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Beating Me Blues

Beating Me Blues
‎[1928]‎
Testo trovato sul bel blog di Mike Rugel dedicato alla ‎‎Storia senza censure del Blues.‎

Blues molto “blue”, perché intonato da una donna (Jewell Nelson, che come Gene ‎Campbell è stata cantante blues oggi pressochè sconosciuta) che racconta senza perifrasi della ‎terribile, continua violenza subita dal suo uomo (“that man of mine”) che nelle strofe si confonde ‎col padre (“my daddy’s killing me”) a rivelare una sottocultura maschilista dove la donna era ‎sempre trattata come e peggio di una bestia, dalla culla alla bara…‎
I wish someone could tell me where that man of mine ‎
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 15:19
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Levee Camp Man Blues

Levee Camp Man Blues
‎[1930]‎
Testo trovato sul bel blog di Mike Rugel dedicato alla ‎‎Storia senza censure del Blues.‎



Gene Campbell è stato uno della miriade di bluesman neri, spesso suonatori e cantanti di indubbie ‎qualità, che sono rimasti praticamente sconosciuti perché vissuti o prima della diffusione del ‎fonografo o prima che gente come Alan Lomax si interessasse alle “roots” dell’America profonda.‎
Di Gene Campbell, texano, è rimasta una ventina di tracce oggi raccolte nel cd da cultori del genere ‎intitolato “Complete Recorded Works (1929-1931)”.‎

Questo “Levee Camp Man Blues” affronta il tema del lavoro alla costruzione delle dighe sui grandi ‎fiumi come Mississippi, Red e Brazos nella quale, a partire della fine dell’800 e fino agli anni 20 e ‎‎30, fu impegnata una gran massa di lavoratori contrattati da agenti governativi – niente più che ‎caporali legalizzati – per svolgere, in simbiosi... (continuer)
These contractors, they are getting so slack
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 14:56
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Hard Time Blues

Hard Time Blues
‎[1941]‎



Ancora una splendida canzone da “Southern Exposure”, il dirompente album di denuncia della ‎segregazione razziale in America che Josh White scrisse in onore dello scrittore afro-americano ‎Richard Wright, autore di romanzi come “Paura” (“Native Son”, 1940) e “Ho bruciato la notte” ‎‎(“The Outsider”, 1953) che molto hanno contribuito alla lotta per l’eguaglianza razziale negli USA.‎
Testo trovato su Mudcat Café.‎

Qui un bracciante agricolo – bianco o nero che sia, la rivendicazione razziale ha già lasciato il posto ‎a quella di classe – ridotto alla fame dalla siccità, con i figli ischeletriti e malati di pellagra, viene ‎deriso e annientato dal grosso proprietario che gli nega il credito per il cibo, gli prende le bestie a ‎saldo dei debiti contratti e poi lo butta fuori dalla terra che ha coltivato…‎
Well, I went down home 'bout a year ago.
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 12:02
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Defense Factory Blues

Defense Factory Blues
‎[1941]‎

Un’altra bellissima canzone da “Southern Exposure”, il dirompente album di denuncia della ‎segregazione razziale in America che Josh White scrisse in onore dello scrittore afro-americano ‎Richard Wright, autore di romanzi come “Paura” (“Native Son”, 1940) e “Ho bruciato la notte” ‎‎(“The Outsider”, 1953) che molto hanno contribuito alla lotta per l’eguaglianza razziale negli USA.‎
Went to the De-fense factory
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 11:43
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Jim Crow Blues

Jim Crow Blues
‎[1930]‎

A pochi anni dalle illusioni che Cow Cow Davenport ancora si faceva nella sua Jim Crow Blues – che nei ‎liberi Stati del nord scorressero fiumi di latte e miele (o, meglio, di whisky) e che i soldi crescessero ‎sugli alberi – il grande Leadbelly cantava invece che le “Jim Crow Laws” erano dappertutto, che ‎ovunque i neri erano discriminati e segregati, e che era ora di finirla.‎

Al proposito si vedano anche I Don't Want No Jim Crow Coffee, Jim Crow e Northbound Blues.‎
Bunk Johnson (*) told me, too,
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 11:13
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Jim Crow Blues

Jim Crow Blues
‎[1927]‎



Il blues non esisterebbe senza “Jim Crow”. ‎
Con questo nome viene indicato il sistema istituzionale legislativamente fondato sul presupposto ‎della disuguaglianza e segregazione razziale che fu in vigore negli States dal 1876 (ma di fatto dalla ‎loro costituzione) al 1965 e che ha reso la vita un inferno per gli afro-americani specialmente negli ‎Stati del sud. Il nomignolo "Jim Crow" è da far risalire a "Jump Jim Crow", canzonetta popolare del ‎‎1828 di tal Thomas Dartmouth (T.D.) "Daddy" Rice, un cabarettista bianco che la interpretava ‎truccato da afroamericano.‎

E Charles “Cow Cow” Davenport, pianista e cantante nero originario dell’Alabama profonda, ‎sapeva bene di cosa parlava quando a Chicago - al nord, oltre la “Mason-Dixon Line” che per gli ‎afro-americani idealmente separava la schiavitù dalla libertà - nel 1927 incise questo brano per la ‎Paramount, accompagnato... (continuer)
I'm tired of being Jim Crowed, gonna Leave this Jim Crow town
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 09:45
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Northbound Blues

Northbound Blues
‎[1925]‎



Il blues non esisterebbe senza “Jim Crow”. ‎
Con questo nome viene indicato il sistema istituzionale legislativamente fondato sul presupposto ‎della disuguaglianza e segregazione razziale che fu in vigore negli States dal 1876 (ma di fatto dalla ‎loro costituzione) al 1965 e che ha reso la vita un inferno per gli afro-americani specialmente negli ‎Stati del sud. Il nomignolo "Jim Crow" è da far risalire a "Jump Jim Crow", canzonetta popolare del ‎‎1828 di tal Thomas Dartmouth (T.D.) "Daddy" Rice, un cabarettista bianco che la interpretava ‎truccato da afroamericano.‎
In questo vecchio blues Maggie Jones canta della speranza di tutti i neri di fuggire al nord, oltre la ‎Mason-Dixon, una linea di demarcazione risalente al 700 e che idealmente separava gli Stati del sud ‎schiavista da quelli del nord abolizionista.‎
Al proposito si vedano anche I Don't Want No Jim Crow Coffee e Jim Crow.‎
Got my trunk and grip all packed
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/9/2011 - 09:21
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Κοντά στο Σηκουάνα

