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La religione dei potenti (Lascia pur che dica Iddio)

La religione dei potenti  (Lascia pur che dica Iddio)
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
"Guai a voi, ricchi pasciuti e satolli,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 22:02
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La mia cella

La mia cella
[1966]
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n.1"

cirag


La mia cella l'è un metro e quaranta
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:55

Coro dei ribelli

Coro dei ribelli
[1971]
Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo"
"Pietà l'è morta!"
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:48
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Che vogliono, che vogliono?

Che vogliono, che vogliono?
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
Che vogliono, che vogliono?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:44
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Canzone della nocività

Canzone della nocività
[1972]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ordine! Per DI0.000.000.000"
Da noi c'è tanto di quel fumo
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:39
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Ballata dell'indio cileno

Ballata dell'indio cileno
[1973]
Dallo spettacolo "Guerra di popolo in Cile"
Al suono delle catene di rame
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:34
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Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]

Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]
[1970]
Dallo spettacolo: "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente"; Collages di monologhi e canzoni sulla Resistenza italiana e palestinese.
Scritta da Paolo Ciarchi e Dario Fo
Written by Paolo Ciarchi and Dario Fo
Écrite par Paolo Ciarchi et Dario Fo
Tekijät: Paolo Ciarchi ja Dario Fo
Canta / Singer / Chante / Laulaa: Paolo Ciarchi
In album CD/ In the CDalbum / Dans l'album CD / CD-Albumissa: Paolo Ciarchi: Cent'anni di moltitudine, qualche canzone, opinione, suono, serata nella vita musicale di Paolo Ciarchi
Contiene materiali rarissimi e inediti
A cura di Alessio Lega, Claudio Cormio, Rocco Marchi
Prodotto da Archivi della Resistenza e Istituto Ernesto De Martino


Lo spettacolo è stato rappresentato un'unica volta a Milano nel 1970. Testo trovato su archivio Franca Rame


Fa parte di una “trilogia di canti tratta da Vorrei morire anche stasera... (continuer)
Il comandante della mia banda,
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:30
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È fatalità

È fatalità
[1969]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n. 2"

cirag


Io son metalmeccanico e secondo le statistiche
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 21:22

Il ritorno

Il ritorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Ai patrii confini le tradotte
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:38
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Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -

Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Son morti di fame di sonno
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 17:36
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In A Crisis

In A Crisis
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90

Il brano è stato recentemente riproposto dai Jefferson Starship ("Jefferson's Tree of Liberty", 2008)
(Alessandro)
I rolled over in bed to touch her head
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:19
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Dark Ages

Dark Ages
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
What time is it, boys and girls?
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:16
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Break The Law

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
By order of the King of the United States
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:14
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Apathy And Ignorance

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
In the land where nothing's sacred
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 14:11
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Genesis Hall

Genesis Hall
[1969]
Dal capolavoro "Unhalfbricking"

Scritta da Richard Thompson che nel 1969 aveva solo 20 anni e preconizzava la rivoluzione contro i padri "che cavalcano con gli sceriffi" e contro i potenti che affamano il popolo...

... ma verrà il giorno in cui il popolo calpestato si vendicherà delle crudeltà subìte!

Una canzone ripresa anche dai Jefferson Starship nel loro ultimo lavoro, "Jefferson's Tree of Liberty" (2008)...
My father he rides with your sheriffs
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:42
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Cowboy On The Run

Cowboy On The Run
[1975]
Album "Solid Silver"
Lyrics by Dino Valenti

Brano recentemente riproposto dai Jefferson Starship (di cui fa parte David Freiberg, former member dei QMS) nell'album "Jefferson's Tree of Liberty" uscito nel settembre 2008.
Sometimes I dream of a world without war:
(continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 11:21
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There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)

There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)
Lyrics by Chris Chandler and Anne Feeney
Tune: "Something’s in the Air", Thunderclap Newman/Pete Townshend, 1969

Una spoken song che analizza perchè il movimento contro la guerra in Vietnam ebbe più attenzione di quanta non ne abbia oggi il "movimento" (?!?) contro la guerra in Iraq...
Ya know, we have GOT it together. There ARE people in the streets — at the very onset of Oil War Two there were already more people on the streets protesting than there were at the height of the Vietnam war. There is something in the air, but it is not on the airwaves If there are a half a dozen Jaycees in Cincinnati on a street corner waving yellow ribbons Fox news acts like it’s A Republican Woodstock. “By the time we got to Fallujah we were half a million strong.” But put a million people on the street and they build a fence around you and call it a protest zone. We like to look at Vietnam through the soft focus of Hollywood — which took the blood of war and turned it into rose-colored glasses. We see 1000s of beautiful semi-naked 20 somethings putting daises in the barrels of M16s all to... (continuer)
envoyé par Alessandro 9/1/2009 - 10:36

Il sesto giorno

Il sesto giorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

(testo: Siniša Pavić musica: Siniša Pavić D. Camerin)

Il brano “A sad addio”, contenuto ne “Il sesto giorno”, è tratto dalla colonna sonora della serie “Vruć vetar” di Siniša
Pavić.


