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Primavera di Praga

Primavera di Praga
Nel 1968 si chiedeva a gran voce un socialismo dal volto umano. Ma l'intervento sovietico e la passività degli occidentali (politica dei blocchi) hanno fatto sì che quello si riducesse a uno slogan . Vent'anni dopo cosa hanno ottenuto: la secessione (senza alcun referendum confermativo, che avrebbe sicuramente espresso un esito contrario, scombinando i calcoli degli investitori) e il capitalismo dal volto disumano. Praga si è trasformata in una gigantesca slot machine: qualsiasi angolo è stato sfruttato a scopi commerciali, alterando irrimediabilmente le caratteristiche architettoniche della più bella città della vecchia Europa. Noi abbiamo conservato qualche monumento di epoca fascista, come traccia del passato. Loro invece hanno rimosso tutto: da un estremo all'altro! Penso che nessuno, Palach in testa, volesse questo.
alessandro 14/8/2010 - 18:02
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Stranizza d'amuri

Stranizza d'amuri
Provo sempre una forte emozione nel sentire Stranizza d'amuri, le lacrime mi salgono agli occhi. Sapete non sono mai stato in sicilia e non conosco il siciliano, abito in brianza eppure non ho avuto bisogno di cercare la traduzione del testo ne ho capito subito le parole, è come se in una vita passata fossi vissuto su quell'isola. Ne sento la musicalità c'è tutto in questa canzone è come stare in un giorno assolato in una strada della sicilia e sentirne gli odori e vederne i colori...
Giuseppe Anzani 14/8/2010 - 17:42
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Lavorare con lentezza

Lavorare con lentezza
Chanson italienne – Lavorare con lentezza – Enzo Del Re – 1974

« Une des figures les plus radicales de l'alternative politico-musicale des années soixante. Utilisant comme instrument une chaise et demandant comme cachet le minimum syndical de la paie d'une journée de travail d'un métallo, Del Re avait coutume de se lancer dans des performances imprévisibles et provocantes, de vrais marathons par lesquels il entendait représenter et dénoncer l'infinie répétitivité du travail en usine. À une époque où le refus du travail avait une valeur morale et idéale, Del Re a représenté l'utopie la plus avancée de la rébellion et de la dénonciation [du travail]. Tout en étant diplômé du Conservatoire de Bari, il avait en fait refusé les instruments classiques pour adopter des matériaux pauvres et de récupération (cartons, objets usuels) avec lesquels il transformait ses chansons en récitatifs monodiques... (continuer)
TRAVAILLER AVEC LENTEUR
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/8/2010 - 10:52
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Quando il tempo sarà un prato

Quando il tempo sarà un prato
Chanson italienne – Quando il tempo sarà un prato – Alberto Radius (texte : Daniele Pace et Oscar Avogadro)

« Je t'aimerai quand dans l'air s'éteindront les bannières de la mémoire, quand le temps sera un pré vert que personne jamais n'a foulé, quand l'ordre souverain n'aura plus le fusil à la main... »
QUAND LE TEMPS SERA UN PRÉ
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/8/2010 - 08:59
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Novembre '43

Novembre '43
Nella terza strofa il prima verso dice "sa bene che il nemico non tarderà ad arrivare" e l inizio del secondo versetto è errato perché la canzone non dice "che ha una buona mira" ma dice "cadano le mine",volevo solo suggerire questa piccola correzione. Grazie
Roberto 12/8/2010 - 21:23
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Yankee tornatevene a casa