Κοντά στο Σηκουάνα
Kondá sto Sikouána
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Σταύρος Ξαρχάκος
Πρώτη εκτέλεση: Νανά Μούσχουρη
LP " Αγάπη είν' η ζωή ", 1993

Testo di Nikos Gatsos
Musica di Stavros Xarhàkos
Prima esecuzione di Nanà Moùskouri
LP "Αγάπη είν' η ζωή/Amore è la vita", 1993

Una canzone rimasta, credo, quasi sconosciuta nonostante i tre mostri sacri - forse ormai superati dai tempi - che attesero alla sua composizione e alla sua interpretazione. Il testo è di Nikos Gatsos, ormai vicinissimo a lasciare i suoi due amici: Stavros Xarchakos, che scrisse la musica, e Nanà Mouskouri, che la interpretò. Siamo già nel 1993 ma, come un lampo sinistro, la memoria, o l'immaginazione illumina il lontano inizio della guerra contro la Francia. Il presentimento di una persona "diversa", lo sgomento della gente intenta alla normale sua gioia di vivere, gli aeroplani in volo radente sulla Senna, la campana che... (continuer)
Κοντά στο Σηκουάνα
(continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 12/9/2011 - 22:45
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Le Poinçonneur des Lilas

Le Poinçonneur des Lilas
Le Poinçonneur des Lilas

Chanson française - Le Poinçonneur des Lilas – Serge Gainsbourg – 1959

D'abord, dit Lucien l'âne, je voudrais bien, Marco Valdo M.I., mon ami, que tu me dise exactement ce qu'est un poinçonneur et en plus, un poinçonneur des lilas.

Eh bien, Lucien l'âne mon ami, je comprends parfaitement que tu me poses cette question, car des poinçonneurs dans le métro, il n'y en a plus... Le poinçonneur, comme son nom l'indique, était là pour poinçonner. C'est-à-dire à l'aide d'une petite machine à main – dénommée fort justement poinçonneuse – faire un trou dans le billet de transport que devait présenter le voyageur afin de prouver qu'il avait payé son droit de transport. Il fut un temps où on trouvait des poinçonneurs partout. S'il n'y en a plus, ce n'est pas par grandeur d'âmes des patrons, mais parce que le poinçonneur aussi mal payé qu'il fut, coûtait encore trop cher...... (continuer)
Je suis le poinçonneur des Lilas
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/9/2011 - 21:30
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Desobediencia civil

Desobediencia civil
JOSÉ ANTONIO LABORDETA en su disco "Qué queda de ti, qué queda de mí" (1984) grabó su canción "Desobediencia civil" en la que se manifestó claramente contra la guerra, contra el armamento y, más concretamente, contra la OTAN.

Fernando Lucini Cantemos como quien respira
Les devuelvo el DNI
(continuer)
12/9/2011 - 21:20

אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר

אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר
[1944]
Parole di Hannah Szenes (in ungherese, Szenes Anikó)
Questa poesia è stata messa in musica da molti, fra gli altri Joan S. Gochberg e John B. Eulenberg, Elliot Z. Levine, Lawrence Avery, Charles Feldman.

Una poesia di Hannah Szenes, ebrea ungherese che, pur essendosi messa in salvo dalle persecuzioni antisemite dei nazisti e dei loro collaborazionisti magiari emigrando nel 1939 in Palestina, volle tornare nel suo paese natale come agente degli Alleati per prendere contatti con la resistenza ed aiutare gli ebrei ungheresi a scampare alla deportazione nei campi di sterminio. Hannah e due compagni, addestrati dai servizi segreti britannici, furono paracadutati in Jugoslavia e lì appresero che l’Ungheria era appena stata occupata dai nazisti, timorosi che dopo le batoste subite sul fronte russo il governo di Miklós Horthy volesse negoziare la pace con il nemico. I due compagni di Hannah... (continuer)
‎,‎אַשְׁרֵי הַגַּפְרוּר שֶׁנִּשְׂרַף וְהִצִּית לֶהָבוֹת
(continuer)
envoyé par Bartleby 12/9/2011 - 14:26
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Memorial to Lidice, H. 296

Memorial to Lidice, H. 296
[1943]
Brano per orchestra scritto dal celebre compositore ceco dopo la fuga dal suo paese natale alla volta degli Stati Uniti.



Reinhard Heydrich era comandante di divisione delle SS e nel 1941 fu nominato da Hitler governatore del cosiddetto Protettorato di Boemia e Moravia. Heydrich era il prototipo del gerarca hitleriano, tanto feroce da guadagnarsi il soprannome di “boia di Praga”, acceso sostenitore della “Soluzione finale” tanto da coordinare personalmente la conferenza di Wannsee del gennaio 1942 dove lo sterminio del popolo ebraico fu dettagliatamente pianificato. Logico che il governo cecoslovacco in esilio a Londra avesse convinto gli inglesi a far fuori un simile mostro.
L’operazione – non a caso – venne battezzata “Anthropoid”, perché il disumano Heydrich dell’uomo aveva solo le sembianze.
Jan Kubiš e Jozef Gabčík, così si chiamavano i due paracadutisti cechi incaricati... (continuer)
[Strumentale]
envoyé par Bartleby 12/9/2011 - 08:55
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Quizá una flor

Quizá una flor
Una nube se levantó
(continuer)
11/9/2011 - 21:47

Restiamo umani... (Stay Human..)

