d’après la traduction italienne de Nicola Crocetti
d’une chanson grecque – Η σονάτα του σεληνοφώτος (I sonata tou selinofotos) – Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος – 1956
Paroles : Yannis Ritsos /Γιάννης Ρίτσος
Musique : Ludwig van Beethoven – Klaviersonate nr. 14 op. 27 nr. 2 (1° movimento)
Interprètes :
1. Moni Ovadia
2. Christos Tsagas / Χρήστος Τσάγκας
3. Melina Mercouri / Μελίνα Μερκούρη
4. Karyofyllia Karabeti / Καρυοφυλλιά Καραμπέτη
L’événement heureux et singulier proposé par la première interprétation (celle de Moni Ovadia) est la rencontre de trois mondes qui se pénètrent mutuellement, des événements et des temps difficiles : la Grèce, où est née la civilisation occidentale ; l’Europe centrale, un monde nouveau, s’étendant vers des horizons toujours changeants ; la culture juive, un monde ancien, moins visible, mais qui a traversé l’histoire avec des processus d’inculturation troublés... (continuer)
Marco Valdo,
je pense que Yannis Ritsos serait bien joyeux pour ton ouvrage et te remercierait . A mon avis, on pourrait dire qu’il te remercie car un homme et ses idées continuent à vivre dans la mémoire de ceux qui aiment dédier du temps et un morceau de n’importe quoi pour les accueillir quelque fois parmi nous.
À la prochaine.
Riccardo Gullotta
Je n’ai pas l’habitude qu’on me remercie et je pense que le travail et son aboutissement se remercient d’eux-mêmes. Sinon, ce n’est pas la peine d’imaginer le faire. Évidemment que Ritsos serait content, pour la même raison que je suis content de ce remerciement public. Je veux dire qu’un tel remerciement prouve que j’ai eu au moins un lecteur et un lecteur attentif et capable de voir combien – comme je le pense par-devers moi – cette version est de qualité, comme le fut celle du Canto General. Trêve de modestie de façade, je suis comme l’artisan qui est fier du pot qu’il a fait de ses mains et qui est capable d’en voir la qualité. Il peut alors un instant se reposer sur ses lauriers. Pas longtemps, comme tu le sais, puisque pour rester artisan, pour rester en vie, comme la mer, il lui faut toujours recommencer.
« La mer, la mer, toujours recommencée !
Ô récompense après... (continuer)
Si propone anche il video della rappresentazione eseguita al Centro culturale greco di Mosca il 22/09/2018. La traduzione che segue non è la trascrizione del testo recitato.
Исполнители / Ερμηνεία / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Margarita Besova /Маргарита Бесова , Innokenty Smoktunovsky / Иннокентий Смоктуновский
Il video seguente è un’esecuzione in turco. La regista della rappresentazione è Nilgün Kaleli Çiçek.
Anche se non sono presenti i sottotitoli e la qualità del video non è delle migliori, l’esecuzione è suggestiva: le pause, l’inflessione della voce, gli sguardi e l’ambientazione concorrono ad una valida fruizione.
video
Il testo che segue è una traduzione parziale. Le parti iniziali e finali sono integre.
Beethoven , Piano Sonata No. 26 "Les Adieux", pianista Maurizio Pollini
Per ultima la traduzione siciliana che ha richiesto non poco tempo. E’ un atto deliberatamente conclusivo da parte mia. Lo dovevo all’uomo e all’artista Ghiannis Ritsos , lo dovevo al generoso impegno di CCG-AWS nel senso che sarà chiaro più avanti, lo dovevo ad una terra che ho sempre giudicato con troppa severità, rivisitando ora il mio atteggiamento dopo qualche decennio. Siciliani, a dispetto delle residenze e delle contaminazioni culturali, piaccia o no, lo si è per sempre.
Desidero indirizzare l’attenzione del lettore, che per avventura si imbattesse in queste righe, ad una riflessione che a me sembra importante e voglio condividere.
