Canzone contro il servizio militare, reg. in Brianza dal Gruppo "Il Portone" di Vimercate. "Pelà la foeuja" significa sfrondare i gelsi; "capèlla" è un soprannome dei coscritti.
Da: La musica dell'Altraitalia)
Canzone brianzola poco nota, è stata registrata, con altre più conosciute, dal gruppo “Il Portone“ di Vimercate (v. Canzun su la lobbia). E’ incisa anche nella Milanese vol. 10. Essa ripropone il tema tipico del contadino che pensa a lavorare e ignora la guerra. E da notare l'espressione 'pelà la foeuja', cioè sfrondare i gelsi: evidentemente nell‘800 in Brianza la foglia più importante era quella del gelso che nutriva i bachi da seta, tanto da diventare la foglia per antonomasia. "Capèlla' o "capellòn" erano soprannomi dati ai coscritti.
Commento tratto da “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
[1969]
Testo e musica di Judith Reyes
Letra y música de Judith Reyes
Lyrics and Music by Judith Reyes
Una famosa canzone sul massacro del 2 ottobre 1968 a Città del Messico, dove, mentre si svolgevano le Olimpiadi, la polizia represse nel sangue una manifestazione del movimento studentesco messicano facendo decine di morti. La "Plaza de las tres Culturas" di Tlatelolco è così detta perché vi sorgono vestigia delle tre culture messicane (maya, spagnola e messicana moderna). Una strage che segnò la coscienza di tutto il mondo in quell'anno cruciale.
Fa impressione vedere nominato nella canzone il nome di Oriana Fallaci, allora campionessa e testimone di tutte le libertà civili e dei movimenti democratici e di protesta di tutto il mondo. La giornalista fu anche ferita dalla polizia.[RV]
Nel 1968 anche a Città del Messico, come ad Ankara, Berkeley, Berlino, Belgrado, Roma, Madrid, Praga,... (continuer)
TRAMA
Due soldati si danno il cambio in trincea. Di vedetta rimane il più giovane, con i consigli dell'anziano più esperto. Ma l'alba si avvicina e il nemico si risveglia. Da segnalare l'ansia nel ruolo del nemico, sempre generosa nelle sue interpretazioni.
(da "Cineclub Bandabardò" - In viaggio con la Banda in 14 film immaginari. Articolo uscito sul "Rosso Fiorentino", mensile di Controradio, novembre 2004)
Sono evidenti le autocitazioni di un'altra canzone della Banda, però in italiano, "Manifesto": "Penso a meno stress e più farfalle / meno chiacchere alle spalle [...] contro! ogni occasione persa / i calci di rigore sulla traversa / contro! paranoie e tempeste / rimanere fuori, fuori dalle feste"
Zog nit keynmol
[1943]
Testo di Hirsh Glik
Musica di Dimitri Pokrass
[dalla canzone russa То не тучи — грозовые облака,
o Терская походная, con parole di Aleksej Surkov, 1935]
Lyrics: Hirsh Glik
Music: Dimitri Pokrass
[based upon the Russian song То не тучи — грозовые облака, or Терская походная, lyrics by Aleksej Surkov, 1935]
מלים : הירש גליק
מנגינה: דן ודמיטרי פֿוקאַרס
La canzone fu scritta da Hirsh Glik all'età di 21 anni, quando ancora si trovava nel ghetto di Vilnius e divenne in breve tempo celeberrima, nonché l'inno del movimento di resistenza partigiana ebraica agli assassini nazisti.
E' generalmente associata all'insurrezione del ghetto di Varsavia, ma le sue origini sono a Vilnius (Vilna), la rivolta del cui ghetto scoppiò proprio quando arrivarono le notizie da Varsavia. Fu registrata per la prima volta nel 1946 a cura della Commissione Storica Ebraica di Monaco... (continuer)
זאָג ניט קיינמאָל אַז דו גייסט דעם לעצטן וועג, (continuer)
Da: La musica dell'Altraitalia)
Canzone brianzola poco nota, è stata registrata, con altre più conosciute, dal gruppo “Il Portone“ di Vimercate (v. Canzun su la lobbia). E’ incisa anche nella Milanese vol. 10. Essa ripropone il tema tipico del contadino che pensa a lavorare e ignora la guerra. E da notare l'espressione 'pelà la foeuja', cioè sfrondare i gelsi: evidentemente nell‘800 in Brianza la foglia più importante era quella del gelso che nutriva i bachi da seta, tanto da diventare la foglia per antonomasia. "Capèlla' o "capellòn" erano soprannomi dati ai coscritti.
Commento tratto da “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
(Bernart Bartleby)