Περιμένοντας τοὺς βαρβάρους
Eh, Gian Piero, ho avuto un momento di debolezza, lo riconosco. Non cambierei di una virgola quel che, a suo tempo, scrissi nel mio blog; anzi, ora che ci penso, potrà servire alla perfezione come introduzione. Non sapevo né che Glezos fosse il nipote di Ritsos (ma ha a che fare anche col famoso Manolis Glezos?), né che il "Kava" alessandrino sperasse nella vendetta dei sudanesi; questo è un tassello in più. Per quel che mi riguarda, in tempi di dissoluzione palese di un sistema, se non proprio di una civiltà intera (che, a mio parere, si è già liquefatta da tempo), riconosco che l'Alessandrino doveva averci qualcosa di veramente "oltre". Nulla da dire.
Riccardo Venturi 6/11/2012 - 18:11
Da: Costantino Kavafis, Cinquantacinque poesie, a cura di Nelo Risi e Margherita Dalmati; Milano, Einaudi, 1968.
Iniziando con le traduzioni italiane di Περιμένοντας τους βαρβάρους, la prima non può essere che la seconda; ma insuperata. Proviene, del resto, dal libriccino della "Collezione di poesia" Einaudi che, nel 1968, fece conoscere Kavafis al grande pubblico italiano divenendo peraltro, quasi subito, l'ultimo best-seller nel nostro paese che avesse a che fare con la poesia. Cosa che non era accaduta con la traduzione, risalente al 1961, che fu la prima in assoluto: quella di Filippo Maria Pontani. Curatori e traduttori ne furono due poeti: Nelo Risi, milanese nato nel '20, e Margherita Dalmati, ateniese ma fiorentina di adozione (amica di Eugenio Montale, di Mario Luzi, di Camillo Sbarbaro), scomparsa il 22 luglio 2009 all'età di ottantotto anni.
Margherita Dalmati (pseudonimo... (continuer)
Iniziando con le traduzioni italiane di Περιμένοντας τους βαρβάρους, la prima non può essere che la seconda; ma insuperata. Proviene, del resto, dal libriccino della "Collezione di poesia" Einaudi che, nel 1968, fece conoscere Kavafis al grande pubblico italiano divenendo peraltro, quasi subito, l'ultimo best-seller nel nostro paese che avesse a che fare con la poesia. Cosa che non era accaduta con la traduzione, risalente al 1961, che fu la prima in assoluto: quella di Filippo Maria Pontani. Curatori e traduttori ne furono due poeti: Nelo Risi, milanese nato nel '20, e Margherita Dalmati, ateniese ma fiorentina di adozione (amica di Eugenio Montale, di Mario Luzi, di Camillo Sbarbaro), scomparsa il 22 luglio 2009 all'età di ottantotto anni.
Margherita Dalmati (pseudonimo... (continuer)
ASPETTANDO I BARBARI
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 6/11/2012 - 18:47
Per inciso kavafiano: pagherei a ritrovare la vecchia stereocassetta sulla quale un Venturi Riccardo quindicenne, all'epoca definitosi un verdesporco esangue coi padiglioni lerci (così era!) aveva registrato, su musica del suo amico Stefano Mannelli, la poesia Γκρίζα proveniente dal volumetto delle Cinquantacinque Poesie di Kavafis tradotte da Nelo Risi e Margherita Dalmati. Dev'essersi persa nel tempo quella cassetta, ma sarei ancora capace di ricantare la poesia in greco sulla musica del mio vecchio amico. Insomma, a quindici anni ho fatto anch'io il mettitore in musica, sia pure indiretto, di poesia greca; κυττάζοντας ένα οπάλλιο μίσο γκρίζο, θυμήθηκα δυο ωραία γκρίζα μάτια...
Riccardo Venturi 6/11/2012 - 19:10
La Dalmati venne in Italia per studiare musica e incontrò il maestro Ferruccio Vignanelli, grande organista e clavicembalista, e divenne a sua volta una virtuosa clavicembalista. In patria fu la prima a introdurre lo studio dello strumento, fondando ad Atene una apposita scuola, intitolata al Maestro, che è tuttora in attività. Si tratta davvero di un personaggio eccezionale.
Gian Piero Testa 6/11/2012 - 19:14
da: Costantino Kavafis, Poesie, Mondadori, Milano, 1961.
La seconda traduzione è in realtà la prima: quella di Filippo Maria Pontani. Nato a Roma nel 1913 e morto a Bologna nel 1983, è stato uno dei massimi grecisti italiani, sia per quel che riguarda la lingua classica (caso oltremodo frequente), sia quella moderna (caso, al contrario, più unico che raro). Nella "querelle" tra "traduttori poeti" e "traduttori filologi", Filippo Maria Pontani fu fatto spesso oggetto di critiche a volte feroci, in quanto non "dotato della necessaria sensibilità"; critiche che, va detto, rimandava al mittente facendo presenti i tanti poeti che traducevano da tutte le lingue del mondo senza conoscerne decentemente nemmeno mezza. Eppure, devo dirlo onestamente, tra i "traduttori filologi" (e il Pontani filologo era, e di prim'ordine) è senz'altro il migliore. Non era affatto sprovvisto di sensibilità poetica... (continuer)
La seconda traduzione è in realtà la prima: quella di Filippo Maria Pontani. Nato a Roma nel 1913 e morto a Bologna nel 1983, è stato uno dei massimi grecisti italiani, sia per quel che riguarda la lingua classica (caso oltremodo frequente), sia quella moderna (caso, al contrario, più unico che raro). Nella "querelle" tra "traduttori poeti" e "traduttori filologi", Filippo Maria Pontani fu fatto spesso oggetto di critiche a volte feroci, in quanto non "dotato della necessaria sensibilità"; critiche che, va detto, rimandava al mittente facendo presenti i tanti poeti che traducevano da tutte le lingue del mondo senza conoscerne decentemente nemmeno mezza. Eppure, devo dirlo onestamente, tra i "traduttori filologi" (e il Pontani filologo era, e di prim'ordine) è senz'altro il migliore. Non era affatto sprovvisto di sensibilità poetica... (continuer)
ASPETTANDO I BARBARI
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envoyé par Riccardo Venturi 6/11/2012 - 19:17
Aggiungo una cosa riguardante la Dalmati. Mi ci sono imbattuto proprio di recente, mentre cercavo materiale per la nota su Cipro annessa ad Αποχαιρετισμος di Ritsos. In questo sito si possono (direi che si devono) leggere alcune lettere indirizzate dalla Dalmati al suo fraterno amico italiano, il poeta Mario Luzi. Vi si trovano diversi accorati riferimenti al dramma che si stava svolgendo a Cipro, soprattutto alle continue impiccagioni di giovani ciprioti greci combattenti per l'indipendenza.
