Chanson anglaise – Every sperm is sacred – Eric Idle – 1983
Texte : David HOWMAN , André JACQUEMIN, Michael PALIN.
Mon ami Lucien l'âne, voici une chanson qui fera rire et grincer des dents... Rire les uns qui comme nous ont une vision joyeuse, libertaire et libertine du monde et grincer des dents tous les pisse-froid et les ecclésiastiques. Et pourtant, c'est une chanson en quelque sorte théologique, une théologie de la naissance... Ou plus exactement même, de la conception. Comme tu le sais, si la conception est un privilège divin, elle est rarement immaculée... Elle naît d'une sorte d'émulsion, d'une turgescence explosive et visqueuse. Donc, au commencement était la conception... et je dirais même qu'avant la conception, il y a cette substance visqueuse et blanchâtre, la substance sacrée par excellence, le sperme. Le sperme, c'est-à-dire la semence, la graine et pour la répandre,... (continuer)
LE SPERME EST SACRÉ (Théologie de la naissance) (continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 5/6/2012 - 22:46
Je pense qu'il faudrait rapprocher cette chanson angalise de la très française chanson de Ricet Barriet : Les Spermatozoïdes.
En somme, le sujet est le même... Vu simplement sous un autre angle... Peut-être en existe-t-il une italienne... Qui sait ?
Era stata reperita una traduzione portoghese della canzone su questa pagina di letras.br, ma era talmente scorretta (in alcune parti il testo inglese non era stato assolutamente capito) che è stato deciso di limitarsi a prenderla come "base" e a procedere per il resto autonomamente. [RV]
A Portuguese translation of the song is included in this letras.br page, but it is so uncorrect (some parts are totally misunderstood) that we decided to use it only as a "base" and to retranslate the rest of the lyrics. [RV]
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victoria 5/6/2012 - 01:04
Riprendendo questa pagina, ti ho cancellato i punti interrogativi dalla traduzione: avevi inteso giusto. Nel greco classico l'uso dell'infinito in senso imperativo è abbastanza comune (così come in italiano: "tirare!" "scendere!"). Anche se nel secondo caso, mediante la nota costruzione dell' "accusativum cum infinito", si potrebbe intendere: "Rendi degni i tuoi servi, o Vergine, di vedere la resurrezione di tuo Figlio".
Proseguendo col mio...diario di bordo nel Mar di Theodorakis (Θεοδωράκιος Πόντος, Theodoracius Pontus), devo dire che questa doveva essere proprio la pagina delle sparizioni. Era infatti svanito nel nulla il testo greco di Εκίνησαν και πἀνε, probabilmente a causa del sottoscritto durante la costruzione della "paginona". E' stato restaurato grazie a Stixoi (che, più che un oceano, è la Fossa delle Marianne, l'Abisso delle Curili della canzone greca...)
Riccardo Venturi 5/6/2012 - 00:06
Bastava chiederlo a me: se vuoi possiamo postare anche le altre del disco, che timidamente avevo omesso, perché "fuori tema". Basta che mi dica "εν τάξει", e lo completiamo.
