Dice Riccardo Gullotta che solo io ci ho il grimaldello; ma stavolta, per scassinare questa cassaforte, più che un grimaldello ci voleva Arsenio Lupin.
Seppure, dal punto di vista dell'abbigliamento, io sia un perfetto disastro (felpacce del mercatino, camicie da boscaiolo e giubbe bisunte), per una volta ho indossato volentieri gli eleganti panni del Ladro Gentiluomo; ma anche Arsenio Lupin nulla potrebbe senza il fido Grognard. Nella fattispecie, il fido Grognard si è rivelato tale Arye, che sul Tubo Universale ha inserito tale video, contenente una miniera di informazioni:
Non soltanto una preziosa iconografia, ma anche il nome del compositore (Zusman Segalovitch; si chiamava proprio “Süssman”, “uomo dolce”, come Süss L'Ebreo del vomitevole film di propaganda nazista), i dati discografici di incisione (Melodie 1054 B 1947) e, soprattutto,... (continuer)
Mamma Odessa (continuer)
16/3/2022 - 19:42
@ Riccardo Venturi
Anche se ci hai abituato a imprese filologiche singolari, rimango strabiliato. Sei andato oltre; l’intervento di Grognard può avere accelerato la decrittazione ma il testo yiddish-russo non poteva resistere a Lupin.
Per i ricercatori di filologia yiddish di materia da elaborare attraverso le tue traduzioni e note su questo sito ce n’è tanta. Qualche centro di cultura yiddish dovrebbe attingervi a piene mani sia per le tante canzoni di cui non esiste una traduzione in rete, sia per le note , una bussola indispensabile per il navigante che vuole avventurarsi nel mare yiddish.
Grazie ancora e un caro saluto
Beh, comunque rimane tutto qui, e chi vuole può servirsene liberamente senza nessun copyright o “diritto”, dato che non riconosco alcuna forma di “proprietà”, neppure quella intellettuale. Ma ti ringrazio molto per le tue parole, che sono l'unica forma di ricompensa che accetto davvero volentieri. Ne approfitto, tanto che ci sono, per una nota supplementare. Questo testo è abbastanza singolare anche per una forma davvero arcaica del participio passato del verbo “essere”, zayn (ted. sein). La forma normale, geven, è presente; però si hanno due esempi di gevezn, forma più vicina al tedesco gewesen e che sicuramente rispecchia una fase anteriore dello yiddish. Credo oramai di avere una certa esperienza con tale lingua e con le sue numerose varianti, ma è la prima volta che incontro tali forme (di cui non si fa menzione nei testi e nei manuali in mio possesso, neppure nel vecchio Shlomo Birnbaum viennese del 1918). Grazie ancora, Riccardo, e alla prossima.
Ich habe gehört, viele gute Lieder werden gesungen, (continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 14/3/2022 - 08:42
Rivolgo un cortese invito a Riccardo Venturi per la traduzione di questa e di una prossima canzone yiddish di cui sono disponibili le sole trascrizioni (presumo discoste da Yivo).
Per ora un saluto
Ho cominciato a fare tutto il necessario per questa pagina, un po' come un "cantiere in lento movimento". La trascrizione è fortunatamente ben utilizzabile anche se dev'essere stata fatta da un tedesco: nessun tedesco, neppure il più "yivizzato", rinuncerebbe mai al suo "tz", e del resto tutti dicono "kleTZmer" come fosse Fritz e Klotz. Saluti per ora.
Due parole del traduttore. Dal titolo ho eliminato la specificazione “Burstein”: il titolo si differenzia già da solo dalle altre Odessa Mama perché contiene la vera parola yiddish per “madre, mamma” che è mame (assieme a tate “padre, babbo”, è a titolo di curiosità una delle due sole parole che ancora in yiddish si declinano). Ho riportato il nome di Pesach Burstein anche nella sua vera traslitterazione dallo yiddish, vale a dire Peysekh Burshteyn. In realtà, per tutta la sua carriera Burstein si fece chiamare, in yiddish, col diminutivo del nome: Peysekhke (“Pesach”, come si sa, è il nome della Pasqua ebraica): lo si vede anche nel manifesto riportato da Riccardo Gullotta sotto i dati autoriali. In pratica, si faceva chiamare "Pasqualino".
