Veramente interessante scoprire che la libertà sia una tematica che appartiene a tutti, anche ai fascisti. Davvero i tempi sono cambiati...
giacomo 12/9/2014 - 09:21
Infatti i tempi sono cambiati per fortuna. Non si può accusare un gruppo musicale di fascismo solo perchè non allineati a sinistra. Non mi permetterei mai di accusare i Modena City Ramblers di Stalinismo solo perchè nei testi compaiono partigiani e bandiere rosse. Gli Antica affrontano tematiche e valori Europei senza incitamenti all'odio nei confronti di nessuna parte politica. La libertà sta nel poter esprimere le proprie opinioni tranquillamente. Dai commenti di qualcuno denoto però una certa difficoltà a comprendere ciò .
Andrea 12/9/2014 - 16:52
Tanto per curiosità, a chi sarà mai dedicata la canzone su S. Carlos de Bariloche di questi musici tanto apprezzati? A Erich Priebke o al suo camerata Adolf Eichmann? Entrambi, mi risulta, vi soggiornarono a lungo (Eichmann un pò meno..., capita).
Gianni Sartori
Gianni Sartori
Gianni Sartori 13/9/2014 - 22:06
Infatti giacomo, i tempi sono cambiati, benvenuto nel 2014!
oggi i problemi sono quelli di un modello socio-economico-culturale che sta fagocitando il nostro pianeta, di intere popolazioni che muoiono di fame perchè la finanza speculativa ne fa lo stesso uso che una zecca fa della zampa di un cane, di un'opinione pubblica inesistente e lobotomizzata da un circuito mediatico servo del potere più forte.
e ancora stiamo a perderci dietro alla vecchia storiella dei rossi e neri...
non saremmo più forti se ammainassimo delle bandiere ormai vecchie e logore e combattessimo tutti per ciò che è davvero importante?
p.s. scusate l'off topic, ma mi sembra che la discussione ormai abbia preso questa piega qua.
oggi i problemi sono quelli di un modello socio-economico-culturale che sta fagocitando il nostro pianeta, di intere popolazioni che muoiono di fame perchè la finanza speculativa ne fa lo stesso uso che una zecca fa della zampa di un cane, di un'opinione pubblica inesistente e lobotomizzata da un circuito mediatico servo del potere più forte.
e ancora stiamo a perderci dietro alla vecchia storiella dei rossi e neri...
non saremmo più forti se ammainassimo delle bandiere ormai vecchie e logore e combattessimo tutti per ciò che è davvero importante?
p.s. scusate l'off topic, ma mi sembra che la discussione ormai abbia preso questa piega qua.
francesco 15/9/2014 - 14:49
Scusa Francesco, non ho capito. Cosa proponi una alleanza rosso/bruna per combattere il nuovo ordine mondiale? Mi dispiace di deluderti ma penso che questo genere di alleanze improbabili esistano solo nell'immaginazione di Magdi Allam e di altri consimili venditori di paura.
Ti posso anche concedere che la sinistra più radicale e l'estrema destra concordino nell'individuare una serie di "problemi" come dici tu, tra i quali sicuramente quelli che citi (anche se l'estrema destra cavalca spesso ben altri temi, che condivide con la destra "di governo", quali la lotta all'immigrazione, la difesa della presunte tradizioni religiose e altre boiate del genere)
Ma anche per quanto riguarda i temi che indichi, la differenza c'è ancora - anche nel 2014 - e sta nelle soluzioni proposte. Le mie, quelle di sinistra, sono inclusive, pacifiche (o almeno "la pace tra gli oppressi/la guerra all'oppressor")... (continuer)
Ti posso anche concedere che la sinistra più radicale e l'estrema destra concordino nell'individuare una serie di "problemi" come dici tu, tra i quali sicuramente quelli che citi (anche se l'estrema destra cavalca spesso ben altri temi, che condivide con la destra "di governo", quali la lotta all'immigrazione, la difesa della presunte tradizioni religiose e altre boiate del genere)
Ma anche per quanto riguarda i temi che indichi, la differenza c'è ancora - anche nel 2014 - e sta nelle soluzioni proposte. Le mie, quelle di sinistra, sono inclusive, pacifiche (o almeno "la pace tra gli oppressi/la guerra all'oppressor")... (continuer)
giacomo 15/9/2014 - 22:26
Sono d'accordo con te, Giacomo, le differenze esistono eccome.
Il problema è che la sinistra di cui parli non ha quasi più voce in capitolo, mentre la destra nazionalista e xenofoba miete sempre più consensi, di volta in volta contenuta o accarezzata dai regimi che ci governano, liberal-conservatori o social-democratici che siano...
In una cosa penso tu abbia ragione: si va verso lo scontro, ma non credo - ahinoi - che evoluzione ed esito saranno tanto diversi da quanto accaduto all'epoca di Weimar.
Il problema è che la sinistra di cui parli non ha quasi più voce in capitolo, mentre la destra nazionalista e xenofoba miete sempre più consensi, di volta in volta contenuta o accarezzata dai regimi che ci governano, liberal-conservatori o social-democratici che siano...
In una cosa penso tu abbia ragione: si va verso lo scontro, ma non credo - ahinoi - che evoluzione ed esito saranno tanto diversi da quanto accaduto all'epoca di Weimar.
Bernart Bartleby 17/9/2014 - 08:06
Preso per assunto che Giacomo ha sintetizzato il tutto alla perfezione, si potrebbe dire -e in questo caso so di riuscire ad essere anche più pessimista di te, Bartleby- che l'evoluzione e l'esito sono andati ben oltre la Germania weimariana. Viviamo in un nazifascismo talmente diffuso, ora come ora, che non c'è neppure più bisogno dei grandi dittatori e delle "figure carismatiche"; il "grande dittatore" è, casomai, un dittatore sistemico (che lo si voglia chiamare "mercato" o "capitalismo"), e chi tira le leve non sono più, comunque, figure "politiche"; la politica, così come la si è intesa nel XX secolo, è morta e sepolta. In questo panorama, poiché al contempo il capitalismo-padrone assoluto vive una crisi profondissima e, forse, finale, è addirittura logico che il tutto si esprima attraverso un totalitarismo mascherato da "democrazia", dove le "istituzioni" altro non sono che esecutrici... (continuer)
Riccardo Venturi 17/9/2014 - 09:29
giacomo quello che mi auguro io non è un'alleanza "rosso-bruna" per combattere insieme determinate battaglie, bensì un superamento degli steccati ideologici da parte delle persone. e intendo proprio dei singoli individui. il concetto stesso di alleanza presuppone un compromesso limitato nel tempo o nel campo d'azione che non mette in discussione le convinzioni di base.
con questo non voglio dire che chi crede in qualcosa debba rinnegare le proprie convinzioni, ma quantomeno è opportuno un confronto interiore per valutare la priorità e l'importanza delle proprie idee cardine rispetto alle esigenze che ci sono oggi.
sarebbe bello che le differenze fra le varie soluzioni proposte fossero una risultanza della cultura e dell'animo delle persone, non che fossero indotti dai binari in cui, anche inconsciamente, le ideologie ci incanalano.
con questo non voglio dire che chi crede in qualcosa debba rinnegare le proprie convinzioni, ma quantomeno è opportuno un confronto interiore per valutare la priorità e l'importanza delle proprie idee cardine rispetto alle esigenze che ci sono oggi.
sarebbe bello che le differenze fra le varie soluzioni proposte fossero una risultanza della cultura e dell'animo delle persone, non che fossero indotti dai binari in cui, anche inconsciamente, le ideologie ci incanalano.
francesco 18/9/2014 - 11:08
Lo so, non meriterebbero tanta attenzione. Ma, cristo!, sono veramente "senza alcun pudore" (proprio come recita un loro pezzo).