Yankee tornatevene a casa
Cari compagni, contrariamente a quanto pubblicato la canzone fu scritta e musicata da me nel 1970 a Werbellinsee, nord di Berlino, in un campo internazionale dove conoscemmo dei pionieri vietnamiti. La cara Janna la cantò in un gruppo di giovani e poi, anni dopo, la FGCI la pubblicò in un disco con altre due canzoni vietnamite.
E' una piccola cosa ma se volete (e potete chiedere conferma a Janna) le cose sono andate così.
Un abbraccio.
Giuliano Boffardi
Genova
Giuliano Boffardi 12/8/2010 - 17:31
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Sul ponte di Perati bandiera nera

anonyme
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'inserimento della canzone nel film di Pasolini "Salò" non deve essere visto in maniera letterale ma allegorica, come del resto è tutto il film. E' chiaro che la canzone non era fascista, ma i protagonisti del film sono dei vecchi gerarchi che sanno già che la guerrà sarà persa di lì a poco, sanno che verranno uccisi, o al massimo potranno sopravvivere ma non avranno più alcun potere di vita e di morte su qualcun altro, così decidono di chiudersi in un castello assieme ad un gruppo di schiavi, in modo da poter abusare di loro liberamente vivendo almeno appieno il sentimento di potenza e di importanza che derivava dall'essere ai vertici della società.
Quei fascisti sono quindi patetici e decadenti, già sconfitti e decisi a rinunciare a qualunque umanità, non è dunque insensato che cantino una canzone per loro disfattista, una canzone che parla di gente morta che non tornerà più, perchè loro sono già morti e si sentono tali, e cantando quella canzone celebrano se stessi, mentre gli alpini celebravano i loro compagni caduti.

Max 12/8/2010 - 13:12
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Corazones rojos

Corazones rojos
[1990]
Album “Corazones”

Canzone contro il “machismo”, vera piaga latinoamericana e non solo…
Giusto spulciando la cronaca nostrana, leggo che due giorni fa a Catania è morta, dopo quindici giorni di agonia, una donna di 34 anni che il marito geloso aveva cosparsa di benzina e data alle fiamme…
Corazones rojos, corazones fuertes, espaldas débiles de mujer
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 12/8/2010 - 12:03
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Maldito sudaca

Maldito sudaca
[1987]
Album “La Cultura de la Basura”

“Sudaca” è un aggettivo dispregiativo con cui gli spagnoli si riferiscono ai sudamericani, o con cui gli stessi sudamericani di diversa nazionalità si apostrofano tra di loro… Penso che sia un po’ equivalente (contestualizzandolo) al nostro “terrone”… Altre espressioni spagnole dello stesso tipo per definire variamente gli ispanoamericani: “panchito”, “machu picchu”, “gachupín”…
Maldito sudaca, maldito latino
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 12/8/2010 - 11:50
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Jugar a la guerra

Jugar a la guerra
[1987]
Album “La Cultura de la Basura”
Con los uniformes limpios y las botas con betún
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 12/8/2010 - 11:37
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No necesitamos banderas

No necesitamos banderas
[1984]
Album “La voz de los '80”
Con la autoridad que nos da el buen juicio
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 12/8/2010 - 11:17
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Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados Unidos

Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados Unidos
[1984]
Album “La voz de los '80”
reintrepretata anche dal gruppo hip hop cileno Makiza

Los Prisioneros (Jorge González, Claudio Narea e Miguel Tapia) sono stati il più importante gruppo rock cileno. La loro musica spaziava tra rock, punk e ska. I loro testi erano spesso intrisi di critica sociale e politica ed alcune loro canzoni – come questa, famosissima, compresa nell’album di esordio – divennero in tutta l’America Latina dei veri e propri inni contro le dittature ed i potenti di turno.
Para turistas gente curiosa, es un sitio exótico para visitar
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 12/8/2010 - 11:12
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Tο δίχτυ

Tο δίχτυ
Finalmente possiedo il film "Rebetico" di Kostas Ferris (1983). Il mio amico Haràlambos, detto Babis, l'ha trovato e me ne ha mandato la copia. E' un film ben fatto e coinvolgente, anche grazie alla musica, in parte tradizionale e, in parte maggiore, composta ad hoc da Stavros Xarhàkos su testi di Nikos Gatsos: un'operazione solo apparentemente mimetica (nel film, nel quale l'intreccio è scandito dalla storia dei Greci dagli tempi della prima guerra mondiale alla fine della guerra civile, si ascoltano molte canzoni che in realtà non furono mai cantate in quegli anni), ma che costituisce un rilancio convincente di quel genere musicale, sentito come "filo rosso" dell'autentica anima greca contemporanea. Gli interpreti sono tutti bravi, sia sul piano musicale, sia su quello drammatico: e la protagonista, la cantante Sofia Leonardou, che è anche coautrice dello script, particolarmente efficace. 'Αξιον.
Gian Piero Testa 12/8/2010 - 07:06

