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Waiting For The Bus to Take Me Home

Waiting For The Bus to Take Me Home
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Una canzone dedicata a Gary Tyler, un afroamericano che sta marcendo in prigione dal 1975 per un delitto che non ha commesso quando aveva 17 anni.

Nel 1974, nella Destrehan High School della Louisiana ci furono aspri scontri motivati dall'avversione degli studenti bianchi all'integrazione di studenti di colore nella scuola.
Un giorno, il bus della scuola che riaccompagnava alle loro case i ragazzi neri venne attaccato da una folla di bianchi inferociti. Qualcuno esplose un colpo di pistola e un ragazzino bianco di 13 anni rimase ucciso.
Il 17enne Gary Tyler fu subito individuato come l'assassino e fu condannato alla sedia elettrica (pena poi commutata in ergastolo) da una giuria di soli bianchi, in un processo con prove falsificate (la pistola ritovata era in uso alle forze dell'ordine ed il reperto in seguito fu fatto sparire...) e testimoni minacciati... (continuer)
My name is Gary Tyler, Louisiana-born
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:31
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Same Old Same Old

Same Old Same Old
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”
Lately it seems no-one cares anymore
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:11
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Bury Me Deep

Bury Me Deep
[2007]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

A short aside concerning the reign of Queen Thatcher.
When I first came to Commons Lords
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 23:02
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Long Kesh

Long Kesh
"Ciao, ho visto che nel vostro sito c'è postata una canzone su Long Kesh, e volevo segnalarvi la "nostra" "Long Kesh", ascoltabile alla nostra pagina MySpace o alla pagina Facebook.

Ciao e complimenti".

Paolo Ghidini, dei Belfast.

E noi accogliamo immediatamente la segnalazione di Paolo, che ci ha non solo segnalato la canzone ma anche inviato il testo originale inglese e la traduzione italiana. Lo ringraziamo davvero di cuore dando il benvenuto ai Belfast nel nostro sito ed invitando Paolo e gli altri componenti del gruppo a mandarci altre canzoni "in tema" se già ne hanno, oppure a mandarcele via via che le comporranno. [CCG/AWS Staff]
I'm sitting here, the mattres is on the floor, I cant sit down here for a couple of weeks
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 11/1/2009 - 23:01
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Sing About Love

Sing About Love
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

We stood around in a half-circle in the airless Shabby Road basement for four weeks solid singing this song until we got it right and lost our voices.

It was inspired partly by Dick Gaughan’s ‘A Different Kind of Love Song’, the first verse of which says, ‘You ask me why I sing no love songs/You say the songs that I sing make you angry and sad/You say that you listen to music/To escape from the things that make you feel bad.’
He tells the story of “... playing in a folk club somewhere in the southeast of England when a woman came up to me and proceeded to ask me all the questions in the first verse of this. When I replied, she looked at me sadly and said, ‘Oh, you’re still at the political stage, then,’ and walked off.”
I don’t want to sing about anger and hate
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:59
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Word Bomber

Word Bomber
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Dall'outro al brano sul sito del gruppo:

When the names of the four young men from leeds who murdered 52 people in London in July 2005 were revealed, a friend of ours talked of how she’d been at high school with one of the boys, Shehzad Tanweer, who worked in his mum & dad’s fish & chip shop. That he’d been a “lovely young lad.” In his taped message recorded before the bombing, Shehzad said, “What you have witnessed now is only the beginning of a series of attacks which will intensify and continue until you pull all your troops out of Afghanistan and Iraq. Until you stop all financial and military support to the US and Israel and until you release all Muslim prisoners from Belmarsh and your other concentration camps. And know that if you fail to comply with this then know that this war will never stop.”
But of course, the repeated ‘you’... (continuer)
Strap these words
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:53
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Words Can Save Us

Words Can Save Us
[2008]
Album “The Boy Bands Have Won…”

Outro al brano sul sito del gruppo:

Summing up the shortening distance between news of another us high school massacre and news of continuing bombing raids on Iraqi towns.

