ta llorando

'Ta llorando
Dall'album "Donde arde el fuego nuestro" del 1978

Una canzone sul lungo esilio (1974-1984):il ritorno in Uruguay culminerà con il grande concerto nell'Estadio Centenario, davanti a 50.000 persone.
Cuando en tierras extrañas miro triste
(continuer)
envoyé par Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 16:43
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Si el canto salió de Chile

Si el canto salió de Chile
Canzone popolare di autore anonimo.
Arrangiamento musicale di Isabel Parra.
Incisa per la prima volta insieme al fratello Ángel nel 1976, nel disco “Isabel y Ángel Parra”
Cante, cante compañero
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 15:17
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Las voces que saludan

Las voces que saludan
Treinta mil son las voces que saludan,
(continuer)
envoyé par adriana 24/3/2013 - 14:45
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No me gusta no

No me gusta no
[1988]
Parole e musica di Isabel Parra. Interpretata con Tita Parra, Cecilia Echenique e Tati Penna.
Come anche Con toda la gente, una canzone composta in occasione del referendum del 1988, quello in cui quasi 4 milioni di cileni dissero “No!” a Pinochet che avrebbe voluto continuare a governare il paese fino al 1997.
Iniziò così, dopo 15 anni di dittatura, la transizione verso la democrazia.
(Resta però il fatto inquietante che 3.1 milioni, il 44% dei cileni, votarono "Sì" al regime...)

Una pacata ma feroce descrizione del tiranno Pinochet...
No es anillo que brilla en la mano
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 14:32
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Ni pan ni flores

Ni pan ni flores
[2000]
Parole e musica di Isabel Parra.
Dall’album “Colores”
Al medio de la mesa no hay pan ni flores,
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 14:08
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La llama encendida

La llama encendida
[1983]
Parole e musica di Isabel Parra.
Nel disco “Tu voluntad más fuerte que el destierro”
Recordemos juntos que fue ayer
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 13:55
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La hormiga vecina

La hormiga vecina
[1972]
Parole e musica di Isabel Parra.
Incisa a Cuba con parte del Grupo de Experimentación Sonora del ICAIC (Silvio Rodríguez, Patricio Castillo, Tita Parra e Sergio Vitier).
¿De qué le sirve al humano
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 13:49
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Con toda la gente

Con toda la gente
[1988]
Parole e musica di Isabel Parra
Composta in occasione del referendum del 1988, quello in cui quasi 4 milioni di cileni dissero “No!” a Pinochet che avrebbe voluto continuare a governare il paese fino al 1997.
Iniziò così, dopo 15 anni di dittatura, la transizione verso la democrazia.
(Resta però il fatto inquietante che 3.1 milioni, il 44% dei cileni, votarono "Sì" al regime...)
Inconfundible la puerta
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 13:28
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Άγιος Φεβρουάριος

Άγιος Φεβρουάριος
Ed eccoci alle prese col "San Febbraio" di Moutsis, Eleftheriou e Mitropanos (senza dimenticare la brava Petri Salpea). Ascoltando l' "Introduzione" (Εισαγωγή) colpisce immediatamente la perfetta fattura di rock progressivo: siamo nel 1972 e, evidentemente, anche nella Grecia dei colonnelli non sfuggono agli artisti di valore le tendenze musicali più moderne del momento. Forse, anche quella, una forma di resistenza?
Riccardo Venturi 24/3/2013 - 11:44
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Enemy Maker

Enemy Maker
[1995]
Singolo poi incluso nell’album “Wrong Side of Beautiful”
Testo trovato sul sito ufficiale di questa metal/punk/reggae band gallese (estintasi nel 1999)
they swear they tell the truth
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 11:23
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Nunca más

Nunca más
[1999]

Album : Juste avant
Dignes, belles,
(continuer)
envoyé par adriana 24/3/2013 - 10:44
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1976

1976
Había una vez un país embrujado,
(continuer)
envoyé par adriana 24/3/2013 - 10:22
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One More Time

One More Time
[1980]
Scritta da The Clash e Mikey Dread (1954-2008), cantante e produttore discografico giamaicano.
Nell’album “Sandinista!”
Testo trovato sul sito ufficiale de The Clash

Una canzone sulla violenza, la rabbia e la ribellione nei ghetti neri, come Watts, sobborgo di Los Angeles, dove la discriminazione residenziale, la diffusa disoccupazione, la miseria e la brutalità della polizia, accresciutesi a partire dal secondo dopo guerra, confezionarono una vera e propria bomba ad orologeria che nell’agosto del 1965 inevitabilmente esplose: 5 giorni di devastazione che si conclusero con un bilancio di 34 morti, 1000 feriti, 3.500 arresti e danni per decine di milioni di dollari.