Si sono appropriati perfino di una canzone basca ("Askatasunaren haizea") dedicata ai prigionieri politici (baschi, ca va sans dire). Consiglio il video di Koiuntura con Gernika bombardata dai nazisti (ma il primo giro lo avevano eseguito i savoia-marchetti italiani mitragliando la folla al mercato), i seminaristi baschi condotti alla fucilazione dai franchisti, i funerali di Kirruli con la bara letteralmente assaltata dalla Guardia Civil, Lasa e Zabala sequestrati , torturati e assassinati dai GAL (con cui collaborarono molti neofascisti italiani)...
E questi spudorati di antica tradizione ne hanno fatto una canzone dedicata ai reduci delle guerre coloniali di Mussolini (v. "mietitore di eroi").
Allego il testo di "Askatasunaren haizea" ricordando che l'espressione... (continuer)
Si sono appropriati perfino di una canzone basca ("Askatasunaren haizea") dedicata ai prigionieri politici (baschi, ca va sans dire). Consiglio il video di Koiuntura con Gernika bombardata dai nazisti (ma il primo giro lo avevano eseguito i savoia-marchetti italiani mitragliando la folla al mercato), i seminaristi baschi condotti alla fucilazione dai franchisti, i funerali di Kirruli con la bara letteralmente assaltata dalla Guardia Civil, Lasa e Zabala sequestrati , torturati e assassinati dai GAL (con cui collaborarono molti neofascisti italiani)...
E questi spudorati di antica tradizione ne hanno fatto una canzone dedicata ai reduci delle guerre coloniali di Mussolini (v. "mietitore di eroi").
Allego il testo di "Askatasunaren haizea" ricordando che l'espressione... (continuer)
Gianni Sartori 1/10/2014 - 15:21
Visto che è già in rete mi permetto un'autocitazione:
Askatasuna = Libertà (di Gianni Sartori)
rivista anarchica anno 32 n. 284 ottobre 2002
(dove si parla anche del Txiki e di Mikel)
Askatasuna = Libertà (di Gianni Sartori)
rivista anarchica anno 32 n. 284 ottobre 2002
(dove si parla anche del Txiki e di Mikel)
Gianni Sartori 1/10/2014 - 15:28
Segnalo in rete anche una canzone su Enesto "Che" Guevara : COMANDANTE ! Molto bella e ...basta parlare di fascismo, comunismo, bla bla ...
Andrea 14/1/2015 - 22:30
Ernesto, (e non Enesto) se ben ricordo, dai tempi che il termine "fascismo" aveva un significato preciso (che negli anni però non è troppo cambiato)
Anche il "comunismo", specie se reale e non teorico andrebbe approfondito e non messo in naftalina.
Purtroppo "la storia è una maestra senza scolari" (A.Gramsci)
saluti gianfranco
Anche il "comunismo", specie se reale e non teorico andrebbe approfondito e non messo in naftalina.
Purtroppo "la storia è una maestra senza scolari" (A.Gramsci)
saluti gianfranco
Ha del paradossale etichettare secondo i nostri canoni di sinistra e destra una lotta fatta in un Paese che il fascismo ed il comunismo non li ha mai conosciuti e per cui destra e sinistra significa solo conservatori e progressisti. Anche perché dovessimo applicare il nostro canone, sicuramente la battaglia di Sands e dell'IRA non si configurerebbe nella famiglia di una sinistra (la nostra) che disprezza ogni forma di patriottismo, che si dice figlia del mondo, che disprezza le proprie origini e le proprie identità. L'IRA era composta da gente che aveva un legame viscerale con la propria terra e con le proprie tradizioni, gente che scriveva in gaelico per rivendicare il proprio diritto ad avere non più denaro, ma ad avere la loro nazione, la loro Patria libera dallo straniero. Cosa che voi non avete mai fatto e mai farete. Sands era un socialista nazionalista cattolico, voi siete dei comunisti... (continuer)
Italo 11/7/2015 - 14:59
Il testo degli Antica Tradizione c'è ed è stato variamente apprezzato o meno, ed è per questo che anche tu, da ultimo, sei qui a commentarlo.
Il paradosso è nelle tue parole: trovi paradossale le etichette e poi etichetti "noi" (noi chi?) come "comunisti internazionalisti atei" (dimentichi "apostati e irretiti dalla censura") e il povero Bobby Sands, che nemmeno può replicare, come nazional-socialista cattolico.
E bravo Italo! Te la canti e te la suoni!
Spero che il fantasma di Bobby venga stanotte a visitarti per spiegarti qualcosetta, con il suo Armalite e con tutto il garbo di un vecchio provisional.
Ciao!
Il paradosso è nelle tue parole: trovi paradossale le etichette e poi etichetti "noi" (noi chi?) come "comunisti internazionalisti atei" (dimentichi "apostati e irretiti dalla censura") e il povero Bobby Sands, che nemmeno può replicare, come nazional-socialista cattolico.
E bravo Italo! Te la canti e te la suoni!
Spero che il fantasma di Bobby venga stanotte a visitarti per spiegarti qualcosetta, con il suo Armalite e con tutto il garbo di un vecchio provisional.
Ciao!
Bernart Bartleby 11/7/2015 - 22:03
Il fatto di accettare e postare tutti i commenti vi rende onore. Un atto democratico e divulgativo. Poi come dici tu , il vecchio Bobby me lo immagino proprio con l'AR10, molto incazzato e poco intellettuale ,lontano sicuramente da certi commenti .
Fabio 16/7/2015 - 18:59
Ronan Bennett (Belfast, 14 gennaio 1956) è uno scrittore e ex militante dell’IRA. Nato e cresciuto a Belfast, dopo aver vissuto una sofferta esperienza di militanza politica (accusato di appartenenza all’Official IRA) ed essersi laureato in Storia presso il King’s College, di Londra, ha intrapreso una carriera di scrittore che non si è mai allontanata dall’impegno civile e dall’esigenza di testimoniare la difficile realtà sociale e politica del suo o di altri Paesi. Ronan Bennett scrive regolarmente per The Guardian e The Observer.
