Effettivamente in tutti i (pochi) siti dove questo canto viene riportato, lo si definisce "sardo"; ma il linguaggio in cui è scritto mi sembra lontano dal sardo. Casomai in gallurese, ma aspetto notizie più precise.
Palinsesto italiano di Riccardo Venturi
24-28 novembre 2011
Due parole del “traduttore”. Mettersi all'anima un testo del genere rileva della follia, e sicuramente non sono stato sufficientemente pazzo (e mi duole assai) da fare forse l'unica cosa degna: accettare interamente le regole del gioco e scrivere un Palinsesto di sana pianta, mettendomi davanti a un caminetto che peraltro non ho. Insomma, mescolare la “Q” di Quevedo con quella di Quéneau, dove la poesia di Manns sia le “notations” degli Exercices de style...ma non ne sono evidentemente capace. Che cosa ne sarà venuto fuori? Un “palinsesto” sí, ma piuttosto “interpretatorio” e comunque largamente arbitrario. Di qualche scelta lessicale vorrei comunque dar conto; tipo quel “sublimarsi” del ghiacciaio in sole, che è da intendersi in senso squisitamente chimico (passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso). Mi sembrava ci... (continuer)
PALINSESTO (continuer)
28/11/2011 - 15:12
Riccardo, non ho parole, hai fatto una traduzione splendida, che restituisce mirabilmente l'ermetismo irriducibile dell'originale.
La prima strofa poi, è assolutamente geniale...
La Libertà "Ursina" mi fa pensare a una forza primordiale e incoercibile, qualcosa che si cerca sempre di incatenare, ma che sempre trova il modo di spezzare le catene ("porque siempre los pueblos saben romper sus cadenas" recita una poesia di Idea Vilariño, musicata da Los Olimareños, che posterò appena mi sarà possibile)
Cristina, ti ringrazio davvero tanto ma ti risponderò alla Patricio Manns: diciamo che sopra 'sta pagina ci son diventato tutto grullo, o forse grullo lo sono parecchio già di mio :-)
Beh, diciamo che mantenere una certa dose di ringrullimento forse non fa neanche male, per dare la "versione seria". Ci sono ad esempio altre cose che mi vengono a mente; ma, prima di tutto, devo dirti che hai ragione sulla "Libertà ursina", hai saputo esprimere benissimo quel che mi era vagato per la testa. Il bello è che, ad esempio con questa cosa, stiamo accettando pienamente il gioco di Manns; stiamo a ragionare esattamente su una nostra visione, su una nostra interpretazione libera. Ma, forse, fa parte proprio dell'anelito di Libertà che è espresso da queste parole: è il meraviglioso paradosso dell'ermetismo. L'ermetismo, mentre sembra chiudere, al contrario apre infinitamente (e l'Apertura è sorella di Libertà; non a caso l'ottusità predilige l'univoco, il "monosenso" che arriva all'imposizione forzata e predeterminata del significato).
Un'altra cosa che vorrei far notare è l'impareggiabile... (continuer)
Ancora a proposito di Osuna una cosa curiosa quanto interessante. Il nome latino della cittadina spagnola era infatti Urso. Fondata nel 43 a.C. da Marco Antonio, trovò il suo atto di costituzione nella cosiddetta Lex Ursoniensis; ancora adesso, gli abitanti di Osuna sono detti Ursaoneses. Il legame tra Osuna e l'orso, insomma, esiste precisamente.
Beh quella non credo che c'entri coi barconi dei nostri giorni. Pare fosse una satira, dicono. http://italiasempre.com/verita/ceunuom...
Chissà.. cambiandone le parole, però si potrebbe..
giorgio 27/11/2011 - 19:50
Quella canzone è del 1936...il "capitano" italiano di quegli anni non aveva tempo da sprecare nelle operazioni di salvataggio, era troppo impegnato a profumare di gas nervini le terre d'Abissinia e di Etiopia. Se avesse visto una "faccetta nera" in mare l'avrebbe salutata alla romana...altro che salvarla.