Nel brano c’è anche un riferimento al Montgomery Bus Boycott, la protesta iniziata da Rosa Parks nel dicembre del 1955 e che viene indicato come l’atto costitutivo dell’African-American Civil Rights Movement.
Must I get a witness? for all this misery
(continuer)
envoyé par Dead End 24/3/2013 - 10:19
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Sognando Palestina

Sognando Palestina
[2006]
Album: La Storia Si Ripete
Ti parru ri 'na terra senza cchiù confini e identità precisa,
(continuer)
envoyé par giorgio 24/3/2013 - 09:45
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Freedom

Freedom
[1999]

Album: Reggae Road Block
We're crying for freedom for all mankind
(continuer)
24/3/2013 - 09:37

Grand-père

Grand-père
[2008]

Album:Mi-clos
La cimenterie creusait la colline
(continuer)
envoyé par adriana 24/3/2013 - 08:40
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Poveri partigiani

Poveri partigiani
Chanson italienne – Poveri partigiani – Ascanio Celestini – 2007

Texte et musique : Ascanio Celestini

Il y a deux immeubles.

Un est le centre commercial avec sa belle enseigne, son toit hyperbolique et ses baies vitrées translucides qui le font ressembler à un auto-grill d'une autoroute pour Mars.
L'autre est un parallélépipède rectangle imaginé par un géomètre atteint de coliques ; c'est un centre d'appels.
L'un est fait pour être regardé et en effet, tous le voient.
L'autre est invisible ; un peu car ça ne fait plaisir à personne de le voir, un peu car le jumeau voyant qui est à côté capte toute l'attention. Par contre, il se fait entendre.
Il nous parle au téléphone pour nous vendre à domicile un aspirateur ou un nouveau plan tarifaire.
Il nous parle quand on appelle un numéro vert écrit sur l'étiquette d'une boisson gazeuse ou d'un tampon absorbant.
À côté de ces jumeaux de béton... (continuer)
PAUVRES PARTISANS
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 23/3/2013 - 20:28
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Anti-War Song (Someone Knows)

Anti-War Song (Someone Knows)
Album: "Three In One" (2003)
Everybody Listen.....
(continuer)
23/3/2013 - 19:21
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Corrido del Partido de los Pobres

Corrido del Partido de los Pobres
[prima metà degli anni 70]

Nella musicassetta collettiva intitolata “Viento Rojo, volumen 2”

(Trascritta più o meno all’ascolto, ma non mi è riuscita la comprensione della terza strofa...)

Il riferimento a Luis Echeverría Álvarez, che fu presidente del Messico tra il 1970 ed il 1976 (e uno dei principali responsabili de La masacre de Tlatelolco del 1968, essendo all’epoca ministro dell’Interno) ed il fatto che Lucio Cabañas, leader del Partido de los Pobres (PdlP), fu ucciso nel 1974, collocano nei primi anni 70.la pubblicazione della rara musicassetta da cui il brano è tratto.

Su questo importante leader contadino e guerrigliero messicano - il cui ricordo è ancora molto vivo oggi in Messico, specie negli Stati nel sud come Guerrero e Chiapas - si veda il Corrido de Lucio Cabañas di José de Molina. Invito poi, chi fosse interessato ad approfondire, a leggere il bellissimo romanzo-cronaca... (continuer)
Sin trabajo y sin parcelas
(continuer)
envoyé par Dead End 23/3/2013 - 17:26
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Restare umani

testo e musica di Carlo Piras
inedito
Restiamo umani per chi al cuor s’affaccia
(continuer)
envoyé par DoNQuijote82 23/3/2013 - 16:24
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Le campane di Sant’Anna (di Stazzema)

Testo e musica di Carlo Piras
inedito
È il profumo del muschio che confonde i ricordi
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 23/3/2013 - 16:18
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Se vende mi País

Se vende mi País
[1995]
Dall’album intitolato “Par-Odias Neoliberales Vol. 1”

I neoliberisti messicani, da Salinas de Gortari in poi, sono dei veri esperti nella svendita del paese, ma anche i nostri si sono dati da fare, specie a partire dal decreto Tremonti del 2001, e continuano a darsi da fare tra alienazioni, cartolarizzazioni, privatizzazioni e liberalizzazioni...
Curioso anche dal punto di vista semantico, termini come liberismo e liberalizzazione hanno ben poco a che vedere con libertà e liberazione, ma la confusione anche terminologica fa parte della strategia di “lavaggio dei cervelli” necessaria ad ogni organizzazione o regime oligarchico che si finge democratico (e si pensi al proposito al condensato di menzognero populismo che c’è, per esempio, nella sigla “Il Popolo della Libertà”)...
Se vende mi País por todos lados
(continuer)
envoyé par Dead End 23/3/2013 - 14:36
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El pueblo y el mal gobierno

