Auteur Beyle Shekhter-Gotesman [Bella Schaechter-Gottesman] / בײלע שעכטער - גאָטעסמאַן
געװען אַמאָל איז אַ שטעטל
עװען אַמאָל איז אַ שטעטל
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envoyé par Bartleby + CCG/AWS Staff 7/3/2011 - 10:27
Traduzione inglese dal programma 2007 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.
ONCE THERE WAS A TOWN
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envoyé par Bartleby 7/3/2011 - 10:28
Il testo originale in trascrizione [con note esplicative di Bernart (ex Bartleby)]
GEVEN AMOL IZ A SHTETL
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envoyé par Bartleby 30/5/2013 - 16:02
Перевод с идиша: Александр Гершон Бен-Юваль Мура
КОГДА-ТО ТУТ БЫЛО МЕСТЕЧКО
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envoyé par Riccardo Venturi 30/5/2013 - 16:14
30 maggio 2013
C'ERA UNA VOLTA UNO SHTETL
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Una tranquilla cittadina
di Riccardo Venturi
La foto mostra uno shtetl dell'Europa orientale colto in una bella giornata qualsiasi, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Nell'Europa orientale (Ucraina, Polonia, Romania, impero Russo...) lo shtetl era il cuore della vita ebraica; il nome, propriamente, è il diminutivo dello yiddish shtot (città), ma uno shtetl era qualcosa di diverso sia da una città o cittadina, sia da un paese o villaggio. Spesso e volentieri, gli shtetlekh (forma plurale) erano vere e proprie "nazioni separate" all'interno di una città o di un paese; gli ebrei vi conducevano una vita del tutto diversa da quella dei non ebrei che vivevano nello stesso luogo; in pratica, ebrei e gentili potevano avere a che fare gli uni con gli altri solo per qualche incombenza quotidiana.
Frequente era il caso di città o cittadine divise precisamente a metà. La cittadina raffigurata nella... (continuer)
di Riccardo Venturi
La foto mostra uno shtetl dell'Europa orientale colto in una bella giornata qualsiasi, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Nell'Europa orientale (Ucraina, Polonia, Romania, impero Russo...) lo shtetl era il cuore della vita ebraica; il nome, propriamente, è il diminutivo dello yiddish shtot (città), ma uno shtetl era qualcosa di diverso sia da una città o cittadina, sia da un paese o villaggio. Spesso e volentieri, gli shtetlekh (forma plurale) erano vere e proprie "nazioni separate" all'interno di una città o di un paese; gli ebrei vi conducevano una vita del tutto diversa da quella dei non ebrei che vivevano nello stesso luogo; in pratica, ebrei e gentili potevano avere a che fare gli uni con gli altri solo per qualche incombenza quotidiana.
Frequente era il caso di città o cittadine divise precisamente a metà. La cittadina raffigurata nella... (continuer)
Zvinetshke
Si chiedeva Bernart/Bartleby (ecc.) dove mai fosse lo shtetl di Zvinetshke nominato in questa canzone, e me lo sono chiesto anch'io. Per puro caso, su Yiddish Song of the Week, un blog di cui parecchio avremo a riparlare in futuro, ho trovato interessanti notizie su di esso.
Si trova in Ucraina, e più precisamente in Bukovina, sul fiume Dnjestr (nominato anche nella canzone). Da questa pagina del sunnominato blog, si viene anche a sapere che lo shtetl ha fatto a lungo parte dell'Impero Austroungarico; e che, fatto importante ai fini della canzone, a Zvinesthke (o Zvinyetshke) è nata Lifshe Shaechter-Widman, cantante e poetessa anch'essa nonché madre dell'autrice di questa canzone, Bella Schaechter-Gottesman.
La canzone quindi parla dello shtetl dov'era nata la madre dell'autrice, spazzato via come tutti gli altri dalla barbarie nazista a partire dal 1941. Oggi esiste ancora, ma è un tranquillo villaggio ucraino; esattamente come descritto nella canzone.
Si chiedeva Bernart/Bartleby (ecc.) dove mai fosse lo shtetl di Zvinetshke nominato in questa canzone, e me lo sono chiesto anch'io. Per puro caso, su Yiddish Song of the Week, un blog di cui parecchio avremo a riparlare in futuro, ho trovato interessanti notizie su di esso.
Si trova in Ucraina, e più precisamente in Bukovina, sul fiume Dnjestr (nominato anche nella canzone). Da questa pagina del sunnominato blog, si viene anche a sapere che lo shtetl ha fatto a lungo parte dell'Impero Austroungarico; e che, fatto importante ai fini della canzone, a Zvinesthke (o Zvinyetshke) è nata Lifshe Shaechter-Widman, cantante e poetessa anch'essa nonché madre dell'autrice di questa canzone, Bella Schaechter-Gottesman.
La canzone quindi parla dello shtetl dov'era nata la madre dell'autrice, spazzato via come tutti gli altri dalla barbarie nazista a partire dal 1941. Oggi esiste ancora, ma è un tranquillo villaggio ucraino; esattamente come descritto nella canzone.
Riccardo Venturi 31/5/2013 - 00:17
C'ERA UN TEMPO UNO SHTETL
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נײַן חבֿרטע מינציע
Mayn khaverte Mintsye
Parole e musica di Beyle Schaechter-Gottesman
Testo trovato su “Life in the Ghetto - The Personal Story of Gizella Abramson”
Il testo in caratteri ebraici è stato ricostruito a partire dalla traslitterazione.
Non so quando l’autrice abbia scritto questa canzone, di certo dopo la fine della guerra…
Il racconto si svolge tra gli anni 20 e i 40 a Černivci (Czernowitz in tedesco, Cernăuţi in romeno) – oggi in Ucraina, allora in Romania – dove la famiglia della Schaechter-Gottesman si trasferì che lei era piccola.
Quella che già all’epoca era una città multietnica, multiculturale e multilinguistica, soprannominata non a caso “Piccola Vienna”, dove la piccola Beyle e la sua amica Mintsye potevano parlare yiddish, romeno, tedesco e ucraino e imparare il francese ed il latino a scuola, allo scoppio della guerra divenne territorio conteso tra sovietici e forze dell’Asse.... (continuer)
Parole e musica di Beyle Schaechter-Gottesman
Testo trovato su “Life in the Ghetto - The Personal Story of Gizella Abramson”
Il testo in caratteri ebraici è stato ricostruito a partire dalla traslitterazione.
Non so quando l’autrice abbia scritto questa canzone, di certo dopo la fine della guerra…
Il racconto si svolge tra gli anni 20 e i 40 a Černivci (Czernowitz in tedesco, Cernăuţi in romeno) – oggi in Ucraina, allora in Romania – dove la famiglia della Schaechter-Gottesman si trasferì che lei era piccola.
Quella che già all’epoca era una città multietnica, multiculturale e multilinguistica, soprannominata non a caso “Piccola Vienna”, dove la piccola Beyle e la sua amica Mintsye potevano parlare yiddish, romeno, tedesco e ucraino e imparare il francese ed il latino a scuola, allo scoppio della guerra divenne territorio conteso tra sovietici e forze dell’Asse.... (continuer)
װען כ'ברעך דורך די טירן פֿון אָרט און צײַט,
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envoyé par Bartleby + CCG/AWS Staff 31/1/2011 - 15:46
Procedendo, mi accorgo di vecchie domande e questioni che erano sorte a proposito delle canzoni, e delle quali non m'ero accorto. Chissà quante ce ne sono ancora in sospeso...comunque, prima o poi ci si va a cascare. Qui, ad esempio, Bernart/Bartleby si chiedeva qualcosa a proposito della parola שטײנגאַס [shteyngas]. Come controprova che lo yiddish...non lo respinge affatto, contrariamente a quanto crede, ci aveva visto giusto: si tratta infatti di una "strada acciottolata". Nessun "isolato" o "quartiere", insomma, ma una di quelle strade lastricate coi ciottoli rotondi che sono tipiche del Nordeuropa e che distruggono i culi dei ciclisti come il pavé della Parigi-Roubaix. Inutile dire che corrisponde perfettamente al tedesco "Steingasse".
Riccardo Venturi 31/5/2013 - 11:45
La trascrizione in caratteri latini.
MAYN KHAVERTE MINTSYE
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envoyé par Bartleby 31/5/2013 - 12:55
La canzone potrebbe essere molto recente; Bella Schaechter-Gottesman è ancora viva e lotta insieme a noi, a quasi novantatré anni di età, e assieme a poesie e canzoni insegna ancora lo yiddish ai newyorkesi (New York, attualmente, è la città dove esistono più parlanti di yiddish al mondo e dove si pubblicano tutti e tre gli unici quotidiani rimasti in quella lingua) e scrive anche degli ottimi corsi per impararla. Ad ogni modo, Mayn khaverte Mintsye è stata cantata e registrata nel 2006 dalla cantante jazz e kletzmer canadese Theresa Tova intitolato Ask Me Why - Tova sings Beyle:
Fatto curioso, "Tova" significa "buona" in ebraico; come se fosse che Buona canta Bella!
Una nota linguistica. In questa canzone, khaverte significa chiaramente "amica"; ma la parola, col suo maschile khaver, ha in yiddish un uso assolutamente unico del quale vale la pena parlare un attimo. E' di origine ebraica... (continuer)
Fatto curioso, "Tova" significa "buona" in ebraico; come se fosse che Buona canta Bella!
Una nota linguistica. In questa canzone, khaverte significa chiaramente "amica"; ma la parola, col suo maschile khaver, ha in yiddish un uso assolutamente unico del quale vale la pena parlare un attimo. E' di origine ebraica... (continuer)
Riccardo Venturi 31/5/2013 - 13:13
31 maggio 2013
MINTSYE, AMICA MIA
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- Chansons reliées
Testo e musica di Beyle Schaechter-Gottesman, autrice anche di נײַן חבֿרטע מינציע, canzone molto simile alla presente.
Testo trovato sul programma 2007 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.
Nota. In questo caso, il testo yiddish originale in alfabeto ebraico è stato reperito da questa pagina di tapuz.co.il
“Shtetl”, diminutivo di “shtot”, significa “piccola città” e in yiddish indica le cittadine con popolazione a stragrande maggioranza ebraica molto comuni nell’Europa centrale ed orientale prima dell’Olocausto. Nel 1945 la quasi totalità degli shtetlekh era scomparsa. Nella cultura ebraica “Shtetl” è rimasto come termine metaforico, evocativo, nostalgico, con cui si sintetizza la memoria del modo di vita tradizionale di quelle antiche comunità ebraiche spazzate via in qualche anno dalla furia nazista…