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali... (continuer)
Jednom odletjet’ će ptice
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:27
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We Will Not Go Down

We Will Not Go Down
A blinding flash of white light
(continuer)
9/1/2009 - 10:15

Emilio in trincea

Emilio in trincea
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Terra secca nelle man
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:09

Il convoglio dei reduci

Il convoglio dei reduci
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
A passo lento
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:06

Bojako - Bono

Bojako - Bono
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
Burian
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:03

24 Dicembre

24 Dicembre
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continuer)
E` partito una mattina
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 09:57
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Gott Mit Uns!

Gott Mit Uns!
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24 Dicembre
4.Bojako - Bono
... (continuer)
Silenzio sacramento
(continuer)
envoyé par adriana 9/1/2009 - 09:43
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1000 Years War

1000 Years War
[2006]
When the rains came
(continuer)
envoyé par Alessandro 8/1/2009 - 13:12
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An scathàn (Lo specchio)

An scathàn (Lo specchio)
M.D’Ambrosio / K. McCharty
Il ragazzo ha un desiderio
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 13:05
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Holy War

Holy War
[2008]
EP "Lie To Me"
Oh, what a waste.
(continuer)
envoyé par Alessandro 8/1/2009 - 11:45
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Con la guerriglia

anonyme
Con la guerriglia
E noi farem del mondo un baluardo
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 10:39
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Oriente

Oriente
Album: "Novo Mesto" (2008)
Il sole è una stella che scalda ed abbronza
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 08:18
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Don't Close Your Eyes

Don't Close Your Eyes
2003
Up in Dreamland
They're putting up another five-star hotel
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 08:10
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Guardando in faccia il sole

Guardando in faccia il sole
2007
Tre colori

Con la partecipazione di Marino e Sandro Severini dei Gang
Non ci ha segnati il tempo, lo stesso sguardo intenso
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 08:00
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Le radici ca tieni

Le radici ca tieni
Album: Lontano (2003)
Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
(continuer)
envoyé par Donquijote82 8/1/2009 - 07:37
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Lebnan / لبنان

Lebnan / لبنان
Lebnan
Hafez-Chamass/Gigliotti/Barnel

Dalida, che prima dello scoppio della guerra civile era stata una delle protagoniste della vita notturna di Beirut, registrò questa canzone nel 1986 in un momento di relativa calma della lunga e sanguinosa guerra civile libanese. I combattimenti ripresero però poco dopo e Dalida e Orlando decisero di non fare uscire la canzone, che fu pubblicata postuma solo nel 1988.
بعد الحرب والنار
(continuer)
envoyé par Yakko 8/1/2009 - 03:06
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Au pays où se fait la guerre

Au pays où se fait la guerre
Brano per voce e pianoforte, composto nel 1869-70 da Henri Duparc su testo di Théophile Gautier; rifatto nel 1911-13 e orchestrato nel 1876.
Lo si trova anche su youTube
Au pays où se fait la guerre
(continuer)
envoyé par Renato Stecca 7/1/2009 - 18:50
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Hekatomba 1941

Hekatomba 1941
[1941]
Testo / Lyrics: Aleksej Sazonov [Алексей Сазонов]
Musica / Music: Canzone popolare ucraina / Ukrainian folksong


Aleksander Kulisiewicz: Songs From The Depths Of Hell
Folkways Records Album N° FSS 37700 (1979)
PDF Booklet Available
Annotated by Peter Wortsman

La copertina dell'album, ispirata a questa canzone, è di Gertrude Degenhardt, moglie di Franz-Josef Degenhardt.
The album cover, inspired by this song, is by Gertrude Degenhardt, Franz-Josef Degenhardt's wife.

