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Parcour La guerre du travail : émigration, immigration, exploitation, esclavage

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La macchina in seconda fila

La macchina in seconda fila
[1976]
Parole e musica di Corrado Sannucci
Canzone dal primo album di Sannucci (1950-2009). Il titolo viene riportato qualche volta come "La luna e i falò" ma quello corretto dovrebbe essere "I falò di maggio" (a meno che la Fonit Cetra non avesse ripubblicato l'anno seguente un disco Folkstudio del 1975 con quel titolo)
Testo trovato qui
- Entri, la prego, presto, io son così preoccupata
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/3/2018 - 20:58
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La canalha

La canalha
[2000]
Testo / Paroles / Lyrics:
Poesia di / Poème de / A poem by Josèp Sarraire [1897]
Musica / Musique / Music: Samuel Karpiénia / Sam De Agostini / Pierre Carles
Album: L'usina
Anche in / Aussi dans / Also in :
Lo Còr de la Plana, "Marcha!" (2012)


Come ha giustamente osservato qualcuno, “questi versi non provengono da un rap postato in Rete : sono stati scritti più d'un secolo fa da Josèp Sarraire”. Peccato non saperne praticamente nulla, di Josèp Sarraire: uno dei “poeti popolari” della Marsiglia della fine del XIX secolo dai quali i Dupain hanno attinto. Il tema della “canaglia” è ricorrente nelle composizioni di lotta popolari: si veda ad esempio L'inno della canaglia di Pietro Gori. Da notare, e far notare, che il termine “canaglia”, in tali composizioni, non è quasi mai adoperato in senso personale come adesso (“sei una canaglia!”), ma in senso collettivo: la “canaglia” è... (continuer)
Dedins la vila de Marselha,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 13/3/2018 - 20:33
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Fèm ren

Fèm ren
[2000]
Testo / Paroles / Lyrics
Poesia di / Poème de / A poem by Felip Mabili (Felip Mabilly, Philippe Mabilly) [1895]
Musica : Samuel Karpiénia / Samuel De Agostini / Pierre Carles
Album: L'usina


Dai e dai, ci si accorge che i testi de L'usina alla fine sono penetrati nella Rete; con pazienza e ostinazione li si va a scovare. Così anche per Fèm ren, il cui testo è stato reperito in un primo momento da questa pagina (ancora una poesia del 1895 di Felip Mabili, si veda Uech oras) addirittura munita di una provvidenziale traduzione inglese. Ma il testo occitano presentava errori che sono stati corretti in base al più esatto Paraules en òc. Il testo, per quel che segue, si commenta da solo. [RV]
Fèm Ren, nos fan pausar l'usina
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 13/3/2018 - 11:11
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Uech oras

Uech oras
[2000]
Testo / Paroles / Lyrics
Poesia di / Poème de / A Poem by Felip Mabili (Felip Mabilly, Philippe Mabilly) [1895]
Musica / Musique / Music: Samuel Karpiénia / Pierre Carles / Samuel De Agostini (Dupain)
Album: L'Usina

L'album di esordio dei Dupain, L'usina (2000) è una nostra vecchia conoscenza (L'usina, Lei presoniers, la stupefacente Feniant). Composto interamente di testi in provenzale marsigliese, di differenti poeti popolari (Joan Lo Rebéca, Jorgi Riboul...), che parlano delle grandi agitazioni operaie della Marsiglia degli ultimi anni del XIX secolo (scioperi a più riprese, specialmente nei cantieri navali, rivolte, sommosse, repressione). Un album capolavoro, mai più uguagliato dai Dupain che si erano allora appena formati; un album per il quale, in tutti questi anni, è stato difficile reperire i testi e interpretarli da un linguaggio non semplice, che nella Marsiglia del... (continuer)
N’avèm pas pron de la misèria
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 12/3/2018 - 22:18
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Mino Macrò: Prima che ai patri bordelli

Mino Macrò: Prima che ai patri bordelli
[Primi anni 60]
Canzone composta da Beniamino Ricotta, in arte Mino Macrò (Palombara Sabina 1933 – Milano 1965).
Testo trovato in un articolo di Edmondo Salvemini su di un sito che non posso linkare perché parrebbe infetto. Comunque Salvemini fa riferimento ad un libro intitolato “Milano morta”, di cui è autore Piero Mainardi, come ispirazione per i suo scritto e fonte di ogni informazione su Mino Macrò.
Ho intitolato il brano dal primo verso, ma potrebbe anche intitolarsi “Il protettore iperprotettivo”, quale fu per breve tempo proprio Mino Macrò.

Beniamino Ricotta arrivò a Milano alla fine dei 50 in cerca di lavoro, come tanti. Visse di espedienti e nel 1958, quando i bordelli furono chiusi in forza della “Legge Merlin”, si inventò come protettore, ma secondo una filosofia molto particolare: il suo obiettivo non era infatti il lucro ma quello di proteggere qualche ragazza finita sulla... (continuer)
Prima che ai patri bordelli
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 12/3/2018 - 13:08
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Folk ('l purcun d'na brutta troia)

Folk ('l purcun d'na brutta troia)
[1968]
Nel disco "Milano Canta N°3", pubblicato nel 1968

Ho trascritto all'ascolto questo bellissimo brano... spero che il ritornello in milanese sia corretto...
Una canzone che mancava assolutamente nelle CCG/AWS e che oggi credo sarebbe vietata, visto che ormai non si può più neppure augurare di crepare ai padroni e ai loro sgherri...
Ciapa freddo la mondina
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 3/3/2018 - 22:37
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Ce n’est pas ça

Ce n’est pas ça
2016
Migrant

Eugenio Bennato: voce
Sandro Joyeux: voce, chitarra acustica
Mauro Romano: basso
Simon Demouveaux: chitarra elettrica, cori
Francesco Del Prete: batteria
Bifalo Kouyate: djembé
Giovanni “Mamadì” Maione: shekeré
Danilo Dipaolonicola: fisarmonica
Davy Deglave: cori

Nasce nelle campagne italiane, tra i ghetti dove vivono i braccianti stranieri, Migrant, il nuovo album del musicista franco-italiano Sandro Joyeux. Il progetto è il frutto dell’Antischiavitour, la speciale tournée per i lavoratori africani dei campi, che l’artista ha lanciato nel 2011 e che ha percorso la penisola, dal Piemonte alla Puglia, fino all’ultima tappa nel luogo simbolo della rivolta dei lavoratori sfruttati, Rosarno. Come un giullare moderno Joyeux ha raccolto tappa dopo tappa le storie di chi vive ai margini e gli ha dato voce nei singoli che compongono il suo ultimo lavoro, realizzato con la... (continuer)
Ce n’est pas ça qui les arrêtera
(continuer)
envoyé par Dq82 2/3/2018 - 15:47
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Elmando

