C'è una bella società
manca l'ultima strofa:
i signori affamatori che son là
oilì,oilà
hanno detto "più la guerra non si fa"
oilì, oilà
niente guerra sui confini, la faremo sui bambini
sulle donne, sugli infermi affamando le città
oilì,oilà
ma l'Italia se ne frega e avanti va
oilì, oilà
se ne frega, se ne frega e avanti va
i signori affamatori che son là
oilì,oilà
hanno detto "più la guerra non si fa"
oilì, oilà
niente guerra sui confini, la faremo sui bambini
sulle donne, sugli infermi affamando le città
oilì,oilà
ma l'Italia se ne frega e avanti va
oilì, oilà
se ne frega, se ne frega e avanti va
Marcello Vichi 14/10/2012 - 12:00
When First Unto This Country
Original lyrics
[<1934]
It was 1934, during the depths of the Depression, but the Gant family of dispossessed sharecroppers was rich in music. John A. Lomax and his son Alan made more than 40 primitive recordings of the Gant family, whose vast repertoire ranged from jailhouse ballads and play ditties to cowboy songs and minstrel tunes. In retrospect, the most prominent of those was "When First Unto This Country a Stranger I Came", which Joan Baez sang live
and Jerry Garcia and David Grisman recorded in 1993.
They all learned it from the 1960s group, the New Lost City Ramblers, who heard it from the Gants..
[<1934]
It was 1934, during the depths of the Depression, but the Gant family of dispossessed sharecroppers was rich in music. John A. Lomax and his son Alan made more than 40 primitive recordings of the Gant family, whose vast repertoire ranged from jailhouse ballads and play ditties to cowboy songs and minstrel tunes. In retrospect, the most prominent of those was "When First Unto This Country a Stranger I Came", which Joan Baez sang live
and Jerry Garcia and David Grisman recorded in 1993.
They all learned it from the 1960s group, the New Lost City Ramblers, who heard it from the Gants..
WHEN FIRST UNTO THIS COUNTRY A STRANGER I CAME
(continuer)
(continuer)
envoyé par giorgio 14/10/2012 - 09:37
Riturnella
anonyme
Molte coincidenze con "Amor dammi quel fazzolettino".
Gian Piero Testa 13/10/2012 - 18:52
Inno nazionale
Chanson italienne – Inno nazionale – Cantacronache – 1962
Paroles de Franco Fortini
Musique de Sergio Liberovici
Texte trouvé sur « Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50 », Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Quel bel hymne national !, dit Lucien l'âne en lançant dans l'espace intersidéral un de ses rires claironnants... Forcément national puisque limité aux seuls Italiens... Quant à savoir ce qu'est un Italien ?
Ah, Lucien l'âne mon ami, il y a là un grand mystère...
Un Italien ? Est-ce un habitant de l'Italie ? Est-ce quelqu'un qui est né en Italie ? Doit-il avoir des ancêtres italiens et jusqu'où faut-il remonter ? Avant l'An Zéro ? Et comment ces « ancêtres » d'avant l'An Zéro pouvaient-ils être Italiens ?
À tous les coups, Lucien l'âne mon ami, tu creuses dans la bonne voie, tu donnes en plein dans le bon sens, car tu poses de... (continuer)
Paroles de Franco Fortini
Musique de Sergio Liberovici
Texte trouvé sur « Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50 », Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Quel bel hymne national !, dit Lucien l'âne en lançant dans l'espace intersidéral un de ses rires claironnants... Forcément national puisque limité aux seuls Italiens... Quant à savoir ce qu'est un Italien ?
Ah, Lucien l'âne mon ami, il y a là un grand mystère...
Un Italien ? Est-ce un habitant de l'Italie ? Est-ce quelqu'un qui est né en Italie ? Doit-il avoir des ancêtres italiens et jusqu'où faut-il remonter ? Avant l'An Zéro ? Et comment ces « ancêtres » d'avant l'An Zéro pouvaient-ils être Italiens ?
À tous les coups, Lucien l'âne mon ami, tu creuses dans la bonne voie, tu donnes en plein dans le bon sens, car tu poses de... (continuer)
HYMNE NATIONAL
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/10/2012 - 22:31
Napoleone
anonyme
"a Mosca lo trovasti l'osso duro,
all'isola dell'Elba prigioniero."
quando ero ragazzina sentivo questi due versi spesso citati in casa mia; pochi giorni fa ( e ora son sessantenne ) mi son tornati in mente e ho cercato in internet e ho trovato questo bellissimo sito, però devo dire che le prime due strofe con la coscrizione delle ragazze mi sembrano poco o niente pertinenti: penso che con la trasmissione orale alcune cose siano state cambiate o aggiunte
all'isola dell'Elba prigioniero."
quando ero ragazzina sentivo questi due versi spesso citati in casa mia; pochi giorni fa ( e ora son sessantenne ) mi son tornati in mente e ho cercato in internet e ho trovato questo bellissimo sito, però devo dire che le prime due strofe con la coscrizione delle ragazze mi sembrano poco o niente pertinenti: penso che con la trasmissione orale alcune cose siano state cambiate o aggiunte
laura 11/10/2012 - 22:09
Κατάσταση πολιορκίας [Τραγούδι ποταμός σε τρία μέρη]
NOTE
Nel primo brano è citata una Zenobia. Quasi certamente - ma mi posso sbagliare - si tratta della regina di Palmira, che diede tanto filo da torcere ai Romani. Quando finalmente fu sconfitta, riuscì a salvare la vita grazie alla sua gran bellezza. Ma nel corso delle precedenti peripezie del suo regno, alcuni suoi figli fecero una brutta fine.
Sempre nel primo brano, azzardo un'ipotesi sull' "indovinello greco" «cos'è quella cosa che sale con i piedi e la calano in una coperta». Più che un scherzo tradizionale, credo si tratti di indovinello coniato beffardamente ad hoc dagli aguzzini dei Colonnelli per terrorizzare i detenuti. In tal caso, la soluzione non può che essere: il prigioniero politico, che entra in prigione con le sue gambe e, dopo il trattamento, ne esce con i piedi in avanti.
Nel terzo brano si cita la "terrazza". Vi accenna anche Theodorakis in "Sole e il Tempo".... (continuer)
Nel primo brano è citata una Zenobia. Quasi certamente - ma mi posso sbagliare - si tratta della regina di Palmira, che diede tanto filo da torcere ai Romani. Quando finalmente fu sconfitta, riuscì a salvare la vita grazie alla sua gran bellezza. Ma nel corso delle precedenti peripezie del suo regno, alcuni suoi figli fecero una brutta fine.
Sempre nel primo brano, azzardo un'ipotesi sull' "indovinello greco" «cos'è quella cosa che sale con i piedi e la calano in una coperta». Più che un scherzo tradizionale, credo si tratti di indovinello coniato beffardamente ad hoc dagli aguzzini dei Colonnelli per terrorizzare i detenuti. In tal caso, la soluzione non può che essere: il prigioniero politico, che entra in prigione con le sue gambe e, dopo il trattamento, ne esce con i piedi in avanti.
Nel terzo brano si cita la "terrazza". Vi accenna anche Theodorakis in "Sole e il Tempo".... (continuer)
Gian Piero Testa 11/10/2012 - 18:10
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Aldo