LA VERA SFIDA
“Uscire dal carcere non è che l’inizio. Evadere dal proprio passato, questa è la vera sfida”
Ronan Bennett, irlandese di Belfast, a causa del suo impegno per la causa repubblicana, ha conosciuto due volte l’esperienza del carcere: a Long-Kesh e a Brixton, negli anni Settanta. Una prima volta venne arrestato con l’accusa, poi risultata infondata,... (continuer)
LA VERA SFIDA
“Uscire dal carcere non è che l’inizio. Evadere dal proprio passato, questa è la vera sfida”
Ronan Bennett, irlandese di Belfast, a causa del suo impegno per la causa repubblicana, ha conosciuto due volte l’esperienza del carcere: a Long-Kesh e a Brixton, negli anni Settanta. Una prima volta venne arrestato con l’accusa, poi risultata infondata,... (continuer)
Gianni Sartori 14/8/2015 - 09:48
IN MEMORIA DI PEGGY O'HARA
(Gianni Sartori)
Avevo conosciuto Peggy e Jim O'Hara, la madre e il padre di Patsy O'Hara (il quarto tra i dieci prigionieri politici repubblicani che nel 1981 si erano lasciati morire di fame a Long Kesh), grazie a Tony Gillespie nella loro casa di Hardfoyle a Derry nel 1985. L'avevo poi rivista in occasione di altri viaggi in Irlanda e nel 1986 l'avevo intervistata sulla tragica vicenda del figlio, morto il 21 maggio 1981 dopo 60 giorni di sciopero della fame. Patsy, militante dell'INLA (Esercito Irlandese di Liberazione Nazionale, considerato il braccio armato dell'IRSP), ebbe un ruolo fondamentale nell'organizzare e gestire la protesta del 1981, in perfetta coerenza con l'impegno fino ad allora dimostrato all'interno delle lotte del quartiere dove viveva. Il padre, Jim, ricordava come Patsy avesse “combattuto con la parola prima ancora che con le armi contro... (continuer)
(Gianni Sartori)
Avevo conosciuto Peggy e Jim O'Hara, la madre e il padre di Patsy O'Hara (il quarto tra i dieci prigionieri politici repubblicani che nel 1981 si erano lasciati morire di fame a Long Kesh), grazie a Tony Gillespie nella loro casa di Hardfoyle a Derry nel 1985. L'avevo poi rivista in occasione di altri viaggi in Irlanda e nel 1986 l'avevo intervistata sulla tragica vicenda del figlio, morto il 21 maggio 1981 dopo 60 giorni di sciopero della fame. Patsy, militante dell'INLA (Esercito Irlandese di Liberazione Nazionale, considerato il braccio armato dell'IRSP), ebbe un ruolo fondamentale nell'organizzare e gestire la protesta del 1981, in perfetta coerenza con l'impegno fino ad allora dimostrato all'interno delle lotte del quartiere dove viveva. Il padre, Jim, ricordava come Patsy avesse “combattuto con la parola prima ancora che con le armi contro... (continuer)
Gianni Sartori 22/8/2015 - 13:53
Gianni Sartori 26/2/2016 - 00:00
Gianni Sartori
24 MAGGIO 2016 8:27
Un altro aspetto da considerare, ben più grave dei tentativi di appropriazione indebita da parte fascista di personaggi di sinistra (come Bobby. Sands o Barry Horne) è la possibile infiltrazione nei movimenti di liberazione o di emancipazione sociale. Se in Italia è relativamente nota la figura dell’infiltrato Mario Merlino nel movimento anarchico, non va dimenticato che elementi legati all’Aginter Presse si infiltrarono (con false credenziali “maoiste” e antimperialiste) nel movimenti di liberazione delle colonie portoghesi per eliminarne i dirigenti (v. Mondlane e Cabral, forse anche la dissidente sudafricana R. First). Da segnalare poi il ruolo dei neofascisti (NAR, ma non solo) a fianco dei falangisti maroniti contro i palestinesi. Non esattamente il massimo della coerenza da parte di soggetti che in Italia si inventavano sigle “terceriste” come OLP... (continuer)
24 MAGGIO 2016 8:27
Un altro aspetto da considerare, ben più grave dei tentativi di appropriazione indebita da parte fascista di personaggi di sinistra (come Bobby. Sands o Barry Horne) è la possibile infiltrazione nei movimenti di liberazione o di emancipazione sociale. Se in Italia è relativamente nota la figura dell’infiltrato Mario Merlino nel movimento anarchico, non va dimenticato che elementi legati all’Aginter Presse si infiltrarono (con false credenziali “maoiste” e antimperialiste) nel movimenti di liberazione delle colonie portoghesi per eliminarne i dirigenti (v. Mondlane e Cabral, forse anche la dissidente sudafricana R. First). Da segnalare poi il ruolo dei neofascisti (NAR, ma non solo) a fianco dei falangisti maroniti contro i palestinesi. Non esattamente il massimo della coerenza da parte di soggetti che in Italia si inventavano sigle “terceriste” come OLP... (continuer)
Gianni Sartori 4/11/2016 - 09:10
In questo video un noto esponente del neofascismo britannico (credo defunto nel frattempo) inneggia alla distruzione dell'I.R.A. ostentando una "croce cerchiata delle ss francesi" (parente stretta della svastica tonda) identica a quella della Charlemagne, dell'OAS e di tutto il neofascismo europeo (e non) che spesso, strumentalmente, ci (e si) racconta di sostenere la lotta di liberazione del popolo irlandese.
Altro che "CELTICA"...
Altro che "CELTICA"...
Il mondo delle Destre è talmente variegato che non si può generalizzare. Nel video sopra postato vedo una testa rasata con musica skinhead in sottofondo. Gli Antica Tradizione non c'entrano nulla con simili imbecilli. Paolo
Il poeta
la giustizia sociale non ha colori o fedi politiche è trasversale nel cuore di chi ama. Giusto inserirla
fabbregas 31/10/2016 - 16:51
Avanti ragazzi di Budapest
Ancora le barriere di destra e sinistra!! le divisioni fanno bene al potere non a noi cittadini!!!
(Martino)
(Martino)
Ma guarda, Martino, che ora come ora è proprio il potere cui garba tanto la "coësione"; vedasi ad esempio Giorgio Napolitano, o sbaglio?... Saluti. [RV]
20/9/2014 - 06:34
Sgarbi direbbe che siete ignoranti come delle capre, gbturchi ha pienamente ragione, andate ad informarvi prima di commentare. È inutile , ogni volta che qualche organizzazione di destra sale al potere, dire che si tratta di nazisti, razzisti , che non c'è libertà di parola ecc. Orbán sta facendo un ottimo lavoro, punto.
A proposito della battaglia di budapest.
Fondamentale e' quest articolo di Indro Montanelli.
Che rimarcava come,a ribellarsi ai sovietici erano...i socialisti e "compagni stessi. Indro Montanelli,per Corsera,non Gramsci per l Unita'.
Saluti
Articolo consigliato
Indro montanelli
" questa e' la battaglia di Budapest"
1956 corriere della sera.
Fondamentale e' quest articolo di Indro Montanelli.
Che rimarcava come,a ribellarsi ai sovietici erano...i socialisti e "compagni stessi. Indro Montanelli,per Corsera,non Gramsci per l Unita'.
Saluti
Articolo consigliato
Indro montanelli
" questa e' la battaglia di Budapest"
1956 corriere della sera.
Luigi celex 6/4/2015 - 02:02
Traduction française de ZugNachPankow
In occasione del 59° anniversario della rivolta ungherese.
In occasione del 59° anniversario della rivolta ungherese.
