Parcour La "Guerre au brigandage" et la Question méridionale dans l'Italie postunitaire
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La versione del brigante
![La versione del brigante](img/upl/artworks-HsOhF3rrIdM1GH13-tlpgBg-t500x500.jpg)
2012
Mi chiamo Mazzeo Di Prezzo,
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envoyé par adriana 14/6/2012 - 07:57
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Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso
![Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso](img/upl/tiburzi_2.jpg)
Fonte: Moscati Dodi, LP La miseria l'è un gran malanno, Cetra Folk LPP 265, 1974
Canto ispirato dalla figura di Domenico Tiburzi, il più celebre brigante della Tuscia e della Maremma, che nacque a Cellere (VT) il 28 maggio 1836 e morì, ucciso in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, il 23 ottobre 1896. Rimase latitante per ben 26 anni.(Francesca Prato)
ildeposito.org
Il testo della canzone è stato tratto da "Briganti Toscani", ristampa, Libreria editrice fiorentina.
Tiburzi nacque a Cellere, ai confini Tosco-Laziali, nel 1834 e morì verso la fine dell´800. Operava principalmente in Maremma, protetto dalla gente del luogo che gli portava cibo e tabacco e lo avvertiva quando la polizia era sulle sue tracce. Fu latitante infatti per 26 anni. Difficilmente le donne rimanevano indifferenti al fascino di Tiburzi, brigante, e più d´una lo seguì alla macchia. La "lettera" testimonia del tipo... (continuer)
Canto ispirato dalla figura di Domenico Tiburzi, il più celebre brigante della Tuscia e della Maremma, che nacque a Cellere (VT) il 28 maggio 1836 e morì, ucciso in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, il 23 ottobre 1896. Rimase latitante per ben 26 anni.(Francesca Prato)
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Il testo della canzone è stato tratto da "Briganti Toscani", ristampa, Libreria editrice fiorentina.
Tiburzi nacque a Cellere, ai confini Tosco-Laziali, nel 1834 e morì verso la fine dell´800. Operava principalmente in Maremma, protetto dalla gente del luogo che gli portava cibo e tabacco e lo avvertiva quando la polizia era sulle sue tracce. Fu latitante infatti per 26 anni. Difficilmente le donne rimanevano indifferenti al fascino di Tiburzi, brigante, e più d´una lo seguì alla macchia. La "lettera" testimonia del tipo... (continuer)
Anno vi scrissi, amici,
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envoyé par DonQuijote82 14/5/2012 - 14:50
Zarafina
(Testo e musica di G. VICO)
Per saperne di più su "Zarafina": Serafina CIMINELLI su brigantaggio.net
I Cantacunti, in concerto, presentano con queste parole la storia della brigantessa:
"Sulla montagna scura ho seguito l'uomo mio.
Ci chiamavano Briganti, assassini, senza Dio!
In una guerra che non aveva bandiera ho seguito un sogno, un'illusione, una chimera.
Non chiedo perdono e di nulla mi pento.
La mia storia e il mio nome se li porti via il vento!
...ma al vento li ha rubati il cantastorie insieme ai ricordi e alle memorie di una brigante ragazzina chiamata Ciminelli Zarafina"
Per saperne di più su "Zarafina": Serafina CIMINELLI su brigantaggio.net
I Cantacunti, in concerto, presentano con queste parole la storia della brigantessa:
"Sulla montagna scura ho seguito l'uomo mio.
Ci chiamavano Briganti, assassini, senza Dio!
In una guerra che non aveva bandiera ho seguito un sogno, un'illusione, una chimera.
Non chiedo perdono e di nulla mi pento.
La mia storia e il mio nome se li porti via il vento!
...ma al vento li ha rubati il cantastorie insieme ai ricordi e alle memorie di una brigante ragazzina chiamata Ciminelli Zarafina"
Prete, a te la raccomando,
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envoyé par Cabiria 25/11/2011 - 21:37
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Italia Spa
![Italia Spa](img/upl/99-posse-cattivi-guagliuni-300x229.jpg)
(2011)
"Io ho capit' pur' pecchè a noi c'hann semp' chiamat' o mezzogiorno d'Italia po è..