Elmando
2016
Migrant

Sandro Joyeux: voce, chitarra acustica
Mauro Romano: basso
Antonio Ragosta: chitarra elettrica
Matteo “Mammolo” Mammoliti: batteria
Bifalo Kouyate: djembè
Giovanni “Mamadì” Maione: shekerè
Fabio Renzullo: tromba
Claudio Domestico, Dario Sansone, Massimiliamo Giliberti: cori

C’è poi “Elmando”, canzone che ha anche ricevuto il patrocinio dell’Unhcr. E’ la storia di un ragazzo apolide, fuggito anni fa dal Congo e arruolato per alcuni anni come bambino soldato. “Ha fatto un viaggio lunghissimo prima di arrivare a Parigi dove l’ho incontrato. Arrivava dal Congo, ma era apolide, non riconosciuto, cioè, da nessuno stato. L’ho visto in un centro commerciale, era appoggiato a una parete che raffigurava una foresta– spiega Joyeux –Viveva come un poeta metropolitano, regalando cioè poesie ai passanti. Lo ricordo come una sorta di barbone celeste, siamo diventati subito amici”.
redattoresociale.it
Quand les rumeurs de la guerre arrivèrent jusqu’au village,
(continuer)
envoyé par Dq82 2/3/2018 - 15:40
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Aremu rindineddha

Aremu rindineddha
[pubbl. / publ. 1900]
Poesia di Giuseppe Aprile
A poem by Giuseppe Aprile
(Calimera, 1878 /1864?/ - 1944)
Musica / Music: m.o Costanzo (?)
Raccolta / Collection:
Alan Lomax / Diego Carpitella, 1954
Martano, Salento, Italia

Non ci può essere alcun dubbio sul fatto che questo (peraltro assai celebre) canto in griko salentino appartenga al medesimo "filone" storico e psicologico italiano meridionale di Riturnella: la rìnnina del canto calabrese e la rindineddha del canto salentino sembrano parenti strette. Così come il canto calabrese, anche Aremu rindineddha è generalmente percepito come un canto di emigrazione, e su questo -immaginiamo- avrebbe avuto molto da dirci il nostro scomparso amico Franco Corlianò, il cui Klama è oramai diventato, nella coscienza di molti delle sue zone e in Grecia, un canto popolare. Ma poiché Franco Corlianò (al quale va il nostro ricordo) non può dirci,... (continuer)
Aremu rindineddha-mu
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 1/3/2018 - 22:01
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Il mare di Valona

Il mare di Valona
2014
Fuori dal pozzo
E fu mio padre a farmi scendere
(continuer)
envoyé par Dq82 28/2/2018 - 15:45
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Sporco clandestino

Sporco clandestino
(2017)

Testo e musica di Maldestro, pseudonimo di Antonio Prestieri

dall'album "I muri di Berlino"
Signor Capitano ricordi che sono un bambino
(continuer)
envoyé par Silva 25/2/2018 - 18:03
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O care mamme

O care mamme
1967
Una Voce Un Paese

Canzone del repertorio delle mondine, incisa da Giovanna Daffini.
O care mamme apriteci le porte
(continuer)
envoyé par Dq82 17/2/2018 - 19:50
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Luz

Luz
[2009]
Parole e musica di Mark Abel (1948-), compositore, musicista ed autore californiano
Nella sua "The Dream Gallery", ciclo dedicato a figure, paesaggi e sentimenti raccolti attraverso la California.
Testo trovato su Song of America

Soledad è il centro più importante nella Salinas Valley, un'area agricola strategica degli USA, chiamata non a caso "The Salad Bowl of the World".

E' lì che John Steinbeck ambientò il suo "Of Mice and Men" ("Uomini e topi"), pubblicato nel 1937 e tradotto in italiano l'anno seguente da Cesare Pavese.

Generazioni di immigrati dal centro e sud America hanno sputato sudore e sangue su questa terra.
Chiedete un po' ai loro figli e nipoti cosa pensano di Trump...
(Soledad, Monterey County)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/2/2018 - 21:11
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Ghemmà

Ghemmà
[2015]
Versi di Stefano Benni,
Musica di Fausto Mesolella, chitarrista, compositore e arrangiatore, membro della Piccola Orchestra Avion Travel.
Nell’album di Mesolella intitolato “Cantostefano”, pubblicato nel 2015 e interamente dedicato alle poesie di Benni.

Questo testo era stato segnalato da Krzysiek nel lontano 2015. Oggi sono riuscito a trovarne il testo... e dopo i fatti di Macerata, credo che sia ancora più attuale.
Come spiega Benni parte del testo è in un dialetto camerunese (ma i dialetti camerunensi sono ewondo, douala, fufulde, ghomala', baham, medùmbà, kom e altri) e non saprei dire qual è.
Ghemmaà vuol dire "Stai attento a te".
Se vuoi uccidere i miei amici
(continuer)
envoyé par Dq82 11/2/2018 - 10:25

L’Immigration à venir

L’Immigration à venir
L’Immigration à venir

Chanson française – L’Immigration à venir – Marco Valdo M.I. – 2018


Dialogue Maïeutique

Dans le fond, Lucien l’âne mon ami, tout est dit dans la chanson elle-même, mais demande quand même un peu d’explication, car en vérité, tout n’est pas dit dans la chanson.

Ah, Marco Valdo M.I. mon ami, que me chantes-tu là ? On dirait du verbiage, un discours vide de sens et pire encore, sans aucune consistance. Bref, je n’y comprends rien et si tu voulais mieux t’expliquer, j’en serais ravi.

Certes, Lucien l’âne mon ami, je vais le faire à l’instant. Comme tu en as sûrement entendu parler, un des problèmes qui préoccupe notre petit monde qui se croit à l’étroit sur son continent, c’est l’immigration. Elle inquiète énormément les gens et les gouvernements et suscite chez certains des réactions xénophobes des plus déplorables. On dirait qu’ils n’ont jamais pensé que l’autre... (continuer)
Quand les grandes glaces
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 10/2/2018 - 21:21
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Socialismo Tropicale

Socialismo Tropicale
(2017)

Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1996 sono morte in mare, a largo di Capo Passero, 283 persone nel tentativo di arrivare in Italia. Forse la prima strage di migranti nel Mediterraneo.
Da allora hanno perso la vita oltre 30mila persone cercando di raggiungere il nostro paese.
I recenti accordi UE-Italia-Libia non fanno altro che spostare il confine sulla costa nord africana dove ora gli uomini che tentano di muoversi attraverso i continenti vengono vessati in condizioni disumane e addirittura battuti all'asta come schiavi.
Questo video parla di confini e della voglia di abbatterli.