Aleksander Kulisiewicz (1918-1982) was a law student in German-occupied Poland when, in October 1939, he was denounced for anti-fascist writings, arrested by the Gestapo, and sent to the Sachsenhausen concentration camp, near Berlin. An amateur singer and songwriter, Kulisiewicz composed 54 songs during nearly six years of imprisonment at Sachsenhausen. After liberation he remembered his songs, as well as those... (continuer)
Żal, żal...żal mój płynie
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/1/2009 - 16:04
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Far Away

Far Away
[2002]
Album "One Beat"

Un brano sull'11 settembre 2001. Mentre i volontari cercano di salvare vite umane dalle torri colpite, il presidente Bush si nasconde in un luogo top-secret
7:30 am nurse the baby on the couch
(continuer)
envoyé par Alessandro 7/1/2009 - 11:30
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This Is My Song

This Is My Song
Un oscuro poeta originario della california, tale Lloyd Stone, scrisse questa canzone nel 1934 ispirandosi alle musiche dell'"Opera 26 Finlandia", il poema sinfonico scritto tra 1899 e 1900 dal compositore finlandese Jean Sibelius.
La terza strofa fu aggiunta dalla teologa metodista americana Georgia Elma Harkness.

Interpretata da Mary Travers dal suo disco del 1972 intitolato “Morning Glory”.
This is my song, Oh God of all the nations,
(continuer)
envoyé par Alessandro 7/1/2009 - 11:09

La ballata dei quattro elementi

La ballata dei quattro elementi
A me sembra abbastanza carina.. Una canzone che calza a pennello con il nostro delicato periodo storico.
Si può ascoltare su myspace
Quante volte ho cercato io di trovare un senso al ruggire dei cannoni e poi all'odio nei cuori
(continuer)
envoyé par Davide Petrussi 7/1/2009 - 10:10
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Johnny Come Lately

Johnny Come Lately
[1988]
Album "Copperhead Road"

"Johnny Come Lately" (performed with The Pogues ) compares the experience of US servicemen fighting in World War II with those in the Vietnam War, and contrasts the differing receptions they received on returning home.

Nel 1986 Steve Earle incontra i Pogues con cui deciderà di collaborare per un brano del suo disco “Copperhead Road”. Johnny Come Lately, termine che può essere tradotto come "l’ultimo arrivato", è una canzone che descrive il ritorno a casa dei veterani di guerra. In essa vengono comparate le esperienze dei soldati che prestarono servizio durante la seconda guerra mondiale con quelle dei combattenti in Vietnam, descrivendo i contrasti di una diversa accoglienza al rientro.

Johnny Come Lately - The Strange Boat
I'm an American, boys, and I've come a long way
(continuer)
envoyé par Alessandro 7/1/2009 - 09:04
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אני מאמין

אני מאמין
Anì maamìn
[1942]
Music: Reb Azriel David Fastag
Musica: Rabbi Azriel David Fastag
Lyrics: A niggun from the Thirteen Articles of Faith (XII Article) by Moses Maimonides (1138-1204)
Testo: Niggun dai Tredici Princìpi di Fede di Mosè Maimonide (1138-1204)

Anì maamìn è il credo ebraico nella venuta del Messia, stabilito da Mosè Maimonide nel XII secolo; in particolare si tratta del XII dei XIII “Princìpi di Fede”. Sono le parole che, sul treno nazista che lo trasportava al lager di Treblinka, vennero in mente al rabbino cantore Azriel David Fastag (il suo cognome significa “giorno di digiuno” in yiddish), che vi compose una musica. Gli ebrei deportati si misero a cantarlo sul loro treno di morte, facendo sbalordire e tremare chi li udiva al passaggio. Divenne il canto finale, il niggun con cui gli ebrei si avviavano alle camere a gas.

"Musique attribuée au Rabbi Azriel David Fastag.
Écrite... (continuer)
אני מאמין באמונה שלמה
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 7/1/2009 - 03:10

A Nation Is Dying

Le agenzie umanitarie che (ancora) operano a Gaza: "L'esercito israeliano prende di mira direttamente obiettivi umanitari".

Massacro di civili rifugiatisi in due strutture gestite dall'ONU, con le insegne dell'organizzazione bene in vista e segnalate ai comandi militari israeliani come strutture umanitarie di accoglienza.

Tre unità di soccorso avanzato della OnG danese DanChurchAid sono state deliberatamente distrutte dagli israeliani, benchè avessero le insegne bene in vista.

Nel quartiere di Zeitun a Gaza City, un razzo israeliano ha colpito un'abitazione uccidendo 12 membri di una stessa famiglia...