A proposito di stixoi.info, ieri ho fatto lo σπιούνος . Ho avvertito gli admin che un tale stava mandando traduzioni in italiano tradotte ...a macchina, con risultati insensati e/o esilaranti. Il giorno dopo quelle traduzioni, ancora in lista di attesa, sono sparite: ma del medesimo ne restano altre in francese e in inglese, su cui non metto becco, anche se sospetto che siano impresentabili. Ecco, a stixoi può collaborare uno come me, che magari sbaglia, ma dopo avere consultato il Babiniotis, il Triandafillidi, il piccolo ma ottimo Koutrolikou, e poi un dizionario greco-francese e un altro greco-inglese, e ora anche il Papazahariou per la lingua ipodemotica, e che magari telefona a Thanassis, a Mihalis, a Yorgos per venire a capo di un dubbio; e chi invece sbatte tutto nel traduttore automatico e come la va, la va. Sarà un sito molto democratico, stixoi: ma bisogna andarci piano e non... (continuer)
Per quanto riguarda Stixoi, io mi baso su un principio diciamo "empirico" quando prendo delle traduzioni. Lo spiego in due parole: io conosco il finlandese a livello del tutto elementare, comunque non certamente sufficiente ad apprezzare la correttezza o meno di una traduzione. Però se una canzone greca l'ha tradotta "Markus Torssonen", direi che posso andare relativamente sul sicuro. Se invece, poniamo, l'ha tradotta in finlandese Eleftherios Karageorgiou qualche dubbio ce l'ho. Naturalmente non si può mai sapere; nessuno mi può dire se Eleftherios Karageorgiou sia uno che fa come l'amicaccio che traduce a macchina, oppure sia un greco che vive da quarant'anni a Helsinki. Comunque, questo è un problema generale che riguarda questo sito, e tutti gli altri come questo. Forse, è vero, noialtri ci abbiamo la "variante impazzita" rappresentata...dal sottoscritto, ma il sottoscritto è un feroce... (continuer)
Intendo un po' questa revisione totale della sezione greca come un lungo viaggio per un oceano costellato di isole, una vera e propria Odissea in senso letterale. Un oceano è formato da parecchi mari; e navigando per il Mar di Theodorakis, arrivo oggi all'isola di questa canzone, di questa poesia di Seferis. Ed è un'isola che deve contenere una qualche Nausicaa, poiché, ad esempio, per scegliere una foto che la accompagnasse ci ho messo mezza giornata. Il Μυθιστόρημα di Seferis e la musica carcerata di Theodorakis; ne ha da offrire, la Grecia, di Nausìche; e, a pensarci bene, anche in questo nome è contenuta la "nave". "Eccellente nel fabbricar le navi", ΝαυσικάFα.
Senza alcun commento, e accompagnata da una foto della Porta dei Leoni di Micene, che tanti e tanti anni fa ho varcato per un'unica volta, una parte del Μυθιστόρημα la avevo messa; e non su una pagina a caso, certamente no. Era... (continuer)
Riccardo Venturi 4/6/2012 - 22:51
Sarà ὕβρις, ma credo proprio di capirti, Riccardo, e pure con un poco di invidia perché in quel mare ti sei mescolato assai più precocemente, e dunque con un "imprinting" assai più profondo del mio. Questa canzone (e canzone è dir poco) che ti apre e nello stesso istante ti cura ogni ferita è per me una delle isole più incantate che mai abbia trovato nel mare greco. Seferis, Theodorakis, Farandouri: come si fa a prendere in giro, magari in tedesco e per quattro palanche, la Grecia?
Chanson italienne – Monte Calvario - Ascanio Celestini – 2012
Interprétée par Alessio Lega et Ascanio Celestini
La chanson sera insérée dans le nouvel album d'Alessio Lega, attendu à l'été 2012. [Daniela - k.d.-]
C'est une chanson, qu'Ascanio Celestini et Alessio Lega interprètent ensemble ou chacun de son côté. Je dis « ils interprètent » au présent, parce qu'Alessio la chante déjà dans ses concerts, qu'il présente dans un décor tout-à-fait réaliste. On dit que la situation actuelle des travailleurs, et des pas-travailleurs, est justement un "calvaire"; et voilà que, tranquille et sulfureux Ascanio Celestini nous emmène comme d'habitude vraiment là. Sur le Calvaire ou le Golgotha, comme on veut. C'est un hyper-Calvaire, celui-ci, que nous pouvons voir chaque jour et où nous allons faire les courses ; un Calvaire fait de (dernières) cènes épuisées, de nuits entre d'infinies journées... (continuer)
LE CALVAIRE (continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 4/6/2012 - 16:09
Un grazie a Yorgos per le sue parole, ma credo che i ringraziamenti debbano andare tutti ai due autori di questo testo che ritengo straordinario, anche e soprattutto perché si fa amarissima beffa di tutte le "dottrine sociali" e "del lavoro" delle varie chiese e religioni (non soltanto, a mio parere, di quella oggetto specifico di questa canzone). In fondo, se ci pensiamo bene (e non occorrerebbe neanche pensarci a lungo...) quel che hanno fatto tutti 'sti dèi è metterci a sgobbare per ingrassare i vari "principali" in cielo e in terra. Quanto al sottoscritto, mi piacerebbe avere più tempo per dedicarmi a delle traduzioni veramente degne di questo nome; mi metto a fare, invece, delle cose letterali per rendere almeno un po' l'idea di quel che si dice in una data canzone. Ciononostante, spero che una qualche utilità la abbiano.