Gian Piero Testa 6/11/2012 - 21:14
Gian Piero, non ho messo io la "comunicazione di retrobottega"; evidentemente dev'essere sfuggito a qualche altro admin il fatto che avevi chiesto che non fosse pubblicato. Ad ogni modo, per comunicazioni del genere e se non vuoi che non siano pubblicate (perché usualmente le tue cose vengono pubblicate tutte, e quindi può sfuggire che tu chieda che non lo siano), scrivimi in privato: k.riccardo@gmail.com Saluti e scusa ancora anche se non ne ho colpa alcuna...
Riccardo Venturi 6/11/2012 - 22:47
dal suo blog
Il blog di Io Non Sto Con Oriana (eh sì, l'Oriana con la quale il blogger non sta è proprio lei, la defunta Fallaci) si apre con un'immagine di Yazd; non so come mai, ma una traduzione di questa poesia la trovo del tutto naturale, da parte sua. (rv)
ASPETTANDO I BARBARI
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envoyé par Riccardo Venturi 6/11/2012 - 23:31
La riscrittura italiana di Riccardo Venturi
(7 novembre 2012).
(7 novembre 2012).
Di traduzioni italiane di questa poesia ce ne sono altre (penso, ad esempio, a quella di Nicola Crocetti; ma non m'è riuscito di trovarla). Ce ne saranno sicuramente di altre ancora; ma, alla fine, mi son detto che, più o meno, sono tutte simili. E ho voluto, quindi, farne una un po' diversa.
Del resto, una costante di questa poesia è la sua attualità; ho voluto quindi trasportarla nel presente. S'immagini, che so io, Napolitano davanti al Quirinale che aspetta i barbari, o i senatori davanti a palazzo Madama. S'immagini che non arrivi "qualcuno dai confini"; ora le notizie viaggiano sui social networks (anche Barack Obama, poche ore fa, ha annunciato la sua rielezione con un "Tweet"). Il resto lo fa, già da sé, la poesia. (rv)
Del resto, una costante di questa poesia è la sua attualità; ho voluto quindi trasportarla nel presente. S'immagini, che so io, Napolitano davanti al Quirinale che aspetta i barbari, o i senatori davanti a palazzo Madama. S'immagini che non arrivi "qualcuno dai confini"; ora le notizie viaggiano sui social networks (anche Barack Obama, poche ore fa, ha annunciato la sua rielezione con un "Tweet"). Il resto lo fa, già da sé, la poesia. (rv)
NELL'ATTESA DEI BARBARI
(continuer)
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English translation by Edmund Keeley and Philip Sherrard
Da: C.P. Cavafy, Collected Poems. Translated by Edmund Keeley and Philip Sherrard. Edited by George Savidis. Revised Edition. Princeton University Press, 1992. Per l'inglese e tutte le altre lingue vale lo stesso: esistono decine di traduzioni. Ne scelgo una, rappresentativa, tra le più recenti. (rv)
WAITING FOR THE BARBARIANS
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 10:28
Version française par Ange Vlachos.
Proviene da uno scritto di Larry Barouch dove, per dirla eufemisticamente, non si parla molto bene di Marguerite Yourcenar. La quale aveva pure tradotto Περιμένοντας τους βαρβάρους in una maniera che viene tacciata di "ignobile". Le querelle tra traduttori di poesie sono antiche quanto il mondo, verrebbe da dire. Da notare che, in Francia (e, sovente, anche in Inghilterra), Konstandinos Kavafis diventa regolarmente "Constantine Cavafy".
EN ATTENDANT LES BARBARES
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 11:37
Naturalmente, qui, non si poteva scampare: il testo originale è stato tutto ripolitonizzato. Fuori di questione, per un antico Alessandrino come Kavafis; sono andato a riprendermi il testo proprio dalla "Grammatica del greco moderno" di Filippo Maria Pontani (volume II, Esercizi, pp. 77/78), dove si insegna rigorosamente il sistema tritonico. Un accenno, ma solo quello, al greco di Kavafis: fino a tutta la sua adolescenza, come si sa, non aveva parlato e scritto che l'inglese (e gli appunti sulle sue poesie, tipo "Not for publication", li scriveva in quella lingua). Simile in questo a un altro grande solitario di altri lidi, o senhor Fernando Sá Nogueira Pessoa. Così come quest'ultimo ebbe a riapprendere il portoghese facendone la sua Patria, Kavafis dovette reimparare il greco; e lo fece in maniera del tutto sua, in un impasto linguistico strabiliante tra forme antiche e moderne, tra "katharevousa"... (continuer)
Riccardo Venturi 7/11/2012 - 12:17
La versione tedesca dallo Uris Tagebuch. Probabilmente di Wolfgang Josing.