Da "La Repubblica" del 6 gennaio 2009
Alessandro 6/1/2009 - 23:46

Le Mort Rouge

Le Mort Rouge
LE MORT ROUGE.
Chanson française – Le Mort Rouge – Marco Valdo M.I. – 2009

Cette chanson est la transposition d'une nouvelle de l'écrivain sarde Ugo Dessy, intitulée « Le Nouveau Cimetière » (Il camposanto nuovo), tirée du recueil « Le Témoin » (Il Testimone) pour lequel Ugo Dessy avait cru utile de préciser en avertissement aux lecteurs : « È appena il caso di avvertire che i personaggi di questo libro sono del tutto immaginari seppure fatti et situazioni riflettono la realtà sarda nel ventennio 1940 -1960 ». Traduction : Il est à peine nécessaire de préciser que les personnages de ce livre sont tout à fait imaginaires même si les faits et les situations reflètent la réalité sarde de la vingtaine 1940 – 1960.
Il paraît tout aussi inutile de préciser la réelle admiration que Marco Valdo M.I. porte à ce remarquable nouvelliste et tout aussi remarquable militant antimilitariste et anarchiste.... (continuer)
"Un grand honneur pour notre village...
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 23:10
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Maggot Brain

Maggot Brain
[1971]
Album "Maggot Brain"
Music and lyrics by Eddie Hazel and George Clinton

Commento di digitalblade su Songmeanings:

"This song is definitely about war, specifically the Vietnam war. Even without listening to the lyrics, I can somehow feel that it is about the sad meaning of war - that's what makes this song so special to me.

"For ya'll knocked her up" means it was everyone's fault, not just specific individuals.

"I have tasted the maggots..." means the narrator has been in war and has seen it all. He is not offended that he had to kill. He knew that it was either the enemy or him - "for I knew I had to rise above it all or drown in my own shit."

Incredible song."
Mother Earth is pregnant for the third time
(continuer)
envoyé par Alessandro 6/1/2009 - 23:01
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Let There Be Peace

Let There Be Peace
[1991]
Album: "Mistaken Identity"
Someone let communication out the door
(continuer)
envoyé par daniela -k.d.- 6/1/2009 - 22:02
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Give Yourself A Chance

Give Yourself A Chance
[1994]
Album: "There Is A Party"
Since thousands of years
(continuer)
envoyé par daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:36
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A Voice For Peace

A Voice For Peace
[1993]
Album: "River Of Souls"
All compositions by Dan Fogelberg© 1993Sacred Circle Music (ASCAP)
You know that everybody has a voice
(continuer)
envoyé par daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:19
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Peace Now

Peace Now
Everybody is talkin' 'bout peace in the world
(continuer)
envoyé par daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:05
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KYEO

KYEO
[1991]
Album "Steady Diet of Nothing"

KYEO, acronimo d'uso militare per "Keep Your Eyes Open"

Una canzone che si riferisce alla prima guerra del Golfo, quella di Bush Senior...
The troops are quiet tonight,
(continuer)
envoyé par Alessandro 6/1/2009 - 19:50
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Bone Bomb

Bone Bomb
"Stealing Gaza" by Brian Eno

Stuff one and half million people in a ghetto, deprive them of basic necessities, destroy their livelihoods, and humiliate them regularly and Israel acts surprised when the people in Gaza turn hostile.

Reflections by musician Brian Eno (from Counterpunch)

It's a tragedy that the Israelis - a people who must understand better than almost anybody the horrors of oppression - are now acting as oppressors. As the great Jewish writer Primo Levi once remarked "Everybody has their Jews, and for the Israelis it's the Palestinians". By creating a middle Eastern version of the Warsaw ghetto they are recapitulating their own history as though they've forgotten it. And by trying to paint an equivalence between the Palestinians - with their homemade rockets and stone-throwing teenagers - and themselves - with one of the most sophisticated military machines in the world... (continuer)
Alessandro 6/1/2009 - 19:10
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Mio nonno partì per l'Ortigara

Mio nonno partì per l'Ortigara
Magyar nyelvre fordította Riccardo Venturi
2009.01.06-án
Versione ungherese di Riccardo Venturi
6 gennaio 2009


Ezet a fordítást Sajó Tamásnak felajánlom (rv)


Ez a dal a szerző nagyapjának a története. Egy dal, amit harminc éve meghallgattam először egy firenzei “Népházban”, amikor Chiara Riondino énekelte a gitárjával és egy mikrofonnal. Nem hiszem, hogy Chiara felvette; de én az emlékezetembe vettem fel. Harminc év után véletlenül megtalálom a firenzei városnegyedem honlapján, “Baracche Verdi”-n, egy alkalmi felvétellel: Chiara még énekli a gitárjával és egy mikrofonnal, az emberek között a városnegyedi piacban.