Ti ho visto là sul tavolo

Ti ho visto là sul tavolo
[1974]
Testo di Yuki Maraini
sulla base di Uguaglianza di Paolo Pietrangeli
Fonte: Maraini Y. (a cura di),
Siamo in tante...(la condizione della donna nelle canzoni popolari e femministe: libro + disco),
Savelli, Roma, 1975
Testo ripreso dal Deposito-Canti di Lotta


Le donne e il compagno Maschietto
di Riccardo Venturi

Negli anni '70, e particolarmente durante le mobilitazioni per il diritto al divorzio e all'aborto, nell'ambito del movimento femminista militante italiano nacquero numerose canzoni: non esiste lotta senza il suo accompagnamento in musica. In tale ambito, non poca importanza ebbero le parodie di canzoni note e meno note: questa è particolarmente significativa, in quanto non sfruttava una canzonetta più o meno commerciale, bensì la canzone notevolmente impegnata di un cantautore-simbolo come Paolo Pietrangeli, l'autore di Contessa nonché futuro regista del "Maurizio... (continuer)
Ti ho visto la sul tavolo
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 11/8/2010 - 21:38
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Sud (# 2)

Sud (# 2)
[2008]
Album : Occidente

Un brano che parla di emigrazione
(testo e musica: Gianluca Bernardo) Luglio 2006

Gianluca Bernardo: voce, chitarra acustica
Luca de Giuliani: chitarra elettrica, synth
Claudio Mancini: chitarre
Pierluigi Toni: basso elettrico
Gabriele Petrella: batteria, percussioni, cori

Adriano Bonforti: pianoforte
Augusto Pallocca: sax
Simone Nanni: tromba
Roberto Palermo: fisarmonica
Emanuele Celegato: Mandolino
Un sud antico coltivato a grano
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 11/8/2010 - 17:51
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Los hijos bastardos de la globalización

Los hijos bastardos de la globalización
I FIGLI BASTARDI DELLA GLOBALIZZAZIONE
(continuer)
envoyé par Luca 'The River' 11/8/2010 - 16:27
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Yo me vuelvo para Chile

Yo me vuelvo para Chile
[196?]
Parole e musica di Juan Capra
Nel disco collettivo “Chants Revolutionnaires du Chili” pubblicato in Francia, poi uscito in Italia nel 1973 per I Dischi dello Zodiaco con il titolo “Cile canta e lotta, vol. 1 – Canti popolari cileni di ieri e di oggi”.

Juan Capra è stato un importante artista cileno attivo negli anni 60 e 70. Fu poeta, cineasta, musicista (collaborò parecchio con i Quilapayun) e – soprattutto - un pittore così noto da esporre in molte gallerie internazionali. Si narra – ma non ho potuto verificarlo - che sia l’unico artista cileno ad aver esposto al Louvre. Sicuramente Juan Capra si traferì molto presto dal Cile a Parigi, lasciando la sua casa – che era già un ritrovo di artisti – ai fratelli Angel e Isabel Parra. E fu proprio nella casa di Juan Capra a Santiago che videro la luce la “Peña de los Parra” (con Patricio Manns, Rolando Alarcón, Víctor Jara, Payo Grondona,... (continuer)
Dos años que ando rodando
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 11/8/2010 - 14:55
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Quando sarò grande

Quando sarò grande
[1984]
Album "Fabio Concato"

Parole e musica di Fabio Concato
Arrangiamenti di Vince Tempera
Prendimi per mano,
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 11/8/2010 - 10:05
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Salta balla batti sveglia (Tesanitsonkwak)

Salta balla batti sveglia (Tesanitsonkwak)
[1999]
Canzone canadese presentata al 42° Zecchino d’Oro da una coppia di bambini di origine Mohawk.