“Talking to terrorists is the only way to beat them.” (Mo Mowlam)
April morning summer come soon
(continuer)
envoyé par Alessandro 11/1/2009 - 22:47
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Спокойно, товарищ, спокойно

Спокойно, товарищ, спокойно
There are variants where Vizbor omits the second stanza and sings "old chap" instead of "friend", but so do many authors...
The full song is sung by Vizbor in the film "Июльский Дождь".
(Viacheslav Chetin)
Спокойно, дружище, спокойно,
(continuer)
envoyé par Viacheslav Chetin 11/1/2009 - 05:19
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ريم بنا – سارة

ريم بنا – سارة
Fonte: Kelebek
كانت سارة ساراي تدرج أولى خطواتها على تراب فلسطين
(continuer)
10/1/2009 - 16:50

Esik az eső, ázik a heveder

Esik az eső, ázik a heveder
[1916 ca.]
Album: "Magyar katonadalok és énekek a XX. századból" (Canzoni dei soldati ungheresi nel 20mo secolo) [2000]
Testo e musica di Tamás Cseh e Péter Péterdi

"Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine ceco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese, in italiano, in inglese"
Tamás Sajó

Avvertenza: La canzone è ascoltabile da tutte e tre le versioni del blog (ungherese, spagnola/italiana e inglese) ai relativi suddetti link.
Non soltanto lo “permetto”, Tamás, ma, credimi, da parte tua questa è una cosa meravigliosa non soltanto nei miei confronti, ma in quelli di tutto questo sito. Canzoni dall'una e dall'altra... (continuer)
Esik az eső, ázik a heveder
(continuer)
envoyé par Tamás Sajó 10/1/2009 - 00:49
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Kimegyek a doberdói harctérre

András Széles
Kimegyek a doberdói harctérre
[1916 ca.]
Album: "Magyar katonadalok és énekek a XX. századból" (Canzoni dei soldati ungheresi nel 20mo secolo)[2000]
Testo e musica di Tamás Cseh e Péter Péterdi

"Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine ceco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese, in italiano, in inglese"
Tamás Sajó

Avvertenza: La canzone è ascoltabile da tutte e tre le versioni del blog (ungherese, spagnola/italiana e inglese) ai relativi suddetti link.
Non soltanto lo “permetto”, Tamás, ma, credimi, da parte tua questa è una cosa meravigliosa non soltanto nei miei confronti, ma in quelli di tutto questo sito. Canzoni dall'una e dall'altra... (continuer)
Kimegyek a doberdói harctérre,
(continuer)
envoyé par Tamás Sajó 10/1/2009 - 00:41
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Stai attento, uomo bianco

Stai attento, uomo bianco
[1967]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La signora è da buttare"

Sia nello spettacolo "La signora è da buttare" che nel disco "Le canzoni di Dario Fo, vol. 1" (1977) - dove è pure raccolta - questa canzone è interpretata da Oscar Prudente (1944-), cantautore, musicista e produttore discografico.
(Bernart Bartleby)
Li hai portati qui tu: i Bantù, gli Zulù
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 22:40
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La religione dei potenti (Lascia pur che dica Iddio)

La religione dei potenti  (Lascia pur che dica Iddio)
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
"Guai a voi, ricchi pasciuti e satolli,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 22:02
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La mia cella

La mia cella
[1966]
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n.1"

cirag


La mia cella l'è un metro e quaranta
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:55

Coro dei ribelli

Coro dei ribelli
[1971]
Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo"
"Pietà l'è morta!"
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:48
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Che vogliono, che vogliono?

Che vogliono, che vogliono?
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
Che vogliono, che vogliono?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:44
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Canzone della nocività

Canzone della nocività
[1972]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ordine! Per DI0.000.000.000"
Da noi c'è tanto di quel fumo
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:39
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Ballata dell'indio cileno

Ballata dell'indio cileno
[1973]
Dallo spettacolo "Guerra di popolo in Cile"
Al suono delle catene di rame
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:34
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Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]

Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]
[1970]
Dallo spettacolo: "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente"; Collages di monologhi e canzoni sulla Resistenza italiana e palestinese.
Scritta da Paolo Ciarchi e Dario Fo
Written by Paolo Ciarchi and Dario Fo
Écrite par Paolo Ciarchi et Dario Fo
Tekijät: Paolo Ciarchi ja Dario Fo
Canta / Singer / Chante / Laulaa: Paolo Ciarchi
In album CD/ In the CDalbum / Dans l'album CD / CD-Albumissa: Paolo Ciarchi: Cent'anni di moltitudine, qualche canzone, opinione, suono, serata nella vita musicale di Paolo Ciarchi
Contiene materiali rarissimi e inediti
A cura di Alessio Lega, Claudio Cormio, Rocco Marchi
Prodotto da Archivi della Resistenza e Istituto Ernesto De Martino


Lo spettacolo è stato rappresentato un'unica volta a Milano nel 1970. Testo trovato su archivio Franca Rame


Fa parte di una “trilogia di canti tratta da Vorrei morire anche stasera... (continuer)
Il comandante della mia banda,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:30
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È fatalità

È fatalità
[1969]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n. 2"

cirag


Io son metalmeccanico e secondo le statistiche
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:22

Il ritorno

Il ritorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Ai patrii confini le tradotte
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:38
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Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -

Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Son morti di fame di sonno
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:36
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In A Crisis

In A Crisis
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90

Il brano è stato recentemente riproposto dai Jefferson Starship ("Jefferson's Tree of Liberty", 2008)
(Alessandro)
I rolled over in bed to touch her head
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:19
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Dark Ages

Dark Ages
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
What time is it, boys and girls?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:16
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Break The Law

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
By order of the King of the United States
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:14
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Apathy And Ignorance

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
In the land where nothing's sacred
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:11
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Genesis Hall

Genesis Hall
[1969]
Dal capolavoro "Unhalfbricking"

Scritta da Richard Thompson che nel 1969 aveva solo 20 anni e preconizzava la rivoluzione contro i padri "che cavalcano con gli sceriffi" e contro i potenti che affamano il popolo...

... ma verrà il giorno in cui il popolo calpestato si vendicherà delle crudeltà subìte!

Una canzone ripresa anche dai Jefferson Starship nel loro ultimo lavoro, "Jefferson's Tree of Liberty" (2008)...
My father he rides with your sheriffs
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:42
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Cowboy On The Run

Cowboy On The Run
[1975]
Album "Solid Silver"
Lyrics by Dino Valenti

Brano recentemente riproposto dai Jefferson Starship (di cui fa parte David Freiberg, former member dei QMS) nell'album "Jefferson's Tree of Liberty" uscito nel settembre 2008.
Sometimes I dream of a world without war:
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:21
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There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)

There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)
Lyrics by Chris Chandler and Anne Feeney
Tune: "Something’s in the Air", Thunderclap Newman/Pete Townshend, 1969

Una spoken song che analizza perchè il movimento contro la guerra in Vietnam ebbe più attenzione di quanta non ne abbia oggi il "movimento" (?!?) contro la guerra in Iraq...
Ya know, we have GOT it together. There ARE people in the streets — at the very onset of Oil War Two there were already more people on the streets protesting than there were at the height of the Vietnam war. There is something in the air, but it is not on the airwaves If there are a half a dozen Jaycees in Cincinnati on a street corner waving yellow ribbons Fox news acts like it’s A Republican Woodstock. “By the time we got to Fallujah we were half a million strong.” But put a million people on the street and they build a fence around you and call it a protest zone. We like to look at Vietnam through the soft focus of Hollywood — which took the blood of war and turned it into rose-colored glasses. We see 1000s of beautiful semi-naked 20 somethings putting daises in the barrels of M16s all to... (continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 10:36

Il sesto giorno

Il sesto giorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

(testo: Siniša Pavić musica: Siniša Pavić D. Camerin)

Il brano “A sad addio”, contenuto ne “Il sesto giorno”, è tratto dalla colonna sonora della serie “Vruć vetar” di Siniša
Pavić.


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali... (continuer)
Jednom odletjet’ će ptice
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:27
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We Will Not Go Down

We Will Not Go Down
A blinding flash of white light
(continuer)
9/1/2009 - 10:15

Emilio in trincea

Emilio in trincea
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Terra secca nelle man
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:09

Il convoglio dei reduci

Il convoglio dei reduci
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
A passo lento
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:06

Bojako - Bono

Bojako - Bono
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Burian
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:03

24 Dicembre

24 Dicembre
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
E` partito una mattina
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 09:57
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Gott Mit Uns!

