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Rokko e i Suoi Fratelli: Sopravvoliamo

Rokko e i Suoi Fratelli: Sopravvoliamo
band formata da Corrado Guzzanti, Stefano Masciarelli, Antonello Fassari e Pier Francesco Loche.

Era la canzone che apriva e chiudeva "Avanzi", il programma satirico di Rai Tre condotto magistralmente da Serena Dandini. Il testo è chiaramente molto ironico e molto critico nei confronti della "classe politica" di allora (la canzone è del 1992, quindi in piena Tangentopoli) che poi non è tanto diversa dalla "classe politica" attuale. E' un inno alla libertà e alla democrazia (quella vera). Quindi è un inno di pace. Ascoltaltela e fatela ascoltare!
A testa bassa affronti il bus ogni mattina
(continuer)
envoyé par Jack 13/1/2009 - 06:01
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Ballata per Alfredo Zardini

Ballata per Alfredo Zardini
[1971]
Testo e musica di Franco Trincale.

"Quando gli albanesi (o i rumeni) eravamo noi", cioè soltanto pochi anni fa, succedeva quel che segue. Una storia e una canzone da leggere e ascoltare attentamente, assai attentamente. Alfredo Zardini era veneto, del Cadore. Nel Veneto, adesso, c'è la Treviso di Gentilini. [CCG/AWS Staff]

Alfredo Zardini (Provincia di Belluno, 1931 – Zurigo, 20 marzo 1971) era un lavoratore italiano emigrato in Svizzera, caduto vittima di un'aggressione xenofoba.

Dopo essere cresciuto e aver imparato il lavoro di falegname nel suo paese natale nel Cadore, a 40 anni Zardini trova una più favorevole opportunità di lavoro come carpentiere in una ditta di Zurigo.

In quegli anni la Svizzera ospitava 1 milione e centomila lavoratori stranieri, tra cui circa 650 mila italiani. In questo clima si facevano strada le idee xenofobe di cittadini e politici che temevano la... (continuer)
O cara moglie, miei cari figlioli,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 13/1/2009 - 02:21
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Almirante

Almirante
[1975]
Testo di Roberto Benigni



Ora, se si va a leggere su Wikipedia, il nome completo di Roberto Benigni (Roberto Remigio Benigni) è seguito dalla dicitura “OMR” (Ordine al Merito della Repubblica). Benigni è quello che vince gli Oscar, che abbraccia e bacia i presidenti, che vede il suo “La vita è bella” in proiezione privata assieme al papa, che legge e rilegge Dante, che legge persino la Bibbia alle maratone televisive. Non c'è che dire: bella carriera. Si dia alla precedente espressione l'accezione che le si vuol dare.

Per me, Roberto Benigni è stato per un certo periodo l'anima della Toscana, in tutte le sue componenti. Quella becera, certo, ma anche quella cupa, tragica. Quella carogna, ma anche quella più profondamente e inaspettatamente tenera. Le sapeva interpretare e esprimere tutte quante, il Benigni di “Berlinguer ti voglio bene”, di “Televacca” (o “Onda Libera” che dir... (continuer)
Maledetta l'ora
(continuer)
envoyé par Ahmed il Lavavetri 13/1/2009 - 01:16
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Io me ne volli andà per i' Mugello

anonyme
Io me ne volli andà per i' Mugello
Stornelli mugellani.

Nel Mugello gli stornelli sono tra le tradizioni ancora più vive, tanto che, addirittura nella città di Firenze, quando si parla di stornelli si intendono “tout court” gli stornelli mugellani (si dice “mugellani”, non “mugellesi”). E gli stornelli mugellani riflettono spesso quelle terre di matti e fieri montanari che hanno visto sia l'anarchismo che la chiesa di Barbiana, la Resistenza e la storia del cane Fido. E allora, in omaggio al Mugello e alle sue genti, ecco questa terrificante stornellata che mi cantava mio nonno, Venturi Bruno, la cui moglie, mia nonna Aldrovandi Ede, era peraltro mugellana di Sant'Agata. Me la cantava con mucho gusto, da ferroviere anarchico anticlericale qual era, e con altrettanto gusto (seppur con qualche parola diversa) me la ritrovai cantata da Riccardo Marasco. C'è di tutto: belle ragazze discinte che sgobbano per il sor padrone, tre... (continuer)
Io me ne volli andà per i' Mugello
(continuer)
envoyé par Riccardo Scocciante 12/1/2009 - 23:45
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South Hill