Egy dal a “hálás hazáról”, mint Giulio Cisco nagyon szép, elfelejtett könyve. Egy toszkán paraszt tragikomikus élettörténete, amit az unokája énekel a firenzei nyelvjárásban és béketűrő, keserű gúnnyal. [RV]
NAGYAPÁM ORTIGARÁRA
(continuer)
6/1/2009 - 18:52

Bush War Shoes

Bush War Shoes
Version française – Les chaussures de la bushguerre – Marco Valdo M.I. – 2009
Version italienne – Le scarpe della bushguerra – Riccardo Venturi - 2008

En bref, les évènements sont récents et connus de (presque) tout le monde. Dans les jours qui ont suivi ce grotesque spectacle, Riccardo Scocciante écrivit – le lendemain de l'affaire, soit le 15 décembre 2008 – une sorte de chanson comme il en a l'habitude – dans son idiome d'outre-Atlantique. Riccardo Venturi, qui jure depuis qu'on ne l'y reprendra plus de si tôt, a été prié (le jour-même) d'en faire une version italienne. C'est cette dernière que Marco Valdo M.I. a mise en français sous le titre de Les chaussures de la bushguerre.
LES CHAUSSURES DE LA BUSHGUERRE.
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 17:36
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Long Road Out Of Eden

Long Road Out Of Eden
[2007]
Album: "Long Road Out Of Eden"
Moon shining down through the palms
(continuer)
envoyé par daniela -k.d- 6/1/2009 - 17:27
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Georges Brassens: Les passantes

Georges Brassens: Les passantes
Disons-le tout de suite, ce titre Les Passantes est celui d'une chanson de Georges Brassens, dont le texte (publié en 1918) était d'Antoine Pol. L'histoire en est connue.
Simplement, un chanteur italien, traducteur de Brassens, passeur de Brassens en italien, et lui-même un des plus intéressants et plus fabuleux cantauteurs, Fabrizio De André en fit une version italienne : Le Passanti.
Et c'est là que le jeu de miroirs commence.
Marco Valdo M.I., familier des chansons de Brassens et qui a traduit quelques unes des chansons de De André, a comparé les deux versions et s'est dit qu'il serait intéressant qu'elles soient mises en présence l'une de l'autre dans une même langue : le français. Excluons tout de suite l'hypothèse, la version en français de la chanson de Fabrizio De André ne se ressente pas du traducteur : elle s'est voulue au contraire le plus littéral possible pour monter comment... (continuer)
LES PASSANTES
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 16:47
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Il fiore del male

Il fiore del male
Chanson italienne – Il Fiore del Male – Casa del Vento – 2006

Une chanson dédiée à Pier Paolo Pasolini au trentième anniversaire de sa mort. Pier Paolo Pasolini
était cet écrivain, poète, cinéaste et mille autres choses encore, qui par son goût de la liberté et ses audaces transgressives de la bonne société, marqua son époque et ouvrit des voies poétiques sur notre temps et au-delà. La chanson s'intitule « La fleur du mal », référence à Baudelaire, lui aussi poète et porteur d'avenir, lui aussi, comme Pier Paolo Pasolini désigné, montré du doigt comme « poète maudit ».
À propos de poésie et de traduction, une petite parenthèse : le texte italien dit au refrain : Il fiore del male lo soffio il cielo – ce qui en bonne littéralité donnerait : La fleur du mal le ciel la souffle. Le traducteur a choisi un poète plus ancien pour résoudre cette difficulté et il fit ainsi appel à Rutebeuf (un... (continuer)
LA FLEUR DU MAL
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 15:07
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Luglio, agosto, settembre (nero)

Luglio, agosto, settembre (nero)
"Discoloured people, almost all the same
my anger reads above the news
reads into the past all my pain
sings my people that don't want to die"

Se "my people" è soggetto, "sings" va al singolare, "sing", perché "people" non è un nome collettivo come in italiano, ma è semplicemente il plurale della singola "persona". :P
(ΔΙΩRAMA Poco Ligio All'Ufficialità!)

Hai ragione naturalmente, anche se direi che si tratta di terza persona singolare (sings) o plurale (sing) quindi nel tuo discorso singolare e plurale sono invertiti... Comunque forse la traduzione andrebbe un po' rivista complessivamente.

Lorenzo
6/1/2009 - 13:03
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Jocs de guerra

Jocs de guerra
No n'hi ha prou!
Joan 6/1/2009 - 11:49
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Santiago

Santiago
(da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_P...)

I rapporti con il Vaticano

Il 18 febbraio del 1993 giungono a Pinochet, in occasione della ricorrenza delle sue nozze d'oro, due lettere da parte di papa Wojtyła e del Segretario di Stato Angelo Sodano:
« Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarte Rodriguez, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale.»

(Giovanni Paolo II)
ΔΙΩRAMA Poco Ligio All'Ufficialità! 6/1/2009 - 10:30




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