Les collines de Rabiah
Una canzone dedicata al ricordo di Beirut prima della guerra civile che la insaguinò per vent'anni, riducendola ad un cumulo di macerie, e a com'è quando il cantante la rivede, distrutta, alla televisione...
J'ai la mémoire qui chante
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:30
Merci mon dieu
[1955]
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"
Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (continuer)
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"
Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (continuer)
De nos tanières de draps blancs
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:19
La Marseillaise
Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré
No, non è l'inno nazionale francese. Tutt'altro. Da fare il paio con "God Save the Queen" dei Sex Pistols, si direbbe...se non fosse per la particolare ironia che Léo Ferré mette nel presente la "sua" marsigliese, quella che davvero vale la pena. Ma in quel suo "fottersi la Marsigliese", senz'altro, torna in gioco tutto l'antinazionalismo dell'autore, aiutato qui dall'ovvio doppio senso. [RV]
J'connais un' grue sur le Vieux Port
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:17
Parcours:
Hymnes et contre-hymnes
L'oppression
Paroles et musique de Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré
Non solo una "canzone contro la guerra", ma soprattutto contro il sistema oppressivo che genera altra oppressione e si rigenera menato e fomentato da sempre nuovi, ed eterni, metodi oppressivi. Una canzone difficile sotto ogni senso, difficile da leggere, difficile da cantare, difficilissima da tradurre...e ancor più difficile da digerire. [RV]
Ces mains bonnes à tout même à tenir des armes
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:14
Allende
[1977]
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair
In quel 1977 che in Italia stava riproducendo il '68, forse anche con maggior forza e creatività (come seppero riconoscere i situazionisti francesi, in primis Guy Débord) Léo Ferré, anche lui, dedicava una canzone a Salvador Allende, e da par suo. Lo andremo a risvegliare, Allende, diceva; nel Cile sotto il giogo militare e fascista, Léo rivedeva senz'altro la storia infinita dell'oppressione, e rivedeva la Spagna, la sua amata Spagna cui tante canzoni aveva dedicato. Per questa canzone scrisse soltanto il testo, affidandone la musica a Jean Ferrat che, come è noto, era un militante comunista.[RV]
Ne plus écrire enfin attendre le signal
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 13:11
La complainte du corsaire
[1946]
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi
La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi
La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Où es-tu camarade, où es-tu ?
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 20/11/2004 - 12:20
Libero
attualissima, propone un punto di vista comunque diverso, alternativo, in fondo, se anche noi non siamo dalla parte "sbagliata" è solamente per una serie di circostanze spesso non dipendenti dalla nostra volontà
si puo' ascoltare la canzone originale sul sito: www.vitaminic.it cercando come autore alessioblve
si puo' ascoltare la canzone originale sul sito: www.vitaminic.it cercando come autore alessioblve
Mi chiamo Libero
(continuer)
(continuer)
19/11/2004 - 17:47
Shoot The Dog
Written, arranged and produced by George Michael.
The Copyright is owned by G.K.Panayiotu.
Released on August 12th, 2002
And on the 2004 album Patience
Il più controverso videoclip della carriera di George Michael, non parla di sesso ma di politica! Doveva essere un modo divertente di criticare il premier inglese Tony Blair, accusato di essere "il cane di George W. Bush", ovvero di condurre una politica estera troppo asservita agli interessi americani. E invece si è trasformato in un boomerang: l'opinione pubblica americana lo ha preso come una dichiarazione di scarsa simpatia nei confronti del paese dove, tra l'altro, George Michal risiede da qualche anno (a Los Angeles, per la precisione, dove vive il suo fidanzato). Le polemiche non hanno però fermato il cantante anglo-cipriota, che dopo il videoclip ha lanciato "Shoot The Dog" anche come singolo.
Statement of George Michael to... (continuer)
The Copyright is owned by G.K.Panayiotu.