South Hill
2008
Album: Manchester
When my girl got pregnant
(continuer)
12/1/2009 - 19:37
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Vasco Rossi: Vivere

Vasco Rossi: Vivere
[1993]
Testo: Vasco Rossi
Musica: Tullio Ferro e Massimo Riva
Lyrics: Vasco Rossi
Music: Tullio Ferro & Massimo Riva

Album: Gli spari sopra
Altri interpreti: Malika Ayane



Eccomi, un lunedì qualsiasi, approssimandosi la “ottomila” di questo sito e di ritorno da un turno al 118, a ricantarmi 'sta canzone. Tutta una serie d'ingorghi sui viali a cantarmela. Veramente un prodromo c'era stato anche ieri mattina, quando avevo ricordato ad una persona che 'sta canzone qui ha per me un significato particolare; e siccome, come tutti sanno, io ho sempre biecamente approfittato del mio “status” di amministratore di questo sito per infilarci dentro tutte le famose canzoni della mia vita....

Ma sì, ma sì. Mica c'è un motivo particolare. Solo ricordi che affiorano, lievemente oramai, senza nessuna speciale condizione; oramai il tempo ha compiuto tutto il suo lavoro, quello per cui è pagato.... (continuer)
Vivere
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 12/1/2009 - 19:15
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Corporate Cannibal

Corporate Cannibal
[2008]
Album "Hurricane"

«Il capitale ha un unico impulso vitale, quello di valorizzarsi, di generare plusvalore, di assorbire con la sua parte costante, coi mezzi di produzione, la più grande massa di plusvalore che sia possibile. Il capitale è lavoro morto che resuscita, come un vampiro, solo succhiando lavoro vivo, e tanto più vive quanto più ne succhia» (Marx, Il Capitale, libro primo, cap.8)

"Pleased to meet you, pleased to have you on my plate / your meat is sweet to me / your destiny / your fate / you’re my life support, your life is my sport / I’m a man-eating machine" (Grace Jones, "Corporate Cannibal)

Beh, mi pare che il significato sia chiaro: il capitalismo moderno, fondato sulla finanza virtuale è un vampiro che per esistere cannibalizza il mondo reale, e in definiva gli esseri umani... molti lo provano sualla propria pelle, altri non sembrano rendersene conto forse perchè... (continuer)
Pleased to meet you, pleased to have you on my plate
(continuer)
envoyé par Alessandro 12/1/2009 - 10:31
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Waiting For The Bus to Take Me Home

Waiting For The Bus to Take Me Home
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Una canzone dedicata a Gary Tyler, un afroamericano che sta marcendo in prigione dal 1975 per un delitto che non ha commesso quando aveva 17 anni.

Nel 1974, nella Destrehan High School della Louisiana ci furono aspri scontri motivati dall'avversione degli studenti bianchi all'integrazione di studenti di colore nella scuola.
Un giorno, il bus della scuola che riaccompagnava alle loro case i ragazzi neri venne attaccato da una folla di bianchi inferociti. Qualcuno esplose un colpo di pistola e un ragazzino bianco di 13 anni rimase ucciso.
Il 17enne Gary Tyler fu subito individuato come l'assassino e fu condannato alla sedia elettrica (pena poi commutata in ergastolo) da una giuria di soli bianchi, in un processo con prove falsificate (la pistola ritovata era in uso alle forze dell'ordine ed il reperto in seguito fu fatto sparire...) e testimoni minacciati... (continuer)
My name is Gary Tyler, Louisiana-born
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:31
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Same Old Same Old

Same Old Same Old
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”
Lately it seems no-one cares anymore
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:11
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Bury Me Deep

Bury Me Deep
[2007]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

A short aside concerning the reign of Queen Thatcher.
When I first came to Commons Lords
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:02
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Long Kesh

Long Kesh
"Ciao, ho visto che nel vostro sito c'è postata una canzone su Long Kesh, e volevo segnalarvi la "nostra" "Long Kesh", ascoltabile alla nostra pagina MySpace o alla pagina Facebook.

Ciao e complimenti".

Paolo Ghidini, dei Belfast.

E noi accogliamo immediatamente la segnalazione di Paolo, che ci ha non solo segnalato la canzone ma anche inviato il testo originale inglese e la traduzione italiana. Lo ringraziamo davvero di cuore dando il benvenuto ai Belfast nel nostro sito ed invitando Paolo e gli altri componenti del gruppo a mandarci altre canzoni "in tema" se già ne hanno, oppure a mandarcele via via che le comporranno. [CCG/AWS Staff]
I'm sitting here, the mattres is on the floor, I cant sit down here for a couple of weeks
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 11/1/2009 - 23:01
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Sing About Love

Sing About Love
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

We stood around in a half-circle in the airless Shabby Road basement for four weeks solid singing this song until we got it right and lost our voices.