d’une chanson ukrainienne (en yiddish) – Adessa Mame (1933 ça.) – Pesach Burstein – 1993
Interprétée par The Klezmer Conservatory Band
Album : The Thirteenth Anniversary Album, 1993
et par :
Pesach Burstein
Album : The Mazeltones Odessa, Washington
C’est une chanson yiddish de Pesach Burstein. Les paroles et la musique sont différentes de celles de la chanson éponyme אדעסאַ מאַמאַ de Lebedeff. Toutes deux partagent la nostalgie d’Odessa, ville à la singulière coexistence métatemporelle. Les histoires, comme les crimes contre l’humanité, se reproduisent rarement sous les mêmes formes alors que les paradigmes de la mort se répètent, frappant tôt ou tard à la porte.
Burstein y mentionne la Moldavanka, un quartier d’Odessa habité par des amoureux, des marioles et des voleurs patentés, le quartier historique de la “mala”. Elle doit son nom à la colonie de Moldaves qui s’est installée à proximité... (continuer)
Odessa, 7 marzo 2022
Con l’auspicio che Vladimir il Terribile,la sua armata e l’impresa di pompe funebri Wagner, i marinai russi che stanno rinnegando i loro eroi della Potëmkin, gli strateghi della salvezza dell’occidente in sintonia con il complesso militare-industriale, e le bande di soccorritori accorsi per un tot a cadavere risparmino Odessa e gli inermi.
Bella pagina, Riccardo G., accurata e intensa, come sai comporle.
Ti chiederei, se ti è possibile (così come lo chiedo anche a Riccardo V.), di prenderti(vi) cura anche della pagina su di un'altra Odessa Mama, inserimento risalente al 2014 (anno fatidico, che ha a che fare molto con la guerra di oggi) e rimasto purtroppo senza neppure una traslitterazione.
@B.B.,in mente Odessa
L’unico su questo sito che può produrre delle traduzioni propriamente dette dall’yiddish e dall’ebraico è Riccardo Venturi. Il quale è stato disponibile anche in questa occasione a tradurre al suo noto livello.Grazie a lui.
Io avrei potuto produrre in extremis, copiandole, la trascrizione (senza certezza della conformità a Yivo) e la traduzione inglese.
un salutone
Non mi va di entrare nella polemica intorno a chi dovrebbe risarcire gli ebrei, le vittime dell'olocausto. Fatto sta, che questa canzone ha un autore, Andrzej Włast, e per questo che ne so io, era scritta originalmente in polacco (si vede anche sul poster degli anni trenta posto da te qua sopra). Se poi, stando a YT, sig. Ola Bilińska la ha tradotta in yiddish, fatti suoi.
Riporto qua sotto le parole della canzone, come veniva interpretata da Ewa Demarczyk e aggiungo la versione più recente cantata da Maja Kleszcz.
I testi provvengono dal sito tekstowo.
[[|https://www.youtube.com/watch?v=qrWH-Km2lhc]]
Rebeka
Ujrzałam cię po raz pierwszy w życiu
I serce me w ukryciu
Cicho szepnęło: to jest on!
Nie wiem dlaczego, wszak byłeś obcy,
Są w mieście inni chłopcy.
Ciebie pamiętam z tamtych stron.
Kupiłeś "Ergo" i w mym sklepiku,
Zawsze tak pełnym krzyku
Wszystko ucichło - nawet... (continuer)
Sì, va be', ho sparato una cazzata. Sig. Bilińska ha tradotto in polacco "l'originale testo yiddish" della canzone. Così ho ingarbugliato eccessivamente un discorso già da se abbastanza ingarbuliato.Tanto, la stessa "Bella Ciao" non è forse un'antica canzone yiddish?Però, seconda la zia Wiki, il testo polacco originale di Andrzej Włast
è stato tradotto in yiddish da Robert Stiller, solo negli anni ottanta del secolo scorso.
Ho proposto l’inserimento nel percorso Ponti per dare un contributo simbolico alla reciproca comprensione tra culture che hanno una storica comprensibile difficoltà a confrontarsi e a tollerarsi. In questo senso ho proposto l’immagine iniziale di un noto pittore palestinese e ho incluso l’arabo nelle intestazioni delle traduzioni.