ALLEZ, GENS DE BUDA
(continuer)
(continuer)
envoyé par ZugNachPankow 25/10/2015 - 01:15
SESSANT'ANNI DOPO
Proprio oggi, 23 ottobre 2016, se a qualcuno fosse sfuggito sarebbe il 60° anniversario dell'inizio della rivolta ungherese del 1956, poi schiacciata nel sangue dall' “aiuto fraterno” dell'Unione Sovietica.
Oppure quello dedicato ai “drammi alla frontiera”:
Quelli che seguono, invece, sono due video relativi alla “famosa” performance della reporter ungherese Petra Laszló, nel settembre 2015, mentre prende a calci dei profughi e dei migranti alla frontiera ungherese, fa sgambetti a genitori e bambini, eccetera eccetera, in occasioni di altri drammi alla frontiera:
Sembra che la gentile sig.ra Laszló, dopo che in un primo momento era stata licenziata dalla catena televisiva N1TV (legata ad ambienti della destra ungherese) e addirittura sottoposta ad un processo, sia stata non solo riabilitata nella libera e democratica Ungheria "comunitaria" di Orbán, dei Jobbik... (continuer)
Proprio oggi, 23 ottobre 2016, se a qualcuno fosse sfuggito sarebbe il 60° anniversario dell'inizio della rivolta ungherese del 1956, poi schiacciata nel sangue dall' “aiuto fraterno” dell'Unione Sovietica.
Oppure quello dedicato ai “drammi alla frontiera”:
Quelli che seguono, invece, sono due video relativi alla “famosa” performance della reporter ungherese Petra Laszló, nel settembre 2015, mentre prende a calci dei profughi e dei migranti alla frontiera ungherese, fa sgambetti a genitori e bambini, eccetera eccetera, in occasioni di altri drammi alla frontiera:
Sembra che la gentile sig.ra Laszló, dopo che in un primo momento era stata licenziata dalla catena televisiva N1TV (legata ad ambienti della destra ungherese) e addirittura sottoposta ad un processo, sia stata non solo riabilitata nella libera e democratica Ungheria "comunitaria" di Orbán, dei Jobbik... (continuer)
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 23/10/2016 - 11:18
Sembra che gli ungheresi stiano commemorando la ricorrenza con un bassissimo profilo, perché il governo Orbán non vuole irritare l'amico Putin...
Lorenzo 23/10/2016 - 11:24
E infatti avevo anche io riportato la notizia. Certo che questo benedetto Putin sta mettendo proprio tutti d'accordo: veterocomunisti, giovanotti stalinisti di certi centri sociali, fascisti e parafascisti ungheresi e di altri paesi, Donald Trump, Salvini e quant'altri...senza scordare la sua celebre amicizia con Silvio Berlusconi. Ma, del resto, anche la Santa Russia è tornata ad essere, con Putin, pienamente "cristiana". Amen.
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 23/10/2016 - 12:11
Un aviatore irlandese prevede la sua morte
Leggo da RV: "...dagli aerei, ora come allora, si sganciavano bombe che cadevano sulla testa di chi stava là sotto" e "...un aviatore che va gettando bombe per impulsi di gioia (leggasi: sadismo inconscio)"
Non era esattamente così, se non altro perchè durante la WW1 i velivoli furono, almeno fino all'ultimo anno di guerra, per lo più ricognitori e caccia e solo i tedeschi si fecero notare bombardando l'Inghilterra, ma con gli Zeppelin.
Lo stesso Kaiser si oppose peraltro (finchè potè) ai suoi generali essendo contrario al bombardamento terroristico sulle città; esisteva ancora, con tutte le virgolette del caso, una specie di atteggiamento "cavalleresco" dal sapore risorgimentale.
Dunque gli aviatori, compreso il nostro,erano una specie di "cavalieri dell'aria" che duellavano tra loro e infatti sono noti ad esempio i casi (italiani) di intendimenti a non usare i proiettili traccianti che... (continuer)
Non era esattamente così, se non altro perchè durante la WW1 i velivoli furono, almeno fino all'ultimo anno di guerra, per lo più ricognitori e caccia e solo i tedeschi si fecero notare bombardando l'Inghilterra, ma con gli Zeppelin.
Lo stesso Kaiser si oppose peraltro (finchè potè) ai suoi generali essendo contrario al bombardamento terroristico sulle città; esisteva ancora, con tutte le virgolette del caso, una specie di atteggiamento "cavalleresco" dal sapore risorgimentale.
Dunque gli aviatori, compreso il nostro,erano una specie di "cavalieri dell'aria" che duellavano tra loro e infatti sono noti ad esempio i casi (italiani) di intendimenti a non usare i proiettili traccianti che... (continuer)
Francesco Brazzale 14/6/2015 - 22:08
Riccardo Venturi ha interpretato correttamente la canzone.
Non solo la poesia incarna la fascinazione del volo come tensione dell'individuo di chiara matrice romantica e fascista, ma la visione dell'intera vita che si sublima nell'istante dell'attacco lo collega al Bushido e alla visione di Mishima.
La lotta che si autolegittima "al di la del bene e del male" (non odio chi devo combattere, non amo chi devo difendere) ha poi dei collegamenti con la fisolofia nietzscheana.
Per concludere questo pezzo è intrinsecamente fascista e filomilitarista proprio perché identifica il valore della lotta in sé come arte e bellezza, a differenza di letture più materialiste o liberiste della guerra che invece cercano sempre delle giustificazioni di tipo economico o morale.
Non solo la poesia incarna la fascinazione del volo come tensione dell'individuo di chiara matrice romantica e fascista, ma la visione dell'intera vita che si sublima nell'istante dell'attacco lo collega al Bushido e alla visione di Mishima.
La lotta che si autolegittima "al di la del bene e del male" (non odio chi devo combattere, non amo chi devo difendere) ha poi dei collegamenti con la fisolofia nietzscheana.
Per concludere questo pezzo è intrinsecamente fascista e filomilitarista proprio perché identifica il valore della lotta in sé come arte e bellezza, a differenza di letture più materialiste o liberiste della guerra che invece cercano sempre delle giustificazioni di tipo economico o morale.
Marco 14/5/2016 - 00:31
Per chi fosse interessato, qui c'è la storia di quella volta che a vedersela brutta non fu Snoopy, ma direttamente Charlie Brown.
Charles L. Brown nel 1943 era un giovanissimo pilota dell'USAF; per l'equipaggio che comandava e per il suo B17 era la prima missione.
L'obiettivo era la fabbrica degli FW190 tedeschi a Brema, e la città era guardata da duecentocinquanta postazioni antiaeree e da centinaia di caccia. Proprio la contraerea centrò il bombardiere di Charlie Brown, danneggiandolo in modo piuttosto serio. Poi toccò ai caccia, che con ripetuti attacchi nel corso di dieci minuti uccisero il mitragliere di coda e ferirono l'operatore radio, un altro mitragliere e lo stesso Brown. L'aereo ebbe tre motori danneggiati e il timone fracassato.
Mancava l'ultimo tocco.