Se mi si chiedesse , nei limiti della mia conoscenza dell’opera di Ritsos, di scegliere dei suoi versi per dare la cifra dell’uomo, del letterato e del cittadino del mondo,... (continuer)
... non dimentichiamo gli ebrei eliminati in massa dai sovietici (cosa che sicuramente alimentò la cattiva coscienza del regime) anche dopo la seconda guerra mondiale, come racconta Golda Meir ...
Dedicato ai Martiri dell’eccidio con un riguardo verso il 335mo di cui non si conosce neppure il nome. Quello che segue vorrebbe non essere un semplice elenco.
Martiri delle Fosse Ardeatine : 335 vite
Adolfo Caviglia Adolfo Sansolini Agostino Napoleone Aladino Govoni Alberto Cozzi Alberto Di Nepi Alberto Fantacone Alberto Funaro Alberto Giacchini Alberto Marchesi Aldo Angelai Aldo Banzi Aldo Berolsheimer Aldo Eluisi Aldo Ercoli Aldo Finzi Aldo Francesco Chiricozzi Alessandro Portieri Alessandro Zarfati Alfredo Capecci Alfredo Mosca Alfredo Pasqualucci Alfredo Sansolini Alfredo Maggini Ambrogio Lunghi Ambrogio Pettorini Amedeo Lidonnici Amedeo Petocchi Andrea Casadei Angelo Di Castro Angelo Di Porto Angelo Fochetti Angelo Frascati Angelo Galafati Angelo Marino Angelo Martella Angelo Perugia Angelo Pignotti Angelo... (continuer)
Credo che in un sito come questo non si possa non ricordare che, purtroppo, tra le varie attività di Rimbaud in Africa, vi fossero anche quelle di commerciante di schiavi e contrabbandiere d'armi
Grazie Riccardo per la tua bella e doverosa traduzione di questa poesia imprescindibile.
Mi occorrono però delle precisazioni e correzioni.
Non c'è dubbio che parte della poesia di Hughes fosse proprio quella usata nella performance della Primus su musica di John Cage (1943). La cosa è confermata nelle note nel volume "Modern Dance, Negro Dance: Race in Motion", di Susan Manning (reperito su Google Libri). Però la poesia è del 1933, non del 1943, e la dedica è sicuramente da attribuire ai redattori di "The New Masses".
Hughes non incluse mai questa poesia in nessuna sua raccolta. Forse si trova solo in una raccolta di inediti che s'intitola come un'altra sua grande poesia politica, "Good Morning Revolution". So che anche questa è stata musicata e vado a contribuirla appena riesco.
La Primus si prese anche una licenza poetica – probabilmente perchè intendeva adattare la poesia alla causa dei diritti civili degli afroamericani: sostituì "revolution" con "freedom".
Grazie Riccardo per aver contribuito la traduzione italiana e arricchito l'apparato iconografico.
Se ti fosse sfuggito, il foto(s)montaggio di Salvini riprende l'inquietante personaggio di Harry Powell, finto predicatore e assassino seriale, un vero demone, interpretato da un grandissimo Robert Mitchum in "Night of the Hunter" (da noi "La morte corre sul fiume"), unico film e capolavoro assoluto di Charles Laughton, che lo diresse nel 1955.
Sotto l'apparenza di una fiaba nera, dai toni espressionisti, un'esplicito atto d'accusa contro il fanatismo religioso ed i falsi profeti.
Non sapevo, sinceramente, da dove fosse stato ripreso il foto(s)montaggio dell'omuncolo con le felpe e con il mitra. Lieto davvero di venirlo a sapere. Certo, tutte queste belle, bibliche & evangeliche immagini di condivisione del pane con gli affamati, i senzatetto, i diseredati ecc. fanno un po' a cazzotti con certi parroci della Magliana tutti Casapound e "prima gli itagliani".
Caro Riccardo, c'è quasi d'aver nostalgia per il vecchio "celodurismo" bossiano... Oggi non c'è nemmeno niente da poter ridere o sorridere...
