Trecentotrentacinque milioni di volte
trecentotrentacinque eternità trecento-
trentacinque milioni virgola trecento-
trentacinque periodico
11 ottobre 2013
L.L. 11/10/2013 - 15:20
Duro il presidente dell'Anpi Roma ( Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) Francesco Polcaro: «Non posso dire che piangerò. È morto un assassino che ha ucciso più persone di un serial killer, che non si è mai pentito di quello che ha fatto e che peraltro ha vissuto una vita lunghissima in parte anche felice. Per moltissimi anni infatti dopo la seconda Guerra Mondiale Priebke è stato padrone di se stesso, ha vissuto una vita normale, in Sud America, arrivando anche a diventare presidente di un'associazione culturale a Bariloche, in Argentina. Ha iniziato a scontare la sua pena da non moltissimo, dopo essere stato estradato in Italia. È naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista».
Altri versi sull'eccidio di piazzale Loreto del 1944, questi di Alfonso Gatto (1909-1976), dalla raccolta intitolata "Il capo sulla neve", 1947.
PER I COMPAGNI FUCILATI IN PIAZZALE LORETO
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
La città, il cielo, il fiato del giorno.
Restarono i carnefici soltanto
Vivi davanti ai morti.
Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito,
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno e l’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.
Era l’alba, e dove fu lavoro,
ove il piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera. Ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso sangue
i suoi figli promessi e il vecchio cuore... (continuer)
La versione italiana di Gian Piero Testa
Italian translation by Gian Piero Testa
Detto, fatto: oppure, chiama e rispondi. Avevo parlato delle magistrali versioni greche di Gian Piero Testa, ed ha voluto fornircene -come sempre- un perfetto esempio. Da oggi, insomma, "Fischia il vento" può essere cantata anche in greco; e non mi sembra una cosa di poco conto. [RV]
ΦΥΣΑΕΙ ΒΟΡΙΑΣ (continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 9/10/2013 - 11:46
Grazie delle lodi, Riccardo: mi correggi, nell'ultimo verso, νικιφόροι in νικηφόροι ?
Anche e soprattutto per un sorriso, non abbiamo resistito dal fare uno snaphsot di questo autentico capolavoro, prima della necessaria correzione... :-PP
La versione (letterale) ungherese di Tamás Sajó dal blog A Wang folyó versei.
Hungarian (literal) transation by Tamás Sajó from the blog A Wang folyó versei.
" Májusban a második világháború szelleme járt át számos bejegyzést itt a Wang folyón: a Kicsi emberek a háború által sújtott gyerekekről szólt, a Graffiti az elesett Berlin orosz falfirkáit mutatta be, míg a Két kép az Egyházról szóló reflexió volt két háborús fotó kapcsán. Számunkra odahaza a Szovjetunióban sok éven át a Győzelem Napja jelentette május kezdetét, 1945. május 9-nek, a náci Németország kapitulációjának, a Nagy Honvédő Háború (1941-1945) befejezésének évfordulója, amely még ma is állami ünnep számos posztszovjet köztársaságban. Így aztán ezt az én mostani vendégposztomat is a Wang folyó „májusi szelleme” inspirálta – köszönet érte.
A Katyusa a Nagy Honvédő Háború egyik ikonikus dala volt,... (continuer)
La versione neerlandese di C. Mobach ripresa da questa pagina
The Dutch translation by C. Mobach reproduced from this page
"Iets over Katjoesja en de nederlandse vertaling.
In de werkmap staan 4 coupletten. Het origineel heeft 6 coupletten, zoals u kunt lezen.
De oorspronkelijke russische tekst heb ik weggelaten want die is voor ons niet leesbaar.
Katjoesja is een Russisch oorlogslied, over een meisje dat een verlangen koestert naar haar geliefde aan het front.
De muziek werd gecomponeerd in 1938 door Matvej Blanter en de tekst is van da hand van Michail Isakovskï. De bewerking is van C. Mobach.
Ondanks de bekendheid van het lied wordt Katjoesja niet als een volkslied beschouwd. En ook al heeft het een vrolijke melodie en een politiek neutrale tekst, het wordt vaak gerelateerd met het communisme en de Sovjet-tijd.
De naam Katjoesja is de koosnaamvorm van de Russische meisjesnaam Jekaterina. "
"Cana" in Argentina è una parola che significa "polizia". In questo caso, penso che l'autrice abbia voluto, seguendo l'ironia della canzone, "tradurre" il termine in inglese. Invece di chiamarla "the cops", l'ha chiamata "the kana". In italiano sarebbe "the Sbirri".
Tami 9/10/2013 - 17:51
O forse viene da "cagna". Non conosco abbastanza lo spagnolo, ma dalle parti nostre da più o meno gli anni novanta la polizia viene chiamata "psy" o "psiarnia" che sarebbero "i cani" e "il canile". Non so se c'entra qualcosa, ma lo scrivo con le buone intenzioni :)
C'è anche in polacco parola "kanalia" che viene, come pare, dal francese "canaille" che, signifigerebbe, cito " canaglia, carogna, mascalzone, lazzerone". Sembra che tutto torni ;D
Nella raccolta di poesie di Blas de Otero intitolata “En castellano”, pubblicata nel 1960, ce n’è una di forte sapore surrealista dall’oscuro titolo di “Caniguer”.
Ma se si pensa che “Caniguer” non è che l’anagramma dell’allora impronunciabile nome della città basca di Guernica, allora tutto si spiega: la poesia è una descrizione in versi della famosa tela dipinta da Pablo Picasso nelle settimane immediatamente successive al bombardamento nazifascista del 26 aprile 1937. I versi di Otero cercano di restituire le stesse visioni surreali, le stesse astrazioni figurative del quadro attraverso il ricorso all’eliminazione della punteggiatura e la ripetizione della simbologia usata dal pittore – il grido, la rabbia, il toro, il bambino – con l’intento di suscitare nel lettore le stesse emozioni violente che chiunque sia sia trovato di fronte a quel quadro ha sicuramente provato (mi... (continuer)