Da un campo di volo a terra videro l'aereo. Franz Stigler decollò e avvicinò il bombardiere; vide che l'equipaggio ferito... (continuer)
Charles L. Brown nel 1943 era un giovanissimo pilota dell'USAF; per l'equipaggio che comandava e per il suo B17 era la prima missione.
L'obiettivo era la fabbrica degli FW190 tedeschi a Brema, e la città era guardata da duecentocinquanta postazioni antiaeree e da centinaia di caccia. Proprio la contraerea centrò il bombardiere di Charlie Brown, danneggiandolo in modo piuttosto serio. Poi toccò ai caccia, che con ripetuti attacchi nel corso di dieci minuti uccisero il mitragliere di coda e ferirono l'operatore radio, un altro mitragliere e lo stesso Brown. L'aereo ebbe tre motori danneggiati e il timone fracassato.
Mancava l'ultimo tocco.
Da un campo di volo a terra videro l'aereo. Franz Stigler decollò e avvicinò il bombardiere; vide che l'equipaggio ferito... (continuer)
Io non sto con Oriana 17/9/2016 - 15:57
Il mercenario di Lucera
Sono Pino Caruso. Il testo della canzone "Il mercenario di Lucera" è di Ninni Pingitore. Dico questo solo per ripsetto alla verità, non per scansare una eventuale critica. Mi spiego meglio: la mia avventura al Bagaglino comincia nel 1965. Venivo da Palermo, dove la guerra, come in tutta la Sicilia era finita nel 1943, mentre nel resto del Paese continuava sino al 1945. La resistenza, i partigiani che l'avevano fatta, lo spirito che l'aveva animata, mi erano sconosciuti. Ero moltio povero e anche molto ignorante (sono un autodidatta), non c'erano i mezzi d'informazione che ci sono oggi. Insomma, quando arrivo a Roma ho un solo problema: quello della sopravvivenza. Nulla sapevo di politica, di partiti, etc. Cercavo lavoro. Me lo offrì Luciano Cirri che insieme ad altri giornalisti, stava dando vita al Bagaglino.
Preciso subito per onestà che fu la mia fortuna, perché da lì partì il mio successo.... (continuer)
Preciso subito per onestà che fu la mia fortuna, perché da lì partì il mio successo.... (continuer)
telamonio@iol.it 28/10/2015 - 15:04
E direi che si tratta di una testimonianza preziosa, questa, e anche parecchio ma parecchio umana, e che non dà adito a critiche di sorta alcuna. Del resto, poi, vedo che sulla copertina delle "Canzoni del Bagaglino" c'è anche il nome di Gabriella Ferri, e vorrà dire pure qualcosa. Carissimo Pino Caruso, ricordandomi di quando ti vedevo a volte in TV cantare "Venga a prendere il caffè da noi, Ucciardone cella trentasei", mi sia permesso un saluto davvero caro da parte mia e di tutto lo staff di questo sito per il tuo intervento, che, seppur breve, è tutta quanta una storia. Forse, chissà, siamo troppo abituati a pensare che gli uomini di spettacolo non abbiano, o abbiano mai avuto, il problema della sopravvivenza e del mangiare; al di là di che cosa sia e cosa significhi questa canzone da te cantata, ti ricordiamo poi che è stata inserita nel sito (oramai dieci anni fa...) da una persona... (continuer)
Riccardo Venturi (CCG/AWS Staff) 29/10/2015 - 15:55
intendevo dire a che a me fun insegnata mentre facevo il militare e la cantavamo prima di andare in mensa, facevo il parà a pisa... (non sono fascista) volevo solo testimoniare che in fondo è sicuramente un pzzo anticonformista in stile irwine welsh :)
errico 8/7/2016 - 14:57
Bora
[2009]
Nell’album “Italia: ultimo atto”
“1944-1948. La tragedia degli Italiani di Istria e Dalmazia, la pulizia etnica sulla porta di casa, gli entusiasti sostenitori nostrani della ‘soluzione foiba’, l’interdizione a parlarne. L’Italia che abbiamo ereditato ha più d’una radice affondata in quel terreno carsico…” (Ianva)
Canzone su tema delicatissimo, controverso, di cocente attualità (10 febbraio, giorno del Ricordo), proveniente da band altrettanto discussa (anche su queste pagine). Penso che si possa tranquillamente ascriverla al percorso (discusso, pure questo) “Destra e Reazionarismo contro e nella guerra”, ma leggendone il testo non mi è parso che sia accostabile a quello di altre canzoni sul tema provenienti, queste sì, da gruppi musicali senz’altro appartenenti all’estrema destra (Compagnia dell’Anello, Gesta Bellica, Ultima Frontiera, per esempio). Oltre ad essere dei musicisti... (continuer)
Nell’album “Italia: ultimo atto”
“1944-1948. La tragedia degli Italiani di Istria e Dalmazia, la pulizia etnica sulla porta di casa, gli entusiasti sostenitori nostrani della ‘soluzione foiba’, l’interdizione a parlarne. L’Italia che abbiamo ereditato ha più d’una radice affondata in quel terreno carsico…” (Ianva)
Canzone su tema delicatissimo, controverso, di cocente attualità (10 febbraio, giorno del Ricordo), proveniente da band altrettanto discussa (anche su queste pagine). Penso che si possa tranquillamente ascriverla al percorso (discusso, pure questo) “Destra e Reazionarismo contro e nella guerra”, ma leggendone il testo non mi è parso che sia accostabile a quello di altre canzoni sul tema provenienti, queste sì, da gruppi musicali senz’altro appartenenti all’estrema destra (Compagnia dell’Anello, Gesta Bellica, Ultima Frontiera, per esempio). Oltre ad essere dei musicisti... (continuer)
Sento echi d’un festeggiamento
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 11/2/2015 - 22:31
Le foibe e i crimini che le hanno precedute
di [[|Predrag Matvejević]]
Pubblicato su Novi List, 12 febbraio 2005, col titolo "Foibe" su fašistički izum
Traduzione italiana di Luka Zanoni per Osservatorio sui Balcani
Queste righe sono state scritte nel Giorno del ricordo in Italia, 10 febbraio 2005 - quel dispiacere lo condivido con molti cittadini di questo Paese. I crimini delle fosse e quelli che in esse vi sono finiti, ciò che le ha precedute e che le ha seguite, l'ho condannato da tempo - mentre vivevo in Jugoslavia, quando di ciò in Italia si parlava raramente e non abbastanza. Ho scritto pure sui crimini di Goli Otok, di cui sono state vittime molti comunisti, Jugoslavi e Italiani che erano più vicini a Stalin e Togliatti che al "revisionismo" di Tito. Ho parlato anche della sofferenza degli esiliati italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, dopo la Seconda Guerra mondiale - l'ho... (continuer)
Bernart Bartleby 11/2/2015 - 22:36
Inutile rilevare la distanza che separa su ogni piano ed in ogni senso questa quarantina di versi dall'operazza di un cristicchio qualsiasi.
Io non sto con Oriana 19/3/2016 - 08:25
A me "questo" sembra propaganda vergognosa non un cristicchio qualsiasi che tra l'altro non amo. badate bene non la canzone ma il panegirico antifascista che ne prende spunto
Bassa e meschina ideologia! vogliamo dire che berlusconi e' fascista e'zcomico cosi come vogliamo dire che tito era una gran brava persona "questo" e' tragico!