Deutsche Übersetzung aus Uris Tagebuch. "Vermutlich von Wolfgang Josing".
Proviene dal blog di un ebreo svizzero che vive in Israele con la famiglia. Un israeliano parecchio critico verso la sua società e le politiche dello stato Ebraico, va senz'altro detto. Riporto, in quanto interessanti, le considerazioni del suddetto su questa poesia; sono in tedesco, però. Non è colpa mia. (rv)
Als Einstieg eine Feststellung: Im Jahre 2012 wird die grosse Mehrheit der Muslime im Mittleren Osten und Nordafrika von radikalislamistischen Regimen regiert sein, die glauben, dass mit einem Jihad auf Amerika und Israel, mit der Zerstörung Israels, mit der Unterdrückung der Christen, mit dem weiteren Reduzieren des rechtlichen Status der Frau, sie den Willen Gottes, als dessen Diktatoren zu regieren, erfüllen. Ich meine damit Ägypten, Gaza, Iran, Libanon, Libyen, Tunesien und die Türkei. Es könnten noch weitere... (continuer)
Proviene dal blog di un ebreo svizzero che vive in Israele con la famiglia. Un israeliano parecchio critico verso la sua società e le politiche dello stato Ebraico, va senz'altro detto. Riporto, in quanto interessanti, le considerazioni del suddetto su questa poesia; sono in tedesco, però. Non è colpa mia. (rv)
Als Einstieg eine Feststellung: Im Jahre 2012 wird die grosse Mehrheit der Muslime im Mittleren Osten und Nordafrika von radikalislamistischen Regimen regiert sein, die glauben, dass mit einem Jihad auf Amerika und Israel, mit der Zerstörung Israels, mit der Unterdrückung der Christen, mit dem weiteren Reduzieren des rechtlichen Status der Frau, sie den Willen Gottes, als dessen Diktatoren zu regieren, erfüllen. Ich meine damit Ägypten, Gaza, Iran, Libanon, Libyen, Tunesien und die Türkei. Es könnten noch weitere... (continuer)
WARTEN AUF DIE BARBAREN
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 12:25
Traducción al castellano de Ciudad Seva, Hogar electrónico del escritor Luis López Nieves
Luis López Nieves (nato nel 1950) è uno dei maggiori scrittori portoricani. Secondo l'articolo Wikipedia, il suo sito, "Ciudad Seva", ha ricevuto oltre 54 milioni di visite. Sul principale quotidiano portoricano, "El nuevo día", tiene una rubrica che si chiama Cartas Bizantinas; si capisce bene perché traduca Kavafis. (rv)
ESPERANDO A LOS BÁRBAROS
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 12:33
Uma versão portuguesa.
Proviene da questa pagina sulla quale non ho indagato ulteriormente. Potrebbe anche essere una versione "standard" in portoghese. (rv)
ESPERANDO OS BÁRBAROS
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 12:47
Перевод С. Ильинской
Da questa pagina, con tanto di banner delle "Ninja Wars". Proviene da: Кавафис К., Лирика,
1984 г., Перевод С. Ильинской, Издатель: Художественная литература
1984 г., Перевод С. Ильинской, Издатель: Художественная литература
ОЖИДАЯ ВАРВАРОВ
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 13:01
Svensk översättning av Magnus William-Olsson och Rea Mellberg
Da Under pausträdet, il blog di Bodil Zalesky. "Vi lyssnar till människor som bär sin Kavafis i hjärtat – vi hör hans dikter på grekiska, arabiska, turkiska och engelska. I boken finns de att läsa på grekiska och i en svensk nyöversättning av Magnus William-Olsson och Rea Mellberg – och på engelska."
I VÄNTAN PÅ BARBARERNA
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 15:32
Oversat af Johannes Thomsen
Da questo documento .doc. Traduzione eseguita nel 1986 e rivista nel 2008. (rv)
MENS VI VENTER PÅ BARBARERNE
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 15:37
ترجمة للقصيدة إلى اللغة العربية
Da questa pagina, reperita impostando "Waiting for the barbarians" sul traduttore automatico di Google. Il quale, va detto, nei limiti di queste cose sta funzionando sempre meglio (sono passati gli eroici tempi del Babelfish di AltaVista). Naturalmente, sarà comunque meglio specificarlo, il traduttore di Google è servito soltanto per trovare il titolo in arabo. Inutile dire che Kavafis è parecchio famoso specialmente in Egitto: a rigore, era egiziano, e ha vissuto la maggior parte della sua vita in Egitto.
