Beh, non bastano certo nobili ideali e uomini nobili perchè una rivoluzione sia altrettanto nobile e buona e giusta. Per quanto molti di loro fossero indubbiamente personaggi di elevata statura culturale e morale, i repubblicani partenopei furono - a mio avviso – degli idealisti ingenui ed illusi e per giunta la loro breve esperienza fu possibile solo grazie alle armate francesi, che ai napoletani ne combinarono di cotte e di crude, a cominciare dal massacro del 20 gennaio 1799.
E l'ingenuità e la totale avulsione dalla realtà di Lauberg, Ciaia, Cirillo e compagni è dimostrata dal fatto che le grandi riforme vagheggiate dai repubblicani, come l’eversione della feudalità, furono realizzate nel Regno di Napoli solo qualche anno dopo, ma sotto il Bonaparte imperatore.
Bartleby 20/1/2012 - 11:35
"Il sito è un'autentica fonte dell'oro, è bellissimo, per questo mi faceva dispiacere ancora di più sentire questo canto malvagio di una massa che è plebe e non vero popolo"
Commento intriso di razzismo radical chic e di puzza sotto il naso che è solo una variante di quello di stampo prettamente classista. Retorica perbenista e moralista che ieri apparteneva ieri ai razzisti lombrosiani ed oggi ereditata dal ciarpame leghista e borghese del nord a cui l'autore fa buon eco. Per tale demagogia quelle del sud sono e saranno sempre immonda "plebe". Io mi onoro da "terrone, cafone e plebeo" di farne parte. Plebe che non si èmai fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Ne dai nazi-fascisti nel '43 nè dagli invasori e dai taglia teste francesi e dai loro satrapi nel '99. Il popolo quando ha fame non mangia belle chiacchiere ed utopia.
Ullallà, Alfredo, stai calmino!
Un conto è avere un proprio punto di vista, un proprio giudizio, anche duro, su di un certo periodo storico ed un altro è insultare chi esprime le proprie opinioni, giuste o sbagliate o parziali che siano, a meno che non si tratti di idee criminali, e non è certo il caso di quelle espresse dal "giacobino" Gabriele...
Purtroppo devo constatare che ultimamente su queste pagine coloro che, anche a ragione, difendono l’analisi storica “meridionalista” sempre di più si abbandonano all’insulto gratuito all’indirizzo di chi non la pensa come loro, o proprio come loro. Ma forse costoro, a differenza di meridionalisti di gran calibro come Salvemini o Gramsci o Di Vittorio (per citarne solo alcuni), sono solo dei faziosi intrisi di retorica neoborbonica, questa sì opposta ed uguale - ed altrettanto penosa - a quella leghista che tanto danno ha fatto e sta facendo al nostro Paese…
Non facciamo gli avvocati delle cause perse. Etichettare le massi popolari meridionali in quel modo (quelle del "populo bascio" dei lazzari e degli straccioni e non dei nobili e ricchi raffinati del salotti rivoluzionari) è un vero insulto da razzisti. Non esiste una "retorica neoborbonica" ma una ricostruzione degli avvenimenti al di fuori da come è stata raccontata dalla storiografia ufficiale. Croce non era neoborbonico come Antonio Ciano (autore de "I Savoia e il massacro del sud che invito a leggere) non è di destra. Saluti!