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envoyé par DoNQuijote82 13/11/2011 - 22:29
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La ballata del Bellente
![La ballata del Bellente](img/upl/home-birtina-02.png)
Interpretata anche da La Macina e dai Gang
Cenni Storici
Con l’annessione al Regno d’Italia avvenuta il 2 Aprile 1808, veniva introdotta anche nel territorio marchigiano la legge sulla coscrizione obbligatoria. Entrata in vigore nella Repubblica Italiana il 13 agosto 1802, fortemente voluta dal vicepresidente Melzi e ispirata alla normativa in vigore in Francia, la legge perseguiva l’obiettivo di potenziare un esercito basato fino ad allora sull’arruolamento volontario e, indirettamente, di conferire prestigio e autonomia alla Repubblica. In realtà l’applicazione della legge creò molti problemi al regime napoleonico e fu continuamente riformata nel tentativo di arginare i fenomeni di renitenza e i conseguenti problemi di ordine pubblico causati da disertori e coscritti refrattari. Anche nel Dipartimento del Musone, di cui capoluogo fu Macerata, i giovani coscritti spesso non si presentavano... (continuer)
Cenni Storici
Con l’annessione al Regno d’Italia avvenuta il 2 Aprile 1808, veniva introdotta anche nel territorio marchigiano la legge sulla coscrizione obbligatoria. Entrata in vigore nella Repubblica Italiana il 13 agosto 1802, fortemente voluta dal vicepresidente Melzi e ispirata alla normativa in vigore in Francia, la legge perseguiva l’obiettivo di potenziare un esercito basato fino ad allora sull’arruolamento volontario e, indirettamente, di conferire prestigio e autonomia alla Repubblica. In realtà l’applicazione della legge creò molti problemi al regime napoleonico e fu continuamente riformata nel tentativo di arginare i fenomeni di renitenza e i conseguenti problemi di ordine pubblico causati da disertori e coscritti refrattari. Anche nel Dipartimento del Musone, di cui capoluogo fu Macerata, i giovani coscritti spesso non si presentavano... (continuer)
Questa è la storia di Pietro Masi
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envoyé par DonQuijote82 17/8/2011 - 12:22
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L’altra storia
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[2010]
Album “Cantannu e sonannu”
Canzone di un tono neoborbonico che, come ho espresso i più occasioni, non mi piace niente, ma tant’è… Per me Borbone e Savoia sono stati ugualmente massacratori ed affamatori dei rispettivi popoli e nessuno dei due merita il benchè minimo rispetto.
Sull’assedio di Gaeta rinvio alla canzone Tedeum Gaeta di Mimmo Cavallo, postata da Giorgio non molto tempo fa.
Qui mi limito a ricordare che dei 102 giorni di quell’assedio che fece un migliaio di morti tra i resistenti (bilancio che però non tiene conto dei tanti civili che perirono sotto i bombardamenti sabaudi) fu responsabile il generale Enrico Cialdini, lo stesso che di lì a poco, a partire dall’agosto del 1861, sarà incaricato della repressione del brigantaggio, compito che porterà a termine con particolare efficienza e ferocia macchiandosi della paternità di orribili stragi, come quelle di Casalduni... (continuer)
Album “Cantannu e sonannu”
Canzone di un tono neoborbonico che, come ho espresso i più occasioni, non mi piace niente, ma tant’è… Per me Borbone e Savoia sono stati ugualmente massacratori ed affamatori dei rispettivi popoli e nessuno dei due merita il benchè minimo rispetto.
Sull’assedio di Gaeta rinvio alla canzone Tedeum Gaeta di Mimmo Cavallo, postata da Giorgio non molto tempo fa.
Qui mi limito a ricordare che dei 102 giorni di quell’assedio che fece un migliaio di morti tra i resistenti (bilancio che però non tiene conto dei tanti civili che perirono sotto i bombardamenti sabaudi) fu responsabile il generale Enrico Cialdini, lo stesso che di lì a poco, a partire dall’agosto del 1861, sarà incaricato della repressione del brigantaggio, compito che porterà a termine con particolare efficienza e ferocia macchiandosi della paternità di orribili stragi, come quelle di Casalduni... (continuer)
C'era una fortezza che vegliava
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envoyé par Bartleby 11/8/2011 - 15:19
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Brigantiska
![Brigantiska](img/upl/giosafatte_g.jpg)
[2009]
Album “C’è quel sud”.