It was inspired partly by Dick Gaughan’s ‘A Different Kind of Love Song’, the first verse of which says, ‘You ask me why I sing no love songs/You say the songs that I sing make you angry and sad/You say that you listen to music/To escape from the things that make you feel bad.’
He tells the story of “... playing in a folk club somewhere in the southeast of England when a woman came up to me and proceeded to ask me all the questions in the first verse of this. When I replied, she looked at me sadly and said, ‘Oh, you’re still at the political stage, then,’ and walked off.”
I don’t want to sing about anger and hate
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:59
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Word Bomber

Word Bomber
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

When the names of the four young men from leeds who murdered 52 people in London in July 2005 were revealed, a friend of ours talked of how she’d been at high school with one of the boys, Shehzad Tanweer, who worked in his mum & dad’s fish & chip shop. That he’d been a “lovely young lad.” In his taped message recorded before the bombing, Shehzad said, “What you have witnessed now is only the beginning of a series of attacks which will intensify and continue until you pull all your troops out of Afghanistan and Iraq. Until you stop all financial and military support to the US and Israel and until you release all Muslim prisoners from Belmarsh and your other concentration camps. And know that if you fail to comply with this then know that this war will never stop.”
But of course, the repeated ‘you’... (continuer)
Strap these words
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:53
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Words Can Save Us

Words Can Save Us
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Outro al brano sul sito del gruppo:

Summing up the shortening distance between news of another us high school massacre and news of continuing bombing raids on Iraqi towns.

“Talking to terrorists is the only way to beat them.” (Mo Mowlam)
April morning summer come soon
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:47
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Buffalo Soldier

Buffalo Soldier
qualcuno mi sà dire ke significato a la frasea "questo intanto,quando analizzo la puzza
ha molto senso secondo me" nella versione italiana.
grazie

by giuly
11/1/2009 - 11:05
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Carlo Martello torna [o: ritorna] dalla battaglia di Poitiers; o Carlo Martello

Carlo Martello torna <i>[o: ritorna]</i> dalla battaglia di Poitiers; <i>o</i> Carlo Martello
Ho sentito per la prima volta questa canzone di Fabrizio nel lontano 1962 (o 63, non sono sicura). Una mia compagna di liceo mi aveva prestato il disco insieme al"Testamento".
Se la memoria non m'inganna sulla faccia B di Carlo Martello c'era "la ballata dell'eroe" e sul retro del testamento "la ballata del Miché". Oggi tutti conoscono queste canzoni, ma allora erano diffuse solo dal passaparola, alla radio neanche a pensarci. Forse chi è nato dopo non riesce a immaginare l'impatto emotivo provocato da queste canzoni nella società di allora; era veramente l'inizio di un mondo nuovo (purtroppo solo nelle coscienze di molti giovani e non nella realtà)
Silva 11/1/2009 - 09:39
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Fuoco e mitragliatrici e Valzer dei disertori

anonyme
Fuoco e mitragliatrici <i>e</i> Valzer dei disertori
Magyar nyelvre fordította Riccardo Venturi
2009-01-11-én

Egy a I. világháború idejére visszanyúló tiltakozási dal, amit az olasz népzenetudós Roberto Leydi meggyűjtött Alfonsinében, a ravennai megyében.
A dal tiltakozik a háború szörnyű állapota ellen, amiben a katonáknak el kell veszteni olyan sok társat, hogy elfoglaljanak egy arasznyi földet.
A dalt írták valószínűleg 1915.12.16-a (támadás a “Rakéták Lövészárkára”, amit a hős Sassari gyalogezred elfoglalt egy szuronyrohammal) és 1916.3.29-e (Isonzo ötödik harca) között.