Gott Mit Uns!
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24 Dicembre
4.Bojako - Bono
... (continuer)
Silenzio sacramento
(continuer)
envoyé par adriana 9/1/2009 - 09:43
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Lásko!

Lásko!
Salve a tutti. Seguo il sito da qualche tempo ma per mancanza di tempo non ho modo di parteciparvi attivamente.
Sono rimasto molto colpito dalla "discussione" tra Martina e Riccardo e vorrei dire la mia, se possibile.
Secondo me, ogni frequentatore di un sito (e relativo forum) libero ha il diritto di esprimere il proprio pensiero. E su questo mi pare che tutti concordiamo. Ma dove sta scritto che quando non si è d'accordo bisogna per forza proporre cose migliori? Si può semplicemente non essere d'accordo, punto e basta.
Questo comunque non è il caso di Martina che, mi pare, ha anche motivato molto chiaramente il suo dissenso. Inoltre ha aggiunto che secondo lei ogni traduzione ed adattamento dovrebbero essere il più fedele possibile all'originale. Altrimenti, dico io, rappresenterebbe solo una rozza copia camuffata da presunto "capolavoro".
Se proprio si vuole creare qualcosa di bello... (continuer)
8/1/2009 - 20:51
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An scathàn (Lo specchio)

An scathàn (Lo specchio)
Tratto dal sito uffiaciale http://www.massimilianodambrosio.it/
Ascolta la mia voce
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 13:06
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Con la guerriglia

anonyme
Nella versione degli Acid Folk Alleanza come incisa nel disco del 1995 Materiale Resistente
Con la guerriglia
E noi farem del mondo un baluardo
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 10:46
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Le radici ca tieni

Le radici ca tieni
LE TUE RADICI
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 07:38
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Aida

Aida
mi piacevano le canzoni di rino gia da ragazzino e mi piacciono ora che ho quasi 50 anni mi chiedo:" ma sarà stata tutta farina del suo sacco ?"
Silvano 7/1/2009 - 22:01
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L'anno che verrà

L'anno che verrà
La canzone se devo dire la verità non mi è piaciuta perchè parla della guerra che un suo amicoè la e non ha tanto unsenso e lui nianche parlare....
(valentina)

Cara Valentina, rispettiamo ovviamente il tuo parere, ma che non ti piace questa canzone è l'unica cosa che abbiamo capito...potresti per favore essere più chiara? Grazie! [CCG/AWS Staff]
7/1/2009 - 20:13

La vittoria di Spartaco

La vittoria di Spartaco
Version française – La Victoire de Spartacus – Marco Valdo M.I. – 2009
Chanson italienne – La Vittoria di Spartaco – Joe Fallisi

« Un matin, je m'éveille soudain et j'ai dans les yeux cette image : le camarade thrace ( Salut, grand Spartacus !) est debout à la proue, le visage baigné par la brise marine. Il chante vers le ciel très pur et avec lui tout le peuple, tandis que les dernières étoiles disparaissent à l'horizon qu'empourpre le soleil. Les pirates levantins ont tenu parole, les navires sillonnent la mer vers les côtes siciliennes. L'histoire n'est pas encore écrite... »

De fait, Spartacus (on est en – 72) repoussé dans le Sud de la Calabre, coincé à Reggio, s'en remit aux pirates siciliens pour traverser le détroit, échapper aux légions de Crassus pour reprendre des forces et réorganiser la révolte durant l'hiver. La réalité historique fut que les pirates refusèrent leur aide... (continuer)
LA VICTOIRE DE SPARTACUS
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 7/1/2009 - 12:58
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Nuvole a Vinca

Nuvole a Vinca
Bella canzone, bellissima. Ci ricorda le stragi della borghesia contro la "plebaglia". I "democratici"! Amici dei nazi!
pol 7/1/2009 - 08:51

A Nation Is Dying

Le agenzie umanitarie che (ancora) operano a Gaza: "L'esercito israeliano prende di mira direttamente obiettivi umanitari".

