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Parcour Contre le Nucléaire

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Il nucleare lo vogliamo no!

Il nucleare lo vogliamo no!
Dato che non esiste una pagina su Le tre bandiere, faccio un commento qui.

Di questo canto si ascoltava anche una versione che, in polemica con socialisti, socialdemocratici, riformisti, etc., tra la seconda e la terza strofa della versione originale (tra la bandiera bianca e la rossa) inseriva una bandiera rosa, così:

Bandiera rosa la vogliamo: No!
Perchè è il simbolo di chi riposa
Bandiera rosa la vogliamo: No!

Infine, a me è capitato di ascoltare, nel corso degli anni Ottanta/primi Novanta, e in almeno due o tre distinte occasioni, una settaria strofa anti-Verdi (i Verdi del "Sole che ride"), cantata da militanti/funzionari del PCI/Rifondazione:

Bandiera verde la vogliamo: No!
Perchè è il simbolo di quattro merde
Bandiera verde la vogliamo: No!

In anni più recenti, la versione con la bandiera verde verrà usata - più appropriatamente - contro la Lega di Bossi.
L.L. 8/5/2015 - 14:38
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Au bord de la rivière

Au bord de la rivière
[1977]
Parole e musica di Michel Bühler
Nell’album intitolato “Ici”
De bon matin je suis allé
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/11/2014 - 14:59
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Verbrannte Erde in Deutschland

Verbrannte Erde in Deutschland
[1965]
Parole di Fasia Jansen e Gerd Semmer (1919-1967), poeta, giornalista e traduttore, considerato il “padre della canzone di protesta tedesca”
Musica di Fasia Jansen

Una delle canzoni più celebri del movimento pacifista e antimilitarista tedesco degli anni 60.
L’annuale Ostermarsch, Marcia di Pasqua, è dal 1964 un appuntamento fisso del movimento.
La canzone è presente, interpretata dalla stessa Fasia Jansen e i Fratelli Konrads (?), nel disco compilativo “Il Canzoniere Internazionale dei Ribelli - International Songbook Of Revolutionary Songs” edito in Italia nel 1972 per i tipi de I Dischi Dello Zodiaco.
Feuer! Vorsicht, man legt Feuer –
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/10/2014 - 09:55
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もんじゅ / Monju

もんじゅ / Monju
[1995]
Nell’album intitolato “Who Can Save The World?” di questo musicista e attivista anti-nucleare nippo-coreano.
Testo trovato su (Japanese) Protest Songs (in japanese)

La centrale nucleare di Monju si trova presso Tsuruga nella Prefettura di Fukui, sulle coste del Mar del Giappone.

Inaugurata nel 1995, fu subito chiusa a causa di una fuga di sodio radioattivo dal circuito primario. Da allora la centrale di Monju è stata sottoposta a continui controlli e adeguamenti ma, benchè il riavvio sia stato annunciato a più riprese a partire dal 2000, continua a restare chiusa, sia perché ancora nel 2012 e nel 2013 si sono verificati diversi malfunzionamenti, sia anche perché nel 2013 i sismologi hanno annunciato che nell’area di Tsuruga esiste il grosso rischio di un terremoto devastante, di 7.4° o superiore…
Vi immaginate i rischi e i costi che centrali come quella di Monju hanno avuto e continuano ad avere per la collettività?
モンジュをモンジュをモンジュを止めよう
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 22/9/2014 - 11:44

原発小唄 / Genpatsu kouta

原発小唄 / Genpatsu kouta
[1986]
Questa “Canzoncina della centrale nucleare” fu scritta all’indomani del disastro di Černobyl' da questo importante esponente della scena folk rock giapponese degli anni 70, attivo fin dal 1967.
Testo trovato su (Japanese) Protest Songs (in japanese)
みなさん御存知でしょうか
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 22/9/2014 - 11:42
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原発さえなければ / Genpatsu sae nakereba

原発さえなければ / Genpatsu sae nakereba
[2011]
Autore: Mika Hashimoto & Seifuku Kojo Iinkai (SKI, School Uniform Improvement Committee)
Lato B (se così si può dire oggigiorno) del singolo ダッ!ダッ!脱・原発の歌 (Da! Da! Datsu Genpatsu no Uta)
Testo trovato su (Japanese) Protest Songs (in japanese)

