Como, 21 maggio (Reuter). Dopo la storica vittoria del Fronte Popolare® alle elezioni comunali del capoluogo Lariano, che mette fine a decenni di dittatura fascista e leghista, è cominciata la resa dei conti. Si rincorrono in città notizie di esecuzioni di massa di leghisti, che sarebbero simbolicamente iniziate con una fucilazione celtica sul lungolago di Dongo. In città, invece, girano voci di leghisti e pidiellini gettati nel lago con un pietrone al collo. Primo provvedimento del Fronte Popolare® l'abolizione ex lege di ogni scritta in dialetto e l'adozione dell'arabo classico e del greco pontico come seconda e terza lingua ufficiale in tutto il territorio comunale. La centralissima via Roma è stata ribattezzata già "Via dell'Amicizia Islamocomunista". Colonne di comaschi comunisti al canto di "Fischia il vento" si stanno dirigendo su Erba per dare alle fiamme la sede di Radio Maria, urlando "Compagno Testa, presente!"
Si stava cercando, per farne il debito uso, il muro costruito tra la città e il lago dal sindaco decaduto, e che per nemesi storica fu ribattezzato dai comunisti "il Muro di Belino": ma non lo si trovò, in quanto "publicis sumptibus" era stato fatto abbattere dal dissenziente cristiano Formigoni, non condividendo lui la divina massima "oportet ut scandala eveniant". Si trovò solo una distesa di detriti ancora buoni per qualche frettolosa lapidazione da affidare, se lo vogliono, agli amici islamici, ma non per le fucilazioni della nostra gloriosa tradizione terzinternazionalista e resistenziale.
veramente non era considerato un pazzo mozart, solo che la condizione in generale degli artisti nella storia è sempre stata abbastanza miserabile...ma anche quello contribuiva a rafforzare il valore dei loro lavori
In realtà, Ketty Maraka canta la canzone in italiano; prima, però, legge la sua traduzione greca (quella che presentiamo sotto). La registrazione è stata effettuata dal vivo da Nikos Zoïopoulos il 28 ottobre 2011 a Makari, in una serata dedicata alla canzone contro la guerra greca e di altri paesi. Alla chitarra Nikos Manitaràs.
Στην πραγματικότητα, η Καίτη Μαράκα τραγουδάει το τραγούδι στα Ιταλικά, αλλά πρώτα διαβάζει τη μετάφρασή της στα Ελληνικά. Το βίντεο τράβηξε ο Νίκος Ζωιόπουλος σε ζωντανή εμφάνιση στο Μακάρι, στις 28 Οκτωβρίου 2011, αφιερωμένη στο Ελληνικό και Ξένο Αντιπολεμικό Τραγούδι.
τραγούδι του Fabrizio de Andre'
τραγούδι: Καίτη Μάρακα
κιθάρα: Νίκος Μανιταράς
Hariklea? Io l'ho sempre considerato il greco classico Χάρις "grazia", pensa tu. Però, effettivamente, leggo su Βικιπαίδεια che la Alexiou si chiama davvero Χαρικλεία (quindi, casomai, "Hariklìa"). Beh, è un caso che più greco non si può, davvero: Hariklìa viene diminuito prima in Haris e poi, ulteriormente, in Haroula...
Riccardo Venturi 21/5/2012 - 18:10
Note alla traduzione
Canzone 2.
San Giorgio e Athanasios Diakos.
San Giorgio, santo di dubbia autenticità, ma di insopprimibile presa sull'immaginario popolare non solo devozionale, come del resto merita un cavaliere che liberi un'innocente dal mostro.
Athanasios Diakos (1788 - 1821). Capo klefta e poi combattente della guerra d'indipendenza greca del 1821, ne fu uno dei primi martiri, diventando protagonista di molti cantari popolari, soprattutto per la sua fine particolarmente crudele: dopo averlo catturato, infatti, i turchi di Omar Vrionis (il quale inutilmente cercò di convertirlo ricevendone la famosa risposta " Greco sono nato e greco morirò"), lo impalarono arrostirono allo spiedo. Affrontò imperturbabile il supplizio, esprimendo solo un rammarico: "Για δες καιρό που διάλεξε ο χάρος να με πάρει / τώρα που ανθίζουν τα κλαδιά και βγάζει η γης χορτάρι" (Guarda quale stagione... (continuer)
Da segnalare che Ο εφιάλτης της Περσεφόνης (L'incubo di Persefone), il primo pezzo di questo album, è stato recentemente interpretato Da Daniele Sepe e la sua band (voce: Floriana Cangiano) nell'album Canzoniere Illustrato. La bravissima (e assai giovane) cantante la canta nell'originale greco, debbo dire con una pronuncia invidiabile.
La canzone, come informa [gpt] sembra essere stata ispirata a Gatsos da una famosa fotografia del poeta surrealista Andreas Embirikos, che aveva ripreso nel 1955 le rovine di Elefsina (l'antica Eleusi dei riti misterici) con, sullo sfondo, una deturpante ciminiera che fumava (da ricordare che la prima raccolta surrealista di Embirikos, scritta provocatoriamente in "katharevusa", si intitolava proprio Ὑψικάμινος, vale a dire "ciminiera"). Siamo riusciti a ritrovare la foto in rete (che viene riprodotta anche nel corpo del testo originale e della traduzione):