ciao Riccardo,
bellissima iniziativa. Grandissimi!
Proverò a tradurla in dialetto milanese
dievel 6/12/2013 - 18:35
Carissimo Dievel, attendo e attendiamo con enorme piacere la tua traduzioone milanese di "Sesto San Giovanni", sperando naturalmente che ne arrivino parecchie altre. Considero quel verso della canzone assolutamente decisivo, in poche parole un'intera realtà operaia non soltanto locale, ma di un paese intero. Di qui l'iniziativa, che spero peraltro prima o poi di far conoscere ai Gang.
Colgo l'occasione anche per ringraziare DonQuijote82 per la sua traduzione veneta, originale e importante anche per lo...spostamento a Porto Marghera. Credo che potrebbe essere un principio molto valido per chiunque provenga da una zona con una realtà operaia significativa e storica; chi affrontasse, ad esempio, una traduzione in napoletano potrebbe sicuramente spostare il tutto a Pomigliano d'Arco.
Ma, naturalmente, non voglio dare né "dritte" né, tantomeno, direttive (che sono lontanissime, agli antipodi del mio modo di pensare). Ognuno agisca davvero in piena libertà.
Dal canto mio, dedico a Nelson Mandela i versi di un altro più oscuro combattente per la pace e l'umanità, rimasto più oscuro: il poeta greco Tasos Livaditis, che insegna ad essere uomini, come lo fu Madiba. La traduzione è della nostra Giuseppina Dilillo (in stixoi.info), che non sa di questo mio contributo, ma che di certo non ne sarà scontenta.
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
Αν θέλεις να λέγεσαι άνθρωπος
δε θα πάψεις ούτε στιγμή ν’ αγωνίζεσαι για την ειρήνη και για το δίκιο.
Θα βγεις στους δρόμους, θα φωνάξεις, τα χείλια σου θα ματώσουν απ’ τις φωνές
το πρόσωπό σου θα ματώσει από τις σφαίρες μα ούτε βήμα πίσω.
Κάθε κραυγή σου μια πετριά στα τζάμια των πολεμοκάπηλων
κάθε χειρονομία σου σαν να γκρεμίζεις την αδικία.
Και πρόσεξε: μη ξεχαστείς ούτε στιγμή.
Έτσι λίγο να θυμηθείς τα παιδικά σου χρόνια
αφήνεις χιλιάδες παιδιά να κομματιάζονται την ώρα που παίζουν... (continuer)
Interpretata anche da Francesca Solleville nell'EP intitolato "Francesca Solleville chante Paul Éluard", con musica di Jean-François Gaël, pubblicato nel 1969.
Troppo incredibile...un grazie è troppo poco...comunque ...grazie.
Un abbraccio nel vento del Nord.
Krzysztof Wrona 6/12/2013 - 01:19
Grazie a te Krzysiek, e di cuore. Faccio presente che questa "cosa" ha trent'anni suonati, e che in questi trent'anni sarà soltanto la quarta o quinta volta che la canto integralmente. Forse, nelle feste natalizie mi toccherà rifarlo, e addirittura in pubblico; ma se ne riparlerà. Tutto questo, va da sé, mi fa un gran piacere per Juan Rodolfo Wilcock.
Non basta un titolo esplicito ed un video truculento diretto dal figlio di Costa-Gavras; non basta chiamarsi Mathangi Arulpragasam, in arte M.I.A., ed essere originaria dello Sri-Lanka, terra devastata da un trentennale scontro tra governo e separatisti Tamil; non bastano una clip ed una copertina ad effetto - che pur chiaramente denunciano l’avversione di M.I.A. per la pulizia etnica in atto nel suo paese di origine - per fare di una canzone una CCG/AWS….
E infatti, a leggerne bene il testo, “Born Free” non è affatto – a mio modesto avviso – una canzone contro la guerra, ma solo una riflessione personale dell’autrice sulla sua vita, sulla sua carriera e sul suo difficile rapporto con la professione che si è scelta e con lo “show business”…
Anzi, mi potrei spingere a pensare che accompagnare un testo simile con immagini così dure che per nulla gli corrispondono potrebbe essere stato anche soltanto una bieca strategia commerciale…
Bernart Bartleby 6/12/2013 - 09:09
Non sono d'accordo. Altre volte abbiamo inserito canzoni che dal testo c'entrano ben poco con la guerra solo per il video... mi vengono in mente Out Of Time ma anche American Life. Certo entrambi gli esempi vengono dal mondo del pop e potrebbero essere frutto solo di una strategia commerciale, ma ciò non toglie che abbiano diritto di apparire qui. In questo caso poi anche l'interpretazione del testo non e' univoca. Su Song Meanings ci sono diverse idee interessanti.
bellissima iniziativa. Grandissimi!
Proverò a tradurla in dialetto milanese