Hi, hi, hi, questa è – se possibile – anche peggio delle canzoni di Maicol Gecson…
Penso che se alla lettura del testo vi riempirete di pustole, all’ascolto potrà anche venirvi un bello shock anafilattico, oppure vi esploderà il cranio come ai perfidi alieni in “Mars Attacks!” quando sentivano il country yodel di Slim Whitman …
Però è una canzone contro la guerra, e tant’è. Vi tocca lo Zucchino.
Hi, hi, hi!!! (Alessandro, stai buono o ti do un’altra martellata, hai capito?)
Salta batti batti salta, salta batti sulla terra,
(continuer)
envoyé par Alienandro 11/8/2010 - 09:41
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La notte in cui mi tolsi l'armatura

La notte in cui mi tolsi l'armatura
[1975]
Album: “I cavalli di Troia”

Da Il deposito
La notte in cui mi tolsi l'armatura,
(continuer)
envoyé par giorgio 11/8/2010 - 08:20
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Romero el madero

Romero el madero
ROMERO LO SBIRRO
(continuer)
envoyé par Luca 'The River' 11/8/2010 - 03:36
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L’impotente

L’impotente
Chanson italienne – L'impotente – Assemblea Musicale Teatrale – Giampiero Alloisio e Bruno Biggi – 1976

Tu sais, Lucien mon ami l'âne, les hommes, les paysans ont dû quitter les campagnes afin de ne pas y périr. On leur disait qu'il y avait du travail dans les industries des villes, qu'ils pourraient y gagner leur vie et celle de leur famille. En somme, ils n'avaient pas le choix. Ils furent des millions à devoir délaisser leurs campagnes, leur pays, pour aller perdre leur vie et celle de leur famille à la gagner dans les ateliers de la civilisation citadine.

Je sais, je sais, dit Lucien l'âne, j'en ai vu partir tant et tant, qui laissaient derrière eux le vent, le soleil, les amis, les parents, femme et enfants. Ils partaient au loin beaux et forts encore un matin de printemps. Ils partaient vers une vie meilleure, qu'on leur avait dit, qu'on leur avait même souvent garantie. Ils revenaient,... (continuer)
L'IMPUISSANT
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 10/8/2010 - 21:43
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Ninna nanna per un bambino del Vietnam

Ninna nanna per un bambino del Vietnam
[1975]

Scritta con Beppe Chierici.

Singolo poi incluso anche in "Il paese dei bambini con la testa", sempre del 1975, ultimo album della grande cantante e compositrice italiana, morta suicida nel 1993 insieme al marito, l'attore Tino Schirinzi
C'è un bambino là in Oriente
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 10/8/2010 - 18:34
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18 And Life

18 And Life
Ricky was a young boy, he had a heart of stone
(continuer)
envoyé par Anonymous 10/8/2010 - 17:40

Canzone del Faraone

Canzone del Faraone
Chanson italienne – Canzone del Faraone – Dario Fo - 1971

J'aime bien cette chanson, dit Marco Valdo M.I., pour ce qu'elle dit de ce qui est dû aux paysans, aux ouvriers, aux artisans et aux artistes. Ces anonymes ont fait le monde et l'histoire, ont fait les routes et les champs, ont créé les paysages, les villes et les villages, ont donné à manger à l'espèce entière... Et continuent à le faire...

J'étais là, je les ai aidés, je les ai vu faire, dit Lucien l'âne en levant le front.