Nel video sottostante: Immagini di una performance in lingua araba basata sulla poesia di Kavafis. (rv)
Nel video sottostante: Immagini di una performance in lingua araba basata sulla poesia di Kavafis. (rv)
في انتظار البرابرة
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 15:57
Versió catalana de Carles Riba
Da poeta a poeta: Carles Riba (1893-1959) è stato uno dei più grandi poeti moderni in lingua catalana. Antifranchista, visse in esilio dal 1939 al 1943. Particolare decisivo: oltre ad essere un grande poeta, Riba è stato anche uno dei maggiori classicisti catalani. Dal 1925 al 1939 fu professore di greco all'Università Autonoma di Barcellona; tradusse classici greci e latini nella sua lingua materna, ma è ricordato specialmente per la sua versione in catalano dell'Odissea, considerata tra le più belle in ogni lingua. E la sua mano si vede bene anche in questo suo Kavafis. (rv)
ESPERANT ELS BÀRBARS
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 16:22
Suomentanut Tuomas Anhava
Da questa pagina. Tuomas Anhava (1927-2001) è stato uno scrittore finlandese; nel 1989 ha ricevuto il Premio Eino Leino (Eino Leino è uno dei maggiori scrittori finlandesi), il maggior premio letterario del suo paese. La sua traduzione della poesia proviene da un suo libro intitolato esattamente Barbaarit tulevat tänään ("I barbari arrivano oggi") (rv)
Da questa pagina. Tuomas Anhava (1927-2001) è stato uno scrittore finlandese; nel 1989 ha ricevuto il Premio Eino Leino (Eino Leino è uno dei maggiori scrittori finlandesi), il maggior premio letterario del suo paese. La sua traduzione della poesia proviene da un suo libro intitolato esattamente Barbaarit tulevat tänään ("I barbari arrivano oggi") (rv)
BARBAAREJA ODOTELLESSA
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 16:34
Bản dịch của Nguyễn Viết Thắng
L'ho trovata sull'edizione vietnamita di Wikipedia, alla voce Constantine P. Cavafy. Sta accanto a una traduzione inglese della poesia, segno che non dev'essere facile trovare traduttori dal greco al vietnamita nemmeno in Vietnam. Dalla medesima pagina si apprende che, in vietnamita, "Grecia" si dice "Hy Lap" e "Egitto" si dice "Ai Cập". "Italia" si dice "Y".(rv)
ĐỢI CHỜ QUÂN MAN RỢ
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 16:46
中井久夫訳、『カヴァフィス全作品集』(みすず書房)
Nella pagina in cui l'ho presa, Kavafis diventa ΚΑΒΦΗ ma è comunque da apprezzare il tentativo. (rv)
野蛮人を待つ
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 17:01
In un piccolo libro che posseggo da alcuni anni, intitolato appunto "Konstandinos Kavafis: Aspettando i barbari - Poesie civili", Passigli Editori, Firenze, 2005, il curatore Tino Sangiglio, ricollegandosi agli studi di Stratìs Tsirkas (1911 - 1980) che studiò il poeta alessandrino non da studioso accademico, ma da narratore e giornalista di vaglia qual era, osa "profanare" le invalicabili "mura" in cui sembra stare perennemente chiuso (e, aggiungo io, accuratamente tenuto sottochiave dagli studiosi) e "adiaforo alle tensioni degli altri", per un tentativo di lettura di alcuni componimenti, specialmente quelli cosiddetti storici, in una chiave di contemporaneità.
Leggere in filigrana quei testi significa, secondo Sangiglio sulla scorta di Tsirkas "aprire una pagina nuova nel libro della vita del poeta". In pratica, si tratterebbe di testi-tessere di mosaico capaci di comporre un quadro... (continuer)
Leggere in filigrana quei testi significa, secondo Sangiglio sulla scorta di Tsirkas "aprire una pagina nuova nel libro della vita del poeta". In pratica, si tratterebbe di testi-tessere di mosaico capaci di comporre un quadro... (continuer)
Gian Piero Testa 7/11/2012 - 17:14
Somlyó György magyar fordítása
Avevo quasi giurato di non mettere più nulla in ungherese in questo sito, finché i magiari non si fossero tolti di mezzo il principale "hitlerino" europeo attuale, l'orrendo Viktor Orbán; faccio un'eccezione oggi, ma solo oggi. Ed è un'eccezione che mi ha fatto sudare, perché il testo della versione ungherese di György Somlyó mi è riuscito di trovarlo solamente su uno stramaledetto documento scribd, che mi ha costretto a dargliene di santa ragione con l'editing. Inoltre, sia mai che riporti qua dentro un testo in "magiaro internettaro", con "ô" e "û" al posto di "ő" e "ű". Mi ripaga un po' il fatto che questa traduzione ungherese sia l'unica, per ora, in cui i "confini" siano tradotti con "limes". Questo mi piace assai. (rv)
A BARBÁROKRA VÁRVA
(continuer)
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Sommamente interessante, e soprattutto pertinente in modo enorme con questa pagina e col sito intero. Sinceramente, a me è sempre parso parecchio chiaro che questa poesia ha un palese valore politico, anche se non ne conoscevo gli esatti termini. Del resto, almeno in un altro caso Kavafis prese una chiara posizione in una sua poesia, un componimento non molto noto (ma tradotto in italiano dal Pontani nelle "Poesie nascoste", che dovrò andare a riprendere alla svelta) sull'impiccagione di un ragazzo egiziano da parte dei britannici. Componimento che viene etichettato come una delle rarissime "incursioni" di Kavafis nell'attualità. Ma ci sarebbe da discutere molto su questo fatto, e soprattutto da leggere le poesie dell'Alessandrino sotto luci un po' diverse dal solito. Lo si farà senz'altro in questa pagina, che di prim'acchito sta diventando -e lo sospettavo fin dall'inizio- pressoché immensa.
Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:10
Elhelenigis Gerrit Berveling
Da questa pagina di esperantisto.gr, il sito esperantista ellenico. Gerrit Berveling, però, è olandese. Checché se ne dica, non riesco a non voler bene all'esperanto; una lingua dove "tradurre dal greco" si dice "elhelenigi", cioè "disellenizzare" o "sgrecizzare". Favoloso. (rv)
VENOS LA BARBAROJ
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:18
Traducere de Marius Ivascu după poezia originală.
Da questa pagina del blog Ortodoxie şi Viaţă ("Ortodossia e Vita"). Un blog dove, finalmente, si scrive il rumeno con un'ortografia rigorosa. (rv)
AȘTEPTÂND PE BARBARI
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:30
Itzulpenarena: Andolin Egutzkitza eta Olga Ornatos
Da questa pagina. Ho il sospetto che Andolin Egutzkitza e Olga Ornatos abbiano fatto esattamente come Nelo Risi e Margherita Dalmati. Si noti che i "barbari", in euskara, diventano "erdaldunak", vale a dire il contrario degli "euskaldunak". Cioè: "Coloro che non parlano il basco". Esattamente come i βάρβαροι erano "coloro che non parlano il greco". (rv)
ERDALDUNEN ESPEROAN
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(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:40
Çeviri: Cevat Çapan
Per un'altra volta è venuto in soccorso il traduttore automatico di Google per tradurre "Waiting for the barbarians"; poi si è andati a questa pagina. Un'altra "lingua kavafiana": non bisogna scordare che Kavafis era nato come suddito dell'Impero Ottomano.
