Ahahahah!
Attualissima. Sarebbe divertente, se non fosse che c'è da piangere per la situazione.
Ho anche provato a canticchiarla sull'aria dell'originale, ma credo di aver cannato tutti gli accenti. In ogni caso, la canzone è magnifica e irriverente. Mi è piaciuta soprattutto l'ultima parte, quella della mitraglia e del supermercato, ma quella della mamma alcolista mi ha fatto, purtroppo, scompisciare. Un salutone!
Riccardo ma come mai ci sei stato nel mezzo di quella guerra? eri la quando è successa? ps grazie per la traduzione della canzone!
chiara 2/4/2010 - 19:14
Ci sono stato, Chiara, quando ancora facevo l'interprete e il traduttore (attività che ora praticamente svolgo solo per questo sito :-D): pur non conoscendo certo alla perfezione il serbocroato, ero stato "ingaggiato" per lavorare assieme ad alcune spedizioni "umanitarie" (sarebbe lungo spiegare il perché di queste virgolette, e magari un giorno lo farò). In tutto ci sono stato 4 volte tra l'inizio e il mese di settembre del 1993. Saluti cari!
Davvero? io faccio la 5' liceo e come argomento della tesina di maturità ho scelto proprio la guerra in Bosnia Erzegovina, è un argomento molto interessante, infatti stavo prendendo in considerazione l'anno prossimo di studiare proprio il serbocroato all'università!
A me fanno paura i razzisti in camicia rossa che fanno gli antirazzisti di professione ma sotto sotto sono piu' razzisti di coloro i quali accusano di esserlo. Buona Pasqua !
Luigi Semerari 2/4/2010 - 16:41
Bravo Luigi! Hai espresso un concetto davvero conclusivo e pregnante. Sono davvero spiazzato... non so cosa replicare al tuo argomento, per nulla banale, mai ascoltato prima, che denota rara intelligenza, particolare sensibilità, profondità di pensiero e spiccata capacità di analisi al di là dei luoghi comuni cui troppi, purtroppo, fanno ricorso al giorno d'oggi... Ma non tu! Tu no... le due semplici righe che hai scritto sono per il sottoscritto, al tempo stesso, un monito ed una luce che sento mi condurrà dalle tenebre alla verità.
Grazie, Luigi, di cuore!
Buona Pasqua anche a te.
Testo, musica e prima esecuzione di Markos Vamvakaris, "Frangos", 1935
Altra interpretazione: Grigoris Bithikotsis, 1960.
Il simandro è una sbarra di ferro o di legno che nelle chiese greche e in diversi culti dell'Asia viene percossa per richiamo, e vale come la campana in occidente. Penso che, in questo caso, ad essere percosse come simandri siano le sbarre delle prigioni. Il viale (leofòros) Singroù è la lunga arteria, oggi un po' meglio edificata, che collega Atene, dall' Arco di Adriano, al Pireo.
RIMBOMBANO LE PRIGIONI (continuer)
envoyé par Gian Piero Testa 2/4/2010 - 14:57
Potrebbe interessare a qualcuno conoscere qualcosa sul personaggio di Andreas Singròs, cui è intitolato il grande viale che collega Atene al Pireo.
Fu uno dei più ricchi Greci del XIX sec., originario di Costantinopoli, e visse dal 1828 o 1830 al 1899. Di lui si ricorda la fondazione di diversi importanti istituti di credito e soprattutto l'incessante azione di filantropo e di pubblico benefattore. Gli si devono i Musei di Delfi e di Olimpia, diversi ospedali, il Teatro di Atene, il collegamento stradale tra Atene e il porto, e anche la costruzione delle carceri che gli furono intitolate. Di lui sono meno ricordati, oggi, il coinvolgimento in un grande scandalo finanziario e i condizionamenti che riuscì a esercitare sulla politica nazionale. Fu a lungo deputato dell'isola di Siro.
Immagini di soldati americani esposti al fallout radioattivo durante i "Nevada Proving Grounds", gli esperimenti nucleari condotti dall'esercito USA nei primi anni 50 nel deserto del Nevada: