a cura di Lorenzo Masetti, webmaster del sito Canzoni contro la guerra www.antiwarsongs.org Viaggio a Itaca prende il nome dalla famosa poesia di Kavafis nella quale il viaggio era la metafora della vita.
Un podcast che vi porterà a salpare in lungo e in largo sull’oceano delle canzoni, entrando in porti sconosciuti...
Ogni puntata presenta canzoni legate da un filo conduttore, che può essere un particolare avvenimento storico o un argomento più generale, con un occhio di riguardo alle canzoni impegnate ma senza trascurare la qualità della musica
OUT h 18:00 la prima puntata NEXT STOP IS VIETNAM - le canzoni che hanno provato a fermare la guerra del Vietnam
Disponibile su Spotify, Spreaker, YouTube, Amazon Music, Audible e sul sito www.radiosankara.it
1/5/2024 - 14:50
Next Stop is Vietnam
un podcast su Radio Sankara a cura di Lorenzo Masetti
“Un due tre, si combatte ma per che? Non chiederlo a me, m’importa un corno, prossima fermata: Vietnam.” Così cantavano Country Joe and the Fish a Woodstock nel 1969. In questa puntata parleremo delle canzoni contro la guerra in Vietnam, di cosa ascoltavano i soldati mandati a combattere laggiù e faremo anche un salto in Italia.
È possibile dichiarare dal basso la fine di una guerra, fermare una guerra con la forza della poesia e della musica? Il grande folksinger Phil Ochs pensava di sì. Racconteremo anche la sua storia.
Viaggio a Itaca - Next Stop is Vietnam Le canzoni che hanno provato a fermare la guerra nel Vietnam. “Un due tre, si combatte ma per che? Non chiederlo a me, m’importa un corno, prossima fermata:
Spotify:
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La versione registrata nel 1972 dai Covered Wagon Musicians
1972 Version recorded by Covered Wagon Musicians
Come detto (v. introduzione), la versione registrata nel 1972 dai Covered Wagon Musicians ed inserita nell’album We Say No To War! è quella con cui la canzone (o meglio, la poesia recitata dal serg. John Boychuk con sottofondo musicale di chitarra) inizia la sua vera storia di canzone contro la guerra. E’ senz’altro basata sul testo portato alla base americana di Mountain Home dal serg. Mike Elliot, ma rispetto a questo è più breve: alcune strofe sono state eliminate, ed altre disposte in modo differente (anche con lievi variazioni testuali). E’ questa versione che viene diffusa in tutto il mondo come messaggio contro la guerra in Vietnam (ad esempio, il testo sopra riprodotto proviene dalla rivista Equality, pubblicata dal 1965 al 1974 e destinata alle forze americane e NATO in Europa;... (continuer)
Due parole del traduttore. Questo sito ospita una massa di canzoni che non sono mai state tradotte; canzoni che, quasi sempre, stanno nel sito da tempo immemore. Questa qui, addirittura dal 2008, cioè da sedici anni, quando “BB” (o Bernart Bartleby) era ancora qua col suo vero nome, Alessandro, e prima di passare per tutta una serie di nicknames. Sebbene sia “latitante” oramai da tempo, sono convinto che “BB” ci dia ancora un’occhiata, magari ogni tanto -a meno che non sia morto senza nemmeno dircelo, nel qual caso gli faccio le mie condoglianze augurandogli ovviamente di risorgere. I contributi che Alessandro / BB (ecc.) ha fatto a questo sito sono tanti e, quasi sempre, veramente preziosi. Purtroppo non sempre siamo stati all’altezza, io per primo. Ci avremmo dovuto pensare prima, e invece eccoci qui dopo che è passato un periodo in cui un bambino nato... (continuer)
Thank you so much! As of today we hear chants like 'Hey hey, Joe Biden what you say, how many kids did you kill today' and with Netanyahu's name of course. But little did I know these stemmed from chants from the early seventies when they were sung to protest Lyndon B. Johnson's or the US war against the Vietnamese people. History repeats!
Risalgono a tre anni fa le grandi proteste dei contadini indiani contro le liberalizzazioni dei mercati (volute dal governo di Narendra Modi, ufficialmente per “modernizzare” il Paese) e per ottenere prezzi minimi garantiti (almeno per alcuni prodotto agricoli).
Ora forse ci risiamo. Sentendosi traditi dal governo, a decine di migliaia da tutta l’India (ma soprattutto dagli Stati del Nord) sono di nuovo in marcia verso la capitale. Chiedendo anche il condono dei prestiti, per molte piccole aziende una questione di vita o di morte.
La marcia dei contadini, denominata “Delhi Chalo” (Andiamo a Delhi) ha preso il via il 13 febbraio. Oltre che da trattori, il lungo convoglio è formato da camion e carri riempiti di provviste e di materiale per bivaccare (evidente l’intenzione di far durare la protesta a lungo).
Caduti nel vuoto i tentativi di negoziati, intorno... (continuer)
Un discorso di David Harris (1946-2023) che compare nell'album di Joan Baez del 1971 Carry It On, che era la colonna sonora del documentario dallo stesso titolo. Il documentario è incentrato sulla protesta e l'incarcerazione dell'allora marito di Joan Baez.
Trattandosi di un discorso e non di una canzone, non lo inseriamo come canzone autonoma.
Album: Rise & Shine