“Socialismo Tropicale” è rimasta fuori dal nostro ultimo disco perchè sapevamo che non poteva essere una canzone in mezzo ad altre.
A settembre siamo stati a Lampedusa: l’isola al centro delle cronache sulla migrazione e sulle stragi in mare degli ultimi anni e abbiamo sentito di collegare... (continuer)
Tu balli come un'isola
(continuer)
9/2/2018 - 22:29
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Stiamo tutti bene

Stiamo tutti bene
2018

Mirkoeilcane, al secolo Mirko Mancini, ha già vinto il Premio Bindi e Musicultura nel 2017. Si presenta a Sarà Sanremo con un brano che parla di immigrazione via mare dal punto di vista di un bambino. Il drammatico tema dei migranti era già stato affrontato da Braschi nella passata edizione del Festival di Sanremo – Sezione Nuove Proposte – che arrivò alla finale trasmessa dal Teatro Ariston.
stiamo tutti bene, stiamo tutti bene
(continuer)
envoyé par Dq82 6/2/2018 - 22:44
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Ballade von Joß Fritz

Ballade von Joß Fritz
[1973]
Parole e musica di Franz Josef Degenhardt
Nel suo album intitolato "Kommt An Den Tisch Unter Pflaumenbäumen"

Joß Fritz (1470-1525) è stato uno dei leader delle rivolte contadine contro la chiesa e l'aristocrazia nelle campagne della Germania sud-occidentale, in particolare nel Baden-Württemberg, tra la fine del 400 e l'inizio del 500. Il simbolo dei rivoltosi, sollevatisi in armi contro tasse, privilegi, abusi e feudalesimo ancora imperanti allora, era il Bundschuh, la tipica scarpa da lavoro allacciata sopra la caviglia. Joß Fritz fu protagonista di almeno tre rivolte, tutte schiacciate nel sangue. Ignoro se morì malamente pure lui oder di morte naturale.

Quel che è certo è che le rivolte contadine furono un'interpretazione "dal basso" della riforma protestante e della sua critica alla chiesa cattolica. Ma ovviamente quel modo di intendere la Riforma non piacque ai vertici e ai... (continuer)
Das ist die Bailade vom Bauernführer Joß Fritz, oder, Legende von der revolutionären Geduld und Zähigkeit und vom richtigen Zeitpunkt.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/2/2018 - 21:47
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Kleinstadtlehrlinge

Kleinstadtlehrlinge
[1973]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp
Nel suo album eponimo del 1973

Non mi pare che le cose stiano oggi tanto diversamente che nel 1973, anzi...
In der netten, kleinen, dummen Stadt
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/2/2018 - 14:40
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Lied vom Nutzen

Lied vom Nutzen
[1970]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp
Nell’album intitolato “Süverkrüps Hitparade”
Testo trovato su LyricWiki
Denn was dem Unternehmen nützt
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/2/2018 - 14:22
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Come mi spendo

Come mi spendo
2001
Lillipuziani

Un'altra canzone dopo Un'altra via d'uscita sul Commercio Equo e Solidale.
Io non conto quasi niente,
(continuer)
envoyé par Dq82 5/2/2018 - 12:00
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Schooldays Over, Come on Then John

Schooldays Over, Come on Then John
[1960]
Parole di Ewan MacColl
Musica di Ewan MacColl e Peggy Seeger
In "The Big Hewer - A Radio Ballad About Britain's Coal Miners", trasmissione radiofonica in onda nel 1960 sulla BBC Radio, prodotta da Charles Parker (1919-1980), scrittore, cantante ed attore teatrale. Il disco è del 1967, poi riedito nel 1999.

Si tratta della quarta di otto emissioni curate da MacColl e dalla Seeger tra il 1957 ed il 1964.
La coppia si avvalse della collaborazione di artisti prestigiosi, come Dave Swarbrick, A. L. Lloyd, Ian Campbell, Isla Cameron e Louis Killen.
Interpreta da molti, tra cui i Dubliners, i Chieftains, Dick Gaughan, Damien Dempsey, i Clancy Brothers,...

Pitman e collier sono entrambi sinonimi di miner, tre modi diversi che l'inglese ha per indicare il minatore del carbone...
Schooldays over, come on then John
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/1/2018 - 21:42
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Rosenfeld's dream

Rosenfeld's dream
2012
SENZA PADRONE sogni e storie dell’impresa a proprietà collettiva.
(GP. Bigazzi – S. Manetti – M. Cavallo)

È una data strana l'8 marzo, una storia difficile da ricostruire quella della giornata internazionale della donna. Molti concordano però che si celebra ricordando l’incendio della Triangle di New York, che però avvenne il 25, di marzo, del 1911.

La storia è questa, in due parole: il pomeriggio di quel sabato, la Triangle Shirtwaist Factory nel sud di Manhattan prese fuoco.
I padroni della fabbrica tenevano chiuse a chiave le porte principali e quelle di sicurezza, per impedire furti, ma anche ingressi e uscite non autorizzate. Scoppiò l’incendio e il risultato furono 146 morti… quasi tutte ragazze italiane ed ebree fra i 16 e i 23 anni.
Ragazze immigrate da poco in America, lavoravano 52 ore a settimana, chiuse là dentro, per una paga di 8 dollari.
Quelle che non morirono... (continuer)
But as we hit the final strip of yellow land
(continuer)
envoyé par Dq82 24/1/2018 - 18:11
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Les effarés

Les effarés
[1870]
Versi di Arthur Rimbaud, qui nella versione del “dossier Verlaine” del 1871-72 (per le altre versioni si veda qui)
Una poesia messa in musica da diversi autori (Gabriel Dupont, Jean Musy, Anne-Marie Framboisier, Jacques Hustin, Catherine Le Forestier, Patrick Cinque e altri)
Testo trovato su Arthur Rimbaud, le poète
Noirs dans la neige et dans la brume,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 22/1/2018 - 15:23
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Verkamaður

Verkamaður
[1934]
Poesia di Steinn Steinarr
A poem by Steinn Steinarr
Musica e interpretazione: Bergþóra Árnadóttir
Music and performance: Bergþóra Árnadóttir

Da molti Steinn Steinarr è considerato il più grande poeta islandese del XX secolo; da molti in Islanda, naturalmente. Fuori dall'Isola dei Ghiacci, è rimasto più o meno sconosciuto fin quando, una decina d'anni fa, qualcuno si è accorto che gli islandesi, durante la crisi nera del 2008, stavano facendo una rivoluzione declamando e cantando le sue poesie, e perdipiù nel centenario esatto della sua nascita. Allora qualcosa è venuto fuori, nonostante le difficoltà nel tradurlo efficacemente in una qualche lingua.