BARBARLARI BEKLERKEN
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envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:49
Mi interrompo per un po'. Una sola giornata di lavoro su questa pagina ha "prodotto" traduzioni in venticinque lingue, ma conto di trovarne molte altre. Quando dico che questa poesia è una delle dieci più famose della storia non esagero; scritta da un signore che non si muoveva dal suo quartiere di Alessandria d'Egitto, che scriveva in greco avendo messo piede in Grecia sì e no mezza volta, e che faceva stampare le sue poesie su fogli volanti che distribuiva a chi gliene faceva richiesta, senza mai guadagnarci un soldo. Poi, per sé, le raccoglieva in degli album. Questo signore è uno dei più grandi poeti dell'umanità. Suggerirei alla Grecia, visto che comunque in greco scriveva, di farne una risorsa in tempi di crisi; oppure di accogliere le visitine della Merkel o della BCE con delle "bottiglie Kavafis", contenenti poesia e non benzina. Si potrebbe tentare.
Riccardo Venturi 7/11/2012 - 18:55
Íslensk þýðing eftir Atla Harðarson
Fin dall'ottocentosettantaquattro dopo Cristo, quando avvenne la Landnám, ogni islandese è scrittore e poeta "in pectore". E traduttore. Il sig. Atli Harðarson traduce in islandese i poeti della Grecia, in particolare Kavafis, Seferis e Elytis. Dal suo sito riprendo la traduzione di questa poesia; e da vecchio islandista mi fa un gran piacere. Una divertente curiosità: in islandese, il nome "Atli" corrisponde a "Attila". Per un traduttore di "Aspettando i barbari", direi che è notevole! (rv)
Fin dall'ottocentosettantaquattro dopo Cristo, quando avvenne la Landnám, ogni islandese è scrittore e poeta "in pectore". E traduttore. Il sig. Atli Harðarson traduce in islandese i poeti della Grecia, in particolare Kavafis, Seferis e Elytis. Dal suo sito riprendo la traduzione di questa poesia; e da vecchio islandista mi fa un gran piacere. Una divertente curiosità: in islandese, il nome "Atli" corrisponde a "Attila". Per un traduttore di "Aspettando i barbari", direi che è notevole! (rv)
BEÐIÐ EFTIR BARBÖRUNUM
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/11/2012 - 22:37
Incredibile Islanda...e incredibile Kavafis, se appena lo guardiamo con altri occhiali. Guarda qui: versi che copio e incollo da un..come si dice?... "post" di una greca di nome Chrysa sul mio facebook (e naturalmente parla, con le parole di Kavafis, dei fatti di casa propria, 7 novembre 2012):
Οι Εχθροί
Τον Ύπατο τρεις σοφισταί ήλθαν να χαιρετήσουν.
Ο Ύπατος τους έβαλλε κοντά του να καθίσουν.
Ευγενικά τους μίλησε. Κ' έπειτα, να φροντίσουν,
τους είπε, χωρατεύωντας. «Η φήμη φθονερούς
κάμνει. Συγγράφουν οι αντίζηλοι. Έχετ' εχθρούς».
Απήντησ' ένας απ' τους τρεις με λόγους σοβαρούς.
«Οι τωρινοί μας οι εχθροί δεν θα μας βλάψουνε ποτέ.
Κατόπι θάλθουν οι εχθροί μας, οι καινούριοι σοφισταί.
Όταν ημείς, υπέργηροι, θα κείμεθα ελεεινά
και μερικοί θα μπήκαμε στον Άδη. Τα σημερινά
τα λόγια και τα έργα μας αλλόκοτα (και κωμικά
ίσως) θα φαίνωνται, γιατί θ' αλλάξουν τα σοφιστικά,
το ύφος... (continuer)
Οι Εχθροί
Τον Ύπατο τρεις σοφισταί ήλθαν να χαιρετήσουν.
Ο Ύπατος τους έβαλλε κοντά του να καθίσουν.
Ευγενικά τους μίλησε. Κ' έπειτα, να φροντίσουν,
τους είπε, χωρατεύωντας. «Η φήμη φθονερούς
κάμνει. Συγγράφουν οι αντίζηλοι. Έχετ' εχθρούς».
Απήντησ' ένας απ' τους τρεις με λόγους σοβαρούς.
«Οι τωρινοί μας οι εχθροί δεν θα μας βλάψουνε ποτέ.
Κατόπι θάλθουν οι εχθροί μας, οι καινούριοι σοφισταί.
Όταν ημείς, υπέργηροι, θα κείμεθα ελεεινά
και μερικοί θα μπήκαμε στον Άδη. Τα σημερινά
τα λόγια και τα έργα μας αλλόκοτα (και κωμικά
ίσως) θα φαίνωνται, γιατί θ' αλλάξουν τα σοφιστικά,
το ύφος... (continuer)
Gian Piero Testa 7/11/2012 - 22:46
Ehi, ma ormai le lingue "istituzionali" per questo sito non dovrebbero essere più l'italiano e l'inglese ma il greco e l'italiano, nell'ordine!
Chapeau al team greco delle CCG!
Chapeau al team greco delle CCG!
Dead End 8/11/2012 - 08:00
Potessi, l'inglese lo eliminerei all'istante dal suo status di "lingua mondiale"; farebbe parecchio bene anche a lui. Come diceva, in questo caso assai giustamente, il principe Carlo d'Inghilterra, the most widely spoken language in the world is bad English...