Bassa e meschina ideologia! vogliamo dire che berlusconi e' fascista e'zcomico cosi come vogliamo dire che tito era una gran brava persona "questo" e' tragico!
Dan il di las 6/7/2016 - 14:42
I figli del Bloody Sunday
[2013]
Un brano distribuito on line singolarmente ma che avrebbe dovuto far parte dell’album intitolato “Il suono dell’aurora”
“I figli del Bloody Sunday” è nata magicamente da un giro di accordi durante una serata a casa di Casso. Non è stato possibile inserirla nel Cd in quanto quest’ultimo era già in stampa. Riteniamo la questione Irlandese ancora viva e attuale. Per le strade delle Sei Contee ci sono persone che ancora oggi lottano, dove l’appartenenza politica sancisce, anche se non “ufficialmente”, l’accesso ad alcuni diritti e dove le enclave cattoliche vivono in una situazione di disagio e segregazione. Dall’altra parte, nei quartieri protestanti, esiste ancora la volontà di far pesare la propria supremazia. A Belfast, così come a Derry, a Armagh e a Craigavon si combatte nella vita di tutti i giorni per non essere esclusi dai diritti, nelle carceri e anche nelle strade. Non si... (continuer)
Un brano distribuito on line singolarmente ma che avrebbe dovuto far parte dell’album intitolato “Il suono dell’aurora”
“I figli del Bloody Sunday” è nata magicamente da un giro di accordi durante una serata a casa di Casso. Non è stato possibile inserirla nel Cd in quanto quest’ultimo era già in stampa. Riteniamo la questione Irlandese ancora viva e attuale. Per le strade delle Sei Contee ci sono persone che ancora oggi lottano, dove l’appartenenza politica sancisce, anche se non “ufficialmente”, l’accesso ad alcuni diritti e dove le enclave cattoliche vivono in una situazione di disagio e segregazione. Dall’altra parte, nei quartieri protestanti, esiste ancora la volontà di far pesare la propria supremazia. A Belfast, così come a Derry, a Armagh e a Craigavon si combatte nella vita di tutti i giorni per non essere esclusi dai diritti, nelle carceri e anche nelle strade. Non si... (continuer)
Gente che passava, gente che cadeva
(continuer)
(continuer)
envoyé par ZugNachPankow 20/3/2016 - 15:37
Un inserimento questo che farà venire l'orticaria a Gianni Sartori...
Per ZugNachPankow: visto che alcune tue proposte già causano reazioni allergiche ad alcuni dei frequentatori del sito, potresti per lo meno curare un po' di più gli inserimenti, che so, una data, il titolo di un album, uno straccio di foto, un commentino introduttivo, almeno la biografia dell'autore, un link a IuTub, ecche diamine!...
Sennò già la musica alternativa è mediamente più noiosa del resto, finisce che nessuno se le caga 'ste canzoni!
Saluti
Per ZugNachPankow: visto che alcune tue proposte già causano reazioni allergiche ad alcuni dei frequentatori del sito, potresti per lo meno curare un po' di più gli inserimenti, che so, una data, il titolo di un album, uno straccio di foto, un commentino introduttivo, almeno la biografia dell'autore, un link a IuTub, ecche diamine!...
Sennò già la musica alternativa è mediamente più noiosa del resto, finisce che nessuno se le caga 'ste canzoni!
Saluti
Bernart Bartleby 20/3/2016 - 20:59
Canto dei sanfedisti
anonyme
Vorrei ricordare anche l'interpretazione di Enzo Gragnaniello nel cd del 1999 "Dai Quartieri al San Carlo" allegato all'omonimo libro.
Flavio Poltronieri 6/5/2015 - 19:23
Segnalo la versione di Marco Beasley e dell'ensemble napoletano Accordone.
Il brano è introdotto dalla Carmagnole intesa come inno rivoluzionario francese, suonata da un carrilon. Su quello si sovrappone una percussione dal suono piuttosto rude e soprattutto che nulla ha in comune con quello di simili gingilli da ricchi, a voler significare proprio il "Che suoni, suoni pure la Carmagnole; noi suoniamo li cunsigli (vale a dire ci riuniamo per venire a conciarvi per le feste) e viva il re con la sua famiglia".
Tirando un po' il collo alla metafora, è l'equivalente musicale di un bumbumbum delle femenpussiràiot interrotto da un fade in di armi automatiche.
Il brano è introdotto dalla Carmagnole intesa come inno rivoluzionario francese, suonata da un carrilon. Su quello si sovrappone una percussione dal suono piuttosto rude e soprattutto che nulla ha in comune con quello di simili gingilli da ricchi, a voler significare proprio il "Che suoni, suoni pure la Carmagnole; noi suoniamo li cunsigli (vale a dire ci riuniamo per venire a conciarvi per le feste) e viva il re con la sua famiglia".
Tirando un po' il collo alla metafora, è l'equivalente musicale di un bumbumbum delle femenpussiràiot interrotto da un fade in di armi automatiche.
Io non sto con Oriana 11/3/2016 - 10:07
Magazzino 18
DA SANREMO ALLE FOIBE. FENOMENOLOGIA DI SIMONE CRISTICCHI
Analisi critica dello spettacolo Magazzino 18 di Cristicchi e Bernas.
Trieste/Trst, 3 novembre 2014
alle ore 17.00 presso la libreria Knulp, via Madonna del Mare 7
Hanno garantito finora la loro presenza: Claudia Cernigoi, Piero Purini, Sandi Volk.
da dieci febbraio
Analisi critica dello spettacolo Magazzino 18 di Cristicchi e Bernas.
Trieste/Trst, 3 novembre 2014
alle ore 17.00 presso la libreria Knulp, via Madonna del Mare 7
Hanno garantito finora la loro presenza: Claudia Cernigoi, Piero Purini, Sandi Volk.
da dieci febbraio
CCG Staff 29/10/2014 - 21:46
Segnaliamo: #Foibe o #Esodo? «Frequently Asked Questions» per il #GiornodelRicordo
di Lorenzo Filipaz.
di Lorenzo Filipaz.
CCG Staff 8/2/2015 - 20:48
Interessante intervista a Federico Tenca Montini e Piero Purini su Radio Onde Furlane
Su YouTube si vede solo la seconda parte dello spettacolo... mamma mia, è quasi tutto una critica ai comunisti italiani e ai partigiani jugoslavi...
Ma le associazioni degli esuli e gli esuli stessi sono anche peggio. Per loro la storia è iniziata nel 1943 (così da poter parlar male solo dei comunisti, ehehehehe).
Dicono di non essere fascisti o di destra però poi se chiedi loro della politica del regime fascista in zona... (vedasi il fatto che Cristicchi ha dovuto levare l'accenno all'incendio del Narodni Dom)
Eheehehe... gli esuli procurano tanti voti... bisogna sfruttare un po' questa tragedia, evidentemente...
Ma le associazioni degli esuli e gli esuli stessi sono anche peggio. Per loro la storia è iniziata nel 1943 (così da poter parlar male solo dei comunisti, ehehehehe).