El pueblo y el mal gobierno
[1967]
Dall’EP “El Pueblo y el Mal Gobierno (Huapango Arribeño y Poesía Decimal)”, con Guillermo Velásquez e Los Leones de la Sierra de Xichú.
[Gobierno]
(continuer)
envoyé par Dead End 23/3/2013 - 13:20
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Kolore bizia

Kolore bizia
[1993]
Album: Borreroak baditu milaka aurpegi
Kolore bizia,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 23/3/2013 - 12:43
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Un giorno nuovo

Un giorno nuovo
(2003)
(Cristiano De André/ Oliviero Malaspina /Daniele Fossati/ Massimo Talamo/ Stefano Melone)

"Un giorno nuovo", la canzone che hai portato a Sanremo e unico inedito dell'album, è solo una canzone d'amore o dice bene chi vuole inserirla in un contesto di pace e di guerra?

È una canzone d'amore, è vero, ma parla soprattutto di comprensione. Quando dice "ti ho cercato da sempre", dice ho cercato la comprensione in un'altra persona, ho cercato il feeling, ho cercato l'intesa. La compensione è alla base di tutto, dei disamori, dei problemi, con la comprensione si riescono a capire anche persone diverse, culture diverse, religioni diverse. È alla base della pace e quindi se ci fosse un po' più di comprensione, se si riuscisse a vedere al di là di quello che siamo, senza crederci magnifici, ma mettendoci un po' in gioco, non sarebbe male.
Intervista a "Musica italiana"
Oggi è un giorno nuovo
(continuer)
22/3/2013 - 23:04

Les révérends pères

Les révérends pères
[1819]
Paroles de Pierre-Jean de Béranger
Musique: Traditionnelle

Testo di Pierre-Jean de Béranger
Musica: Tradizionale




Quest'antica canzone, che ha quasi duecento anni, ci parla di loro. Di loro chi? Beh, dei gesuiti, sì, proprio loro. Poiché, sembra, i gesuiti sono attualmente parecchio di moda in quanto sono riusciti, dopo secoli e secoli di "papi neri", ad far eleggere anche quello bianco, tutto "semplicità" e "poveri", forse sarà bene andare a dare anche un piccolo sguardo storico alla compagnia fondata da Ignazio di Loyola; e questa canzonetta, trovata nella benemerita Anthologie Anticléricale di Bruno Courcelle, giunge davvero a puntino.

Il suo autore, Pierre-Jean de Béranger, è l'inizio stesso della storia della canzone d'autore francese; il "trisavolo" di tutti i cantautori, verrebbe da dire. Sui di lui, però, ho avuto modo di parlare compiutamente nella pagina dedicata... (continuer)
Hommes noirs, d'où sortez-vous?
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 22/3/2013 - 18:30
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Camino de los quileros

Camino de los quileros
‎[1962]‎
Parole e musica dell’uruguayo ‎‎Osiris Rodríguez Castillos ‎‎(1925-1996), scrittore, poeta, compositore, cantautore e liutaio, uno dei pilastri del folklore del suo ‎paese.‎
Nel disco di Osiris Rodríguez Castillos intitolato “Poemas y canciones orientales”, pubblicato nel ‎‎1962‎
Nel disco di Jorge Cafrune intitolato “Tope Puestero”, sempre del 1962‎
Interpretata anche da Joan Manuel Serrat, ma inedita.‎

‎“Canción fronteriza” dedicata ai “quileros”, i piccoli contrabbandieri che operavano e ancora ‎operano sulla frontiera tra Uruguay e Brasile, un tempo a cavallo, poi in bicicletta e oggi su vecchie ‎motociclette stracariche. Gente povera, che vive di espedienti e che per sopravvivere rischia anche ‎la pelle…‎
Hay un camino en mi tierra
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 16:44

Los agraristas

Los agraristas
‎[1935?]‎
Corrido composto dalla messicana Concepción “Concha” Michel, militante comunista che però il ‎partito espulse perché irriducibile femminista…‎
Pubblicato sul periodico del partito comunista “El Machete” nel giugno del 1935.‎

Di questo corrido mi è piaciuto soprattutto il proverbio “Ladrón que roba a ladrón tiene un siglo de ‎perdón”…‎
Que los agraristas somos ‎
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 15:23
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The Only Way

The Only Way
[1971]
Written by Keith Emerson and Greg Lake
Scritta da Keith Emerson e Greg Lake
LP: Tarkus

Gli album rock degli anni '70 non sono famosi soltanto per la musica: lo sono anche per le copertine. Non credo ne verranno mai più fuori di simili; così, a chi magari non la conoscesse per età o disinteresse, presento qui la copertina di "Tarkus" con l'armadillo cingolato. Greg Lake pensava che non fosse una buona idea, ma c'era senz'altro un perché. Un perché spiegato dallo stesso disegnatore della famosa copertina, William Neal: secondo lui, infatti, il nome "Tarkus" deriverebbe da Tartarus e carcass.


