El cuarto poder
Yo iba mirando la enciclopedia
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envoyé par Bernart Bartleby 26/9/2017 - 21:58
¡Ay Democracia!
[2010]
Parole e musica di Javier Krahe
Nell’album intitolato “Toser y cantar”
Non so se Francisco Franco amasse mangiare – come racconta Krahe nella terza strofa di questa sua canzone - il cervello impanato di delfino e perché, forse nell’intento di acquisire l’intelligenza che a lui mancava… Franco – è risaputo – era un credulone ed un superstizioso e, quanto ai poveri delfini, è storicamente documentato che nell’immediato secondo dopoguerra, quando la Spagna franchista restò isolata dall’embargo europeo e immiserita dal “fascismo agrario” e dall’autarchia, il dittatore incoraggiò un progetto che il governatore di Malaga aveva studiato per far fronte alla grave crisi alimentare: nutrire il popolo con il pane di farina di pesce e con la carne di delfino… Per fortuna arrivarono prima gli aiuti della Croce Rossa, ma questo non impedì allo stolto caudillo di chiamare a sé come... (continuer)
Parole e musica di Javier Krahe
Nell’album intitolato “Toser y cantar”
Non so se Francisco Franco amasse mangiare – come racconta Krahe nella terza strofa di questa sua canzone - il cervello impanato di delfino e perché, forse nell’intento di acquisire l’intelligenza che a lui mancava… Franco – è risaputo – era un credulone ed un superstizioso e, quanto ai poveri delfini, è storicamente documentato che nell’immediato secondo dopoguerra, quando la Spagna franchista restò isolata dall’embargo europeo e immiserita dal “fascismo agrario” e dall’autarchia, il dittatore incoraggiò un progetto che il governatore di Malaga aveva studiato per far fronte alla grave crisi alimentare: nutrire il popolo con il pane di farina di pesce e con la carne di delfino… Per fortuna arrivarono prima gli aiuti della Croce Rossa, ma questo non impedì allo stolto caudillo di chiamare a sé come... (continuer)
Me gustas, Democracia, porque estás como ausente
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envoyé par Bernart 6/11/2013 - 14:38
Casida del llanto
[prima metà degli anni 30]
Versi di Federico Garcia Lorca, dalla raccolta poetica intitolata “Diván del Tamarit”, un progetto iniziato fin dai primi anni 20 ma di cui il poeta non vide la luce, ammazzato dai fascisti il 19 agosto del 1936. L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1940 a Buenos Aires.
Musica di Carlos Cano, dal disco intitolato come la raccolta di Lorca, pubblicato nel 1998, nel centenario della nascita del poeta. Con la collaborazione di Leo Brouwer, della Orquesta Filarmónica de Londres, della corale basca Orfeón Donostiarra, di Fernando Bellver, Mario Hernández, Javier Krahe, Paco Ibáñez, Luis Pastor, José Antonio Labordeta e Santiago Auserón.
“… Ningún hombre verdadero cree ya en esta zarandaja del arte puro. En este momento dramático del mundo, el artista debe llorar y reír con su pueblo. Hay que dejar el ramo de azucenas y meterse en el fango hasta... (continuer)
Versi di Federico Garcia Lorca, dalla raccolta poetica intitolata “Diván del Tamarit”, un progetto iniziato fin dai primi anni 20 ma di cui il poeta non vide la luce, ammazzato dai fascisti il 19 agosto del 1936. L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1940 a Buenos Aires.
Musica di Carlos Cano, dal disco intitolato come la raccolta di Lorca, pubblicato nel 1998, nel centenario della nascita del poeta. Con la collaborazione di Leo Brouwer, della Orquesta Filarmónica de Londres, della corale basca Orfeón Donostiarra, di Fernando Bellver, Mario Hernández, Javier Krahe, Paco Ibáñez, Luis Pastor, José Antonio Labordeta e Santiago Auserón.
“… Ningún hombre verdadero cree ya en esta zarandaja del arte puro. En este momento dramático del mundo, el artista debe llorar y reír con su pueblo. Hay que dejar el ramo de azucenas y meterse en el fango hasta... (continuer)
He cerrado mi balcón
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envoyé par Bernart 4/6/2013 - 17:29
Eros y la civilización
[2006]
Album:Cinturon negro de Karaoke
Album:Cinturon negro de Karaoke
Aunque he sentido al verte
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envoyé par adriana 27/11/2010 - 08:57
Adivina, adivinanza
Disco: La Mandrágora (1981)
(con Javier Krahe e Alberto Pérez)
Una canzone al vetriolo sulla morte del generale Franco, scomparso il 20 novembre 1975 dopo una lunghissima agonia. Una canzone che ha bisogno purtroppo di qualche quintale di note, per essere compresa almeno un po’ nella sua dirompenza. Vi sfilano, uno dietro l’altro, tutti i personaggi della guerra civile, del regime franchista , ivi compresi i suoi miti e quelli della « Hispanidad » (Manolete, Sant’Isidoro, il Cid…), in una parata di fantasmi…
Grazie a Sergio Gayol del newsgroup it.fan.musica.guccini per avermela segnalata, o meglio ricordata.
(con Javier Krahe e Alberto Pérez)
Una canzone al vetriolo sulla morte del generale Franco, scomparso il 20 novembre 1975 dopo una lunghissima agonia. Una canzone che ha bisogno purtroppo di qualche quintale di note, per essere compresa almeno un po’ nella sua dirompenza. Vi sfilano, uno dietro l’altro, tutti i personaggi della guerra civile, del regime franchista , ivi compresi i suoi miti e quelli della « Hispanidad » (Manolete, Sant’Isidoro, il Cid…), in una parata di fantasmi…
Grazie a Sergio Gayol del newsgroup it.fan.musica.guccini per avermela segnalata, o meglio ricordata.
Mil años tardó en morirse,
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envoyé par Riccardo Venturi 14/12/2005 - 00:45
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Una canzone inedita cantata da lui stesso a cappella nel corso di una puntata de “La Clave”, un programma giornalistico condotto da José Luis Balbín andato in onda sulla TV nazionale spagnola a partire dai primissimi anni della “transizione democratica”, quando il cadavere del Caudillo era ancora caldo. Nel corso di quella puntata in studio con Ferlosio c'erano anche José Antonio Labordeta, Carlos Cano e Javier Krahe.
Una canzone su una delle differenze sostanziali tra dittatura e democrazia, la separazione dei poteri, e sulla constatazione che per fortuna, anche sotto la dittatura, c'è sempre chi ha coraggio di esprimere il proprio dissenso e la protesta. Non certo attraverso la TV, che viene facilmente controllata dai potenti di turno per via della tecnologia e degli investimenti necessari al suo funzionamento, ma attraverso certa stampa e certa radio (e oggi certe presenze nel Web), voci che mai possono essere spente del tutto.