Restiamo umani... (Stay Human..)
In-Canto di Pace per "Vittorio Arrigoni"...

dedicata a “Vittorio Arrigoni”, attivista per i diritti Umani dell’ISM, morto a Gaza (Palestina) il 15 Aprile 2011 . “Vittorio, “Martire per la Pace” come Rachel Corrie…

La canzone ( e l'autrice) saranno quello che sono, ma il soggetto cui è dedicata la canzone merita un po' di spazio in questo sito
(DonQuijote82)
Restiamo umani ..
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 11/9/2011 - 18:19
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Tammurriata (rock)

Tammurriata (rock)
1993
Fai la cosa giusta (con il titolo "Tammurriata")

Poi in Tamurriata Rock (2002), Fuori dalla stanza (2007), Live U.S.A. Canada Europa (2013) con il titolo completo "Tammurriata Rock)

Mancano le parti in napoletano
Tammuriata dell'amore
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 11/9/2011 - 13:22
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Cantata del gallo cantor

Cantata del gallo cantor
Cuarteto Cedrón
París - 1976

Juan Cedrón - canto y guitarra
Miguel Praino - violín
Jorge Sarraute - canto, guitarra y contrabajo
César Strocio - bandoneón

participan:

Paco Ibánez - canto y guitarra
François Rabbath - contrabajo

La Cantata del Gallo Cantor è stata scritta dal poeta argentino Juan Gelman - vincitore del Premio Cervantes nel 2007 - e musicata e interpretata dal Cuarteto Cedron con la collaborazione di Paco Ibáñez.

E' un testo lungo, intenso e amaro nel quale si recupera per la memoria, contro l'oblio, il dolore, la paura, l'ingiustizia, il laceramento interno, e anche la lotta e la speranza di un "popolo ferito", in questo caso il popolo argentino, vittima di quel tipo di crudeltà che nella storia generano sempre le dittature di qualsiasi colore, e, in particolare, le dittature militari.

La cantata raccoglie quattro poesie di Juan Gelman. Desidero, con tutta l'anima,... (continuer)
Esos pasos ¿lo buscan a él?
(continuer)
10/9/2011 - 23:02
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Wilhelm Wilhelm

Wilhelm Wilhelm
Vi mando questa "stramberia", cantata in inglese, tedesco, francese e italiano. E' del 1975 (dall'album "Made in Germany") e non so veramente se sia degna di entrare nel sito. Ciao, Renato
Wilhelm, Wilhelm, the nation needs you
(continuer)
envoyé par Renato Stecca 10/9/2011 - 17:51
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Θερμοπύλες

Θερμοπύλες
Thermopýles
Στίχοι: Κωνσταντίνος Καβάφης
Μουσική 1: Γιάννης Γλέζος
Πρώτη εκτέλεση: Γιάννης Γλέζος
LP: "Περιμένοντας τους βαρβάρους" - 1979
Μουσική 2: Γιάννης Πετρίτσης
Πρώτη εκτέλεση: Αλέξανδρος Χατζής

Testo di Konstandinos Kavafis
Musica 1 e prima interpretazione 1 di Yannis Glezos
LP: Περιμένοντας τοὺς βαρβἀρους/Aspettando i barbari" - 1979
Musica 2: Giannis Petritsis
Primo interprete 2: Alexandros Hatzis

Alla provocazione di Bartleby, io, se fossi uno dei biechi admins, risponderei bartlebianamente con bel "preferirei di no".

Ma siccome admin non sono, rispondo - dal canto mio - con una controprovocazione: questa canzone, che utilizza un testo del sommo greco Kavafis, scritto nel 1901. La musica - non trovata in You Tube - è del bravo musicista Yannis Glezos, nipote di Yannis Ritsos, che si è sempre dedicato ai testi di importanti poeti: Lorca, Karyotakis, Kavafis.



Nel... (continuer)
Τιμὴ σ' ἐκείνους ὅπου στὴν ζωή των
(continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 10/9/2011 - 11:35
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Shah Shah Persan

Shah Shah Persan
Shah Shah Persan (Constantin)

Chanson française - Shah Shah Persan – Jean Constantin – 1956
Paroles: Jean Constantin. Musique: Michèle Persane
Autres interprètes: Les Frères Jacques

Lucien mon ami l'âne, tu n'aurais pas vu mes pantoufles ? Eh, Lucien, où sont passées mes pantoufles ?

Pourquoi tu me demandes ça, Marco Valdo M.I. mon ami ? Je vois bien que tu as des chaussures aux pieds...

Mais non, Lucien l'âne mon ami, je ne cherche pas vraiment mes pantoufles. « Les Pantoufles », c'est une chanson de cet amuseur public qu'était Jean Constantin. Elle démontre qu'on peut faire des chansons avec n'importe quel texte...

Je le sais qu'on peut faire des chansons avec n'importe quel bout de texte, c'est d'ailleurs le cas la plupart du temps... Les textes sont ineptes et sans grande portée. Je sais aussi qu'ici, il s'agit d'un texte volontairement minimaliste... D'ailleurs, tu m'avais... (continuer)
Shah-Shah-Shah...
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 9/9/2011 - 20:24
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Inno della rivolta, o Inno del Molinari

Inno della rivolta, <i>o</i> Inno del Molinari
[1893 / 1896]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Luigi Molinari
Musica / Music / Musique / Sävel: ?

Scritto nel 1893 da Luigi Molinari (Crema, 1866 - Milano, 1918), avvocato, pedagogo libertario e militante anarchico.
Il testo fu pubblicato l’anno seguente sul giornale anarchico “La Favilla” di Mantova come poesia dal titolo “Dies Irae”.
In “Cantacronache 4”, 1971. "Contessa, se mi permette io continuerei nella mia provocazione…Può essere questa dunque considerata una Canzone Contro la Guerra? A voi, o perfidi Admins e maledetti frequentatori di queste pagine, l’ardua sentenza." [BB, 9-9-2011]



Luigi Molinari scrisse quest’Inno in occasione dei disordini fomentati da socialisti ed anarchici in Lunigiana in solidarietà ai braccianti ed agli operai siciliani che in quelle stesse settimane subivano l’attacco dei soldati mandati dal governo Crispi a reprimere i Fasci dei Lavoratori, movimento... (continuer)
Nel fosco fin del secolo morente,
(continuer)
envoyé par Bartleby 9/9/2011 - 11:56
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Severino

Severino
[2010]
Dal disco – forse ancora in divenire - intitolato “Tangos libertarios”
Parole di Osvaldo Bayer
Musica di Pablo Bernaba

A proposito della discussione intorno a “Che pace cercate? La pace per far quello che voi volete? Ma se è questo il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finir sotto terra…”, se sia una CCG/AWS a buon diritto o solo un Extra o se non abbia affatto dignità su questo sito, allora che se ne dirà di quest’altra canzone che ora propongo?

