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Parcour La "Guerre au brigandage" et la Question méridionale dans l'Italie postunitaire

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La quistione meridionale

La quistione meridionale
Questa straordinaria canzone, narra le disavventre capitate ai figli dell’antico Regno delle Due Sicilie nel corso di 150 anni di unificazione con il resto della Penisola.

Il testo, è una poesia di Rina Durante, fu messo in musica dal Canzoniere Grecanico Salentino, credo, negli anni 70.

Il pezzo è tutt’ora riproposto dal Canzoniere Grecanico Salentino ed è presente nell’ultimo loro album “Focu D’amore”

Fonte : StornelliSalentini
(adriana)
Il nonno di mio padre era brigante
(continuer)
envoyé par adriana 30/12/2011 - 12:37

Zarafina

Zarafina
(Testo e musica di G. VICO)

Per saperne di più su "Zarafina": Serafina CIMINELLI su brigantaggio.net

I Cantacunti, in concerto, presentano con queste parole la storia della brigantessa:

"Sulla montagna scura ho seguito l'uomo mio.
Ci chiamavano Briganti, assassini, senza Dio!
In una guerra che non aveva bandiera ho seguito un sogno, un'illusione, una chimera.
Non chiedo perdono e di nulla mi pento.
La mia storia e il mio nome se li porti via il vento!
...ma al vento li ha rubati il cantastorie insieme ai ricordi e alle memorie di una brigante ragazzina chiamata Ciminelli Zarafina"
Prete, a te la raccomando,
(continuer)
envoyé par Cabiria 25/11/2011 - 21:37
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Italia Spa

Italia Spa
(2011)
"Io ho capit' pur' pecchè a noi c'hann semp' chiamat' o mezzogiorno d'Italia po è..
(continuer)
envoyé par DoNQuijote82 13/11/2011 - 22:29
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La ballata del Bellente

La ballata del Bellente
Interpretata anche da La Macina e dai Gang

Cenni Storici

Con l’annessione al Regno d’Italia avvenuta il 2 Aprile 1808, veniva introdotta anche nel territorio marchigiano la legge sulla coscrizione obbligatoria. Entrata in vigore nella Repubblica Italiana il 13 agosto 1802, fortemente voluta dal vicepresidente Melzi e ispirata alla normativa in vigore in Francia, la legge perseguiva l’obiettivo di potenziare un esercito basato fino ad allora sull’arruolamento volontario e, indirettamente, di conferire prestigio e autonomia alla Repubblica. In realtà l’applicazione della legge creò molti problemi al regime napoleonico e fu continuamente riformata nel tentativo di arginare i fenomeni di renitenza e i conseguenti problemi di ordine pubblico causati da disertori e coscritti refrattari. Anche nel Dipartimento del Musone, di cui capoluogo fu Macerata, i giovani coscritti spesso non si presentavano... (continuer)
Questa è la storia di Pietro Masi
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 17/8/2011 - 12:22
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Tinna

belle le parole ma sprecate per la composizione musicale!
15/8/2011 - 23:46
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L’altra storia

L’altra storia
[2010]
Album “Cantannu e sonannu”

Canzone di un tono neoborbonico che, come ho espresso i più occasioni, non mi piace niente, ma tant’è… Per me Borbone e Savoia sono stati ugualmente massacratori ed affamatori dei rispettivi popoli e nessuno dei due merita il benchè minimo rispetto.
Sull’assedio di Gaeta rinvio alla canzone Tedeum Gaeta di Mimmo Cavallo, postata da Giorgio non molto tempo fa.

Qui mi limito a ricordare che dei 102 giorni di quell’assedio che fece un migliaio di morti tra i resistenti (bilancio che però non tiene conto dei tanti civili che perirono sotto i bombardamenti sabaudi) fu responsabile il generale Enrico Cialdini, lo stesso che di lì a poco, a partire dall’agosto del 1861, sarà incaricato della repressione del brigantaggio, compito che porterà a termine con particolare efficienza e ferocia macchiandosi della paternità di orribili stragi, come quelle di Casalduni... (continuer)
C'era una fortezza che vegliava
(continuer)
envoyé par Bartleby 11/8/2011 - 15:19
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Brigantiska

Brigantiska
[2009]
Album “C’è quel sud”.