Ancora una canzone dal Giappone “post-post-atomico”, intendo dire quello del dopo Hiroshima-dopo Fukushima…
Non ho ancora trovato una traduzione ma credo che il titolo sia abbastanza esplicito significando, almeno approssimatamente, “Se solo non ci fossero le centrali nucleari”… E credo per giunta che si riferisca al contenuto di un breve messaggio lasciato scritto su una lavagna da un contadino di Fukushima prima di suicidarsi…
Uhoo Uhoo Uhoo Uho Uhoo Uho Uhoo Uhoo
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/9/2014 - 15:06
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なに言ってんだー (Love Me Tender)

なに言ってんだー (Love Me Tender)
[1988]
Parole di 忌野 清志郎 / Kiyoshiro Imawano (1951-2009), figura di primo piano del rock giapponese.
Sulla melodia di “Love Me Tender”, scritta nel 1956 da Elvis Presley e Ken Darby (sotto lo pseudonimo di Vera Matson)
Nell’album intitolato “Covers”
Testo trovato su Japanese Protest Songs

A due anni dal disastro di Černobyl', la mitica “Love Me Tender” di Elvis venne trasformata da Kiyoshiro Imawano in un’invettiva anti-nucleare: “I don't need radiation / I just wanna drink milk.”
La Toshiba, che produceva gli RC Succession del rocker giapponese, si rifiutò di pubblicare il disco e Imawano se lo produsse da solo con una casa discografica fittizia, la Kitty Records.
何言ってんだー、ふざけんじゃねー
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/9/2014 - 10:32
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Apeman

Apeman
[1970]
Scritta da Ray Davies
Nell’album intitolato “Lola versus Powerman and the Moneygoround, Part One”
I think I'm sophisticated 'cause I'm living my life
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/8/2014 - 13:42
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I'm Not Afraid of Life

I'm Not Afraid of Life
Dopo Joey (2001), Dee Dee (2002) e Johnny (2004), l'11 luglio scorso è morto anche Tommy Ramone, ultimo membro della formazione originaria dei Ramones.

Tommy Ramone era stato batterista (dal 74 al 78, poi sostituito da Marky Ramone) e produttore della band.
Aveva scritto pezzi immortali come "I Wanna Be Your Boyfriend" e "Blitzkrieg Bop"...

Il suo vero nome era Thomas Erdelyi o, meglio, Erdélyi Tamás. Era ungherese, ebreo, figlio di genitori scampati all'Olocausto perchè nascosti dai vicini... Molti suoi familiari invece furono vittime dei nazisti...

R.I.P. Tommy Ramone
Bernart Bartleby 20/7/2014 - 21:07

Atomgedicht 57

Atomgedicht 57
[1957]
Parole di Gerd Semmer (1919-1967), poeta, giornalista e traduttore tedesco, considerato il “padre della canzone di protesta tedesca”.
Musica di Dieter Süverkrüp (1934-), importante cantautore tedesco, nonché cabarettista e artista grafico, con cui Gerd Semmer collaborò fino alla sua prematura scomparsa.

Una canzone scritta in solidarietà ai cosiddetti “18 di Gottinga” (“Göttinger Achtzehn”), diciotto importanti fisici nucleari tedeschi - tra i quali Max Born, Otto Hahn, Werner Heisenberg, Max von Laue e Wolfgang Pauli, tutti premi Nobel - che nel 1957, pubblicando il loro famoso manifesto, si opposero al progetto del Cancelliere Konrad Adenauer e del ministro della difesa Franz-Josef Strauss di dotare l'esercito della Germania Ovest di armi nucleari tattiche.

Vorrei ricordare che tra i “Göttinger Achtzehn” ci furono anche scienziati che erano stati pienamente attivi durante il... (continuer)
Achtzehn Professoren durchbrachen
(continuer)
4/4/2014 - 13:11
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Der Zug Nach Aldermaston

Der Zug Nach Aldermaston
[primi anni 60’]
Parole di Fasia Jansen e Heinz Kahlau (1931-2012), autore e sceneggiatore tedesco.
Musica di Fasia Jansen.
Nel disco intitolato “Los, Kommt Mit - Ostermarsch-Lieder An Der Abschussrampe”, prodotto nel 1980 dal Komitee Für Frieden Und Abrüstung Und Zusammenarbeit (KOFAZ), organizzazione del movimento pacifista tedesco.