Canzone dedicata al brigante silano Giosafatte Tallarico nato all’inizio dell’800 nel paesino di Panettieri (ancora oggi poco più di 300 anime) che combattè contro Borbone e baroni ben prima dell’arrivo delle orde piemontesi.
Il brigantaggio meridionale non si generò come d’incanto come reazione alle violenze e agli inganni dell’Unità (che non unì l’Italia, semmai ne annesse con la forza una parte al regno dei Savoia). La costituzione di bande di “combattenti irregolari” fu inizialmente fomentata dai Borbone stessi in chiave antigiacobina. Fece infatti loro assai comodo poter contare su “briganti” devoti al Re e al Papa per combattere i francesi, usurpatori senza Dio, ma dopo la Restaurazione, permanendo intatte le condizioni di miseria dei contadini, molte di queste bande rivolsero le scoppette contro i funzionari borbonici o semplicemente preferirono... (continuer)
Album “C’è quel sud”.
Canzone dedicata al brigante silano Giosafatte Tallarico nato all’inizio dell’800 nel paesino di Panettieri (ancora oggi poco più di 300 anime) che combattè contro Borbone e baroni ben prima dell’arrivo delle orde piemontesi.
Il brigantaggio meridionale non si generò come d’incanto come reazione alle violenze e agli inganni dell’Unità (che non unì l’Italia, semmai ne annesse con la forza una parte al regno dei Savoia). La costituzione di bande di “combattenti irregolari” fu inizialmente fomentata dai Borbone stessi in chiave antigiacobina. Fece infatti loro assai comodo poter contare su “briganti” devoti al Re e al Papa per combattere i francesi, usurpatori senza Dio, ma dopo la Restaurazione, permanendo intatte le condizioni di miseria dei contadini, molte di queste bande rivolsero le scoppette contro i funzionari borbonici o semplicemente preferirono... (continuer)
Spara schuppetta mia spara ch'è l'ura
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envoyé par Bartleby 11/8/2011 - 14:20
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Tira, nimicu miu
![Tira, nimicu miu](img/upl/Banda_di_Pietro_Bianchi.jpg)
[1848]
Testo e Musica di Mimmo Strafaci detto "Palma"
Caso più unico che raro, il capobrigante Strafaci, detto "Palma", non era analfabeta. e si dilettava a comporre brevi poesie popolari che firmava con l'appellativo di "Re di la Montagna". Sfidava possidenti e 'galantuomini' con questo canto:
"Tira, nimicu miu, tira la pinna.. "
Le classi subalterne calabresi sono state costrette storicamente a sopportare la volontà della Natura, del Destino, della Chiesa, dei Potenti, che hanno entificato, metafisicizzando ciò che è umano o, comunque, modificabile dall'uomo. La loro individualità difficilmente trova modo di esplicarsi, essendo la loro vita costretta fin dall'inizio sui binari preformati, regolata minuziosamente da norme eteronome che possono essere, indifferentemente, quelle ecclesiastiche o quelle convenzionali, seguite perché «si deve far così», «si è sempre fatto così», perché... (continuer)
Testo e Musica di Mimmo Strafaci detto "Palma"
Caso più unico che raro, il capobrigante Strafaci, detto "Palma", non era analfabeta. e si dilettava a comporre brevi poesie popolari che firmava con l'appellativo di "Re di la Montagna". Sfidava possidenti e 'galantuomini' con questo canto:
"Tira, nimicu miu, tira la pinna.. "
Le classi subalterne calabresi sono state costrette storicamente a sopportare la volontà della Natura, del Destino, della Chiesa, dei Potenti, che hanno entificato, metafisicizzando ciò che è umano o, comunque, modificabile dall'uomo. La loro individualità difficilmente trova modo di esplicarsi, essendo la loro vita costretta fin dall'inizio sui binari preformati, regolata minuziosamente da norme eteronome che possono essere, indifferentemente, quelle ecclesiastiche o quelle convenzionali, seguite perché «si deve far così», «si è sempre fatto così», perché... (continuer)
Tira, nimicu miu, tira la pinna
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envoyé par giorgio 24/7/2011 - 09:21
Lu Sissanta
anonyme
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Andrea Pappalardo di Catania, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.