Si tratta di una milonga in memoria di un anarchico, l’italiano Severino Di Giovanni, un tipografo emigrato dall’Abruzzo in Argentina che alla fine degli anni 20 a Buenos Aires fu artefice di una lunga scia di sangue nella sua quasi personale guerra contro il sistema di sfruttamento capitalistico, contro il terrorismo di Stato e contro i simboli del fascismo italiano oltreoceano. Catturato il 29 gennaio del 1931, fu fucilato... (continuer)
Severino, Severino aquel héroe ya olvidado.
(continuer)
envoyé par Bartleby 9/9/2011 - 08:48
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Le président

Le président
LE PRESIDENT
autore: Salvatore ADAMO
(cantata da Michel Fugain – CD:"Bravo et Merci"2007)

dal sito ADAMO in Italiano
Le président est fatigué d'écrire l'Histoire
(continuer)
envoyé par davide costa 9/9/2011 - 03:00
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Una guerra fredda

Una guerra fredda
[2010]

Album :Per ora noi la chiameremo felicità
e gli strascichi delle nostre ombre lunghe
(continuer)
envoyé par Gheghe 9/9/2011 - 00:37
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Quando tornerai dall'estero

Quando tornerai dall'estero
[2010]

Album :Per ora noi la chiameremo felicità
le morti bianche
(continuer)
envoyé par Gheghe 9/9/2011 - 00:36
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Tutti hanno un cuore

Tutti hanno un cuore
da "Prendere e lasciare" (1996)

"Tutti hanno un cuore" fa apparire sinistri barbagli di inquietudine giovanile... "Nella prima parte si parla di disagio sociale. La seconda invece è ispirata a un viaggio in Cile con amici cileni che per la prima volta tornavano a casa dopo la caduta della dittatura di Pinochet. Arrivai a Santiago alle prime luci dell'alba. Dall'aereo scorsi una fiumana di persone che si dirigeva con carrozzine e contenitori verso una discarica di rifiuti per cercare qualcosa da vendere o da mangiare. E' il tema della democrazia mancata. Insomma i cileni, liberi di andare per strada, di dire ciò che volevano, ma non ancora liberi. La democrazia infatti può mancare sia per colpa dei colonnelli, sia perché e' impedito alle giovani vite di crescere e di studiare. E allora non e' solo un problema da Terzo mondo".

Intervista al Corriere della Sera, 1996
Vivono di vera luce come stelle, come angeli in preghiera,
(continuer)
8/9/2011 - 23:59
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L'Agnello di Dio

L'Agnello di Dio
da "Prendere e lasciare" (1996)

Un testo teso su una musica molto ritmata da sonorita' create negli Stati Uniti con l' aiuto di Corrado Rustici, nel quale l' immagine evangelica dell'agnello sacrificale, dell'"Agnus dei qui tollis peccata mundi", assume la forma delle vittime e dei carnefici della violenza contemporanea.

Propone accostamenti inconsueti, che suonano perfino blasfemi a un ascolto distratto, questo "Agnello di Dio" di De Gregori: ecco lo spacciatore all'uscita della scuola che vende la sua merce, mentre la consegna della bustina che passa di mano in mano finisce per assomigliare paradossalmente a quel "segno di pace" che i cattolici si scambiano alla fine della messa. "E intanto due poliziotti fanno finta di non vedere". Timori di padre, visto che De Gregori ha due figli maschi, gemelli, che frequentano, a Roma, rispettivamente il liceo classico (Mamiani) e il liceo artistico?... (continuer)
Ecco l'agnello di Dio
(continuer)
8/9/2011 - 23:48
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The Deserter

The Deserter
2004
Usual Tragedy
I'm scared for war, the smell of blood
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 8/9/2011 - 20:55
Parcours: Déserteurs
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The Deserter

The Deserter
2009
Rubber & meat
Wartime, baby, I'm leaving you now
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 8/9/2011 - 20:46
Parcours: Déserteurs
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Medals of Gold

Medals of Gold
Copyright 2009 - Robert Lawrence
Now he was a soldier he did what he was told
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 8/9/2011 - 14:30
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Anacaona

Anacaona
[1971]
Album “Cheo”
Scritta dal compositore portoricano Tite Curet Alonso (1926-2003).

Anacaona era la moglie di Caonabo, uno dei cacique dei nativi Taíno che nel 1492 popolavano l’isola che Cristoforo Colombo battezzò “Hispaniola”, oggi divisa in Haiti e Repubblica Dominicana. Sappiamo bene come andarono fin dall’inizio le cose nel corso della “conquista che non scoprì l’America”, per dirla con Eduardo Galeano… Caonabo si ribellò contro le continue angherie degli invasori, attaccò l’insediamento de La Navidad, fu fatto prigioniero e morì durante la deportazione in Spagna. Gli successe Anacaona, che non ebbe miglior sorte: nel 1504 il governatore spagnolo Nicolás de Ovando y Cáceres la fece arrestare a tradimento nel corso di una festa in onore della cacique e la fece impiccare.
I Taíno in pochi anni morirono a decine di migliaia (3 milioni di morti, secondo i resoconti di Bartolomé de Las Casas), stroncati dalla spada, dal vaiolo e dal lavoro semi-schiavistico (l’encomienda) portato loro dalla “civiltà” europea…
Anacaona, india de raza cautiva
(continuer)
envoyé par Bartleby 8/9/2011 - 12:08
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‘Lectric Chair Blues

‘Lectric Chair Blues
[1928]
Una canzone che fa il paio con Send Me to the 'Lectric Chair di Bessie Smith.