Dicono di non essere fascisti o di destra però poi se chiedi loro della politica del regime fascista in zona... (vedasi il fatto che Cristicchi ha dovuto levare l'accenno all'incendio del Narodni Dom)
Eheehehe... gli esuli procurano tanti voti... bisogna sfruttare un po' questa tragedia, evidentemente...
i-pod keroro 29/1/2016 - 23:34
Senza parlare del fatto che se quasi tutta la Venezia Giulia è finita alla Jugoslavia la colpa è dello Stato che ha dichiarato guerra a quest'ultima.
i-pod keroro 29/1/2016 - 23:36
E' auspicabile che col declinare delle sorti della formazione politica che più di ogni altra ha basato la propria propaganda su eventi come quelli su accennati declini anche la visibilità della propaganda stessa.
Gli effetti non sempre sono stati quelli voluti.
Marco Tarchi ricorda come i manifesti del MSI che gli toccava attaccare alle sette di sera (la notte la mamma non lo faceva uscire) sulle cantonate di Firenze portassero già allora slogan e parole d'ordine a dir poco marziani. Tra l'altro, La sua carriera di attacchino serale finì quando "la reazione piuttosto scomposta di un sanguigno manovale" (cit.) lo indusse a ripiegare in buon ordine.
Più recentemente e dati elettorali alla mano, venire a Firenze a frignare di foibe non è servito ad altro che ad indicare alla controparte un sistema spiccio ed economico per liberarsi degli avversari politici.
Gli effetti non sempre sono stati quelli voluti.
Marco Tarchi ricorda come i manifesti del MSI che gli toccava attaccare alle sette di sera (la notte la mamma non lo faceva uscire) sulle cantonate di Firenze portassero già allora slogan e parole d'ordine a dir poco marziani. Tra l'altro, La sua carriera di attacchino serale finì quando "la reazione piuttosto scomposta di un sanguigno manovale" (cit.) lo indusse a ripiegare in buon ordine.
Più recentemente e dati elettorali alla mano, venire a Firenze a frignare di foibe non è servito ad altro che ad indicare alla controparte un sistema spiccio ed economico per liberarsi degli avversari politici.
Io non sto con Oriana 30/1/2016 - 12:35
Retour à Budapest
[2001]
Parole di Flav, fondatore nel 1994 del gruppo punk/oi! francese.
Musica dei Paris Violence.
Nel mini-album intitolato “Ni Fleurs Ni Couronnes”
Parole di Flav, fondatore nel 1994 del gruppo punk/oi! francese.
Musica dei Paris Violence.
Nel mini-album intitolato “Ni Fleurs Ni Couronnes”
Comme un seul homme le peuple hongrois
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/11/2015 - 14:33
Hello,
Here Flav Paris Violence.
Thanx a lot for your page.
Please remove my full-name, I don't give permission to mention it on the web for private life respect reasons.
Thanx
Best Regards
Flav
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Thanx
Best Regards
Flav
Flav Paris Violence 12/1/2016 - 10:48
Thanx a lot, anyway your website is great! Nice from you to have mentionned PV :)
Best
Flav
Best
Flav
Flav Paris Violence 12/1/2016 - 13:34
Черный тюльпан
Čërnyj tjul’pan
[1986]
Слова и музыка: Александр Розенбаум
Parole e musica: Alexander Rosenbaum
Testo trovato qui e qui
Alexander Rosenbaum è cantautore famoso in Russia soprattutto per la sue interpretazioni nel genere musicale “Блатнaя пeсня”, che qui da noi sarebbero le “canzoni della mala”. Nell’ultimo decennio Rosenbaum ha usato la sua popolarità per fare carriera politica nelle fila del partito di Putin e di Medvedev, il nazionalista, mafioso, bellicoso e destrorso Единая Россия (che non per nulla ha come simbolo un orso che si muove verso destra, sormontato dai colori della Madre Russia!)...
Ce ne sarebbe già abbastanza per non accogliere le sue canzoni sulle CCG…
Se non che questa canzone, pure a suo modo patriottica, parla di tutti quei giovani che tra il 1979 ed il 1989 dall’URSS furono mandati a morire in Afghanistan, il “Vietnam sovietico”, anzi, qualcosa di più... (continuer)
[1986]
Слова и музыка: Александр Розенбаум
Parole e musica: Alexander Rosenbaum
Testo trovato qui e qui
Alexander Rosenbaum è cantautore famoso in Russia soprattutto per la sue interpretazioni nel genere musicale “Блатнaя пeсня”, che qui da noi sarebbero le “canzoni della mala”. Nell’ultimo decennio Rosenbaum ha usato la sua popolarità per fare carriera politica nelle fila del partito di Putin e di Medvedev, il nazionalista, mafioso, bellicoso e destrorso Единая Россия (che non per nulla ha come simbolo un orso che si muove verso destra, sormontato dai colori della Madre Russia!)...
Ce ne sarebbe già abbastanza per non accogliere le sue canzoni sulle CCG…
Se non che questa canzone, pure a suo modo patriottica, parla di tutti quei giovani che tra il 1979 ed il 1989 dall’URSS furono mandati a morire in Afghanistan, il “Vietnam sovietico”, anzi, qualcosa di più... (continuer)
В Афганистане в "Черном тюльпане"
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 23/12/2015 - 11:35
Ciao Admins, spero che col russo me la sono cavata... Ma però se ci avete voglia di darci un'occhiata...
Ho inserito la canzone nel percorso sulla Destra viste le posizioni dell'autore... Un percorso sull'invasione sovietica dell'Afghanistan non c'è, e quindi...
Ho inserito la canzone nel percorso sulla Destra viste le posizioni dell'autore... Un percorso sull'invasione sovietica dell'Afghanistan non c'è, e quindi...
Bernart Bartleby 23/12/2015 - 11:38
Canto della Russia Bianca
Sono stato nei Parà Alpini a Bolzano I°89.
La cantavamo anche noi, bellissima e piena di nostalgia come quella che provavamo tutti noi per la lontanaza dai nostri cari e niente più.Ancora c'è genta invasata di ideologia comunista o fascista?... le propagande hanno lavato cervelli per quante generazioni ancora? Sveglia!Io mi sento RE di me stesso e solo di me stesso.Mi chiamo Renzo. RE ENZO!
La cantavamo anche noi, bellissima e piena di nostalgia come quella che provavamo tutti noi per la lontanaza dai nostri cari e niente più.Ancora c'è genta invasata di ideologia comunista o fascista?... le propagande hanno lavato cervelli per quante generazioni ancora? Sveglia!Io mi sento RE di me stesso e solo di me stesso.Mi chiamo Renzo. RE ENZO!