D'altra parte, dietro la recente campagna d'immagine dell'omuncolo ci sono due "Casaleggio" leghisti (Luca Morisi e Andrea Paganella) e uno che di porci se ne intende, Andrea Pasini, rampollo della nota azienda salumiera, un altro che "prima gli itagliani" e "meglio far mangiare i miei figli che pagare le tasse"... Con questi due slogan alle spalle, l'anno scorso è stato anche nominato Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana (onorificenza che purtroppo - bisogna dirlo - viene data a cani e porci, per l'appunto).
È vero quello che scrivi riguardo alla zona della Moravia e della Boemia, fino a un secolo fa parte dell’Impero Asburgico e successivamente Austro-Ungarico, con la coseguente imposizione della lingua tedesca. Ma bisogna altrettanto ricordare che anche se le classi scolarizzate avevano una conoscenza del tedesco che veniva utilizzato anche per la redazione dei documenti ufficiali ecc., la lingua realmente usata dalla gente è sempre stata quella ceca (ovvero i suoi numerosi dialetti e varietà regionali). Esiste (e per fortuna tuttora viene tramandato) un vastissimo patrimonio culturale di quei secoli (costituito soprattutto da fiabe e canzoni popolari) interamente in ceco e nei suoi dialetti (e ad averci tempo, sai quante CCG...) A pensarci bene, la cosa non sorprende: quelle che chiamiamo canzoni popolari o folkloristiche, visto i temi che trattano, normalmente non si compongono in una lingua imposta dall’alto, bensì in una più vicina al cuore, diciamo così...
Saluti!
Ciao Stanilsava, grazissimo! Io l'originale ceco proprio non l'avevo trovato e ne avevo erroneamente dedotto che fosse in tedesco...
Ti segnalo solo che i link alla tua introduzione riportano tutti a questa pagina e non alle altre che volevi indicare.
Allora, visto che ci sono, ti chiedo ancora una cortesia, visto che non me la cavo bene nelle ricerche di testi in lingua ceca... Mi piacerebbe tanto che sulle CCG/AWS ci fosse il "Brundibár" di Hans Krása, con libretto di Adolf Hoffmeister, opera fondamentale dell'Olocausto, più volte rappresentata nella fortezza lager di Theresienstadt, prima che il suo autore, Hans Krása, e molti piccoli interpreti fossero eliminati ad Auschwitz e altri campi di sterminio nazisti.
Paradossalmente, sono riuscito a trovare la traduzione italiana ma non l'originale ceco.
Grazie per il tuo prezioso aiuto. Se tu trovassi il testo originale, non esitare a contribuirlo direttamente. Poi io potrò aggiungere la traduzione italiana.
Ciao Bernart,
davvero, hai ragione, avrò sbagliato qualcosa nell'inserimento dei link..
Riprovo ancora. Questi sono i primi due dove si trova l'attribuzione della traduzione tedesca:
Ho intanto dato un'occhiata nel web per quanto mi hai chiesto, ma per ora non sono riuscita a trovare il libretto ceco nemmeno io. Ho trovato alcune parti, e poi delle registrazioni su youtube, di cui qualcuna integrale. Ci proverò a ricostruire il testo però mi ci vorrà un po' di tempo.. vedo cosa riesco a fare. Sicuramente sono d'accordo con te che meriterebbe il suo spazio sulle CCG/AWS!
nota: abbiamo rimesso a posto i link nel precedente intervento di Stanislava
d’après la version allemande – Ach, Krieg, Krieg !
d’une chanson populaire tchèque – Ah, Vojna, Vojna ! – Leoš Janáček – 1885
[seconde moitié du 19ième siècle]
Pour chœur d'hommes a cappella, écrit en 1885 par le compositeur tchèque Leoš Janáček (1854-1928), grand ami d'Antonín Dvořák, sur un texte du recueil de poésie populaire de Moravie du Sud, Sušil (1860).
