Canzone della Pancaldi
[1968]
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continuer)
Anche nota come “Quel tirchio di Pancaldi”
Canzone scritta da Janna Carioli nel 1968 per le operaie della camiceria Pancaldi di Bologna che lottavano per il loro salario.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1970-71
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Bellissimi i versi: “Lui gira con la miura e noi andiamo a piedi / Se poi non si decide farem come i francesi.”
La Lamborghini Bertone modello Miura, prodotta a partire dal 1966, era all’epoca uno status symbol per ricchi ed arricchiti… Il “farem come i francesi” non si riferisce... (continuer)
Quel tirchio di Pancaldi non ci vuol dar dei soldi
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/12/2015 - 14:30
La fornace Gardelli
[1967]
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continuer)
La prima canzone scritta da Janna Carioli nel 1967 per gli operai della fornace Gardelli, il più antico stabilimento per la produzione di manufatti edili e ceramiche di Imola, che sorgeva lungo il canale dei Molini.
Canta Gianfranco Ginestri.
Testo trovato su Gli anni che cantano
Brano facente parte dello spettacolo "Canti Contro (Recital di canzoni del lavoro, della lotta e della resistenza antimperialista)” realizzato nel 1971
Poi nel disco del Canzoniere delle Lame “I canti della baracca di Piazza Maggiore. 18 canti sindacali e di protesta” (1973). (Credo che la “baracca” fosse la tenda allestita dai metalmeccanici in piazza a Bologna durante le manifestazioni del 1973)
Già nei primi anni 50, quando nelle fabbriche di tutta Italia si cercava di “estirpare il cancro comunista”, diversi lavoratori della Gardelli, così come di altre fabbriche dell’imolese, furono licenziati... (continuer)
E noi tiriam la cinghia da sei mesi
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/12/2015 - 13:46
Son proletari i partigiani
Trovo questo canto sia su Il Deposito che su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”. In entrambe le fonti viene citato un nome, quello di Ernesto Venzi, che di questo canto potrebbe essere se non l’autore sicuramente l’informatore. Risulterebbe infatti raccolto nel bolognese nel corso degli anni 60 dai giovani (tra i quali Janna Carioli e Gianfranco Ginestri) che poi nel 1967 fondarono il gruppo de Canzoniere delle Lame.
Ernesto “Nino” Venzi è invece sicuramente l’autore della canzone Primavera giovanile già presente sulle CCG.
E visto questo precedente, azzarderei di attribuirgli in pieno anche la paternità di “Son proletari i partigiani”, canzone di sapore sicuramente comunista, quale l’autore era.
Suggerisco quindi di inserire la biografia del Venzi ed il testo della canzone meglio formattato.
Ernesto “Nino” Venzi è invece sicuramente l’autore della canzone Primavera giovanile già presente sulle CCG.
E visto questo precedente, azzarderei di attribuirgli in pieno anche la paternità di “Son proletari i partigiani”, canzone di sapore sicuramente comunista, quale l’autore era.
Suggerisco quindi di inserire la biografia del Venzi ed il testo della canzone meglio formattato.
Bernart Bartleby 10/1/2014 - 09:29
Inno delle donne
anonyme
[1944]
In “Canti della Resistenza italiana”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, 1985.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”
Brano di autrice anonima, da cantarsi sull’aria dell’“Inno di Garibaldi” (di Luigi Mercantini, 1858), raccolto nel ravennate nel corso degli anni 60 da un gruppo di studenti e lavoratori di cui facevano parte Janna Carioli e Gianfranco Ginestri. Proprio loro, nel 1967, pubblicarono “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”, frutto di un paio di anni di raccolta e catalogazione di canzoni popolari. Lo firmarono inizialmente come “Gruppo Free” ma poco dopo si costituirono stabilmente come “Canzoniere delle Lame”.
«Il Canzoniere delle Lame era un gruppo musicale che dal 1967 al 1982 ha fatto più di mille
concerti girando in lungo e in largo per l'Italia e mezzo mondo, cantando canzoni popolari e di
“protesta”. Se... (continuer)
In “Canti della Resistenza italiana”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, 1985.
Testo trovato su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”
Brano di autrice anonima, da cantarsi sull’aria dell’“Inno di Garibaldi” (di Luigi Mercantini, 1858), raccolto nel ravennate nel corso degli anni 60 da un gruppo di studenti e lavoratori di cui facevano parte Janna Carioli e Gianfranco Ginestri. Proprio loro, nel 1967, pubblicarono “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”, frutto di un paio di anni di raccolta e catalogazione di canzoni popolari. Lo firmarono inizialmente come “Gruppo Free” ma poco dopo si costituirono stabilmente come “Canzoniere delle Lame”.
«Il Canzoniere delle Lame era un gruppo musicale che dal 1967 al 1982 ha fatto più di mille
concerti girando in lungo e in largo per l'Italia e mezzo mondo, cantando canzoni popolari e di
“protesta”. Se... (continuer)
O donne d’Italia, o madri e ragazze
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 10/1/2014 - 08:48
D'accord, vivre pour des idées
Versione italiana di Janna Carioli
Finora creduta una traduzione della canzone di Brassens, fino a che l'autrice non ci ha segnalato l'errore
Finora creduta una traduzione della canzone di Brassens, fino a che l'autrice non ci ha segnalato l'errore
In alcuni momenti della storia prevale la filosofia del “o tutto niente” “o merda o grandi gesti”.
Parole che fanno presa, soprattutto fra i ragazzi. Il mio congenito riformismo emiliano mi ha sempre creato una diffidenza innata nei confronti del cosiddetto “beau geste”. Forse per questo mi piacque tanto una canzone francese scritta da Claude Revà, e la tradussi in italiano.