Riccardo Venturi 8/11/2012 - 09:18
La trascrizione "semifonetica" del testo originale.
CCG/AWS è, essenzialmente, un sito di servizio. Così abbiamo pensato anche alle autentiche schiere di citatori di questa poesia, sempre costretti e farlo in traduzione. Ebbene, avete almeno qualche volta desiderato citare Περιμένοντας τους βαρβάρους in lingua originale, per fare bella figura, zittire Giuliano Ferrara o conquistare il cuore di Lucia Annunziata? Vi siete fermati davanti allo scoglio dell'alfabeto greco, oppure avete fatto il classico -e quindi rimediato una figura di merda pronunciando il testo "periménontas tus barbárus"? CCG/AWS vi aiuta. Ecco infatti una trascrizione "semifonetica" del testo originale accompagnata da un video con la declamazione della poesia da parte di un madrelingua greco. Che si può fare di più? (CCG/AWS Staff)
PERIMÉNONDAS TUS VARVÁRUS
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 8/11/2012 - 11:05
Македонска версија.
Scovata su un documento scribd contenente un articolo sulla poesia greca contemporanea. Mi viene da dedicare questa cosa ai nazisti di Χρυσή Αυγή, che cominciarono la loro "fulgida" carriera proprio con le manifestazioni ultranazionaliste contro la Macedonia. (rv)
ЧЕКАЈЌИ ГИ ВАРВАРИТЕ
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 8/11/2012 - 14:57
Переклад із російської Володимира Ляшкевича (2000)
Da questa pagina del sito Poetični majsterni (che è il sito dell'autore della traduzione, Volodimir Ljaškevič). Il quale dichiara onestamente di averla sì tradotta, ma dal russo. (rv)
В ОЧІКУВАННІ ВАРВАРІВ
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 8/11/2012 - 15:09
I [...] del titolo andrebbero a sinistra
Io ho inserito la formattazione del paragrafo da dx a sx ma quando copio e incollo la punteggiatura si sposta...
Io ho inserito la formattazione del paragrafo da dx a sx ma quando copio e incollo la punteggiatura si sposta...
Dead End 8/11/2012 - 14:47
Τò Ἄξιόν Ἐστι
Da notare che il buon Atli Harðarson ha tradotto in islandese anche parecchie parti dell'Axion Estì. Qui abbiamo trovato il Testa islandese, che si potrebbe rendere con "Jóhannes Petur Höfuðsson". Come si chiamava tuo padre di nome, Gian Piero, che ti islandizzo con tanto di patronimico...?
Riccardo Venturi 8/11/2012 - 13:01
Ti carichi di un guaio: si chiamava nientemeno che Baldassarre (nella radice c'é il dio Belo, o Baal, credo), e lo festeggiavamo alla Befana, insieme ai Re Magi. Mia madre, poverina, non sapendo come chiamarlo, aveva estratto tre lettere da tanto nome, e lo chiamava Sar.
Oggi Mikis compie gli anni: 87, e scende ancora in piazza.
Oggi Mikis compie gli anni: 87, e scende ancora in piazza.
Gian Piero Testa 8/11/2012 - 13:41
Nessun problema: in islandese, il nome Balþasar esiste, seppur sia raro ("þ", detto thorn, è il theta islandese). Quindi preparati a diventare Jóhannes Petur Balþasarson. Niente "Testa"; in Islanda, come sai, i cognomi non esistono e si procede solo per patronimici (tua sorella si sarebbe chiamata "Balþasarsdóttir"). Il tuo omologo islandese, Atli Harðarson, è figlio di un tale "Harður"; quindi, alla lettera, si chiama "Attila figlio del Duro". Ora bisognerà quindi declinarti per intero; alle circa sessantacinque declinazioni dell'islandese non si sfugge (non scherzo, sono circa sessantacinque per davvero).
Per la cronaca, come si evince anche da una certa cosa liberamente scaricabile, io sarei "Rikarður V. Albertsson".
- Nominativo: Jóhannes Petur Balþasarson
- Genitivo: Jóhannesar Peturs Balþasarsonar
- Dativo: Jóhannes Petri Balþasarsyni
- Accusativo: Jóhannes Petur Balþasarson
- Genitivo: Jóhannesar Peturs Balþasarsonar
- Dativo: Jóhannes Petri Balþasarsyni
- Accusativo: Jóhannes Petur Balþasarson
Per la cronaca, come si evince anche da una certa cosa liberamente scaricabile, io sarei "Rikarður V. Albertsson".
Riccardo Venturi 8/11/2012 - 14:37
La Lega (Sebben che siamo donne)
anonyme
There is also a Dutch version, by de Internationale Nieuwe Scène (Mistero Buffo - years 1970 - 1980).
They made also many other translations from Italian songs.
They made also many other translations from Italian songs.
Chris Maertens 8/11/2012 - 14:30
La vie s'écoule, la vie s'enfuit
Translated from the French by NOT BORED! October 2006.
LIFE GOES BY, LIFE ESCAPES
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envoyé par Dead End 8/11/2012 - 13:12
Joe Hill's Last Will
Written in his cell, November 18, 1915, on the eve of his execution
"A guard reported that at about 10 p.m., Hill handed him a poem through the bars of his cell. It was his last will, which has become a prized piece of poetry in the heritage of the American labor movement...."
[Gibbs M. Smith, Labor Martyr Joe Hill, New York, NY, 1969, p. 174.]
"A guard reported that at about 10 p.m., Hill handed him a poem through the bars of his cell. It was his last will, which has become a prized piece of poetry in the heritage of the American labor movement...."
[Gibbs M. Smith, Labor Martyr Joe Hill, New York, NY, 1969, p. 174.]