Blind Lemon Jefferson, nato (cieco) a Coutchman nel 1893, è considerato il “Padre del blues del Texas”, ed in Texas la sedia elettrica come metodo di esecuzione delle sentenze capitali fu ufficialmente introdotta nel 1924. Prima di allora l’esecuzione dei prigionieri condannati a morte avveniva per pubblica impiccagione ed ogni contea se la sbrigava da sola, tanto che era spesso difficile trovare una qualche significativa differenza tra un’esecuzione regolare ed un linciaggio. Il governatore Pat Neff fu quindi un “innovatore” perché fece della pena di morte una prerogativa dello Stato, sottrasse la sua esecuzione al pubblico ludibrio e disinnescò la pratica dei linciaggi. Al contrario, anche la sedia elettrica, così moderna e così “umana”, non risolse né i problemi legati alla crescente criminalità né... (continuer)
I want to shake hands with my partner and ask him how come he's here
(continuer)
envoyé par Bartleby 8/9/2011 - 09:23
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Malone

Malone
(L'Isle-sur-Sorgue, 4 aout 2005)
Album: "Rouge Sang" (2006)

Una foto quasi da "rivista patinata" per illustrare questa canzone che Renaud ha dedicato (prima che nascesse) al piccolo Malone, il figlio avuto da Romane Serda, l'attuale compagna del cantautore francese.

Certo non ai livelli di Morgane de toi, è una canzone commovente che racchiude tutto quello che Renaud ha da insegnare come padre. Chissà se, dopo Lolita, riuscirà a farsi perdonare anche da Malone la scelta del nome...
Un prénom irlandais
(continuer)
7/9/2011 - 22:30
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Su disertore

Su disertore
Su bint'unu e su mese de nadale
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 7/9/2011 - 20:46
Parcours: Déserteurs
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Disertore

Disertore
Emanuele Dabbono: Voce, piano, mandolino, armonica, chitarra acustica.
Giuseppe Galgani: Chitarra.
Alessandro Guasconi: Basso
Senio Firmati: Batteria.

Trascritta dal video

Il brano era stato scritto per Max Parodi
Aspetti un'altra battaglia
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 7/9/2011 - 17:12
Parcours: Déserteurs
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Don’t Kill My Baby and My Son

Don’t Kill My Baby and My Son
[primi anni 40?]
Parole e musica Woody Guthrie.
Non mi risulta che la canzone sia mai stata incisa da Guthrie.
E’ nota invece nelle versioni del folk singer californiano Joel Rafael, dal disco “Woodeye: Songs of Woody Guthrie” del 2003, e della cantante australiana Brooke Harvey.

Paden, Oklahoma, 2 maggio 1911.
George Loney, lo sceriffo di Okemah, e i suoi uomini erano alla ricerca di bestiame rubato e trovarono una carcassa macellata nella misera fattoria di una famiglia di neri, i Nelson. Come andarono esattamente le cose non è chiaro ma è facile intuire che i bianchi “tutori dell’ordine”, convinti di aver trovato i responsabili, cercarono di arrestare il capofamiglia. Com’è, come non è, ne scaturì una sparatoria, forse innescata dalla reazione del giovane Lawrence Nelson, un ragazzino di appena 14 anni, che istintivamente aveva cercato di proteggere dagli sbirri la madre Laura ed... (continuer)
As I walked down that old dark town
(continuer)
envoyé par Bartleby 7/9/2011 - 15:42
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’Â çímma

’Â çímma
[1990]
Parole / Lyrics / Paroles / Sanat: Fabrizio De André / Ivano Fossati
Musica / Music / Musique / Sävel: Fabrizio De André / Mauro Pagani
Album / Albumi: Le nuvole



Italiano
English

"Queste nuvole non sono da intendersi come fenomeni atmosferici: queste nuvole sono quei personaggi ingombranti e dannosi della nostra vita civile, politica ed economica che io cerco di descrivere, insieme ad alcune loro vittime, nella prima parte dell'album: sono i personaggi che detengono il potere con tutta la loro arroganza e i loro cattivi esempi. I protagonisti della seconda parte sono invece i figli del popolo i quali, nella misura in cui è loro consentito dai potenti descritti nella prima parte, continuano tranquillamente a farsi i fatti loro, rinunciando a quella protesta, a quella indignazione collettiva di fronte al malgoverno, indignazione e protesta che io ritengo le condizioni irrinunciabili... (continuer)
Ti t'adesciâe 'nsce l'éndegu du matin,
(continuer)
envoyé par Bartleby 7/9/2011 - 09:00
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Occhi chi nàscinu

Occhi chi nàscinu
[1998]
Agricantus / Tonj Acquaviva / mix Dentrix
Album: Kaleidos

"Kaleidos", il quinto album con canzoni inedite, si richiama a musiche tratte dalle opere di Tomaso Albinoni, Béla Bartók, Luciano Berio, Johannes Brahms, Edvard Grieg, Modest Musorgskij, Niccolò Paganini, Sergej Prokof'ev e a canti popolari dell'Armenia, della Romania, dell'Ungheria e dello Zaire.
Seculi passati di guerri e amuri
(continuer)
envoyé par giorgio 7/9/2011 - 08:20
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Les Quat'z'arts

Les Quat'z'arts
[1964]
Testo e musica: Georges Brassens
Paroles et musique: Georges Brassens
Album: Brassens VIII (Les copains d'abord) - 1964

Secondo me anche questa canzone di Georges Brassens meriterebbe un posticino in questo grande archivio.
"Ma come?" obbietterebbe un generale o un baciapile, "questi goliardi mettono in ridicolo la morte, non hanno alcun rispetto per niente e per nessuno!"; mi piace pensare che chi sceglie di studiare l'arte o la medicina, invece di partire militare per esempio, dimostri un grande rispetto, non per la morte, ma per la vita.

Certo ci sarà una buona percentuale di stronzi (e di militari) anche tra le fila degli studenti come in ogni altra categoria di persone, e soprattutto tra i traduttori, ma dopo l'arte del lutto ed i memento mori che la nostra cultura cristiana ci ha impartiti è un bene sdrammatizzare un po' la morte e combatterla a colpi di vitalità.