Ci sono diverse altre canzoni in "Le promesse del mondo" che meritano di essere contribuite sulle CCG/AWS... Mi appresto a farlo, trascorsi ormai due anni da questo primo contributo di Dq82.
L'introduzione al brano in questa pagina è tratta integralmente da it.wikipedia, giusto?
Lletra/Lyrics: Miquel Martí i Pol
Música original/Music: Helevorn
Recitat per (en ordre d'aparició)/ Spoken parts by (in order of appearance):
Vassilis Mazaris (grec/Greek)
Diane Camenzuli (maltès/Maltese)
Joan Oliver (castellà/Spanish)
Sara Husein El Ahmed (àrab/Arabic)
Pablo Ferrarese (italià/Italian)
Isabelle Pereira (francès/French)
Élide Terrón & Felip Palou (català/Catalan)
Corin Solo Fogel (hebreu/Hebraic)
- Et deixo un pont de mar blava: traduzione dal catalano di Lorenzo Masetti con l'aiuto di quella di viard su lyrics translate che però contiene varie imprecisioni, non essendo il traduttore madrelingua italiano
- Lentament comença el cant: traduzione dal greco di Riccardo Venturi, dal catalano di Lorenzo Masetti
- note: traduzione delle note in francese di Lorenzo Masetti integrate con parti tratte da wikipedia.
Chanson italienne – Il signor G sul ponte – Giorgio Gaber – 1970
Paroles : Giorgio Gaber – Giuseppe Tarozzi
Musique : Giorgio Gaber
Une insertion, je pense, particulière et un peu controversée ; mais qui n’est pas particulier et controversé ? En tout cas, elle va à la fois dans le sens du nouveau parcours sur le suicide et de l’euthanasie (également particulier et controversé), soit dans celui-ci sur les ponts, tout juste né. M. G, alors qu’il rentre chez lui avant « l’orgie du soir » à 22 heures devant la deuxième chaîne de télévision, passe sur un pont, repense à sa vie d’homme commun, ordinaire et à d’autres choses et a certaines pensées, parmi lesquelles celle de sauter dudit pont. « Mr. G », comme tout le monde le sait ou devrait le savoir, est l’un des jalons du « Teatro Canzone » de Gaber et Luporini. On lit dans Uichipedia :
« L’album est l’enregistrement en direct du spectacle... (continuer)
Just a little correction: My Finnish translation of Preghiera in gennaio was not originally published at Lyricstranslate but much earlier at viadelcampo.com
Juha Rämö 19/5/2020 - 22:43
@ Juha Rämö
Just one question: the song appears to be "translated from the German", but this German translation isn't to be found anywhere. Was it your personal translation of the song into German, or was it taken from a site which has been removed?... I'd like to put the German translation in this page and I need your help... (Thank you)
These German translations as well as those English ones by Dennis Criteser have been essential to me in that they have provided me with a path to the mysterious world of Fabrizio De André. So thanks a lot guys.
Now here's a question to you: My precious book Tutte le canzoni di De André contains a total of 114 songs of which Michi and Herbert Killian have made 117 translations. How is that possible?
I think Michi and Herbert Killian's German translations also include three songs (e.g. this one) (partially) written and/or composed by Fabrizio De André for others (e.g. New Trolls). There are also songs Fabrizio De André didn't write, but which he sung and recorded together with others (e.g. this and this one). A really complete list of (i.e. including collaborations &c.) would include far more than 117 songs: for instance, do you know this (sung in Sardinian with Tazenda)?
"Eines der schönsten Lieder die er je geschrieben hat. Am 27. Janaur 1967 nahm sich Luigi Tenco, Freund von Fabrizio de André und damals recht bekannter Liedermacher, das Leben. Er wird im Laufe seines Lebens noch viele ihm liebe Menschen verlieren, auch durch Selbstmord. Tencos Tod aber geht ihm doch sehr nahe. Er schrieb das Lied am 28. und 29. Januar, es soll ein Stossgebet sein, damit Gott in seinem Himmelreich auch die Seelen der Selbstmörder aufnehmen möge."
Thank you very much for the information. I haven't checked the entire works of Michi and Herbert Killian, but I'm sure that the reason for the discrepancy is the one you mentioned.
One more thing that just occurred to me: The title of my translation should read TAMMIKUUN instead of TAMMIKOUN.