Released on August 12th, 2002
And on the 2004 album Patience
Il più controverso videoclip della carriera di George Michael, non parla di sesso ma di politica! Doveva essere un modo divertente di criticare il premier inglese Tony Blair, accusato di essere "il cane di George W. Bush", ovvero di condurre una politica estera troppo asservita agli interessi americani. E invece si è trasformato in un boomerang: l'opinione pubblica americana lo ha preso come una dichiarazione di scarsa simpatia nei confronti del paese dove, tra l'altro, George Michal risiede da qualche anno (a Los Angeles, per la precisione, dove vive il suo fidanzato). Le polemiche non hanno però fermato il cantante anglo-cipriota, che dopo il videoclip ha lanciato "Shoot The Dog" anche come singolo.
Statement of George Michael to... (continuer)
GTi, Hot Shot,
(continuer)
(continuer)
19/11/2004 - 15:37
The Grave
[1971]
Parole e musica di Don McLean.
Nell'album "American Pie"
Interpretata anche (nel 2003) da George Michael
Parole e musica di Don McLean.
Nell'album "American Pie"
Interpretata anche (nel 2003) da George Michael
The grave that they dug him had flowers
(continuer)
(continuer)
19/11/2004 - 15:30
If I Was President
Album Welcome to Haiti/Creole 101
If I was president,
(continuer)
(continuer)
19/11/2004 - 14:30
B.O.B. (Bombs Over Baghdad)
Album: Stankonia (2000)
Divertente un aneddoto su questa canzone, che dà anche idea dell'intelligenza media dei guerrafondai. Una tennista statunitense, il giorno dopo l'inizio dei bombardamenti, doveva disputare una partita, e prima di giocare fece trasmettere questa canzone dagli altoparlanti dello stadio "per essere vicina ai soldati"! Ricordo anche i radicali che, durante un raduno pro-USA e pro-guerra, fecero suonare "Born in the USA" di Springsteen, che non è assolutamente una canzone apologetica!
(Francesca)
Divertente un aneddoto su questa canzone, che dà anche idea dell'intelligenza media dei guerrafondai. Una tennista statunitense, il giorno dopo l'inizio dei bombardamenti, doveva disputare una partita, e prima di giocare fece trasmettere questa canzone dagli altoparlanti dello stadio "per essere vicina ai soldati"! Ricordo anche i radicali che, durante un raduno pro-USA e pro-guerra, fecero suonare "Born in the USA" di Springsteen, che non è assolutamente una canzone apologetica!
(Francesca)
[Dre]
(continuer)
(continuer)
19/11/2004 - 14:26
La ville que j'ai tant aimée
La canzone originale, che può essere anche vista alla sezione dedicata a Phil Coulter assieme alla versione francese di Hugues Aufray. Come specificato nel commento al testo francese, i Tri Yann hanno veramente riscritto la canzone adattandola a Orvault e alla sua storia. Ma la canzone di Coulter è dedicata a Derry e riporta direttamente sia alla "Domenica di sangue" del 30 gennaio 1972, per la quale si veda, ovviamente, anche Sunday, Bloody Sunday degli U2, e all' "Operazione Motorman", l'occupazione militare inglese della medesima città, tra il luglio e l'agosto sempre del '72.
THE TOWN I LOVED SO WELL
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 19/11/2004 - 04:54
La mia morosa cara
anonyme
canzone popolare lombarda, cantata anche da Nanni Svampa
"Canzone popolare lombarda del primo Ottocento (vedi riferimento all'industria della filatura), di soggetto amoroso, il cui testo durante il Risorgimento fu 'aggiornato' con le strofe relative alla partenza dei soldati per la guerra e al dolore per la loro morte. L'ultima strofa, di origine bergamasca, mostra un esplicito rifiuto alla guerra o meglio alla coscrizione obbligatoria, e si riferisce quindi al periodo unitario. Si evidenzia come il fenomeno del banditismo come forma di opposizione alla coscrizione, mascroscopico nel Sud, non fosse limitato a quelle regioni, bensì fosse diffuso anche nelle regioni del Nord, testimoniato anche da altri canti contro i 'piemontesi'."