Tra... (continuer)
Les copains affligés, les copines en pleurs,
(continuer)
envoyé par Mattié Crisantoi 6/9/2011 - 21:05
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Amatevi

Amatevi
[2002]
Agricantus / Pivio / Aldo De Scalzi
Album: Calùra
Chiàncinu l'occhi mei
(continuer)
envoyé par giorgio 6/9/2011 - 08:10
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Poulailler's song

Poulailler's song
Poulailler's song

Chanson française – Alain Souchon – 1976
Paroles : Alain Souchon
Musique : Laurent Voulzy


Connais-tu Alain Souchon ? As-tu souvenance d'une de ses chansons ? Oui, toi, mon ami Lucien l'âne ...

Oui, je crois bien, Marco Valdo M.I., mon ami. Une sorte de chanteur sirupeux, un peu mièvre dont on nous a rebattu les oreilles pendant des années et des années... Il plaisait assez aux pimbêches...

Je vois que tu le connais... Enfin, que tu connais le Souchon rangé des voitures, avalé par le système marchand... Mais il y eut un Souchon plus, disons, véridique, plus humain, plus audacieux, plus intéressant aussi, du coup. Et je vais te faire entendre une – tu me diras, une des rares... Mais une quand même, chanson de Souchon, écrite au vitriol. Une chanson d'une ironie infinie, d'une terrible véracité dans la manière dont elle raconte le discours des possédants et des puissants,... (continuer)
Dans les poulaillers d'acajou,
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 5/9/2011 - 22:11

D'Est et d'Ouest

D'Est et d'Ouest
D'Est et d'Ouest

Canzone française – D'Est et d'Ouest – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 44

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 –
l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Figure-toi, Lucien l'âne mon ami, qu'il m'a fallu bien du temps pour arriver à écrire cette canzone, cette Histoire d'Allemagne, année 1945, selon Günter Grass.

Je me disais aussi qu'il y avait un certain temps que tu n'en avais plus écrite une de ces Histoires d'Allemagne... Je me demandais pourquoi ; mais j'imaginais bien qu'elle arrive un jour puisque tu avais décidé de faire le siècle complet.

En effet, mais 1945, c'est une année un peu particulière – celle de la fin de la guerre et spécialement, vue du côté où se situent nos conteurs – je te... (continuer)
D'Est et d'Ouest, l'ouragan est arrivé
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 4/9/2011 - 14:41
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Adio Kattalina

Adio Kattalina
(1982)

Esta canción es la que da nombre al álbum de 1982, Adio Kattalina, de uno de nuestros grupos favoritos de folk, y más aún, de folk vasco: Oskorri. Se trata de una canción popular, musicalizada con gran maestría técnica y vanguardismo, sin olvidar sus raíces, que parece hablar de un hombre que es detenido por desertor en alguna guerra española (no es descartable la guerra civil, aunque sería raro que hubiese dado una canción folklórica tan temprana sin temática social; aunque eso es posible, me inclino a pensar más en las guerras carlistas o en las guerras coloniales de Cuba, Filipinas o África del Norte, ya que de esos sucesos, sobre todo de las guerras coloniales, ha quedado un impresionante corpus folklórico bastante crítico con el sistema de alistamiento de entonces). Es una de las que más me gustan de Oskorri, no sólo por su conmovedora letra, sino por ese sonido, el sonido más... (continuer)
Goizean nintzen Santa
(continuer)
3/9/2011 - 16:25
Parcours: Déserteurs

La paz, por ti

La paz, por ti
Poema de Rafael Alberti
Musica de Gabriel Sopeña
Album: Una ciudad para la paz

En ese disco María José interpretó varias canciones; una de ellas está basada en el poema de Rafael Alberti "La paz, por ti" –del libro "Signos del día"–; canción, con música de Gabriel Sopeña, que en la voz de María José se convierte en un hermoso y apasionado alegato contra la guerra.

Fernando Lucini, Cantemos como quien respira.
Por ti la luz del hombre es mas amada
(continuer)
3/9/2011 - 16:05
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Dieu est nègre

Dieu est nègre
Dieu est nègre

Chanson française – Dieu est nègre - Léo Ferré – 1958

Cette fois, Lucien l'âne mon ami, voici une chanson de notre ami Léo que les CCG avaient perdue de vue. Et quelle chanson ! Tu vas voir, une vraie belle chanson comme on n'en fait plus. Une chanson qui a certainement bien plu à Boris Vian et à son double étazunien Vernon Sullivan. Une chanson qui fait comme un écho à « I shall spit on your graves » de Sullivan, que Boris traduisit sous le titre hautement anti-guerrier de « J'irai cracher sur vos tombes ». Mais ceux qui auront été jusqu'à le lire (j'allais dire oser lire), comme toi mon ami Lucien l'âne, savent pertinemment que ce roman si bien traduit du français en français raconte vraiment une histoire du Sud des Zétazunis, une histoire de Louisiane ou d'Alabama. Une histoire torride à bien des égards ouverts. Au passage, rendons à Vian ce qui est à Vian et à Sullivan... (continuer)
Y'avait dans la gorge à Jimmy
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 2/9/2011 - 23:16

A Love Supreme (for John Coltrane)

A love supreme
(continuer)
envoyé par Carles Viadel 2/9/2011 - 13:29
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(Just Another) Soldiers Song

(Just Another) Soldiers Song
A song inspired by the waste of human life that is war.
1916
(continuer)
envoyé par Jon Wisbey 2/9/2011 - 13:14
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Medley: This Land Is Your Land / Pastures of Plenty / Land

Medley: This Land Is Your Land / Pastures of Plenty / Land
da The Border / La Linea (2001)

Medley:
This Land is Your Land (Woody Guthrie, 1940)
Pastures of Plenty (Woody Guthrie, 1944)
Land (Lila Downs, Paul Cohen, 2001)



Italiano
English

Il mondo di oggi è un mondo di migranti. Lasciamo la nostra terra e veniamo nel "primo mondo". Arriviamo a Los Angeles e New York, Londra e Parigi, attraversiamo il confine in cerca di una vita migliore.
I politici e gli "esperti" spesso ci danno la colpa dei problemi sociali ed economici del momento. Com'è che un paese come gli Stati Uniti, che orgogliosamente si dichiara un "paese di immigrati" tratta gli immigrati come alieni da un altro pianeta? Questi cosiddetti "alieni" si prendono cura dei loro figli, raccogliono la loro frutta e la verdura, puliscono le loro case e accettano ogni lavoro immaginabile in cambio degli stipendi più bassi. È troppo chiedere che agli immigrati vengano garantiti i più... (continuer)
It's a mighty long row that my poor hands have hoed
(continuer)
envoyé par Lorenzo Masetti 1/9/2011 - 22:08
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Pastures of Plenty

Pastures of Plenty
The Asch Recordings Vol. 1 (1944)



Describing the travails and dignity of migrant workers in North America, it is evocative of the world described in John Steinbeck's The Grapes of Wrath. The tune is based on the ballad "Pretty Polly," a traditional English-language folk song from the British Isles that was also well known in the Appalachian region of North America.