Dead End 7/11/2012 - 13:16
Cant hear the music - unlawfull in Denmark
Ved retten på Frederiksbergs kendelse af 20. februar 2012 er Hi3G Denmark ApS ("3") blevet pålagt at hindre sine kunders adgang til www.grooveshark.com, som efter Rettighedsalliancens opfattelse formidler ulovligt kopieret indhold.
På baggrund af denne retskendelse har TDC besluttet at spærre for adgangen til siderne.
TDC har ikke foretaget nogen registrering af dit besøg på denne side.
Ved retten på Frederiksbergs kendelse af 20. februar 2012 er Hi3G Denmark ApS ("3") blevet pålagt at hindre sine kunders adgang til www.grooveshark.com, som efter Rettighedsalliancens opfattelse formidler ulovligt kopieret indhold.
På baggrund af denne retskendelse har TDC besluttet at spærre for adgangen til siderne.
TDC har ikke foretaget nogen registrering af dit besøg på denne side.
Holger Terp 7/11/2012 - 22:45
To Holger Terp
Holger, please let me know if you can listen to this one.
Joe Hill's Last Will (Country Cooking & The Fiction)
Holger, please let me know if you can listen to this one.
Joe Hill's Last Will (Country Cooking & The Fiction)
giorgio 8/11/2012 - 10:18
Beh, è da un bel po' che lamenta di non riuscire ad ascoltare i miei link vedi anche qui.
Ora ha realizzato che è un problema suo (o meglio del suo paese!), come un po' sospettavo. Ci sono tanti siti musicali americani ancora non consentiti all'Italia e ad altri paesi europei. Lo stesso grooveshark.com ci è stato proibito per più di un anno, prima di riprendere..
Ora ha realizzato che è un problema suo (o meglio del suo paese!), come un po' sospettavo. Ci sono tanti siti musicali americani ancora non consentiti all'Italia e ad altri paesi europei. Lo stesso grooveshark.com ci è stato proibito per più di un anno, prima di riprendere..
giorgio 8/11/2012 - 13:03
Κωνσταντίνος Καβάφης / Konstandinos Kavafis: Εν μεγάλη Ελληνική Αποικία, 200 π.Χ.
Íslensk þýðing eftir Atla Harðarson
"Þetta ljóð frá árinu 1928 er um margt dæmigert fyrir seinni ljóð Kavafis, nánast eins óljóðrænt og verið getur
Annað grískt skáld, Giorgos Seferis (Γιώργος Σεφέρης) sagði í frægri ritgerð að Konstantinos P. Kavafis (Κωνσταντίνος Π. Καβάφης) hafi farið með ljóðlistina að ystu mörkum þess óljóðræna og í þessu hafi enginn annar komist lengra.
Í ritgerð þessari ber Seferis saman tvo frumkvöðla módernisma í ljóðagerð, Bandaríkjamanninn Thomas Stearns Eliot (1888 – 1965) og einfarann frá Alexandríu, Kavafis (1863 –1933), og segir að Kavafis hafi öðrum skáldum fremur farið eftir því sem Eliot boðaði að tilfinningar yrðu aðeins tjáðar á listrænan hátt með því að lýsa hlutlægri samsvörun þeirra („objective correlative“).
Þetta ljóð virðist aðeins segja brot úr gamalli sögu. Ef til vill var þessi saga hlutlæg samsvörun þess hvernig framsýnir menn upplifðu samtíð sína rétt fyrir kreppuna miklu."
"Þetta ljóð frá árinu 1928 er um margt dæmigert fyrir seinni ljóð Kavafis, nánast eins óljóðrænt og verið getur
Annað grískt skáld, Giorgos Seferis (Γιώργος Σεφέρης) sagði í frægri ritgerð að Konstantinos P. Kavafis (Κωνσταντίνος Π. Καβάφης) hafi farið með ljóðlistina að ystu mörkum þess óljóðræna og í þessu hafi enginn annar komist lengra.
Í ritgerð þessari ber Seferis saman tvo frumkvöðla módernisma í ljóðagerð, Bandaríkjamanninn Thomas Stearns Eliot (1888 – 1965) og einfarann frá Alexandríu, Kavafis (1863 –1933), og segir að Kavafis hafi öðrum skáldum fremur farið eftir því sem Eliot boðaði að tilfinningar yrðu aðeins tjáðar á listrænan hátt með því að lýsa hlutlægri samsvörun þeirra („objective correlative“).
Þetta ljóð virðist aðeins segja brot úr gamalli sögu. Ef til vill var þessi saga hlutlæg samsvörun þess hvernig framsýnir menn upplifðu samtíð sína rétt fyrir kreppuna miklu."
Í STÓRRI GRÍSKRI NÝLENDU ÁRIÐ 200 F. KR.
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/11/2012 - 12:45
Gran bella pagina questa, Alessandro. Davvero bella e giusta. Saluti!
Riccardo Venturi 8/11/2012 - 10:47
Grazie Riccardo, e scommetto che ti è piaciuta anche la sottointestazione del sito iranian.com, quel "Niente è sacro", tutto si può dire dell'amato e da te più volte citato in questi anni Raoul Vaneigem.
Ciao!
Ciao!
Dead End 8/11/2012 - 11:13
THE KILLING OF SATTAR BEHESHTI
As the Disbelief Subsides, We Are Left Angry
by Reza Mohajerinejad (one of the student activists and organizers of the 1999 Student Movement in Iran known as 18 Tir)
Iranian.com (Nothing Is Sacred), 07-Nov-2012
Sattar Beheshti died sometime in the last few days. I never met him in person. What I know of him from the times we talked over the phone was that he was a simple young man, a hard worker, a son to a mother to whom he was devoted. I also know that he loved his country.
By all accounts Sattar was brutally tortured to death. Word has been trickling out from Iran, and apparently other political prisoners saw him in the week he was in Evin Prison. They said he was badly beaten, that barely a square inch of his body was untouched by the monsters who interrogated him.