Grazie Enrico, non avevo mai pensato che "Helpless" potesse essere una CCG ma l'interpretazione che proponi è convincente. Per la traduzione io ho sempre pensato a "helpless" come "impotenti" nel senso "non possiamo fare niente" piuttosto che a "indifesi"...
Lorenzo 4/6/2012 - 12:06
Grazie a voi per il sito e l'attenzione al tema.
Con l'occasione segnalo, a completamento della nota [5], che le catene legate alla porta significano anche il non potersene andare (anche se lo si vorrebbe, ad esempio tornando alla sicurezza delle proprie radici, come dice nelle prime strofe), perchè non si può far finta di non sapere, non si può far finta di niente.
La prosa di Neil Young spesso è davvero eccezionale. Utilizzando molto lo "slang" comunica tramite visioni, immagini, sensazioni, spesso stimolando dubbi e costringendo ad averci a che fare. Le traduzioni dei suoi brani non sono quindi semplicissime... Per quanto riguarda "helpless", il problema sono i nostri dizionari. Una buona norma è basarsi sul fatto che l'inglese è una lingua "rozza", con pochi vocaboli, in cui le medesime parole assumono molte sfaccettature di significato che noi italiani siamo abituati ad esprimere con... (continuer)
Chanson anglaise – Always Look On The Bright Side Of Life – Monty Python – 1979
Paroles et musique : Eric Idle
Il ne faudrait pas oublier les circonstances, dit Lucien l'âne en riant de toutes ses belles dents. C'est une chanson sur le Calvaire, la chanson du Golgotha... C'est la fin de ce film d'une merveilleuse et grandiose ironie qui raconte la Vie de Brian, un jeune Nazaréen fils d'une pute et d'un centurion romain, qui né la même nuit (j'étais là, je peux en témoigner) que l'autre Nazaréen, a conn u un destin parallèle - à moins que ce soit l'inverse. En tout cas, il est franchement plus drôle. La venue des Rois mages qui s'étaient trompés d'étable et qui sont chassés par la jeune parturiente... est un monument d'anthologie...
En effet, c'est un grand moment dans l'histoire du cinéma et même, un grand moment dans l'Histoire. Il me semble qu'il faudrait projeter cette Vie de Brian dans... (continuer)
REGARDEZ TOUJOURS DU CÔTÉ LUMINEUX DE LA VIE ! (continuer)
Verissimo...si vede che il mio rincoglionimento avanza a gran passi, sob...
Riccardo Venturi 4/6/2012 - 10:03
Bravissimi, invece, tutti e due. Con l'occasione ho riletto (sono un po' narciso...) la mia spatafiata su Ritsos e vi ho trovato una colossale svista: ho fatto morire suicida la poetessa Maria Polidouri, che Ritsos conobbe quando entrambi erano degenti nel sanatorio Sotirìa. No, la Polidouri morì, giovanissima, della sua malattia, ma non per suicidio. Ho esteso a lei la stessa fine di Kariotakis, di cui era stata innamorata. C'è il modo di correggere l'errore, di cui, vergognandomi, chiedo scusa a tutti?
Su 24 vittime del terremoto in Emilia, più della metà sono operai. Tornati al lavoro troppo presto, dentro capannoni troppo poco sicuri. Ai lavoratori è stato chiesto di pagare il prezzo più alto per la crisi, e lo stanno pagando anche con la vita.
Come mai?
Dei complottisti che s'ingegnano a spiegare le ragioni fantageofisiche del terremoto, dei millenaristi fuori tempo massimo che studiano gli allineamenti astrogeologici, ce n'è uno che voglia spiegare questo, che voglia rispondere a questa domanda del millennio?
Come mai, come mai, sempre in culo agli operai?
Perché a ogni crisi si cercano i soldi sempre dove ce n'è di meno, si chiede di pagare sempre a chi ha già pagato, si spedisce a morire per primo, in una trincea o in un capannone, sempre chi ha già avuto una vita più dura?
Se la differenza di classe è solo un'illusione ottica data... (continuer)