Steinn Steinarr si chiamava in realtà Aðalsteinn Kristmundsson ed era nato il 13 ottobre 1908 in una sperduta fattoria dei Vestfirðir (“fiordi dell'ovest”), Laugaland (“terra delle sorgenti calde”). Soprannominato “Alli” fin dalla... (continuer)
Hann var eins og hver annar verkamaður,
(continuer)
envoyé par Ríkarður V. Albertsson 19/1/2018 - 12:21

Hommes

Hommes
[1942]
Versi di Robert Desnos, poeta surrealista, giornalista, membro della Resistenza francese, morto a 45 ‎anni di tifo e privazioni l’8 giugno del 1945 a Theresienstadt – ironia della sorte: un mese dopo la ‎liberazione del campo! – ultimo dei vari campi di prigionia nazisti dove era transitato.‎

Nella raccolta "Fortunes", pubblicata nel 1942
Trovo la poesia cantata nella raccolta "Poètes & chansons: Robert Desnos"
Hommes
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/1/2018 - 22:26
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Socialisternes March [Snart dages det, Brødre]

Socialisternes March [Snart dages det, Brødre]
[1871]
Testo di Ulrich Peter Overby (1819-1879)
Musica di Christian Joseph Rasmussen (1845-1908)
Lyrics by Ulrich Peter Overby (1819-1879)
Music by Christian Joseph Rasmussen (1845-1879)

L'anno è il 1871, lo stesso in cui Eugène Pottier, nel sangue del crollo della Comune di Parigi, scrive l'Internazionale. Nulla di più probabile che gli echi della Comune si spingano fino alla Danimarca, perché nella stessa primavera del '71, il poeta e giornalista danese Ulrich Peter Overby (1819-1879, che scriveva con gli pseudonimi di “Overbye” e “Johannes Barner”) scrive la “Marcia dei Socialisti” che, in modo ovviamente indipendente, ha degli impressionanti punti di contatto con l'Internazionale di Pottier. Si tratta, evidentemente, di sentimenti e di esigenze comuni. La Marcia di Overby viene immediatamente adattata ad una melodia del musicista e maestro di cappella Christian Joseph Rasmussen (1845-1908),... (continuer)
Snart dages det, Brødre, det lysner i Øst,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 18/1/2018 - 05:56
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Io sono fatto di neve

Io sono fatto di neve
(2015)
dall'album "Cultura generale"

Una canzone che si discosta dalle classiche sonorità dei Ministri e che è accompagnata da un video davvero bello e toccante sulle condizioni di vita degli occupanti dell'Ex Moi, il villaggio olimpico costruito a Torino per le Olimpiadi del 2006 e poi abbandonato. Un luogo dove vivono circa 1100 persone, la maggior parte scappata dalla guerra in Libia nel 2011, e gestito con l'aiuto di un comitato solidale che cerca di promuovere l'integrazione.
soundsblog


Io sono fatto di neve è una canzone che parla di fragilità e nessuno più di chi vive all'Ex Moi può sapere che cosa significhi. Vivono lì da tre anni, imparando la convivenza tra di loro e con il quartiere, resistendo alle provocazioni e alle bugie messe in giro sulla loro occupazione, resistendo al freddo d'inverno e al caldo d'estate in palazzi nuovissimi che cadono a pezzi. Dopo anni di promesse,... (continuer)
Volevi un mondo più bianco e adesso è in mano ai conigli
(continuer)
15/1/2018 - 22:42
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För ingenting - för kärleks skull

För ingenting - för kärleks skull
[1979]
Testo e musica: Allan Edwall
Lyrics and music: Allan Edwall
Text och musik: Allan Edwall
Album: Grovdoppa
Det finnes folk på vår himlakropp
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 13/1/2018 - 08:23
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The Green Fields of England

The Green Fields of England
1977
The Transports

This unique project relates the true story of Henry Cabell and Susannah Holmes, convicts transported to Australia on the “First Fleet” in 1787 and the trials and tribulations which culminated in that historic voyage. The tale is presented as a cycle of new compositions in the idiom of traditional English folk song, linked by narrative passages in the style and to the melodies of broadsheet ballads of the time. The orchestral passages and arrangements for the accompanied songs have been conveived in such a way as to underline the overall feeling of “period” and the instruments used are those likely to have been heard in the church bands or “quires” of East Anglian villages in those days. The singers have been chosen from the front rank of the English folk song revival, and the melodies composed to suit their individual style. A detailed account of the historical background... (continuer)
Farewell to our lovers and our kind relations,
(continuer)
envoyé par Dq82 4/1/2018 - 15:16
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The Ballad of Henry and Susannah

The Ballad of Henry and Susannah
1977
The Transports

This unique project relates the true story of Henry Cabell and Susannah Holmes, convicts transported to Australia on the “First Fleet” in 1787 and the trials and tribulations which culminated in that historic voyage. The tale is presented as a cycle of new compositions in the idiom of traditional English folk song, linked by narrative passages in the style and to the melodies of broadsheet ballads of the time. The orchestral passages and arrangements for the accompanied songs have been conveived in such a way as to underline the overall feeling of “period” and the instruments used are those likely to have been heard in the church bands or “quires” of East Anglian villages in those days. The singers have been chosen from the front rank of the English folk song revival, and the melodies composed to suit their individual style. A detailed account of the historical background... (continuer)
Part 1
(continuer)
envoyé par Dq82 4/1/2018 - 14:46
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Juarez, Mexico

Juarez, Mexico
2013
Thom Chacon

Ciudad Juarez è una città messicana, al confine con gli Stati Uniti, da cui è separata dal Rio Grande (dall'altra parte del fiume vi è El Paso, una volta erano un'unica città), una delle città più malfamate del mondo, per anni con il più alto tasso di omicidi procapite al mondo. I cartelli criminali contrabbandano droga e, ovviamente, clandestini, negli Stati Uniti. Negli ultimi 15 anni, la città ha perso quasi il 20% della popolazione, esasperata dalla violenza del luogo e allettata da un futuro migliore al di là del fiume.
Ciudad Juarez è tristemente nota anche per i numerosissimi femminicidi, particolarmente giovani ragazze, che lavorano nelle maquilladoras che producono beni per gli USA. Jennifer Lopez produsse anche un film, Bordertown (2007), in cui lei interpreta una giornalista che indaga su tutte queste morti.

Once I was driving east on Interstate 10 and I went... (continuer)
I can see across the border
(continuer)
envoyé par Dq82 4/1/2018 - 13:09
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Te vengo a cercà

Te vengo a cercà
[2016]

Singolo de La Maschera feat. Laye Ba.