Ez a szép, keringődallamú dal még mostanaban játsszák a “Negy Megyében” (Piacenza, Génua, Alessandria és Pavia) hagyományos hangszerekkel, pl. az olasz dudával (kétnyelvű népoboa), a kromatikus harmonikával és a pásztorsíppal. A dallamot írta a híres nápolyi zeneszerző Ernesto De Curtis Libero Bovio daláért “Sona, Chitarra” (“Játssz, gitár”). [RV]
TŰZ ÉS GÉPPUSKÁK
(continuer)
11/1/2009 - 08:31
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Спокойно, товарищ, спокойно

Спокойно, товарищ, спокойно
There are variants where Vizbor omits the second stanza and sings "old chap" instead of "friend", but so do many authors...
The full song is sung by Vizbor in the film "Июльский Дождь".
(Viacheslav Chetin)
Спокойно, дружище, спокойно,
(continuer)
envoyé par Viacheslav Chetin 11/1/2009 - 05:19
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Stai attento, uomo bianco

Stai attento, uomo bianco
[1967]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La signora è da buttare"

Sia nello spettacolo "La signora è da buttare" che nel disco "Le canzoni di Dario Fo, vol. 1" (1977) - dove è pure raccolta - questa canzone è interpretata da Oscar Prudente (1944-), cantautore, musicista e produttore discografico.
(Bernart Bartleby)
Li hai portati qui tu: i Bantù, gli Zulù
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 22:40
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Maminsynek w koncentraku

Maminsynek w koncentraku
à partir de la version italienne – Figlio di mamma in KZ, d'une chanson d' Aleksander Kulisiewicz, écrite en 1942, intitulée "Mamysinek w koncentratku".

Dans la chanson apparaît le terme Volksdeutsch, qui est un terme nazi qui désignait une personne d'ascendance allemande qui vivait à l'extérieur de l'Allemagne; et celui de Häftling, qui désigne un prisonnier dans un camp de concentration et/ou d'extermination.
À la lecture, cette chanson apparaît dans toute sa puissance d'ironie et de dérision. Une sorte d'humour décapant, destiné en effet à décaper toute la terreur et toute l'horreur qu'ont ressenties ceux qui sont passés au travers des tortures, des horreurs, des douleurs, des privations et de la folie de leur être d'humain à un être de fumée et de cendres.
LE FILS À MAMAN AU CAMP.
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 9/1/2009 - 22:22
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La religione dei potenti (Lascia pur che dica Iddio)

La religione dei potenti  (Lascia pur che dica Iddio)
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
"Guai a voi, ricchi pasciuti e satolli,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 22:02
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La mia cella

La mia cella
[1966]
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n.1"

cirag


La mia cella l'è un metro e quaranta
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:55

Coro dei ribelli

Coro dei ribelli
[1971]
Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo"
"Pietà l'è morta!"
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:48
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Che vogliono, che vogliono?

Che vogliono, che vogliono?
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
Che vogliono, che vogliono?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:44
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Canzone della nocività

Canzone della nocività
[1972]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ordine! Per DI0.000.000.000"
Da noi c'è tanto di quel fumo
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:39
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Ballata dell'indio cileno

Ballata dell'indio cileno
[1973]
Dallo spettacolo "Guerra di popolo in Cile"
Al suono delle catene di rame
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:34
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Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]

Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]
[1970]
Dallo spettacolo: "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente"; Collages di monologhi e canzoni sulla Resistenza italiana e palestinese.
Scritta da Paolo Ciarchi e Dario Fo
Written by Paolo Ciarchi and Dario Fo
Écrite par Paolo Ciarchi et Dario Fo
Tekijät: Paolo Ciarchi ja Dario Fo
Canta / Singer / Chante / Laulaa: Paolo Ciarchi
In album CD/ In the CDalbum / Dans l'album CD / CD-Albumissa: Paolo Ciarchi: Cent'anni di moltitudine, qualche canzone, opinione, suono, serata nella vita musicale di Paolo Ciarchi
Contiene materiali rarissimi e inediti
A cura di Alessio Lega, Claudio Cormio, Rocco Marchi
Prodotto da Archivi della Resistenza e Istituto Ernesto De Martino


Lo spettacolo è stato rappresentato un'unica volta a Milano nel 1970. Testo trovato su archivio Franca Rame


Fa parte di una “trilogia di canti tratta da Vorrei morire anche stasera... (continuer)
Il comandante della mia banda,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:30
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È fatalità

È fatalità
[1969]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n. 2"

cirag


Io son metalmeccanico e secondo le statistiche
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:22
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The Only Good Fascist Is A Very Dead Fascist

The Only <i>Good</i> Fascist Is A Very <i>Dead</i> Fascist
Dédiée au porc Almirante et à ses sbires frappeurs qui aujourd'hui, s'assoyant sur les sièges du pouvoir, ont dédouané les centurions qui errent ici et là en Italie pour tuer et massacrer et à brûler les camps des Roms, comme dans la meilleure tradition nazie.