C'est, dit Marco Valdo M.I., une de ces vérités universelles qu'on tente par tous les moyens d'occulter que cette évidente création collective qu'est la vie humaine. Et pourtant, c'est également vrai pour le savoir, pour tout le savoir. Le savoir médical – par exemple – est un ensemble complexe de myriades d'expériences, de connaissances accumulées au travers des temps et des hommes qui s'y sont consacrés.... (continuer)
CHANSON DU PHARAON
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 10/8/2010 - 14:43
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La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida]

La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, <i>o</i> Il feroce questore Guida]
Pinelli, settant'anni prima...

29 aprile 1897. Il poster sbagliato

di Fruttero & Gramellini

da La Stampa del 14 giugno 2010

Qualcuno doveva aver calunniato Romeo Frezzi, perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato… L'incipit del «Processo» di Kafka si adatta tristemente allo scandalo romano di fine secolo, la morte misteriosa di un falegname socialista di via Margutta. Romeo Frezzi, appunto. «Venga con noi, è una formalità», lo abbordano i poliziotti, dopo avergli perquisito l’appartamento senza mandato. In questura gli chiedono di una foto trovata in casa sua: ritrae un gruppo di anarchici seduti intorno a Pietro Acciarito, il fabbro che qualche giorno prima ha tentato di accoltellare Re Umberto all’ippodromo delle Capannelle. Frezzi giura di non conoscere Acciarito e neppure gli altri. Lui la foto l’ha avuta in regalo da un fotografo che lavora accanto... (continuer)
Bartolomeo Pestalozzi 10/8/2010 - 11:29
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La leva

La leva
[1969]
Album “Mio caro padrone… / Contessa”

Da Il deposito
Gira, gira quella leva,
(continuer)
envoyé par giorgio 10/8/2010 - 11:02
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Job Well Done

Job Well Done
[1991]
Lyrics & Music by Rob Lincoln

Not traditional Arabic, but an anti-war song about Persian Gulf war that has a middle eastern flavour..
"Job Well Done" was written about the Persian Gulf War. My song title was lifted from the popular headline of the day used as the war concluded. The war accomplished so many wonderful things. Among them it enabled the use of advanced new weaponry in real combat situations. One such weapon I read about sucked oxygen from it's victims using a fiery explosion.

The only comment I received from this song was from a friend of mine in Israel: "In Job Well Done I could hear Pearl Jam doing it with some painful screams and grinding guitar-3.8 In Israel, of course, American intervention in dangerous areas in the middle east are often viewed differently than from the US. What war is to whose interest and at what cost -short term long term. Only arrogance... (continuer)
I heard a silence before the planes
(continuer)
envoyé par giorgio 10/8/2010 - 08:43
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Cara Laura

Cara Laura
Fabio Ghelli e gli Apuamater interpretano "Cara Laura" a Fosdinovo il 25 aprile 2010

Riccardo Venturi 9/8/2010 - 21:04
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Al comando portà

Al comando portà
[2009]
Poesia di Carolus Luigi Cergoly
Musica di Alessio Lega

Vedi anche Il suo nome: bandito


"...Volevo farvi una poesia di un poeta resistente e triestino, che si chiamava Cergoly. È la storia di un partigiano garibaldino. Non l'ho sostanzialmente mai eseguita sostanzialmente per due buoni motivi: l'ho fatta recentemente per un amico triestino che mi aveva fatto conoscere questo poeta, e per il fatto che il poeta scrivesse in lingua triestina...d'altronde voi siete friulani e mi perdonerete se un leccese si permette... - Alessio Lega, Udine, 18 settembre 2009

Al comando portà
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 9/8/2010 - 18:28
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The Mercy Seat

The Mercy Seat
The Mercy Seat

[1988]
Album “Tender Prey”
Scritta da Nick Cave e Mick Harvey.
Ripresa anche da Johnny Cash in una suggestiva versione inclusa nell’album “American III: Solitary Man” del 2000.

Quel che è il trono del dio “misericordioso” dei cristiani diventa qui la sedia elettrica per il condannato in attesa dell’esecuzione nel braccio della morte…
It began when they come took me from my home
(continuer)
envoyé par Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 15:41




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