Il video ufficiale è stato realizzato tra Dakar, in Senegal, e Napoli

"Te vengo a cercà” è il mio grido di gioia generato da un abbraccio – racconta Colella – ho scritto i versi “chest’è Napule e nun è Africa” perché ognuno è il Sud di qualcun altro. Perché quelle che ci spacciano per differenze in realtà non sono altro che paure. Perché in qualsiasi parte del mondo, di fronte a un figlio costretto a lasciare sua madreterra, nun se po’ sta fermi a guardare”
Da questa pagina
Nioo booke faniuu diogue
(continuer)
envoyé par adriana 2/1/2018 - 09:16
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Piazza Indipendenza

Piazza Indipendenza
[2017]

Singolo:Piazza Indipendenza

A un anno dall’uscita di “Mille Gruppi Avanzano” (nono album), questa canzone apre una nuova stagione di Assalti Frontali... faremo uscire singoli a breve scadenza per i prossimi mesi. Poesia che parla di realtà.

Piazza Indipendenza è una piazza centrale di Roma, vicino alla Stazione Termini. Quest'estate il 24 agosto, sono stati sgomberati con lacrimogeni e idranti un gruppo di migranti, per lo più rifugiati eritrei, che occupavano i giardini sulla piazza dopo essere già stati sgomberati da via Curtatone.
Premetto che per noi nessuno è clandestino, che non esistono differenze tra i cosiddetti migranti economici e i rifugiati. Per noi esistono persone.
Però questo episodio è stato particolarmente grave per diversi motivi: i tempi, si è deciso di sgomberare in pieno agosto quando Roma è semideserta, quasi che così i romani non se ne accorgessero; le... (continuer)
Giocavo con mio figlio all’isola del Giglio
(continuer)
envoyé par adriana & DonQuijote82 25/12/2017 - 09:39
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Uchodźca

Uchodźca
[2017]
Parole e musica di Bardziej
A Józef lampę nieba trzymał w dłoni,
(continuer)
envoyé par Krzysiek 24/12/2017 - 18:46
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The Shearer's Lament

The Shearer's Lament
[1973?]
Parole di Matt O'Conner (?)
Musica di Martyn Wyndham-Read
Nel disco di Martyn Wyndham-Read intitolato “Harry the Hawker is Dead”

Un altro dei tanti lavori ingrati che l’uomo si è inventato...
We finished shearing sheep
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/12/2017 - 08:43
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Cane Cutter's Lament

anonyme
Cane Cutter's Lament
[XIX° secolo?]
Canzone tradizionale australiana, precisamente del Queensland, visto che vi è citato il Barron River che lì scorre.
La trovo in un disco del 1973 di Martyn Wyndham-Read intitolato “Harry the Hawker is Dead”

Non ho capito se con “cook” ci si riferisce davvero ad un cuoco, grasso e laido, oppure se il termine in slang locale indichi il padrone sfruttatore (altrettanto grasso e laido)…
Quello del tagliatore di canna era (e in alcuni luoghi resta ancora oggi) uno dei lavori più duri e schifosi che ci fossero, secondo forse soltanto a quello del minatore. L’immagine che segue lo testimonia bene:
How we suffered grief and pain
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/12/2017 - 08:26
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The Female Transport

anonyme
The Female Transport
[prima metà 800]
Una canzone presente tra le Broadside Ballads from the Bodleian Libraries, ripresa da Frankie Armstrong nel suo album “...Out of Love, Hope and Suffering” del 1973
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music e su Mudcat Café

Sono parecchie, anche sulle CCG/AWS, le canzoni che raccontano di condannati alla deportazione in colonie penali. Dopo la perdita delle colonie in America, la classe dirigente britannica volse la sua attenzione all’Australia. Per la colonizzazione (e la predazione) di quell’immenso territorio era necessaria un bel po’ di manodopera a basso costo e l’idea geniale fu quella di liberarsi di criminali comuni e di detenuti politici, che affollavano inutilmente e costosamente le regie galere, per spedirli a lavorare nelle fattorie prigioni e nelle colonie penali australiane, la prima delle quali fu allestita a Botany Bay nel 1786.... (continuer)
Come all you young girls both far and near and listen unto me,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/12/2017 - 14:50
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Berlino

Berlino
[2017]
All'Italia

Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.

Negli anni ottanta tanti giovani dirigevano il loro destino verso altre città europee soprattutto per cercar lavoro nei ristoranti italiani. Così questo ragazzo negli anni che precedevano la caduta del muro. Berlino all’epoca è città meravigliosa ma assai difficile da sopportare per chi a malincuore ha lasciato l’orizzonte sicuro della propria famiglia, dei propri amici e del proprio bar. Apparentemente disincantato rispetto a quanto sta per accadere, disilluso sulla bellezza del proprio destino, deciso a tornare nel piccolo paese da dove qualche anno prima è partito.

Andai a Berlino per la prima volta intorno alla metà degli anni ottanta e lo feci poi un paio di volte ulteriori per una vicenda... (continuer)
E’ notte qui a Berlino inverno dell’86
(continuer)
envoyé par Dq82 13/12/2017 - 12:41
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Leila and Majnun

Leila and Majnun
[2017]

Album: Ballad of a Wobbly
When Leila met Majnun it was at a traffic light
(continuer)
12/12/2017 - 14:32
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Ballad of a Wobbly

Ballad of a Wobbly
[2017]

Album: Ballad of a Wobbly
When I came to this country, left Scotland far behind
(continuer)
envoyé par adriana 12/12/2017 - 14:20
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American Soul

American Soul
[2017]
Scritta da Paul David Hewson, in arte Bono
Musica degli U2
Nell’album “Songs of Experience”, il 14° album della band di Dublino, uscito lo scorso 1 dicembre
Blessed are the bullies
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 11/12/2017 - 08:17
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Income Tax Blues

Income Tax Blues
[1951]
Parole e musica di Ralph Willis (1910-1957), bluesman noto anche con gli pseudonimi di Alabama Slim, Washboard Pete e Sleepy Joe
Esiste una canzone dallo stesso titolo attribuita a Champion Jack Dupree, ma è di parecchi anni successiva.
Nel disco di Ralph Willis con Brownie McGhee e Sonny Terry ‎intitolato “Carolina Blues” (196?)
Testo trovato su Lyrics Playground

A proposito della riforma fiscale “meno tasse per tutti per i ricchi” che Donald Trump sta introducendo in questi giorni negli USA…
I got my income tax this mornin'
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 7/12/2017 - 09:08
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Meat and Bread Blues (or Relief Blues)

Meat and Bread Blues (<Em>or</Em> Relief Blues)
[1935]
Parole e musica di Blind Teddy Darby (1906-1975), chitarrista blues reso cieco a 20 anni per un glaucoma. Attivo a St. Louis tra la fine degli anni 20 ed il 1937, quando lasciò il Blues per Dio, essendo ordinato diacono di non so quale chiesa.
Nella raccolta “Blind Teddy Darby, 1929-1937 (St. Louis Country Blues)”, pubblicata nel 1984 dall’austriaca Earl Archives / Document Records
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