(Janna Carioli)
Parole che fanno presa, soprattutto fra i ragazzi. Il mio congenito riformismo emiliano mi ha sempre creato una diffidenza innata nei confronti del cosiddetto “beau geste”. Forse per questo mi piacque tanto una canzone francese scritta da Claude Revà, e la tradussi in italiano.
(Janna Carioli)
MORIR PER DELLE IDEE
(continuer)
(continuer)
20/9/2007 - 14:02
Almirante al Cantagallo
Canzone scritta da Piero Nissim e pubblicata in "Canti di lotta dura" (1974). Antonio Giordano la cantava assieme a Nissim nel Teatro Operaio e poi con il Canzoniere di Salerno.
(informazioni provenienti da una mail dello stesso Antonio Giordano inviata alla mailing list de Il Deposito il 23 gennaio 2007).
La canzone ricorda lo stesso episodio descritto da Janna Carioli (del Canzoniere delle Lame) in Allarmi siam digiuni. Grazie a Antonio per avere inviato il testo, che è stato, ovviamente, inserito anche nel Deposito, il nostro "sito gemello" del compagno e amico Sergio Durzu, che salutiamo con molto piacere.
(informazioni provenienti da una mail dello stesso Antonio Giordano inviata alla mailing list de Il Deposito il 23 gennaio 2007).
La canzone ricorda lo stesso episodio descritto da Janna Carioli (del Canzoniere delle Lame) in Allarmi siam digiuni. Grazie a Antonio per avere inviato il testo, che è stato, ovviamente, inserito anche nel Deposito, il nostro "sito gemello" del compagno e amico Sergio Durzu, che salutiamo con molto piacere.
L'altro giorno sull'autostrada
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 25/1/2007 - 14:34
Parcours:
CCG Antifà: Antifascisme militant
Llanto por Víctor Jara
(1974)
Parole di Janna Carioli
Musica di Sebastiano Giuffrida.
Gli Inti Illimani li conoscemmo a Berlino nel giugno del 1973. In Cile c’era il Governo di Unidad Popular e le canzoni degli Inti erano quanto di più coinvolgente avessimo mai ascoltato. Loro erano simpatici, scanzonati e bravissimi. Diventammo amici perché spartimmo un pollo durante le prove di un concerto. Anzi, per essere precisi, furono loro a spartirlo con noi che eravamo senza cena. Li rividi a Roma in ottobre, alla Pensione Varese, dove furono ospitati da compagni italiani per più di un anno, dopo che si erano trovati per caso in Italia quando in Cile si era verificato il Golpe. Avevano con sé solo le valigie e gli strumenti e tutte le loro famiglie erano rimaste in Cile. Nella stanza di uno di loro c’era una rivista latino americana, con una foto di un bel ragazzo ricciuto e moro. Era la prima volta che vedevo il... (continuer)
Parole di Janna Carioli
Musica di Sebastiano Giuffrida.
Gli Inti Illimani li conoscemmo a Berlino nel giugno del 1973. In Cile c’era il Governo di Unidad Popular e le canzoni degli Inti erano quanto di più coinvolgente avessimo mai ascoltato. Loro erano simpatici, scanzonati e bravissimi. Diventammo amici perché spartimmo un pollo durante le prove di un concerto. Anzi, per essere precisi, furono loro a spartirlo con noi che eravamo senza cena. Li rividi a Roma in ottobre, alla Pensione Varese, dove furono ospitati da compagni italiani per più di un anno, dopo che si erano trovati per caso in Italia quando in Cile si era verificato il Golpe. Avevano con sé solo le valigie e gli strumenti e tutte le loro famiglie erano rimaste in Cile. Nella stanza di uno di loro c’era una rivista latino americana, con una foto di un bel ragazzo ricciuto e moro. Era la prima volta che vedevo il... (continuer)
Hanno ucciso Víctor Jara
(continuer)
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envoyé par adriana 18/6/2005 - 10:42
Spauràz
[1997]
[Paolo Mattotti-Janna Carioli-Gianluca Zanier]
Album: Albe
[Paolo Mattotti-Janna Carioli-Gianluca Zanier]
Album: Albe
E la pace c’è sempre bisogno di cantarla. Finita una guerra ne comincia un’altra. Nasce così questa canzone “per tutte le stagioni” che prima è stata cantata in italiano, e diversi anni più tardi, è stata tradotta in friulano da Paolo Mattotti, autore della musica che la canta ancora nei suoi concerti.
Janna Carioli, dal suo sito. Si veda la versione italiana: Lo spaventapasseri.
Janna Carioli, dal suo sito. Si veda la versione italiana: Lo spaventapasseri.
Ti aj dite di no sta là cun la mari de la uère
(continuer)
(continuer)
envoyé par Paolo Sollier
Parcours:
Les CCG Primitives
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Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
Erano i primi di giugno del 1973 quando Almirante si fermò all’Autogrill di Cantagallo, sull’Autostrada del sole. Forse non aveva considerato la poca distanza che c’era con Marzabotto e con sapeva che i 29 anni passati dalla strage non avevano ancora cancellato né l’orrore, né il ricordo della complicità dei fascisti italiani in quel massacro che aveva cancellato un paese intero. Così, quando un barista dell’autostazione vide Almirante avvicinarsi al banco per mangiare fece girare la voce e tutto l’autogrill si fermò in sciopero. “Né un panino né una goccia di benzina” fu il passaparola.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato... (continuer)