Recorded by Pete Seeger, Harry Belafonte, Bob Dylan, Tom Paxton, Jesse Colin Young, Peter Tevis, Peter, Paul and Mary, Dave Van Ronk, Ramblin' Jack Elliot, Flatt and Scruggs, Will Geer, Kingston Trio, Country Joe McDonald, Odetta, The Alarm, Solas, Alison Krauss & Union Station, Paul Kelly, Lila Downs, Cisco Houston, Karl Denver, Scott H. Biram, The Travellers, Judy Collins, Jefferson Starship


Il pezzo fu arrangiato da Ennio Morricone e cantato da Peter Tevis per il film "Per un pugno di dollari" di Sergio Leone. (Ma Si veda qui questa osservazione di Cristian Veronesi)
It's a mighty hard row that my poor hands have hoed
(continuer)
1/9/2011 - 21:45
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El Trágala

anonyme
El Trágala
[1820]
“¡Trágala, perro!”, “Ingoiala, cane!”, era l’insulto rivolto dai liberali spagnoli al re Fernando VII di Borbone quando nel 1820, all’inizio del “triennio liberale”, fu costretto a sottoscrivere la Costituzione di Cadice del 1812 (la cosiddetta “Pepa”, da cui l’esclamazione di giubilo “¡Viva la Pepa!”). Durò poco - solo tre anni per l’appunto - che già nel 1823 il Borbone fu “restaurato” in tutti i suoi poteri grazie all’intervento francese.
Ma la canzone fu molto nota perché il leader dei liberali, il generale Rafael del Riego (poi sconfitto, imprigionato, torturato, umiliato ed infine impiccato dalla reazione), diede precise disposizioni che fosse insegnata a tutti e da tutti cantata.

Negli anni 30 del 900 “El Trágala”, modificato nei versi, fu una delle canzoni più cantate nel campo repubblicano durante la guerra civile.

Ecco le due versioni, quella ottocentesca seguita dalla novecentesca, trovate su Altavoz del Frente
Tú que no quieres
(continuer)
envoyé par Bartleby 1/9/2011 - 14:14
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Jump You Fuckers (a Song for Wall Street)

Jump You Fuckers (a Song for Wall Street)
[2008]
Album “Maybe Nothing's Wrong” del 2009

Con la premessa che sono solo un innocuo scrivano, che non ho mai torto una zampetta una nemmeno ad un ragno né intendo farlo in futuro, e che da un sito come questo non si può e non si deve incitare alla guerra (ma mandare a fare in culo chi la guerra la fà, questo sì, e che la faccia con le armi che uccidono o con quelle che affamano), beh, mi pare che avessero visto giusto – dal punto di vista dell’obiettivo da colpire, certamente non del metodo barbaro usato per colpirlo – gli anarchici italiani seguaci di Luigi Galleani che il 16 settembre 1920 fecero saltare un carro pieno di dinamite davanti al cuore finanziario dell’America e del mondo.

Certamente quell’attentato, di cui fu ritenuto responsabile un amico di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti – tal Mario Buda, romagnolo, che però negò fino alla morte l’addebito - fu una ritorsione particolarmente... (continuer)
Hey Mr Wall Street on the Fiftieth floor,
(continuer)
envoyé par Bartleby 1/9/2011 - 10:24
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Listen

Listen
[2011]
Dall’album “Liberty”
Listen to the sound that you hear
(continuer)
envoyé par Bartleby 1/9/2011 - 08:50
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Canción para un martir

Son 3/4
Canción para un martir
Letras y música: Carlos Serpas
Arreglos musicales: Julio Herrera

Per Oscar Romero
No entiendo cuando dicen que está muerto
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 20:43
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Oscar Romero

Oscar Romero
It would be misleading, however, to give the impression that the Welsh political scene and the fate of the Welsh language are the subject-matter of all of Dafydd Iwan’s songs. A prominent characteristic of his repertoire over the years has been its variety. His output includes children’s songs (both original and new arrangements or adaptations of traditional material), love songs, songs in praise of nature, songs for use in Welsh learners’ activities, together with some directly religious songs (carols in particular). Songs of social justice form a significant element in his repertoire. They reflect Dafydd Iwan’s left-libertarianism, a product in part of his Nonconformist upbringing.

Some of these songs address matters of social concern in Wales itself, with attacks on Thatcherism and support for the peace movement being especially prominent. However, there is also a strong international... (continuer)
Oscar Romero! Oscar Romero
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 20:34
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Ora lo so (Mostar)

Ora lo so (Mostar)
(Testo e musica di Emanuele Dabbono)
Scappare o tendere una mano
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 20:03
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Lo avrai camerata Kesselring

Lo avrai camerata Kesselring
Interpretata come canzone da Emanuele Dabbono e da Davide Gastaldo

Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.

A... (continuer)
Lo avrai
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 19:54
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Viva l’America!