Dovrebbe comunque essere stato tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Della precoce disillusione e del consolidarsi del malcontento nella Sicilia post-unitaria, quella che aveva creduto che finalmente si realizzasse il mancato 48 e che invece si era ritrovata soltanto con nuovi padroni, “novi rrapaturi, novi cani grossi” tutti intenti - come i precedenti - a rapinarla.
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Andrea Pappalardo di Catania, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.
Dovrebbe comunque essere stato tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Della precoce disillusione e del consolidarsi del malcontento nella Sicilia post-unitaria, quella che aveva creduto che finalmente si realizzasse il mancato 48 e che invece si era ritrovata soltanto con nuovi padroni, “novi rrapaturi, novi cani grossi” tutti intenti - come i precedenti - a rapinarla.
Parru ppi lu Sissanta, o mei signuri:
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envoyé par Bartleby 19/7/2011 - 15:44
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La ninna du briganteju
![La ninna du briganteju](img/upl/2010_Logo_liraBattente_0.jpg)
Rielaborazione testo di una poesia di Vincenzo Ammirà (1821-1898)
Musica di Francesco Pontoriero
Musica di Francesco Pontoriero
Splendida poesia del poeta Vibonese Vincenzo Ammirà musicata ed adattata da Franco Pontoriero; E’ una ninna nanna che una madre canta al proprio figlioletto, rimasto orfano di un padre ammazzato dai piemontesi
Fonte: Sito ufficiale
Fonte: Sito ufficiale
L’occhiuzzi chiudili, quantu si caru!
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envoyé par adriana 15/5/2011 - 10:15
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Simu Briganti
![Simu Briganti](img/upl/2010_Logo_liraBattente_0.jpg)
Testo e Musica di Francesco Pontoriero
E’ arrivato l’esercito piemontese per sconfiggere il fenomeno del brigantaggio. Un figlio dice al padre:”Scappiamo, ci vogliono uccidere”. Il padre dice al figlio: “Voglio combattere e se è necessario anche morire per la libertà
Fonte: SitoUfficiale
Fonte: SitoUfficiale
Allarmi…allarmi… Allarmi…allarmi… c’è genti strana chi veni pu paisi.
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envoyé par adriana 15/5/2011 - 09:13
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Li tempi di Burbuni su finiti
![Li tempi di Burbuni su finiti](img/upl/2010_Logo_liraBattente_0.jpg)
Tarantella che descrive lo stato d’animo dei Calabresi dopo la cacciata dei Borboni
Fonte:Sito Ufficiale
Fonte:Sito Ufficiale
Testo di Francesco Pontoriero
Curriti tutti quanti mu viditi
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envoyé par adriana 15/5/2011 - 08:45
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Liberi e senza patruni
![Liberi e senza patruni](img/upl/2010_Logo_liraBattente_0.jpg)
Testo e Musica di Francesco Pontoriero
Canzone che descrive lo stato d’animo dei vari tipi di briganti: giovani che volevano sfuggire al servizio militare; contadini che lottavano per avere un pezzo di terra da coltivare; ex galeotti liberati da Garibaldi; ex sottufficiali del dissolto esercito Borbonico ecc., ma tutti al grido di "Liberi e senza patruni!!!!
Fonte:Sito ufficiale
Fonte:Sito ufficiale
Nui simu contadini ‘ca voglia e lavurari,
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envoyé par adriana 15/5/2011 - 08:31
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Ve la trasmetto con relativa traduzione.
(son sicuro che se contatterete l’autore sarà felice di fornirvi diverso materiale storico sul Cilento.)
Basilio Santocrile
(STORMELLI: – dal volume delle canzoni cilentane – (Anche le zanzare pungono) Proprietà letteraria riservata di Basilio Santocrile, viene consentita la riproduzione dei racconti poesie detti ecc.. per intero a mezzo stampa radio TV ed internet, citando l’ autori e il titolo del libro. – . – basilio.santocrile@libero.it. Fax 06/99331572 -