Blues della miseria disperata. “Se il Soccorso non mi aiuta con qualcosa da mettere sotto ai denti, perderò anche la mia donna… Possibile che lo Zio Sam vada per il mondo ad aiutare un sacco di gente e non aiuti un poveraccio come me?… E se non mi aiuteranno loro, allora mi aiuterò da solo con le mie .32-20 e .41 ma, se mi spingeranno a tanto, allora sarà troppo tardi per chiamare la polizia...”
Now, my meat is gone, no more flour in my barrels
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/12/2017 - 14:52
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Sylvester and His Mule Blues

Sylvester and His Mule Blues
[1935]
Scritta da Memphis Minnie (nome d’arte di Lizzie Douglas, 1897-1973), a partire da un sermone del Rev. J.M. Gates di Atlanta
Nella raccolta “Memphis Minnie ‎– Complete Recorded Works 1935-1941 In Chronological Order: Vol. 1 (10 January To 31 October 1935)”, pubblicata dall’austriaca Document Records nel 1991

Sylvester Harris era un contadino afroamericano di Columbus, Mississippi. Rischiò di essere travolto dalla Grande Depressione, come tanti, ma lui non si diede per vinto e si attaccò al telefono cercando di parlare direttamente con il presidente Roosevelt alla Casa Bianca. Dopo innumerevoli tentativi ci riuscì, il presidente lo aiutò impedendo che la banca si prendesse la fattoria ed il mulo di Sylvester, Jesse, perché il contadino non era riuscito a pagare le rate di un mutuo. Sylvester Harris divenne famoso in tutti gli USA. Lui non mancò mai di ringraziare FDR (così gli americani chiamavano il loro presidente, Franklin Delano Roosevelt) e tutti gli anni gli fece arrivare un tacchino per il giorno del ringraziamento.
Sylvester went out on his lot, he looked at his mule
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/12/2017 - 11:56
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Welfare Blues

Welfare Blues
[1948-52]
Parole e musica di John Lee Hooker (ma credo che si basino su di uno standard precedente, risalente agli anni della Grande Depressione)
Nella raccolta “Coast to Coast Blues Band - Any Where, Any Time, Any Place – His Original Recordings 1948-52 ”, pubblicato nel 1971
You know I'm goin' to the welfare
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/12/2017 - 11:03
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R.F.C. Blues

R.F.C. Blues
[1933]
Scritta da Jack Kelly, oscuro bluesman degli anni 30, leader di una delle tante “jug band” di Memphis, Tennessee, composta anche da D.M. Higgs, Dan Sane e Will Batts
Nella raccolta “Complete Recorded Works In Chronological Order (1933-1939)” pubblicata nel 1990 dall’austriaca Rst Records
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

L’acronimo R.F.C. sta per “Reconstruction Finance Corporation”, il nome di un’agenzia federale americana che contribuì al progressivo risanamento delle banche statali nella fase di risposta alla grande crisi del 1929. Istituita da Hoover nel 1932, con Roosevelt la RFC attuò grandi programmi di investimento e di occupazione. Moltissimi sottoproletari americani, bianchi e neri, per anni non ebbero altre occupazioni se non quelle offerte dai programmi federali come il RFC.

Le “jug band” erano blues band di strada che usavano spesso strumenti improvvisati, a percussione come a corda.
That R.F.C. sure is not envied to many men
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/12/2017 - 10:15
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Coal Miner's Blues

Coal Miner's Blues
[1938]
Raccolta da Alvin Pleasant Delaney Carter (1891-1960), membro fondatore della Carter Family, da un vecchio minatore del villaggio di St. Charles, Lee County, Virginia. Registrata da Alvin Pleasant con Sara e Maybelle Carter (voci e chitarra) nel 1938 a New York, disco Decca.
Testo trovato su Folkarchive
Some blues are just blues, mine are the miner's blues.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/12/2017 - 13:58
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Coal Mountain Blues

Coal Mountain Blues
[1933]
Scritta da Sonny Scott, oscuro bluesman che – al pari di Fred McMullen – registrò solo un pugno di canzoni nel luglio del 1933, per poi scomparire nel nulla.
Questa si trova sul lato B di un 10” a 78 giri dell’etichetta Vocalion.

Un blues veramente blue
Un uomo disoccupato, ridotto alla disperazione, chiede di essere assunto in una miniera di carbone ma non lo prendono perché è malato di tubercolosi. Allora lascia le montagne per la costa e s’imbarca come marinaio. Ma la malattia ormai l’ha sconfitto e l’uomo decide di suicidarsi gettandosi in mare. Unico testimone, un gabbiano...
Oh, I went on Coal Mountain, saw the men pullin' coals from the mine
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/12/2017 - 13:43

Miss-Meal Cramp Blues

Miss-Meal Cramp Blues
[1928]
Scritta Spencer Williams (1889-1969), importante compositore, pianista e cantante jazz
Interpretata da tal Alec Johnson, oscuro bluesman, che nel 1928 incise un pugno di titoli per la Columbia Records
In varie raccolte, a partire da “Next Week Sometime (A Compilation Of 'Pre-War' Blues 1927-1940)”, pubblicata dall’australiana Nugrape Records nel 1977

Non era nemmeno ancora il 1929 ma la Grande Crisi, partita dagli USA e poi estesa al mondo, spiegava i suoi effetti nefasti. Qui il nostro protagonista è letteralmente divorato dalla fame, impazzirebbe per una braciola, si mangerebbe un canguro, si sgranocchierebbe anche soltanto zampe di gallina e così via, fino al furto ed addirittura al cannibalismo estremo (un’intera vagonata di barboni!).

Nella penultima strofa si fa riferimento alla National Biscuit Company (NBC Uneeda, oggi Nabisco), che con gli Uneeda (You Need A...) Biscuits, gli Uneeda Bakers, gli Uneeda Burgers, gli Uneeda Crackers, etc. etc. tappezzava di cartelli ed affreschi pubblicitari i muri delle città americane.
Lord, I'm broke and hungry, and my money's all gone
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/12/2017 - 11:33
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Bad Time Blues

Bad Time Blues
[1928]
Parole e musica di Robert “Barbecue Bob” Hicks
Nelle raccolte “Complete Recorded Works In Chronological Order: Volume 2 (21 April 1928 To 3 November 1929)” della Document Records (1991) e “Ain't Times Hard: Political & Social Comment In The Blues” della JSP Records (2008)

Ancora blues dalla Grande Depressione.
Come suggerisce il suo soprannome, Robert “Barbecue Bob” Hicks (1902-1931) lavorava come cuoco in un grill restaurant ad Atlanta, Georgia, e infatti nelle rare foto che lo ritraggono compare spesso in divisa da lavoro.
Il nostro Barbecue Bob doveva essere un profeta perché in “Bad Time Blues” descrisse il “Wall Street Panic” del 1929 un anno prima del suo verificarsi. Quello che invece il cuoco canterino non riuscì a prevedere è che la Grande Depressione l’avrebbe ammazzato: morì infatti nel 1931 a soli 29 anni di tubercolosi e polmonite.
Bad time are fallin' me, tell the world the panic is on
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/12/2017 - 10:47