Di Juan Capra non è menzionato il periodo di Roma, dove abitò sicuramente nel 1965 in via dei Coronari. Io sono stato suo amico e stavo frequentemente con lui di cui conservo un bellissimo ricordo e due opere in gessetto che mi ritraggono.
Riepilogo le date essenziali della storia della mia composizione “Brigante se more”
1979 Io e Carlo D’Angiò scriviamo la ballata (testo e musica) nell’ambito della colonna sonora dello sceneggiato televisivo “L’eredità della Priora” tratto dal romanzo omonimo di Carlo Alianello
1980 Lo sceneggiato va in onda in sette puntate per RAIUNO in prima serata. “Brigante se more” è la canzone dei titoli di testa. La versione originale è cantata da Carlo D’Angiò, e pubblicata nell’omonimo disco che appare nello stesso anno (1980) per la Polygram
1996 Viene pubblicato un libro dal titolo “I Savoia e il massacro del sud”. L’autore è Antonio Ciano, il quale riporta la mia canzone con il titolo cambiato (“Libertà” invece di “Brigante se more”) e con due versi alterati (“nui cumbattimmo p’o re burbone” in luogo dell’originale “nun... (continuer)
eugenio bennato 28/11/2011 - 13:03
Direi che l'intervento diretto di Eugenio Bennato su questa pagina (che, ovviamente, ringraziamo) pone dei fatti ben precisi che difficilmente potrebbero essere contestati. Come amministratore di questo sito sono intervenuto soltanto sporadicamente, ma lo faccio adesso per ringraziare comunque tutti coloro che hanno partecipato (e che intenderanno partecipare ancora) alla discussione che fa di questa pagina un vero e proprio "trattato" su questa importante e celeberrima canzone, una monografia che ha accolto tutte le opinioni al riguardo.
Veramente esauriente per chi vuole capire il significato di questa bellissima canzone. E' la canzone dell'Italia sconfitta e martoriata che riesce comunque a sopravvivere. Ma l'esperienza a volte insegna poco quando il ricordo si cancella o la malafede grida più forte. Il signor Simone Guerriero non può camuffare la verità chiamando "liberatori" coloro che sono stati i nostri TORTURATORI e ancor oggi hanno le loro basi sul NOSTRO suolo Patrio. Il fatto che abbiano vinto non ne diminuisce la barbarie e la misera statura morale ! (Teseo Tesei)
Beh, comunque la si pensi mi fa abbastanza impressione vedere su questo sito un "Teseo Tesei", dato che chi scrive è interamente di Marina di Campo da parte di madre. Un saluto! [RV]
Oh oh, dit Lucien l'âne, voici un hérétique... Bref, quelqu'un comme Valdo, comme toi, mon ami le manovale intelletuale, qui voyage, tel l'éléphant de l'autre hérétique, serrurier venu dans la ville de Pessoa, d'un pas lent en Hérésie, pays des plus admirables. À ce propos, tu devrais nous faire une chanson relatant les heures du grand Roi Pausole, joyeux hérétique s'il en fut.
Rappelle-toi bien ceci, Lucien l'âne mon ami, que nous autres, gens d'hérésie, nous n'entendons point nous soumettre aux diktats. Ce que tu traduis dans ton langage d'âne par "Ni la carotte par devant, ni le bâton par derrière". Quant aux musiciens et chanteurs, bref, aux auteurs de cette canzone, il n'est pas sans intérêt de noter qu'ils arrivent de l'ancien pays où abordaient les Grecs... Mais cela tu le sais. De ce talon de la botte si proche de la Lucanie où les... (continuer)
E ci hai perfettamente ragione, Marco, tanto più che è una frase presa di peso dal "Padre Nostro" in inglese secondo la Authorized Version (con l'arcaico "thy" = tuo). Purtroppo, riprendendo a volte traduzioni da siti appositi (tipo Tuttotesti, Lyricstransate ecc.) non si fa a volte attenzione alla qualità delle stesse, che sono spesso approssimative se non proprio pessime.