Et au père de tous ces porcs, Giorgio Almirante, son fils préféré, Gianni Alemanno, aujourd'hui général de l'Urbe (maire de Rome), voudrait dédier une rue....
Une rue dédiée à un des auteurs des lois raciales fascistes (il fut même le secrétaire de rédaction de la revue « La défense de la race »), à un capomanipule (commandant d'un manipule fasciste) de la République de Salò (la bien nommée...), un officier des Brigades Noires, un des persécuteurs les plus acharnés de partisans, un qui dans les années 70 fut impliqué dans le stragisme (stratégie du massacre des civils italiens mise en œuvre par les fascistes, la droite et les services... (continuer)
LE SEUL BON FASCISTE EST UN FASCISTE MORT
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 9/1/2009 - 18:55
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Mama ana ahabak

Mama ana ahabak
bella grande profonda emozionante
lino albanese 9/1/2009 - 18:16

Il ritorno

Il ritorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Ai patrii confini le tradotte
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:38
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Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -

Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Son morti di fame di sonno
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:36

A Nation Is Dying

In 110 ammassati in una casa e bombardati
l'Onu denuncia il massacro di 30 civili

da La Repubblica, 9 gennaio 2009

[...] Il 4 gennaio scorso, raccontano testimoni oculari citati dal Coordinamento degli Affari umanitari dell'Onu (Ocha), centodieci persone, oltre la metà bambini, sono stati radunati in un edificio a un piano dai militari dell'esercito israeliano. Si trattava di famiglie che erano rimaste senza casa nei primi giorni di bombardamenti aerei in quella che è una delle zone più duramente colpite dall'offensiva israeliana.

Da un giorno l'esercito era penetrato via terra, e sono stati proprio i soldati a raccomandare ai profughi di restare chiusi dentro "per la loro stessa sicurezza". Il giorno dopo, la casa è stata sottoposta a un violento bombardamento. Sono morti così almeno trenta palestinesi [...]
Alessandro 9/1/2009 - 15:43
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In A Crisis

In A Crisis
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90

Il brano è stato recentemente riproposto dai Jefferson Starship ("Jefferson's Tree of Liberty", 2008)
(Alessandro)
I rolled over in bed to touch her head
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:19
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Dark Ages

Dark Ages
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
What time is it, boys and girls?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:16
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Break The Law

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
By order of the King of the United States
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:14
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Apathy And Ignorance

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
In the land where nothing's sacred
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:11
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Genesis Hall

Genesis Hall
[1969]
Dal capolavoro "Unhalfbricking"

Scritta da Richard Thompson che nel 1969 aveva solo 20 anni e preconizzava la rivoluzione contro i padri "che cavalcano con gli sceriffi" e contro i potenti che affamano il popolo...

... ma verrà il giorno in cui il popolo calpestato si vendicherà delle crudeltà subìte!

Una canzone ripresa anche dai Jefferson Starship nel loro ultimo lavoro, "Jefferson's Tree of Liberty" (2008)...
My father he rides with your sheriffs
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:42
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Cowboy On The Run

Cowboy On The Run
[1975]
Album "Solid Silver"
Lyrics by Dino Valenti

Brano recentemente riproposto dai Jefferson Starship (di cui fa parte David Freiberg, former member dei QMS) nell'album "Jefferson's Tree of Liberty" uscito nel settembre 2008.
Sometimes I dream of a world without war:
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:21
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Don't Close Your Eyes

Don't Close Your Eyes
Bella idea quella di inserire una canzone del grande Graziano Romani, uno degli artisti più genuini e appassionati che ci offre il nostro Paese.
Alberto 9/1/2009 - 10:44

Il sesto giorno

Il sesto giorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

(testo: Siniša Pavić musica: Siniša Pavić D. Camerin)

Il brano “A sad addio”, contenuto ne “Il sesto giorno”, è tratto dalla colonna sonora della serie “Vruć vetar” di Siniša
Pavić.


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali... (continuer)
Jednom odletjet’ će ptice
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:27
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We Will Not Go Down

We Will Not Go Down
A blinding flash of white light
(continuer)
9/1/2009 - 10:15

Emilio in trincea

Emilio in trincea
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Terra secca nelle man
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:09

Il convoglio dei reduci

Il convoglio dei reduci
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
A passo lento
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:06

Bojako - Bono

Bojako - Bono
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Burian
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:03

24 Dicembre

24 Dicembre
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
E` partito una mattina
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 09:57
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Gott Mit Uns!

