James Raeburn
anonyme
My name is James Raeburn. In Glasgow I was born,
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envoyé par Bernart Bartleby 30/1/2018 - 17:06
The Wars O' Germany
[1822]
Lyrics by William Motherwell
Testo di William Motherwell
Dall'album "Leaving St.Kilda" (1996)
From the LP "Leaving St. Kilda" (1996)
Testo ripreso da
Lyrics available at
Celtic Lyrics Corner
Lyrics by William Motherwell
Testo di William Motherwell
Dall'album "Leaving St.Kilda" (1996)
From the LP "Leaving St. Kilda" (1996)
Testo ripreso da
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Pur essendo stata scritta da William Motherwell (il grande antiquario e giornalista scozzese che fu tra le principali fonti per Francis James Child con le sue raccolte di ballate tradizionali) nel 1822, The Wars O'Germany fu conosciuta soltanto nel 1862, quando fu inclusa da Robert Chambers in The Songs of Scotland Prior to Burns. La canzone sembra riandare al tempo della Guerra dei Sette Anni (che in realtà ne durò nove, dal 1754 al 1763), la quale vide le truppe britanniche impegnate perlopiù in territorio tedesco.
Wae be tae the orders that mairched my love awa'
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envoyé par Riccardo Venturi 24/6/2005 - 23:27
Da un post di Riccardo Venturi sul newsgroup it.fan.musica.guccini del 20 maggio 2005
Luglio 1982. Pochi giorni dopo la vittoria dell'Italia al "mundial" spagnolo. A Firenze, in piazza Santa Croce, il Comune organizza una serie di concerti in piazza di quella che ancora non si chiamava spesso "musica etnica": quattro gruppi di ragazzotti da varie parti del mondo, coi loro strumenti, da varie parti del mondo. Un gruppo dal Senegal, o da qualche altro paese africano che non ricordo; un altro
dalla Bolivia; un altro ancora dal Messico e l'ultimo dalla Scozia. Si chiamano "Tannahill Weavers". Sembra che, poi, siano diventati piuttosto famosi. Almeno dalle loro parti.
Arrivano in piazza con gli strumenti, il palco è già montato e sono accompagnati da un congruo numero di bottiglie d'ogni cosa (tranne acqua, bleah; che orrore solo a nominarla). Del tutto casualmente, il qui presente, quasi diciannovenne,... (continuer)
Luglio 1982. Pochi giorni dopo la vittoria dell'Italia al "mundial" spagnolo. A Firenze, in piazza Santa Croce, il Comune organizza una serie di concerti in piazza di quella che ancora non si chiamava spesso "musica etnica": quattro gruppi di ragazzotti da varie parti del mondo, coi loro strumenti, da varie parti del mondo. Un gruppo dal Senegal, o da qualche altro paese africano che non ricordo; un altro
dalla Bolivia; un altro ancora dal Messico e l'ultimo dalla Scozia. Si chiamano "Tannahill Weavers". Sembra che, poi, siano diventati piuttosto famosi. Almeno dalle loro parti.
Arrivano in piazza con gli strumenti, il palco è già montato e sono accompagnati da un congruo numero di bottiglie d'ogni cosa (tranne acqua, bleah; che orrore solo a nominarla). Del tutto casualmente, il qui presente, quasi diciannovenne,... (continuer)
19 settembre 2007
LE GUERRE TEDESCHE
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E io, Cattia, quella cassetta ce l'ho ancora. Cavolo, sono passati trentacinque anni...io ne avevo 19 ancora da compiere. Saluti cari!
Riccardo Venturi 8/5/2015 - 21:36
Scusa ti leggo solo oggi, mi sembra di essere come Dante con l'uovo (ma io mi ricordavo fosse una querelle tra Leonardo e Michelangelo) del genere uno ti chiede "come ti piace mangiare l'uovo?" e l'altro dopo un anno a rincontrarsi risponde "con il sale". beh all'epoca io ne avevo 22, ma della serata non ricordo più niente evidentemente avevo bevuto molto più di te!!
cattia salto 14/8/2016 - 23:29
The Braes o’ Glennifer
Testo: Robert Tannahill
Melodia—”Saw ye my wee thing” anche se inizialmente il testo fu scritto per la melodia “Bonnie Dundee”
Oggi la collina è compresa in un parco, the Robertson Country Park, formato da zone boschive e dalla brughiera, sul crinale si gode la vista panoramica di Paisley e della valle del Clyde. Per la Gleniffer Braes era solito passeggiare Robert Tannahill, il poeta tessitore, un po’ un Giacomo Leopardi in versione scozzese (studi classici premettendo).