Dal sito del coro Pane & Guerra
(Bernart Bartleby)
"Canzone popolare lombarda del primo Ottocento (vedi riferimento all'industria della filatura), di soggetto amoroso, il cui testo durante il Risorgimento fu 'aggiornato' con le strofe relative alla partenza dei soldati per la guerra e al dolore per la loro morte. L'ultima strofa, di origine bergamasca, mostra un esplicito rifiuto alla guerra o meglio alla coscrizione obbligatoria, e si riferisce quindi al periodo unitario. Si evidenzia come il fenomeno del banditismo come forma di opposizione alla coscrizione, mascroscopico nel Sud, non fosse limitato a quelle regioni, bensì fosse diffuso anche nelle regioni del Nord, testimoniato anche da altri canti contro i 'piemontesi'."
Dal sito del coro Pane & Guerra
(Bernart Bartleby)
La mia morosa cara
(continuer)
(continuer)
18/11/2004 - 22:07
Imagine
ESPERANTO / ESPERANTO [1] - -Manuel Pancorbo
Versione in esperanto di Manuel Pancorbo, da Esperanto Panorama
Esperanto version by Manuel Pancorbo from Esperanto Panorama
Versione in esperanto di Manuel Pancorbo, da Esperanto Panorama
Esperanto version by Manuel Pancorbo from Esperanto Panorama
IMAGU
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 18/11/2004 - 17:52
La guerre de '14-'18
Eduardo Peralta è uno dei maggiori cantautori cileni, specializzato nella traduzione della canzoni di Brassens.
LA GUERRA DEL '14
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 18/11/2004 - 17:40
L'informazione
da "Skamobile" (1997)
Ovunque senti o leggi o guardi la tv
(continuer)
(continuer)
18/11/2004 - 15:28
Palestina
Da "Canzoni, preghiere, danze del II millenio" (1989)
Galilea Samarìa
(continuer)
(continuer)
18/11/2004 - 12:49
Parcours:
L'Holocauste palestinien
Si può dare di più
(G.Bigazzi - U.Tozzi - R. Riefoli)
Questa canzone, decisamente bruttina e banale, rubò nel 1987 a Sanremo il primo posto a "Quello che le donne non dicono", un classico di Fiorella Mannoia (scritta fra l'altro da Ruggeri, uno degli interpreti della canzoncina vincente).
Il trio nacque negli spogliatoi della Nazionale Cantanti, il team benefico-calcistico fondato da Morandi e Mogol.
L’idea di un brano che esortasse alla solidarietà fu probabilmente ispirata dalle alleanze di star anglosassoni che nel 1985 avevano fruttato i brani “Do They Know It's Christmas?” e “We Are The World”, nonché l’evento Live Aid.
Fu Tozzi, unico dei tre a non aver mai partecipato al Festival, a scrivere il brano insieme all’amico Raf e a Giancarlo Bigazzi, che avevano concepito le prime strofe durante una festa natalizia a casa di Caterina Caselli. Alla scrittura non collaborarono Morandi, non ancora diventato... (continuer)
Questa canzone, decisamente bruttina e banale, rubò nel 1987 a Sanremo il primo posto a "Quello che le donne non dicono", un classico di Fiorella Mannoia (scritta fra l'altro da Ruggeri, uno degli interpreti della canzoncina vincente).
Il trio nacque negli spogliatoi della Nazionale Cantanti, il team benefico-calcistico fondato da Morandi e Mogol.
L’idea di un brano che esortasse alla solidarietà fu probabilmente ispirata dalle alleanze di star anglosassoni che nel 1985 avevano fruttato i brani “Do They Know It's Christmas?” e “We Are The World”, nonché l’evento Live Aid.
Fu Tozzi, unico dei tre a non aver mai partecipato al Festival, a scrivere il brano insieme all’amico Raf e a Giancarlo Bigazzi, che avevano concepito le prime strofe durante una festa natalizia a casa di Caterina Caselli. Alla scrittura non collaborarono Morandi, non ancora diventato... (continuer)
In questa notte di venerdì
(continuer)
(continuer)
18/11/2004 - 12:05
×