Une chanson qui évoque la guerre dite de Sept Ans, de 1756 à 1763 entre les grandes puissances européennes de l’époque, dont la monarchie des Habsbourg, alors représentée par l’archiduchesse Marie-Thérèse.
La Moravie est restée avec la Bohême comme possession des Habsbourg jusqu’à la fin de la Première Guerre mondiale, c’est la raison du texte en allemand.
Si, il testo pare corretto al confronto con il testo postato sotto il video, dove nella prima parte mancano caratteri polacchi. Nei entrambi casi anche il testo della terza parte e' sprovvisto dei caratteri polacchi, ma e' una canzone popolare in dialetto silesiano e neccesiterebbe una trascrizzione adeguata che io non sono capace fare. Qui sotto metto una fatta da me a orecchio, secondo come viene cantata nel video. Comunque e' tutto relativo visto che la simfonia e' per il soprano e le parole sono trattate come suoni da emmettere, e tutto un vocalizzo, insomma.
Kajze mi sie podzioł
mój synocek miły?
Pewnie go w powstaniu
złe wrogi zabiły.
Wy niedobrzy ludzie,
dlo Boga świętego
cemuście zabili
synocka mojego?
Zodnej jo podpory
juz nie byda miała,
choćbych moje stare
ocy wypłakała.
Choćby z mych łez gorzkich
drugo Odra była,
jesce by synocka
mi nie ozywiła.
Ah, ecco, nella prima parte del originale testo polacco, l'ultimo verso è superfluo. "Lament świętokrzyski" è il nome del "planctus" medievale polacco da cui viene questa strofa.
La terza parte, come ho già scritto è in dialetto slesiano di Opole (Ślůnsko godka)
Il testo viene da una canzone popolare nata durante le Rivolte nella Slesia tra il 1919 e il 1921.
Ho ascoltato i frammenti dell'esecuzione di Beth Gibbons su Spotify e devo dire che se la cava niente male con polacco.
Per lei è forse ancora più difficile che cantare in neapoletano per indimenticabile Anna German :-)
Voilà l’histoire de l’Histoire du Soldat, confiée par deux de ses acteurs : le comédien et chanteur Jean Villard Gilles (voir notamment L’Homme et le Singe) et le musicien et chef d’orchestre, Ernest Ansermet.
Chanson allemande – Eine kleine deutsche Kantate in C major, oder Kleine Freimaurerkantate, K619 – Wolfgang Amadeus Mozart – 1791
Texte : Franz Heinrich Ziegenhagen (1753-1806)
Musique : Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Cantate K 619 pour ténor et pianoforte
La Petite Cantate allemande, également connue sous le nom de Petite Cantate maçonnique, fut composée par Wolfgang Amadeus Mozart en juillet 1791 sur des vers du poète strasbourgeois Franz Heinrich Ziegenhagen (souvenez-vous que Strasbourg était alors une ville allemande de langue et de culture). Ziegenhagen et Mozart lui-même étaient tous deux d’ardents francs-maçons, ou ouvriers de la maçonnerie libérale ; d’une franc-maçonnerie qui avait comme référence précise le socialisme utopique, c’est-à-dire le premier courant du socialisme moderne qui se développa en Europe durant le XVIIIe et le XIXe siècle. Ses origines lointaines se trouvent... (continuer)
PETITE CANTATE ALLEMANDE ou PETITE CANTATE MAÇONNIQUE (continuer)
Quanta invidia ti porto, avara terra,
ch’abbracci quella, cui veder m’è tolto,
e mi contendi l’aria del bel vólto,
dove pace trovai d’ogni mia guerra!
Quanta ne porto al ciel, che chiude e serra,
e sí cupidamente ha in sé raccolto
lo spirto da le belle membra sciolto,
e per altrui sí rado si diserra!
Quanta invidia a quest’anime che ’n sorte
hanno or sua santa e dolce compagnia,
la qual io cercai sempre con tal brama!
Quant’a la dispietata e dura morte,
ch’avendo spento in lei la vita mia,
stassi ne’ suoi begli occhi, e me non chiama!