Re Enzo 21/10/2014 - 10:42
Non metto in dubbio che sia una bella can la musica è bella (è già stato ricordato che il motivo è simile ad una canzone popolare russa dal titolo 2 Polyuschko Polje”, il testo è chiaramente “nostalgico “ed è datato (zar, cosacchi …. Ecc. andavano bene negli anni ’70-80 ai tempi di Francesco Mancinelli scrisse il testo in italiano) Mi meraviglio che ufficialmente nell’ Esercito Italiano si canti una canzone che pur essendo bella non appartiene alla nostra cultura. Mi meraviglio ancor di più che, sempre nell’Esercito Italiano, si evita di cantare “Il Canto degli Arditi” nelle sue versioni ufficiale ovviamente un canto italianissimo (“Se non ci conoscete … “) solo perché circolano versioni “rivisitate “visto da destra” e “visto da sinistra”
claudio 18/10/2015 - 15:49
Fausto Amodei pubblicò attorno al 1972 una riedizione del "Canto degli Arditi" reperibile in questa sede; più che di una versione "vista da sinistra" si trattava di una parodia ben oltre i limiti della presa in giro.
Io non sto con Oriana 18/10/2015 - 19:18
Canto dei coscritti, o Partirò, partirò
Il Canto dei Coscritti nella testimonianza dell'abate Giuseppe Tigri (1856)
Da: Canti popolari toscani, Rispetti. — Lettere. — Stornelli — Poemetto Rusticale, raccolti e annotati da Giuseppe Tigri, volume unico, Barbera, Bianchi e Comp., Tipografi-Editori. Via Faenza. 4765. Firenze, 1856.
Aggiungi la liberazione di Vienna, la regina Uliva, la Regina sfortunata di Cipro, le sette galere di Spagna, il Castellano, il Cavalier d’Olanda, Paris e Vienna, Manetta cortigiana, Piramo e Tisbe, la dolce Chiarina, e altre canzonette d’amore; e infine, Napoleone a Mosca, e Alessandro a Parigi, ottave del Menchi, improvvisatore famoso della montagna pistoiese, ultimo fra i cantastorie e i giullari della Toscana. Queste, con molte leggende di vite di santi, e di miracoli d’ogni maniera, costituiscono il subietto di siffatte canzoni. Le quali il popolo legge sì, perchè ama lo strano e il maraviglioso,... (continuer)
Da: Canti popolari toscani, Rispetti. — Lettere. — Stornelli — Poemetto Rusticale, raccolti e annotati da Giuseppe Tigri, volume unico, Barbera, Bianchi e Comp., Tipografi-Editori. Via Faenza. 4765. Firenze, 1856.
Aggiungi la liberazione di Vienna, la regina Uliva, la Regina sfortunata di Cipro, le sette galere di Spagna, il Castellano, il Cavalier d’Olanda, Paris e Vienna, Manetta cortigiana, Piramo e Tisbe, la dolce Chiarina, e altre canzonette d’amore; e infine, Napoleone a Mosca, e Alessandro a Parigi, ottave del Menchi, improvvisatore famoso della montagna pistoiese, ultimo fra i cantastorie e i giullari della Toscana. Queste, con molte leggende di vite di santi, e di miracoli d’ogni maniera, costituiscono il subietto di siffatte canzoni. Le quali il popolo legge sì, perchè ama lo strano e il maraviglioso,... (continuer)
Riccardo Venturi 10/2/2015 - 10:57
Jan Palach
Boh, probabilmente (per quella che è la mia modesta opinione di ragazzo felicemente di Destra) non gliene frega niente. Anzi, credo che, a prescindere dall'orientamento politico del gruppo, si starà diceno:"Oh, che bellezza, almeno qualcuno che si ricorda del mio sacrificio."
Ciccio 27/1/2015 - 16:45
La Savoiarda
Butto giù senza riflettere..
precisiamo: terza posizione diceva di appoggiare i baschi e i palestinesi...poi sappiamo che in Libano (tra TP e NAR l'osmosi era continua, spesso coincidevano) frequentavano la Falange (fondata da un ammiratore di Hitler e Mussolini) e in Spagna i GAL....Provate a dirlo a qualche basco abertzale che eravate di TP...
In Gran Bretagna venivano accolti e ospitati dal NF (fascista e ferocemente anti repubblicani irlandesi), oltre che dai servizi inglesi...
Ma finiamola: erano solo infiltrati e provocatori, guardie bianche (se poi nel loro delirio preferivano rappresentarsi come "rivoluzionari" si tratta di problemi psichiatrici). Non è mai esistita una "terza posizione". Sono invece esistite ed esistono variegate posizioni a sinistra (pensiamo oltre agli anarchici -nelle diverse interpretazioni - a consiliari, situazionisti etc..., ma comunque sempre anticapitalisti)... (continuer)
precisiamo: terza posizione diceva di appoggiare i baschi e i palestinesi...poi sappiamo che in Libano (tra TP e NAR l'osmosi era continua, spesso coincidevano) frequentavano la Falange (fondata da un ammiratore di Hitler e Mussolini) e in Spagna i GAL....Provate a dirlo a qualche basco abertzale che eravate di TP...
In Gran Bretagna venivano accolti e ospitati dal NF (fascista e ferocemente anti repubblicani irlandesi), oltre che dai servizi inglesi...
Ma finiamola: erano solo infiltrati e provocatori, guardie bianche (se poi nel loro delirio preferivano rappresentarsi come "rivoluzionari" si tratta di problemi psichiatrici). Non è mai esistita una "terza posizione". Sono invece esistite ed esistono variegate posizioni a sinistra (pensiamo oltre agli anarchici -nelle diverse interpretazioni - a consiliari, situazionisti etc..., ma comunque sempre anticapitalisti)... (continuer)
Gianni Sartori 9/10/2014 - 10:01
La Vandeana
Settimo Sigillo
Splendida musica, ma deriva da uno sceneggiato francese degli anni '60 (tutt'altro che vandeana, come origine), "Les Compagnons de Jehu", ambientato in epoca bonapartista. Per inciso, bellissimo.
Il testo riflette le convinzioni - legittime ma a mio avviso come dire discutibili - di un gruppo di estrema destra cattolica, "Europa Civiltà". Solo dopo è stato adottato come inno di Ordine Nuovo.
Il testo riflette le convinzioni - legittime ma a mio avviso come dire discutibili - di un gruppo di estrema destra cattolica, "Europa Civiltà". Solo dopo è stato adottato come inno di Ordine Nuovo.
Galvano 1/10/2014 - 21:42
Scusate. Aggiungo, perchè non me lo ricordavo proprio (ma Wikipedia aiuta...) che il titolo italiano era "I banditi del Re", e che la fonte era un romanzo - tanto per cambiare - di Alexandre Dumas père, che rivoluzionario nei fatti e nella vicenda personale, nei romanzi è pressoché sempre realista. Qui la storia si svolge qualche anno dopo la feroce repressione della Vandea, in epoca Direttorio, e mette in scena anche Napoleone Bonaparte. Il testo, quando dice "l'oro che noi rubiamo con onore" si riferisce proprio all'opera sopra citata: Les Compagnons de Jehu - nome di riferimento biblico ad un re che ne detronizza un altro, o a un profeta minore - derubano solo l'oro de la Republique, senza svaligiare altri viaggiatori delle diligenze che assaltano.
Galvano 3/10/2014 - 15:30
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qui si parla di libertà, un tema che è sempre attuale. mentre continuare a parlare di fascismo e antifascismo nel 2014 è davvero anacronistico.
certe tematiche che appartengono a tutti dovrebbero unire, non dividere! così si fa solo il gioco degli oppressori!