No More Hard Time

No More Hard Time
[1944]
Scritta e interpretata da Alec “Guitar Slim” - uno dei suoi tanti pseudonimi - Seward e Louis “Jelly Belly” Hayes, Piedmont bluesmen
Nella raccolta “Carolina Blues - New York City 1944”, pubblicata nel 1997 dalla Arhoolie Records ‎
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues
(Jelly Belly) We don't want no more war, and no Depression at all
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/12/2017 - 15:22
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Bad Depression Blues

Bad Depression Blues
[1932-33]
Parole e musica di Josh White, all’inizio della sua carriera, quando ancora era noto col suo nome per intero, Joshua.
Nella raccolta “First Recording Session 1932-1933”, pubblicata nel 1982 dall’austriaca “Earl Archives” (poi in due volumi dalla tedesca Disc De Luxe / Document)
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

La depressione in questione non è ovviamente la malattia mentale, ma la Grande Depressione che colpì gli USA e il mondo alla fine degli anni 20 e che si protrasse per tutti i 30.
Solo per dare un’idea, i disoccupati salirono del +607% in USA; +129% in Gran Bretagna; +214% in Francia; +232% in Germania…
E sapete cosa ci volle per porre fine ad una crisi del genere: una bella guerra mondiale! Proprio come era successo già nella seconda metà dell’800, quando la crisi venne superata col colonialismo di rapina...
E così a fare... (continuer)
Says, folks, I'm gonna tell you what depression has done to me
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/12/2017 - 14:22
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Waltzing Matilda

Waltzing Matilda
[1895]
Parole di Andrew Barton "Banjo" Paterson (1864-1941), bush poet (poeta rurale, credo possa tradursi) australiano.
Musica di Christina Rutherford Macpherson (1864-1936), membro della famiglia proprietaria della fattoria Dagworth, nei pressi di Winton, nel Queensland, dove Banjo Paterson si trovava quando scrisse il testo del brano. La Macpherson si ispirò ad una melodia scozzese, probabilmente quella della canzone “Thou Bonnie Wood of Craigielea”, componendo la musica su di una cetra da tavolo (un cordofono noto come autoharp o zither)

Esistono molte versioni di questa canzone memorabile, che è ritenuta ancora oggi come l'inno nazionale non ufficiale dell'Australia e che è citata da Eric Bogle nella sua immortale The Band Played Waltzing Matilda. Già nel 1903 il testo fu alterato per farne un jingle pubblicitario di una marca di tè. La prima esecuzione pubblica avvenne il 6 Aprile... (continuer)
Oh there once was a swagman camped in the billabong
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/12/2017 - 20:55
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A Bushman's Song

A Bushman's Song
Versi di Andrew Barton "Banjo" Paterson (1864-1941), bush poet (poeta rurale, credo possa tradursi) australiano, l’autore della canzone cui fa riferimento Eric Bogle fin da titolo della sua celeberrima The Band Played Waltzing Matilda (detto tra parentesi, "Waltzing Matilda" è già di per sé una canzone anti-autoritaria che forse potrebbe avere un suo proprio posto sulle CCG/AWS...)
“A Bushman's Song” si trova nella raccolta “The Man from Snowy River and Other Verses” pubblicata nel 1895
Trovo questa bush song nel IX° volume nella poderosa raccolta di poesia e musica folk inglese intitolata “Poetry and Song” (14 LP), pubblicata nel 1967.

Come in “Waltzing Matilda”, anche qui il protagonista è un bush rider, uno swagman. Nei nostri dizionari il termine viene spesso tradotto con vagabondo, e in effetti lo swagman australiano era spesso una sorta di hobo ma, meglio, un lavoratore girovago... (continuer)
I’m travellin’ down the Castlereagh, and I’m a station hand,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/11/2017 - 13:54

The Old Workman

The Old Workman
Versi del poeta inglese Thomas Hardy (1840-1928), nella raccolta “Late Lyrics and Earlier with Many Other Verses” pubblicata nel 1922
Trovo la poesia – ma forse solo in lettura musicale - nel IX° volume nella poderosa raccolta di poesia e musica folk inglese intitolata “Poetry and Song” (14 LP), pubblicata nel 1967.

Mi viene bene contribuire questa poesia in questi giorni in cui gente che non ha mai lavorato – almeno nell’accezione del lavoro prima di tutto come fatica fisica – discute sui cosiddetti “lavori usuranti” che consentirebbero a poche decine di migliaia di lavoratori – spesso stranieri, spesso sfruttati e malpagati, spesso già morti, caduti da qualche impalcatura, in qualche pozzo, in qualche cisterna - di andare in quiescenza (preferisco questo termine prettamente botanico/zoologico all’orrido pensione, che evoca un alberghetto lurido di quint’ordine) qualche mese prima di essere comunque raggiunti da morte naturale per “raggiunti limiti d’età”…
"Why are you so bent down before your time,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/11/2017 - 13:06
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Miners (How the Future Will Forget the Dead in War)

Miners (How the Future Will Forget the Dead in War)
[1918]
Versi del poeta inglese Wilfred Owen (1893-1918), killed in action mentre attraversava il Canal de la Sambre à l'Oise il 4 novembre 1918, solo pochi giorni prima della fine della Grande Guerra.
La poesia fu pubblicata su The Nation il 26 gennaio 1918, ed è una delle pochissime poesie che Owen vide pubblicate in vita.
La trovo – ma forse solo in lettura musicale - nel IX° volume nella poderosa raccolta di poesia e musica folk inglese intitolata “Poetry and Song” (14 LP), pubblicata nel 1967.

Wilfred Owen scrisse questa poesia mentre si trovava a Scarborough, North Yorkshire, convalescente dopo essere stato investito da un’esplosione sul fronte francese. E’ lì che il 12 gennaio 1918 lo raggiunse la notizia del gravissimo disastro nella miniera Minnie di Halmer End, Staffordshire, dove trovarono la morte 156 minatori, tra di loro decine di ragazzini sotto i 16 anni.

Owen scrisse... (continuer)
There was a whispering in my hearth,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/11/2017 - 11:57
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The Great Divide

The Great Divide
[2006]
Parole e musica di Janis Ian
Nell’album “Folk Is The New Black”
Come good people and gather 'round
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/11/2017 - 12:53
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Seaching for America

Seaching for America
[1997]
Parole e musica di Janis Ian, insieme ad Ani DiFranco
Nell’album intitolato “Hunger”
They herded us like so much meat
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/11/2017 - 09:58
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Burn, Baby, Burn

Burn, Baby, Burn
[1965]
Parole e musica di Bill Frederick, pseudonimo usato in gioventù dal cantautore statunitense Fred Stanton
Una canzone che non credo sia mai stata incisa su disco. Il testo fu pubblicato sul n. 73 di Broadside Magazine, agosto 1966.