Bartleby, è del tutto evidente che il governo repubblicano non fu in grado di attuare quei cambiamenti profondi che avrebbe voluto. Non ci riuscì per la sua debolezza, per essere stato travolto da forze enormemente più potenti di lui, che potevano godere del fatto che per secoli erano riusciti a dominare una massa che erano riusciti a far restare sempre plebe. La sovranità fu limitata e soprattutto fu, proprio temporalmente, effimera. Ma alla fine la legislazione ha sempre effetti concreti, se avesse avuto tempo, anche la Repubblica Napoletana lo avrebbe avuto. Ma quei martiri della Libertà e della Giustizia furono travolti barbaramente, con violenza e odio primordiale e inquietante. Questa è la storia, ufficiale e no, è la verità. Quindi, Bartleby, quello che volevo sottolineare è che non era vero che quei martiri erano degli sprovveduti che non sapevano quale fosse la realtà effettuale,... (continuer)
Alfredo, non mi pare proprio che le opinioni espresse da Gabriele possano essere tacciate di razzismo. Intanto, qualora lo fossero state davvero, sarebbero state "moderate" dai nostri sempre attenti e presenti (ancorchè perfidi) Admins. In secondo luogo, non mi pare che sia razzista sostenere che il popolo non comprese quell'esperienza: non ne aveva gli strumenti, non glieli aveva forniti la dominazione borbonica e nemmeno però - aggiungo io - glieli fornirono i saccheggiatori del generale Championnet. Furono soprattutto la ferocia e l'avidità dei francesi a portare il popolo contro la Repubblica, e può darsi che l'effetto sia stato voluto perchè il Direttorio mica vedeva di buon occhio una piccola "rivoluzione francese" in Italia autonomamente gestita dai "nativi". Tant'è che solo pochi anni dopo le cose andarono molto diversamente sotto la dominazione francese, ma questa volta sicuramente... (continuer)
Le esperienze imposte (come tale fu quella voluta dai filofrancesi) non si devono comprendere, si devono combattere poichè ogni imposizione è tirannia. Lo storico filo-rivoluzionario Vincenzo Cuoco (testimone oculare degli avvenimenti) ammette la netta lontananza ideale e reale fra il popolo e l'elitè filo francese nella sua opera "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799":
« I Francesi furono costretti a dedurre i princìpi loro dalla più astrusa metafisica, e caddero nell'errore nel qual cadono per l’ordinario gli uomini che seguono idee soverchiamente astratte, che è quello di confonder le proprie idee con le leggi della natura. Se mai la repubblica si fosse fondata da noi medesimi; se la costituzione, diretta dalle idee eterne della giustizia, si fosse fondata sui bisogni e sugli usi del popolo; se un'autorità, che il popolo credeva legittima e nazionale, invece di parlargli... (continuer)
Quello che tu dici è ovvio e non l'ha mai negato nessuno, sarebbe folle chi lo fa. Quella citazione di Cuoco è inoppugnabile. Quella canzone non mi piace. Il negare alla radice la possibilità che "i buoni" (che personalmente possono anche non esserlo, sono buoni per le idee che hanno) arrivino è secondo me il viatico per il qualunquismo.
Il tempio della gloria è un'opera immatura, la Pimentel cambiò prospettive politiche e fu assassinata barbaramente con l'approvazione di quella stessa malvagia plebe che cantava canzoni come queste. Fu una partigiana del suo tempo, perché mise la sua vita a disposizione della Libertà e della Giustizia.
Ora, questo mio insistere sulla "malvagia plebe" a riemergerlo pare stucchevole anche a me, ti prego di intenderlo come provocazione. Ovviamente si tratta di una questione culturale che rende possibile l'emergere dei peggiori istinti comuni a tutti gli esseri umani.
Sono d'accordo con te e con il Cuoco che, da testimone diretto della rivoluzione napoletana, scriveva anche: "Io imprendo a scriver la storia di una rivoluzione che dovea formare la felicitá di una nazione, e che intanto ha prodotta la sua ruina. Si vedrá in meno di un anno un gran regno rovesciato, mentre minacciava conquistar tutta l'Italia; un'armata di ottantamila uomini battuta, dissipata, distrutta da un pugno di soldati; un re debole, consigliato da ministri vili, abbandonare i suoi Stati senza verun pericolo; la libertá nascere e stabilirsi quando meno si sperava; il fato istesso combattere per la buona causa, e gli errori degli uomini distruggere l'opera del fato e far risorgere dal seno della libertá un nuovo dispotismo e piú feroce."
Mi pare che ce ne sia un po' per tutti, e anche per gli illusi giacobini. Ed è così, perchè la Storia è sempre più maledettamente complessa di quanto... (continuer)
Mon ami Lucien l'âne, voici une traduction ou mieux encore, une version qui a comme seule vocation de montrer ce qui est dit dans la chanson d'origine... Elle donne le sens général et sans doute, l'un ou l'autre – plus expérimenté en langue allemande – pourra relever le fait que le traducteur, c'est-à-dire moi, a fait des erreurs. Et il aura raison...
Et cela ne te gênes pas ?
Non, pas du tout. Je traduis pour comprendre. Il arrive que je me trompe. Et alors ? La seule chose que je demande, c'est qu'on rectifie mes erreurs... Voilà. Cependant, avec ou sans erreur, cette version en langue française a le mérite de conforter ce sentiment diffus qu'actuellement en Europe, la « Grosse Europe » est en marche. Les Grecs (je précise les Grecs pauvres – les Grecs riches s'en foutent... comme tous les riches du monde) commencent à en savoir quelque chose...... (continuer)
E l'ingenuità e la totale avulsione dalla realtà di Lauberg, Ciaia, Cirillo e compagni è dimostrata dal fatto che le grandi riforme vagheggiate dai repubblicani, come l’eversione della feudalità, furono realizzate nel Regno di Napoli solo qualche anno dopo, ma sotto il Bonaparte imperatore.