Viva l’America!
[1986]
Testo trovato su Pino Masi. Quarant’anni di canzoni. Dal Canzoniere Pisano al Tribal Karma Ensemble

“Viva l’America! è dell’86. Non l’ho scitta, voglio dire, ventenne, sull’onda del Vietnam, nè nel ’91, quarantacinquenne, per la ‘guerra del golfo’, nè adesso, sessantenne, per il nuovo disastro irakeno. Mi è ‘fiorita’ per strada nell’86, ben prima della guerra: tornai di corsa a casa, a Trapani, per segnare le parole e poi, scritta su carta, la provai, pian piano tra me, tutta la notte.
E’ ancora oggi di buon ausilio didattico: per esempio, ora sessantenne, la canto in Sapienza a Pisa, gratis, tutte le volte che passando per aule affollate di studenti, li trovo pronti, in attesa di un ‘prof’ in accademico ritardo. E’ ballata ironica, ‘falso-filoamericana’… Pino Masi
Viva l’America!
(continuer)
envoyé par Bartleby 31/8/2011 - 15:06

La bomba atomica

La bomba atomica
[1966/67?]
Testo trovato su Pino Masi. Quarant’anni di canzoni. Dal Canzoniere Pisano al Tribal Karma Ensemble

“Fu allora che, dai cortili delle Accademie delle Belle Arti (fin lì ben poco utilizzate), dalle soffitte dove dipingevi isolato in quarantena, dalle aule delle sedi universitarie, dalle misere stanze in affitto dove, separato, studiavi, dalle entusiasmanti - ma solo estive - escursioni in autostop (nelle culture di un’Europa vissuta solo ‘on the road’) e dalla assidua lettura dei coevi poeti e scrittori californiani, [fu allora che] la nostra deliziosa pratica, sostanzialmente innocua e socialmente indispensabile, dell'appena scoperto e universalmente diffuso 'love&peace' - gioiosa affermazione del diritto di tutti alla vita - dovette trovare - e fu così anche nell'Arte - altre forme (nella naturale nostra opposizione mondiale alla guerra, nel dissenso alla politica dei blocchi... (continuer)
No!
(continuer)
envoyé par Bartleby 31/8/2011 - 14:33

È proprio inutile

È proprio inutile
[1966?]
Testo trovato su Pino Masi. Quarant’anni di canzoni. Dal Canzioniere Pisano al Tribal Karma Ensemble

“Fu allora che, dai cortili delle Accademie delle Belle Arti (fin lì ben poco utilizzate), dalle soffitte dove dipingevi isolato in quarantena, dalle aule delle sedi universitarie, dalle misere stanze in affitto dove, separato, studiavi, dalle entusiasmanti - ma solo estive - escursioni in autostop (nelle culture di un’Europa vissuta solo ‘on the road’) e dalla assidua lettura dei coevi poeti e scrittori californiani, [fu allora che] la nostra deliziosa pratica, sostanzialmente innocua e socialmente indispensabile, dell'appena scoperto e universalmente diffuso 'love&peace' - gioiosa affermazione del diritto di tutti alla vita - dovette trovare - e fu così anche nell'Arte - altre forme (nella naturale nostra opposizione mondiale alla guerra, nel dissenso alla politica dei blocchi... (continuer)
É proprio inutile
(continuer)
envoyé par Bartleby 31/8/2011 - 14:22
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Effetti collaterali

Effetti collaterali
(2008)

Filippo Margheri - voce
Ghigo Renzulli - chitarra
Roberto Terzani - Basso
Gianmarco Colzi - batteria
Effetti collaterali
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 14:03
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Il peggio è passato

Il peggio è passato
2009
Barabba

Una storia d'amore della mia generazione, con la precarietà e la disoccupazione, che poi diventano anche precarietà personale...
La Maleducazione, la disocuppazione,
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 31/8/2011 - 13:44
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Compagni Fratelli Cervi

anonyme
Compagni Fratelli Cervi
Epigrafe alla Madre
Piero Calamandrei

Quando la sera tornavano dai campi
Sette figli ed otto col padre
Il suo sorriso attendeva sull’uscio
per annunciare che il desco era pronto.
Ma quando in un unico sparo
caddero in sette dinanzi a quel muro
la madre disse
non vi rimprovero o figli
d’avermi dato tanto dolore
l’avete fatto per un’idea
perché mai più nel mondo altre madri
debban soffrire la stessa mia pena.
Ma che ci faccio qui sulla soglia
se più la sera non tornerete.
Il padre è forte e rincuora i nipoti
Dopo un raccolto ne viene un altro
ma io sono soltanto una mamma
o figli cari
vengo con voi.
DonQuijote82 31/8/2011 - 10:15

Canto dei minatori

Canto dei minatori
[1882]
Dalla raccolta poetica intitolata “Giustizia”, pubblicata per la prima volta a Catania nel 1883 e poi ripubblicata con integrazioni nel 1915 a Milano con il titolo “Giustizia ed altre poesie politiche e sociali”. Di questa stessa raccolta fa pure parte il Canto dei mietitori.
Testo trovato sul blog di Salvatore Lo Leggio

Una poesia-canzone che anticipa di una decina di anni i sentimenti che tra il 1891 ed il 1893 saranno alla base del movimento democratico e socialista dei Fasci siciliani, schiacciato nel sangue dai carabinieri di Francesco Crispi.
In realtà Rapisardi, allo scoppiare dei moti siciliani, consigliò la calma, ritenendo che la rivolta fosse “intempestiva” e mancasse di chiari obiettivi e di leader efficienti. Fu attaccato per questo da molti socialisti del settentrione, ai quali a tono rispose: “Io ho finalmente consigliato la moderazione e la calma, perchè non ho... (continuer)
Tra cieche forre, tra rocce pendenti
(continuer)
envoyé par Bartleby 31/8/2011 - 09:16
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El pover Luisin

anonyme
El pover Luisin
Il Castelin sara' il combattente Bartolomeo Bessi Castellini, forlivese. Cercalo sull'internet,
Antonio 31/8/2011 - 01:57
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Sole silenzioso

Sole silenzioso
La biografia del gruppo non so da dove sia stata ripresa, ma non credo che l'abbiamo scritta noi. Ora semmai la integro con l'articolo di Wikipedia. Ciao
CCG/AWS Staff 30/8/2011 - 23:12

Dio lo vuole!

Dio lo vuole!
Errata corrige all'introduzione: Galantara fu sì contro la guerra di Libia, fu sì in seguito un antifascista ma in mezzo fu un fervente interventista perchè (detto malamente, semplificando) come molti socialisti amava la Francia "democratica" e disprezzava la Germania "reazionaria"...
Bartleby 30/8/2011 - 21:37
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War Ensemble

War Ensemble
LA GRANDE MACCHIA DELLA GUERRA
(continuer)
envoyé par Andrea 30/8/2011 - 18:27




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