Sattar was arrested by the government thugs who investigate any online... (continuer)
THE KILLING OF SATTAR BEHESHTI
As the Disbelief Subsides, We Are Left Angry
by Reza Mohajerinejad (one of the student activists and organizers of the 1999 Student Movement in Iran known as 18 Tir)
Iranian.com (Nothing Is Sacred), 07-Nov-2012
Sattar Beheshti died sometime in the last few days. I never met him in person. What I know of him from the times we talked over the phone was that he was a simple young man, a hard worker, a son to a mother to whom he was devoted. I also know that he loved his country.
By all accounts Sattar was brutally tortured to death. Word has been trickling out from Iran, and apparently other political prisoners saw him in the week he was in Evin Prison. They said he was badly beaten, that barely a square inch of his body was untouched by the monsters who interrogated him.
Sattar was arrested by the government thugs who investigate any online... (continuer)
Dead End 8/11/2012 - 11:22
Avevo notato subito l'intestazione, e del resto ne sappiamo qualcosa anche qui. Là la "repubblica islamica", e qui la Repubblica Pontificia. E invece di diffondere gli scritti di Vaneigem, si diffondono sempre di più le panzane delle varie "scritture sacre". Panzane assassine.
Riccardo Venturi 8/11/2012 - 12:01
Άρνηση [Στο περιγιάλι το κρυφό]
Íslensk þýðing eftir Atla Harðarson
"Giorgos Seferis (Γιώργος Σεφέρης) fæddist árið 1900 skammt frá Smyrnu í Anatólíu. Hann nam lögfræði við Sorbonne háskóla í Frakklandi og starfaði síðan lengst af í grísku utanríkisþjónustunni m.a. sem sendiherra í Tyrklandi, Englandi og Albaníu. Seferis hætti að þjóna gríska ríkinu eftir að herforingjar tóku völd árið 1967. Þegar hann lést árið 1971 voru herforingjar enn við völd. Við jarðarförina safnaðist mikill fjöldi manna saman í Aþenu og söng ljóð hans Afneitun (Άρνηση) við lag Mikis Þeodorakis og varð þessi söngur, sem hafði þá um nær tíu ára skeið verið vinsæll og vel þekktur, að sameiningartákni þeirra sem börðust gegn herforingjastjórninni. (Þessi illa þokkaða stjórn sem hrökklaðist frá völdum 1974 stjórnaði Grikklandi að hætti fasista.) Seferis fékk Nóbelsverðlaunin í bókmenntum árið 1963.Hann lést árið 1971."
AFNEITUN
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 8/11/2012 - 11:50
Canzone del capitano Gert
Una correzione doverosa: Q non parla affatto della Guerra dei Trent'anni, ma della Rivoluzione Protestante al suo avvio, oltre un secolo prima del conflitto che sconvolse l'Europa.
White Lord 7/11/2012 - 12:58
Esta musica testemunha ainda hoje o drama da emigração que levou centenas de milhares de nossos conterrâneos bem distante do solo nativo na busca de um futuro, de melhores condições de vida. O tema é aquele dolorido da emigração que, demais vezes, provocou feridas lacerantes, separando famílias, namorados, pais e filhos.
Minha mãe dá-me cem liras
(continuer)
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This song is from the northern Italy and dates back to the 1800's. The author is unknown. It's said to be inspired by the ballad, "Maledizione della madre" ("The Mother's Doom").
Oh Mom, give me a hundred pounds,
(continuer)
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Bruce Springsteen: Tenth Avenue Freeze-Out
Credo che non occorra essere fan sfegatati del Boss per comprendere che è una delle favole più belle della storia del rock.
Ciao Big Man!
Ciao Big Man!
Alberto 7/11/2012 - 11:19
Czerwone maki na Monte Cassino
Traduzione italiana da Studi Cassinati, da cui traggo anche la seguente nota:
In effetti, come già commentava Beata, non si tratta di un canto partigiano ma di un canto di guerra del corpo d’armata polacco che nel maggio del 1944 piegò la forte resistenza tedesca a Montecassino al prezzo del quasi totale annientamento…
“… il testo richiama due importanti battaglie del passato: Samosierra, in Spagna, quando nel 1808 le truppe polacche comandate da Napoleone furono massacrate, ma riuscirono comunque a conquistare l’obiettivo, e Rokitno, teatro dei violenti attacchi da parte dei nazisti durante la conquista della Polonia nel 1939.
Della canzone esiste anche una versione rock, musicata dal gruppo Twierdza, in cui però non viene cantato il refrain, ma ben più famosa è la versione cantata da Adam Aston, interprete polacco anch’egli [come Feliks Konarski e Alfred Schütz, autori di “Czerwone maki na Monte Cassino”, ndr] arruolatosi nella guerra in Italia. Ad impreziosire ancora di più il brano è la splendida interpretazione del coro dell’armata russa…”
Della canzone esiste anche una versione rock, musicata dal gruppo Twierdza, in cui però non viene cantato il refrain, ma ben più famosa è la versione cantata da Adam Aston, interprete polacco anch’egli [come Feliks Konarski e Alfred Schütz, autori di “Czerwone maki na Monte Cassino”, ndr] arruolatosi nella guerra in Italia. Ad impreziosire ancora di più il brano è la splendida interpretazione del coro dell’armata russa…”
In effetti, come già commentava Beata, non si tratta di un canto partigiano ma di un canto di guerra del corpo d’armata polacco che nel maggio del 1944 piegò la forte resistenza tedesca a Montecassino al prezzo del quasi totale annientamento…
PAPAVERI ROSSI A MONTECASSINO
(continuer)
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envoyé par Dead End 7/11/2012 - 10:41
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