Chanson allemande - Krieg dem Kriege – Linard Bardill – Texte de Theobald Tiger, alias Kurt Tucholsky – 13-06-1919
d'après la version italienne de Riccardo Venturi
Le plus fameux poème contre la guerre de Kurt Tucholsky, qui volontairement (et pas par hasard, les deux se connaissaient et militèrent ensemble dans les rangs de l'anarchisme allemand), porte le même titre que la collection photographique de Ernst Friedrich contre les horreurs de la guerre.
Linard Bardill l'a mise en musique en 1991 et chantée dans son album contre la guerre.
cmq dagli ultimi studi (2009) si è presa in considerazione l'ipotesi che montezuma sia morto a causa dell'oro colato che gli venne fatto ingoiare forzatamente dai conquistadores. Come sempre i nodi vengono al pettine...
LUIGI TENCO HA VOLUTO COLPIRE A SANGUE IL SONNO MENTALE DELL’ITALIANO MEDIO
Di Salvatore Quasimodo
dal settimanale “Tempo” del 10 febbraio 1967
Tornare su un fatto di cronaca alla distanza di due giorni è già fastidioso per il lettore di quotidiani, ma insistere su qualcosa che è avvenuto due settimane prima è forse imperdonabile.
Oggi la morte, le alluvioni, le guerre sono spinte da altre catastrofi o da occasioni mondane nel breve corso di 24 ore.
Ma non siamo qui per fare della morale sulle leggi e sui costumi della nostra civiltà, diciamo invece che la noia è la minaccia che fa ingiallire i volti amati o odiati di ieri.
Eppure vogliamo parlarvi ancora di Luigi Tenco, cantautore, che per un giorno si è conquistato con la morte tanta notorietà come non era mai riuscito da vivo con le sue canzoni. Diciamo per un giorno, perché la gente ha preferito poi dimenticarlo in fretta, quasi... (continuer)
Se John Lennon e Leonard Cohen avessero conosciuto i dati riportati in questo articolo forse non avrebbero scritto le loro bellissime "Free As A Bird" e Bird On The Wire…
“Libero come un uccello?”, mah, forse libero soltanto di crepare…
A proposito dei merli con le ali rosse (Agelaius phoeniceus) che qualche giorno fa in Arkansas sono piovuti in massa dal cielo, stecchiti a migliaia, una biologa americana ci dice che non è per nulla un fatto raro e che i numeri del genocidio quotidiano dei volatili sono, già nei soli States, davvero impressionanti. Grandi o piccoli che siano, i nostri amici in penne e piume sono molto vulnerabili e morirebbero comunque a milioni anche se sul pianeta non esistesse l’uomo, ma tutte le nefaste conseguenze dell’antropizzazione e le attività dell’ “industriosa” civiltà umana hanno moltiplicato esponenzialmente la naturale ecatombe, tanto da rendere oggi preoccupante... (continuer)
Temo che ci sia stata confunsione con qualche altro stato degli USA...
Saluti,
Mauro.