«The first is found in the Bible at the second letter of Peter chapter 2 verse 4. A condition of deep spiritual debasement is mentioned called “Tartarus”. The other is the term “Carcass” hence the name was painted in bones. (you heard it first here folks!) Thus Tarkus essentially stood for... (continuer)
People are stirred, moved by the word.
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 22/3/2013 - 14:19
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El 30-30‎

El 30-30‎
‎[1910-17]‎
Corrido zapatista della Rivoluzione messicana scritto – pare – da tal Carlos Gutiérrez Cruz.‎
Arangiamento musicale di Óscar Chávez, nel disco “Latinoamérica canta, Volumen I” del 1970‎



Beh, non è proprio una CCG, maperò…‎

Qué pobres estamos todos
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 13:41
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Rimanere umani (a Vittorio Arrigoni)

Rimanere umani (a Vittorio Arrigoni)
[2012]
Album: La Musica Regala Il Cuore

Testo: Alessandro Hellman
Musica: Roberto Giordi
Siamo quelli in piedi sopra i tetti
(continuer)
envoyé par adriana 22/3/2013 - 13:18
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La copla

La copla
‎[1967]‎
Scritta da Atahualpa Yupanqui con Pablo del Cerro, pseudonimo di Antonietta Paule Pepin ‎Fitzpatrick, detta Nanette (1908-1990), la moglie del grande “El que viene de lejanas tierras ‎para decir algo” (“Colui che viene da terre lontane per raccontare qualcosa”, è il significato ‎in lingua quechua del nome Atahualpa Yupanqui), autrice di alcuni dei più bei temi del maestro ‎argentino.‎
Nel disco “A la noche la hizo Dios”‎

Bellissima, davvero da far accapponare la pelle, con le strofe recitate alternate da un profondo e ‎triste “Larala la”…‎
Larala la, la la la
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 12:01
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Coplas de baguala

Coplas de baguala
Canzone popolare argentina interpretata dal gruppo cileno nel disco intitolato “Basta” del 1969.‎
La “baguala” è un genere musicale folklorico tipico del nord est argentino.‎
Testo trovato su Cancioneros.com
Qué linda es la borrachera
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 11:37
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Son cieco

Son cieco
‎[fine 800]‎
Canzone popolare italiana interpretata nel 1964 dal collettivo del “Nuovo Canzoniere Italiano” nel ‎disco “Le canzoni di Bella Ciao” e nel 1969 dai Quilapayún nel disco intitolato “Basta”.‎

Si nota chiaramente, anche nel ritmo, la differenza tra la prima strofa e le due successive. ‎
La prima infatti si rifà ad un lamento tipico dei mendicanti non vedenti del centro Italia ‎nell’Ottocento, mentre la continuazione, inneggiante alla rivoluzione, è più recente, risale quasi ‎certamente ai primi anni del 900 ed è farina del sacco di qualche militante anarchico o socialista…‎

Ho preferito attribuirla ai Quilapayún sia per il loro tributo alla canzone di lotta italiana sia perché il ‎Nuovo Canzoniere Italiano, come collettivo, non compare tra gli autori già presenti nel sito.‎
Son cieco e mi vedete
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 11:07
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Los oprimidos

anonyme
‎[1825]‎
Corrido dell’indipendenza messicana ma anche di come il processo di liberazione, culminato nel ‎‎1821, lasciò di fatto i “gachupines”, la classe dominante di origine spagnola, padroni di tutto. E i ‎nativi, che pure fin dall’inizio avevano partecipato alle guerre d’indipendenza (fin dal “Grito de ‎Dolores” lanciato nel 1810 da Miguel Hidalgo y Costilla) come carne da cannone, con la speranza ‎che i nuovi dirigenti (e la Virgen de Guadalupe!) riconoscessero il loro diritto alla terra, si trovarono ‎con un pugno di mosche e ancora più “oprimidos” di prima…‎
Voy a cantar un corrido ‎
(continuer)
envoyé par Dead End 22/3/2013 - 09:41




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