Una fanciulla si lamenta per essersi dovuta separare dal suo Johnny, partito come soldato, e ne attende il ritorno ricordando i bei tempi di quando erano insieme a passeggiare per la collina di Gleniffer. Così la stagione invernale riflette il tormento nell’animo dell’innamorata “The dark days o’ winter war simmer tae me”
terreceltiche
Melodia—”Saw ye my wee thing” anche se inizialmente il testo fu scritto per la melodia “Bonnie Dundee”
Oggi la collina è compresa in un parco, the Robertson Country Park, formato da zone boschive e dalla brughiera, sul crinale si gode la vista panoramica di Paisley e della valle del Clyde. Per la Gleniffer Braes era solito passeggiare Robert Tannahill, il poeta tessitore, un po’ un Giacomo Leopardi in versione scozzese (studi classici premettendo).
Una fanciulla si lamenta per essersi dovuta separare dal suo Johnny, partito come soldato, e ne attende il ritorno ricordando i bei tempi di quando erano insieme a passeggiare per la collina di Gleniffer. Così la stagione invernale riflette il tormento nell’animo dell’innamorata “The dark days o’ winter war simmer tae me”
terreceltiche
Keen blaws the win’ o’er the braes o’ Glennifer
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envoyé par dq82 28/6/2015 - 17:58
Traduzione in inglese standard di Cattia Salto
[THE HILLSIDE OF GLENNIFER]
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envoyé par dq82 28/6/2015 - 17:59
Purtroppo in questo periodo, e per motivi squisitamente tecnici (mi è totalmente morto il mio computer "storico" e scrivo attualmente da un aggeggino fortunatamente prestatomi da un amico), non posso stare moltissimo dietro al sito, in attesa di risolvere la situazione. Però "aleggio" sempre e vorrei quantomeno pregarvi di curare un pochino le pagine; in particolare di smetterla una buona volta di tenere premuto il tasto Caps Lock, o maiuscole che dir si voglia. Le diciture "Traduzione di [X]" si scrivono, per favore, in minuscolo. E dette traduzioni avrebbero bisogno anche che fosse tradotto il titolo (il quale è l'unica cosa che, tradizionalmente, qui va in tutte maiuscole).
Grazie per l'attenzione!
Grazie per l'attenzione!
Riccardo Venturi 30/6/2015 - 17:44
Allora non solo Dio è morto, non solo il PC è morto (e sepolto), adesso anche il tuo piccì!
Beh, l'ultima tragedia tra tutte mi sembra quella più grave: condoglianze.
Però, consolati: a me il mese scorso è morta una ussebbì con un anno cicciggì sopra... Meno male che le contribuisco di volta in volta, sennò erano cazzi! Comunque mi sono perso il mio Fairfox porteibol, tutti i segnalibri accumulati e svariate pasuord, mannagia a quella vacca di Karima El Mahroug!
Non essere triste: morto un piccì se ne fa un altro.
Un abbraccio
Beh, l'ultima tragedia tra tutte mi sembra quella più grave: condoglianze.
Però, consolati: a me il mese scorso è morta una ussebbì con un anno cicciggì sopra... Meno male che le contribuisco di volta in volta, sennò erano cazzi! Comunque mi sono perso il mio Fairfox porteibol, tutti i segnalibri accumulati e svariate pasuord, mannagia a quella vacca di Karima El Mahroug!
Non essere triste: morto un piccì se ne fa un altro.
Un abbraccio
Bernart Bartleby 30/6/2015 - 22:34
Per fortuna sembra che il disco düro sia salvo, il che comporterebbe la non-perdita non di un anno di CCG, ma di venticinque anni di vita e di tutto quel che ho fatto di pressoché immortale, dalla grammatica islandese a quella kelartica, dalle foto del Treggia's Blog a tutto il resto comprese le mie orrende poesie adolescenziali. E diciamo un dodici anni di CCG, compreso il file originale della raccolta primitiva del 2003. Affido tutto ad alcune sante manine. Intanto mi barcameno su un aggeggino minuscolo, che più che un notebook sembra un quaderno delle elementari; ma, come dice il nostro Marco Valdo, "ora e sempre resistenza"!
Riccardo Venturi 1/7/2015 - 00:15
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Canzone tradizionale scozzese che racconta un episodio di trasferimento forzato in una colonia penale in Oceania.
Il riferimento alla (Nuova) Caledonia situa la canzone a prima del 1853, quando quell’isola passò dal controllo britannico a quello francese.
Interpretata artisti come Ewan MacColl, Martyn Wyndham-Read, The Tannahill Weavers, The Corries e molti, molti altri.
Pare che James (o Jamie) Raeburn fosse un panettiere, condannato alla colonia penale per un piccolo furto, benchè si fosse sempre professato innocente. Un reato da poco, o addirittura non commesso, poteva costare allora il trasporto vero le colonie, un metodo sbrigativo con cui le classi dirigenti si procuravano manodopera a basso costo per le loro avventure coloniali.
Nell’edizione del 1901 della raccolta “Vagabond Songs and Ballads of Scotland: With Many Old and Familiar Melodies”, a... (continuer)