Massacro di civili rifugiatisi in due strutture gestite dall'ONU, con le insegne dell'organizzazione bene in vista e segnalate ai comandi militari israeliani come strutture umanitarie di accoglienza.

Tre unità di soccorso avanzato della OnG danese DanChurchAid sono state deliberatamente distrutte dagli israeliani, benchè avessero le insegne bene in vista.

Nel quartiere di Zeitun a Gaza City, un razzo israeliano ha colpito un'abitazione uccidendo 12 membri di una stessa famiglia...

Da "La Repubblica" del 6 gennaio 2009
Alessandro 6/1/2009 - 23:46
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He's Gonna Step On You Again

He's Gonna Step On You Again
You're twistin' my melon man, you know you talk so hip man
(continuer)
envoyé par Alessandro 6/1/2009 - 19:38
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Bone Bomb

Bone Bomb
"Stealing Gaza" by Brian Eno

Stuff one and half million people in a ghetto, deprive them of basic necessities, destroy their livelihoods, and humiliate them regularly and Israel acts surprised when the people in Gaza turn hostile.

Reflections by musician Brian Eno (from Counterpunch)

It's a tragedy that the Israelis - a people who must understand better than almost anybody the horrors of oppression - are now acting as oppressors. As the great Jewish writer Primo Levi once remarked "Everybody has their Jews, and for the Israelis it's the Palestinians". By creating a middle Eastern version of the Warsaw ghetto they are recapitulating their own history as though they've forgotten it. And by trying to paint an equivalence between the Palestinians - with their homemade rockets and stone-throwing teenagers - and themselves - with one of the most sophisticated military machines in the world... (continuer)
Alessandro 6/1/2009 - 19:10
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Mio nonno partì per l'Ortigara

Mio nonno partì per l'Ortigara
Magyar nyelvre fordította Riccardo Venturi
2009.01.06-án
Versione ungherese di Riccardo Venturi
6 gennaio 2009


Ezet a fordítást Sajó Tamásnak felajánlom (rv)


Ez a dal a szerző nagyapjának a története. Egy dal, amit harminc éve meghallgattam először egy firenzei “Népházban”, amikor Chiara Riondino énekelte a gitárjával és egy mikrofonnal. Nem hiszem, hogy Chiara felvette; de én az emlékezetembe vettem fel. Harminc év után véletlenül megtalálom a firenzei városnegyedem honlapján, “Baracche Verdi”-n, egy alkalmi felvétellel: Chiara még énekli a gitárjával és egy mikrofonnal, az emberek között a városnegyedi piacban.

Egy dal a “hálás hazáról”, mint Giulio Cisco nagyon szép, elfelejtett könyve. Egy toszkán paraszt tragikomikus élettörténete, amit az unokája énekel a firenzei nyelvjárásban és béketűrő, keserű gúnnyal. [RV]
NAGYAPÁM ORTIGARÁRA
(continuer)
6/1/2009 - 18:52

Free Gaza Song

Segnalo il blog di Sameh Akram Habeeb, giovane giornalista palestinese, abitante a Gaza City, che scrive in diretta di ciò che sta accadendo: Gaza Strip, The Untold Story.
Alessandro 6/1/2009 - 17:38

Bush War Shoes

Bush War Shoes
Version française – Les chaussures de la bushguerre – Marco Valdo M.I. – 2009
Version italienne – Le scarpe della bushguerra – Riccardo Venturi - 2008

En bref, les évènements sont récents et connus de (presque) tout le monde. Dans les jours qui ont suivi ce grotesque spectacle, Riccardo Scocciante écrivit – le lendemain de l'affaire, soit le 15 décembre 2008 – une sorte de chanson comme il en a l'habitude – dans son idiome d'outre-Atlantique. Riccardo Venturi, qui jure depuis qu'on ne l'y reprendra plus de si tôt, a été prié (le jour-même) d'en faire une version italienne. C'est cette dernière que Marco Valdo M.I. a mise en français sous le titre de Les chaussures de la bushguerre.
LES CHAUSSURES DE LA BUSHGUERRE.
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 17:36




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