Canzone dedicata al brigante silano Giosafatte Tallarico nato all’inizio dell’800 nel paesino di Panettieri (ancora oggi poco più di 300 anime) che combattè contro Borbone e baroni ben prima dell’arrivo delle orde piemontesi.



Il brigantaggio meridionale non si generò come d’incanto come reazione alle violenze e agli inganni dell’Unità (che non unì l’Italia, semmai ne annesse con la forza una parte al regno dei Savoia). La costituzione di bande di “combattenti irregolari” fu inizialmente fomentata dai Borbone stessi in chiave antigiacobina. Fece infatti loro assai comodo poter contare su “briganti” devoti al Re e al Papa per combattere i francesi, usurpatori senza Dio, ma dopo la Restaurazione, permanendo intatte le condizioni di miseria dei contadini, molte di queste bande rivolsero le scoppette contro i funzionari borbonici o semplicemente preferirono... (continuer)
Spara schuppetta mia spara ch'è l'ura
(continuer)
envoyé par Bartleby 11/8/2011 - 14:20
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Tira, nimicu miu

Tira, nimicu miu
[1848]
Testo e Musica di Mimmo Strafaci detto "Palma"

Caso più unico che raro, il capobrigante Strafaci, detto "Palma", non era analfabeta. e si dilettava a comporre brevi poesie popolari che firmava con l'appellativo di "Re di la Montagna". Sfidava possidenti e 'galantuomini' con questo canto:
"Tira, nimicu miu, tira la pinna.. "

Le classi subalterne calabresi sono state costrette storicamente a sopportare la volontà della Natura, del Destino, della Chiesa, dei Potenti, che hanno entificato, metafisicizzando ciò che è umano o, comunque, modificabile dall'uomo. La loro individualità difficilmente trova modo di esplicarsi, essendo la loro vita costretta fin dall'inizio sui binari preformati, regolata minuziosamente da norme eteronome che possono essere, indifferentemente, quelle ecclesiastiche o quelle convenzionali, seguite perché «si deve far così», «si è sempre fatto così», perché... (continuer)
Tira, nimicu miu, tira la pinna
(continuer)
envoyé par giorgio 24/7/2011 - 09:21

Lu Sissanta

anonyme
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Andrea Pappalardo di Catania, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.
Dovrebbe comunque essere stato tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.

Della precoce disillusione e del consolidarsi del malcontento nella Sicilia post-unitaria, quella che aveva creduto che finalmente si realizzasse il mancato 48 e che invece si era ritrovata soltanto con nuovi padroni, “novi rrapaturi, novi cani grossi” tutti intenti - come i precedenti - a rapinarla.
Parru ppi lu Sissanta, o mei signuri:
(continuer)
envoyé par Bartleby 19/7/2011 - 15:44
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La ninna du briganteju

La ninna du briganteju
Rielaborazione testo di una poesia di Vincenzo Ammirà (1821-1898)
Musica di Francesco Pontoriero
Splendida poesia del poeta Vibonese Vincenzo Ammirà musicata ed adattata da Franco Pontoriero; E’ una ninna nanna che una madre canta al proprio figlioletto, rimasto orfano di un padre ammazzato dai piemontesi
Fonte: Sito ufficiale
L’occhiuzzi chiudili, quantu si caru!
(continuer)
envoyé par adriana 15/5/2011 - 10:15
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Simu Briganti

Simu Briganti
Testo e Musica di Francesco Pontoriero
E’ arrivato l’esercito piemontese per sconfiggere il fenomeno del brigantaggio. Un figlio dice al padre:”Scappiamo, ci vogliono uccidere”. Il padre dice al figlio: “Voglio combattere e se è necessario anche morire per la libertà
Fonte: SitoUfficiale
Allarmi…allarmi… Allarmi…allarmi… c’è genti strana chi veni pu paisi.
(continuer)
envoyé par adriana 15/5/2011 - 09:13
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Li tempi di Burbuni su finiti

Li tempi di Burbuni su finiti
Tarantella che descrive lo stato d’animo dei Calabresi dopo la cacciata dei Borboni
Fonte:Sito Ufficiale