Una canzone che racconta delle grandi marce di protesta pacifiste e antinucleari che si tennero ad Aldermaston, sede dell’Atomic Weapons Establishment (AWE) britannico, tra il 1958 ed il 1964, alle quali evidentemente parteciparono anche delegazioni tedesche.


L’interprete, Fasia Jansen, era la figlia illegittima di un console liberiano e di una cameriera tedesca. Cresciuta ad Amburgo in pieno nazismo, Fasia subì inevitabilmente il razzismo riservato a tutti i non-ariani. Lei, che avrebbe voluto diventare una ballerina, ad 11 anni fu costretta al servizio... (continuer)
Zwölftausend sind zu Osterzeit in London aufgebrochen
(continuer)
4/4/2014 - 10:37
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Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt

Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt
[1956]
Versi di Wolfgang Weyrauch (1904-1980), scrittore, giornalista e attore tedesco (nella sua produzione usò spesso lo pseudonimo di Joseph Scherer). Il titolo originale della poesia è
“Gesang, um nicht zu sterben”, che è anche il titolo della raccolta pubblicata nel 1956.
(Tra parentesi le strofe che Fasia Jansen non canta)

Musica di Fasia Jansen, presente nella raccolta “Die Burg Waldeck Festivals 1964 – 1969”, dedicata ai grandi festival musicali all’aperto che si tennero negli anni 60 nell’Hunsrück, una regione al confine sud orientale tedesco. Vi parteciparono importanti artisti tedeschi e non solo, come Reinhard Mey e Hannes Wader, Odetta, Phil Ochs e Guy Carawan.

Una canzone contro la minaccia dell’Olocausto nucleare…
Gesang, in Augenblicken
(continuer)
4/4/2014 - 10:19
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Asì casca la basca

Asì casca la basca
1998
Salve
Nuclear y policial
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 2/3/2014 - 15:56
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Atome sweet atome

Atome sweet atome
ATOMO DOLCE ATOMO
(continuer)
envoyé par Flavio Poltronieri 16/2/2014 - 23:01
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Atomic Twist

Atomic Twist
[2013]
Il brano che apre l’album intitolato “Septième ciel”

Tchernobyl e Fukushima sappiamo tutti cosa sono o, meglio, cosa sono stati...
Nell’ultima strofa si fa riferimento all’impianto nucleare di Fessenheim nell’Alto Reno alsaziano, luogo di almeno 4 incidenti negli ultimi anni, di cui il più grave nel 2012, quando 8 operai rimasero feriti dalle emissioni di vapori di perossido d’idrogeno… “Meru Howa” invece non corrisiponde al nome di nessun impianto nucleare né in Giappone, né in Corea, né in Cina, né in Taiwan e nemmeno in India, e quindi non so dire…
Twist twist
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby, 8/1/2014 - 10:25
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Canzone per Vladimir Pravik

Canzone per Vladimir Pravik
La notte del 26 aprile 1986, come da fatti noti, il reattore numero 4 esplode e rilascia nell'atmosfera particelle e gas altamente radioattivi. Immediati sono i soccorsi che giungono da Vladimir Pravik e dalla sua squadra. Lui e i sui compagni tentano di domare l'incendio ma vengono rapidamente colti da nausea e vomito, i primi sintomi di avvelenamento radioattivo.

In un primo momento i pompieri e gli impiegati della centrale vengono inviati all'ospedale di Pripiat. La loro pelle era annerita a causa delle intense radiazioni a cui erano stati sottoposti. Solamente più tardi vengono trasferiti all'ospedale numero 6 di Mosca.

Vladimir Pravik arriva all'ospedale durante il periodo di latenza di questa malattia delle radiazioni. Il suo stato di salute peggiora rapidamente. La sua morte è stata decisamente atroce; le radiazioni lo hanno consumato dall'interno, si potrebbe quasi dire che si è... (continuer)
Bernart Bartleby, "The Copypaster" 8/1/2014 - 10:19




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