Chanson italienne – Lettera alla Fidanzata – Riccardo Venturi – 25 juin 1990
Lucien mon ami, regarde ce beau chardon... C'est Riccardo qui te l'offre, à toi expressément... À toi : « Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo... ». Bon d'accord, pas plus que moi, tu sembles connaître l'auteur de ce petit bout de phrase...
Mais si, mais si, dit Lucien l'âne en secouant sa jolie queue en signe de confirmation. Je sais bien qu'il s'agit d'un texte de Carducci. Que penses-tu ? Que j'ai traîné pendant des siècles tout autour de la Méditerranée sans savoir les textes qui parlent de l'âne... Je comprends que toi, mon ami Marco Valdo M.I., qui selon tes propres dires ne connaît que fort peu l'italien et l'Italie, tu ne saches que peu de choses de Carducci. Je le comprends bien, mais moi, Lucien, enfant de Lucien, depuis le temps que je me promène en âne littéraire et cultivé... Et puis, laisse-moi... (continuer)
Julian Grimau non fu fucilato. Fu garrotato. Muchos se acabàron asì. Me lo ricordo benissimo.
Gian Piero Testa 18/9/2009 - 13:39
Gian Piero, mi sa che ti devi ricordare male:
Muerte de Grimau
Julián Grimau, entre tanto, pasaba en el cuartel militar del barrio de Campamento sus horas de capilla, es decir, las previas a la ejecución de la pena, en compañía de su abogado, de acuerdo con las ordenanzas militares. Hacia las 5 de la madrugada del 20 de abril, fue trasladado en una furgoneta al campo de tiro del cuartel, donde debía ejecutarse el fusilamiento. En principio, correspondía a la Guardia Civil formar el pelotón, pero sus mandos se negaron a hacerlo. El capitán general de Madrid rehusó también que el pelotón fuera integrado por militares de carrera, que era la segunda opción. Parece ser que fue el propio Franco quien dio la orden de que los ejecutores de Grimau fueran soldados de reemplazo, y así se hizo. Jóvenes, asustados y sin experiencia de tiro, según los testigos, dispararon a Grimau 27 balas sin lograr... (continuer)
Sì, ho ricordato proprio male e chiedo scusa. Anzi, mi aggiungerò, alla spagnola, un secondo cognome, quello di Alzheimer: "Gian Pierp A. Testa". Anche di Antich mi ricordo e proprio a lui credo di dovere la confusione. Dovevano essere gli anni Sessanta, e allora avevo l' Espana en el corazòn. Una sera a Siviglia domandammo a un barista che cosa si diceva in giro di Grimau, e ci rispose che, niente, avevano matado a un asesino. Poche sere prima ne avevamo parlato fitto fitto con un altro oste, la cui moglie stava appostata alla porta, che non venisse qualcuno a sorprenderci. Ma eravamo in Catalogna e quell'oste, sapendo che proseguivamo per l'Andalusia, ci avvertì: allì estan todos criàdos.
Strage di italiani a Kabul
sei i nostri militari morti
uccisi anche 10 civili afgani
Attentato kamikaze nella capitale, coinvolti due blindati del nostro contingente. Le vittime erano tutti parà della Folgore. Ci sono anche quattro nostri connazionali feriti, e 55 civili afgani. Salgono così a 21 i militari italiani morti nel paese asiatico, a partire dal 2004. La Camera sospende i lavori in segno di lutto. Berlusconi: "Cordoglio e solidarietà, sono caduti per la libertà". La Russa in Senato: "Infami e vigliacchi, non ci fermeranno"
daniela -k.d.- 17/9/2009 - 12:52
Quando Roger de l'Isle scrisse le Chant de l'Armée di Rhein (ho scritto a memoria, potrei aver sbagliato tutta l'ortografia)*, più nota come La Marseillaise, non fu ipocrita. Scrisse: Aux armes, citoyens ! Marchez, Marchez, con quel che segue. Oggi si canta: Marchons, marchons, ma il sottinteso è sempre lo stesso: armatevi, e partite. Noi non mancheremo, con le corone, ai vostri funerali. I funerali vostri, mica i nostri, s'il vous plaît.
IL MASSACRO DI ACTEAL NON HA COLPEVOLI
da Calle 23
A metà agosto del 2009 la Corte Suprema messicana ha ordinato la scarcerazione di 22 uomini appartenenti al gruppo paramilitare che il 22 dicembre 1997 a Acteal massacrò 45 indios tra i quali vi erano molte donne incinta.
La Corte Suprema ha affermato che il processo a carico dei 22 imputati si è svolto con prove artefatte e con testimonianze false per cui ha disposto la scarcerazione. Mentre altre sei persone appartenenti al gruppo paramilitare che si è macchiato del massacro di Actael avranno diritto ad un nuovo processo.
Il massacro colpì un'associazione non violenta chiamata Las Abejas (le api) che lottava e lotta ancora oggi in modo pacifico e non violento per far riconoscere allo stato federale messicano i diritti degli indigeni.
L'avvocato dell'associazione Las Abejas ha commentato così la decisione del tribunale:"Questo tipo di decisione crea rischi molto seri per le persone che sono ancora legate all'organizzazione Las Abejas e per i testimoni oculari della vicenda".