Testo di Francesco Pontoriero
Curriti tutti quanti mu viditi
(continuer)
envoyé par adriana 15/5/2011 - 08:45
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Liberi e senza patruni

Liberi e senza patruni
Testo e Musica di Francesco Pontoriero
Canzone che descrive lo stato d’animo dei vari tipi di briganti: giovani che volevano sfuggire al servizio militare; contadini che lottavano per avere un pezzo di terra da coltivare; ex galeotti liberati da Garibaldi; ex sottufficiali del dissolto esercito Borbonico ecc., ma tutti al grido di "Liberi e senza patruni!!!!
Fonte:Sito ufficiale
Nui simu contadini ‘ca voglia e lavurari,
(continuer)
envoyé par adriana 15/5/2011 - 08:31

Non è tempo...

Non è tempo...
Li ho conosciuti e ascoltati personalmente a Monza. Ho comprato la loro cassetta audio. per diversi anni ho suonato "Non è tempo .." col mio gruppo. Mi piacerebbe scaricare tutti i brani in Mp3.
Amelio Salvatore ameliosalvatore@libero.it 10/4/2011 - 15:41
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La morale dei briganti

La morale dei briganti
manca il finale!
"La risposta ascoltatori
farà sudare molto i dottori
della legge moralisti
e anche voi poveri cristi.
Io mi affido alla coscienza
e alla vostra intelligenza."
nicola_ds 1/2/2011 - 10:39

Sull’aspro monte

anonyme
[186?]
Canzone sui (o dei) briganti segnalatami dalla (per)fida brigantessa Adriana, amministratrice di queste CCG/AWS.
Testo trovato qui e tratto da “Carlo Antonio Gastaldi - Un operaio Biellese brigante dei Borboni” (Jaca Book, 1989), uno studio di Gustavo Buratti, detto Tavo Burat (1932-2009), giornalista, politico e scrittore biellese che già abbiamo incontrato su queste pagine a proposito della canzone Guarda giù dalla pianura degli Stormy Six.

Nel suo volumetto Tavo Burat scrive che la canzone si riferisce al brigantaggio in Puglia e che gli fu trasmessa da tal Sig. Pirro di Bari nel 1969.


Pasquale Domenico Romano, detto “Enrico la Morte”, in mezzo a due suoi uomini.

Adriana la Brigantessa ha voluto darmi la dritta di questa canzone perché lo studio da cui è tratta (che è si trova pubblicato anche nel volume collettivo Banditi e ribelli dimenticati. Storie di irriducibili al futuro... (continuer)
Sull'aspro monte, dentro la foresta
(continuer)
envoyé par Bart Pestalozzi & Adriana la Brigantessa 7/9/2010 - 15:21
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Malaunità

Malaunità

“Questa canzone vuole essere una controcelebrazione dei cosiddetti festeggiamenti per l'unità d'Italia - ha spiegato il cantante -. L'undici maggio di 150 anni fa è iniziata la morte del sud, e non solo metaforicamente; quello che i libri di storia scritti dai vincitori non raccontano è il massacro di almeno un milione di meridionali e lo spietato saccheggio economico, commerciale e culturale perpetrato ai nostri danni. Non c'è proprio nulla da festeggiare, almeno dalle nostre parti: viene negata la pura verità dei fatti.”

”il massacro di almeno un milione di meridionali”, dice Eddy Napoli… “Forse esagerano gli storici che, leggendo il Risorgimento in chiave borbonica, sostengono che il Meridione pagò l'Unità con 700.000 vittime. E probabilmente è un impeto di polemica quello che porta Antonio Ciano a ipotizzare un milione di morti. Ma, certo, la parola MASSACRO non è né gratuita né esagerata.”,... (continuer)
Nuie simmo figlie d’’o sole e d’’a neve,
(continuer)
envoyé par Bart Pestalozzi 6/9/2010 - 11:16
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Ninco Nanco

Ninco Nanco
[2009]
Dal dvd “Live in Kaulonia Tarantella Festival 2009”