Una canzone dedicata ai Watts Riots dell’agosto 1965, quando nel sobborgo losangelino di Watts si scatenarono violentissimi tumulti razziali che durarono 6 giorni e causarono 34 morti, centinaia di feriti e danni per oltre 40 milioni di dollari, con quasi 1.000 edifici distrutti o gravemente danneggiati dagli incendi. E tutto a partire da un banale controllo di polizia…

A proposito dei Watts Riots si vedano anche Trouble Every Day e In The Heat Of The Summer
Back in the days of ancient Rome,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 29/11/2017 - 08:59
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The Brown Girl

anonyme
The Brown Girl
[Child #295A]
Una ballata che contiene echi ad altre sette- od ottocentesche come “Lord Thomas and Fair Eleanor”, “Barbara Allen” e “The Sailor from Dover”
Interpretata innanzitutto da Frankie Armstrong nel suo album “Lovely on the Water” del 1972, poi da Steeleye Span, Martin Carthy, Jon Boden e altri artisti

A proud, vengeful creature, spurned “because she was too brown”. The implication is, she wasn't fine enough, ladies had lilywhite hands, skin as fair as milk; working girls got suntanned and coarsened in the field, unfit for gentlemen. The ballad, containing echoes of Lord Thomas and Fair Eleanor, Barbara Allen, and others, doesn't seem to have been very common it its original form, more or less as Frankie sings it. But in altered shape, in which it is the man, sometimes a sailor, not the girl who is slighted and pitiless, it had wildfire success in England as The Dover Sailor, and... (continuer)
“I am as brown as brown can be,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 28/11/2017 - 16:11
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Exploitation Blues

Exploitation Blues
[1967]
Parole e musica di Bill Frederick, che nei primi anni 60 era un giovane studente ed obiettore di coscienza al servizio militare in Vietnam.
Contribuì diverse canzoni su Broadside Magazine, alcune delle quali sono già presenti sulle CCG/AWS
Nel 1967 le canzoni di Bill Frederick vennero raccolte nel disco intitolato “Hey, Hey… LBJ! Songs of the U.S. Anti-War Movement”

Il testo di “Exploitation Blues” l'ho trovato per caso sull'imprescindibile Mudcat Café, dove ho anche appreso che Bill Frederick non ha di fatto mai smesso di scrivere e di proporre canzoni, anche se in tempi più recenti si firma col suo vero nome, ossia Fred Stanton, classe 1943.

So bene che incasinerò la vita ai perfidi Admins, ma pare proprio che Bill Frederick e Fred Stanton siano la stessa persona.
Years ago in the Belgian Congo mine
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 27/11/2017 - 22:12
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Anderssons kärring

Anderssons kärring
[1975]
Testo e musica: Dan Berglund
Lyrics and music: Dan Berglund
Text och musik: Dan Berglund
Album: En järnarbetares visor

La canzone fa parte del primo album di Dan Berglund, En järnarbetares visor (1975), che contiene anche il brano più famoso del cantautore, De mördades fria republik. L'album è interamente composto da canzoni di lotta, ed è fortemente orientato contro il partito socialdemocratico allora al potere, visto oramai come un establishment che gestisce il potere e che ha tradito la causa della classe lavoratrice. In quel periodo, Dan Berglund è militante del KFML, il partito comunista marxista-leninista svedese; una militanza che entrerà in profonda crisi non molto tempo dopo. Con la fine degli anni '70 Dan Berglund smetterà anche momentaneamente di comporre e cantare.
När Anderssons kärring sänkts ner i mull
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi från tåget / dal treno 23/11/2017 - 09:26
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La rotta del navigante

La rotta del navigante
2015
Tra le pieghe di un cielo stellato

Testo, musica di Roberto Billi

2017
Di Terra, di mare e di stelle

Feat. Roberto Billi

L'album racconta, insieme a Roberto Billi (“La rotta del navigante”), le sofferenze patite per mare dai migranti; 
Mare illuminato dal sole
(continuer)
envoyé par Dq82 22/11/2017 - 14:03
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Zoot Suit Riot

Zoot Suit Riot
The Zoot Suit Riots were a series of violent clashes during which mobs of U.S. servicemen, off-duty police officers and civilians brawled with young Latinos and other minorities in Los Angeles. The June 1943 riots took their name from the baggy suits worn by many minority youths during that era, but the violence was more about racial tension than fashion.

http://www.history.com/topics/zoot-sui...
Who's that whisperin' in the trees?
(continuer)
20/11/2017 - 17:14
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Mill-Doors

Mill-Doors
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica per voce e pianoforte scritta nel 1948 da Nicodemo DeGioio, in arte Norman Dello Joio (1913-2008), importante compositore statunitense di origine italiana
You never come back.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/11/2017 - 21:50

Tom Mooney Is Free

Tom Mooney Is Free
L'attentato dinamitardo alla Preparedness Parade - la parata dei sostenitori dell'ingresso degli USA nella guerra in Europa - avvenuto il 22 luglio 1916 a San Francisco causò 10 morti e parecchi feriti.

Tom Mooney e Warren Billings, militanti socialisti, furono i capri espiatori. I veri esecutori non furono mai individuati, ma inchieste successive suggerirono il coinvolgimento di anarchici come l'italiano Mario Buda (che poi fu sospettato dell'attentato a Wall Street nel 1920, ma non venne mai arrestato e morì nella natale Savignano nel 1963), lo svedese Celsten Eklund ed un altro italiano noto solo come Ricca, uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia nel 1927.

E' evidente che la canzone non può essere datata al 1967, anno della morte di Guthrie, ma fu scritta nel 1939 o nel 1940, per salutare la liberazione di Tom Mooney dopo oltre 20 anni di ingiusta detenzione.

Il 1967 è la data... (continuer)
Bernart Bartleby 18/11/2017 - 21:18
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Choose

Choose
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica di Gary Bachlund, prolifico compositore tedesco-americano. Per voce e pianoforte, 2008
The single clenched fist lifted and ready,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/11/2017 - 20:19
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Proletari senza culo

Proletari senza culo
A proposito, se siete soliti fare regalini per Natale, vi consiglio questo splendido peluche, o cuscinetto che sia...

Sarà senz'altro gradito.
B.B. 17/11/2017 - 22:12
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Til Riksbanken

Til Riksbanken
17 novembre 2017 10:56

ALLA BANCA DI STATO
(continuer)
17/11/2017 - 10:57




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