Se qualcuno volesse dare uno sguardo a ciò che era la Spagna sotto la dittatura fascista, consiglio la visione di due vecchi film del regista Carlos Saura, da poco disponibili in dvd e già in offerta a prezzo stracciato (forse perchè ormai certe pellicole non se le incula più nessuno).
"La caza" (La caccia) è del 1965, in piena era franchista. E' una sorta di "western" crepuscolare (mi ha ricordato, per esempio, "Lo straniero senza nome" di Clint Eastwood) in cui Saura, nato nel 1932, vuole raccontare in realtà la Spagna in cui è cresciuto.
Tre vecchi amici, ex combattenti franchisti nella guerra civile, si ritrovano nella tenuta di uno di loro per una battuta di caccia al coniglio selvatico. Sotto le vecchie scorze fanno capolino i rimorsi, le disillusioni, le sconfitte, le pochezze di ognuno, che si rivelano poco a poco sullo sfondo di un paesaggio arido e desolato, segnato ancora dalle... (continuer)
Alessandro 17/9/2009 - 10:59
"Anche qui il monito è chiaro, e vale anche per noi, oggi: se si continuano a tollerare e a nutrire i fascisti, verrà il giorno che questi ci toglieranno la libertà"
Bisognerebbe chiedere ai russi, ai romeni e a tutti i popoli dell' est, ai cinesi, ai cubani, ai cambogiani
e coreani chi devono smettere di tollerare e nutrire.
Bisognerebbe prima definire che cos'è "libertà". Troppo spesso scambiata e confusa col liberalismo borghese, spacciato come "non plus ultra" come unica libertà possibile. Se "libertà" è la nostra capacità di autodeterminarci al di fuori di questi preconfezionati schemi, è da un pezzo che l'abbiamo persa! (vedi Gaber).
Credo che le canzoni e i contributi che vengono qui pubblicati dimostrino ampiamente - e senza che debba essere sempre puntualizzato da qualcuno in chiave ideologica - che questo non solo è un sito antifascista ma antitotalitarista... Che poi il fascismo sia nero, rosso, verde o bianco fa poca differenza.
Io parlavo della Spagna franchista (fascismo nero, nero) perchè ho visto due bei film e ho pensato di contribuire al percorso presente sulle CCG raccontandoli, caso mai interessasse a qualcuno... Mi sono poi permesso, solo alla fine e tra le righe, di ricordare che anche qui in Italia il fascismo (quello nero nero, e non un altro) è stato storicamente ed è oggi funestamente presente... e per averne conferma non bisogna neanche pensare al Fini avviato a diventare il primo presidente postfascista di una Repubblica nata dalla Resistenza... non bisogna neanche pensare ai respingimenti dei migranti... (continuer)
Mi sa che la "mano invisibile" del mercato oramai sia diventata un pugno. E un pugno che mena di brutto. Lui sarà invisibile, d'accordo, perché così è scritto nei Classici. Un po' meno invisibili, però, mi sembrano le ecchimosi sul muso dei tartassati: non sarà il caso di mostrarli un po' di più in giro, gli effetti di tutta questa santa Provvidenza? Chissà che non siano proprio qui, le parti molli del Berlusca e del Bossi.
"GUERRE", voce dal "Dictionnaire philosophique" (Genève, 1764) di François Marie Arouet, detto Voltaire, nella versione integrale edita dal centro di ricerche "Hubert de Phalèse", Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle.
La famine, la peste et la guerre sont les trois ingrédients les plus fameux de ce bas monde. On peut ranger dans la classe de la famine toutes les mauvaises nourritures où la disette nous force d'avoir recours pour abréger notre vie dans l'espérance de la soutenir.
On comprend dans la peste, toutes les maladies contagieuses, qui sont au nombre de deux ou trois mille. Ces deux présents nous viennent de la Providence ; mais la guerre qui réunit tous ces dons, nous vient de l'imagination de trois ou quatre cents personnes, répandues sur la surface de ce globe, sous le nom de princes ou de ministres ; et c'est peut-être pour cette raison que dans plusieurs dédicaces on les appelle... (continuer)
Alessandro 17/9/2009 - 16:32
"GUERRA", traduzione in italiano della voce dal "Dizionario filosofico" di Voltaire, edito per la prima volta a Ginevra nel 1764.
La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo. Si possono collocare nella classe della carestia tutti i cattivi nutrimenti cui la penuria ci costringe a ricorrere per abbreviare la nostra vita nella speranza di sostentarla.
Nella peste si comprendono tutte le malattie contagiose, che sono in numero di due o tremila. Questi due presenti ci vengono dalla provvidenza. Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall'inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti; è forse per questo motivo che costoro, in molte dediche, vengono chiamati "immagini viventi della divinità".
L'ottimista più risoluto ammetterà senza fatica che la guerra trascina... (continuer)
Leggendo "Per chi suona la campana" ho sentito l'eco di "Oltre il ponte". Mentre leggo, a tratti, sembra di ascoltare la storia che il vecchio racconta alla ragazza.
Michele