Se personalmente – benchè io sia un piemontuso verace - provo un vero disgusto al solo pensiero delle celebrazioni di questa nostra falsa “unità d’Italia”, nata dalla violenza e dal sangue, che tra non molto ci investiranno con il loro corredo di retorica patria e napolitanesca (mi riferisco al nostro Presidente, capo di tutti i rètori), beh, non sono certo neppure qui a fare il neoborbonico e a celebrare Ninco Nanco come un partigiano ed uno sfortunato eroe rivoluzionario…
Prima di diventare uno dei luogotenenti più fidati di Carmine Crocco e trascorrere quattro anni a fare letteralmente a pezzi i piemontesi che stavano “convincendo” a suon di massacri le genti meridionali ad aderire “spontaneamente” alla “gloriosa” Unità, Ninco Nanco fu un violento e un tagliagole che finì brigante perché non gli era riuscito di arruolarsi... (continuer)
Sarà una spina nel fianco Ninco Nanco quando campa,
(continuer)
envoyé par Bart Pestalozzi 6/9/2010 - 09:12
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A Casalduni e Pontelandolfo

Questa canzone, scritta ed arrangiata da Enzo Morzillo, e' dedicata a Renato Rinaldi. Profondo sostenitore della memoria dei fatti d'arme del 14 Agosto 1861 a Pontelandolfo.
Grazie alla collaborazione dell 'amico Renato, ho avuto modo di approfondire questo argomento , che tratta le gesta eroiche dei Martiri civili, caduti quel maledettissimo giorno, sotto le baionette dell'esercito Piemontese, come ritorsione ad un fatto precedentemente avvenuto, che vedeva coinvolti , Briganti , quindi soldati, contro Esercito Piemontese. Mentre L'eccidio di cui narra la canzone, vuole dare eco a tutti quei civili inermi , che si trovarono a subire la violenza spietata di soldati armati .
Tutto questo , soltanto per non dimenticare.....MAI !!!!

20 GENNAIO 2008 ENZO MORZILLO
Fonte:Pontelandolfo news
Era la festa dellu patrono
(continuer)
envoyé par adriana 4/9/2010 - 13:18
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Pontelandolfo

Pontelandolfo

Il massacro dimenticato di Pontelandolfo - Quando i bersaglieri fucilarono gli innocenti

Il 14 agosto 1861 per vendicare i loro quaranta morti i soldati sabaudi uccisero 400 inermi. Un eccidio come quello delle Fosse Ardeatine. Il sindaco oggi si batte perché alla città sia riconosciuto lo status di "martire". E promette: se l'esercito chiede scusa, invitiamo la loro fanfara a suonare come atto di riconciliazione

di PAOLO RUMIZ

SIGNOR presidente della Repubblica, signori ministri, autorità incaricate delle celebrazioni del centocinquantenario, questa storia è per voi. Non voltate pagina e ascoltate il racconto di questo soldato, se credete al motto "fratelli d'Italia" e tenete all'onestà della memoria sul 1861, anno uno della Nazione.

"Al mattino del giorno 14 ricevemmo l'ordine di entrare nel paese, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli infermi, e incendiarlo. Subito abbiamo... (continuer)
31/8/2010 - 19:03
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Tre fratelli contadini di Venosa

Tre fratelli contadini di Venosa
Chanson italienne – I tre fratelli di Venosa – Stormy Six

Qu'en penses-tu, toi, Lucien l'âne mon ami, de l'histoire que raconte cette chanson. L'histoire de ces ces trois frères, trois paysans de Lucanie qui furent tués par les soldats du roi...? Ils étaient de Venosa, ce village où un mari dément, par ailleurs amateur de madrigaux, fit assassiner de manière épouvantable sa femme Maria d'Avalos et l'amant de sa femme... Une histoire racontée par Anatole France, histoire très semblable à celle d'Isabella di Morra. Mais, dis-moi, pour les paysans de Lucanie...

Oh, Marco Valdo M.I.,il faut d'abord bien comprendre que ce sont là des paysans de Lucanie et d'il y a longtemps encore. C'est là une histoire terrible, mais pas nouvelle, pas exceptionnelle. Le roi, peu importe le roi, peu importe le royaume, peu importe finalement l’État. Les paysans de Lucanie nous sont très proches à nous les ânes...... (continuer)
LES TROIS FRÈRES DE VENOSA
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 8/8/2010 - 19:36




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