Gott Mit Uns!
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24 Dicembre
4.Bojako - Bono
... (continuer)
Silenzio sacramento
(continuer)
envoyé par adriana 9/1/2009 - 09:43
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Kołysanka dla synka w krematorium

Kołysanka dla synka w krematorium
Version italienne – NINNA NANNA DEL CREMATORIO – Leoncarlo Settimeli – 2006
d'une chanson en yiddish de Aaron Liebeskind, traduite et chantée en polonais par
Alex Kulisiewicz

En 1942, Aaron Liebeskind, un jeune horloger de Bilgoraj en Pologne avait été contraint de connaître l'assassinat de sa femme, Edith, et de son fils de 3 ans au camp de concentration de Treblinka . Il supplia le contremaître du crématoire de le laisser passer la nuit à veiller le corps de son fils. Aaron s'agenouilla à côté du corps de son enfant et composa les paroles de sa berceuse dans sa tête. Durant la nuit, cet homme de vingt-quatre ans devint tout gris. Il réussit miraculeusement à s'échapper de Treblinka, mais il fut capturé à nouveau et envoyé à Sachsenhausen où il rencontra et devint l'ami d' Alex Kulisiewicz. Aaron raconta à Alex son histoire et lui chanta la chanson en Yiddish, qu'Alex traduisit immédiatement... (continuer)
BERCEUSE DU CRÉMATOIRE
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 9/1/2009 - 09:31
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Mai 40

Mai 40
Guys you have a typo in the posted lyrics of Mai 40: the line that reads:"Les femmes s'accrochaient à leurs armes" is in fact:"Les femmes s'accrochaient à leurs larmes" which would translate into "the women clung to their tears" instead of "the women clung to their weapons" (not the fault of the translator but must be corrected). You can check the books where Brel lyrics are published - they used to be all available over www.paroles.net but not anymore.
Nassim 9/1/2009 - 07:42

ARTE CONTRO LA GUERRA / ANTIWAR ART

ARTE CONTRO LA GUERRA / ANTIWAR ART
Ciao, siamo una art-zine tutta italiana, la Chiamata alle Arti, che ogni due mesi raccoglie opere da tutto il mondo, che rispondano ad uno stesso tema.
Potete saperne di piu' direttamente qui: http://www.psdrevolution.it/forum/inde...

Il tema della prossima uscita, con scadenza il 15 Gennaio, E' War! e ci piacerebbe usare il materiale di questa pagina, per scrivere un redazionale di apertura.
Ovviamente l'articolo ti sara' attribuito in pieno, aggiungendo il vostro nome o il nickname, con link all' email e/o al vostro sito.

Contattatatec per maggiori dettagli. Potete vedere tutte le passate edizioni della artzine, qui: http://www.psdrevolution.it/forum/inde...
Sauro Pasquini 8/1/2009 - 22:27
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Mio nonno partì per l'Ortigara

Mio nonno partì per l'Ortigara
Caro Riccardo, ti ringrazio moltissimo per la traduzione ungherese di questo canzone, proprio di questo canzone tanto caro a te, e per la dedica personale. Sono profondamente commozionato, non trovo le parole.

Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine cecco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese: http://wangfolyo.blogspot.com/2009/01/... , in italiano: http://riowang.blogspot.com/2009/01/la... , in inglese: http://riowang.blogspot.com/2009/01/mo... .

Un grandissimo köszönöm, e un abbraccio forte,
Tamás
Tamás Sajó 8/1/2009 - 21:06
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Lásko!

Lásko!
Salve a tutti. Seguo il sito da qualche tempo ma per mancanza di tempo non ho modo di parteciparvi attivamente.
Sono rimasto molto colpito dalla "discussione" tra Martina e Riccardo e vorrei dire la mia, se possibile.
Secondo me, ogni frequentatore di un sito (e relativo forum) libero ha il diritto di esprimere il proprio pensiero. E su questo mi pare che tutti concordiamo. Ma dove sta scritto che quando non si è d'accordo bisogna per forza proporre cose migliori? Si può semplicemente non essere d'accordo, punto e basta.
Questo comunque non è il caso di Martina che, mi pare, ha anche motivato molto chiaramente il suo dissenso. Inoltre ha aggiunto che secondo lei ogni traduzione ed adattamento dovrebbero essere il più fedele possibile all'originale. Altrimenti, dico io, rappresenterebbe solo una rozza copia camuffata da presunto "capolavoro".
Se proprio si vuole creare qualcosa di bello... (continuer)
8/1/2009 - 20:51




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